SathyaSaiWiki - Italia

Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Strumenti Utente

Strumenti Sito


discorsi:1993:19930407

19930407 - 07 aprile

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

La via dell’amore è la più nobile

Dio solamente è il vostro vero amico

Shravanam (l’ascolto delle storie di Dio), Kîrtanam (il canto delle Sue lodi), Vishnusmaranam (la contemplazione del Signore), Pâdasevanam (il servizio ai Suoi Piedi di Loto), Vandanam (l’atteggiamento di profondo rispetto verso tutte le forme di vita), Archanam (l’adorazione rituale), Dâsyam (l’atteggiamento di servo dedito e fedele verso Dio), Sneham (il sentimento d’amicizia verso Dio), Âtmanivedanam (la completa resa a Lui). Questi sono i nove passi della devozione. Lo scopo è uno, anche se i passi sono molti; in modo simile, ci sono innumerevoli esseri umani, ma l’Âtma è lo stesso in tutti. Nell’oceano ci sono infinite onde; non ce ne sono due uguali. Esse assumono forme differenti, ma l’acqua è la stessa in tutte. In questo universo sconfinato ci sono innumerevoli esseri, ma la Divinità, nella forma di Sat-Cit-Ânanda (Esistenza-Conoscenza-Beatitudine), è la stessa in tutti. L’uomo non riconosce questo grande principio dell’umanità, considera se stesso separato e si definisce “individuo”. Egli conduce una vita egocentrica indulgendo nell’egoismo, cioè nel vivere soltanto per il bene di se stesso.

L’essere umano deve riconoscere la propria Realtà

La vita umana è effimera come una bolla nell’acqua che nessuno sa quando scoppierà. L’uomo subisce le delusioni nella vita perché considera il corpo permanente. Per questo, le Upanishad lo sollecitano: “Alzati! Svegliati! Non fermarti finché la meta non sia raggiunta.” Essi lo esortano a svegliarsi dal sonno dell’ignoranza, a immaginare l’alba della saggezza e a sostenere il senso di umanità. Oggi, egli non riesce a scoprire chi sia, sebbene acquisisca la conoscenza dei Veda, intraprenda pratiche spirituali, ottenga la conoscenza scientifica, faccia indagini e ricerche. L’uomo incontra moltissimi problemi per il fatto di non comprendere la propria Realtà. Nonostante abbia un corpo umano, non è soltanto un umano: la sua realtà è l’Âtma che è custodito nel corpo. Quindi egli è umano in relazione al corpo, ma, dal punto di vista dell’Âtma, è divino. Il corpo è il tempio di Dio; consideratelo tale. Quando potete definire il corpo un tempio? Potete chiamarlo così quando c’è dentro Dio; se Dio non c’è, non può essere chiamato tempio. Dio è presente nel corpo nella forma dell’eterno Âtma.

