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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1987:19871119

19871119 - 19 novembre

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Nati per servire

“Solo compiere servizio disinteressato con cuore compassionevole è vero servizio.
Si è destinati a raggiungere la pace se si serve con spirito amichevole.
Questa è la verità. Questa è la verità.”

Incarnazioni del Divino Atma!
Dovete riconoscere che la vita è destinata al servizio disinteressato e non a esser vissuta per scopi egoistici. Solo attraverso tale servizio può essere vissuta l’unità del genere umano. Il segreto del karma yoga (sentiero dell’azione) è il servizio disinteressato. La base dello yoga è disciplinare la mente e il corpo attraverso il servizio disinteressato.
La società onora solo quelle persone che la servono; tali persone ottengono la grazia di Dio. Ogni individuo deve comprendere appieno l’importanza suprema del servizio disinteressato. Lo spirito di servizio dovrebbe essere accoppiato con la disponibilità al sacrificio. Solo così il servizio disinteressato si può definire libero da ogni macchia di interesse personale. Tale servizio dà sapore alla vita. Alimentandolo, l’amore universale sostiene la vita. L’amore è l’alito vitale dell’essere umano. La magnanimità di spirito rende fragrante la vita.
Per quanto illustre possa essere una persona, essa deve rendersi conto che lo scopo principale della vita è rendere un servizio scrupoloso agli altri esseri umani. Il rapporto tra madre e figlio, maestro e discepolo, Dio e devoto, si basa sulla reciproca dipendenza. Non può esserci un bambino senza una madre, un discepolo senza un insegnante, un devoto senza Dio. Ciascuno è associato all’altro in un legame inscindibile.

Il servizio dovrebbe essere offerto agli indifesi

Si dovrebbe esser pronti a servire gli altri piuttosto che scegliere di esser serviti da loro. Inoltre, non c’è niente di meritorio nel servire coloro che sono in una condizione migliore della nostra. Se vogliono qualcosa, essi possono ordinarla a chi è al loro servizio. Anche rendere servizio a coloro che sono nella nostra stessa posizione non è lodevole. Il servizio dovrebbe essere offerto a chi sta peggio di noi e a chi è trascurato dal mondo.
Ci sono tre livelli di persone nel mondo. Al livello più alto ci sono coloro che possono esser collocati nella categoria di Lakshmī Nārāyana. Chi si trova nella stessa nostra condizione è nella categoria di Ashvatha Nārāyana. Coloro che sono più poveri di noi possono esser descritti come Daridra Nārāyana. Non è necessario rendere servizio ai Lakshmī Nārāyana, poiché avranno già dei servitori che si prendono cura di loro. L’Ashvatha Nārāyana è il tipo di persona piena di desideri infiniti e mai soddisfatta quali che siano i suoi ottenimenti o guadagni. Il servizio a tali persone è inutile. Sono i deboli, i poveri e gli indifesi che hanno bisogno di esser serviti. Anche nel rendere servizio a tali persone non dovrebbe esserci la sensazione che stiamo servendo “altri”. Dobbiamo avvertire che stiamo servendo il Signore Nārāyana che dimora in loro. Quando il servizio è reso in uno spirito di totale dedizione, con coerenza di pensiero, parola e azione, il cuore viene santificato. Senza purezza di cuore non può esserci progresso spirituale.

