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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1992:19920303

19920303 - 03 marzo

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Purificate il mondo con il Sankirtan

“Non c’è nessuna era simile a quella di Kali, proprio nessuna,
in cui, per mezzo della sola meditazione sul Nome del Signore,
si possa raggiungere la meta, o benedetto!
Anche un milionario deve accontentarsi
di abiti e cibo normali;
egli non può vivere mangiando l’oro.
Quando i tempi sono infausti, un bastone può diventare un serpente,
mentre, quando sono favorevoli, la polvere può diventare oro.
La ruota del tempo può fare di un erudito un animale ottuso
e di un animale ottuso un santo,
mentre un ricco può diventare all’improvviso un giocattolo
della dea della povertà.
Qualunque cosa chiediate, non potete avere
ciò che non è scritto che dobbiate ottenere.
O giovane uomo, non accarezzare alcun desiderio:
vivi piuttosto con nobiltà e intelligenza.
Che altro posso dirvi,
o nobili persone qui riunite?”

Soltanto la visione integrale dona la beatitudine

Incarnazioni dell’Amore Divino!
Samyak Kīrtanam Iti Sankīrtanam (il Kīrtan ottimale è il Sankīrtan). Tra Kīrtan e Sankīrtan c’è grande differenza: Kīrtan è individuale; è fatto da una persona che canta affinché le sue preghiere siano esaudite. Il Sankīrtan, invece, mira al benessere di tutto l’universo. È chiamato anche Samjika Bhajan (canto comunitario). Questo modo di cantare i bhajan fu iniziato da Guru Nanak, il fondatore del sikhismo. Il Sankīrtan vuole dimostrare l’unità nella diversità; quando tutti i partecipanti si uniscono nel cantare all’unisono fanno il Sankīrtan. Esso può essere di quattro tipi: Guna Sankīrtan, Līlā Sankīrtan, Bhava Sankīrtan e Nāma Sankīrtan.

Il Guna Sankīrtan è adatto al tipo di bhajan in cui il devoto recita le fauste qualità del Divino, sperimenta l’unità col Divino e acquisisce le qualità divine. Tyāgarāja ricorse a questo tipo di canto. In uno dei suoi Kīrtan esclamò: “O Signore, Tu sei al di là di tutte le parole. È possibile per qualcuno lodare le Tue imprese gloriose, fosse anche Brahmā o un’altra divinità? Io attendo la Tua grazia. Ascolta le mie suppliche. Tu hai restituito al precettore il figlio che il Signore della morte aveva preso, hai conquistato il Dio dell’Amore, hai liberato dalla prigione Vasudeva e Devakī, hai protetto Draupadī quando Ti si è rivolta disperata, sei stato il protettore dei Pāndava, hai sollevato Kucela dalla povertà, hai salvato sedicimila fanciulle dalla schiavitù.” In questo modo, Tyāgarāja elencò le grandi imprese di Dio col suo canto.

Il Gītā Govindam è una forma di Līlā Sankīrtan: si riferisce al piacere del devoto che gode del gioco divino mentre è assorto completamente nella danza e nel canto estatici. Questo è portato a esempio nel Gītā Govindam di Jayadeva.

Il Bhāva Sankīrtan è mostrato soltanto da Rādhā, che espresse i suoi diversi sentimenti verso Dio e si identificò col Divino in ogni atteggiamento di devozione. Ella manifestò la devozione in cinque forme: Śānta (serenità), Sakhya (amicizia), Vātsalya (amore eterno), Anurāga (attaccamento) e Madhura (dolcezza). Rādhā e Mīra erano le interpreti maggiori del Bhāva Sankīrtan.

Caitanya fu l’interprete del Nāma Sankīrtan: “Tutti i nomi sono Tuoi. Nel cosmo non c’è niente che non mostri l’impronta del Tuo Nome o della Tua Forma.” Egli gioì nel cantare il Nome del Signore che rappresenta tutto ciò che è bello e glorioso nell’universo.

Mentre, in ognuno degli eoni precedenti, i devoti adottarono un metodo o l’altro di cantare le glorie, i residenti di Prashānti Nilayam hanno la fortuna suprema di godere di tutte e quattro le forme del Sankīrtan. I bhajan cantati qui sono una mescolanza delle quattro forme di Sankīrtan.