Riducete i desideri per accrescere la forza di volontà

L’essere umano deve avere buoni pensieri. I desideri derivano dai pensieri, lo incatenano e lo legano. Anche la forza di volontà scaturisce dai pensieri; essa è molto importante, come il principio vitale, e ne derivano tutti gli altri poteri come il potere dell’intelletto, della comprensione, della determinazione, della parola ecc. La forza di volontà è come il re di tutti i poteri; il suo uso corretto conduce sul sentiero sacro, mentre quello scorretto porta alla malvagità. La forza di volontà e i pensieri si influenzano a vicenda: i pensieri cattivi debilitano la forza di volontà e questa debolezza rende i desideri sempre più forti. Ecco un esempio.
Supponiamo che uno abbia l’abitudine di bere troppo caffè, tè, di fumare sigarette ecc. Questo indebolisce certamente la sua forza di volontà. Se egli ha venti abitudini cattive e le abbandona una alla volta, la sua forza di volontà diventerà sempre più forte. Se eliminate il caffè e il tè, il potere dell’intelletto aumenterà. Che siate uno studente, un uomo d’affari o qualunque altro tipo di individuo, la memoria vi diminuisce con il crescere dei desideri. Il potere di discriminazione aumenta a mano a mano che acquisite forza di volontà e riducete i desideri. I desideri sono il bagaglio. La forza di volontà e il potere intellettuale crescono di pari passo con la riduzione dei desideri. Per questo si dice “meno bagaglio, più comodità”. Voi sedete in meditazione, ma la mente non sta ferma neppure per un momento. Perché? La ragione è che la vostra forza di volontà è diventata debole. Da dove si acquisisce la forza di volontà? Essa è un dono di Dio all’essere umano.
Molti parlano di libero arbitrio, ma l’uomo non ha libero arbitrio; solamente Dio lo possiede, nessun altro. L’essere umano perde tutti i suoi poteri e la libertà perché è legato dai desideri. Le persone dicono “libertà, libertà”, ma nessuno ha la libertà. Gli esseri umani si illudono nel pensare di poter agire come vogliono. No, non è affatto così. Ecco un esempio: un giovane vuole esercitarsi con un grosso bastone nel bel mezzo di una strada principale. Se vuole esercitarsi davvero, può farlo a casa, sulla terrazza dove ha ogni diritto, ma se cerca di farlo sulla strada pubblica viene arrestato immediatamente. Perché? Perché la sua libertà interferisce con quella degli altri. Che cosa si intende per libertà? La vera libertà consiste nel non interferire con la libertà degli altri. Se pensate di potervi esercitare liberamente con un bastone su una strada pubblica, il vostro simile ha pari libertà di ripararsi da esso e vivere la sua vita. Voi dovete quindi avere la libertà che non intralcia quella degli altri. Oggi nessuno si preoccupa della libertà degli altri; le persone pensano al loro interesse e al loro egoismo, per cui attualmente l’essere umano non ha Svecchâ. Che cosa significa Svecchâ? Sva significa Âtma e Icchâ significa desiderio, per cui il desiderio dell’Âtma è Svecchâ. Esso non è il desiderio della mente né dell’intelletto: è il desiderio dell’Âtma.

Non lasciate che i pensieri negativi entrino nella mente

Che cosa c’è nella mente? La mente è come una scimmia pazza. Non esiste niente che sia definibile “mente”; noi stessi la creiamo.
(Swami mostra un fazzoletto - ndt).
Che cos’è questo? È un pezzo di stoffa. No, non è un pezzo di stoffa; è un fascio di fili. No, non è neppure un fascio di fili; è cotone. Prima il cotone, poi i fili, infine la stoffa. Questo pezzo di stoffa ha fili e cotone in sé. Che cos’è la mente? Prima i pensieri, poi i desideri, infine la mente. La mente non è altro che un fascio di desideri; i desideri la costituiscono. Che cosa fate se volete far sparire un pezzo di stoffa? Separate i fili e la stoffa scompare; se, in modo simile, eliminate i desideri uno alla volta, non ci sarà più mente. Nel Vedânta, questo è chiamato amanaska (lo stato libero dalla mente). Noi stessi creiamo la mente con i desideri ed essa, che è appunto una nostra creazione, ci danneggia. Come? Tramite i pensieri malvagi. Se abbiamo pensieri buoni, ne saremo protetti. Il generare pensieri buoni è chiamato Dharma; chi protegge il Dharma è protetto dal Dharma.

“Se proteggete il Dharma, dal Dharma sarete protetti.”

Se danneggiate il Dharma ne sarete danneggiati a vostra volta. Quindi la mente è responsabile di tutte le difficoltà, i problemi e i dispiaceri. Per questo, noi dovremmo mantenere la mente pura e libera dai pensieri malvagi. Non lasciate che qualunque tipo di pensiero entri nella mente; quando un pensiero di affaccia alla mente, voi dovete usare la discriminazione per decidere se sia buono o cattivo. Quando cominciate ad analizzare così, la velocità dei pensieri diminuisce, mentre, se agite immediatamente seguendo i pensieri, la loro velocità aumenta. Prendetevi il tempo che serve per controllare il processo del pensare; controllate attentamente. Prima indagate, poi agite.