Gli operatori attivi non devono essere arroganti

Nello svolgere la loro attività, gli “operatori attivi” (nell’Organizzazione Sai) non devono avere sentimenti di arroganza od ostentazione. Devono essere di larghe vedute, completamente liberi da interessi egoistici e devono sviluppare amore verso tutti. Gli operatori attivi sono la spina dorsale dell’Organizzazione Sai. Dovrebbero capire quali siano le qualità umane e praticarle nella vita. Senza avere il giusto atteggiamento, il servizio fatto con ostentazione e con supponenza è una farsa. Coloro che servono devono liberarsi del senso di “mio” e “tuo”.
Adoperarsi per il proprio benessere e la propria felicità è la caratteristica rovinosa della mentalità dualistica, e alimenta malcontento e dolore. I sentimenti di attaccamento e avversione inquinano la mente. Attraverso il servizio, una mente del genere può essere purificata. Osservare pratiche esteriori, come fare il bagno più volte al giorno, ricoprirsi di vibhūti e recitare meccanicamente mantra (canti), non servirà a purificare la mente dalle impurità. Queste sono solo pratiche esteriori, che nulla hanno a che fare con la spiritualità.
Oggigiorno si ignora la conoscenza trascendentale che può nascere da un’indagine accurata e da una salda fede, e che aiuterà l’essere umano a elevarsi dal livello animale. Non viene tuttavia fatto alcuno sforzo per acquisire questa conoscenza. Percependo il falso come vero e considerando la Verità come non verità, gli esseri umani si affannano ad accumulare oggetti effimeri, ritenendoli permanenti. Essi devono uscire da questa gretta abitudine inveterata, liberandosi delle tendenze egoistiche e imparando a considerare tutto il genere umano come una famiglia. Questo è vero servizio. Pochi hanno, oggi, un tale generoso approccio.

Non ricercate il nome e la fama

Il primo requisito, dunque, è sbarazzare il cuore di tutti i cattivi pensieri, dell’egoismo, dell’orgoglio e delle altre qualità indesiderabili, in modo che lo spirito d’amore possa trovarvi la sua giusta collocazione. Solo un cuore pieno d’amore è puro e santo. Quindi, si dovrebbero intraprendere attività di servizio con uno spirito amorevole. Non dovete essere interessati al nome o alla fama. La fama non è un prodotto commerciale o una merce che si può ottenere da qualcuno; essa scorre spontaneamente come un fiume, che nasce con minuscole dimensioni, ma, a mano a mano, cresce di volume. Non perseguite la notorietà o i riconoscimenti. Concentrate la vostra mente sul raggiungimento dei vostri obiettivi. Riempite il cuore d’amore e impegnatevi nel servizio. L’essere umano che non sa fare servizio agli altri non è affatto un essere umano.

Rendete servizio secondo le vostre capacità

Dobbiamo considerare che siamo nati solo per rendere servizio alla società come dovere sacro. Qualunque piccolo servizio possiamo compiere, se lo facciamo con lo spirito giusto, servendo senza pensare a noi stessi, faremo qualcosa di lodevole e utile. Un atto di servizio di per sé può essere una piccola cosa, ma deve essere fatto con tutto il cuore. Proprio come una mucca trasforma qualunque cosa mangi in dolce, sano latte, qualsiasi tipo di servizio reso con cuore puro si tradurrà in un gran bene. Nel prestare servizio, non dovreste mirare a ottenere alcun ritorno. “Questo è il mio dovere. Io nasco per servire”: è con questo atteggiamento che si dovrebbe compiere servizio.
Tutti gli esseri della creazione vivono rendendosi reciproco servizio e nessuno può essere considerato superiore all’altro. Ogni persona dovrebbe svolgere servizio secondo la propria capacità e secondo l’ambito delle sue attività. Nel corpo umano, ci sono varie membra, ma le mani non possono fare ciò di cui sono capaci le gambe, né gli occhi possono svolgere i compiti delle orecchie. Quello di cui le orecchie possono usufruire, non è fruibile per gli occhi. Allo stesso modo, tra gli esseri umani ci sono delle differenze. Le loro capacità e attitudini possono variare, ma ciascuno dovrebbe prender parte ad attività di servizio secondo le proprie capacità, attrezzature e ambito di lavoro.
Ogni individuo può offrire adorazione e impegnarsi in attività spirituali secondo le proprie preferenze; tuttavia, il merito che si acquisisce attraverso il servizio è maggiore di quello che può palesarsi attraverso queste pratiche religiose

Na tapāmsi na tīrthāñām, na shāstrāñām na japānapi
samsāra sāgarottāram, sajjanasevanam vinā
Né con le penitenza, con l’immersione nelle sacre acque, con lo studio delle Scritture e neppure attraverso la meditazione è possibile attraversare l’oceano della vita.
Questo oceano della vita terrena può essere attraversato solo rendendo servizio alle persone buone.

