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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1997:19970502

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Linea 17: Linea 17:
 I pensieri, le filosofie e gli atteggiamenti possono variare, ma la stessa Divinità brilla in tutto il Suo splendore in tutti gli esseri umani. I nomi e le forme possono variare, ma i cinque elementi sono gli stessi in tutti i corpi. I vasi sono molti, ma la creta è una; la stessa creta viene usata per fare diversi tipi di vasi. L’oro è uno, ma gli ornamenti che se ne ricavano prendono nomi e forme differenti. Le mucche hanno colori e forme diversi, ma il latte di tutte è bianco. Similmente, i corpi differiscono uno dall’altro, ma in tutti risiede la stessa Divinità. Noi vediamo il loro aspetto superficiale senza riuscire a vederne la base. Nessun oggetto può esistere senza una base; il tavolo è la base per il bicchiere che, a sua volta, è la base per l’acqua che contiene. Per bere dell’acqua serve un recipiente; il corpo è come un recipiente, i piaceri sperimentati per suo tramite sono insipidi e passeggeri come l’acqua che vi è contenuta, ma le persone hanno l’errato concetto che la felicità che si ottiene dal corpo sia permanente. Questo non è vero. I pensieri, le filosofie e gli atteggiamenti possono variare, ma la stessa Divinità brilla in tutto il Suo splendore in tutti gli esseri umani. I nomi e le forme possono variare, ma i cinque elementi sono gli stessi in tutti i corpi. I vasi sono molti, ma la creta è una; la stessa creta viene usata per fare diversi tipi di vasi. L’oro è uno, ma gli ornamenti che se ne ricavano prendono nomi e forme differenti. Le mucche hanno colori e forme diversi, ma il latte di tutte è bianco. Similmente, i corpi differiscono uno dall’altro, ma in tutti risiede la stessa Divinità. Noi vediamo il loro aspetto superficiale senza riuscire a vederne la base. Nessun oggetto può esistere senza una base; il tavolo è la base per il bicchiere che, a sua volta, è la base per l’acqua che contiene. Per bere dell’acqua serve un recipiente; il corpo è come un recipiente, i piaceri sperimentati per suo tramite sono insipidi e passeggeri come l’acqua che vi è contenuta, ma le persone hanno l’errato concetto che la felicità che si ottiene dal corpo sia permanente. Questo non è vero.
  
-Realizzate la vostra inerente Divinità\\+Realizzate la vostra inerente Divinità 
 Che cos’è il corpo? Qual è la base della sua Divinità intrinseca? Prendete un bicchiere d’acqua e aggiungetevi dello zucchero. Esso rimane in fondo al bicchiere e la sua dolcezza non pervade l’acqua se non la mescolate bene. Voi la assaggiate in superficie e rimanete delusi concludendo che è insipida. La dolcezza dello zucchero pervade tutta l’acqua soltanto se usate un cucchiaio per mescolarla; allora la gustate. La Divinità è simile a questa dolcezza: può essere sperimentata soltanto usando il cucchiaio della discriminazione. La Divinità risiede davvero in ogni cuore; la sâdhanâ può far comprendere questa grande verità e aiutare a capire che la Divinità inerente è la stessa in tutti. Che cos’è il corpo? Qual è la base della sua Divinità intrinseca? Prendete un bicchiere d’acqua e aggiungetevi dello zucchero. Esso rimane in fondo al bicchiere e la sua dolcezza non pervade l’acqua se non la mescolate bene. Voi la assaggiate in superficie e rimanete delusi concludendo che è insipida. La dolcezza dello zucchero pervade tutta l’acqua soltanto se usate un cucchiaio per mescolarla; allora la gustate. La Divinità è simile a questa dolcezza: può essere sperimentata soltanto usando il cucchiaio della discriminazione. La Divinità risiede davvero in ogni cuore; la sâdhanâ può far comprendere questa grande verità e aiutare a capire che la Divinità inerente è la stessa in tutti.
