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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1993:19930406

19930406 - 06 aprile

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Dirigete la mente verso Dio

Il distacco è la via regale nella spiritualità

Incarnazioni dell’Amore!
Nel mondo moderno, la vita dell’uomo è molto strana. Sapendo benissimo che cosa è bene, che cos’è male, che cosa è nobile e che cosa è meschino, egli non riesce a camminare sulla retta via. Sa quello che è bene, ma non lo segue; sa ciò che è male, ma non sa starne lontano. Perché? Soltanto la sua debolezza ne è responsabile. Egli compie azioni malvagie, ma vuole il merito delle buone azioni; non è preparato a subire le conseguenze delle prime.

Mettete un limite ai desideri
Ci sono delle malvagità che sono entrate nel cuore dell’uomo e gli hanno fatto prendere la strada sbagliata. Esse sono principalmente due: kâma (desiderio) e krodha (ira). Il desiderio guida l’uomo verso l’animalità, trasforma le qualità umane in qualità animali. Per quanto elevata sia l’educazione dell’individuo, che si tratti di un grande scienziato, di una persona autorevole o con una posizione elevata, egli è incapace di controllare i desideri. Noi possiamo vivere in modo davvero umano soltanto se riusciamo a controllarli. I desideri eccessivi sono causa di illusione nell’essere umano. Nel Râmayâna, troviamo l’esempio di Râvana: egli era molto istruito ed estremamente ricco e potente, ma, a dispetto di tutto questo, provocò la propria rovina. Perché? Perché non riusciva a controllare i desideri. Perse la discriminazione a causa dei desideri malvagi e dell’incapacità di riconoscere ciò che è bene e ciò che è male. Noi non dobbiamo avere controllo solamente sui desideri: dobbiamo avere anche la padronanza dei sensi. Non si devono usare gli occhi in qualunque modo ci piaccia soltanto perché ci sono stati dati; abbiamo le orecchie, ma questo non significa che dobbiamo ascoltare qualunque cosa. Allo stesso modo, non si deve usare la lingua comunque vogliamo; non si deve mai dire ciò che potrebbe offendere qualcuno o ferire i suoi sentimenti con parole aspre. Noi siamo dotati di una mente potente che va in giro come le pare; c’è un limite alla velocità del vento, ma non c’è limite a quella della mente. Essa rimugina su un mucchio di cose inutili. Abbiamo le mani; non dobbiamo mai usarle per fare il male.

“Non vedere il male, vedi ciò che è buono;
non ascoltare il male, ascolta il bene;
non dire cose malvagie, di’ ciò che è bene;
non pensare male, pensa bene;
non fare il male, fai ciò che è bene.
Questa è la via che porta a Dio.”

Dobbiamo fare in modo che i sensi accolgano ciò che è bene e non dare spazio ad alcun male. La compagnia riprovevole è responsabile dei nostri aspetti malvagi; quindi rifuggite dalle compagnie malvagie altrimenti la vita procederà lungo strade sbagliate per effetto di tali cattive compagnie. La polvere sul terreno va in cielo quando si unisce con l’aria pur non avendo le ali, mentre va in basso se si associa con l’acqua anche se non ha le gambe per scendere; in un caso sale e nell’altro scende. Per quale ragione? La ragione è l’“amicizia”. Quando è in amicizia con il vento va in alto, quando è in amicizia con l’acqua va in basso. Per natura, l’aria vola in alto, mentre l’acqua va giù; scende anche se la versate dalla cima di una montagna. L’essere umano acquisisce qualità buone o cattive a seconda della compagnia che frequenta; quindi rifuggite dalle cattive compagnie.

