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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1993:19930425

19930425 - 25 aprile

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Pensate costantemente a Dio

“Ci sono due difetti che impediscono all’essere umano di pensare a Dio o di maturare sentimenti divini: tentare di nascondere milioni di errori personali e mettere in evidenza anche i più piccoli difetti degli altri.”

Fare amicizia con Dio è vera devozione

Incarnazioni dell’Âtma Divino!
La vita umana è molto preziosa, sacra, nobile e degna d’esser vissuta. Il corpo umano non è solamente una struttura fisica: è dotato di splendore divino. Questa vita umana estremamente preziosa ed elevata ha comunque una durata breve; in questo lasso di tempo, l’essere umano deve sforzarsi di usare i sensi in modo sacro e mostrare al mondo il suo potere e la sua capacità.

Lo scopo della vita è conoscere il proprio Sé
L’uomo può stare veramente in salute solo se controlla i sensi indocili e la mente volubile; controllandoli, può raggiungere davvero dei risultati meravigliosi. Egli può realizzare l’obiettivo della vita solamente se ha il controllo dei sensi, il dominio della mente e la forza nel corpo; se manca anche di uno solo di questi, il raggiungimento dell’obiettivo non è possibile. Bisogna sforzarsi di canalizzare le proprie potenzialità e capacità nella direzione giusta e mostrare il proprio valore al mondo. L’uomo, però, dimentica di avere una vita limitata e permette ai sensi e alla mente di prendere strade arbitrarie, per cui non solamente perde la pace, ma è anche causa di agitazione nella società. La sua intelligenza si evidenzia nel riconoscere che il corpo è caduco, mentre l’Âtma Divino in esso è eterno. Egli tuttavia dimentica la propria divinità e vive dipendendo dalla forza fisica, terrena ed effimera e dal denaro. La grandezza della vita umana si palesa invece nel dimostrare completamente la propria divinità al mondo e nel perseguire ideali elevati. Lo scopo vero della vita è la conoscenza del proprio Sé.

“Il corpo, fatto dei cinque elementi, è debole e destinato a disintegrarsi. Non si può fare affidamento sul fatto che siano previsti cento anni di vita: si possono abbandonare le spoglie mortali in qualunque momento, nell’infanzia, nella giovinezza o in vecchiaia. La morte è certa, quindi l’uomo deve sforzarsi di conoscere la sua vera natura prima che il corpo perisca.”

Il frutto conosce forse il sapore dolce del suo succo? Il fiore gode della dolcezza del suo nettare? Il libro comprende i suggerimenti di distacco che porta scritti? Si possono infondere dei pensieri divini nella testa piena di desideri mondani? Oggi, l’uomo non sa sperimentare la divinità perché si lascia prendere da pensieri e sentimenti terreni e non divini, procurandosi in tal modo molti problemi e sofferenze.  Il termine “mânava” indica che l’essere umano non è nuovo. “Ma” significa “non”, “nava” significa “nuovo”: quindi egli è “non nuovo”. Tuttavia, pur essendo nato molte volte, non sa ancora chi sia. Allora a che serve nascere e rinascere? In primo luogo, egli deve conoscere se stesso. Dovrebbe avere la visione interiore e la capacità d’introspezione per scoprire i propri errori; invece guarda solamente all’esterno, si preoccupa di sapere dove, quando e che cosa stia accadendo nel mondo esteriore. È interessato soltanto alle notizie che riguardano il mondo esterno e non cerca di sapere ciò che sta accadendo dentro se stesso; conoscere il proprio Sé costituisce l’impegno corretto. Solamente allora si è capaci di attuare lo scopo della vita umana.

Tutto l’universo è contenuto nell’essere umano; la sua felicità o infelicità influenzano l’universo. Egli dovrebbe essere felice personalmente e spandere felicità dovunque, non il contrario. Soltanto allora sarà appagato.

Un carro senza ruote, un campo senz’acqua, un cavo senza corrente e una scuola senza insegnante sono inutili. Allo stesso modo, la vita senza la consapevolezza del Sé vale poco; è, in pratica, una morte vivente.

L’odio dell’uomo distrugge la pace nel mondo
La vita umana ha grandi potenzialità e capacità. L’uomo può riuscire in ogni cosa e compiere qualunque impresa se agisce con determinazione incrollabile. Gli attributi divini di Sat-Cit-Ânanda sono presenti in Dio e nell’essere umano che non è, quindi, differente da Lui, ma questi attributi non sono manifesti in tutti; inoltre, sono presenti a livello diverso in persone differenti. Noi abbiamo tante lampadine e molte di esse appaiono uguali, ma la loro potenza elettrica può non essere la stessa: possono essere da quaranta, sessanta, cento, cinquecento e anche mille watt, differenza che si limita alla quantità di energia assorbita, mentre la qualità è la stessa in tutte; in esse scorre la stessa corrente elettrica. In modo simile, gli attributi divini Sat-Cit-Ânanda sono presenti a livelli diversi in tutti gli esseri e possono essere sviluppati in qualunque misura, dal livello minimo a quello elevatissimo. Le qualità di una persona dipendono dai suoi pensieri; una scintilla piccolina può diventare un grande fuoco che può essere utilizzato in molti modi se alimentato con attenzione.

