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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1996:19960623

19960623 - 23 giugno

Discorso Divino di Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba

Comprendete il Divino Principio dell’Amore

“Un tronco d’albero contorto e nodoso può essere reso diritto come un palo,
un blocco di roccia informe può essere scolpito e assumere la forma di una bellissima statua,
ma c’è qualcuno che può cambiare la mente umana?”

Dio assume forma umana per sviluppare la divinità nell’uomo

La mente è estremamente bizzarra e volubile, è molto potente e può muoversi a grande velocità. Una persona può essere seduta in un posto qualunque, ma la sua mente può volare via migliaia di miglia da lei in un istante, immaginando qualcosa di distantissimo. Nella Bhagavad Gîtâ, Arjuna dice al Signore Krishna: “Questa mente è molto instabile, turbolenta e potente” (Chañchalam hi manah krishna pramâthi balavaddrudham), e Gli chiede come poter controllare una mente così potente e volubile.

Frequentate buone compagnie

La mente ha sia l’animalità sia l’umanità e voi dovreste comprendere che cosa si intenda per l’una e per l’altra. Quando la mente è dominata dai sei nemici interiori, cioè il desiderio, l’ira, l’avidità, l’illusione, l’orgoglio e la gelosia, l’uomo dimentica la sua umanità, prende la via dell’animalità e degenera fino al livello di un animale; quando invece essa segue la via dell’umanità e fa uso corretto del pensiero, del destino, della posizione e della ricchezza dati da Dio, l’uomo può elevarsi al livello della Divinità e fare un bene grande alla sua nazione e alla società tutta. La mente è la causa fondamentale del bene e del male; la nobiltà che c’è in essa non può essere trovata altrove e, similmente, la malvagità che vi si trova non si può trovare in alcun luogo. La mente è tanto buona quanto malvagia. Per sua natura, è assolutamente pura; è per colpa delle cattive compagnie che diventa malvagia. Prendete, ad esempio, un giornale: se ci avvolgete dei fiori di gelsomino, ne acquisterà il profumo e, se ci impacchettate dei pakoda (una specialità indiana), avrà l’odore di questi. Il giornale non ha in sé alcun tipo di odore; prende quello di qualunque cosa ci avvolgiate. Similmente, se la mente segue il sentiero nobile e la associate con tutto ciò che è buono, anch’essa diverrà tale. Qual è il sentiero nobile? Come diventa nobile la mente quando si unisce a sentimenti sacri, pensieri buoni, comportamento nobile, buone compagnie, attività spirituali, valori morali e azioni rette! Al contrario, quando si aggrega a qualità maligne, pensieri malevoli, cattive compagnie e comportamento riprovevole, essa diventa estremamente malvagia; in effetti, diventa demoniaca. Nella mente in se stessa non c’è niente di buono o cattivo; essa diventa buona o cattiva soltanto in conseguenza delle buone o cattive influenze. Se volete che la vostra mente sia buona, dovete frequentare una compagnia buona. A volte, il bene sembra male e il male sembra bene, e decidere quale sia questo o quello diventa difficile; alla fine, le abitudini buone, le buone parole, la condotta corretta e il comportamento lodevole ci renderanno buoni. Quindi le abitudini buone sono veramente essenziali per ogni essere umano. Voi dovete liberarvi di tutte le qualità cattive e sviluppare quelle buone.

