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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1980:19801122

19801122 - 11 novembre

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Il messaggio di fratellanza

Incarnazioni del Divino!
Il cosmo è permeato di Dio. Ciò che noi chiamiamo jagat è il mondo in cui nasciamo, cresciamo e a cui torniamo. La terra è la base del nostro mondo. Su questa terra, dentro e fuori, notte e giorno, ovunque, abbiamo lo spirare dell’aria, ma ciò non è visibile a occhio nudo. L’uomo trascorre il suo tempo in diverse attività: mangiare, riposare ecc. Quando noi guardiamo in alto, vediamo il cielo sconfinato. Durante il giorno vediamo il sole risplendere radioso. Di notte, c’è l’oscurità. Ovunque ci volgiamo, vediamo montagne, fiumi, alberi, case e palazzi. Tutte queste splendide cose sono visibili a occhio nudo. Nella storia dell’uomo, la prima attività che egli ha sviluppato è stata l’agricoltura. Ogni essere vivente, quando sente fame, cerca cibo. Il primo vagito di un bambino è per avere il latte e, quando è sazio, si addormenta. Il cibo è dunque la prima cosa essenziale per ogni essere vivente. Tale cibo viene soprattutto dalla terra. Questa è la ragione per la quale fin dai tempi antichi la gente di Bhârat ha venerato la terra come elargitrice di cibo, come Bhûmâta (Madre Terra). Coltivando la terra, l’uomo ha trovato sostentamento in tutti questi secoli. Assieme a ciò, si sono sviluppate altre attività. Mentre la popolazione cresceva, i villaggi sono diventati città. Con la crescita delle comunità civili, sono sorte discussioni tra gli uomini relativamente alla causa della loro felicità e al dolore, e come possa l’uomo superarli. In queste ricerche alcune persone illuminate, esaminando le proprie esperienze, scoprirono alcune verità essenziali. Alcuni altri, che erano più saggi, si resero conto che c’era qualcosa di più oltre a quanto era conosciuto.

La conclusione delle grandi menti indagatrici

Le domande poste sono state: “Che cosa dovremmo davvero imparare?” “Quali sono le cose che sono oltre le nostre forze?” È chiaro che non possiamo creare la terra, che non possiamo creare l’acqua, che non siamo in grado di sopravvivere neppure per dieci minuti se non abbiamo l’aria per respirare. E non è tutto. Nella vita reale constatiamo che non siamo in grado di comprendere il segreto della nascita e della morte. Molti di coloro che hanno cercato di scoprire la natura della morte, di individuare che cosa succede dopo la morte e qual è il mistero che si cela dietro la morte, non sono riusciti a trovare una risposta. Quindi, coloro che erano dotati di menti profondamente indagatrici giunsero alla conclusione che c’è un potere che è alla base di tutti gli esseri viventi, che quel potere deriva dal Divino e lo descrissero come Dio, concludendo che vi è un potere divino che è oltre la logica umana e pervade l’universo. Che cos’è questo potere? Come possiamo riconoscere una cosa che non è visibile a occhio nudo? Possiamo credere in essa? Alcuni scienziati ritengono che sia impossibile conoscere questa cosa, ma gli antichi consideravano il sole come una prova dell’esistenza della Divinità. Essi ritenevano che, senza il sole, il mondo cesserebbe di esistere. Nulla può crescere senza il sole. Nessuna attività umana sarebbe possibile, e l’uomo non sopravviverebbe al buio senza fine. Quindi, ritenevano che questa grande fonte di luce e di energia fosse la prova dell’esistenza di un potere spirituale divino. Più tardi, nacque una controversia sul fatto che questo Principio Divino fosse uno o molti. Essi giunsero alla conclusione che Dio è Uno solo, Ekam Sat, e non può che essere Uno. I Veda dichiarano anche:

“Io sono l’Uno che si manifesta come molti.”

In tal modo, proclamano l’unicità del Divino. Anche se Egli è solo Uno, appare come molti a diverse persone.

