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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1989:19891004

19891004 - 04 ottobre

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

I VEDA NELLA VITA

Baba canta:

Non basta cantare i Veda o fare componimenti in poesia o prosa. Occorre anche la purezza del cuore, la purezza del soffio vitale, vera sorgente dei Veda.

Lo scopo della vita

Incarnazioni dello Spirito di Dio!

Sono ben pochi coloro che si preoccupano di capire il vero scopo della vita umana. Si e no uno su un milione si sforza di scrutare questo mistero. La maggior parte degli uomini crede di aver raggiunto lo scopo del vivere quando si è assicurato abbastanza cibo, comodità e un buon numero di figli. Ma non è questa la vera meta dell'esistenza. Questi obiettivi non sono che limitati ed effimeri.

Purtroppo l'uomo volge la propria intelligenza verso l'esterno, intento a capire e a godere il mondo esteriore, anziché volgere la propria mente all'interno per cercare la bellezza del mondo interiore e per raggiungere l'autentico scopo della vita. Se rimanete sulla riva del mare, ne vedete soltanto le onde, mentre rimarranno nascoste alla vostra vista le gemme preziose che vi si trovano in profondità. Se però vi tuffate coraggiosamente, le perle preziose saranno al portata di mano.

Avrete la conoscenza dell'Atma, ossia del principio della vita, solo quando smetterete di cercare nel mondo esteriore per orientare la vostra ricerca verso quello interiore. Non è tanto facile ottenere la conoscenza dell'Atma! In India, fin dai tempi antichi, molti hanno cercato in ogni modo di recitare i Veda, ma senza riuscire a realizzare l'Atma. Hanno continuato a recitare meccanicamente i Veda, ripetendo semplicemente i mantra, senza però comprenderne il significato intrinseco e la potenza. Si può fruire del beneficio derivante dalla recita dei Veda, quando se ne comprende la sacralità, si ode il modo corretto di cantarli e se ne percepiscono le sacre vibrazioni.

Il suono nei Veda occupa una posizione di rilievo. Se recitati nel modo giusto, i mantra vedici possono indurre, in coloro che li ascoltano, delle esperienze molto intense. Ecco perché, fra gli otto tipi di disciplina spirituale, l'ascolto occupa il primo posto; per mezzo di esso, infatti, si può raggiungere il più alto grado di realizzazione.

Nei Veda ci sono otto forme gloriose, che partono dal suono per arrivare alla finale “Nityananda”, la Perpetua Beatitudine. Anche nel campo della devozione, l'ascolto è di importanza primaria. Vi sono, purtroppo, persone che non sono nella fortunata condizione di ascoltare le glorie del Signore e ve ne sono altre che, pur avendo questa opportunità, non vi prestano attenzione, sprecando così la loro grande occasione: è come se fossero stati colpiti da una malattia.

l mali del corpo e della mente

Ci sono tre difetti che affliggono il corpo: la flatulenza, il catarro e la bile. La flatulenza è responsabile di 102 tipi di malattie; il catarro ne provoca 42 e, a carico della bile, ci sono 242 tipi di malanni. In totale, il corpo è dunque esposto a ben 386 diversi tipi di malattie. Da qui possiamo giungere alla conclusione che il corpo non è altro che una pattumiera piena di malattie ed esalatrice di cattivi odori. Come si fa ad essere tanto attaccati ad un siffatto corpo e a lasciare in stato di abbandono l'ospite che vi dimora?

Sopravvalutando le comodità esteriori, perdete di vista il mondo interiore. Proprio come la flatulenza, il catarro e la bile sono l'origine delle principali malattie che affliggono il corpo, cosi esistono anche tre tipi di mali che affliggono la mente, e sono:

1) l'impurità;
2) la confusione fra mortale ed immortale;
3) l'illusione.

L'insuccesso che vi ha impedito di giungere alla conoscenza dell'Atma è stato causato da questi tre mali, che hanno ostacolato l'interiorizzazione della mente. In generale, l'uomo non si dà un gran pena per l'Atma, non ha aneliti spirituali; al contrario, ritiene che il solo mondo esistente sia quello materiale. È il morbo dell'ignoranza, la cui causa va ricercata nell'impurità (mala). “Mala” sta dunque per ignoranza e può essere distrutta con le buone azioni. La malattia conosciuta come “avaranam”, ossia quello stato in cui è come se ci fosse un velo che impedisce di distinguere il transitorio dall'eterno, può essere vinta con l'adorazione. “Vikshepa”, il male dell'illusione, può essere guarito con la discriminazione.

