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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1986:19861010

19861010 - 10 ottobre

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Cultura e sacralità della vita

Uccelli, animali e bestie e tutti gli esseri che hanno una cultura osservano correttamente e meticolosamente le leggi della vita.

Ma come si comporta l'uomo cui è stata data l'intelligenza?

Non dovrebbe egli avere almeno quel tanto di buon senso per osservare le leggi della vita?

La creazione è veramente strana!

E' talmente strana che ovunque voi andiate non troverete mai una persona che sia uguale all'altra, sia nella sembianza sia nell'intelligenza o in altre caratteristiche. È naturale che si trovino differenze fra i popoli, mentre è veramente raro trovare il nesso unificatore di differenti fattori. Se fate un'inchiesta con sincerità ed avendo nel cuore sacri sentimenti potrete capire questo nesso unificatore comune a tutte le apparenti differenze.

Esiste un principio che è comune a tutti gli esseri ed è la morte.

Essa accade a tutti, re o mendicanti, ricchi o poveri.

La Katha Upanishad spiega che il principio dell'unità si applica a tutti i popoli senza distinzione di sesso, casta, fede, paese o altre differenze. In ogni uomo esistono due personalità: una è la sua natura animale e la seconda è la sua natura divina.

L'uomo è condizionato da sei nemici:

il desiderio, l'ira, l'orgoglio, la cupidigia, la gelosia, l'invidia.

Egli non usa le sue qualità divine di cui è dotato e percorre quindi il sentiero sbagliato soffrendo immensamente.

Il principio dell'animalità che è i in lui lo porta su tale strada e a credere nelle cose false. Egli cosi non vive nella verità e soffre innominabili pene.

Il vero uomo invece usa il suo corpo per il periodo che gli è concesso per vivere, in modo corretto, utilizzando la ricchezza di cui dispone con moralità e verità, agendo in modo consono alle sue qualità divine, seguendo la strada tracciata per realizzare la divinità.

Per capire se un uomo è buono o cattivo bisogna osservare il suo comportamento. La cultura indiana da tempi antichi si fonda sui testi Vedici e sulle Upanishads che illuminano all'uomo la strada e lo esortano a comportarsi in modo sacro.

Queste scritture rappresentano vere e proprie miniere di saggezza. Il Dio Sole è responsabile della formazione delle nubi prese dalle acque degli oceani. Con esse si produce l'acqua che sotto forma di pioggia discende dal cielo a nutrire le messi, recando gioia e prosperità a tutti gli uomini. Ma nonostante questa pioggia discenda copiosa dai cieli, l'oceano dalla quale proviene non ne è modificato neanche per un millimetro. Anche se migliaia di fiumi scorrono e si immergono nell'oceano il suo livello non si muove. La caratteristica dell'oceano è quella di non subire alcun mutamento.

Similmente quanti hanno beneficiato della cultura indiana durante i secoli passati?

Queste generazioni si sono cibate di essa e ciononostante essa non ha subito mutamenti nel tempo. Essa è rimasta tale e quale, immutata, e gli stranieri poterono accostarsi ad essa traendo la bontà dei suoi principi e valori.

I Veda non sono solo pieni di ricchezza spirituale ma contengono altresì materie come scienza e tecnologia in larga misura.

I Veda sono nati in India ma si sono diffusi anche nei paesi stranieri. Il quarto Veda, Atharvana, per primo andò in Giappone e poi in Germania da dove si diffuse in altri paesi. Questo Veda fornisce elementi sulle scienze della materia come l'astronomia, la fisica. la chimica, e varie altre. Esso si propagò e guadagnò grande fama nel campo delle matematiche e della lettura dei segni delle mani.

Il Sig. Hunter riconobbe che in questo Veda sono esposte molte più cose nel campo dell'astronomia che quelle dette nell'antica Grecia.

In Russia, nel Nord, a circa mille miglia da Mosca vi è una grossa città. Tale città ha una biblioteca che contiene innumerevoli testi indiani. Il nome di tale città è Kaja.

A quattro mila miglia di distanza esiste un fiume il cui nome è Sukanadi ed oggi è chiamato Anu.