  
Linea 26: Linea 27:
 O uomo, lo specchio va pulito prima di essere usato. Tu tieni lo specchio di fronte agli altri e vedi le loro facce, ma non la tua; dovresti piuttosto usare lo specchio della saggezza per vedere la tua faccia. L’uomo dovrebbe conoscere la sua verità; egli intraprende ogni tipo di pratica spirituale, ma non riesce a vedere il suo Sé. Come può una persona simile conoscere il mondo? Egli chiede continuamente: “Chi sei tu?” ma non chiede: “Chi sono io?” Se non siete capaci di dare la risposta quando vi chiedono “chi sei”, sarete ritenuti stolti. Quindi impegnatevi sempre nell’autoindagine: “Chi sono io? Chi sono io?” O uomo, lo specchio va pulito prima di essere usato. Tu tieni lo specchio di fronte agli altri e vedi le loro facce, ma non la tua; dovresti piuttosto usare lo specchio della saggezza per vedere la tua faccia. L’uomo dovrebbe conoscere la sua verità; egli intraprende ogni tipo di pratica spirituale, ma non riesce a vedere il suo Sé. Come può una persona simile conoscere il mondo? Egli chiede continuamente: “Chi sei tu?” ma non chiede: “Chi sono io?” Se non siete capaci di dare la risposta quando vi chiedono “chi sei”, sarete ritenuti stolti. Quindi impegnatevi sempre nell’autoindagine: “Chi sono io? Chi sono io?”
  
-Scoprite chi siete\\+Scoprite chi siete 
 Socrate era un ottimista. Una volta, mentre camminava su una strada, impegnato come sempre nell’autoindagine, un ufficiale in pensione che procedeva nella direzione opposta andò a sbattergli contro. Era evidentemente assorto in problemi famigliari. I problemi che l’uomo deve affrontare differiscono, anche se la strada intrapresa è la stessa. L’ufficiale, innervosito, gli chiese: “Chi sei?” Socrate rispose: “Questo è ciò su cui stavo riflettendo. Dimmi, per favore: chi sono?” Socrate era un ottimista. Una volta, mentre camminava su una strada, impegnato come sempre nell’autoindagine, un ufficiale in pensione che procedeva nella direzione opposta andò a sbattergli contro. Era evidentemente assorto in problemi famigliari. I problemi che l’uomo deve affrontare differiscono, anche se la strada intrapresa è la stessa. L’ufficiale, innervosito, gli chiese: “Chi sei?” Socrate rispose: “Questo è ciò su cui stavo riflettendo. Dimmi, per favore: chi sono?”
 Noi cerchiamo sempre di comprendere la nostra vera natura interiore. Socrate rifletteva sempre su “Chi sono io?” “Che cosa faccio?” “Che cosa vedo?” “Che cosa penso?” Noi cerchiamo sempre di comprendere la nostra vera natura interiore. Socrate rifletteva sempre su “Chi sono io?” “Che cosa faccio?” “Che cosa vedo?” “Che cosa penso?”
Linea 34: Linea 36:
 Il discepolo allora disse: “Signore, ci sono milioni di persone che vivono sulla terra: come puoi tu non trovare un luogo ove stare?” Allora Socrate gli dette un’acuta risposta: “Se hai cento anni da vivere, perché non hai tempo di pensare a Dio? Questa non è altro che indolenza.” Il discepolo allora disse: “Signore, ci sono milioni di persone che vivono sulla terra: come puoi tu non trovare un luogo ove stare?” Allora Socrate gli dette un’acuta risposta: “Se hai cento anni da vivere, perché non hai tempo di pensare a Dio? Questa non è altro che indolenza.”