Il Pranava è l’origine di ogni conoscenza

È in questo spirito di profonda ricerca che i nostri saggi e i veggenti eseguivano il tapas (penitenza). Attraverso le loro penitenze e austerità, scoprirono che il Pranava è l’origine di ogni conoscenza. Se il Pranava (Om) non esistesse, non ci sarebbe alcun suono e alcuna parola. Analogamente il numero “Uno” è la base di tutti i numeri che sono ottenuti aggiungendo sempre più numeri al numero principale Uno. Così ci si rese conto che questa “Uni-tà” è la qualità essenziale del Divino e la diversità che si vede nel mondo è solo una manifestazione della Divinità. Il Divino fu considerato come il seme primario della diversificazione dell’universo. Il seme ha bisogno del guscio per crescere. Il guscio è l’involucro e dentro c’è il seme. Allo stesso modo, per il seme, che è Dio, il guscio è l’universo. Senza il seme, il guscio non può esistere. Come riconoscimento di questo fatto, i mahârishi (grandi saggi) dichiararono:

“L’intero universo è permeato del Divino.”

Può questo vasto universo, che è sostenuto dalla Divinità, essere considerato diverso da Essa? Tutto ciò che è associato al Divino è un Suo riflesso. Quando il Purusha Sûkta (inno alla Suprema Divina Persona) descrive il Divino come avente mille teste, mille occhi e mille piedi, sta proclamando la Divinità che pervade l’universo in numerose forme. Ciò significa anche che ogni oggetto è una parte del Divino e il cosmo, composto da questa miriade di forme, è stato descritto come il “Vishva Virât”, l’Essere Cosmico. Il Vishva Virât non è una figura disegnata da un pittore come Ravi Varma o una persona descritta da un poeta. È la forma della Divina Persona Cosmica.

Bisogna accettare l’autorità dei Veda

Dobbiamo guardare a questo multiforme universo, con la sua miriade di esseri, come espressione cosmica dell’Unica Entità Divina. Il Principio Divino è immanente nel corpo più piccolo come in tutta la creazione.

“Nel piccolo uovo, così come nell’Uovo Cosmico.”

L’Andânda rappresenta l’individuo e la Brahmânda rappresenta tutto il cosmo. Se riusciamo a comprendere la verità dell’individuo, allora sapremo la verità circa l’universo. Qual è la prova per determinare la natura divina del cosmo? Gli studenti, tronfi di un po’ di conoscenza, chiedono come si possa credere nella natura divina dell’universo quando ciò non è dimostrabile. Tali persone dimenticano la propria intrinseca natura divina. Perché la persona sviata basa tutta la sua conoscenza sulla forma oggettiva fisica di ciò che egli chiama “mente”? Se non ha forma fisica, come fa a “vedere” la sua mente? Uno dice: “Io sono felice.” Qual è la forma fisica della “felicità?” Cercare l’evidenza fisica diretta di tutto è un segno di arroganza. Solo gli Jñânin (persone liberate), che hanno realizzato il Divino, sono in grado di dimostrare la natura dell’infinita Divinità, e non altri. Faccio un piccolo esempio. Un individuo chiede a un altro: “Chi è tuo padre? Non avevi occhi per vedere tuo padre prima della nascita, né hai avuto l’intelligenza di scoprire chi era tuo padre.” Il secondo uomo risponde: “La prova della mia dichiarazione deriva da mia madre, che mi ha detto chi era mio padre.” Questo dimostra che su una questione così vitale, su chi fosse suo padre, egli accetta la dichiarazione di sua madre e crede ciò per tutta la vita. Allo stesso modo è necessario accettare l’autorità dei Veda (Sacre Scritture induiste) per quanto riguarda il vostro Padre Divino.

Non si può scoprire Dio senza sforzo

Prima o poi, in un luogo o nell’altro, in un mondo o nell’altro, l’imperscrutabile Divino s’incarna allo scopo di sostenere il Dharma (rettitudine). Ci vuole una forma riconoscibile che sia in sintonia con l’occasione, col tempo, col luogo e con altre circostanze che Ne determinano l’avvento. Le oziose malelingue, che indulgono in propaganda atea, fanno forse qualche sforzo serio e sincero per scoprire la natura del Divino? Senza tale sforzo, come può essere scoperta la sacra natura del Divino? Uno sforzo particolare è necessario anche per scoprire il fuoco in un pezzo di legno, il burro nel latte, l’olio che è nascosto nel seme o lo zucchero nella canna. Se si parte con serio zelo e devozione alla scoperta di Dio, certamente Lo si troverà. L’intero universo, infatti, è sostenuto dal Divino; non è una creazione umana. Ogni persona deve coltivare fede in Dio e sviluppare devozione. Dio esiste in ogni persona e permea ogni cellula del suo corpo, ma, se si taglia una persona a pezzi, non è possibile trovarLo nelle diverse parti. Troverete solo carne, ossa, sangue ecc. L’uomo deve adottare metodi adeguati per scoprire la Divinità dentro di sé. È perché le persone non fanno i dovuti sforzi che abbiamo attualmente confusione, caos e malcontento in ogni dove.

