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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:2000:20000114

20000114 - 14 gennaio

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

La Scienza della Gioia Universale

(Baba canta)

Voi siete il puro, incontaminato, eterno Spirito.
Una volta che vi sveglierete dal sogno dell’attaccamento (Moha),
comprenderete che questa vita terrena (Samsâra)non è nient’altro che un sogno.

Incarnazioni dell’Amore!

Voi non siete un corpo composto da sangue, carne ed ossa;
non siete i desideri individuali con una mente individuale,
una combinazione di pensieri vani e desideri inutili;
voi non siete l’illusione (Mâyâ) che vi allontana dalla Liberazione.
Il vostro Potere (Shakti) è inesauribile; voi siete il Paramâtma (lo Spirito Supremo).

Incarnazioni dell’Amore!

i giovani d’oggi saranno i leader dell’India del domani, i fondatori di una moderna società nobile. L’avvenire dell’India dipende dai giovani, la cui forza risiede nella devozione alla nazione, nel senso patrio. Fa parte dei doveri dei giovani rendere servizio alla collettività. Infatti, il progressivo rinvi­gorimento di una nazione e il benessere sociale dipendono dalla forza del singolo individuo.

Giovani, questo non è il momento di dormire e di poltrire. Ripromettetevi di svegliarvi dall’egoismo e di rinunciare alla grettezza degli interessi personali. Svegliatevi dal sonno, svegliatevi dall’inerzia dell’egoismo e della tendenza alle riserve mentali. Dedicatevi al servizio verso l’intera nazione, a favore del prossimo, in soccorso degli altri, attirandovi la stima della comunità. Eliminate le piccinerie, abbiate una mentalità aperta, scevra da qualsiasi intolleranza. Fate che il vostro cuore sia pieno di Dio e adoperatevi in ogni modo per tenere alta la reputazione, la stima e l’onore di questa nobile e divina nazione.

È necessario comprendere il mistero della nascita umana. Perché Dio ha dato nascita umana ad ogni uomo? Ogni individuo nasce per uno scopo ben preciso, ognuno ha una meta cui mirare: nessuno mai si aspetterebbe che dei giovani come voi, cadano preda della vita materiale e, dominati da pensieri legati alla sfera del fisico, dimentichino il loro fine ultimo, la loro destinazione, sprecando così il tempo. Voi dovreste sviluppare e diffondere fra gli uomini lo spirito di servizio, i doveri sociali e le qualità umane, modellando il vostro carattere. Ridate vigore all’antica cultura indiana, sostenendola, sviluppandola, divulgandola e seguendone i princìpi. Purtroppo, pare che gli studenti abbiano dimenticato i loro obblighi verso la nazione; non passa nemmeno nell’anticamera del loro cervello il progresso del Paese. Occorre rendersi conto della verità che il benessere e la sicurezza dell’individuo sono legati al progresso della nazione.

Dovete riconoscere la verità basilare che la vita umana è quanto di più sacro e di più raro ci sia. Non vivete solo per mangiare, ma vivete per il dharma, per essere nella rettitudine. Del resto, anche le bestie e gli uccelli mangiano come voi, ma ciò che vi distingue da loro è nella finalità che voi avete, in quanto il vostro dovere consiste nel vivere per difendere e sostenere la rettitudine. Il grande sbaglio che fate è di credere che lo studio serva solo ad ottenere un lavoro. Ma il lavoro (udyoga) senza discipline (yoga) è inutile (nirupayoga). La disciplina è divina ed è il dovere principale di ogni uomo: è un compito di primaria importanza! Eppure voi andate fieri in vista di una professione.

Come le malattie distruggono la vita dell’albero infestando la radice, così l’ego (ahamkara) è la malattia che attacca alle radici l’albero della vita umana. L’attaccamento e l’odio sono altre due malattie che favoriscono la diffusione del morbo. Infatti, la natura umana è completamente rovinata dall’ego, dall’attaccamento e dall’odio. Tali malattie distruggono completamente il sentimento di umanità.

Solo la mente di chi è pieno d’amore per il Signore splende e brilla di sorrisi gioiosi, mentre la vita di chi dimentica l’amore verso Dio e vive di un amore egoistico sarà piena di lacrime, di sofferenza e di tristezza. Chi ha una forte fede in Dio, colui che ama Dio, vivrà una vita piena di sorrisi, di allegria e di gioia estatica!