Il significato del Nāmalikhitam

C’è ancora un'altra forma speciale di glorificare il Nome del Signore: il Nāmalikhitam (scrivere il Nome del Signore). Contemplare il Nome mentalmente, pronunciarlo e scriverlo a mano genera Trikāraṇa Śuddhi (purezza di pensieri, parole e azioni).

Il canto devozionale è un’effusione d’Amore per Dio

Qual è l’essenza del Sankīrtan? Meritare l’Amore di Dio è il suo scopo essenziale. Il devoto dovrebbe immergersi nel canto accordando la voce, la melodia, il sentimento e il ritmo col tempo corretto della canzone. Armonizzando il sentimento con devozione e amore, le sacre parole del canto devono diventare un’effusione d’amore per Dio: soltanto questo è il canto devozionale. Se si canta senza comprendere il significato delle parole e senza alcun sentimento profondo d’amore genuino per Dio, si compie una cosa meccanica. Il sentimento, la melodia e il ritmo sono essenziali per un canto corretto.

Ricordare il Nome costituisce la panacea. Il Nome cantato come una canzone allieta immensamente il cuore. Molti pandit recitano i Nomi in versi, ma non sperimentano l’anelito intenso espresso nelle quartine. Alcuni attori sanno pronunciare le parole in modo forte e chiaro, ma non con profondità di sentimento. I Nomi cantati melodiosamente coinvolgono il cuore dei cantori e degli ascoltatori; anche i non credenti e gli agnostici annuiscono in segno di apprezzamento nell’ascoltare la musica devozionale.

Un canto melodioso fa vibrare le corde del cuore

Alcuni che prendono parte ai bhajan non muovono le labbra. Possono dire di cantare mentalmente, ma questo non è corretto. Se avete sentimenti devozionali, dovreste esprimerli con la lingua unendovi al canto del bhajan che soltanto in questo caso si può chiamare Sankīrtan o cantare all’unisono con gli altri. Dovete cantare i Nomi a voce alta, a gran voce, affinché il canto si senta fin dove la voce può arrivare; soltanto allora il Divino risponderà pienamente e spanderà la Sua grazia. Nessuno corre in aiuto di uno che annega se il suo grido è flebile; soltanto se egli grida forte, al massimo della voce, le sue invocazioni vengono udite e gli altri corrono a salvarlo. Sankīrtan significa cantare con abbandono e fervore.

Tutti dovrebbero comprendere che le membra e gli organi del corpo sono stati dati all’essere umano affinché li usi per scopi sacri: la lingua per pronunciare il Nome del Signore, le mani per l’adorazione, i piedi per andare al tempio e così via. Questi organi non devono essere usati per scopi frivoli e profani. Le persone devono purificare la mente e contemplare Dio santificando ogni organo di senso.

Il solo mezzo per purificare il mondo inquinato

Incarnazioni dell’Amore Divino!

Descrivere la dolcezza e la sacralità del Nome del Signore è impossibile. L’intensità della devozione con cui cantate il Nome otterrà dei benefìci proporzionali e vi darà gioia. Tutti dovrebbero sforzarsi di cantare i Nomi all’unisono. Oggi i cinque elementi del mondo, cioè lo spazio, l’aria, il fuoco, l’acqua e la terra, sono tutti inquinati; non si possono trovare dell’acqua o dell’aria pure. I suoni che udite sono inquinati, la terra è inquinata. L’era di Kali è diventata l’era di kalmasha (dell’impurità). Il canto dei Nomi del Signore è l’unico mezzo utile a ripulire tutto.

Oggi, le persone passano la maggior parte del tempo a guardare la TV: ci sorprende che i bambini nati in questo ambiente siano prodotti della TV? Essi si comportano come attori sin dall’infanzia, fanno continuamente delle bravate e i genitori sono i soli ad averne colpa. Nei tempi antichi, le donne incinte solevano ascoltare le storie di Prahlāda, di Satyavan e di altri personaggi nobili: i bambini nel ventre ne erano influenzati.

Il canto del Nome Divino purifica l’atmosfera

La recitazione dei Nomi del Signore aiuta a purificare l’atmosfera che assorbe le onde di suoni sacri. Il potere delle onde sonore è evidente da come le onde radio si trasmettono e si ricevono a grandi distanze. L’atmosfera che è stata inquinata dai suoni impuri può essere purificata con il canto del Nome Divino.

Prashānti Nilayam, 3 marzo 1992
Auditorium Pūrnacandra

(Da “Sanātana Sārathi”, febbraio 2021)

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