“Se parti presto e guidi piano, arrivi sano.”

Se rallentate i pensieri, potere arrivare sicuri, ma oggi l’uomo ha molta fretta e l’inutile fretta può metterlo in pericolo; quindi non vi affrettate. Shânti, shânti, shânti: voi avete bisogno di pace per ogni cosa. Fate una piccola indagine. Supponiamo che vi assalga la rabbia: voi cominciate a dire un mucchio di cose, a volte cercate persino di colpire l’altra persona. Questo è molto pericoloso. La rabbia è causata da un’emozione temporanea; quando, più tardi, capite come stanno le cose, vi vergognate e vi pentite dell’errore. Allora, a che serve? Prima dovreste capire dove sia l’errore, se sia colpa vostra o di un’altra persona. Se agite seguendo i capricci della mente, commettete degli errori; queste sono le cose che necessitano di correzione nella vita giornaliera.

La vera pratica spirituale

Se esercitate il controllo sui pensieri e le idee in questo modo, otterrete la pace e il progresso anche sulla via spirituale. La mente gioca il ruolo principale sia sulla via secolare sia su quella spirituale. Le vie sono diverse, ma la mente è una; quindi, prima di tutto, controllatela. Si può comprendere la Divinità solamente controllando la mente. Se non si comprende la Divinità, se si fanno solamente immaginazioni e piani, si ottengono risultati negativi. Quindi non date spazio all’immaginazione e sforzatevi di conoscere la verità. Imprimete nel cuore ciò che vi vien detto e soddisferete la coscienza. Questa è la vera sâdhanâ. Qual è la pratica spirituale più importante? La rimozione del sentimento di non-Sé è la più importante. State lontani da tutto ciò che vi impedisce di seguire la via dell’Âtma. Quali sono i sentimenti non atmici? I sentimenti relativi alla mente e all’intelletto sono tutti non atmici. L’Âtma è uno ed è presente in tutti; generate questi pensieri sacri. A volte le persone vanno soggette a depressione e confusione. Un aspirante va in depressione se ottiene risultati negativi a seguito di certe pratiche spirituali e questa depressione dà luogo all’ira: L’ira è debolezza; per causa sua, si possono perdere anche i risultati positivi che si stavano raggiungendo. L’aspirante deve avere amore; ira, ego, gelosia e odio non sono sentimenti atmici. L’amore e la verità sono qualità atmiche. La Verità è Dio e l’Amore è Dio. Essi sono più sottili dell’atomo. La Verità è fondamentale, più dell’atomo; l’Amore è fondamentale, più dell’atomo. L’atomo si può vedere con l’aiuto di certi strumenti, ma l’Amore non si può vedere. L’Amore non ha forma; ha solamente il nome. Esso deve venire dal cuore. Non dirigete l’ira verso Dio se incontrate dei fallimenti nella pratica spirituale; a dispetto di questi, dovete sempre amare Dio. Anche di fronte a seccature, problemi e difficoltà, dovete dire: “È per il mio bene, è per il mio bene, è per il mio bene.” Pregate Dio sempre: “Tutto ciò che Tu dici, tutto ciò che Tu fai è per il mio bene.” Se maturate questo spirito di equanimità sarete in pace. Noi diciamo: “Shânti, shânti, shânti” e lo ripetiamo tre volte nella preghiera. Perché va detto tre volte? Perché non una, due o quattro volte? Lo scopo di ripeterlo tre volte è avere pace sul piano fisico, su quello mentale e anche sul piano atmico. Dobbiamo aver pace a tutti e tre i livelli. A che serve aver pace al livello fisico e non a quello mentale? Tutti e tre sono essenziali. Voi non siete una persona, ma tre: quella che pensate di essere, cioè il corpo fisico, quella che gli altri pensano che siate, cioè quello mentale, e ciò che siete veramente: l’Âtma.

