SathyaSaiWiki - Italia

Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Strumenti Utente

Strumenti Sito


discorsi:1996:19960522

19960520 - 20 maggio

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Gratitudine: un sentimento dimenticato

“La conoscenza del Sé è il mezzo con cui si impara
come raggiungere la pace mondiale e vivere
in armonia con tutti, eliminando la ristrettezza di vedute
e coltivando l’unità”.

Incarnazioni d’Amore, cari studenti, ragazzi e ragazze,lo scopo principale di uno studente dovrebbe essere quello di forgiarsi in modo tale da condurre una vita fruttuosa ed utile per la società. Purtroppo nel sistema educativo moderno non c’è forza d’intenti, non c’è unità e neppure amore. In qualunque modo viviate, la vita è destinata a sciogliersi come un blocco di ghiaccio: gli studenti dovrebbero rendersene conto.

Gli studenti d’oggi non sanno quale sia lo scopo principale della vita e non sembrano neppure preoccuparsene. Solo uno su un milione sembra interessarsene. Ciò rappresenta già un primo passo verso la meta.

La maggior parte degli studenti e delle persone in generale pensano che gli scopi della vita siano mangiare, dormire, avere dei vestiti, una casa, una moglie, dei figli e comodità di vario genere.

Queste cose non hanno nulla a che vedere con lo scopo principale dell’esistenza. Se non avete questa consapevolezza, la vita diventa una catena di dispiaceri; se invece ne siete consapevoli, potrete affrancarvi dall’infelicità.

Al di là degli impulsi negativi

In tale contesto, è necessario conoscere l’esatto significato dei Veda. I Veda vengono descritti come “Conoscenza Superiore” (Vijnâna), come effulgenza o conoscenza della propria vera natura (uniki). Solo conoscendo ciò si può trascendere il dolore e sperimentare la beatitudine dei Veda.

Di quale “effulgenza” si tratta? Di quella del sole, della luna o di una lampada? No. Qui intendiamo parlare dell’effulgenza del cuore. E che cosa si intende con Vijnâna? E’ forse la scienza dei fisici o conoscenza del mondo? No. Il termine si riferisce alla scienza del funzionamento del cuore. E che cosa significa uniki? Vuol dire “riconoscere la propria vera natura”. Siete il corpo, la mente, i sensi o qualunque altra sostanza? No. L’uomo deve comprendere che trascende tutte le suddette caratteristiche fisiche, che, per natura, sono negative.

Come può l’uomo realizzare la sua vera natura, positiva e trascendentale, se satura se stesso di tendenze negative? Ciò che potrà sperimentare sarà solo una gamma di reazioni e di riflessi legati a fattori negativi che egli stesso ha provocato, invece di sperimentare ciò che li trascende.

Perciò il primo requisito è la rimozione degli impulsi negativi. Si dovrebbe cercare la verità relativa alla Divinità interiore.

Bisogno di gratitudine

Che cosa si dovrebbe fare in questo transitorio mondo fenomenico? Dovreste comprendere ciò di cui siete debitori, in quanto a gratitudine, ad ogni persona che vi ha aiutati in un modo o nell’altro. Se, ad esempio, un dottore vi ha guariti da una grave malattia, non dovreste dimenticare quanto gli dovete in termini di gratitudine. Non dovreste pensare che, in fondo, egli ha solo fatto il proprio dovere. Dovreste mostrare tutta la gratitudine possibile ad una madre che vi ha portati in grembo per nove mesi, allevandovi poi con amore e dedizione. Non dovreste pensare che ha solo fatto ciò che era suo dovere. Verso vostra madre dovete usare lo stesso amore e lo stesso spirito di sacrificio con i quali ella vi ha allevati. Dovete essere altresì grati alla persona che vi dà un impiego quando siete privi di mezzi di sostentamento.

I doni del Divino

Ci può essere un elemento di egoismo nell’amore di una madre o nell’affetto di un precettore, ma non c’è traccia d’egoismo nei doni che il Signore profonde ai Suoi figli. Dio non ha secondi fini. Non si aspetta nulla in cambio. Dio, come nessun altro al mondo potrebbe, sta conferendo benefici innumerevoli all’uomo. Tutte le lampade prodotte dall’uomo possono eguagliare la luce del sole? Tutte le pompe idrauliche possono garantirvi la quantità d’acqua che precipita in una notte di pioggia? Chi vi ha donato l’aria che respirate?

Perciò, Dio elargisce all’uomo benefici sovrumani. Anche l’elettricità è una manifestazione del Divino. Il magnetismo, l’elettricità, il calore e la luce vengono considerate forme differenziate di materia. Non è affatto così. Dio è la fonte di ogni energia. Se non lo si comprende, non si riuscirà ad apprezzare la causa originaria dell’aria che inaliamo, della luce di cui godiamo e del calore che sostiene la vita.