“Chi ha salda fede raggiunge la saggezza.”

Per ottenere qualunque cosa nella vita è necessario lo sforzo adeguato. La pratica è assolutamente essenziale in tutto.

“Migliore della pratica è certamente la conoscenza.
Migliore della conoscenza è la meditazione su Dio,
ma migliore della meditazione è la rinuncia al desiderio dei frutti dell’azione che è seguita immediatamente dalla pace.”

Prima o poi, dovrete lasciare qualunque cosa abbiate guadagnato o accumulato; se non la abbandonate, essa vi abbandonerà e perderete tutto. La saggezza si trova nel vivere utilmente e con sacralità prima che una situazione simile si presenti. L’uomo deve sviluppare le qualità umane per vivere come tale, ma oggi non cerca di amare gli altri; c’è odio tra gli individui, tra i villaggi, tra le nazioni. La gente implora la pace e fa conferenze sulla pace con tutto quest’odio nel cuore!

“Essi gridano “pace, pace, pace” con una bomba atomica in mano.
L’essere umano non ha pace anche se ha raggiunto la luna.”

Perché? Per l’odio che prova. Come può esserci pace se si tiene in mano la bomba atomica dell’odio? Chi vive per gli altri brilla come la luna, chi indulge nella retorica vuota è uno sciocco, chi ottiene la conoscenza del Sé diventa la forma effettiva della beatitudine. Dio non è separato da voi: voi stessi siete veramente Dio; siate consapevoli di questa verità. Se pensate di essere solamente un essere umano, lo diventate; se invece pensate di essere Dio, diventate Dio.

“Colui che conosce Brahman diventa veramente Brahman.”

“Il risultato è coerente con i sentimenti.”

Potete avere il fiato che odora di mango se mangiate del cetriolo? No! Il vostro fiato odora di ciò che mangiate.

La devozione di Kucela
Gli amici terreni si raccoglieranno intorno a voi dicendo ciao, ciao se avete una posizione elevata e il portafogli gonfio, ma, se non avete denaro in tasca e nessuna posizione importante, se ne andranno tutti senza neppur dire arrivederci. Questa è la realtà dell’amicizia terrena. Solamente l’amicizia con Dio è vera; Egli sarà sempre con voi, intorno a voi, in voi e vi proteggerà come le palpebre proteggono gli occhi. Kucela dovette sopportare molte sofferenze; egli aveva numerosi figli, ma in casa non c’era cibo, per cui era triste giorno e notte. Un giorno la moglie gli disse: “Krishna è il tuo amico d’infanzia; perché non vai a chiederGli aiuto? Tu sai che Dio ha un cuore grande ed è compassionevole. È Colui che protegge tutti.” Kucela aveva però altri sentimenti nel cuore: “Krishna è un imperatore potente, è Dio stesso. Mi permetterà mai di entrare nel Suo palazzo?” Sua moglie, allora, disse: “Egli è stato tuo amico sin dall’infanzia; non ti tradirà né ti abbandonerà mai. Dio è il solo vero amico.”
Chi pensava così? La bhâryâ (moglie) di Kucela. Bhâryâ simboleggia la bhakti (devozione) e bharta (marito) indica jñâna (conoscenza). La conoscenza ha dei dubbi, mentre la devozione ha amore certo per Dio. Finalmente Kucela andò da Krishna persuaso in molti modi da sua moglie. Raggiunto il palazzo, fece recapitare il suo messaggio. Non appena lo ebbe ricevuto, Krishna corse da lui e lo fece entrare. Kucela temeva persino che Krishna lo toccasse perché aveva le vesti strappate, i capelli incolti ed era sporco, ma Krishna non fece caso a queste cose: osservò solamente la grandezza e la sacralità del suo cuore. Egli dette valore alla Sua amicizia con Kucela, lo fece entrare e sedere sul trono con Sé, poi chiese a Rukminî di portare del cibo e lo servì a Kucela con le Sue mani. “Ricordi i nostri giorni dell’infanzia? Ci pensi?” - gli chiese e parlò dei loro scherzi infantili di allora. Dio non dimentica mai nessuno, mentre l’uomo che ottiene una posizione elevata dimentica tutti e piange quando sperimenta una caduta; non ha considerazione per le amicizie dell’infanzia. Conscio della propria condizione, Kucela non voleva rimanere a lungo; egli non aveva abiti per cambiarsi.
Krishna, allora, gli chiese: “Kucela, Mi hai portato qualche regalo?” L’amico, però, aveva una gran paura; egli aveva portato del riso brillato in un panno sporco e pensò: “Come faccio ad aprire un fagotto di panno sporco in questo castello rilucente d’oro e argento?” Osservando il suo imbarazzo, Krishna stesso prese il fagotto, lo aprì e si mise in bocca un pugno di riso, ma Rukminî, temendo che Egli potesse mangiarlo tutto, Gli fermò la mano. Con visione terrena, si potrebbe pensare: “Qual è la posizione e il livello di Kucela? È consono per Krishna mangiare un pugno di riso brillato conservato in un panno sporco?” Quindi, si potrebbe interpretare in questo senso il gesto di Rukminî, ma ella non pensava questo e disse: “Krishna, fammi partecipe di questo. Tu sei il servitore dei Tuoi devoti, io sono la Tua servitrice, sono la servitrice dei Tuoi servitori. Dammi la mia parte, ti prego!” Nessuno può comprendere l’elevatezza dei sentimenti di Rukminî.
Nell’atmosfera del palazzo, Kucela dimenticò di essere andato da Krishna per chiedere aiuto e infine disse: “Krishna, è ora che io vada.” Al che, Egli lo accompagnò alla porta, lo fece sedere in una carrozza e lo fece portare a casa. Kucela non chiese niente, non spiegò neppure la situazione della famiglia.