Costruite un autentico senso di fratellanza

Oggi, per condurre una vita propositiva, è dovere di tutti coloro che sono collegati alle Organizzazioni Sathya Sai promuovere disciplina spirituale e dedicare la vita al servizio sociale. Il loro obiettivo primario dovrebbe essere promuovere la consapevolezza della Divinità negli esseri umani e costruire un autentico senso di fratellanza tra le persone.

Incarnazioni dello Spirito Divino!
Rendetevi conto che non siete questo corpo, questa mente, questo intelletto o questa intelligenza. Voi siete incarnazioni del Divino. Concentrare tutti i vostri sforzi per realizzare ciò. Non c’è nulla che non possa essere raggiunto col desiderio ardente e la pratica continua. L’antica religione del Sanâtana Dharma (l’Eterna Religione Universale) ha indicato numerosi sentieri attraverso i quali il Divino può essere realizzato. La pratica spirituale è essenziale per la realizzazione della Divinità. Qualunque quantità di libri leggiate, non potete realizzare il Divino semplicemente con uno sforzo intellettuale. Si deve mettere in pratica ciò che si è appreso dai libri o da altre fonti. Senza pratica spirituale e disciplina, è inutile leggere libri, ascoltare discorsi o incontrare persone, per quanto grandi.

Il rispetto delle regole è parte della disciplina spirituale

Sono stati ora apportati alcuni cambiamenti al Regolamento delle Organizzazioni Sathya Sai. Potreste chiedere: “Che necessità c’è di regole e regolamenti per coloro che sono impegnati nella ricerca spirituale?” La ragione sarà chiara con un semplice esempio. Quando piantate un alberello, lo proteggete nelle prime fasi della crescita, erigendo una recinzione intorno a esso in modo che gli animali non possano danneggiarlo. Dopo che la pianta è diventata un albero robusto, non è necessaria la recinzione. Analogamente, anche nel cammino spirituale, si devono osservare alcune limitazioni e vincoli in modo che la propria crescita spirituale non sia influenzata da ciò che accade nel mondo esterno. Nelle Organizzazioni Sathya Sai chiamiamo i nostri membri “fratelli e sorelle della famiglia Sai.” Che un membro sia americano, giapponese, tedesco o russo, è un fratello. Se tutti i membri sono fratelli, come possiamo avere regole diverse per l’America, il Giappone o la Germania? Alcuni membri di Paesi occidentali non vedono con favore la regola dell’Organizzazione Sathya Sai, che stabilisce che ai bhajan (canti devozionali di gruppo) e agli altri incontri, i devoti, uomini e donne, dovrebbero sedersi separati. La norma dovrebbe essere applicabile a tutti i membri, siano essi indiani o no, in India o altrove. Si tratta di una parte della disciplina spirituale che è necessaria per i devoti. Anche un grande guerriero come Arjuna, confessò al Signore Krishna: “La mente è volubile ed è molto difficile da controllare.” Se anche Arjuna trovò difficile controllare i sensi, quanto più necessario sarà per noi avere dei regolamenti per controllare la nostra mente?

