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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1989:19891006

19891006 - 06 ottobre

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Il perché della vita

(Cantando)

Come il profumo fa parte del fiore, cosi Dio è in voi e voi siete in Dio. Sciocco! Perché Lo vai cercando fuori di te, ora qua ora là, vagando in giro come un cervo muschiato che segue un odore evanescente. Come in ogni genere di legno c'è il fuoco, come l'olio è già nel seme di sesamo ed il burro nel latte, cosi Dio è in ogni cosa. Tutto il mondo è pieno di Lui solo. Dove andate cercando Dio se non esiste un luogo ove Egli non sia ?

Incarnazioni del Divino Amore, riconoscete la verità che Dio risiede in ogni atomo, in ogni più piccola particella dello spazio. Tutto il mondo è soffuso della Sua Divinità. Dio dimora in ogni essere. Tutto vi sarà chiaro, quando avrete capito questa verità fondamentale. Vi impegnate in ogni tipo di ricerca per indagare nella costituzione fisica del mondo, ma vi prendete la briga di cercare dentro di voi? Quando la vostra ricerca sarà sincera e risoluta, troverete Dio.

Potete avere il più alto titolo di studio e potete essere assai colti in ogni campo del sapere, ma se non siete consapevoli dell'onnipresenza divina siete solo degli sciocchi imbevuti d'ignoranza. Ogni azione compiuta non è altro che una manifestazione esteriore di tendenze radicate e nascoste dentro di voi. Queste tendenze con le azioni che ne derivano vi tengono legati. Fate dunque in modo che ogni vostra azione sia trasformata in un sacrificio, affinché le tendenze che l'hanno provocata siano consumate nel fuoco sacrificale dalla Divinità che dimora in voi.

Non siete riusciti a capire il significato più profondo che sta sotto questi sacrifici, perché non vi siete resi conto che la Divinità che occupa ogni punto del creato è la stessa che risiede in voi. È il vostro stesso Sé. Avete sprecato la vita se credete che siano importanti il corpo e i sensi e che l'unico scopo del vivere sia soddisfarli. Tutti questi agi materiali possono solo darvi una gioia ed una felicità temporanee. Non vi daranno mai la beatitudine eterna. La beatitudine non si trova né negli oggetti materiali né nelle relazioni individuali, ma sgorga spontaneamente dal cuore. Non può essere raggiunta nelle cose esteriori. I Veda insegnano questa verità fondamentale in svariate maniere e vi mostrano la via per realizzare la Realtà che siete davvero.

Le qualità animali

Una delle prime domande che trovate nei Veda è la seguente: “Da dove ha preso l'uomo le qualità animali che sono in lui e che lo traggono in inganno?” La loro conclusione è che, alla sua nascita, l'uomo non era completo. Prima di nascere come essere umano, egli in molte vite precedenti era nato sotto forma di animale, pianta o altre forme di vita. Le inclinazioni animali che non sono state ancora superate dall'uomo, continuano a manifestarsi dentro di lui e, perciò, durante la sua vita, egli mostra varie tendenze animalesche.

Ad esempio, ci sono persone che non sanno star ferme un solo momento e sono, quindi, instabili sia fisicamente che mentalmente. Costoro, per quanto facciano sforzi per ottenere stabilità, non ci riescono e, giorno per giorno, nelle loro relazioni con gli altri, tradiscono questa indole volubile e inquieta. Se cercate la causa di questo comportamento, scoprirete che l'uomo, prima di nascere come tale, è nato scimmia e le caratteristiche di incostanza e di agitazione continuano a farsi sentire nella sua vita umana successiva.

Così, quando nell'uomo riscontrate delle abitudini quali la pusillanimità, l'insensatezza e altre debolezze del genere, significa che queste tendenze si stanno trascinando fino ad oggi da vite precedenti di livello animale. L'unica cosa che resta da fare come rimedio a queste inclinazioni non umane è offrirle tutte al Signore. Molti hanno la tendenza a rubare e questa è una caratteristica del gatto.

L'incostanza, come abbiamo già detto, è propria della scimmia. L'insensatezza è della pecora. L'arroganza è del bufalo. Queste ed altre connotazioni che hanno caratterizzato le vostre vite precedenti di animale, continuano a sopravvivere anche dopo questa vostra nascita umana e costituiscono un impedimento alla realizzazione della verità che Dio è onnipresente.

