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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1993:19930410

19930410 - 10 aprile

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

L’eliminazione dell’immoralità è l’unica via all’immortalità

“Si può essere padroni di tutte le forme di conoscenza, si possono sconfiggere gli avversari nei dibattiti, si può combattere con valore e coraggio sul campo di battaglia, si può essere imperatori regnanti su vasti territori, si possono offrire vacche e oro come atti di carità, si possono contare le innumerevoli stelle in cielo, si possono citare i nomi delle varie creature viventi sulla terra, si può essere esperti negli otto passi dello yoga, si può anche andare sulla luna. Ma c’è qualcuno che sappia controllare il corpo, la mente e i sensi, volgere la visione verso l’interno e ottenere lo stato supremo di equanimità della mente?”

“Quando l’essere umano emerge dal grembo della madre non trova alcuna ghirlanda attorno al proprio collo. Non ci sono gioielli con perle né ornamenti d’oro scintillanti, non collane tempestate di pietre preziose, smeraldi e diamanti, ma una collana c’è: Brahma unisce con un filo le conseguenze delle azioni passate facendone una ghirlanda pesante, e ve la mette al collo al momento della nascita.”

Considerate la fede come il vostro respiro vitale

Incarnazioni dell’Amore!
Il corpo è stato dato all’essere umano affinché agisca. Come dice la Gîtâ, “Voi avete diritto solamente all’azione, non ai suoi frutti”. Agire è dovere dell’uomo. Il dovere è molto importante. Voi avete soltanto la responsabilità di fare il vostro dovere; sui diritti non avete autorità. Se compite il vostro dovere con serietà, avrete i diritti automaticamente; oggi, però, l’uomo dimentica il dovere e sogna l’autorità. Abbiate quindi cura delle vostre responsabilità; se le assolverete onestamente, otterrete i diritti naturalmente.

Fate tutte le azioni senza desiderio dei frutti

Quando c’è uno scroscio di pioggia, i fiumi scorrono naturalmente. Come ci si può aspettare che i fiumi scorrano senza pioggia? Pregate per avere la pioggia; non occorre che preghiate affinché i fiumi scorrano. In modo simile, se fate il vostro dovere, otterrete certamente la ricompensa per le vostre azioni. Quindi compite le azioni senza desiderio dei frutti.

“L’uomo, al mondo, è legato dall’azione.”

La società umana è legata dal karma (azione). Dovete fare azioni da quando vi alzate al mattino fino a quando vi coricate la sera. Karma non significa solamente fare il proprio dovere; in effetti, l’uomo non può vivere senza agire neppure per un momento, ma karma non indica soltanto le azioni che fate con le mani e le gambe; anche la circolazione del sangue e la respirazione sono karma. Che sforzo fate per inalare ed esalare il respiro? Potete essere nello stato di veglia, in quello di sonno o di sogno; potete essere arrabbiati, potete passeggiare: il processo di inspirazione ed espirazione andrà da sé in modo naturale. Quale sciocco direbbe di inspirare ed espirare di sua volontà? Voi fate sforzo per certe azioni, ma che sforzo richiedono la respirazione o il battito del cuore? Questi non sono nelle vostre mani; sono azioni naturali che avvengono per Volontà di Dio. Il cibo che mangiate viene digerito; chi vi ha dato il potere di digestione? Anche questo è fatto da Dio. Il Signore Krishna dichiara nella Bhagavad Gîtâ:

“Io sono presente in tutti gli esseri
nella forma del fuoco della digestione.
Assieme al prâna e l’apâna, inalazione e esalazione,
sono Io che consumo i quattro tipi di cibo.”

È il potere digestivo donato da Dio all’uomo a digerire i quattro tipi di alimenti che egli mangia, ma l’uomo, spinto dall’ego, dichiara di essere lui quello che ha fatto un certo lavoro e ottenuto il successo per mezzo del proprio sforzo. Comunque, questo non significa che l’essere umano non debba sforzarsi di fare qualunque cosa. Lo sforzo è necessario per tutti i lavori, ma che sforzo fate per le attività atmiche, sacre, spirituali, interiori e mistiche? Chi è che fa? È Îsha, Girîsha, Naresha, Paresha, Bilvesha.

