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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1998:19980928

19980928 - 28 settembre

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

La Rosa e la spina

Persino un milionario deve sapersi accontentare del comune cibo: egli non può infatti seguire un regime alimentare a base di oro. Quando il momento non è propizio, un bastone si può trasformare in un serpente; quando invece è propizio, la polvere può trasformarsi in oro.

La ruota del tempo può trasformare un erudito in uno stolto e uno stolto in un santo.
Un uomo ricco può diventare, una volta o l’altra, un giocattolo delle avversità.
Qualunque sforzo si compia, non si può avere ciò che non si è destinati a ottenere.
O uomo, non essere troppo ambizioso! Conduci piuttosto una vita nobile, facendo buon uso dell’intelletto.

Incarnazioni dell’Amore,

in questo grande mondo, fra tutte le creature viventi, l’uomo è quello che possiede la vita più nobile. Si nasce come esseri umani in base al risultato di azioni meritorie compiute in vite passate. Come un piccolo disco contiene molte canzoni, poesie e dialoghi, così il corpo umano contiene, in forma sottile, l’intero universo. Tenendo il disco vicino agli occhi non potete vedere il testo dei dialoghi e delle canzoni, e neppure udirne il suono se lo tenete vicino alle orecchie. Solo mettendolo in funzione riuscirete a udire la musica e i dialoghi in esso contenuti.

Il cuore umano, che può essere paragonato a un disco, contiene in sé tutte le caratteristiche delle vite precedenti. La reazione, la risonanza e il riflesso di tutto ciò che avete visto, udito e sperimentato sono contenuti in esso.

Lo sconfinato oceano, le imponenti montagne e tutti i diversi posti che avete visitato sono impressi nel vostro cuore. In breve, l’universo intero è impresso nel cuore umano. Si può quindi affermare che l’essere umano è l’incarnazione del principio cosmico. L’uomo, tuttavia, non riuscendo a comprendere questa verità, si considera indegno ed è alla mercè della gioia e del dolore, del bene e del male.

Da dove ha avuto origine l’universo? Le Sruti (i Veda) hanno dato a ciò la giusta risposta. L’universo è scaturito da dove ha avuto origine il principio dell’ ”Io”, vale a dire da hrdaya, il cuore. Le Sruti dichiarano che il cuore è l’origine del principio dell’ “Io”. Esso è onnipervadente. Tutti usano questo monosillabo per parlare di sé stessi. Non vi è luogo o persona senza questo principio dell’ “Io”; ce l’hanno persino gli animali, sebbene non siano in grado di esprimerlo.

Ovunque vi sia l’ “Io”, là c’è il cuore che non è circoscritto solo entro il corpo, ma permea ogni cosa. “Io” è il nome dell’Atma; in ognuno, quindi, l’Atma è presente nella forma dell’“Io” ed è associato al Buddhi, l’Intelletto. Dalla persona analfabeta all’erudito, tutti definiscono l’Intelletto come il potere di discriminare ciò che è transitorio da ciò che è permanente. Questa, però, non è la definizione esatta.

Il Buddhi o Intelletto ha cinque aspetti: Shraddha, Rutam, Satyam, Yogam e Mahattatvam.

Shraddha contiene in sé due poteri: uno è l’interesse, l’altro la fermezza. Rutam si riferisce all’unità di pensiero, parola e azione; quando viene espresso sotto forma di parole diventa Satyam, Verità. Yogam fa riferimento al controllo sui sensi. Il quinto aspetto, Mahattatvam, è ciò che è sacro e divino. Dato che l’Intelletto comprende tutti e cinque questi aspetti, non lo sminuiamo forse se lo definiamo semplicemente come il potere discriminante fra ciò che è transitorio e ciò che è permanente?

Oggi molti parlano della mente e dell’intelletto senza comprendere il loro vero significato. Tali persone ritengono che la mente sia solo una mescolanza di pensieri, ma anche le azioni sono ad essa associate. Quando mente e intelletto si uniscono, l’essere umano raggiunge uno stato di libertà che è detto Moksa, cioè Liberazione.

È un errore intraprendere pratiche spirituali per controllare la mente la cui natura è misteriosa; essa è instabile e associata con l’ego. Chi può governarla? È impossibile. Non cercate quindi mai di controllare la mente. Seguite invece l’intelletto: la mente, allora, si sottometterà spontaneamente. Il padrone della mente è l’intelletto; il padrone dell’intelletto è l’Atma. L’Atma non ha maestri. Quindi, padroneggiate la mente diventando delle menti superiori.

La ricerca della Verità è ricerca di Dio, perché la Verità è Dio. Quindi, adorate la Verità, seguitela e mettetela in pratica.