  
-Dimenticare il corpo è meditazione\\+Dimenticare il corpo è meditazione 
 Avete bisogno di un tempo speciale per pensare a Dio? Potete sempre pensare a Dio mentre assolvete i vostri compiti. Fate che ogni vostro pensiero sia di Dio, pensate che ogni lavoro sia di Dio, sentite che ogni luogo in cui andate sia un tempio di Dio. Se pensate così, non avrete bisogno di preoccuparvi del tempo. Il tempo stesso è Dio; quindi rendetegli omaggio. Il tempo è anche l’uomo e l’uomo ha il tempo come suo Âtma. Tutto è tempo. Avendo il principio attivo all’interno, non vi serve un tempo specifico per pensarci. Avete bisogno di un tempo speciale per pensare a Dio? Potete sempre pensare a Dio mentre assolvete i vostri compiti. Fate che ogni vostro pensiero sia di Dio, pensate che ogni lavoro sia di Dio, sentite che ogni luogo in cui andate sia un tempio di Dio. Se pensate così, non avrete bisogno di preoccuparvi del tempo. Il tempo stesso è Dio; quindi rendetegli omaggio. Il tempo è anche l’uomo e l’uomo ha il tempo come suo Âtma. Tutto è tempo. Avendo il principio attivo all’interno, non vi serve un tempo specifico per pensarci.
 Una volta un devoto domandò a Ramana Mahârishi: “Quanto a lungo devo meditare? Cinque minuti, mezz’ora o un’ora?” Ramana Mahârishi rispose: “Fintantoché pensi che stai meditando, devi continuare a meditare.” Dimenticare il corpo è meditazione. Voi rimanete seduti per mezz’ora, ma non riuscite a controllare la mente neppure per mezzo secondo. Che cos’è la meditazione? Camminare è meditazione, parlare è meditazione, mangiare è meditazione. Tutto è meditazione. Senza concentrazione non si può fare alcuna azione; per studiare abbiamo bisogno di concentrazione. La meditazione non è una cosa separata: la vita di tutti i giorni è meditazione. Se offrite tutte le azioni a Dio per il Suo piacere, fate meditazione. Se una mosca vi si posa sul naso durante la meditazione, ne siete disturbati: questa è meditazione su Dio o sulla mosca? Che pazienza ha l’essere umano? Qual è la natura della mosca? La mosca torna sul naso e voi cercate di ucciderla: state combattendo con una mosca. L’uomo è diventato molto debole: come può controllare i sensi se non può tollerare neppure una mosca? Quando sedete in meditazione, dimenticate il corpo, dirigere la mente verso Dio e offriteGli la mente, il corpo e i sensi. Quando salite in automobile, voi lasciate la responsabilità all’autista e dormite senza preoccupazioni. Offrite la responsabilità della vostra vita a Dio che conduce il carro della vita e si incarica di tutto. L’uomo ricco dorme sereno sapendo che il guardiano protegge lui e la casa. Quando andate dal barbiere, date a lui la responsabilità di tenere ferma la vostra testa e tagliarvi i capelli, ma non siete capaci di chinare la testa davanti a Dio. Voi affidate i vestiti al lavandaio, la casa al guardiano, la testa al barbiere e l’auto all’autista, ma non sapete affidarvi a Dio: questa è la debolezza dell’uomo odierno. Se offrite ogni cosa a Dio, Egli si caricherà di tutti i vostri problemi e preoccupazioni. L’uomo non ha fede. Incrementate la fede in Dio e riconoscete la verità secondo cui la stessa Divinità è in tutti. Una volta un devoto domandò a Ramana Mahârishi: “Quanto a lungo devo meditare? Cinque minuti, mezz’ora o un’ora?” Ramana Mahârishi rispose: “Fintantoché pensi che stai meditando, devi continuare a meditare.” Dimenticare il corpo è meditazione. Voi rimanete seduti per mezz’ora, ma non riuscite a controllare la mente neppure per mezzo secondo. Che cos’è la meditazione? Camminare è meditazione, parlare è meditazione, mangiare è meditazione. Tutto è meditazione. Senza concentrazione non si può fare alcuna azione; per studiare abbiamo bisogno di concentrazione. La meditazione non è una cosa separata: la vita di tutti i giorni è meditazione. Se offrite tutte le azioni a Dio per il Suo piacere, fate meditazione. Se una mosca vi si posa sul naso durante la meditazione, ne siete disturbati: questa è meditazione su Dio o sulla mosca? Che pazienza ha l’essere umano? Qual è la natura della mosca? La mosca torna sul naso e voi cercate di ucciderla: state combattendo con una mosca. L’uomo è diventato molto debole: come può controllare i sensi se non può tollerare neppure una mosca? Quando sedete in meditazione, dimenticate il corpo, dirigere la mente verso Dio e offriteGli la mente, il corpo e i sensi. Quando salite in automobile, voi lasciate la responsabilità all’autista e dormite senza preoccupazioni. Offrite la responsabilità della vostra vita a Dio che conduce il carro della vita e si incarica di tutto. L’uomo ricco dorme sereno sapendo che il guardiano protegge lui e la casa. Quando andate dal barbiere, date a lui la responsabilità di tenere ferma la vostra testa e tagliarvi i capelli, ma non siete capaci di chinare la testa davanti a Dio. Voi affidate i vestiti al lavandaio, la casa al guardiano, la testa al barbiere e l’auto all’autista, ma non sapete affidarvi a Dio: questa è la debolezza dell’uomo odierno. Se offrite ogni cosa a Dio, Egli si caricherà di tutti i vostri problemi e preoccupazioni. L’uomo non ha fede. Incrementate la fede in Dio e riconoscete la verità secondo cui la stessa Divinità è in tutti.