Solo Dio è Colui che agisce

Chi è Îsha? Colui che è dotato di ogni aishvarya (ricchezza) è Îsha. Che cosa s’intende per aishvarya? Aishvarya indica tutta la ricchezza materiale, scientifica, etica o spirituale. Egli è la fonte e il padrone di tutte le diverse forme di ricchezza. Chi è Girîsha? Che cos’è giri? Molti bhâratîya lo sanno. Essi visitano Tirupati e offrono i propri capelli. A che scopo? Pensate che Dio voglia i vostri inutili capelli? Con tutti i desideri che avete, offrite a Dio i vostri inutili capelli e Lo pregate! Voi pregate Dio in questo modo ignobile! Questo non è il significato dell’offrire i capelli a Tirupati. La testa è la giri (montagna) del corpo; nella testa, il tamoguna esegue la sua danza bestiale. Che cos’è il tamoguna? Quali sono la sua natura e la sua forma? Tamoguna indica il colore nero, l’oscurità e l’ignoranza. Questa oscurità entra nella testa umana; offrite questa oscurità a Dio per manifestare carattere pio, bianco, satvico. Offrire dei capelli inutili a Dio non ha senso. È così che le nostre antiche tradizioni sono state distorte. Il terzo è Naresha, il maestro del genere umano. Che cosa significa Nara? Na sta per “no” e ra significa “ignorante”. Chi non è ignorante è nara. L’essere umano non è ignorante, né peccatore. Il prossimo è Paresha. Che cosa vuol dire? Para sta per “illimitato”, “al di sopra di tutto”; quindi Paresha è uno che è immenso, infinito e oltre ogni definizione. Bilvesha è il Signore Shiva che si adora con le foglie di bilva. Su di un gambo di bilva ci sono tre foglie; nell’adorare il Signore Shiva, noi recitiamo il mantra Tridalam Trigunakâram (una foglia di bilva con tre petali). Le tre foglie rappresentano i tre guna (attributi). Il cuore è la base di questi tre attributi. Offrite le tre qualità a Dio con tutto il cuore.
Questo è l’intimo significato dell’adorazione del Signore Shiva.

Acquisite l’istruzione pratica

L’uomo compie le azioni. Qual è il loro risultato? Potete vedere voi stessi che sono tutte temporanee.

“O uomo! Tu ti affatichi molto nella vita soltanto per riempirti lo stomaco, acquisisci miriadi di tipi di conoscenze in vari campi. Indaga ed esamina tu stesso che grande felicità hai ottenuto usando tutto il tempo, da mane a sera, nell’acquisire conoscenza secolare e accumulare ricchezza dimenticando Dio.”

Voi acquisite istruzione, ma che cosa imparate? Tutto il vostro apprendimento è temporale e materialistico. Perché dovreste usare l’intelligenza per imparare cose materiali? Fate moltissimi calcoli, fate un gran lavoro con il computer e, avendo studiato, vi ritenete molto intelligenti, ma come si dice in telugu: “Anche un lavandaio è superiore a un uomo istruito.” Come? Supponete di dare degli indumenti a un lavandaio e scrivere su un taccuino: due pantaloni, due camicie, due fazzoletti e un asciugamano. Il lavandaio porta con sé un gran numero di indumenti di molte persone senza prendere appunti e, dopo averli lavati, li riconsegna correttamente a tutti i suoi clienti. Che differenza c’è tra la vostra istruzione e quella del lavandaio! Ciò che acquisite voi è conoscenza “libresca”; tale conoscenza è temporanea.

“O uomo! Non sentirti orgoglioso della tua istruzione.
Se non offri i tuoi riverenti omaggi a Dio e non pensi a Lui con devozione,
tutta la tua istruzione diventa inutile.”

L’apprendimento che è permanente s’imprimerà nel vostro cuore, ma la vostra istruzione punta solamente a procurarvi da vivere, non mira alla beatitudine del Sé.