Grazie all'Atharvanaveda la gente di quel luogo scoperse di avere ricche miniere d'oro nel sottosuolo.

Esiste un'altra città vicino il cui nome è Vladivostok. Anche la gente di quella città scoperse l'esistenza di ben 64 miniere d'oro. Essi si accorsero della grande ricchezza della cultura indiana ed in segno di gratitudine diedero un nome indiano alla città: Mahanidi.

I russi non ripetono spesso il nome di Dio ma essi praticano la moralità e la verità che hanno adottato come principi base per la vita della loro comunità.

Il più importante scopo della vita umana è il nostro carattere.

Se vi è un buon comportamento vuol dire che vi è un buon carattere. Il valore dell'uomo non dipende dalla ricchezza materiale, dai suoi possessi materiali, dall'oro o dai dollari che possiede, ma dal suo comportamento e dalla sua condotta. Pertanto si deve fare uno sforzo per riconoscere l'importanza della verità e della moralità nella vita di tutti i giorni.

È stato detto che la moralità è la misura vera della natura umana. I nostri antenati credevano che la moralità fosse la base della cultura indiana e la insegnarono in molti modi.

Essi credevano che non poteva esistere umanità senza moralità.

Noi dobbiamo realizzare che la moralità è cosa più cara della vita stessa e che deve fondarsi su tre principi di base:

la purezza, la pazienza e la perseveranza.

Queste tre “p” formano il carattere.

Ma dove si trovano oggi quei principi?

La purezza oggi non si trova neppure in minima parte. Solo quando si avrà la purezza si avrà la pazienza, e quando ambedue esistono ci sarà anche la perseveranza.

Dobbiamo usare il nostro corpo per raggiungere la purezza e realizzare che esso ci viene dato per servire e trovare l'unità che è la base della diversità apparente e quindi santificarlo. Dobbiamo essere pazienti in tempi di difficoltà. la pazienza è una virtù importante forse la più importante.

Qual è il sentimento più sacro per l'indiano?

È la maternità.

Ma oggi la ignoriamo! Imitando i paesi stranieri siamo divenuti come elefanti che non conoscono la loro propria forza. L'uomo non sa più oggi cos'è la virtù. Non fa nemmeno uno sforzo per capire il significato di quella parola ed anche quando lo fa, lo male interpreta dandogli significati errati.

Il mondo è pieno di timore e ovunque guardi, qualunque cosa si ascolti, si sentono storie raccapriccianti.

La responsabilità della fame, delle guerre nel mondo è ascrivibile solo al nostro comportamento.

Se la nostra condotta fosse buona anche la natura ci darebbe ciò che è bene per noi. Esiste un'enorme differenza fra ciò che diciamo e ciò che facciamo ecco l'errore!

Lo comprensione corretta dell'umanità è l'uomo stesso, ma noi non facciamo nessuno sforzo per capirlo.

Oggi l'uomo ha acquisito forza, e talenti nel campo della scienza, ma giorno dopo giorno degenera nel campo morale.

Se la vita non ha moralità non potete chiamarla vita.

La nostra cultura predilige la ricchezza dello spirito innanzitutto.

Per intenderla la lingua sanscrita è essenziale. Vi sono molti paesi stranieri che la studiano come lingua obbligatoria.

I nostri sacri testi sono scritti in lingua sanscrita. ed è veramente deprimente vedere che paesi stranieri prediligano lo studio di tale lingua mentre, nel paese in cui è nata, essa viene abbandonata.

Da tempi immemori l'lndia è stata considerata la Maestra spirituale del mondo ma noi imitiamo ciecamente gli stranieri nel loro modo di vivere, dimenticando la ricchezza della nostra cultura.

Niente esiste fuori dall'lndia che non sia trovabile in essa! Nel passato si è sempre riconosciuto che tutte le cose di questo Paese erano sacre.

Un re greco venne in India ed il suo maestro spirituale prima che partisse gli chiese:

“O re! Tu stai andando in India che è una terra santa, ed io ho un desiderio che ho coltivato per lungo tempo nella mia vita che vorrei che mi esaudissi: portami un po' d'acqua del Gange, la Bhagavad Gita e un po' di terra da quel paese sacro. Portami inoltre il Mahabharatha che contiene tante verità uniche e gratificanti”.