La gente può negare Dio, ma nessuno può negare la Verità. Non la si può frazionare dicendo che ne esiste una pakistana, una americana, una indiana, ecc. La Verità è la stessa per la gente di ogni nazione e di ogni religione, in ogni tempo ed è una; Dio, quindi, è uno. Voi, però, adorate il Divino in forme differenti; questa è illusione (bhranti). Finché in voi ci sarà bhranti, non potrete arrivare a Brahma.

L’illusione è all’origine di ogni vostra sofferenza: quindi, per prima cosa, rinunciate ad essa. È un errore pensare che Dio sia separato da voi. Quando diventerete una cosa sola con Dio non potrete più esserNe separati.

Se, ad esempio, l’acqua contenuta in un vaso viene versato nell’oceano, essa diventa una sola cosa con l’oceano. Non potete separarli. Allo stesso modo, una volta che il vostro amore sarà in unità con Dio, diventerete uno con Lui. Come si può giungere a questa unificazione? Quando il fuoco e il carbone vengono lasciati divisi l’uno dall’altro, essi rimangono come sono. Solo ponendoli vicini il fuoco entrerà nel carbone. Se poi si farà anche vento, il carbone si trasformerà in fuoco.

Allo stesso modo, accostatevi di più a Dio e amateLo con tutto il cuore. Andare vicino a Dio, può essere paragonato al carbone che entra in contatto col fuoco (nearness: vicinanza), e amare Dio con tutto il cuore può esser paragonato allo sventolamento (dearness: l’esser caro). Le due cose vi porteranno, alla fine, a essere una sola cosa con Dio. Questo è ciò che il Vedanta dichiara: “Chi conosce il Brahma diventa uno con Lui”.

Il corpo umano contiene tutti e tre i mondi: il Devaloka (il capo), il Naraloka (la gola), e il Nagaloka (il cuore).

Il capo rappresenta il Devaloka, il Paradiso, poiché in esso sono situati tutti e cinque i sensi che percepiscono il suono (udito), il contatto (tatto), la forma (vista), il sapore (gusto) e l’odore (olfatto).

Il corpo è costituito di cinque elementi ed è destinato a perire, ma l’Abitatore del corpo è immortale. Egli non ha nascita né morte, e neppure legami. In verità, l’Abitatore è Dio stesso.

Questo sacro corpo, tempio del Divino, viene usato male.

Ieri vi ho detto che il mondo è fatto di cinque elementi; anche il corpo umano ne è costituito e Dio è presente sotto forma dei cinque elementi in tutto il mondo.

Recitano i Veda: “Il Divino è presente in te, è con te, è sopra, sotto e intorno a te”.

La struttura dell’essere umano è costituita di cinque involucri: l’involucro grossolano, quello energetico, quello mentale, quello intuitivo e quello della Beatitudine. Per ottenere la saggezza non occorre studiare i testi sacri o ascoltare gli insegnamenti degli anziani; la sacra guaina della saggezza è già presente in voi. Quando ne avrete fatto esperienza, arriverete a sperimentare la guaina della Beatitudine. Come la bolla nasce dall’acqua, con essa si alimenta e infine vi si fonde, così anche l’essere umano proviene dalla Beatitudine, ne viene sostenuto, e in essa, alla fine, torna a fondersi. Voi, però, non siete consapevoli di ciò e sprecate tempo, denaro ed energie cercando la Beatitudine.

In verità, l’uomo spreca tantissimo tempo in esperienze terrene, ma non trascorre neppure un attimo per conoscere il proprio Sé. Chi sono io? A quale scopo sono nato? Che cosa sto facendo? L’uomo non si pone queste domande; chiede invece agli altri: “Chi sei? Da dove vieni? Che cosa stai facendo?” Egli usa la propria curiosità per indagare sugli altri, non su se stesso.

Qual è lo scopo della vita? Non è mangiare, bere, dormire o morire. Il corpo è stato donato per seguire il Dharma e il vostro Dharma è di conoscere il vostro Sé. Considerate tutti divini e il mondo intero come la dimora di Dio. Offrite tutte le vostre azioni a Dio, fate che ogni parola da voi pronunciata sia un mantra e ogni vostro passo una circumambulazione attorno a Dio.

Invece di consacrare in tal modo la propria vita, l’uomo dissipa tempo ed energia ad accumulare ricchezze. Che senso ha guadagnare? A dire il vero, non ha alcun senso. A causa dei desideri smodati, egli diventa un grosso zero. Lo zero acquista valore se è preceduto dal numero uno (l’eroe). A mano a mano che il numero degli zeri aumenta, s’accresce anche il valore se gli zeri sono preceduti dal numero uno.