Ci sono due tipi di sacrifici: uno è esteriore e l'altro è interiore. Durante questi sette giorni, per esempio, per celebrare esteriormente i sacrifici, servono degli arredi ritualistici come bastoncini di incenso e “ghi”, che vengono poi offerti al fuoco sacrificale mentre si canta il mantra “Svaha”. Ma tutto questo apparato non è altro che un riflesso del sacrificio interiore. Cercate di comprendere la relazione esistente fra la celebrazione esteriore di un sacrificio ed il suo significato interiore.

Il vero “Yagna” o atto sacrificale consiste nell'avere sempre in mente la propria realtà divina, nel considerare la propria mente come l'altare del sacrificio e nel sacrificare al Signore ogni inclinazione cattiva rimasta in voi. I sacrifici devono esserci per indurvi a sacrificare i vostri vizi, le tendenze deteriori, le abitudini cattive ed i vostri comportamenti errati radicatisi in voi.

ln realtà, essi non vi riguardano. Non è naturale per l'uomo essere incostante, come pure la collera, il rubare e la stoltezza non sono qualità naturali in lui e perciò sono sicuramente dei rimasugli ereditati da vite precedenti di livello inferiore. Se le cose stanno in questi termini, che cosa dunque dovreste sacrificare? Dovreste sacrificare tutte le inclinazioni, qualità e tendenze cattive che sono rimaste ancora in voi.

L'Ashram interiore

ln verità, in ognuno di voi c'è un Ashram. Che cosa si intende per Ashram? Un Ashram è un luogo sacro dove potersi rifugiare e trovare protezione. In un Ashram trovate tutto quanto desiderate, perché esso appaga tutti i vostri desideri più profondi e le aspirazioni più elevate. Non si intende qui parlare dei desideri che appartengono al mondo. Il vero Ashram è la fonte da cui ha origine la parola , “Io”. Questo sacro Ashram che c'è in voi soddisfa ogni vostro desiderio e, per questo, è stato chiamato anche “Siddhashrama”, ossia un Ashram ricco di un enorme potere spirituale.

Storicamente, il “Siddhashrama” era l'Ashram di Visvamitra. Ma quando parliamo di Visvamitra, intendiamo forse riferirci solo ad un grande saggio? No. Chiunque orienta la propria consapevolezza verso Dio diventa un Visvamitra. Quando volgete tutta la vostra attenzione verso Quello e compite il sacrificio, diventate Visvamitra.

Per avere protezione nel vostro sacrificio vi rivolgete a Ramachendra. Chi è? Non è una persona. Porta il nome di Rama perché dà gioia a tutti. Quando vi rifugiate nell'Atmarama, voi come Visvamitra sentite che il vostro sacrificio avrà successo. Ecco perché, non appena volgete la vostra attenzione all'Atma, la Divina Essenza, nasce Rama, entra in scena e distrugge i demoni che tentano di rovinare il sacrificio.

Chi sono questi demoni? Sono le simpatie e le antipatie che vi tengono legati al mondo. Soltanto quando li avrete distrutti il vostro sacrificio riuscirà pienamente. Dentro di voi si può trovare tutto.

La parola è Veda. La mente è Veda, La forza vitale è Veda. Tutto ciò trova luce nell'Atma che è la fonte e fa scoprire l'unità nella diversità. In realtà, i Veda non sono semplicemente dei testi, ma qualità e caratteristiche contenute nella vita umana. L'uomo incarna ogni cosa. Se non trovate Dio nell'uomo non Lo troverete in nessun'altra parte. L'uomo rappresenta la sede di tutte le qualità divine. Ogni attributo divino di cui si può parlare trova manifestazione nell'uomo, Se non sapete riconoscere in voi queste qualità divine e vi comportate invece come demoni, non potete considerarvi esseri umani.

In ogni circostanza e momento, nel vostro intimo continua a perpetuarsi questo sacrificio. Inconsciamente ripetete sotto forma di respiro la parola “Svaha”. Ad ogni vostro respiro, inspirando ed espirando, ripetete “ So-Ham, So-Ham”, “Io sono Quello, Io sono Quello”. È il mantra che vi accompagna per tutta la vita. I Veda sono dunque in ogni sentimento che provate.