Alimentate un approccio generoso

Qualunque pellegrinaggio possiamo intraprendere, il nostro cuore desidera ardentemente solo oggetti del mondo e, quindi, non avviene alcuna pulizia del cuore. La ricerca individuale della mukti (liberazione) è egocentrica. Questo non è corretto. Si dovrebbe cercare di aiutare gli altri anche per raggiungere la liberazione: questo è vero servizio.
Oggi, pochi hanno tale generoso approccio. Come possono, coloro che sono stati immersi incessantemente in obiettivi egoistici, guadagnare la grazia di Dio? Quindi, per cominciarci, deve esserci la realizzazione della Divinità che è insita in tutti gli esseri umani e che pervade l’intero cosmo. Al fine di cogliere la natura della Divinità, si deve comprendere l’unità che include la diversità. Finché non c’è comprensione della Divinità, non può neppure esserci comprensione della natura umana. Eliminate l’egoismo, che è causa del dualismo, e la sua nidiata di opposti: gioia e dolore, simpatie e antipatie. L’egoista non può capire la propria vera natura, tanto meno quella degli altri. Quindi, il primo passo è la comprensione del proprio “Io”. Ognuno fa riferimento all’“Io”, ma dove si trova? E da dove nasce? Secondo le Scritture nasce da Hridayam (il cuore) che è onnipervadente ed è altrimenti noto come Atma.
Alcuni ritengono che Atma dimori nel cuore. Anche questo è sbagliato. Hridayam e Atma sono uno, e considerarli come entità diverse è sbagliato. Stando così le cose, ci si può chiedere perché le persone siano immerse nelle tenebre dell’ignoranza. È perché la loro visione non è diretta verso l’Atma. Essa non va oltre la mente. Colui che non è in grado di andare oltre la mente non può sfuggire al sudario dell’ignoranza. La via d’uscita da questa condizione è rendersi conto che, come la luna e il sole, la mente trae la propria luce dall’Atma e, quando la visione è rivolta verso l’Atma, la mente svanisce o cessa di brillare.

Pochi rendono servizio con Amore

È necessario comprendere che l’Atma è onnipervasivo e alimentare il sentimento d’amore verso tutti. Vishvam (il cosmo) è la proiezione del Vishnusvarūpam (il Divino). Non è necessario cercare in un luogo particolare perché il Divino è onnipresente. L’osservanza religiosa formale o l’erudizione spirituale non porteranno alla realizzazione di Dio. Per la sādhanā (disciplina spirituale) non è necessaria l’eccellenza intellettuale. È meglio avere una sola persona con un cuore buono e gentile che un centinaio di vanagloriosi intellettuali. Dobbiamo allenarci a diventare uomini e donne buoni, idonei a svolgere compiti validi. Se le vostre menti sono piene di odio, invidia, simpatie e antipatie, non siete qualificati a intraprendere attività di servizio.
“Offrire servizi e ricevere amore”: questa è la ricetta per sperimentare la Divinità. Oggi, tuttavia, il servizio non viene offerto con tutto il cuore. Pochi fanno servizio con amore e, quindi, pochi ricevono la grazia di Dio. Anche il loro amore è egocentrico e non totalizzante. Il nostro amore non deve limitarsi agli amici e ai parenti: deve estendersi, oltre la famiglia, alla società nel suo insieme, poi alla nazione in generale, e, infine, deve abbracciare tutto il mondo.