Perciò i Veda hanno dichiarato che, per arrivare alla conoscenza dell'Essenza Divina, è necessario percorrere i tre sentieri dell'azione, della devozione e della conoscenza. Alla Liberazione potete giungere seguendo la via dell'Azione che purifica il cuore, la via della Devozione che dà concentrazione alla mente e la via della Conoscenza che penetra il velo dell'illusione.

Dovete indagare sulle cause del dolore e della sofferenza. La prima causa della sofferenza è il nascere, del nascere è l'azione e dell'azione il desiderio. L'attaccamento è responsabile del desiderio e la ragione principale che dà origine all'attaccamento è la mancanza di discernimento, ovvero la stoltezza.

Della carenza di discernimento si fa carico “l'ego”, il quale fonda le sue radici nell'ignoranza. Con l'eliminazione dell'ignoranza si rimuove “l'ego”. Eliminato “l'ego”, se ne va la stoltezza. Senza stoltezza il desiderio scompare. Con la scomparsa del desiderio, si rinuncia all'azione e quando non si ha più alcun attaccamento all'azione la vita si santifica.

L'ignoranza o impurità

Da ciò risulta chiaro come per tutte le sofferenze della vita la responsabilità ricada sull'ignoranza. A provocare l'ignoranza c'è “avaranam”, il velo che obnubila la visione. Prima ancora di questo velo c'è lo stadio di “mala”, uno stato di impurità.

Che cosa intendete voi per impurità? Il vero significato di questa parola è nel credere di essere il corpo e la mente ed è a causa di questa contaminazione che avete perso di vista la vostra autentica natura: vi siete illusi identificandovi con questo corpo pieno di limiti e debolezze. Ma esso non rappresenta chi realmente siete voi.

Altro significato di mala è “escrementi”. Nessun essere umano considererebbe sacri gli escrementi. Eppure, alla base di questo elemento non sacro c'è qualcosa di sacro, Quando consumate un frutto sacro, diciamo che avete preso del cibo sacro. Quel cibo sacro e puro si trasformerà in escrementi non sacri ed impuri. Ecco dunque il significato di “mala”, l'impurità: il falso che prende origine dal vero.

La vostra vera natura è Beatitudine e non sofferenza, assolutamente! È impurità quando vi considerate infelici, mentre siete la felicità in persona! È impurità ritenere falso il vero. Sotto l'influsso dell'impurità credete di essere il corpo fisico la cui durata è temporanea. Cosa fare per eliminare questo malinteso?

Lo hanno spiegato i Veda: “Compiere azioni meritorie”. Che cosa sono le azioni meritorie? Consistono nel fare sacrifici ed offerte? Considerate meritorie tutte le azioni che avete offerto a Dio. È per mezzo di queste buone azioni che purificate il cuore e, con la purificazione del cuore, si elimina lo sporco che lo ha intaccato. L'impurità e la sporcizia del cuore sono dovute alle varie esperienze, azioni ed episodi vissuti in modo profano. Come inquinate il cuore con azioni ordinarie, così potreste purificarlo con quelle meritorie. Perciò, la finalità peculiare della via dell'azione è quella di purificare il cuore e di scrostare le impurità depositatevi.

2. Il velo dell'ignoranza

La seconda malattia della mente si chiama “avarana”, che significa “velo che copre”. Che cosa si intende con questo termine? “Avarana” è tutto ciò che sommerge. E da che cosa siete stati sommersi? Siete stati “avviluppati” dai sei tipi di infernali, come il desiderio, l'ira, l'orgoglio, la gelosia, eccetera. Simpatia e antipatia hanno velato la vostra intelligenza e, di conseguenza, vi siete gonfiati di orgoglio, dimenticando la vostra vera natura.

Diventate arroganti perché contate sulle vostre ricchezze, sulle vostre forze, sulla vostra intelligenza, sulle vostre conoscenze e perdete di vista la natura che vi è propria. ln questa dimenticanza non siete in grado di distinguere tra il bene e il male, mancate pubblicamente di rispetto agli anziani, li mortificate, li criticate e siete intenti in molte altre attività. Sono tutte cattive qualità quelle che provengono da “avarana”, il velo che copre. Infatti, coprono la verità e vi fanno cancellare dalla vostra mente ciò che siete per natura.

l Veda hanno insegnato che l'adorazione è essenziale per rimuovere il velo delle cattive inclinazioni, che ha avvolto la reale natura dell'uomo. Come quando accendete dell'incenso di sandalo o usate del profumo per eliminare il cattivo odore che sommerge un ambiente, così pure, mediante la ripetizione del Nome del Signore, riuscirete a purificare il cuore.