Controllate i sensi
Stare lontano dalle cattive compagnie non basta. Supponiamo che siate un paziente diabetico: prendere le medicine non è sufficiente: bisogna anche che controlliate la dieta. Il controllo della dieta unito alle medicine vi darà sollievo, vi curerà. Allo stesso modo, allontanarsi dalle compagnie indesiderabili non basta: dovete anche frequentarne di buone. Fate amicizia con persone buone. Chi è buono? Chi è cattivo? La vita umana ha delle limitazioni, la società ha delle regole. Basandosi sulle regole della società, chi è buono? Buono è chi ha tre qualità. Quali sono? L’amore per Dio, il timore per il peccato e la moralità nella società. Queste tre qualità portano l’essere umano ad altezze nobili. Quando si ha paura del peccato si ha amore per Dio e questo porta alla moralità nella società. Chi possiede questi tre modi di essere è un vero essere umano. Queste tre caratteristiche sono in relazione col cuore, la testa e le mani. Questo non è EHV (Education in Human Values, Educazione ai Valori Umani): è 3HV. La prima “H” indica heart (il cuore), la seconda si riferisce a head (testa) e la terza “H” a hand (mano). Noi dobbiamo avere il controllo su questi tre; soltanto così le qualità umane si svilupperanno in noi. Oggi, si sono smarriti i valori umani; qual è la ragione di questa degenerazione? Il desiderio e l’ira. Râva²a non fece buon uso della vista; guardò Sîtâ in modo sbagliato. Dovete guardare chiunque con bontà nella mente. I vostri occhi sono sacri: fatene sempre un uso sacro. La vista (drishti) è come la creazione (srishti): può ridurre il mondo in cenere, ma può anche conservarlo e proteggerlo; quindi fate buon uso della vista. I pensieri malvagi si moltiplicano in voi solamente a causa del vostro vedere malvagio. Râvana si rovinò a causa della visione e dei pensieri malvagi. Hanuman pensò che un simile perfido demone dovesse essere punito e, alla corte di Râva²a, prese ad accusarlo: “Tu non sei un uomo di carattere; sebbene tu sia ricco, potente e colto, non hai controllo sui sensi. Dal punto di vista terreno, sei in una posizione elevata, ma i tuoi sensi hanno causato la tua caduta morale, per cui non puoi evitare la punizione.” Râvana si arrabbiò quando Hanuman lo accusò e, nell’ira, gli dette fuoco alla coda; con quel fuoco, Hanuman incendiò tutta Lankâ. Le fiamme si diffusero dappertutto. Hanuman sedette su un albero e pensò che Râvana aveva meritato quella punizione; solamente allora la sua ira si acquietò e pensò: “Madre Sîtâ è in questa stessa Lankâ. Non ho usato la discriminazione; ho bruciato la città. Che cosa accadrà a madre Sîtâ? Io sono venuto pensando al suo benessere, ma ho fallito completamente lo scopo per cui Râma mi ha mandato qui a causa della mia ira.”

“Chi è preda dell’ira non avrà successo in alcun tentativo,
commetterà dei peccati e sarà messo in ridicolo da tutti.
La sua stessa gente lo abbandonerà,
e perderà ogni ricchezza e rispetto.
L’ira lo rovinerà completamente.”

Questo pensava Hanuman. Fu solamente il desiderio a causare la rovina di Râva²a; egli ebbe un desiderio malvagio che non fu capace di controllare.

Come sono i pensieri sono i risultati
L’uomo può avere dei desideri, ma essi non devono essere mai troppi. Voi avete sete: un bicchiere d’acqua è sufficiente. Se siete nella foresta e desiderate un bicchier d’acqua, dovete essere soddisfatti di ottenerlo, non dovete desiderare una bibita fresca: come potete averla in una foresta? Questo sarebbe un desiderio eccessivo. L’universo intero è l’incarnazione del Signore Vishnu, è proprio la forma di Dio e un Kalpa Vrishta (l’albero che soddisfa tutti i desideri); esso soddisferà tutti i vostri desideri. Pertanto c’è spazio perché ogni pensiero dell’uomo dia frutto, ma un pensiero cattivo darà un risultato negativo e un pensiero buono darà un risultato buono. Ecco un breve esempio. Mentre camminava sotto il sole cocente, una persona trovò un albero enorme e vi si fermò sotto per riposare. Si trattava dell’albero che soddisfa tutti i desideri, ma il viaggiatore non lo sapeva. Non appena pensò a come sarebbe stato bello avere dell’acqua da bere, vide una brocca piena d’acqua fresca davanti a sé. Ristorato della fatica grazie all’acqua che bevette, ebbe fame e pensò che sarebbe stato bello avere del buon cibo con cui saziarsi. La sua contentezza e sorpresa divennero grandi quando un pranzo sontuoso gli apparve dinanzi. Dopo aver mangiato quel cibo delizioso a sazietà, ebbe sonno e pensò a come sarebbe stato bello avere un letto soffice su cui dormire piacevolmente; immediatamente un comodo letto apparve lì davanti, come egli aveva desiderato. Non appena si sdraiò, il viandante pensò a come sarebbe stato bello avere la moglie a massaggiargli i piedi e se la vide accanto all’istante. Sorpreso al massimo di vedere sua moglie lì, pensò: “Mia moglie è al villaggio; le ci vorrebbero due giorni per giungere qui; come ha fatto ad arrivare appena ho pensato a lei? Forse non è mia moglie; è uno spirito maligno che è apparso sotto le sue sembianze e ora mi mangerà.” L’albero dei desideri concede qualunque cosa si desideri, per cui uno spirito maligno apparve all’istante e lo divorò.
Dio è l’albero dei desideri per coloro che prendono rifugio in Lui. Egli concede qualunque cosa chiedano. Le persone sagge Lo pregano solo per aver la Sua grazia che può dar loro qualunque cosa; coloro che cominciano a chiedere a Dio questo e quell’altro sono sciocchi, e finiscono per chiedere ciò che li porta alla rovina. Per questo si dice che com’è la mente così è il destino. La morale di questa storia è la seguente: i risultati sono coerenti con i pensieri. Quando il viandante desiderò l’acqua, essa apparve; non doveva essere soddisfatto? Volle anche il letto; non doveva accontentarsi? I desideri eccessivi non fecero che metterlo in pericolo. Quindi noi dobbiamo avere il controllo dei desideri.