L’amore di Sai Baba di Shirdi per Nana

Un giorno, Sai Baba di Shirdi tutto a un tratto scoppiò a ridere e nessuno riuscì a comprenderne la ragione. In quei giorni, alcuni Lo consideravano un mendicante, altri pensavano che fosse un fachiro e alcuni Lo ritenevano addirittura una testa matta. Egli appariva un fachiro a chi Lo riteneva tale e una testa matta a coloro che pensavano lo fosse. Mentre rideva così, Baba disse: “O Kulkarni, vieni qui.” Kulkarni era uno di quelli che vivevano con Lui e, quando egli chiese quale fosse il Suo comando, Baba tirò fuori di tasca due monete e gliele dette dicendo: “Vai da Nanasaheb Chandorkar e conducilo qui.” Nana era un tahsildar e allora il tahsildar era considerato un funzionario molto importante; era lui che decideva in materia fiscale e, oltre a occupare una posizione così elevata, Nana era molto versato in sanscrito. Oltre a essere un funzionario di rango elevato e un grande studioso, egli aveva anche una personalità notevole; a causa di tutto questo, era molto orgoglioso. Quando Kulkarni arrivò, Nana gli chiese: “Che cosa ti porta qui?” ed egli rispose: “Baba ti chiama”, al che quegli, arrabbiato, disse: “Vergognati! Non hai senno? Io sono un tahsildar e un grande studioso; se un qualunque fachiro mi chiama, dovrei andarci? Vuoi che io vada da un fachiro? Vattene via!” Quando Kulkarni informò Baba del rifiuto di Nana, Egli gli chiese di andare di nuovo a chiamarlo. In verità Baba cominciò a gridare come un matto “Voglio vedere Nana, voglio vedere Nana.” Kulkarni era perplesso e pensava: “Che cos’è questa faccenda? Nana sta insultando anche me. Com’è che Baba ha questo grande amore per una persona così orgogliosa tanto da chiedermi ripetutamente di andarla a chiamare?” Comunque andò da lui, abbracciò i suoi piedi piangendo e lo implorò: “Baba vuole vederti e tu devi venire.” Alla fine Nana cedette e disse: “Verrò per il tuo bene e non per Baba; io non ho niente a che fare con Lui e non ho alcun bisogno di vederLo.” Kulkarni lo pregò di nuovo: “Per favore, accetta la mia preghiera e vieni.” Nana andò a Shirdi e chiese a Baba: “Perché mi hai chiamato qui? Ho qualcosa a che fare con te? Io sono un alto funzionario e Tu sei soltanto un fachiro; io non ho niente a che fare con Te e Tu non hai niente a che fare con me.” Baba gli andò vicino e disse: “Siedi. Tutta questa agitazione e questo orgoglio non vanno bene. Io non perdo niente per il tuo orgoglio; ci rimetti soltanto tu. Stai calmo; devo dirti qualcosa.” Quando Nana si sedette, Baba proseguì: “In questa incarnazione, noi non abbiamo alcuna relazione, ma, in vite precedenti, c’era tra noi una relazione stretta; per questo ho voluto vederti.” Nana si arrabbiò ancora di più: “Che cos’è questa storia? Dato che non abbiamo niente a che fare nel presente, perché parli della nostra relazione passata? Nessuno sa che cosa sia accaduto nel passato; io non credo a questi argomenti.” Baba si alzò e gli pose le mani sugli occhi; quando Nana li aprì, poteva vedere la propria vita passata, ma, non convinto, disse: “Posso vedere soltanto il mio passato. Non potrei vedere anche il Tuo passato?” Baba toccò prima i Propri occhi e poi quelli di Nana. Allora questi fu in grado di vedere chiaramente chi egli fosse e chi fosse Baba nel passato. Immediatamente si prostrò davanti a Lui e disse: “Baba! A causa della mia ignoranza, mi sono comportato scioccamente. Noi mortali agiamo come se sapessimo tutto, mentre, in effetti, non sappiamo niente; al contrario, Tu agisci come se non sapessi niente, mentre conosci tutto.”

Questa è la differenza tra Dio e l’uomo: l’uomo si comporta come se avesse tutta la conoscenza senza sapere niente, mentre Dio ha tutta la conoscenza, ma si comporta come se non sapesse niente. Dio sembra non conoscere e non fare niente, ma fa tutto e attrae tutti; questa è la differenza tra Deva e jîva (Dio e l’uomo). Al fine di comprendere questa verità, bisogna acquisire una mente stabile, sentimenti sacri e una visione che non vacilla. Non date spazio ai dubbi in nessuna circostanza; non lasciatevi impantanare e deprimere dai dubbi. Allo stesso tempo, non esaltatevi quando ricevete la grazia di Dio. Mantenete l’equanimità in ambedue le situazioni. Si può raggiungere questo stato soltanto quando si ha fede totale in Dio.