Dovete comprendere il vero potere (shakti) latente in ogni essere umano. La forza divina che dimora all’interno di ogni persona, sorpassa ogni calcolo, ogni valutazione. È la potenza di Visnu, totale (sarva shakti), universale, onnipotente; Tale Energia Divina si chiama Brahma Shakti.

I Veda dichiarano: Satyam jñanam anan­tam brahma, «Dio è Verità, Conoscenza e Beatitudine infinite». La nazione di Bhara­ta è la fonte dei Veda. Questa terra è stata la fondatrice di tutti i rituali sacri quali yajña e yaga. Qual è la ragione che ha ridotto ai giorni nostri la terra d’India in queste condizioni, pur essendo essa la madre terra della ritualità sacra, il centro della cultura vedica, la culla dei sacri testi vedici?

Un tempo, la verità era considerata il dovere dell’uomo e il sacrificio era vissuto come amore. Erano questi i sentimenti della gente d’un tempo; i popoli dell’antichità avevano piena fede in questi princìpi, li praticavano adattandosi ad ogni servizio, traendone beatitudine, un’immensa beatitudine che sgorgava dalla loro convinzione. Oggigiorno, invece, gli studenti e le persone colte sono assorti da ingannevoli pensieri come questo: «I soldi sono tutto! Una volta che avrò un buon posto nella società sarò felice.» E così s’illudono credendo che la felicità consista nell’esser ricchi, nell’occupare una prestigiosa posizione sociale, nell’avere autorità e potere!

È questo il vostro dovere? Certo che no! Voler sperimentare sempre gioia fa parte della nostra vera natura. S’insegna infatti che la Sapienza di Dio, il Divino, è un Principio immutabile in tutte e tre le dimensioni del tempo: passato, presente e futuro. Ciò che i Veda insegnano come Principio Divino o Brahmatattva si chiama Prajñana, ossia Consapevolezza totale e costante, la quale è immutabile, inalterabile, non vacilla e rimane la stessa in tutte e tre le fasi del tempo. Questa Consapevolezza totale e costante è dunque lo stesso Principio Divino, l’Essenza di Brahma, Dio Creatore. Da questo Principio è nato l’etere (Akasha), da cui è nata l’aria (vayu); dall’aria si è originata l’acqua (jala), dalla quale è nato il fuoco (agni); dal fuoco è nata la terra (prthvi), dalla quale è nata la vegetazione (osadhi) che, a sua volta, ha originato il cibo (anna). E l’uomo nasce dal cibo.

In che rapporto stanno l’uomo e Dio? Ai giorni nostri troviamo una relazione intima fra l’uomo e il Divino. Per questo Dio dichiara: Mamaivamsho jivaloke jivabhuta sanathana­, «L’eterno Spirito presente in tutti gli esseri, è parte del Mio Essere; voi siete le Mie Scintille.» (BG XV, 7).

Senza Brahma non esiste spazio eterico; senza etere non esiste aria; se non c’è aria non c’è fuoco; senza fuoco non c’è terra; senza terra non c’è vegetazione e, di conseguenza, nemmeno cibo. Poiché il cibo è il sostentamento della vita dell’uomo, senza di esso l’umanità non potrebbe sopravvivere. Da ciò possiamo affermare che il cibo è la base della vita umana. Anche i Veda (Upanishad) dichiarano: Annam brahma, “Il cibo è Dio”.

Che cos’è il cibo? È ciò che mangiate? Oppure le verdure di cui vi cibate? No, no! Tutto l’Universo è pieno di cibo! Infatti un corpo, il quale viene mantenuto attraverso il cibo, diventa a sua volta cibo per qualche altro corpo. Ciò che noi consumiamo è cibo, ma anche chi consuma è fatto di cibo. Un essere è cibo per un altro essere; di conseguenza tutti sono cibo. Per questo, viene detto che il cibo è Dio. E Dio stesso è il cibo di tutti.