Il desiderio e l’ira sono caratteristiche animali
Quando avete un desiderio nel cuore, non siete capaci di far niente di buono perché esso diventa un ostacolo. È proprio il desiderio che vi fa pensar di far qualcosa di male. Noi diciamo di avere dei nemici: chi sono i nemici? Coloro che vi feriscono o vi danneggiano sono i nemici e sono dentro di voi. L’ira e il desiderio vi danneggiano, vi feriscono e vi fanno soffrire. L’agitazione mentale dipende dall’ira e dal desiderio. L’ira si può controllare mettendo un tetto ai desideri. Nella vita umana si manifestano i desideri ed essi ci devono essere, non c’è dubbio, ma devono essere limitati. Se sono eccessivi, non potrete mai soddisfarli. L’acqua che si può raccogliere dipende dalla grandezza del recipiente. Nel Gange c’è moltissima acqua, nell’oceano ancora di più, ma voi potete attingerne a seconda della misura del contenitore; non potete prenderla tutta.
Se non vi basta, munitevi di un recipiente più grande. Quindi, acquisite il Potere Divino perché soddisfare ogni sorta di desideri terreni senza acquisire il Potere Divino è contrario alla natura umana. L’ira e il desiderio sono caratteristiche degli animali, per cui dobbiamo tenercene a distanza; questa è spiritualità. Che cosa si intende per “spiritualità”? Non semplicemente bhajan, austerità o adorazione, no! Dovete liberarvi delle caratteristiche animali che avete dentro di voi. L’ira e il desiderio sono i veri nemici; dovete prenderne il controllo. Se date loro libertà, non potete evitare il pericolo e l’irrequietezza. Controllo, controllo, controllo; ogni cosa necessita di controllo, devono esserci dei limiti. Questo dicono i Veda. Senza disciplina, non può esserci benessere. Quando i parametri del corpo sono nei limiti, voi siete in salute, ma se vengono oltrepassati indicano una malattia. La temperatura del corpo è di 37 gradi; è perfettamente normale, ma se è di 38 significa febbre. In modo simile, se la pressione sanguigna è 120 su 80 è normale, ma, se è 90, siete all’inizio di una malattia cardiaca. Gli occhi possono vedere fino a un certo limite; se guardate dei raggi di luce di intensità elevata, la vostra retina può esserne bruciata. La vita ha i suoi limiti; la vita umana è una compagnia limitata. Cominciando in una compagnia piccola, se andate oltre il limite, sarete puniti, sarete sanzionati. Non dovreste mai andare incontro a nessun tipo di punizione. Se volete raggiungere la Divinità evitando le punizioni, dovete procedere limitandovi. Deve esserci un limite nel parlare, guardare, camminare e pensare. Tutto deve essere nei limiti, ma oggi tutti i limiti vengono superati, e i desideri sono illimitati. Nel Vedânta, la riduzione dei desideri è chiamata vairâgya (rinuncia). Rinuncia significa riduzione dei desideri. La vita è un lungo viaggio; riducete il peso dei desideri.

“Meno bagaglio e più comodità rendono piacevole il viaggio.”