Per la corrente o l’acqua di cui facciamo uso, si pagano delle bollette. Non dovremmo allora essere grati al Divino che ci ha fornito gratuitamente l’aria, l’acqua e la luce? In qualità di beneficiari di doni simili (acqua, aria, terra, fuoco e spazio), dovremmo manifestare la nostra gratitudine ad essi come manifestazioni di Dio. I cinque elementi sono la fonte di cinque qualità, sperimentate dai cinque sensi: udito, tatto, vista, gusto ed olfatto. L’uomo usa questi elementi, ma non mostra alcuna gratitudine verso di essi. La gratitudine, che dovrebbe essere una qualità essenziale dell’uomo, è stata oggi quasi dimenticata. Ogni cosa viene presa con leggerezza. Ne risultano disordine ed insoddisfazione in tutto il paese.

Azione e reazione

Gli studenti dovrebbero comprendere il rapporto che intercorre tra causa ed effetto. Ogni azione innesca una reazione. Ogni parola ha un’eco. Ogni pensiero incide sul comportamento di chi lo concepisce. Nessuno può sfuggire alle conseguenze delle proprie azioni. L’uomo è dotato di tutti i poteri. Il Principio eterno della Divinità è presente in lui, ma egli è incapace di riconoscerLo perché è irretito dal mondo esterno.

E’ l’uomo a ricavare il diamante dal carbone, ma si attribuisce più valore al diamante che all’uomo!L’educazione moderna non è stata in grado di far emergere lo splendore spirituale dell’uomo: questa è la dimostrazione che l’uomo ha davvero dimenticato la sua reale natura. Gli studenti non hanno imparato ad usare bene le loro capacità. Per formarsi un’opinione devono ricorrere agli altri: questa è cecità. A che servono persone simili nella società? Gli studenti dovrebbero prepararsi a servire la società ed a promuoverne il benessere.

Educazione e spiritualità

Gli studenti probabilmente conoscono i grandi intellettuali bengalesi come Bipin Chandra Pal, Rabindranath Tagore, Aurobindo Ghosh ed altri. Ma pochissimi oggi li ricordano se non tramite i libri. Molti, invece, ricordano il nome del semianalfabeta Swami Râmakrishna Paramahansa, amato da tantissime persone per la sua grandezza spirituale. Un’educazione priva di moralità e di spiritualità è del tutto priva di valore. L’istruzione, la ricchezza, tutte le forme di culto e le penitenze sono inutili se manca la vera devozione verso Dio. La devozione può innalzare i più degradati a livelli eccelsi. Senza fede in Dio, anche una persona eminente si degrada.

La cultura indiana pone l’accento sull’etica, sulla rettitudine e sulla spiritualità. La vera cultura consiste nel riconoscimento dell’unità nella diversità del genere umano. La base della cultura è l’amore, che per sua essenza è divino. Oggi si abusa della parola “amore”. Ciò che viene chiamato “amore” non è che attaccamento sotto forme diverse ed è basato su relazioni effimere.

L’Amore divino è puro, incontaminato, immutabile e permanente. Non è macchiato da egoismo o da interesse. Questo è l’amore glorificato nella cultura indiana. Non dovrebbero nascere assurdi paragoni tra le diverse culture. Tutte sono essenzialmente unite. Ciò che è importante è che la gente impari a vivere ed a crescere in armonia per ottenere le cose comuni e condividerne i benefici equamente.

Questo è l’atteggiamento che gli studenti dovrebbero promuovere negli istituti educativi.Essi dovrebbero anche sviluppare una salda fede in Dio per poter affrontare, con fortezza d’animo, ogni evenienza. Prahlâda è un esempio supremo di fede. Egli tollerò con calma e con fede nel Signore tutte le persecuzioni cui fu sottoposto.Cultura e spiritualità non sono diverse tra loro. L’unità dello Spirito è cultura (ekâtmabhâva).

Gli studenti dovrebbero unire, agli studi accademici, l’educazione spirituale. E’ inoltre altrettanto importante osservare una buona condotta, non solo finché si rimane nel college, ma anche nella vita. Gli studenti dell’Istituto Sai dovrebbero imprimere il marchio della moralità e della buona condotta dovunque vadano. Dovrebbero agire secondo coscienza e dimostrarsi cittadini ideali.

Il vicerettore Mi ha chiesto di cominciare a tenere, da questa sera, delle lezioni sul Râmâyana durante il Corso Estivo. Ogni sillaba del Râmâyana è oggi di vitale importanza per noi. Esso è pieno di insegnamenti morali e spirituali. Quando l’umanità avrà compreso e messo in pratica l’insegnamento del Râmâyana, allora sarà redenta.Swami termina il Discorso cantando: “Hari bhajana binâ, sukha shanti nahi”

Brindavan, Whitefield, Institute Auditorium, Brindavan Campus, Inaugurazione del Corso Estivo di Spiritualità e Cultura Indiana, 20 Maggio 1996 (mattino)

(Trad. da SANATHANA SARATHI, n.6/1996)

discorsi/1996/19960522.txt · Ultima modifica: 2016/02/23 15:23 da 127.0.0.1