Eccovi un altro esempio. Ad ogni sacrificio Indra è presente. Chi è Indra? Non è un qualche dio particolare, signore degli esseri celesti e considerato il dominatore dei sensi. Il vero padrone dei sensi è la mente; perciò, essa è il vero Indra. “Mente” e “Indra” non sono che due sinonimi per indicare la stessa entità. Una stessa cosa può essere definita con nomi diversi a seconda del momento o del modo in cui viene compiuta.

Ad esempio, un Brahmino che celebra una “Puja” nel tempio viene chiamato sacerdote. Un Brahmino che interroga le carte per stabilire quale sia il momento più adatto ad un sacrificio si chiama astrologo. Il Brahmino che cucina per altri Brahmini, viene chiamato cuoco. Quello che insegna ai bambini è un Brahmino maestro. In base alle mansioni vengono assegnati nomi diversi, ma alla fine non sono altro che Brahmini, Allo stesso modo, la mente, Indra e Rudra sono nomi differenti assunti dalla medesima entità in diversi momenti, a seconda del tipo di lavoro che stanno svolgendo.

Sia il bene che il male presenti in voi si sono sviluppati come conseguenza delle azioni compiute. Le vostre azioni passate costituiscono il supporto alle inclinazioni del presente. Ecco perché si è data tanta importanza nei Veda al “Karma Kanda”, la Via dell'Azione santificata. Il “Karma Kanda”, che include i sacrifici sia esteriori che interiori, serve alla purificazione della natura umana, in modo che possa rivelarsi la Divinità che vi dimora.

L'incarnazione dei Veda

C'è un altro tipo di considerazione che si può fare. Nella casa di Dasaratha ci sono quattro bambini i cui nomi sono Rama, Laksmana, Bharata e Satrughna, che giocano e si divertono. Chi è questo Dasaratha e dove abita? Non è una specie di imperatore che visse in tempi remoti in un palazzo. I cinque organi esterni di azione e i cinque organi interni di percezione, nel loro complesso formano questo Dasaratha, che hanno per dimora il corpo fisico.

Il vostro corpo, dunque, è l'abitazione di Dasaratha, che rappresenta i sensi interni ed esterni,

nel vostro cuore ci sono quattro bambini che giocano - Rama, Bharata, Lakshmana e Satrughna - simbolo dei quattro Veda,

a)Rama è l'incarnazione della rettitudine: è lo Yajurveda
b)Lakshmana che ripete continuamente il nome di Rama è il Rigveda
c)Bharata che canta melodiosamente inni a Rama è il Samaveda
d)Satrughna è colui che al comando di Rama sottomette i nemici esterni ed interni: è l'Atharvaveda.

Tutto questo regno solare che comprende Dasaratha, i suoi figli gloriosi e i suoi sudditi è dentro di voi. Proprio come Rama distrusse le forze demoniache, così voi dovete vincere tutte le qualità, tendenze e attitudini cattive che si sono installate dentro di voi. Questo è il sacrificio che dovreste compiere non una sola volta all'anno, ma in ogni momento della giornata e in ogni vostra azione quotidiana. Dovunque regni Rama, prevalgono i pensieri virtuosi, le nobili azioni, le parole gentili e le buone qualità. Fare sacrifici, dunque, non significa convocare dei sacerdoti, disporre il fuoco sacrificale e buttarvi dentro i vari elementi previsti dal rito, come il “ ghi”. Sacrificio significa invece offrire a Dio tutte quelle qualità negative che hanno tenuto Rama lontano dal Suo regno che è dentro di voi.

Unità del tutto

Poiché gli uomini seguono forme differenti, si ritrovano su sentieri diversi ma, una volta trascesa l'importanza della forma, comprendono che l'unico e medesimo Dio è il substrato di tutti gli esseri. Un seme posto nel terreno germoglia sino a diventare un albero e poi si manifesta in rami, foglie, fiori e frutti. Tutte queste cose provengono dallo stesso seme. Tutti i nomi e le forme scaturiti dallo stesso seme divino e dalla medesima essenza sono della medesima natura. Quel seme è “chaitanya”, la coscienza divina che sta alla base di ogni cosa e da cui hanno preso origine tutti i nomi e le forme.

Ecco il significato dell'espressione “Unità nella Diversità, uno degli insegnamenti più importanti e più sacri dei Veda. Nell'universo esiste una stretta relazione fra ogni cosa. I nomi e le forme sono differenti, ma è la stessa Divinità che è comune a tutti. Anticamente si compivano sacrifici allo scopo di rivelare questa sacra unità del tutto. Molti ritengono sprecato il denaro usato per i sacrifici, ma è solo perché non hanno intravisto la verità sottesa all'adempimento di questi riti.