La beatitudine si sperimenta soltanto sul cammino spirituale

L’essere umano si sforza e lotta duramente per ottenere la beatitudine; egli cerca di acquisirla dagli oggetti del mondo, pena e desidera la beatitudine, ma non si rende conto del fatto di essere lui stesso la forma effettiva della beatitudine. La beatitudine è in lui ed egli la cerca all’esterno. Che sciocchezza! Per questo, si affatica sacrificando anche il cibo e il sonno. Che cosa sperimenta in definitiva? Si illude che nell’istruzione e nella ricchezza vi sia beatitudine, ma non ce la trova. Ci sono stati molti re potenti, padroni di grandi ricchezze, potere e denaro, che hanno regnato su regni potenti: dove sono ora e che cosa hanno sperimentato? Essi hanno cercato la beatitudine in questi oggetti del mondo, ma invano: la beatitudine si trova solamente sulla via spirituale, non altrove. L’uomo dovrebbe fare tutte le azioni per compiacere Dio. Noi leggiamo molti testi, andiamo a incontrare numerose anime nobili, facciamo molte pratiche spirituali, ma senza alcun risultato. Perché? Perché siamo degli “heroes” (eroi) con le parole, ma degli “zeros” (zeri) nella pratica. Una volta, un cervo tenne una conferenza in una foresta a cui assistettero tutti gli altri cervi. Il capo dei cervi, presidente della conferenza, si alzò e disse: “Dobbiamo votare una risoluzione. Il punto principale è che noi non siamo in alcun modo inferiori ai cani. Noi possiamo correre più velocemente di loro. Essi non sono vegetariani, noi lo siamo, e la forza che abbiamo nelle gambe non si trova nelle gambe dei cani. Noi viviamo in modo sacro; dopo che saremo morti, i santi useranno la nostra pelle per fare penitenza. Chi userebbe la pelle di un cane? Forse il cane possiede questa forza, questa santità? I cani non possono correre come noi. Perché dovremmo avere paura dei cani con tutta questa forza e potere?” Questo fu il punto centrale della discussione. Alla fine decisero che non avrebbero più avuto paura dei cani. Tutti furono d’accordo ed espressero la loro approvazione. Dopo una discussione attenta, approvarono la decisione che da quel giorno in poi non avrebbero più temuto i cani, dopodiché si sentirono contenti e beati. In quel momento, un cacciatore stava attraversando la foresta con i suoi cani; all’improvviso uno di essi abbaiò, al che tutti i cervi scapparono e, in un momento, il palco rimase vuoto. Dov’erano andati i cervi? Che cosa ne fu della decisione? Perché ebbero paura? Questo è lo stato delle cose del mondo odierno: si tengono tante conferenze, moltissimi incontri, si prendono numerosissime risoluzioni, ma, in pratica, tutto è un grande zero. Nel campo spirituale, non deve essere così.

“Lo studio giusto per l’umanità è l’essere umano.”

Tra pensiero, parola e azione dovrebbe esserci armonia; questo è il primo passo sulla via spirituale. Qual è il secondo passo? Ognuno dovrebbe chiedersi: “Chi sono io?” e rispondersi: “Io sono un essere umano.” Dovremmo essere soddisfatti di questo? No! “Io sono un essere umano” è soltanto metà della verità. Qual è l’altra metà? L’altra metà è: “Io non sono un animale.” Ripetete sempre: “Io sono un essere umano, non un animale. Io sono un essere umano, non un animale.” Quando uniamo queste due metà, otteniamo la verità intera.

“La Verità è una, ma i saggi le si riferiscono con molti nomi”

Esiste solamente Uno, non un secondo; la Verità è una, non due.

Scoprite chi siete

Quando vi vengono dei pensieri brutti, dovete chiedervi subito: “Quali caratteristiche sono umane e quali sono animali?” Dovete indagare anche su: “Io sono il corpo? Sono la mente? Sono i sensi. Sono l’intelletto? O forse lo strumento interiore?” Ponetevi queste domande. Voi dite: “Questo è il mio fazzoletto”, quindi il fazzoletto è separato da voi. Dite anche: “Questo è il mio corpo.” Quando dite “il mio corpo” significa che siete separati dal corpo. Quando dite “la mia mente”, vuol dire che la mente è separata da voi. Quindi dovreste chiedervi: “Chi sono io?” In questo modo, se ci interroghiamo circa le cose ordinarie della vita giornaliera, saremo in grado di comprendere la Verità Eterna che è la Divinità. Se capite che “io non sono il corpo, io non sono la mente, io non sono i sensi”, allora chi siete? Dovreste dire: “Io sono Io.” “Tat tvam asi (Quello tu sei)” è non dualità, ma quando dite: “Io sono Brahman”, non è non dualità perché Io e Brahman sono due e due non è verità, è dualismo. Quindi dovreste dire: “Io sono Io.” Questo è non dualismo che indica che voi siete voi. Il corpo è una bolla nell’acqua, la mente è una scimmia pazza; non seguite il corpo, non seguite la mente: seguite la coscienza. Questa è la pratica spirituale che dovreste applicare. Seguite il vostro hridaya sulla via della spiritualità. Hridaya non indica il cuore fisico, ma quello spirituale. Questo dove si trova? È presente dovunque.

