SathyaSaiWiki - Italia

Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Strumenti Utente

Strumenti Sito


discorsi:1989:19891009

19891009 - 09 ottobre

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

L'AMICO DEL CUORE

Incarnazione del Divino Spirito!

Quand'anche conosceste a fondo tutti i testi spirituali, foste celebri in tutto il mondo e aveste sottomesso tutti gli avversari; quand'anche aveste tutti gli agi che ricchezza e potere vi possono offrire: o se, invece, andaste soggetti alle benedizioni della Dea Povertà e vi toccasse fare un lavoro servile, chiunque siate e qualunque cosa facciate, se, non c'è amore nel vostro cuore, la vostra vita sarebbe del tutto priva di significato. Se foste anche il sovrano di tutti i sovrani, senza amore contate meno del più umile servo il cui cuore fosse pieno d'amore.

Quando nel vostro cuore c'è amore, la vostra mente è stabile e piena di pace e di santità. Non sarete più coinvolti da nessun fallimento e da nessuna angoscia o tribolazione che vi capitasse. L'amore di Dio è il requisito fondamentale per ottenere una mente così santa.

Innanzitutto, abbiate fiducia in voi stessi. La fiducia in se stessi conferisce un'autentica bellezza e libera una straordinaria energia innata nell'uomo, arricchendolo di benefici immensi. Il vostro amore sia libero da ogni attesa di ricompensa e diventi sempre più puro ed altruistico. Solo così sarà vero amore. Un amore che variasse a seconda delle circostanze non può essere vero amore: lasciatelo sbocciare senza condizionamenti. L'amore fa parte della vostra reale natura ed è vostro dovere esprimere ciò che vi appartiene intimamente.

Come pregare.

Non rivolgete a Dio preghiere per chiedere questa o quella cosa. Non v'è dono più grande che quello di essere nell'amore e nella grazia di Dio. Nessuno può sapere quali doni straordinari Dio abbia in serbo per i Suoi devoti. Nessuno può sapere che cosa riserverà a chi ha ottenuto la Sua grazia.

Se Gli chiederete delle sciocchezze, non otterrete altro che sciocchezze e perderete così l'occasione d'oro di avere il più prezioso dei Suoi doni. Dunque, non pregate mai per avere cose precarie e banali. L'Amore di Dio è il dono più prezioso di tutti. Se volete chiedere qualcosa a Dio, pregatelo così: “O Signore, voglio Te solo.” Con Lui, avete ottenuto qualunque cosa.

Ecco perché Mira disse che non esiste gemma più preziosa dell'Amore divino. Quando siete ai piedi “dell'albero dei desideri”, invece di invocare quell'Amore inestimabile, voi chiedete del caffè macinato“. Non chiedete quisquilie, chiedete solo Lui. In realtà, non c'è bisogno di chiedere alcunché, poiché Egli vi dà tutto anche senza che lo chiediate. Non c'è nemmeno bisogno di profondersi in elogi e adulazioni esagerate quando vi rivolgete a Lui.

Quando descrivete Dio come un oceano di misericordia e di compassione o come una fonte di favori, vi state impegnando in una specie di patteggiamento. l risultati di una preghiera del genere non saranno mai tanto buoni. Anticamente, molti Rishi ed yogi ebbero a far penitenza per secoli a causa dei loro cedimenti in eccessivi elogi e adulazioni verso Dio. Dio si compiace soltanto quando Lo trattate come un amico intimo.

Lo farete felice ed avrete la Sua grazia quando vi rivolgerete a Lui dicendoGli: “O amato! O carissimo amico! O Luce del mio cuore!” Quando invece tessete in vari modi degli elogi su di Lui, dicendo per esempio: “Nessuno, nemmeno Brahma può descriventi. Tu hai ucciso Kama, hai protetto Draupadi, hai dato a Kuchela lutto quello che voleva, eccetera”, sentimenti di gelosia si impadroniranno di voi. Penserete: “Hai parlato loro con tanta amabilità, perché dunque non usi tanta prodigalità anche con me! Hai dato loro tante cose, perché non hai le stesse elargizioni con me?”

Questa è gelosia e non vi porterà proprio niente di buono. Tutti i vostri desideri verranno appagati solo quando tratterete il Signore come il vostro più caro amico, il prediletto dal vostro cuore. A chi si rivolgono elogi? A qualcuno che volete avere come nuovo amico, quando viene a trovarvi, vi date da fare con un sacco di formalità affinché si senta a proprio agio e vi diventi amico. Gli userete ogni riguardo e gli direte con molta cortesia: “Entri pure, signore; si accomodi” e, intanto, Io circonderete di molte gentilezze.

Ben diverso è, invece, quando ricevete un vecchio amico. Non c'è bisogno di profondersi in espressioni retoriche o in atteggiamenti convenzionali. Ogni parola indirizzata al caro amico dimostrerà la vostra familiarità ed il vostro amore. Questa è la maniera con cui dovreste rivolgervi a Dio. Egli è il vostro amico più intimo e più caro.