Se, allo stesso modo, non perdete mai di vista Dio (l’Eroe), tutti gli zeri, come il vostro corpo, la mente e i sensi, acquisteranno anch’essi valore. L’eroe (hero) diventa zero (zero) se dimentica Dio. Il mondo è zero, la vita umana è zero, il cielo è zero, il Sole è zero e la Luna è zero. Tutti questi zeri hanno acquisito valore solo in virtù dell’Eroe, cioè a Dio.

Incarnazioni dell’amore,

prestate servizio e non pensate che state servendo gli altri, ma solo voi stessi. Anche tutte le pratiche spirituali, come la preghiera, le penitenze, la meditazione e i canti sacri sono destinate alla vostra personale soddisfazione. Dio non ne ha bisogno. Egli desidera solo una cosa: che conosciate il vostro Sé; solo allora conoscerete il Divino.

Fiducia in voi stessi e fiducia in Dio: questo è il segreto della grandezza.

Prahlada aveva una fede assoluta in Narayana, mentre Hiranyakaµipu aveva fede nel corpo. Dio proteggerà sempre chi ha una fede forte come Prahlada.

Oggi l’uomo visita templi e centri di pellegrinaggio in cerca di pace, ma non è là che può trovare la pace. Essa non si trova all’esterno, ma dentro di voi. Voi siete l’incarnazione della Pace, della Verità e dell’Amore. Cercate quindi dentro di voi e camminate lungo il sentiero dell’Amore; solo allora troverete la Pace. Con l’amore si può ottenere tutto. Dio è Amore; vivete nell’Amore.

Senza l’Amore non si può essere vittoriosi; esso vi aiuterà a trovare il vostro Sé. Per sperimentare l’Amore non occorre aver contatti con qualcuno e neppure sforzarsi: basta volgere la visione all’interno di sé.

Krishna affermò: “Gli esseri umani sono scintille del Divino”.

Offrite il vostro servizio a tutti: ciò equivale a servire Dio. La strada migliore per amare Dio è amare tutti e servire tutti. Se vivrete in tal modo, ogni vostra azione sarà gradita a Dio.

Incarnazioni dell’Amore,

voi avete bisogno di cibo, vestiario, riparo e di un po’ di denaro per acquistare farmaci in caso doveste ammalarvi. Ecco perché all’inizio ho detto: “O uomo, non essere mai troppo ambizioso; conduci piuttosto una vita nobile, facendo un uso adeguato dell’intelletto. La felicità consiste nel sapersi accontentare; il malcontento porterà all’infelicità. Per fare esperienza della pace tenete sotto controllo i desideri. L’infelicità è il luogo nativo di ogni desiderio. Nel viaggio della vita i desideri possono esser paragonati al bagaglio.

Meno bagaglio, maggior comodità: ciò rende piacevole il viaggio.

Riducete quindi i desideri: questa è vairagya, la rinuncia. A mano a mano che i desideri per il mondo diminuiscono, aumenta il desiderio per Dio. Questo è quanto dichiarano i Veda: “Né con le azioni, né con la progenie, né con la ricchezza, ma solo col sacrificio è possibile ottenere l’immortalità”.

Offrite ogni vostra azione a Dio, considerate tutti figli di Dio, reputate il denaro come un Suo dono e fatene buon uso. Finché in voi non ci sarà sacrificio, sarete solo schiavi della falsità. Solo il sacrificio vi darà l’immortalità. Qual è la strada per l’immortalità?

L’eliminazione dell’immoralità è l’unica strada verso l’immortalità.

Se non ci si libera delle cattive qualità come la bramosia, l’ira, la cupidigia e la gelosia, come ci si può aspettare di raggiungere l’immortalità.

Se il bicchiere è già pieno d’acqua, non è possibile riempirlo con qualcos’altro. Quando, allo stesso modo, la testa è piena di qualità negative, non potrà esservi posto per quelle positive. Avete colmato il recipiente del vostro cuore con ogni genere di preoccupazione; come potete aspettarvi di essere felici?

Vyasa concentrò l’essenza di tutti e diciotto i Purana in una strofa: “Aiutare sempre, non fare mai del male”. Solo così potrete essere felici. Se non vi è possibile prestare aiuto, almeno non fate del male ad alcuno, in nessuna circostanza. Dovreste servire in modo generoso, incuranti del buon nome e della fama.

Oggi l’uomo conduce una vita mondana, rinunciando a tutti gli ideali. Invece di cercare di conoscere la propria vera identità perde tempo nella ricerca di obiettivi inutili. Egli conosce la strada che porta in America, ma non quella che porta a Kasi. Sa molto sulla botanica, ma non conosce l’uso della pianta di tulasi. (il basilico sacro). Che significato ha condurre una vita simile? Sviluppate la Compassione nel cuore. Oggigiorno esiste solo la moda (fashion), ma non la Compassione (Compassion).