L’uomo può sperimentare Dio quando Egli viene in forma umana

Dio si manifesta sulla terra in forma umana; per l’uomo non è possibile avvicinarLo quando assume forme diverse da quella di un essere umano. Purandaradasa disse: “La gente offre dolci, fa pradakshina1 e offre il proprio saluto reverenziale alla statua di pietra di un serpente, ma quando vede un serpente vero gli tira i sassi e cerca di fargli del male.” Dio si incarna sulla terra in forma umana per dare all’uomo l’opportunità di redimere la propria vita tramite la vicinanza, l’identificazione e la fusione (sâmîpya, sârûpya e sâyujya). L’uomo può avvicinare Dio soltanto quando Egli è in forma umana. L’uomo ha la capacità di comprendere un altro uomo, ma non Dio; a causa di questa limitazione della sua intelligenza, può sperimentare Dio solamente quando Egli si manifesta in forma umana. L’intelligenza dell’uomo è al di sotto dei sensi, mentre il Principio Divino è al di là dei sensi, per cui Dio deve manifestarsi in forma umana per stabilire una relazione intima con l’uomo, per andargli più vicino, per parlargli e infine concedergli l’esperienza diretta della Divinità. Se, ad esempio, Dio si presentasse nella forma di Vishnu con la conchiglia, il disco, la mazza e il loto in mano, l’uomo non potrebbe allacciare una relazione con Lui; per gli esseri umani, una forma simile non è naturale e quindi Dio viene in forma umana in modo che l’uomo possa avere una relazione intima con Lui in maniera naturale. È per questo che Dio scende in forma umana, al fine di sviluppare la Divinità nell’uomo. “Dio scende” non significa che Egli venga giù da qualche posto lassù in alto; vuol dire soltanto che assume forma umana. Il fatto che Egli scenda al livello umano non comporta assolutamente alcuna deficienza nella Sua Divinità. Quando il bambino è in terra, la madre si china per prenderlo in braccio e il suo stato di madre non diventa inferiore perché si china; nello stesso modo, la grandezza di Dio non subisce alcun declino quando Egli scende dal livello Divino a quello umano per la protezione e redenzione dei Suoi devoti. Però l’uomo si lascia sviare dalla mente quando vede Dio in forma umana e pensa: “Come può Dio essere in forma umana? Egli si muove e parla come un uomo comune; come può fare così? Egli dovrebbe avere una natura trascendentale.” Se non potete comprendere Dio quando viene in forma umana, come potrete afferrare il Principio Divino Trascendentale? Questo è impossibile; o voi vi elevate al livello di Dio o Dio deve scendere al livello vostro. Solamente allora ci può essere una relazione intima. Voi non dovete sottovalutare la Divinità di un Avatâr solo per il fatto che Egli si comporta come un essere umano comune. Tutti gli umani sono divini; i loro nomi e forme variano, ma il Principio Atmico è identico in tutti. Cercate di comprendere questa verità prima di tutto.

Senza il seme non può esserci l’albero

La vostra nascita attuale porta con sé la somma totale di tutte le tendenze (samskâra) acquisite nelle nascite precedenti. Voi non credereste ai nomi e alle forme che avevate nelle incarnazioni precedenti. Qual è la causa di questo? Avete dimenticato completamente quelle vite perché vi identificate con il nome e la forma attuali; anche se ne venite informati, vi è difficile crederci. Ecco un piccolo esempio: voi conoscete il telugu e l’inglese e quando parlate telugu non usate le parole inglesi. Il semplice fatto che non usiate le parole inglesi nel discorso non significa che non le conosciate. Ora Anil Kumar sta traducendo in inglese il Mio Discorso in telugu; per tradurre in inglese, egli deve conoscere il telugu. Naturalmente lo conosce, ma, mentre traduce, usa soltanto parole inglesi. Nello stesso modo, anche se voi conoscete la vita precedente, la dimenticate perché vi concentrate su quella attuale; se ve la si mostra, la ricordate. Comunque non bisogna preoccuparsi del passato; il passato è passato, il futuro non è sicuro: non ci rimuginate sopra. Il presente è molto importante; questo non è un presente comune: è onnipresente. Prima di tutto, dovete comprendere in che modo il presente diventi onnipresente. Il vostro presente raccoglie il risultato del passato e ciò che risulterà in futuro dipende dal presente. Più tardi, l’alito saprà di ciò che mangiate ora; il vostro fiato avrà l’odore di quello che avete mangiato al mattino. Passato e futuro sono come alberi, mentre il presente è il seme. Senza seme non può esserci alcun albero; il seme del presente viene dall’albero del passato e l’albero del futuro verrà dal seme del presente. È in riferimento a questo che il Signore Krishna nella Bhagavad Gîtâ dichiara:

Bîjam mâm sarva bhûtânâm
“Io sono il seme di tutti gli esseri viventi.”