“Non chiedere, o mente, non chiedere; più chiedi, più sarai ignorata.
Dio ti concederà sicuramente ciò che meriti senza che tu chieda.
Non esaudì Egli forse il desiderio di Sabarî che non chiese mai?
Non operò la redenzione di Jatâyu che non chiese mai e sacrificò la propria vita alla Sua causa?”

Dio solamente è il vostro vero amico
Sebbene Kucela non avesse chiesto niente, Krishna gli concesse generosamente un premio. Solamente Dio si prende cura di tutte le necessità dei Suoi devoti; il devoto può chiedere cose insignificanti, ma Dio può avere una grande abbondanza in serbo per lui. Non chiedeteGli favori da niente: basta che maturiate amore per Lui. Questo è veramente essenziale.
Kucela andò in carrozza a casa, ma non fu in grado di riconoscerla: era diventata una grande residenza. Egli vide sua moglie e i figli vestiti con abiti costosi e gioielli. La casa era piena di ogni tipo di ricchezze, non mancava di niente. Egli si chiese: “È un sogno o un miracolo?” Sua moglie corse da lui piena di gioielli; ella conosceva bene Krishna attraverso la sua devozione. La vera conoscenza si manifesta quando la devozione matura. Ella chiese: “Krishna ti ha parlato?” ed egli prese a piangere; non aveva parole per descrivere l’Amore di Krishna.

“Non appena ha saputo del mio arrivo, Egli Stesso è venuto correndo ad accogliermi. È sceso dal trono, mi è venuto vicino, mi ha guardato tutto e mi ha abbracciato stretto come se fosse in pena per me da molto tempo. Come posso descrivere la Sua compassione per un povero bramino come me?! Chi altri può concedere una ricchezza così grande al povero Kucela che poté offrirGli solamente un pugno di riso brillato? Egli è l’Amore personificato.”

Ambedue furono contentissimi dell’Amore ricevuto da Krishna e dissero: “Dio è il solo vero amico. Non c’è amico più grande di Lui.”
Solamente Dio è l’amico reale. Egli è sempre con voi nella felicità e nell’afflizione, nel piacere e nel dolore. I parenti verranno con voi fino al cimitero; soltanto Dio non vi abbandonerà. Egli, in ogni momento, sarà con voi, intorno a voi, in voi e avrà cura di voi. La vera strada della devozione è quella dell’amicizia con Dio. Bhakti (devozione) dà shakti (forza), shakti produce rakti e anurakti (desiderio e attaccamento a Dio), anurakti concede virakti (distacco) e virakti conduce a mukti (liberazione). Che cosa significa rakti? Significa “fusione”. Fusione con chi? Fusione con Dio. È la devozione che vi fa fondere con Dio. Tutte le pratiche spirituali come la meditazione, le penitenze ecc., vanno compiute con devozione. La devozione vera consiste nell’amare Dio con tutto il cuore; noi dovremmo acquisire quell’amore. Gli individui dovrebbero maturare quell’amore tra loro; se c’è amore tra gli esseri umani, tutto può essere compiuto. Se avete dell’oro, potete avere tutti i tipi di gioielli, ma avete bisogno di un orafo che li faccia. Il filo, l’ago e i fiori possono essere disponibili, ma ci vuole qualcuno che crei la ghirlanda. Qui c’è una lampada, dell’olio e uno stoppino. Potete avere la luce? No, se non c’è qualcuno che accenda la lampada. Quel qualcuno è Dio. Potete ottenere tutto se avete Dio con voi; quindi pensate sempre a Lui, serviteLo e adorateLo.

Kodaikanal, 25 aprile 1993,
Sai Sruti

(da “Sanâtana Sârathi”, febbraio 2017)

discorsi/1993/19930425.txt · Ultima modifica: 2018/03/05 17:45 da sathyamax