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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1996:19960830

19960830 - 30 agosto

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

IMPEDITE ALLA POLITICA DI ENTRARE NEI VILLAGGI

“A causa dell’assenza del timore di peccare e di amore per Dio, il sentimento di umanità è scemato nell’essere umano; questo è dannoso per la pace universale.”

“La vera istruzione è quella che elimina la ristrettezza mentale e promuove l’unità. Essa insegna all’essere umano a vivere in pace con i suoi simili e stabilisce la pace nel mondo.”

NON FATE DIFFERENZE DI CASTA O CREDO

Incarnazioni dell’Amore!
Ovunque posiate oggi lo sguardo, il mondo è in uno stato di confusione, paura, agitazione e sofferenza. Nel tempo in cui i demoni dell’agitazione, della scostumatezza e della disonestà si manifestano nella danza terrificante della morte, solamente gli studenti possono ripristinare la pace e la sicurezza nel Paese.

Cari studenti!
Voi potete cancellare le differenze, la sofferenza e l’agitazione, stabilendo così la pace e la sicurezza, soltanto se generate in voi lo spirito di unità.

“Un solo Âtma risiede in tutti gli esseri.”

Gli studenti devono identificarsi con la società

Riconoscere la verità del fatto che la Divinità è presente in tutti e comportarsi di conseguenza è oggi il dovere principale degli studenti, ma, sfortunatamente, essi hanno atteggiamenti e sistemi loro, e perseguono l’interesse personale; non c’è nessuno che serva la società tenendo in considerazione il benessere di tutti. Come l’acqua diventa un tutt’uno col latte, gli studenti devono identificarsi con tutti, stringere le mani di tutti con spirito di unità, tolleranza ed empatia impegnandosi per il progresso della società. Solamente così vi può essere pace nel Paese.

Studenti!
I cittadini che vedete e gli uomini autorevoli che oggi seguite sono stati anch’essi, un tempo, studenti come voi; gli studenti di oggi sono i cittadini di domani, quindi è vostra responsabilità rimediare alle deficienze e alle distorsioni che trovate nella società.

Incarnazioni dell’Amore!
Gli studenti di una nazione sono come le radici dell’albero: se esse diventano deboli, la pianta cade al suolo. In modo simile, se gli studenti diventano mentalmente deboli, la nazione ne soffrirà. Quindi essi devono essere mentalmente forti, condurre una vita ideale, dare serenità alla società e non dare mai spazio a sentimenti meschini come “io” e “la mia famiglia”. La serenità di un individuo dipende dalla famiglia e quella della famiglia dipende dalla società; allo stesso modo, il benessere della società dipende dalla nazione. La serenità della nazione, della società e della famiglia dipende dal carattere e dalle virtù degli individui.

Studenti!
La gente viene qui da vari luoghi e Paesi, ma in tutti è presente la stessa Divinità.

“Le religioni sono molte, ma la meta è una.
Le vesti sono molte, ma la stoffa è una.
I gioielli sono molti, ma l’oro è uno.
Le mucche sono molte, ma il latte è uno.
Gli esseri sono molti, ma il respiro è uno.
Le caste sono molte, ma l’umanità è una.
Gli esseri sono molti, ma l’Âtma è uno. I fiori sono molti, ma l’adorazione è una.
Ascoltate, o valorosi figli di Bhârat!”

Fin dai tempi antichi, la sacra terra di Bhârat ha dato gioia a tutto il mondo propagando i princìpi dell’Unita e della Divinità. Le Upanishad insegnano il principio dell’Unità ed esortano l’essere umano a riconoscerla quale scopo della vita. A causa del sistema educativo difettoso e alla prevalenza dell’egoismo e dell’interesse personale nella società, questo principio di unità è stato distrutto. Oggi, le persone colte causano irrequietezza nella società evidenziando la diversità nell’unità invece di rappresentare l’unità nella diversità.