Dio non ha nascita, ma tutti i nomi e tutte le forme sono Suoi. Ieri, nel Mio Discorso, vi ho detto che, quando i chapati di Lakshmibai Shinde furono mangiati da un cane, Baba disse che li aveva mangiati Lui. Dio non tiene conto di alcuna differenza tra alto e basso; la Stessa Divinità è presente in tutti i nomi e tutte le forme, e questo evidenzia l’unità della creazione intera. La purezza di cuore è essenziale per raggiungere Dio

La mente è la causa fondamentale di ogni cosa, buona o cattiva; è per questo che è stato detto:

Mana eva manushyânâm kâranam bandhamokshayo
“La mente è la causa della schiavitù e della liberazione dell’uomo.”

Io ho citato molte volte ai bambini l’esempio della serratura e della chiave: quando si gira la chiave verso destra, la serratura si apre e, quando la si gira verso sinistra, la serratura si chiude. La chiave e la serratura sono le stesse nei due casi: la differenza consiste soltanto nella direzione verso cui si gira. Il cuore è la serratura e la mente è la chiave: quando volgete la mente verso Dio, sviluppate il distacco, mentre, quando la rivolgete al mondo, sviluppate l’attaccamento. Quando osservate il mondo con sentimenti terreni, vedete soltanto il mondo, prakriti, mentre, se lo guardate con sentimenti divini, lo vedete come la manifestazione di Dio. La mente è una, ma assume forme differenti. Perché? A seconda del tipo di sankalpa (caratteristica del pensiero deliberante), la sua forma subisce dei cambiamenti ed essa deve agire in accordo con qualunque forma assuma; l’azione non può essere in contrasto con la sua forma. C’era, ad esempio, un grande attore, di nome Nagayya, che una volta recitò il ruolo di Thyagayya. Dopo aver assunto le vesti di quel personaggio, doveva agire coerentemente con esso; la gente gli avrebbe tirato le pietre se avesse agito come Nagayya dopo aver accettato il ruolo di Thyagayya. Egli poteva essere Nagayya dietro le quinte, ma, sulla scena, doveva essere Thyagayya. In modo simile, voi potete essere differenti da Me dal punto di vista terreno, ma, una volta che abbiate trasceso la vostra secolarità, voi e Io siamo uno. Voi vedete Dio continuamente, eppure dite che desiderate vedere Dio. Tutto ciò che vedete è Dio; tutte le teste che vedete appartengono alla Forma Cosmica del Divino. Ogni cosa in questo mondo è l’incarnazione della Divinità, ogni individuo è essenzialmente divino, ogni entità è divina per natura. Nonostante vediate la manifestazione di Dio dovunque e in ogni cosa, voi dite di voler vedere Dio. Che mentalità ristretta avete e come siete sciocchi! Qual è, secondo voi, la forma di Dio? Vedendo che cosa crederete che quello sia Dio? Voi non sapete chi sia Dio, né quale sia il Suo aspetto; come può accadere quindi che, vedendo qualcosa, crediate che sia Dio? Questa è pura stoltezza. Tutto è manifestazione di Dio; se acquisirete una salda fede in questa verità, comprenderete che non c’è fede più grande di questa. Quando il re Parîkshit venne a sapere che gli rimanevano soltanto sette giorni di permanenza sulla terra a causa della maledizione di un rishi, pensò: “Perché dovrei sprecare questo tempo prezioso di sette giorni? Sarà bene che lo passi in contemplazione di Dio.” Egli pregò il Saggio Shuka di raccontargli la storia del Bhâgavata in sette giorni e questi illustrò splendidamente l’amore delle gopî per Krishna. Nella mente di Parîkshit sorse allora un dubbio ed egli chiese: “Swami! Le gopî erano illetterate, non avevano alcuna conoscenza dei Veda, delle Shâstra, dell’Itihâsa e dei Purâna, né facevano alcuna pratica spirituale; come potevano dunque ottenere l’Amore di Dio?” Shuka rispose: “Tutti quelli che conoscono i Veda, le Shâstra, l’Itihâsa e i Purâna sono forse capaci di vedere Dio? I Veda, le Shâstra, l’Itihâsa e i Purâna descrivono semplicemente alcuni attributi Suoi, ma per raggiungerLo è essenziale la purezza di cuore.” Leggendo i testi sacri, si può diventare persone istruite, ma questa non è Conoscenza Divina; non si può ottenere la Conoscenza Divina semplicemente leggendo i testi sacri; essi apportano soltanto un cambiamento nella mente. Supponiamo che un bambino sfogli il Râmâyana; anche uno studioso lo fa, ma, mentre il piccolo vede solamente le figure, l’uomo istruito cerca di afferrare l’essenza della materia trattata. L’azione di voltare le pagine è la stessa, ma nel modo di considerarle c’è differenza. Anche dopo averle scorse, il bambino rimane ignorante com’era, mentre lo studioso diventa uno jñanî e un conoscitore del contenuto.