Che significa devozione? Significa amore per il Signore. L'amicizia con il Signore è vera devozione. Assecondare una relazione intima con Dio è devozione. Il servizio al Signore è devozione. Far danzare sulla vostra lingua il Suo Nome è devozione. È sviluppando una relazione ed un'amicizia così intime con Dio che il vostro cuore si riempie di compassione. Allora riuscirete a gioire dei sentimenti divini che sono in voi senza alcuna traccia di odio, rabbia o gelosia verso alcuno. Vi liberate dei due gemelli maligni del piacere e dispiacere.

Il Satsang, ossia lo stare in compagnia con persone sagge, è essenziale per la devozione. Dilatate il vostro amore verso gli altri per mezzo di questa santa comunione. Nella devozione acquisite quattro virtù: l'amicizia, la compassione, la gioia interiore e il distacco da persone e cose mondane. In questo modo arriverete alla concentrazione della mente. Come il cuore si purifica mediante azioni meritorie, così la vostra mente raggiunge la concentrazione mediante la devozione.

3. L'illusione

La terza malattia della mente si chiama “Vikshepa”, l'illusione e si può guarire per mezzo di “Jnana”, la Conoscenza. Che cosa si intende per “Jnana”? Vi sono differenti tipi di conoscenza. C'è una conoscenza che riguarda le cose del mondo ed esiste anche una conoscenza globale. “Jnana” però non ha niente a che vedere con questi tipi di conoscenza.

“Jnana” è la Conoscenza dell'Essenza Divina o Atma. Questa conoscenza non riguarda l'esplorazione del corpo fisico, dei suoi sensi o degli oggetti materiali che si riscontrano in natura, ma riguarda l'indagine che occorre per la conoscenza dell'Atma. Tale conoscenza non può essere insegnata semplicemente da istruttori e nemmeno dai libri. Non è qualcosa che può essere ceduto da qualcuno a qualcun altro. Si tratta di una conoscenza che deve sgorgare spontaneamente dall'intimo del cuore. Libri e maestri possono con i loro insegnamenti arrivare fino ad un certo punto, ma se qualcuno volesse farne esperienza deve attuarla nella pratica e viverla in prima persona. Deve fare un'indagine personale, osservando molto criticamente la propria vita interiore.

Guardate come fa una madre ad insegnare al figlio le prime parole: gli scandisce le sillabe “ma-ma” e “pa-pa”, così che il bambino osservi i movimenti delle labbra materne. La mamma non può sostituire la bocca del bambino con la sua per fargli pronunciare le parole. Allo stesso modo, i maestri spirituali e gli insegnanti, servendosi dei testi sacri e dei libri, possono spiegare concetti e pratiche spirituali, ma tocca all'aspirante svolgere il lavoro e percorrere il sentiero per raggiungere la più alta vetta della conoscenza.

La Conoscenza

Dunque, che cosa si intende per “Conoscenza” ? Conoscenza significa fare esperienza dell'unità e conoscenza dell'Atma significa percepire l'unità che è immutabile anziché l'illusione della diversità che si presenta ai sensi.

In questa assemblea ci sono migliaia di persone. Ognuno ha un suo nome e una sua forma differenziati, ma la verità è che l'Essenza Divina è unica e identica in tutti. Occorre capire con chiarezza il concetto di unità di Dio. Non basta affermarla, non vi sarà di alcun vantaggio. Dovete farne esperienza, poiché soltanto quando avrete sperimentato direttamente il senso di unità, godrete beatitudine e delizia perenni, e solo allora meriterete il nome di “Jnani”, Sapiente.

Se volete raggiungere la condizione dello Jnani, dovete prima seguire la via dell'azione. Vi stupirà che ciò sia necessario. Prendete ad esempio un laureato in lettere. Se diciamo che ha conseguito la laurea in lettere è sottinteso che abbia già superato gli esami annuali e finali della scuola superiore. Non potrebbe essere laureato se non dopo aver passato tutti gli esami precedenti. Allo stesso modo, quando parliamo di un giovane, ci riferiamo a qualcuno che è passato già per gli stati della fanciullezza e dell'adolescenza. Se parliamo di un frutto maturo, intendiamo un frutto che da acerbo qual era è divenuto maturo; ma un frutto acerbo non diverrebbe mai maturo se prima non fosse stato un germoglio.

