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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1962:19621123b

19621123 - 23 novembre pomeriggio

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Pianificare l’educazione

[1] Il Ministro Chenna Reddy ha inaugurato la sede della scuola di Puttaparti un’ora fa, ma la cerimonia per quel lieto evento si sta tenendo solo ora perché il villaggio non ha un luogo dove ospitare neanche un decimo di questa enorme folla di persone provenienti da tutta l’India. Il Ministro ed Io ci siamo incontrati otto anni fa, quando sono stato anche a casa sua, ma il suo desiderio di venire in questo villaggio ed a Prashānti Nilayam si è concretizzato solo oggi, e l’inaugurazione della scuola è solo una scusa che egli ha utilizzato per venire da Me. È venuto di corsa dal Distretto di Godāvāri Est per adempiere questo impegno e soddisfare il desiderio che nutre da anni. Nei villaggi non ci sono mai due persone che la pensino allo stesso modo, che siano d’accordo; questo determina ed alimenta malumori, fraintendimenti, orgoglio, invidia ed odio fra gli individui. Dico queste cose non solo alle persone di questo villaggio, ma alla gente che è venuta qui da migliaia di altri paesi. Quando si tratta di una questione che interessa l’intero villaggio, non fate prevalere i piccoli pregiudizi e le vostre particolari antipatie, ma pensate solo al bene comune, al benessere generale. Tutte le simpatie ed avversioni personali dovrebbero essere dimenticate. Io sono anche conosciuto come ‘il Baba di Puttaparti’, quindi voi di questo villaggio avete tutti i diritti di venire da Me ogni qual volta desideriate impegnarvi a fare del bene per la comunità. Questa giornata, in cui la Scuola Elementare si sposta in un edificio proprio, più spazioso e ben aerato, è veramente un giorno importante negli annali di questo villaggio. È un giorno che dà inizio ad una nuova era nella quale l’educazione crescerà e maturerà in virtù, umiltà e pace.

[2] So che i vostri cuori sono pieni di altri pensieri, pensieri di cacciare i Cinesi dalle terre che hanno invaso ed occupato, di solidarietà verso le famiglie dei soldati che sono stati uccisi o feriti. Anche il Ministro Chenna Reddy si è rivolto a loro sentitamente. Questi uomini hanno lottato per il loro Paese affinché il nemico fosse respinto. È vostro dovere primario pregare per i defunti e per un lieto e vittorioso ritorno dei prodi soldati dai campi di battaglia. È anche vostro dovere cercare i vostri difetti e manchevolezze e correggerli al più presto. Dovete inoltre scoprire e sviluppare i vostri talenti e diventare degli Indiani forti, indipendenti e maturi, al fine di salvare il Paese e la sua cultura. Ma soprattutto dovete radicarvi saldamente nella fede, fede nella vittoria finale della Verità, dell’Amore, della Giustizia e del Coraggio. Poiché non l’avete ancora sperimentata, siete inconsapevoli delle potenzialità della fede. Durante la guerra del Mahābhārata, la gente era certa che ovunque ci fosse Krishna, là c’era sicuramente la vittoria, in quanto Krishna sarà sempre dov’è la Verità e quest’ultima non può essere sconfitta. L’India ha il Dharma dalla sua parte, ossia ha Krishna al proprio fianco, quindi i clamori della vittoria non tarderanno a farsi sentire, se non si odono già! I Cinesi non possono fare nulla di male all’India poiché a noi non manca la forza delle virtù, non manca la Verità, la Giustizia, l’Amore e la Pazienza. Queste sono le armi vere, le reali munizioni, l’artiglieria.

[3] Quando Ashvatthāma entrò furtivamente nell’accampamento dei Pāndava e, accecato dall’odio, massacrò nel sonno i bambini di Draupadī, ella rifiutò l’idea di vendicarsi del folle omicida poiché questi era il figlio del guru dei Pāndava e quindi meritava rispetto come il guru stesso. Quella è la nobiltà che muoveva i cuori delle madri di questo Paese. Non è un segno di debolezza, tutt’altro, rinforza la tempra e scoraggia il nemico che diventa un codardo inseguito dalla paura, dall’esitazione e dal dubbio sulle possibilità di successo. Dunque, siate coraggiosi e fiduciosi. La festività del Mio Compleanno non sarà rovinata da nessuna notizia funesta, anzi verrà rallegrata per tutti voi da notizie liete e positive; ne sono sicuro.

[4] Ora devo parlare della scuola per la quale si celebra oggi questa funzione. Il Ministro Chenna Reddy è anche il Ministro delle Pianificazioni, quindi ha parlato del progetto sull’educazione. Nessun progetto né la sua esecuzione sarà d’aiuto se ciò che si apprende a scuola non viene messo in pratica. Ad esempio, ci sono lezioni d’igiene e salute persino nei libri di testo delle prime elementari. Queste lezioni sono apprese a memoria e ripetute, ma guardate se vengono messe in pratica. Guardate la condizione delle strade dei villaggi, dei pozzi, delle case, dei bambini che ci vivono, e ditemi se cinquanta o sessanta anni d’insegnamento delle regole di igiene e salute hanno avuto qualche effetto! Se si trascurano persino queste cose inerenti alla vita quotidiana ed al benessere, non occorre vi dica che le altre materie faticosamente insegnate producono risultati ancor minori. Che profitto trae un bambino dal sapere quanto è lungo il fiume Mississipi o quanto è alto il Vesuvio? Perché zavorrarli di informazioni di cui non avranno mai bisogno? Date loro, piuttosto, il tonico che fortifica lo spirito, quello della ripetizione del Nome del Signore e della meditazione sulla Gloria di Dio nel silenzio del cuore. Una volta i bambini imparavano il nome di Rāma insieme alle lettere; ora cantano “Ding dong il campanello, il gatto è nel mastello!” Questo genere di linguaggio privo di senso si sta propagando ovunque come un’infezione velenosa che distrugge i semi della gioia e della pace.

[5] Il medico non vi dà qualsiasi medicinale gli capiti fra le mani. Prima diagnostica la malattia, studia il paziente, il suo ambiente, la sua famiglia, le abitudini, il cibo, i gusti, poi gli prescrive un rimedio appropriato. Chi elabora i programmi didattici deve trovare il rimedio corretto per le malattie dell’avidità, della fretta, dell’odio e dell’insoddisfazione, di cui questa nazione è afflitta come il resto del mondo. Allora scoprirà che i primi passi della disciplina spirituale devono essere insegnati già nell’infanzia. L’uomo porta nel cuore una sorgente di pace e gioia già da bambino; coltivatele, date loro ampio spazio affinché sgorghino con vigore e fertilizzino tutti i settori di attività. Questo è il vero scopo dell’educazione.

Prashānti Nilayam, 23.11.1962

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da DISCORSI 1961 1962 (Sathya Sai Speaks-Vol.II) ed.Mother Sai Publications
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