Tutte le religioni insegnano cose buone

Anche il Vedânta sottolinea il bisogno di pace a tre livelli: âdhibhautika, âdhidaivika e âdhyâtmika. Questi sono i tre livelli dell’evoluzione umana. Gesù disse dapprima: “Io sono il messaggero di Dio”, che significa “sono separato dal Signore, sono solamente un messaggero”. Quindi tra il Signore e il messaggero, non c’è connessione. Il messaggero porta soltanto il messaggio. Dopo una pratica maggiore, Egli disse: “Io sono il figlio di Dio.” Che cosa significa? Significa che la relazione tra il Padre e il Figlio è stabilita. Egli praticò ancora e realizzò il Principio di Unità. Allora disse: “Io e Mio Padre siamo uno.” In modo simile, Zoroastro disse dapprima: “Io sono nella luce.” A questo livello non c’è libertà. È come dire: “Io sono il messaggero di Dio.” Egli praticò ancora e disse: “La luce è in me”; ora aveva autorità. Dopo aver praticato ulteriormente, dichiarò: “Io sono la luce.” “Io sono nella luce” è il primo passo. “La luce è in me” è il secondo. “Io sono la luce” è il terzo stadio evolutivo. Nella cultura bhâratîya, questi tre stadi di evoluzione dell’essere umano sono dvaita, vishishtâdvaita, advaita (dualismo, non dualismo qualificato e non dualismo). Queste tre strade sono simili in tutte le religioni.

Tutte le religioni danno solamente buoni insegnamenti;
occorre capire questa verità e agire conseguentemente.
Può una mata (religione) essere cattiva se mati (mente) è buona?
Ascoltate, o valorosi figli di Bhârat!

La mente è cattiva, non la religione. Le differenze si trovano nella mente dell’essere umano, non nelle religioni.

C’è una sola casta, la casta dell’umanità.
C’è una sola religione, la religione dell’amore.
C’è un solo linguaggio, il linguaggio del cuore.

Non c’è principio di unità migliore di questi tre. Anche i Veda propugnano il principio della comunione.

Possa il Signore proteggerci e nutrirci!
Possiamo noi crescere in intelligenza e valore lavorando insieme!
Possiamo vivere in amicizia senza conflitti!

Come dovremmo vivere? Cresciamo insieme, procediamo insieme, impariamo insieme, sviluppiamo l’intelligenza insieme, raggiungiamo scopi nobili insieme senza conflitti, viviamo in amicizia. Questo è il vero significato di eguaglianza e questa eguaglianza porta la pace.