Dal momento che Dio abita dentro di voi, la vostra preghiera invoca solo una benedizione sul cibo che è esterno a voi. Come pregate? Brahmarpanam… dichiarando di offrire il cibo a Dio. Ma dov’è, Dio? Egli infatti risponde da dentro: Aham vaishva­naro bhutva…, dicendovi «Mio caro, Io sono Vaishvanaro e risiedo dentro di te sotto forma di processo digestivo. Io digerisco il cibo di cui ti nutri; non sono separato da te.» Di conseguenza, quando cerchiamo di sapere che cosa sia il cibo, ci creiamo la con­vinzione che esso sia solamente ciò che ingeriamo. In realtà, tutto ciò che esiste è cibo. Per esempio, l’animale che mangia un altro animale, a sua volta si offrirà come cibo per qualche altro animale. Di conseguenza ciò che prendete è cibo, ciò che date è cibo. Tutto è cibo; il cibo è Dio. Dunque, alla base di tutto questo processo c’è la Verità (che è Dio).

Che cos’è la Verità? Satyam (Verità) è ciò che crea il cibo. Infatti il termine satyam è composto da tre sillabe: sat-y-am. Sat è l’individuo (jiva), y è il cibo e am è il Sole. Per ottenere il cibo, la luce del Sole è fondamentale; essa è indispensabile per il raccolto.

Perciò, satyam (verità), la combinazione di sat+y+am, è il Principio Primordiale.

Nei tempi antichi si sosteneva questo assunto: «La Verità è la nostra energia vitale, o prana; la Rettitudine è il nostro stesso respiro». Infatti, la vita umana è la combinazione di Verità e Rettitudine, poiché la Verità è vita, la Verità è Dio. Purtroppo, oggigiorno, questi princìpi sono stati dimenticati. Volete il cibo, ma non potete averlo senza verità! Dio è infatti la base di ogni cosa.

Che cosa significa Brahma (Dio)? Immensità, espansione, Natura onnipervadente, Potere onnipresente. Il vento è Brahma, il suono è Brahma, l’acqua è Brahma, la terra è Brahma, lo spazio è Brahma. Tutti gli elementi sono una manifestazione di Brahma. Ma noi preghiamo questi elementi individualmente. Infatti consideriamo la terra come Madre terra, preghiamo le acque del sacro Gange, preghiamo Vayu (dio del vento) e riteniamo che il suono sia divino.

Che follia! L’uomo considera ognuno di questi elementi come un essere divino a sé stante, senza rendersi conto che lo stesso Brahma, l’unico Principio vitale, è presente in ognuno di essi. Tutti gli elementi, infatti, hanno alla base l’unico Principio vitale.

Non esiste, perciò, nessun Dio particolare che sia separato dall’uomo poiché egli è la manifestazione stessa di Dio; l’uomo è l’Incarnazione della Verità. La vita umana è la combinazione dei Cinque Elementi (ognuno dei quali esprime Brahma); di conseguenza la Divinità dovrebbe concretizzarsi nella vita dell’uomo. Sta all’essere umano compiere uno sforzo per far affiorare la Divinità latente.

In ognuno di noi è presente ciascun elemento; senza gli elementi della Natura, la vita umana non esisterebbe. Gli elementi sono divini; essi sono Brahma, l’onnipre­sente Brahma. Brahma, non è da confondere con la rappresentazione di Dio dai quattro volti che trovate nei disegni. Quelle sono solo delle rappresentazioni, dettagli pittorici, sebbene siano ritenuti sacri da tutti i saggi ed asceti, in tutti i tre mondi dell’Universo.

Chi è Dio? Ogni uomo è un’incarnazione di Dio. È impossibile riassumere e conoscere tutta la vera storia umana; di conseguenza, lo sforzo di ciascun essere umano dovrebbe concentrarsi sulla scoperta sincera della Divinità interiore. In questo modo tutta l’energia, il potere insito in lui emergerà.

I ragazzi hanno organizzato molti giochi, hanno cantato molte canzoni e molti di loro hanno accumulato vittorie. Ma c’è qualcuno che possa andar fiero del proprio successo? Si esaltano dicendo «Ho vinto, ho vinto!». No, no, no, no! Il merito di ogni loro vittoria spetta unicamente al Divino che dimora dentro di essi! Alcuni, che non avevano mai cantato prima in tutta la loro vita, hanno iniziato a cantare. Com’è possibile? Grazie a ciò che risiede dentro di voi! Ma voi non ne volete sapere. Avete organizzato molti giochi che non avevate mai fatto prima! Com’è stato possibile? Tutto è sorto dall’interno di voi stessi. Ogni cosa è il riflesso dell’essere interiore.