Se portate un bagaglio troppo pesante durante il lungo viaggio della vita, avrete dei problemi. I desideri sono il bagaglio: riduceteli gradualmente. Se riducete i desideri terreni, quelli spirituali aumenteranno. Oggi, l’essere umano aspira alla spiritualità, ma aumenta i desideri terreni. Egli alimenta troppo attaccamento. L’attaccamento non è importante; il distacco è la via regale nella spiritualità. Come? Voi avete una famiglia, dei bambini e una casa. Fate il vostro dovere. Il dovere è Dio, il lavoro è adorazione, ma non dovete avere troppo attaccamento; dovete educare i figli, nutrirli e averne cura, ma non dovete attaccarvi troppo a loro. Ecco un breve esempio.

Tyâga è Yoga
Tra gli uccelli, la madre si prende cura dei piccoli e li nutre. Per quanto? Finché non sviluppano le ali, dopodiché li guida fuori dal nido a vivere autonomamente. L’uomo, invece, non si comporta così; è attaccato fino alla morte. È spiritualità questa? Certamente no! Dovete ridurre gradualmente l’attaccamento. Quando vi libererete se siete attaccati ai figli fino alla morte? Fate tutto quanto dovete fare, dopodiché dovete avere attaccamento per il Divino. Questo non è attaccamento terreno, che serve fino a un certo punto. Se l’essere umano, dunque, osserva dei limiti nella vita, ottiene Paramânanda (Beatitudine Suprema). È per colpa dell’attaccamento, che egli va incontro a molta inquietudine. Voi siete venuti qui da luoghi lontani lasciando la casa, i genitori, i parenti, tutti: perché dovreste crearvi attaccamenti nuovi qui? Dite solamente: “Ciao, come stai? Arrivederci”, ma voi allacciate relazioni nuove, per cui il vostro bagaglio diventa pesante. Vi faccio un esempio.
Un ciuffo di cotone o un foglio di carta abbandonati nell’aria vanno verso l’alto. Per quale ragione? Essendo leggeri, salgono. Così, anche l’uomo, se è leggero, sale nella spiritualità, ma oggi egli si è appesantito con il carico greve dei desideri; in questo modo, si rovina. Come possiamo aspettarci che raggiunga la liberazione? Egli dice molte cose, ma non ne fa neppure una. Noi dovremmo essere leggeri, dovremmo ridurre il peso, dopodiché raggiungeremmo altezze elevate. Se avete troppi attaccamenti, è certo che vi rovinerete. Chi ha degli attaccamenti alle cose del mondo non è un devoto. In tempi precedenti, le persone andavano nella foresta al fine di ridurli, ma non c’è bisogno di questo: fate soltanto il vostro dovere. A casa avete la moglie e i figli: abbiatene cura. Riducete i desideri terreni; se vi chiedono aiuto datelo, ma non alimentate attaccamento. State invecchiando, eppure non avete spirito di sacrificio. Oggi, l’uomo non ha thyâga (sacrificio). Thyâga è Yoga; bhoga (piacere terreno) è roga (malattia). Ponete dei limiti a bhoga. È dunque bene che riduciate i desideri.

Comprendete il valore della nascita umana
Nonostante leggiate i testi sacri e ascoltiate il Vedânta, se non mettete in pratica, fate del cervello un libro. Una biblioteca si trova in un grande palazzo in cui ci sono centinaia di migliaia di libri, ma ognuno ha un argomento. Se ponete una domanda al locale ove si trovano i libri, non ottenete risposta; in quel posto ci sono moltissimi libri, ma il locale non risponde alle domande. Allo stesso modo, noi collezioniamo nella testa tutti gli argomenti del mondo e ne facciamo un locale pieno di libri. Tutta l’informazione vi viene scaricata, ma non ne esce risposta neppure a una domanda. Perché? Per mancanza di pratica. Non dovete mai fare della testa un locale dei libri. Entrate nel campo pratico: questa è vera spiritualità. Se, nonostante frequentiate anime elevate e ascoltiate il Vedânta, non mettete in pratica, è tutto inutile. Visto che siete venuti da posti lontani, non legate relazioni superflue che vi renderanno irrequieti. Sedete da soli e contemplate Dio.

“La Verità è una, ma il saggio le si riferisce con molti nomi.”