Il santo Thyagaraja riuscì ad avere con Dio un rapporto di intima amicizia. Dopo essersi sottoposto ad una gran quantità di penitenze e di discipline, Thyagaraja riuscì ad avere la visione del Signore Rama. Questo santo dimostrava di non essere mai lontano dal Signore e, quando pregava, si rivolgeva a Rama con parole cariche di intimità tale che nessuno avrebbe creduto che le rivolgesse a Dio. Diceva: “Vieni, amatissimo. Vieni con me. Andiamo a casa nostra. Non riesco a star lontano da Te neppure per un istante.”

Nell'ambito di questa celebrazione di Navaratri, ci sono alcune verità di fondo riguardanti Dio che dovreste riconoscere. Prima di tutto, riducete i vostri desideri. Non continuate a desiderare cose insignificanti e a perdere tempo nel domandare a Dio che vi soddisfi in tutti questi desideri. Andate sovraccarichi di desideri a fare dei pellegrinaggi in luoghi santi, dove con profusione di elogi a Dio vorreste che vi desse ciò che volete. Ma, se riuscite a raggiungere il Signore stesso, che cosa vi mancherà mai? Thyagaraja disse: “O Rama, una volta che avrò Te e la pienezza della Tua grazia, la sfortuna non mi toccherà più e persino i pianeti eseguiranno i miei ordini.”

In secondo luogo, non indulgete in espressioni servili verso il Signore. ConsiderateLo come il vostro migliore amico. Gli darete una immensa gioia se Lo tratterete come l'amico del cuore e lascerete che i vostri sentimenti d'amore e di cordialità fluiscano liberamente, anziché rivolgervi a Lui con immagini ampollose ed affettate. La qualità essenziale che va sviluppata per avere questi sentimenti di intimità col Signore è quella di un amore disinteressato e indefettibile.

Distacco e imperturbabilità

In qualunque difficoltà vi troviate o qualunque dolore, sofferenza o problema vi ossessioni, il vostro amore sia immutabile. Prendete ad esempio i pandava. Quando vennero umiliati e sconfitti, quando il loro amato Abhimanyu fu ucciso in guerra, quando Ashvatthama trucidò i piccoli dei pandava, oppure al contrario, al tempo in cui conseguirono tutte quelle vittorie ed eseguirono il sacrificio di Rajasuya, in qualunque situazione si trovassero, sconfitti o vinti, i pandava non si lasciarono mai turbare; non furono mai pavidi né agitati, mai prepotenti o altezzosi. Il loro amore era incrollabile. Ripetevano sempre il nome del Signore in piena fiducia e completo amore.

Le gioie e i dolori sono come nuvole passeggere: vanno e vengono. Tutte le relazioni del mondo, come quelle tra figli, figlie, padre, madre, marito e moglie sono soggette a continui cambiamenti. Per quante vite vi siete dedicati a simili relazioni ed attaccamenti? Dove sono tutti adesso? Come sono arrivati, così se ne vanno. Non fatevi rimbambire dalle parentele che appartengono al mondo. La parentela più importante è quella eterna stabilita con il Signore. Egli è sempre al vostro fianco e vi accompagna vita dopo vita.

Lo “Yajna” o sacrificio, va inteso come elemento che evoca sentimenti sacri tali da risvegliare la coscienza della presenza divina che sta in voi. “Ya” indica Colui che è il substrato di tutto l'Universo e “jna” si riferisce alla ricerca. Dunque, lo sforzo compiuto per trovare il Signore che è il substrato dell'intero universo, è lo “Yajna” ossia il sacrificio.

Dov'è Lui? Dove trovarlo? I Veda si sono posti questo interrogativo ed hanno anche fornito la risposta: Dio è sia dentro che fuori di voi, è dappertutto, dovunque vi voltiate, qualunque cosa vediate, non state vedendo altro che Dio. Ma se si trova dovunque, che senso ha cercarlo!

I grandi saggi si sottoposero ad austerità per risolvere questo grande mistero ed infine scoprirono la verità e la proclamarono al mondo. Attraversata la valle di Tamas, potrete trovare dovunque quello splendido Signore. Egli trascende le qualità di Tamas, cioè l'oscurità e l'inerzia, l'ignoranza e l'indolenza. Una volta che avete attraversato questa cortina di Tamas, Lo troverete. Quando la vostra indagine avrà penetrato a fondo questa coltre di Tamas che cela il Divino e l'avrà oltrepassata, avrete la visione del Signore. Se invece siete pieni di Tamas dalla testa ai piedi, non vi sarà possibile nessun vero sacrificio.

Offrite una noce di cocco mentre vi fate opprimere da una montagna di desideri. A che serve una preghiera simile, priva di vera devozione e di vero amore? Non ci potranno mai essere sacrifici se avete in testa un mucchio di desideri. Solo chi è scevro da egoismo può servire la società nel modo più appropriato e solo chi serve con abnegazione la società ha diritto a servire il Signore.

In primo luogo, dunque, abbiate in voi un'autentica indole al sacrificio, cosa che giungerà soltanto con l'amore. Quando siete pieni d'amore, nessun sacrificio vi è precluso, ma se siete senza amore e vi dedicate ad un sacrificio, non riuscirete a fare neppure il primo passo. Per entrare in stretta relazione con Dio occorre capire la verità che Dio non va confinato in alcun posto, perché è dappertutto. Non c'è un luogo dov'Egli non sia. Voi stessi siete Dio. Eliminate la coscienza di essere corpo ed avrete istantaneamente la visione del Signore.