Chi è Colui che agisce dall’interno? È Dio. In quale forma viene da noi percepito? Sooooo… Hammm. Dio v’insegna la Sua esistenza dentro di voi, per mezzo del vostro stesso respiro. Che cosa intendiamo con So-Ham? «Voi siete Dio». Questo mantra è chiamato Hamsa Gayatri. Attraverso il respiro, per 21.600 volte al giorno, durante tutte le 24 ore, voi ripetete «Io sono Lui (Dio), io sono Lui, io sono Lui» .

Perché l’uomo, che ha tanto potere, si considera invece così misero e tapino? Perché vi considerate deboli? Voi siete onnipotenti! Voi possedete tutta la Conoscenza. Ma voi credete che essa derivi dagli studi che avete compiuto. No, non è così, non è così, non è così! Nei libri c’è solo della conoscenza materiale, mentre la Sapienza (vi­jña­na) è la fragranza che trova la sua manifestazione nel libro della Natura. Questa Conoscenza sapienziale, interiore si riflette esteriormente per mezzo dei libri. Come potreste estrarla dai libri, se non esistesse già dentro di voi? È grave non capirlo. Esiste solo l’Uno, fondamento e sostegno di tutto.

Prendiamo dei fiori, un ago e del filo. Si può dire che sia già una ghirlanda? No. Ci vuole qualcuno che la componga. Abbiamo fiori, filo ed ago, ma per avere una ghirlanda ci dev’essere anche qualcuno che metta insieme il tutto. Dio è Colui che as­sem­bla tutte le cose. Leggere delle lettere dell’alfabeto sillabandole non ha in sé alcun senso, finché non si legano fra loro per formare una parola che abbia senso. Chi è che combina le varie lettere per formare parole e frasi? Ad esempio, le lettere di, i, o, nell’alfabeto appaiono divise, ma se le mettete insieme, leggerete la parola “Dio”.

Vi considerate insignificanti e senza valore. No, no! Non pensate in questo modo: in voi risiede un infinito potere. Potete forse dire di avere del burro per il semplice fatto che avete del latte? No, perché, per avere il burro, è necessario frullare il latte. Lo stesso vale per l’energia. Se v’impegnate, vi sarà possibile far affiorare e dimostrare l’infinita energia latente in voi. Quando la otterrete? Dopo che la mente avrà intrapreso il viaggio verso l’Amore di Dio.

Perché piangete oggi? Perché siete spaventati, preoccupati? Perché siete tristi? Perché? La ragione è che non vi siete ancora decisi a fare il viaggio verso l’Amore divino. Quando il pensiero è con amore concentrato su Dio, si è sempre gioiosi, sorridenti, estatici, splendenti, beati!

Ma, siccome non avete ancora iniziato questo viaggio e non avete ancora raggiunto la destinazione, siete tristi, depressi e ansiosi.

Avete vinto il primo premio nella gara di corsa. Allo stesso modo, dovreste correre verso il traguardo della vita! In che modo? Esiste la partenza e il traguardo, ma è solamente correndo lungo il percorso che raggiungerete la destinazione, non è vero? Allo stesso modo, i nostri sentimenti dovrebbero correre verso l’Amore di Dio.

Dio è ogni cosa, qualunque azione si compia, qualsiasi cosa si veda. Voi pensate: «Sto lavorando senza avere tempo di praticare yoga (la disciplina spirituale)». Ma anche il lavoro (udyoga) è yoga! Fate il vostro dovere, fatelo con genuinità traendone gioia, e vedrete come, con questo atteggiamento, si trasformerà in adorazione.

Studenti, non nutrite il sentimento erroneo del “faccio il mio lavoro”! Credere che esista un “mio” o un “tuo” lavoro è divisione. Ma dove sta la differenza tra i due? Nessuno di voi è estraneo all’altro! Siamo tutti una sola cosa. C’è una sola verità, che però si presenta e viene chiamata in maniere diverse. Sahasrashirsa purusah sahasrakasah sahasrapad: «Tutti i piedi, tutte le mani, tutte le teste sono Sue» (Purusasukta, RV X. 90).