Similmente, voi potreste dire di essere uno Jnani. Ma questa affermazione avrebbe significato solo se foste sempre in beatitudine. In caso contrario non potreste dire di essere uno Jnani. Per giungere a quel livello, dovete aver prima percorso la via dell'azione e quella della devozione. Come fareste ad essere uno Jnani se prima non aveste attraversato questi due stadi? Sarebbe impossibile.

Ecco perché i Veda hanno innanzitutto esposto

a- il Karma Kanda, il sentiero dell'Azione,
b- l'Upasana Kanda, il sentiero della Devozione e
c- lo Jnana Kanda, il sentiero della Conoscenza.

Queste tre vie servono a far riconoscere l'unità di Dio. Potreste dire: “È piovuto”. Come lo provate? Il terreno dev'essere bagnato, altrimenti la vostra affermazione sarebbe vana. Oppure potreste dire: “ Ho la febbre”. Ma ci dev'essere qualcosa che la denota: il corpo scotta. Altrimenti quell'affermazione non è vera.

Così, oggi molti dicono “Io sono uno Jnani”, ma nemmeno uno su un milione è un autentico Jnani. Se volete essere uno Jnani e seguire il sentiero del Vedanta, dovete prima seguire la via dell'Azione, compiendo azioni meritorie. Tutto il vostro operato sia come un'offerta gradita a Dio. Avrebbero scarso significato quelle azioni che offriste a Dio compiendole per vostro personale piacere; mettete da parte le vostre simpatie ed antipatie, compite soltanto azioni approvate dalle Scritture, distinguete il bene dal male. Se a volte siete nel dubbio e non riuscite a capire a fondo quanto viene esposto dai Veda, allora conducete a termine la vostra azione per la soddisfazione del vostro cuore, offrendola al Signore; così quell'azione si santificherà.

Non c'è davvero bisogno di studiare i Veda e le altre sacre Scritture. Ogni parola pronunciata con cuore puro è un mantra. In verità, voi siete un'autentica incarnazione del mantra, come lo siete del “tantra” e dello “yantra” (*). Infatti, il vostro corpo fisico è lo “yantra”, cioè lo strumento, mentre il vostro respiro che ripete So-Ham…So-Ham (Io sono Lui, io sono Lui) è il mantra. Il vostro cuore, dove si verifica la vostra unione con Dio, è il “tantra”.

Ogni respiro è “mantra”, ogni cuore è “tantra” ed ogni corpo è “yantra”. Quanto è sacro un essere umano! Dopo avere assunto una nascita cosi sacra, che peccato sarebbe perdere l'occasione d'oro di deliziarsi della beatitudine di trovarsi in una dimensione divina. Ostacoli alla visione del Divino

Esistono tre tipi di tendenze che vi incatenano impedendovi di realizzare la vostra vera natura.

1- nell'amore che avete per il mondo;
2- nell'amore che avete per il corpo fisico;
3- nell'attaccamento per i codici morali degli Shastra (Scritti postvedici, N.d.R.)

Nel mondo vi preoccupate degli onori e di ciò che dice la gente. Desiderate ricchezza, comodità e stima. Ma quanto durerà questo mondo? Gli edifici che avete visto in un sogno spariscono non appena aprite gli occhi. I piaceri e le comodità che state godendo nell'attuale stato di veglia spariranno questa stessa notte durante lo stato di sogno. Come potete dunque definire permanenti e durature cose che non sono comuni ai differenti stati di veglia e di sogno? È tutto irreale.

La verità invece non muta mai, non subisce modifiche ed è identica nello stato di veglia, di sogno e di sonno profondo. Perciò, gli onori e la stima del mondo non sono “veri”. Fate un'indagine seguendo questo spunto e liberatevi da questa infatuazione per il mondo.

La stessa cosa è applicabile all'amore verso il corpo fisico. Voi vi preoccupate della vostra salute e della vostra forza, dedicate molto tempo preoccupandovi di come apparire, ma qualsiasi crema o cipria mettiate non cambierà il vero colore che Dio vi ha dato. l cosmetici che vi mettete hanno una durata di pochi minuti, mentre il colore datovi da Dio è permanente. Considerate la vostra carnagione come quella giusta.

In realtà, il corpo fisico è fatto solo di cose inutili e indesiderabili. Dovreste dedicare al corpo quell'attenzione che basta a mantenerlo in efficienza. L'unica motivazione valida per prendersi cura del corpo è che vi serve per raggiungere il Divino. Non perdete tempo nell'accentuare il vostro attaccamento verso questa cosa effimera. Qualsiasi ornamento usiate, la vostra vera forma non varierà. Alcuni stanno un'ora allo specchio per provarsi gli abiti: è uno spreco immane. Il corpo è transitorio, è di passaggio, non è altro che una bolla d'acqua. Ciò nondimeno la salute è un bene prezioso. Finche vivete nel mondo, mantenete in forma questo corpo e riservategli la giusta attenzione, affinché possiate usarlo per raggiungere Dio.