I tre stati di coscienza

Numerose sono le esperienze che avete durante lo stato di veglia. Vi rallegrate del creato in tutti i suoi aspetti. Vedete il mondo costituito dai cinque elementi riposare sui suoi 19 piedi. Questi 19 piedi sono i 5 organi di azione (Karmendriya), i 5 organi di conoscenza (Jnanendriya), i 5 soffi vitali (Prana), la mente (Manas), l'ego (Ahamkara), l'intelletto (Buddhi) e la coscienza (Citta).

In questo momento siete svegli. La Divinità che pregate e che vi è accessibile nello stato di veglia si chiama Viratasvarupa e significa che il cosmo intero è la Sua Forma. Si chiama anche Virajasvarupa, cioè Colui che conferisce beatitudine al mondo ed è l'autentica incarnazione del “sat-cit-ananda”, ossia dell'Essere-Coscienza-Beatitudine.

Quando però entrate nello stato di sogno, perdete contatto con quello di veglia, vi abbandonate al sonno e incominciate subito a sognare. Anche durante lo stato di sogno continuate ad avere quei 19 piedi, ma ora sono in forma sottile. Da dove hanno origine? Si sono creati da soli. Chi sogna si trasforma in tutte queste esperienze che fruisce. In questo stato di sogno, Dio si chiama Taijasa, che significa “il Luminoso”. Altro nome attribuitoGli è Hiranyagarbha, che vuol dire “Colui in cui c'è tutto”. Hiranyagarbha è Colui che crea il mondo esterno a sè, lo proietta fuori e ne gioisce.

Il terzo stato viene chiamato “Sushupti”, lo stato di sonno profondo. Esso si riferisce ad un intenso e confortevole sonno. Nel sonno profondo dimenticate voi stessi, vi smarrite e godete una perfetta beatitudine. Là esiste soltanto “Prajna”, una completa e costante consapevolezza. In questo stato di sonno profondo, Dio prende il nome di Prajnanam Brahman.

In definitiva, nello stato di veglia la Divinità è Visva (il Tutto considerato nella sua unità, N.d.R.), nello stato di sogno è Taijasa (il Luminoso) e nello stato di sonno profondo è Prajna (coscienza in stato di unità indistinta e priva di alterità, N.d.R.). Tutte e tre queste forme, però, si riferiscono all'unica Entità, l'unico Dio. Eliminate i tre differenti stati e rimarrà soltanto Lui, l'unico Principio Divino. È lo stesso Dio che vi fa gioire nello stato di veglia ed in quello di sogno e la beatitudine che godete nello stato di sonno profondo è ancora il medesimo Dio.

Quando avete superato i tre differenti stati, vi identificate con Quello. “Tat Tvam Asi”. Quello tu sei. Ciascuno di voi ha in sè questo divino principio del “Tat Tvam Asi”. Non c'è alcun bisogno di andare a cercare qualcos'altro. Dio è in ogni luogo. Dappertutto potete trovare i Suoi piedi, la Sua testa, i Suoi occhi. Voi stessi siete Dio, il substrato di tutto ciò che esiste.

Purtroppo dimenticate la vostra reale natura e perciò andate cercando Dio fuori di voi durante lo stato di veglia, invece di scoprirLo dentro di voi, nell'unità dei tre stati.

Gli sforzi spirituali che compite nello stato di veglia vi faranno progredire soltanto se fate crescere in voi un vero, puro, santo e disinteressato amore. È con questo amore che dovreste recitare il nome del Signore.

Dio ha una particolare predilezione per la forma umana; ecco perché si è incarnato fra gli uomini. Egli ha dichiarato: “Avete tutti i diritti di agire, vi è stato dato un corpo affinché possiate seguire il vostro Dharma e promuovere un vivere retto. Usatelo con sacro rispetto e raggiungerete il Signore anche per mezzo della via dell'azione.”

Voi vi create delle immagini artificiali di Dio e poi cercate di trarne una gioia artefatta. Ma non è questo il modo di impregnarsi di Dio. Gustatelo secondo la Sua forma naturale e genuina. Egli è tutt'intorno a voi sotto ogni forma. I devoti si compiacciono di tutti i fregi ornamentali, ma a Dio non piacciono mai. I cuori dei devoti possono intenerirsi, ma il cuore di Dio non va soggetto a commozioni. Soltanto la potenza dell'amore potrebbe sciogliere il cuore di Dio.

Ricordatevelo: non adulate troppo il Signore. Non aspirate a cose banali ed effimere. Anelate solo a Lui ed avrete tutto. Recitate con amore il nome del Signore e fate che Egli sia il vostro amico del cuore.

Prashanti Nilayam, 9 ottobre 1989

Festa di Dasara

da: Mother Sai n. 2/90

discorsi/1989/19891009.txt · Ultima modifica: 2016/02/23 15:22 da 127.0.0.1