 Le difficoltà arrivano: affrontatele. Pensate: “Il Divino è in me; quindi le difficoltà non possono danneggiarmi.” Questa forza di volontà è in ogni persona. Voi siete capaci di lavorare, studiare, parlare e fare ogni cosa grazie alla forza di volontà. Essa è veramente Dio. Le difficoltà arrivano: affrontatele. Pensate: “Il Divino è in me; quindi le difficoltà non possono danneggiarmi.” Questa forza di volontà è in ogni persona. Voi siete capaci di lavorare, studiare, parlare e fare ogni cosa grazie alla forza di volontà. Essa è veramente Dio.
  
-Acquisite la visione universale\\+Acquisite la visione universale 
 Nel mondo ci sono due cose: la materia e l’energia. L’energia si trasforma in materia e viceversa. Il corpo è materia, l’Âtma è energia. L’unione della consapevolezza col corpo umano vi permette di fare tutte le azioni come l’unione del polo positivo con il negativo produce la luce. In qualunque momento i pensieri negativi alzino il loro repellente cappuccio togliendovi la pace, voi dovete vincerli attingendo energia positiva alla fonte di gioia nascosta nel cuore. Nel mondo ci sono due cose: la materia e l’energia. L’energia si trasforma in materia e viceversa. Il corpo è materia, l’Âtma è energia. L’unione della consapevolezza col corpo umano vi permette di fare tutte le azioni come l’unione del polo positivo con il negativo produce la luce. In qualunque momento i pensieri negativi alzino il loro repellente cappuccio togliendovi la pace, voi dovete vincerli attingendo energia positiva alla fonte di gioia nascosta nel cuore.
 Mentre lavorate, rimanete immersi beatamente nei pensieri sull’Âtma. Swami non vi chiede mai di rimanere inattivi perché il lavoro stesso è adorazione. In India, le persone compiono adorazioni di molti tipi, ma quello che fanno è diverso da quello che dicono. Quando offrite un fiore, voi pronunciate Namah e Netram Samarpayâmi (io offro i miei occhi), ma non state offrendo la vostra vista al Signore, mentre è proprio quella che dovreste offrirGli. Voi avete la visione sacra, ma la usate per godere dei piaceri offerti dal mondo secolare; dovreste piuttosto volgerla all’interno.  Mentre lavorate, rimanete immersi beatamente nei pensieri sull’Âtma. Swami non vi chiede mai di rimanere inattivi perché il lavoro stesso è adorazione. In India, le persone compiono adorazioni di molti tipi, ma quello che fanno è diverso da quello che dicono. Quando offrite un fiore, voi pronunciate Namah e Netram Samarpayâmi (io offro i miei occhi), ma non state offrendo la vostra vista al Signore, mentre è proprio quella che dovreste offrirGli. Voi avete la visione sacra, ma la usate per godere dei piaceri offerti dal mondo secolare; dovreste piuttosto volgerla all’interno. 
discorsi/1997/19970502.txt · Ultima modifica: 2021/06/19 04:04 da sathyamax