Il servizio con il giusto spirito è Dharma

Questo è ciò che sottintende l’invito del Buddha: “Sangham sharanam gachhāmi.” Partendo dal buddhi (l’intelletto) si dovrebbe andare, al di là di esso, a sangham (la società). In questo modo, si realizza l’unicità della società. Tuttavia, il semplice riconoscimento di appartenenza alla società non è sufficiente. Si deve riconoscere e adempiere il proprio dovere verso la società attraverso il servizio. Questo è il significato della preghiera “Dharmam sharanam gachhāmi”. Fare servizio con il giusto spirito è Dharma. Il servizio è anche un percorso per la realizzazione di Dio. Dio è l’Incarnazione dell’Amore, della Verità e della Pace. Pertanto, per realizzare Dio, si deve sviluppare amore, aderire alla verità e fare l’esperienza della pace dentro di sé.
Il corpo umano è come un carro e l’Atma è l’auriga. I corpi possono avere diverse forme e nomi, ma l’Atma è il medesimo. È essenziale riconoscere l’unità che sottende all’apparente diversità. Ad esempio, la fame è comune a tutti, anche se il tipo di cibo attraverso il quale essa si placa può variare da un imperatore a un mendicante. Allo stesso modo, gioia e dolore, nascita e morte sono comuni a tutti. L’Atma è comune a tutti: riconoscendo questa unità, dovreste impegnarvi nel servizio a tutti. Purtroppo, oggi, nel mondo non vi è alcun sentimento di unità. Tutti i problemi che assillano l’umanità sono dovuti alla sua mancanza. Esemplificate la qualità di Samatva (l’Equanimità) nel servizio Il dovere più importante delle Organizzazioni Sai è promuovere l’unità basandosi sul fatto che tutti sono scintille del Divino e costituiscono un’unica famiglia. Senza rendersi conto di questa verità fondamentale, non serve a nulla compiere qualunque tipo di servizio. Non può esserci sacralità nel servizio se sono assenti buoni pensieri e buoni sentimenti. Il servizio, come un atto del Dharma, può essere offerto solo da chi è puro di cuore, altruista ed equanime verso tutti (samatva).

Nessuno spazio per l’invidia nell’Organizzazione Sai

I Sai sevak (volontari del servizio) dovrebbero coltivare un simile spirito di tolleranza e di serenità per essere in grado di rendere efficace il servizio sociale. È sconveniente per chiunque faccia parte delle Organizzazioni Sai nutrire ostilità verso gli altri. Tutti dovrebbero comportarsi come figli di un’unica madre. Tenete in considerazione che ognuno è un’incarnazione del divino Atma: solo allora potrete svolgere servizio con zelo e vigore.
Qualunque sia la propria ricchezza o posizione, nella sfera del servizio si dovrebbe considerare se stessi al pari di tutti gli altri. Tutti dovrebbero ricordare che la ricchezza e la posizione non sono permanenti. Che cos’è che può essere raggiunto attraverso di essi? Potete ottenere ciò che vi è destinato e perdere ciò che siete destinati a perdere; nulla può essere evitato con dei sotterfugi. Solo la grazia del Divino rimarrà per sempre.
Oggi si tiene un convegno di “operatori attivi”. Ci sono molti che affermano di svolgere un servizio sociale. Tuttavia sono presenti, anche nell’ambito del servizio, motivazioni egoistiche. Tale egoismo non dovrebbe avere alcun posto nelle Organizzazioni Sai. L’individuo e la società sono uno. Qualunque cosa si faccia per la società è anche un bene per se stessi. Quando il servizio è fatto in questo spirito, l’individuo, così come la società, ne ottiene dei benefìci. Un tale senso di identità potrebbe esser difficile da coltivare, ma attraverso uno sforzo costante, si può superare il senso di “mio” e “tuo” e identificarsi con la società tutta. Una volta che ci sia la volontà, tutto può essere realizzato. Il potere del sankalpa (volontà) di una persona sopravviverà a essa.

Considerate ogni servizio come un’offerta a Dio

Ogni servizio dovrebbe essere considerato come un’offerta a Dio e ogni opportunità di servire dovrebbe essere accolta come un dono di Dio. Quando il servizio è fatto in questo spirito, si arriverà a tempo debito alla realizzazione del Sé.
Oggigiorno, è necessario questo tipo di servizio disinteressato, orientato verso la spiritualità. Per un mondo crivellato da conflitti e caos, ciò fornirà un clima di serafica pace. Considerate voi stessi come fratelli di una famiglia, ma non fermatevi qui. Andate oltre la parentela, indirizzandovi verso l’unità atmica. Dovete procedere da annamaya (il fisico) a vijñānamaya (la più elevata saggezza) fino allo stato di ānandamaya (la beatitudine divina). Eliminate completamente ogni egoismo e interesse personale e intraprendete le attività di servizio come il più alto scopo della vita. Il servizio deve diventare il vostro alito vitale. Dovete diventare sevaka ideali e diventare un esempio per il mondo.

19 novembre 1987 (SSS 20.26)

discorsi/1987/19871119.txt · Ultima modifica: 2016/10/23 17:00 da sathyamax