Dio cerca un devoto vero

Che cosa intendete per corpo?

“Il corpo è un tempio il cui Abitante è Dio.”

Il corpo è il tempio di Dio. Che tipo di tempio è? È un tempio mobile. Dovunque il corpo vada, c’è Dio; quindi dov’è Dio? Egli è dovunque. Voi non potete dire che Dio è qui e non là. Anche la Bhagavad Gîtâ afferma: “Con mani, piedi, occhi, testa, bocca e orecchie che pervadono ogni cosa, Egli permea l’universo intero.” Dovunque vadano i vostri piedi, c’è Dio. Egli è onnipresente, onnipotente e onnisciente. Voi non potete comprendere questa verità perché la vostra visione è limitata. Dite che il mondo vi fa soffrire, ma siete piuttosto voi che fate soffrire il mondo. Anche la Bibbia propugna questa verità. Si dice che i devoti cercano Dio, ma questo non è corretto. Che bisogno ha un devoto di cercare Dio se Egli è dovunque? Dove cercate Dio che è presente in ogni luogo? Questo non va bene. In effetti, è Dio che cerca un devoto. Dov’è un devoto vero, autentico che abbia fede incrollabile? Quando indaghiamo così, ci accorgiamo che, in realtà, è Dio che cerca un devoto vero. Dire che il devoto cerca Dio non è verità, è falso. Noi non abbiamo bisogno di cercare Dio. Egli è l’Abitante del nostro cuore, è onnipervadente, è presente in voi, intorno a voi, sotto di voi e sopra di voi.

“Quel Dio onnipervadente è presente all’interno e all’esterno.”

In effetti, anche voi siete Dio. Pensare di essere Dio non basta; dovete acquisire sentimenti divini e compiere azioni divine. Se dite: “Io sono Dio” e continuate a fare azioni demoniache, state dicendo una cosa senza senso. Ricordate sempre a voi stessi: “Io sono un essere umano, non un animale.” L’ira, la gelosia, l’odio e l’avidità sono caratteristiche animali; la verità, la compassione, l’amore, il sacrificio sono caratteristiche umane. Sviluppate le qualità umane: solamente allora potrete definirvi mânava (uomo). Il termine mânava è formato da tre lettere: ma, na, va. Ma significa “ignoranza”, na vuol dire “senza” e va indica “chi si comporta correttamente”. La parola mânava indica, dunque, uno che si comporta senza ignoranza. Questo è il significato vero del termine mânava. Se vivete alla luce di questa verità, Dio sarà con voi, in voi, intorno a voi e vi proteggerà in ogni situazione. Essendo nati come esseri umani, non dovreste mai vivere da animali.

Lo scopo della vita umana è conoscere Dio

L’essere umano compie pratiche spirituali per eliminare le caratteristiche animali dalla mente. Che cosa intendete per spiritualità? Sradicare le caratteristiche animali è vera spiritualità. Tutte le pratiche spirituali come il cantare il Nome di Dio, la meditazione e il sacrificio sono inutili se in voi ci sono delle caratteristiche animali. Per questo, dovete assorbire i sacri valori umani. Un recipiente che ha molti fori rimarrà vuoto a dispetto della pioggia.

“Che cos’è il corpo? È una sacca di pelle deteriorabile con nove buchi, non è simile a un diamante luminoso. Emette continuamente odori cattivi, non profumo; è fatto di carne, sangue, ossa e materia fecale. Dovremmo attaccarci a questo corpo?”