Ebbene sì; Dio ha tante Teste, tante Braccia, tanti Piedi: l’Universo intero è la Sua Manifestazione, la Sua Forma Co­smica. Non riuscirete mai a trovare un “senza Dio”, sia esso un ateo (nastika), un credente (Astika), né un ateo credente, né un credente ateo. Asti significa Divinità e, per formare la parola nastika (ateo), dovete scrivere na + asti(ka). Questo dimostra che anche in un ateo c’è Dio. Un ateo, un nastika non può essere veramente ateo, poiché l’Essere (asti) è dentro di lui. Senza asti non si può nemmeno essere Na-asthi-ka, vale a dire, senza l’essere non si può nemmeno non-essere.

L’uomo, facendo un uso errato delle parole, si sta trasformando in un’incarnazione dell’ignoranza! Si usano infatti le parole senza capirle, senza attribuire ad esse il loro vero significato. Ogni parola ha un suo significato pieno, ed è importante prestare ogni attenzione affinché sia compreso.

Dio è onnipresente, onnipotente, onnisciente. I Veda dichiarano: Satyam jñanam anantam brahma, «Dio è Verità e Conoscenza senza fine». Dove potete trovare questa Conoscenza, questa Saggezza infinita? Essa emerge da voi! Se non emergesse da voi questa Conoscenza, in nessun’altra parte esisterebbe un potere infinito come questo; non ci sarebbe proprio.

L’uomo moderno purtroppo è diventato estre­mamente debole. Per quale motivo? Il suo sbaglio è da ricercarsi nelle abitudini alimentari e nello stile di vita che conduce. Egli parla di brahmananda, di felicità eterna, ma, per poterne parlare bisogna conoscerla. Nessuno infatti conosce il significato di brahmananda! Nessuno ne conosce il valore. Tutte le comodità, i lussi, gli agi, i godimenti materiali legati al corpo fisico, non hanno niente a che vedere con la brah­mananda, ma sono solo manavanan­da, cioè godimenti umani.

Esiste una beatitudine cento volte maggiore dei godimenti terreni (manavananda) e si chiama devanan­da, la felicità assaporata dagli esseri divini. Cento volte più intensa della devananda, c’è indrananda, la felicità del sovrano di tutti i deva, e, cento volte più di essa, è brha­spatiananda, la felicità del precettore degli Dei. Cento volte maggiore di questa è prajapatiananda, detta anche daiva­nanda, la beatitudine di Dio, il Signore della Creazione; oltre a questa beatitudine, cento volte più intensa, esiste la brahm­a­nanda, che è la Beatitudine Suprema, Assoluta.

Prajapati significa che Dio è il Padrone, il Signore (Pati) di tutta la razza umana (Praja). La brahmananda non è quel tipo di beatitudine che va e viene, che arriva e poi se ne va. Brahmananda è e sarà sempre con voi, eternamente, ed è presente ovunque. Purtroppo è andato perduto questo stato divino di beatitudine, lo stato eterno della Coscienza. Brahmanan­da parama sukhadam: «La Beatitudine Assoluta è dispensatrice di gioia suprema».

I vostri piaceri fisici e mentali non sono niente. La felicità fisica e mentale, come viene, così svanisce: è una nuvola passeggera. Ciò che, invece non viene né va, ciò che è saldo e permanente è la Beatitudine del Brahman, o Brahmananda. Essa è immutabile anche nei tre stati di coscienza detti stato di veglia, stato di sogno e stato di sonno profondo.

Sfortunatamente noi ci concentriamo solamente sulla felicità esteriore, che però non può essere sperimentata durante lo stato di sogno e ancor meno durante lo stato di sonno profondo. La brahmananda, al contrario, può essere vissuta durante tutti questi tre stati di coscienza (veglia, sogno, sonno profondo). L’uomo, dunque, il manava è l’essere umano che aspira alla felicità perenne; quando si è pieni di beatitudine, svanisce ogni preoccupazione. Voi invece vi preoc­cupate, e ciò è a causa dei vostri gretti pensieri. Siete infelici a causa dei vostri ignobili sentimenti. Eliminate tutto ciò che di vile e cattivo esiste in voi, coltivate una mente aperta e tollerante, e vedrete che potrete sperimentare la Beatitudine diventandone la forma stessa.