Fate amicizia con Dio

Senza uguaglianza, c’è solamente inimicizia, differenze e dualità. Voi dite Shânti, Shânti, Shânti tre volte: dovete dirlo dolcemente. Se c’è inimicizia nel cuore, il canto di questo mantra di Shânti non serve a niente; il canto perde l’effetto se lo cantate con durezza. Il cuore è importante, non le parole; quindi eseguite tutte le pratiche spirituali con purezza di cuore. La via dell’amore è la più nobile. Può non esservi possibile cantare il Nome di Dio, potete non riuscire a tenere la mente ferma in meditazione, potete non conoscere la via dello yoga, ma potete accrescere l’amore nel cuore. La via dell’amore è facile e veloce, per cui è l’amore che dovete sviluppare. Se lo fate, potete fondervi in Dio che è l’Incarnazione dell’Amore. Potete avere molte qualità, emozioni e abitudini, ma, una volta immersi in Dio, diventate uno con Lui e perdete l’identità individuale. Esistono moltissimi fiumi con nomi, forme e sapori diversi, ma, una volta che si gettano in mare, prendono il nome, la forma e il sapore dell’oceano. Finché vivete come individui, voi avete la vostra identità come esseri umani, ma, una volta fusi con Dio con amore, perderete la forma separata. Anche voi siete Dio, non siete separati da Lui. Voi e Dio siete uno; salite a quel livello. Molte persone danno interpretazioni diverse di questa via, ma la loro è tutta conoscenza “libresca”, non è importante; acquisite la conoscenza pratica che è la via facile, divina, nobile e regale. Non distraete la mente seguendo molte strade; molti insegnanti insegnano molte vie, ma sono tutte artificiali: “art” (arte) è esteriore, “heart” (cuore) è interiore. Seguite il cuore, non l’arte; questo soddisferà la coscienza. Eseguite la pratica spirituale con amore. Niente nel mondo è più grande dell’amore. Certe persone sono dotate di molte qualità e possono fare qualunque cosa grazie a esse; altre possono essere prive di buone qualità e averne di malvagie, come l’ira e l’odio, ma nessuno è privo d’amore. L’amore è vita; vivete nell’amore. Tutti sono dotati d’amore. Voi dirigete il vostro amore in direzioni varie; unificatelo e dirigetelo solamente su Dio: sperimenterete la vera felicità. Da dove attingete la felicità? Essa si trova nell’unione con Dio. La felicità si ottiene dalla vicinanza; a chi dovreste essere vicini? Non ai compagni di classe né agli amici: l’amico vero è solamente Dio. Gli amici moderni vi stanno vicini finché avete denaro in tasca e vostro padre ha una posizione elevata. Essi vi dicono “ciao, ciao”, ma, quando la vostra tasca è vuota e vostro padre è in pensione, vi lasciano senza neppure salutarvi. Dio non è così. Dio è sempre con voi, in voi, sopra di voi e sotto di voi. È il vostro amico reale. Solamente Dio vi protegge nelle difficoltà. I parenti vi seguiranno fino alla cremazione, mentre Dio sarà con voi sempre. Egli non vi lascerà mai. Fate amicizia con un simile amico vero e la vita come esseri umani diverrà utile. Se avete un amico di quel genere, non vi mancherà mai niente, le contrarietà e difficoltà non vi verranno mai neppure vicino e sarete sempre beati.

“Dio è l’incarnazione della beatitudine eterna, della saggezza assoluta, è oltre le coppie di opposti, espansivo e pervasivo come il cielo, è la meta indicata dal grande aforisma vedico ‘Tattvamasi’, è Uno senza un secondo, eterno, puro, immutabile, testimone di tutte le funzioni dell’intelletto, al di là di tutte le condizioni mentali e dei tre attributi di sattva, rajas e tamas”.

L’amicizia con Dio vi darà pura beatitudine. Quando avete quella beatitudine, ottenete qualunque cosa nel mondo. Se avete un esercito, potete essere re di un regno, ma se conquistate i sensi sarete il re dei re, sarete l’imperatore del mondo. Quindi dovete controllare i sensi. Offriteli tutti a Dio e fate tutto per farGli piacere dicendo: “Signore, ti offro ciò che mi hai dato.” Se entrate nel Gange, raccogliete dell’acqua con le mani e la offrite al Gange cantando i mantra Keshavâya Namah e Nârâyanâya Namah; voi offrite al Gange interiore ciò che vi ha dato, che non è proprietà vostra. Che cos’è vostra proprietà? Il cuore è vostra proprietà; quindi offrite a Dio ciò che possedete. Offrire qualcosa che non è vostro è un inganno; quindi offrite a Dio ciò che è vostro. Voi avete diritto solamente sul vostro cuore. Offritelo a Dio e offritelo con amore; allora otterrete soddisfazione completa. Non profanate la vita e il tempo andando in luoghi non sacri. Il tempo e Dio, non sprecatelo. Lo spreco di tempo è spreco di vita. Vivete con amore.

Kodaikanal, 7 aprile 1993,
Sai Sruthi

(Da “Sanâtana Sârathi”, luglio 2016)

discorsi/1993/19930407.txt · Ultima modifica: 2016/10/22 12:09 da sathyamax