All'Indonesia si è dato il nome di Kubera che secondo la mitologia indù è la persona più ricca del mondo.

Quando noi oggi vediamo nell'aquila solo un uccello, loro invece riconoscono la sua sacralità come veicolo del Dio Vishnu.

C'era una volta in America un erudito (Pandit) il cui nome era “Chaturveda” che vuol dire “colui che è maestro dei Veda”.

Il professor Max Muller stava cercando il significato di alcuni versi di un Veda quando si vide arrivare questo Sastri in casa e pensò che fosse la bontà divina ad inviarlo. Egli lo ricevette, lo fece accomodare nel suo studio e gli offrì una tazza di te, poi gli chiese:

“Da dove venite signore?”

“Da Bharath” rispose lo Sastri. “ Il mio nome è Chaturveda Sastri”.

“Oh! Come siete fortunato ad essere nato in un così grande paese!” disse Max Muller.

Prese poi il testo nel quale c'era il verso che non capiva e gli chiese: “Cosa vuol dire?”.

Il Chaturveda Sastri rispose:

“Questo si trova in Shankara Bhadya”.

Quell'uomo non sapeva neanche un Veda! Max Muller rimase esterrefatto e disse:

“Caro Signore, il vostro nome è Chaturveda Sastri quindi ditemi qualcosa sul Maestro Shankara”.

Lo Sastri rispose:

“Sì! È un bramino molto conosciuto che è morto in India”.

Allora Max Muller decise di non recarsi più in India perché, dopo tutto, non dovevano esserci tanti eruditi!

È veramente miserevole la condizione dell'lndia di oggi nella quale i suoi figli non coltivano a loro propria cultura e lasciano che lo facciano gli stranieri. Nella nostra cultura la cosa più importante è il carattere e la virtù.

SE IL CARATTERE È PERSO, OGNI COSA È PERSA! SE LA RICCHEZZA È PERSA, NIENTE E' PERSO! SE LA SALUTE È PERSA, QUALCOSA E' PERSO!

Ecco quanto dicevano i nostri antenati, ma oggi è esattamente il contrario.

Se il carattere è perso nulla è perso! Se la salute è persa qualcosa è perso! Se la ricchezza è persa tutto è perso!

La gente crede che il mondo si regga sul denaro e non sa che invece si regge sul “Dharma” e che per proteggerlo nessuno si fa avanti. mentre per praticare “l'Adharma” tutti sono pronti! Ecco la ragione di tanta miseria morale e materiale. Se non ci comportiamo bene, come possiamo pretendere di ricevere i frutti della virtù?

Dovremmo tutti deciderci a capire la nostra cultura e la sacralità della vita umana. Non prendiamoci gioco dei valori, ma cerchiamo invece di coltivarli, onorarli con senso di gratitudine.

La gioventù oggi dice ciò che non pratica, ma questo non è nella natura dell'uomo. Gli studenti dovrebbero mettere in pratica ciò che imparano ed essere un esempio per tutti. Se avessimo solo in minima parte tali tipi di studenti l'intero mondo potrebbe essere sotto controllo.

Prima di predicare dovete praticare!

Praticate e siate felici questo è il dovere che deve essere compiuto scrupolosamente. Il tempo corre veloce ed il periodo di vita che ci è concesso si accorcia giorno dopo giorno e prima che l'uomo riesca a riconoscere qual è il suo dovere deve abbandonare il suo corpo.

Qual è lo scopo dunque della vita?

Perché si nasce uomini?

Si nasce forse per mangiare e dormire, per indugiare in atti peccaminosi?

Se l'uomo non ha discriminazione e saggezza non può chiamarsi essere umano!

L'individuo dovrebbe comportarsi in modo esemplare ed essere esempio per gli altri. Questo è importante soprattutto per gli studenti perché essi devono diventare i “leader” del paese.

Chiudo il discorso con la speranza che gli studenti mettano in pratica gli ideali della loro cultura santificando così la loro vita.

Dassara Festival Prashanthi Nilayam, 10-10-1986

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