L’uomo dovrebbe condurre una vita degna di un essere umano

Una volta un bambino capriccioso cominciò a piangere e a disturbare sua madre ed ella gli disse di sedere vicino al padre; questi stava facendo il lavoro d’ufficio e il ragazzo, appena seduto, prese a giocare con le sue carte. L’uomo vide una mappa del mondo lì vicino, la tagliò in vari pezzi e gli chiese di ricomporla per tenerlo occupato. Il figlio non comprendeva dove dovessero esser posti i diversi Paesi, ma, nell’osservarla di nuovo, vide che sul retro c’era una figura umana e questo lo poté comprendere facilmente: identificò le mani, la testa e le altre parti della figura, e la ricompose. Egli ricostruì soltanto la figura umana, ma, nel far questo, la mappa del mondo, che lui non comprendeva, fu ricomposta. Come fu messa in ordine la mappa del mondo? Fu ordinata ricomponendo correttamente la figura umana. Quindi, prima di tutto, l’uomo deve diventare buono; allora il mondo intero diverrà buono. Per questo, la cosa più necessaria è che egli si comporti in modo degno di un essere umano e conduca una vita che soddisfi il suo stato di essere umano; basta questo a trasformare l’umano in Divino. Come può fare qualcosa di bene al mondo se invece diventa un animale? È impossibile. Per questo, la prima cosa da fare è condurre una vita degna di un essere umano e non degenerare al livello di un animale o diventare un demone. Vivere come esseri umani è sufficiente; questa è la via che conduce alla Divinità.

Sattva, rajas e tamas

La responsabile del fatto che l’uomo viva come tale, che salga al livello divino o degeneri a quello di un animale, è la mente. Umanità, animalità e Divinità non esistono separatamente: sono tutte presenti nell’uomo. Quando vivete con amore, gentilezza e compassione, salite al livello di Dio. Questi sono gli attributi della qualità satvica (armonia, equilibrio, purezza). Se, al contrario, diventate schiavi dei sensi e vi sottomettete ai loro dettami, vi adirate e agitate da un momento all’altro; questi sono gli attributi della qualità rajasica (attività, desiderio, passione). Allora, diventate veramente un demone. Sotto l’influenza della qualità tamasica (oscurità, inerzia, passività), si vede il bene come male e il male come bene.

L’uomo è un miscuglio di qualità satvica, rajasica e tamasica, e anche il mondo è una combinazione di questi tre attributi; essi vanno trascesi e soltanto allora si può sperimentare la Beatitudine Divina (Brahmânanda). Obbedite al comando divino e agite coerentemente con esso. Cercate di comprendere che cosa Dio si aspetti da voi e maturate la sacra consapevolezza del fatto che Dio, nonostante sia presente in tutti, assume la forma umana per la redenzione dell’uomo. Se voi vedete soltanto la Sua forma fisica e pensate che Egli sia uguale a qualunque altro essere umano, non fate un passo avanti; la forma fisica di Dio può essere simile a qualunque altra forma umana. La differenza è nei sentimenti: Dio ama i sentimenti e non l’apparenza esteriore, mentre l’uomo fa il contrario. Voi dovreste trascendere le apparenze esteriori e sforzarvi di maturare i sentimenti divini.