Esso è destinato a perire. Si dice che la lunghezza della vita dell’essere umano sia di circa cento anni, ma nessuno può esser sicuro di quando la fine si avvicinerà, nella fanciullezza, nella gioventù o nella vecchiaia, in città, nella foresta o nell’acqua. La morte è certa. L’uomo dovrebbe conoscere Dio finché ha il corpo. Questa sacra vita umana è stata data all’essere umano solamente affinché raggiunga la Divinità; egli può rendere utile la sua vita acquisendo caratteristiche divine. Quali sono le caratteristiche divine? Dio è senza attributi, immacolato, rifugio finale, eterno, puro, illuminato, libero e incarnazione della sacralità. Non solo. Altri attributi della Divinità sono: essere l’incarnazione del suono, essere mobilità e immobilità, luce, parola, beatitudine eterna, perfezione, illusione e ricchezza. Abbiamo, noi, almeno una di queste numerose caratteristiche di Dio? Non c’è bisogno che mettiate in pratica tutto ciò che si dice; seguite almeno uno degli insegnamenti di Swami. Ma voi ascoltate e andate via. Una volta, uno scultore portò tre statuette alla corte di re Bhoja ed egli disse al suo ministro: “Scegli la migliore.” Il ministro infilò un filo di ferro in un orecchio di una delle tre e il filo uscì dall’altro orecchio. Egli la mise da parte. Poi esaminò la seconda. Quando infilò il filo di ferro nel suo orecchio, questo uscì dalla bocca ed egli mise da parte anche quella statuetta. Allora prese la terza. Il filo di ferro entrò nell’orecchio, ma non venne fuori e il ministro disse: “O re, questa statuetta è la più pregevole.” “Perché?” chiese il re, ed egli aggiunse: “La prima statuetta rappresenta una persona che ode con un orecchio e lascia che l’informazione esca dall’altro; questo non va bene. La seconda è simbolo di chi ascolta con un orecchio, ma fa uscire l’informazione dalla bocca; non ha valore. La terza, invece, indica una persona che riceve l’informazione dalle orecchie e ne fa tesoro nel cuore.” Ciò che udite di buono conservatelo quindi gelosamente nel cuore. Se lo riponete nel cuore, un giorno o l’altro può svilupparsi. È come il negativo di un fotografo: se lo avete, potete fare tutte le copie che volete. Ciò che accogliete nella mente è come la foto Polaroid: non potete fare un numero qualunque di copie. Conservate le cose buone nel cuore come un negativo così da poterle mettere in pratica. Molti insegnanti insegnano la spiritualità ai devoti in molti modi diversi portando così confusione a tutti; essi insegnano per i loro scopi egoistici e per avere fama e nome, non per il benessere della società. Gli aspiranti che fanno sforzi notevoli per imparare la spiritualità non devono essere guidati male.

La fiducia in se stessi è la base della realizzazione di sé

Dio è uno ed è presente in tutti. Qual è la via per raggiungerLo? Prima di tutto, cercate di sapere quale sia la via migliore. La via migliore è costituita dalla rimozione dell’immoralità. In effetti, essa è l’unica che porti all’immortalità e non solo. Il modo migliore di amare Dio è amare tutti e servire tutti perché Dio è presente in tutti. Ci sono molte verità così sottili, ma oggi questi percorsi facili non vengono insegnati; per questo i devoti sono confusi e hanno perduto la fiducia. La confusione porta al dubbio e, a causa del dubbio, la fede diminuisce. Nella spiritualità, non c’è spazio per i dubbi; quindi non permettete mai che essi scuotano la vostra fede. Considerate la fede (vishvas) come l’alito vitale (shvas). Senza la fede, l’essere umano è spiritualmente morto come lo diventa un cadavere senza il respiro. Prima di tutto, egli dovrebbe acquisire la fiducia in se stesso. La fiducia in se stessi porta alla soddisfazione di sé e, quando avete la soddisfazione di voi stessi, potrete fare il sacrificio di voi stessi. Se c’è il sacrificio di sé ci sarà la realizzazione di sé. La fiducia in sé è il fondamento, la soddisfazione di sé è il muro, il sacrificio di sé è il tetto e la realizzazione di sé è la vita. Quindi, come primo passo, acquisite la fiducia in voi stessi. Essa è la base dell’amore; senza amore, non potete ottenere niente.

(Bhagavân ha terminato il Discorso con il bhajan “Prema Mudita Manase Kaho…..”)

Kodaikanal, 10 aprile 1993,
Sai Shruti

(Da “Sanâtana Sârathi”, settembre 2016)

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