Come con un eccessivo attaccamento al corpo sorgono problemi, così un attaccamento smodato agli Shastra genera sofferenza. Malgrado ripetiate queste Scritture innumerevoli volte e vi possiate fregiarvi del titolo di grande studioso, non sarà questo a darvi la pace. Se vi viene meno la memoria sulle Scritture, vi sentite infelici. Se siete confutati da qualcun altro, vi rattristate e provate una certa insofferenza. Allora, per liberarvi da queste sofferenze, non fate altro che ripetere degli “Shastra”, cioè delle norme spirituali contenute nelle Scritture. Ma la semplice familiarità con i testi scritturisti non è la stessa cosa della norma religiosa, lo “Shastra”. Seguire e mettere in pratica nella vita quotidiana gli insegnamenti è vero “Shastra”, vero “codice di leggi spirituali”.

La combinazione di queste tre tendenze o attaccamenti al mondo, al corpo e alle norme morali con l'impurità, l'illusione ed il velo d'ignoranza vi riempirà di stoltezza e di arroganza. Fate un istante questa considerazione: “Avete portato qualcosa con voi quando siete venuti alla luce? Porterete via qualcosa con voi quando uscirete dalla vita? Quando nasceste, avevate del denaro con voi? Quando morirete, un solo spicciolo dei vostri soldi vi potrà seguire? E dove andrete? Potete spiegarmi dove andrete? Nessuno Io sa”. Il vostro attaccamento a questa vita passeggera è come una corda illusoria che vi tiene legati. Dovete compiere ogni sforzo per districarvi da questi legami e raggiungere il Divino.

La via tracciata dai Veda

Per raggiungere l'ultima ed eterna meta di questo mondo finito seguite il sacro sentiero indicato dai Veda. Essi insegnano la via per santificare la vita nel mondo. l Veda non vi promettono beatitudine, ma vi indicano in quali circostanze potrete ottenerla: solo attraverso il sacrificio otterrete la liberazione. Tuttavia, i Veda espongono anche una quantità di modi per ottenere gioie temporanee. Se prendete cibo quando avete fame, provate gioia. Ma quanto dura? Alcune ore dopo siete di nuovo daccapo con i morsi della fame.

l Veda hanno detto che l'appetito si soddisfa col cibo e vi descrivono come prenderlo, quanto ne va preso e in che proporzione. Tutto ciò viene insegnato nel Chamaka. Il Namaka invece insegna come fare sacrifici e rinunce. Una delle parole usate nel sacrificio è “Namaskara”, il cui vero significato è “Questo non è mio”. C'è una bella differenza fra , “mama”, (mio) e “namama” (non mio)! Questo “mio” è una malattia.

I Veda hanno spiegato il “namama”, non mio, non questo, non questo, non questo. Io non sono il corpo fisico; non sono la mente; non sono l'intelletto; non sono la memoria; non sono questo individuo limitato. Se continuate a negare “non sono questo, non sono questo, non sono questo”; se tutto è Divina Essenza, che cosa rimane? Mente, intelletto, sensi, corpo sono stati tutti in grado di svolgere la loro attività solo grazie all'esistenza dello Spirito, l'Atma. Fate ogni sforzo per comprenderLo.

Questa è una conoscenza che troverete nella parte conclusiva dei Veda, il Vedanta. Fate almeno un piccolo sforzo ogni tanto per sperimentare la verità del Vedanta, Per quanto vi riesce dedicatevi ad azioni buone. Siate a servizio dell'intera società. Ripetete il Nome del Signore, non fate niente di meccanico o di forzato, non fate nulla per gelosia, non fate nulla per forza. La coercizione non serve; fate che la sola forza sia quella dell'amore che proviene dal cuore. Mirate alla forza interiore anziché a quella esteriore. Fate tutto con l'amore nel cuore!

(Swami concluse il discorso con il canto “Prema muditha Manase Kaho, Rama Rama Ram…”)

Prashanti Nilayam, 4 ottobre 1989

Festa di Dasara

da: Mother Sai n. 2/90

discorsi/1989/19891004.txt · Ultima modifica: 2016/10/26 11:54 da sathyamax