Incarnazioni dell’Amore, si può esser beati solo passando attraverso l’amore. Quando si vive nell’amore, si è oltremodo felici, senza limiti.

Niente è più grande della Beatitudine.
Niente è più grande dell’Amore.

Questo è il significato della dichiarazione vedica «Dio è Verità e Sapienza infinite». La Sapienza, immutabile in tutti e tre le dimensioni del tempo, è Brahman, Dio. Fate uno sforzo per comprendere che questo Principio eterno e divino è dentro di voi. Eliminate l’attaccamento al corpo, inseguite l’amore del vostro vero Sé, e il vostro attaccamento sia verso lo Spirito. Così facendo realizzerete la Divinità. Purtroppo, qualunque cosa facciate, qualsiasi cosa diciate, ovunque andiate, siete condizionati dall’attaccamento al corpo fisico: attaccamenti, attaccamenti, attaccamenti!

Ma che cos’è questo corpo? Da dove è venuto? Da quando è vostro? Quando se ne andrà? Quando e come l’avete avuto? Dove si dirige? Dove andrà di nuovo? Nessuno lo sa, nessuno lo sa! Il corpo materiale compare e svanisce; è solo un sogno. Di conseguenza non attaccatevi eccessivamente al corpo. Sentitevi a vostro agio e felici in esso, ma non siatene dipendenti, non diventatene schiavi.

Eseguite con lealtà il vostro dovere. Nessun errore dovrebbe turbare il vostro operato. Quando l’uomo sviluppa simili sentimenti divini, non è più un uomo, ma Dio stesso. Con tali sentimenti non sarete più un jîva, un individuo, ma Dio. Voi non siete bhrama, l’illusione, bensì il Brahma, Dio. Non sarete più l’illusione, ma sarete trasformati in Dio.

In voi ci sono tutte le potenzialità divine; siete onnipotenti! Allora, perché vi lasciate confondere da sentimenti meschini e infimi ideali? È necessario che i giovani moderni riconoscano questa verità fondamentale.

Nella nazione, ai giorni nostri, esistono tanti conflitti, problemi, perdite e malvagità. Stiamo cedendo, obbligati a sopportare tutta questa ingiustificata cattiveria ed enorme ingiustizia. Distruggete le ingiustizie! E come? Con guerre e conflitti? No, no! Abbiate, invece, pensieri sacri in voi; sviluppate la giustizia, la rettitudine e la verità.

Nel mondo d’oggi si pone spesso la domanda «Dov’è Dio?». La risposta è: «I Suoi Piedi sono dappertutto». Ma non solo i Suoi Piedi! Lui stesso è dovunque! Tutte le mani del mondo sono Sue, tutte le teste sono Sue. Non fatevi mai sfiorare dal dubbio che Egli sia qui e non là. Lo troverete ovunque Lo cerchiate. Non fatevi trasportare da idee effimere e precarie. In effetti, avete dimenticato i princìpi veri ed eterni.

Studenti, voi siete coloro che porteranno all’emancipazione l’India. Il vostro compito è quello di costruire una nuova nazione, difenderla e sostenerla!

Allo stesso tempo siate dei tenaci cercatori di Dio, determinati a servire. Dovete prendere rifugio in Dio. Sia questo il vostro voto. Questa è la vera scienza (vidya). Nei libri troverete delle nozioni materiali, ma si tratta di un tipo d’istruzione non molto importante. Perché darsi tante arie sfoggiando la propria cultura? Quanto siete utili con tutta la vostra istruzione? Non lo siete per niente se tutta la conoscenza e l’istruzione che avete acquisito vi servono solamente per sbarcare il lunario. L’unica utilità delle scienze umane è relegata solo al mondo mutevole della vita che è vola via come un soffio. Abbandonatevi, invece, a Dio ed abbiate fede in Lui. Se avrete questi sentimenti, qualsiasi cosa farete sarà coronata da successo.

Non studiate solo per lo studio in sé.
Il semplice accumulo di nozioni non vi conferisce saggezza.
Nonostante tutta la sua istruzione, uno stolto
non conoscerà mai il vero Sé ed un uomo spregevole
non cambierà mai le sue vili qualità, nemmeno se avesse la conoscenza
di tutto lo scibile! La cultura moderna,
così com’è concepita oggi, conduce solamente a discussioni
e mai alla vera Conoscenza.
A che serve accumulare conoscenze terrene,
se non vi salvano dalla morte?
Infatti, dopo tutto il vostro studio, dovrete comunque morire.
Acquisite perciò la Conoscenza che vi rende immortali!