Mantenete l’unità e la purezza nei villaggi

Nei tempi antichi c’erano grande unità e purezza nei villaggi; in qualunque momento ci fosse un matrimonio in una casa, tutta la gente del villaggio si riuniva in spirito di unità e aiutava la famiglia coinvolta. Essi credevano nel principio di unità. Se oggi c’è un matrimonio in casa loro, domani può essercene uno in casa tua; se oggi aiuti gli altri, domani gli altri aiuteranno te. Sentimenti aperti di questo tipo promuovevano la sacralità nei villaggi. Allora c’era un sistema di famiglie unite: quattro fratelli vivevano nella stessa casa con le mogli e i figli come una famiglia sola, ma, con il passare del tempo e il cambiamento delle circostanze, la mente umana si è corrotta con il risultato che oggi ci sono differenze anche nei villaggi. Se i membri di una famiglia sono quattro, ci sono quattro opinioni differenti. Perché? L’egoismo e l’avidità sono i responsabili principali di questa situazione; il desiderio di denaro e potere ha varcato, nel mondo odierno, tutti i limiti. Il denaro viene e va; quanto resterà con voi? Che cosa farete con troppo denaro? Tenetene quanto ve ne necessita; l’eccesso vi rovinerà la mente. Oggi, le persone non vogliono lasciare le loro posizioni di autorità fino all’ultimo respiro, e la politica promuove la cattiveria e le intenzioni malvagie nei villaggi. In essi, la politica è responsabile della degenerazione dei valori.

Cari abitanti!
Non lasciate che la politica entri nei vostri villaggi. Non odiate nessuno, non nutrite odio per nessuno. Amate tutti. Se accogliete la politica, la vostra samâj (società) diverrà un samâdhi (tomba). Oggi, la gente dei villaggi lascia che cose simili accadano. Se ci sarà unità tra i membri di una famiglia, l’agitazione non troverà spazio, tutti saranno liberi dalle preoccupazioni, e la serenità regnerà suprema; se invece tra i membri della famiglia nascono delle differenze, tutto diventa peggio dell’inferno.

“Il corpo è un tempio e il residente è Dio.”

Nella casa del corpo umano ci vivono tre persone, cioè il pensiero, la parola e l’azione. L’essere umano può godere di pace e serenità solamente quando c’è unità tra questi tre, ma oggi la sua mente va in una direzione mentre la parola va altrove e l’azione prende una strada ancora diversa. Come può esserci pace in questa “casa” se queste tre “persone” vanno in tre direzioni differenti? Non ci sarà shânti (pace) né kânti (luce); ci sarà oscurità totale e ignoranza. Può, il destino, escludere la sofferenza in una situazione simile?

Tutti sono figli di Dio

Molte persone si mostrano estremamente calme e serene come se fossero libere dalle preoccupazioni, ma lo fanno per ego: i fatti sono diversi. Un fico può sembrare molto bello, ma può essere pieno di insetti quando lo aprite. In modo simile, certe persone sembrano luminose, ma, se le osservate da vicino, in esse troverete solamente qualità malvagie e pensieri cattivi; non c’è spazio, in loro, per i sentimenti divini.

Studenti!
Comprendendo la situazione di questo periodo, dovreste seguire la strada corretta nella vita. Non considerate differenze di casta o di credo. Prendiamo in esame la pelle umana: qual è la casta della pelle? Il sangue circola nel corpo dalla testa ai piedi: qual è la casta del sangue? Allo stesso modo, nel corpo ci sono i muscoli e le ossa: qual è la loro casta? L’Âtma pervade ogni cellula umana: qual è la casta dell’Âtma? Qual è la casta dei cinque elementi, cioè la terra, l’acqua, il fuoco, l’aria e l’etere? Sfortunatamente, l’essere umano ha generato differenze sulla base della casta e del credo: è la sua estrema ignoranza, la sua insensatezza più grande. In effetti, questa è una caratteristica demoniaca. Sono le differenze di casta e credo ad aver creato oggi tutta questa irrequietezza e sofferenza, e ad aver gettato la società nella confusione. Tutti sono uno e tutti sono figli di Dio; quindi acquisite lo spirito della Fratellanza dell’Uomo e della Paternità di Dio. Non c’è nessuno che non sia figlio di Dio. Tutti sono incarnazioni della Divinità.

“L’Âtma eterno in tutti gli esseri è parte della Mia Essenza.”