Dobbiamo allargare la nostra visione, dobbiamo considerare l’universo come la forma effettiva di Dio. Quando osservate dei gioielli, voi pensate al loro nome e forma, come collane, braccialetti, orecchini ecc.; non pensate al materiale, con cui tutti sono fatti, che è l’oro. In modo simile, tutta la materia e gli oggetti dell’universo sono manifestazione della stessa Divinità. Tutti sono uno, tutto è Divinità. Offrite tutto ciò che fate per far piacere al Signore. Non pensate mai che Dio sia in un luogo particolare e voi ne siate distanti. Dovete realizzare l’unità: soltanto allora i sentimenti divini cominceranno a manifestarsi in voi. Riducete tutto pian piano: meno parlare, meno ascoltare e meno osservare. Vedere meno è veramente essenziale. Se non vedete nessuno, guardate col binocolo. Perché? Dov’è il danno se non guardate? Guardate soltanto ciò che deve esser visto; perché dovreste guardare cose inutili? Non va bene, è legame. Voi siete legati dai sensi e dalla mente. Predicate il Vedânta, ma non mettete in pratica neppure uno dei suoi insegnamenti. Siete degli eroi (heroes) nel parlare e degli zeri (zeros) nell’attuare. Dovete essere eroi nella pratica; allora potrete trovare soddisfazione nella vita. La vita umana è molto sacra, nobile e profumata di virtù, e noi stiamo barattando una vita così preziosa con il carbone dei possedimenti terreni. La vita umana è molto preziosa; nel mondo, niente è più prezioso. Noi pensiamo che il diamante sia prezioso; chi dà valore al diamante? Solamente l’essere umano. Noi diciamo che l’oro è prezioso; chi dà valore all’oro? L’essere umano! Le case e i terreni hanno valore; chi glielo dà? L’essere umano! Quindi l’uomo ha il valore più elevato. Gli uomini sono più preziosi di tutte le ricchezze del mondo. Le ricchezze non sono importanti; il valore umano è più importante di qualunque cosa in questo mondo. Essendo esseri umani, dovremmo sviluppare i valori umani. Che piacere c’è ad avere tutto se non ci sono valori? Dhritarâshtra possedeva tutto in abbondanza. Aveva progenie, aveva compagni; a che servirono? Egli era molto agitato a causa dei pensieri cattivi. Si può essere ricchi, avere letti e divani di seta costosi, installare condizionatori d’aria in casa; quando ci sediamo lì, il corpo è fresco, ma la testa è rovente. Perché? Non c’è pace mentale e, quando non c’è quella, rinfrescare la stanza con l’aria condizionata non serve a niente. Questa non è la condizione giusta; correggetela. Controllate la mente: essa è molto importante.

“La mente è la causa della schiavitù e della liberazione dell’uomo.”

È la mente che lo lega o lo libera.

La mente è la chiave dell’attaccamento e del distacco
Qui c’è una porta; voi ci avete messo una serratura e mettete la chiave nella toppa: se girate la chiave a destra, la serratura si apre; se la girate a sinistra, si chiude. La stessa chiave, la stessa serratura: la differenza consiste solamente nel girare. Il vostro cuore è la serratura, la mente è la chiave: se girate la mente verso il mondo c’è l’attaccamento; se la girate verso Dio ottenete il distacco. Per l’attaccamento e il distacco la responsabile è la mente. Quindi dirigete la mente verso Dio. Guardate vostra madre: vedete Dio in vostra madre. Guardate vostro figlio: vedete Dio in vostro figlio. Guardate vostro marito: poiché egli è marito (husband), non “piegatelo” (bend him)! Vedete Dio anche in vostro marito. Vedete Dio in tutti. Chiunque salutiate con rispetto, in definitiva il saluto raggiunge Dio, ma non dovete avere troppe relazioni. Swami vede che qui ci sono molte persone anziane che ascoltano i Suoi Discorsi da molti anni, eppure, quando escono di qui, ecco l’attaccamento. Nella gente cresce l’ateismo nel vedere persone simili e la ragione è la mancanza di devozione. La gente non ha fiducia in queste persone che non fanno ciò che dicono. Fate quello che dite! Soltanto allora sarete rispettati. Colmate la vostra vita d’amore divino e sperimentate la beatitudine. Non la troverete nei testi sacri, né può essere insegnata da altri. Essa viene dal Sé. Questa è autorealizzazione. Quel Sé è Dio; quella è vera Beatitudine. Non proiettate la vostra visione all’esterno; volgetela all’interno. Chiedetevi se ciò che state facendo è giusto o sbagliato. Domandatevi: “È giusto o errato? È sì o no?” e la vostra coscienza vi darà una risposta chiara, la vostra coscienza vi guiderà sulla strada giusta. Nel far questo, cantate il Nome di Dio.

Kodaikanal, 6 aprile 1993
Sai Shruti

(Da “Sanâtana Sârathi”, maggio 20126)

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