Provate ad agire in modo coordinato con gli altri

Vi è una domanda in base a cui alle diverse Ali dell’Organizzazione Sathya Sai, come il Samiti, il Circolo di Studio e il Sevâ Dal, dovrebbe essere consentito di agire in modo indipendente. Questo non è un approccio corretto. Tutte queste diverse unità dovrebbero funzionare in cooperazione amichevole una con l’altra. Qui ci sono le cinque dita della Mia mano. Il Sevâ Samiti (Organizzazione Servizio) è un dito, il Mahilâ Vibhâg (Ala Femminile) è un altro, il Sevâ Dal (Corpo di Servizio) è il terzo, i Bâl Vikâs (Ala Bambini) è il quarto e il Bhajan Mandalî (Ala Canti di Gruppo) è il quinto. Se si tiene ogni dito lontano dagli altri, che cosa possono maneggiare le dita? Se, invece, tutte e cinque agiscono assieme, che cos’è che non può essere raggiunto? Tutte le nostre Organizzazioni Sathya Sai dovrebbero imparare a funzionare in modo coordinato tra loro. Come i fiumi si sono uniti all’oceano, esse devono diventare una cosa sola sotto il vessillo del Movimento Internazionale Sai. A questo proposito, sembra ci siano alcuni dubbi tra i nostri membri per quanto riguarda l’aspetto internazionale dell’Organizzazione Sathya Sai. Il ruolo dei membri del Consiglio Mondiale non è propriamente inteso. Alcuni membri di alcuni Paesi desiderano eleggere i loro rappresentanti al Consiglio Mondiale. Qualora i rappresentanti siano “eletti” o “nominati”, chi deve eleggerli o nominarli? Queste domande vengono sollevate dai devoti di alcuni Paesi. Tale interrogativo può far sorgere il pericolo che la politica entri nell’Organizzazione. Nella corsa per la carica attraverso le elezioni, tra i devoti ne farà le spese l’amore. Durante il processo, l’amore per se stessi sarà usato in modo scorretto. Se vogliamo costruire le Organizzazioni Sathya Sai sulla base dell’amore e della fiducia, dobbiamo fare una selezione, e tale selezione deve essere fatta dal Consiglio Centrale. Se venissero autorizzate le elezioni, emergerebbero fazioni e ogni sorta di controversie e divergenze.

La base di ogni servizio è l’Amore

Incarnazioni dell’Amore!
Il mondo intero sa quali sacri ideali ispirano le Organizzazioni Sathya Sai. È vero che in un grande sacco di riso possono entrare alcuni granelli di sabbia; ogni organizzazione umana è destinata ad avere qualche pecora nera. Ciò, però, non interesserà l’Organizzazione fintantoché sarà fedele ai suoi princìpi. Il tipo di servizio e di sacrificio che le Organizzazioni Sathya Sai svolgono è colossale. La base di tutto ciò è l’amore che prevale tra i membri. Fin dai tempi antichi, una preghiera upanishadica recita:

“Possa Egli proteggere noi tutti;
possa Egli nutrire noi tutti.”

Lo spirito di unità proclamato in questi mantra (formule sacre) è oggi operativo solo nell’Organizzazione Sathya Sai. Questo senso di unità può essere promosso solo attraverso la pratica dell’amore e non con altri mezzi. Guardate che cos’è successo durante questo Congresso Mondiale. Molte persone benestanti, che conducono una vita agiata, molti che non avevano fatto alcun duro lavoro nella loro vita, sono venuti qui per il Congresso. Persone, che erano abituate a vivere in case comode, hanno dovuto soggiornare qui in piccoli appartamenti sovraffollati. Hanno sopportato molti disagi e non hanno chiesto alcuna agevolazione. Ovunque siano state ospitate, hanno accettato il posto per la devozione che nutrono per Swami. Non è possibile riscontrare questo tipo di spirito conciliante e disponibilità a sopportare disagi e difficoltà in nessun’altra organizzazione o consesso. Inoltre, ci sono organizzazioni in cui i giovani e i vecchi svolgono tipi diversi di servizio sociale. Però, solo nelle Organizzazioni Sathya Sai si possono trovare tutte le persone che svolgono servizio in uno spirito completamente disinteressato.

Il servizio all’uomo è servizio a Dio

Qualche tempo fa, nei distretti del Godhâvarî orientale e occidentale, e nel distretto di Krishna, migliaia di pellegrini si sono riuniti per la festa Pushkara. L’entità del servizio dedicato e disinteressato reso dall’Organizzazione Sathya Sai, per mezzo di uomini e donne in queste feste, non può che essere compreso da coloro che li hanno visti. Anche in questo caso, in previsione delle celebrazioni del Compleanno di Swami, i membri di molte Organizzazioni Sathya Sai hanno disposto campi di accoglienza per i devoti e i visitatori che vanno a Prashânthi Nilayam o tornano da lì per andare in luoghi come Dharmavaram, Gunthakal, Kurnool e Baagepalli. I politici parlano di “servizio all’uomo è servizio a Dio”. Ma solo i membri dell’Organizzazione Sathya Sai vivono effettivamente all’altezza di questo detto. Le decisioni prese in questo Congresso Mondiale non dovrebbero rimanere solo sulla carta: esse devono essere messe in pratica. Ognuno di voi deve vivere all’altezza degli ideali dell’Organizzazione. Alcuni membri trasgrediscono le regole dell’Organizzazione. Alcuni altri non vivono gli ideali o non svolgono i programmi dell’Organizzazione. Alcuni responsabili non prendono parte attiva ai programmi. Tali persone scoraggiano gli altri membri. Non dovremmo essere interessati ai soldi, all’incarico o alla posizione. Il nostro unico scopo è di promuovere l’amore, e tutte le attività devono essere svolte in uno spirito d’amore reciproco. Non c’è fonte di forza, ricchezza o posizione più grande dell’amore.