Il Signore Krishna dichiara con enfasi nella Bhagavad Gîtâ: “Tutti voi siete aspetti del Mio Essere, non dei cinque elementi o della Natura.” Voi venite a Prashânti Nilayam da molti anni, avete partecipato a molte funzioni e preso nota degli insegnamenti di Swami dicendo: “Con che dolcezza Swami ha detto queste verità!” Quanti di voi seguono i Miei insegnamenti? Per che cosa venite qui? Qual è lo scopo per cui venite? Se non mettete in pratica almeno uno degli insegnamenti di Swami, la vostra vita andrà sprecata. In effetti, gli animali sono migliori di voi. Qui c’è l’elefantessa Sai Gita che segue con fervore qualunque istruzione le venga data; com’è intelligente! Voi vi definite devoti. Che peccato se non mettete in pratica almeno una delle raccomandazioni di Swami nella vita quotidiana! C’è qualcuno di voi che è in pace, che è libero dall’ego e dall’odio? Il vostro ego, al contrario, cresce di giorno in giorno. Più l’ego cresce più decresce il vostro potere atmico. Qualunque cosa tocchiate diventa cenere; questa è la causa della vostra sofferenza. Per questo madre Natura si lamenta con il Signore:

“Perché c’è tanta ostilità tra gli esseri umani, Signore? L’Amore è diventato veleno, la mente è inquinata del tutto e l’essere umano è caduto vittima dei vizi. A che serve?”

La Natura e Dio sono connessi intimamente e inseparabilmente. La filosofia basata sulle Upanishad della sacra terra di Bhârat non ha paragoni.
Nel 1926, un filosofo inglese visitò l’India. Dato che a quel tempo il Paese era sotto il dominio inglese, egli poteva andare dovunque volesse. Quel visitatore fu profondamente impressionato dall’unità dei Bhâratîya e, al ritorno in patria, dichiarò: “Che grande spirito di unità hanno i Bhâratîya! Come sono sacri gli insegnamenti delle Upanishad! Tutti i Bhâratîya sono uniti dal solo filo della Divinità.” E aggiunse: “Se devo nascere ancora, vorrei nascere nella sacra terra di Bhârat e lì vorrei anche morire. Non c’è alcun Paese che possa eguagliare la sacralità di Bhârat.” La sua sacralità è stata riconosciuta da molti filosofi inglesi, ma oggi le persone di altre nazioni hanno una comprensione migliore della cultura e della filosofia indiane. Molte di loro vengono in India in cerca della Verità rinunciando alle loro comodità. Tutti i piaceri fisici sono momentanei.

Tutti devono lasciare il mondo a mani vuote

Non si deve essere orgogliosi della condizione giovanile del proprio corpo. Che cosa sono i piaceri e le comodità fisiche? In verità, in essi non c’è felicità. Per questo Âdi Shankara dichiarò allora: “Non siate orgogliosi della ricchezza, della progenie e della gioventù: la marea del tempo può distruggerli in un istante.” Tutti i piaceri fisici sono momentanei; non potete godere della vera felicità neppure per un minuto. Come l’oscurità totale segue un lampo accecante, il patimento segue la felicità fisica. Voi vedete solamente la luce brillante del lampo e vi sentite felici senza capire che ciò che segue è l’oscurità totale; vi esaltate vedendo la luce della gioventù momentanea e non comprendete che l’oscurità della vecchiaia la segue da vicino. Allora i vostri stessi figli rideranno di voi.

“O uomo, non inorgoglirti della tua bellezza, della gioventù e della forza fisica: diverrai vecchio molto presto.
I capelli diverranno grigi, la pelle si riempirà di rughe, la vista si annebbierà e i bambini ti dileggeranno chiamandoti vecchia scimmia.
Tu non sei migliore di un burattino di cuoio.
Cerca di comprendere il mistero che si cela dietro questo teatro dei burattini.”