Dio è Amore e Compassione totali

Questi erano i dubbi che Nana aveva all’inizio. Più tardi, egli acquisì una tale fede in Baba che non Lo avrebbe lasciato neanche per un momento. Se Baba voleva fumare, era Nana che Gli preparava la pipa. Egli divenne uno stretto devoto di Baba; tra loro c’era una relazione così intima che nessuno dei due prendeva cibo se non in compagnia dell’altro. Le persone ordinarie non potevano comprendere il mistero di questa relazione. Alcuni chiedevano perché Baba non volesse mangiare senza Nana ed Egli diceva loro: “È il mio dolce volere; perché vi disturba? Chi siete voi per sindacarmi? Io ho voglia di mangiare solamente quando Nana è con Me.” Dio è l’oceano di compassione; Egli è Compassione al cento per cento e Amore al cento per cento: non c’è nessuno che sia più amorevole e più compassionevole di Lui. Bisogna che comprendiate correttamente il Principio Divino dell’Amore. Questo Amore è presente in tutti, per cui voi dovreste amare tutti e non odiare nessuno. Se odiate gli altri, anche gli altri vi odiano; tutto è reazione, riflesso e risonanza. Nessuno può sapere come fosse la sua vita precedente, né può dire che cosa lo aspetti in quella presente. Per le persone come Nana, ogni lavoro va automaticamente a buon fine. Anche se esse non hanno desiderio di Dio, Dio Stesso le attrae a Sé. Per quale ragione? Quella principale è il merito che hanno acquisito nelle vite passate; è il seme delle loro nascite precedenti che diventa un albero e fruttifica nella vita presente. Senza il seme, non può nascere nessun albero. Supponete che una sera andiate su una spiaggia: troverete soltanto sabbia dovunque, ma, se il giorno seguente piove, il giorno dopo ancora vedrete molti germogli far capolino. Ieri non c’era alcun germoglio, ma oggi vedete molti getti verdi. Per quale ragione? Ieri erano nella sabbia in forma di semi; oggi hanno germinato e sono diventati piante. Se ieri non ci fossero stati i semi, oggi non ci sarebbero state le piante. I semi non li possiamo vedere, mentre le piante diventano visibili; similmente, le azioni passate non si vedono, ma i loro risultati saranno visibili e dovranno essere sperimentati nella incarnazione presente. Comunque, non preoccupatevi delle vite precedenti e aspettate la grazia Divina; a suo tempo sarà sparsa su di voi. Non sprecate tempo; lo spreco di tempo è spreco di vita. Ogni individuo ha con la Divinità una relazione unica della quale nessuno può dire niente; soltanto Dio la conosce.

Solamente Dio ha il libero arbitrio

Molti giovani moderni parlano del libero arbitrio. Qual è il significato di “libero arbitrio” e chi ha il libero arbitrio? Nessuno eccetto Dio. Voi dite di avere il libero arbitrio di fare una certa cosa, ma un momento dopo siete in dubbio di poterla portare a termine; allora come potete dire di avere il libero arbitrio? Soltanto il Divino lo ha e nessun altro. Persino il Presidente di uno Stato deve sottostare a regole e regolamenti, ma Dio non ha restrizioni simili. Egli può fare tutto. Quello è libero arbitrio. Il termine “libero arbitrio” non dovrebbe essere usato in relazione agli esseri umani; Dio solamente ha il libero arbitrio. Questo è il potere reale. L’uomo deve condurre la sua vita da essere umano vero e comportarsi come tale nel rapporto con i suoi simili. Dato che vivete in una società di esseri umani, non dovete comportarvi come animali. Se salutate gli altri con un “Buon giorno”, essi vi risponderanno nello stesso modo; gli altri parleranno con voi con gli stessi sentimenti con cui vi rivolgete a loro, per cui parlate dolcemente, comportatevi con cortesia, agite rettamente e guadagnatevi un buon nome. Dovete diventare degli ideali per gli altri; sforzatevi di avere umanità: soltanto allora otterrete il loro plauso.

(Baba ha concluso il Discorso con il bhajan: “Govinda Krishna Jai…”

Prashânti Nilayam, 23 giugno 1996, Sai Kulwant Hall

(Tradotto da “Sanâtana Sârathi”, febbraio 2010)

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