Non esistono divinità superiori all'umanità. Non c'è alcun essere più nobile dell'uomo. Non esiste un oggetto più prezioso dell'uomo. È l'uomo che attribuisce valore a tutto ciò che c'è nel mondo, diamanti, oro o altri preziosi: tutto questo deriva il suo valore dall'uomo. Purtroppo lo stesso uomo che conferisce valore ad ogni altra cosa perde di vista il proprio valore. Ciò è dovuto al fatto che sta dimenticando la sua vera natura.

Voi date troppa importanza alle forme esteriori e, perciò, arrivate a conclusioni sbagliate. Non comprendete la verità assoluta che nel vostro corpo, temporaneo e passeggero, ha preso dimora un ospite preziosissimo, la Divinità in persona. In questo corpo abita il residente interiore. In questo ” kshetra“ o campo del corpo risiede colui che sa tutto del campo: Lo “Kshetrajna”. Senza di Lui il corpo non serve a nulla.

Oggi, però, da parte di chiunque si attribuisce troppa importanza al corpo fisico, che in se è privo di valore, e non allo “Kshetrajna”, l'inestimabile ospite di questo corpo inerte. State mettendo il carro davanti ai buoi. Come potete sperare di raggiungere la meta finale della vita? Fate in modo che ci sia coerenza fra i vostri pensieri, le vostre parole e le vostre azioni.

Chi è un vero uomo? Colui che sa armonizzare pensieri, parole ed azioni. Questo è quanto Swami intende dire con una sua frase ricorrente: “Il giusto studio del genere umano si fa sull'uomo”. I Veda hanno sottolineato l'importanza di scoprire l'unità fra queste tre fasi e di offrirle al Signore.

Oggi vi può accadere di incontrarvi con persone istruite o con gente molto ricca e persino con eroi, ma non trovate nessuno che sia in piena coscienza divina. Se perdete di vista l'Essenza Divina, per quanto tempo avrete sostegno dal denaro, dalla prestanza fisica e da simili qualità materiali? La forza fisica dura quanto un fiore che a sera avvizzisce. Lo stesso accade alla ricchezza che può svanire in un batter d'occhio. Tutte queste cose sono effimere. Considerare eterno ciò che non lo è provoca un'infinità di dolori e di tristezza.

Introspezione e fede

Incarnazioni dell'Amore Divino!

Ciò che immaginate esistere, in realtà non esiste affatto, mentre ciò che credete non esista è invero l'unica cosa che esiste. è divino tutto ciò che esiste sempre e da sempre. Non dimenticate queste massime di Sai.

Quanto potrà durare il mondo materiale? Ciò che vedete nello stato di veglia scompare nello stato di sogno e ciò che vedete in sogno non lo ritrovate più da svegli. In un solo giorno sperimentate cose assai diverse fra loro nei due stati di veglia e di sogno. Fa parte della natura transitoria del mondo. State rinunciando alla Verità Eterna per un mondo illusorio e passeggero, a cui invece date valore. Non è questo il modo di attribuirvi la vostra vera natura.

Ecco perché i Veda vi esortano a valutare ciò che è eterno e a vivere da veri esseri umani. I mantra offerti dai Veda possiedono un significato profondo; non vanno presi come semplici parole. I Veda vi esortano a intraprendere la via dell'azione, dell'adorazione e della conoscenza. A queste tre vie nei Veda viene attribuito grande rilievo. L'aspetto principale della devozione è nel dimostrare gentilezza nei confronti degli altri esseri umani. Quando vedete qualcuno che soffre, dimostrategli compassione ed amabilità. Ma oggi, invece di cortesia, nei rapporti con gli altri, si ha a che fare con persone molto egoiste e interessate. Avete rinunciato ad essere magnanimi, ma questo è un grave errore. Per progredire sul sentiero spirituale dovete essere inclini ad una grande magnanimità e capaci di una comprensione senza confini.