Niente vi appartiene

Ciò che dovete raggiungere oggi è l’unità, ma sfortunatamente non c’è unità neppure tra i membri della stessa famiglia. Allo stesso modo, l’unità manca tra i vicini, tra gli abitanti di un villaggio e l’altro e tra una nazione e l’altra. Che sventura è mai questa! È un segno di malvagità. Chi desidera il progresso della nazione non dà spazio ai conflitti. In Bhârat non c’è penuria d’acqua. Il Gange, lo Yamunâ, il Godâvarî, il Krishnâ e il Kâverî sono fiumi grandi e perenni; perché allora la gente non fa un uso corretto dell’acqua di questi fiumi? Le persone continuano a litigare dicendo: “Questo è mio e quello è tuo.” Perché lottate gli uni contro gli altri quando neanche il corpo è vostro? Chi prenderà il vostro corpo quando ve ne andrete da questo mondo? Nessuno vorrà neppure toccarlo. I parenti vi seguiranno solamente fino al luogo della cremazione. Niente vi appartiene, neppure il corpo; quindi dov’è il problema del “mio” e “tuo”? Voi continuate ad accumulare ricchezza per tutta la vita, ma, al momento della morte, dovete lasciare tutto qui e andar via a mani vuote. Che cosa avete portato quando siete nati? Che cosa potete portare con voi quando andate via? Una volta compresa correttamente questa verità, non ci sarà più spazio per l’avidità. C’è qualcuno che ha portato con sé anche solo un pezzettino di stoffa quando è morto? Nessuno. Per tutta la vita accrescete l’attaccamento dicendo “la mia famiglia, i miei figli e le mie relazioni”. Chi è vostro davvero? Al momento di morire, potete dar loro l’indirizzo di dove andate? Non dareste loro il prossimo indirizzo prima di partire da questo mondo se essi vi appartenessero veramente? Nessuno vi appartiene. Chi appartiene a chi? Voi dovete comunque assolvere i vostri doveri finché siete in vita, ma, per quanto riguarda Dio, ognuno deve seguire un percorso suo, personale. Ogni madre ama suo figlio teneramente; quando il figlio è malato e sofferente, ella soffre dieci volte più di lui. Per il fatto di amarlo così teneramente, sarà capace, la madre, di prendere su di sé la sofferenza del figlio? È del tutto impossibile. Allo stesso modo, la fame del figlio viene forse saziata se la madre mangia? Ognuno raccoglie i propri meriti e demeriti. Non è possibile che la madre condivida i meriti e i demeriti del figlio e viceversa. Potete dividere con gli altri le proprietà, ma non la Grazia Divina. Ciò che fate è vostro e ciò che gli altri fanno è loro, ma voi dovete pregare sempre per il benessere di tutti. Questo è un impegno nobile ed è per questo che, alla fine della sessione di bhajan, preghiamo Samasta Lokah Sukhino Bhavantu (possano gli esseri di tutti i mondi essere felici!).

Adornatevi con l’ornamento delle virtù

Incarnazioni dell’Amore!
Non trasformate le vostre insignificanti diversità in grandi lotte nei villaggi. Chi è infine il perdente in questo? Se indagate profondamente, vi accorgete che tutto il villaggio soffre per questa vostra ira momentanea; quindi non date spazio alle differenze e ai conflitti. Siate uniti. A volte potete essere arrabbiati, ma lasciate che la rabbia scemi. Dovete tenere presente il benessere della famiglia e del villaggio. Sforzatevi di farvi un buon nome; per sostenere la vostra reputazione, dovete essere pronti a sacrificare persino la vita. Che cos’è che procura la bellezza alle vostre mani? Un braccialetto o un pendaglio d’oro? No, no, l’ornamento vero per la mano è la carità.

“La carità è il vero ornamento per la mano. La verità è la vera collana.”

Non è una collana a dare bellezza al vostro collo; la verità è il vero ornamento.

“L’ascolto dei testi sacri è l’ornamento vero delle orecchie.”

A che servono gli altri ornamenti? Ognuno deve indossare questi ornamenti e ottenere una buona reputazione. Parlate in modo veritiero, alimentate lo spirito di sacrificio e ascoltate i sacri insegnamenti; se avete queste tre virtù, non c’è Dio più grande di voi. In effetti, voi siete Dio; Egli non è separato da voi. Ricordate costantemente a voi stessi “Io sono Brahman”; se vi colmate di simili sentimenti sacri, albergherete pensieri divini. Quando pensate “Io sono Dio”, la vostra coscienza vi guiderà a comportarvi come Dio. Al fine di coltivare pensieri divini di questo tipo, alimentate la convinzione “Io sono Dio”.

“Dio non si trova in una terra straniera. È in voi Il peccato non è altrove; è lì dove si commette un’azione sbagliata.”

Il peccato e il merito non si trovano in una terra lontana: sono in voi. Allo stesso modo, anche Dio è in voi. Quindi fate un uso sacro del corpo.

Bhagavân ha concluso il Discorso con i bhajan: “Hare Râma, Hare Râma……” e “Subrahmanyam Subrahmanyam….”.

Prashânti Nilayam, 30 agosto 1996, Sai Kulwant Hall

(Da “SANÂTANA SÂRATHI”, luglio 2014)

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