Qual è il significato del termine “umanità” (mankind)? È che l’uomo (man) dovrebbe essere gentile (kind). Chi non ha gentilezza non è un uomo, ma un demone. Lo studio che compete al genere umano è l’uomo.

Dovrebbe esservi unità di pensiero, parola e azione. Qualunque cosa nasca dal cuore dovrebbe essere espressa a parole, e le parole, a loro volta, dovrebbero essere messe in atto.

Un giorno, un devoto così pregava: “O Dio, la gente Ti invia molte richieste che esprimono i suoi desideri. Dove trovi il tempo per dedicarTi a tutto ciò? Quando rispondi? A noi viene il mal di testa anche se leggiamo due lettere; ma Tu leggi molte lettere e invii molte risposte: nonostante ciò, resti felice e gioioso. Questo è già di per sé un segno di Divinità”.

Io sto facendo tutto questo non per la Mia felicità, ma per la vostra. Molte persone Mi augurano un “Felice Compleanno”. Io sono sempre felice; non occorre che Me lo auguriate.

Rendete felici quelli che non lo sono. Non si può sperimentare la felicità per mezzo delle pratiche spirituali, ma solo attraverso l’Amore divino. Non avrete mai insuccessi nella vita se nutrirete amore per Dio. Come ha detto la persona che ha parlato poc’anzi, c’è chi ha fallito per mancanza di fede, ma quelli che hanno una solida fede non subiranno insuccessi. L’uomo soffre perché manca di fede.

Per sperimentare la beatitudine dovete sviluppare l’Amore. Esso è come una rosa e la bramosia è come una spina: recidete la rosa, senza toccare la spina, e offritela a Dio. Dovreste offrire a Dio voi stessi: questo è abbandono. L’Amore che è in voi dovrebbe essere unificato con l’Amore divino. In questo consiste la Beatitudine.

Nel Ramayana, è descritto come Vali e Sugriva soffrissero a causa della loro mancanza di unità. Allo stesso modo, anche Ravana, Kumbhakarna e Vibhisana patirono per mancanza di unità. I Pandava, invece, sebbene avessero opinioni differenti, rimasero uniti. La loro buona reputazione e la loro fama si diffusero, perciò, ovunque. Con l’unità si può ottenere tutto.

In India ci sono novecentocinquanta milioni di persone. Se fra di esse ci sarà unità, questo Paese potrà diventare il paradiso vero e proprio. Non c’è però unità e purezza; esiste solo inimicizia. Il cuore è una sedia a un posto solo, non un luogo per giochi da salotto, e neppure un divano a due posti. Fate dunque sedere l’Amore su quella sedia, e le cattive qualità spariranno. La devozione odierna è diventata artificiale. La gente dice una cosa e ne fa un’altra del tutto diversa; non c’è armonia nei pensieri e nelle parole delle persone. Ciò non è corretto ed equivale a imbrogliare sé stessi.

Ognuno deve affrontare il proprio destino. Persino a Rama toccò soffrire per la separazione da Sita, e i grandi Pandava dovettero vivere in esilio per quattordici anni. Dovete quindi esser pronti ad affrontare le difficoltà. Non può esserci gioia senza dolore. Non sentitevi abbattuti se vedete una notte scura, pensate al chiaro di luna che potrete osservare la notte seguente. Allo stesso modo, pensate alle gioie nei momenti di dolore. Senza notte scura non può esserci notte di plenilunio. C’è felicità anche nel dolore. Non si può ottenere felicità dalla felicità; la si può avere solo dalle difficoltà.

Sebbene siate incarnazioni dell’Amore, dovete necessariamente seguire la disciplina spirituale e fare del servizio finché non realizzerete la vostra vera identità.

Alcuni dicono: “Swami, che bisogno c’è di dedicarsi a Dio in giovane età? Potremo ugualmente farlo quando andremo in pensione”.

Quando i messaggeri della morte verranno a ghermire la vostra vita, quando i vostri parenti provvederanno a sistemare fuori dalla casa il vostro corpo e quando vostra moglie e i vostri figli piangeranno amaramente, sarà possibile in quel momento pensare a Dio? Quindi, dovreste pensare a Dio fin da piccoli. Ecco perché Io dico: “Partite per tempo, guidate piano e arriverete sicuri alla meta”.

Incarnazioni dell’Amore,

lottate contro i cattivi pensieri e le azioni negative; rifuggite le cattive compagnie e frequentate quelle buone. Alimentate buoni pensieri e buoni sentimenti, compite buone azioni e raggiungerete il Divino.

Baba ha concluso il Discorso con il bhajan:

“Bhajana bina sukha shanti nahi”

Prashanti nilayam, 28/09/1998 - Sai Kulwant Hall

da: Mother Sai n° 2/98

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