Ogni giorno ascoltate cose buone e vedete anche molte buone azioni. Riuscite ad assimilare tutto ciò che sentite e a tradurlo in buone azioni? Una vita priva di buone attività è inutile. La vita umana è quanto di più sacro ci sia. È preziosissima. È divina. Non sprecate una vita così preziosa. Non inseguite le comodità materiali. Non sono importanti. Sono come tante nuvole che passano: vanno e vengono in un baleno. Non fondate la vita in cose che passano. Vivetela negli ideali più elevati, con la mente sempre rivolta alla meta eterna.

Come si farebbe con una barca per attraversare un fiume, così servitevi del corpo come di una imbarcazione per attraversare l'oceano della vita e raggiungere la meta della Divinità. Ecco il vero segreto di una vita santa.

Da dove venite? Dove state andando? Perché siete qui? Sono queste le domande che dovreste porvi interiormente. Anche le piccole cose ci possono insegnare molto. Se scrivete una lettera, la chiudete in una busta e la imbucate nell'apposita cassetta, ma dove andrà? L'avete scritta, senza dubbio, l'avete messa anche in una busta elegante e l'avete imbucata. Ma la busta non conteneva né l'indirizzo del mittente né quello del destinatario. Se almeno ci fosse quello del mittente, la lettera potrebbe tornare indietro. Se ci fosse l'indirizzo del destinatario, la lettera sarebbe arrivata a destinazione. Ma se sulla busta non c'è proprio alcun riferimento, quella lettera sarà destinata al macero e andrà distrutta.

Così è la vostra vita. Non vi curate di conoscere la vostra provenienza, manca cioè il mittente e non vi è nota nemmeno la destinazione. E così rimanete al punto di prima e la vostra vita è uno spreco. Cercate, dunque! Alcuni di voi trascorrono la vita alla ricerca di cose banali, frugando fra le cose del mondo, ma che cosa sperate di ricavarne? Potrete conseguire un titolo di studio prestigioso, un buon lavoro; potrete guadagnare un mucchio di soldi e darvi ai piaceri materiali, ma è forse questo lo scopo per cui avete ottenuto una nascita umana cosi sacra? È tutto li il significato della vita? Certamente no!

Cercate di capire il vero perché della vostra nascita. Ciascuno si domandi: “Qual è lo scopo della vita? Perché sono nato? Qual è il significato più profondo della mia vita?”

Ma, lo state facendo? State cercando fra le cose eterne, fra ciò che è veramente importante? Ogni giorno siete disposti a perdere il vostro tempo nel leggere i giornali, per essere informati su ciò che accade nel mondo, su dove, quando e a chi è accaduto; ma vi preoccupate di scoprire le notizie su di voi e a spigolare nell'intimo mistero che giace nel vostro stesso cuore?

Ecco perché il Vedanta ha detto: “Prima di tutto, scopri chi sei”. Soltanto quando avrete compreso la vostra vera natura, capirete tutto il resto. Dunque, indagate nella vostra propria verità, scoprite ciò che è veramente essenziale e santificate la vostra vita. Se questa indagine interiore vi è troppo difficile, sviluppate la vostra fede.

Qual è il tipo di fede che dovreste avere? Se non avete fede in Dio, abbiate fede almeno in voi stessi. Se infatti non avete fiducia in voi stessi, non potete avere fiducia in Dio o in altri. La fiducia in se stessi viene per prima: è essenziale, una volta che avete fiducia in voi stessi, potete poi averne in qualsiasi altra cosa. Chi non ha fiducia in sé, non può avere devozione a Dio, né credere in Lui.

Considerate la fede come il vostro respiro vitale. Senza fede, siete già morti in vita. Sviluppate una solida fede e sarete pervasi da sentimenti divini. Stolti! Adorate Govinda, adorate Govinda! Tutta la vostra erudizione e la vostra cultura non vi serviranno a niente negli ultimi istanti della vita. Soltanto Dio vi offre una vera protezione. Ricordate sempre questa verità. Tutto ciò a cui pensate, vi lega e quei legami aumenteranno sempre più fino ad impedirvi la vostra salvezza. Riponete ogni sforzo nell'attraversare l'oceano della vita terrena. Ricordatevi di Dio, ripetete il Suo santo Nome e liberatevi.

Il Bhagavan concluse il discorso col canto:

” Bhavabhayaharana vanditha charana, Jaya Radha! Jaya Madhava!“

Prashanti Nilayam, 06 ottobre 1989

Festa di Dasara

da: Mother Sai n. 2/90

discorsi/1989/19891006.txt · Ultima modifica: 2016/10/26 11:57 da sathyamax