L’invidia distrugge tutte le qualità umane

Incarnazioni dello Spirito Divino!
Tutti coloro che aderiscono all’Organizzazione Sathya Sai dovrebbero tenere a mente che devono essere liberi dall’egoismo. Essi non dovrebbero perdere la testa su posizioni come presidente di Stato, di distretto o del Samiti. Fintantoché persiste l’egoismo, non si è adatti a svolgere alcun compito. È meglio sbarazzarsi di tali incaricati. Dovete prepararvi a essere un esemplare sevak (volontario) e non un capo. Solo un “kinkara” (colui che è pronto a svolgere qualunque lavoro) può diventare uno “shankara” (persona divina). Quindi, dovete cercare di sopprimere gradualmente il senso dell’ego. L’altro male, di cui è necessario sbarazzarsi, è l’invidia. Ci sono alcuni che non possono sopportare la vista di altre persone che hanno raggiunto una posizione di rilievo o una promozione. Quest’invidia è una malattia rovinosa. Essa distrugge tutte le qualità umane e trasforma l’uomo in un demone. Dovete fare in modo che il demone dell’invidia non entri nelle vostre menti. Un terzo male contro cui dovete proteggervi è âdambaram (l’ostentazione). Se qualcuno offre riso dolce come prasâd (offerta) ai bhajan, un altro vuole mettersi in mostra, offrendo laddu (un dolce a base di farina di ceci).
C’è la corsa a spendere denaro per varie mansioni. Le Unità Sathya Sai dovrebbero fare attenzione che non vengano sprecati soldi per inutili, pomposi preparativi. L’uso improprio del denaro è un male. C’è un’altra pratica che dovrebbe essere scoraggiata. Da alcune unità, anche per l’esecuzione di mansioni molto piccole, viene raccolto denaro. Ogni unità ha alcune persone benestanti e, se una o due si uniscono, si possono svolgere molte attività senza raccolta di fondi. Prendete per esempio questo grande Congresso Mondiale a Prashânti Nilayam. Molti di coloro che non conoscono i fatti devono essersi chiesti quanti soldi siano stati spesi per finanziare questo Congresso. La verità è che neppure un solo naya paisa è stato raccolto come donazione. Questo Congresso, che è espressione dell’amore dei membri, non ha bisogno di denaro. Qui, ognuno di voi si è preso cura delle proprie esigenze e ha svolto i propri compiti senza preoccuparsi di difficoltà o disagi. Non sono necessari soldi per ricavare questo tipo di felicità. È deplorevole sentire che, in alcuni Stati, anche per attività banali, vengono raccolti fondi. Anche se alcuni responsabili sono inclini ad adottare questo metodo, voglio che i membri non li incoraggino. C’è un’ultima cosa che, in questo Congresso, vorrei che si imprimesse in voi. Ci sono, nel nostro Paese, numerose persone povere, indifese e malate che soffrono la fame e la sete. Esistono oggi centinaia di migliaia di membri delle Organizzazioni Sathya Sai e anche un numero maggiore di devoti Sathya Sai. Lasciando questo Congresso, possa ogni membro decidere di dar da mangiare ad almeno una persona povera ogni giorno.
Quando qualcuno viene a casa vostra per chiedere cibo, cercate di dargli da mangiare con compassione. Dovreste alleviare la fame senza che nessuno lo sappia. Se tutte le nostre Organizzazioni Sathya Sai si impegneranno nel servizio ai poveri e ai bisognosi, senza fanfare o esibizionismo, daranno espressione al loro senso di fratellanza divina e metteranno in pratica gli insegnamenti di Sai.

Prashânti Nilayam, 22 novembre 1980

(Tradotto dal testo pubblicato da www.sathyasai.org)

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