Solo la Conoscenza di Dio (Brahmajñana) è eterna. Questo è lo studio autentico, lo studio immortale. Se avete realizzato la Saggezza immortale dell’Onnipresenza di Dio, allora sapete che non esiste gioia più grande di questa consapevolezza, poiché la conoscenza dei misteri di Dio conferisce la bea­titudine, che include tutti gli altri tipi di felicità, compresa quella terrena, materiale. Certamente la conoscenza profana è necessaria, ma va contenuta entro certi limiti. Quand’è troppa, diventate matti!

Quando siete assetati, volete dell’acqua e sapete che un bicchiere pieno d’acqua è sufficiente per soddisfare la vostra sete. Perché, dunque, desiderare tutto il Gange? Ciò che è in più, è solo uno spreco. Non vi riuscirà mai di bere tutto il Gange! Basterà invece un bicchiere d’acqua.

Na shreyo niyamam vina
Non si acquisisce virtù senza disciplina.

Ad ogni cosa serve un limite. È folle incrementare desideri eccessivi. A tutto c’è un limite: il mangiare, il guadagnare, lo spendere, persino il sacrificarsi! Solo così la nostra vita sarà piena di beatitudine.

Studenti, i canti, lo sport e i giochi sono necessari; gli esercizi fisici sono indispensabile per essere fisicamente forti: vi servono per aumentare la vostra forza fisica ed anche la vostra intelligenza. Ma perché tutto ciò? A che serve? Serve alla società! A che vi serve il corpo se non lo mettete a disposizione della società? Se non vi ponete domande, a cosa vi serve avere una testa? Provate a scoprire a cosa vi servirebbe l’intelligenza, se non foste in grado di discriminare fra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Di fatto, è della facoltà del discernimento che abbisognate per capire la differenza fra giusto e sbagliato; e tale facoltà vi viene data dalla forza fisica.

Incarnazioni dell’Amore, sviluppate sempre più amore. Non sacrificate la vostra vita sull’altare delle conoscenze materiali. In realtà, si dovrebbe offrire a Dio la forza fisica, le facoltà mentali e l’energia spirituale. È Dio che elargisce ed è ancora Lui che riceve. Egli è la cosa sperimentata ed insieme lo sperimentatore; è Colui che agisce e allo stesso tempo gode dell’azione. Di conseguenza, il bene e il male dipendono unicamente dal Suo Volere, Gli appartengono; sono previsti dal Suo Piano. Per prima cosa, dovete consolidare la vostra fede in questa verità.

Dopo aver ricevuto un’alta istruzione, andate all’estero per guadagnare molti soldi. «Ora che siamo altamente specializzati – voi pensate – andremo all’estero. Là, in nazioni straniere, guadagneremo una fortuna e torneremo in India ricchi». Non impazzite per accumular diplomi e lauree; non fatevi abbagliare dal denaro. La vera ricchezza è dentro di voi. Non lasciate mai morire il senso patrio e lo spirito di solidarietà nazionale!

Rama disse: «La madre e la Madrepatria sono superiori al Paradiso stesso». Dovete dire: «La mia Madrepatria è mia madre. Mia madre potrebbe non esser bella, ma non posso certo chiamare ‘mamma’ le altre donne solamente perché son belle. Mia madre e la mia Madrepatria sono come il Paradiso. Anzi, sono più del Paradiso stesso». Lo disse pure Rama: «Sono ben più dello stesso Paradiso».

Per questo motivo, non dovete distaccarvi dalla vostra nazione, ma dovreste mantenere un tale senso patrio. A qualunque nazione apparteniate, abbiate questo tipo di attaccamento alla vostra patria. Deshabhi­ma­nam, attaccamento alla nazione, non già dehabhimanam, attaccamento al corpo!

Il corpo fisico, fatto di cinque elementi, è così fragile, e non si può dire
quando perirà. Nonostante all’uomo siano stati destinati cent’anni di vita,
non potete dare per scontato di vivere così a lungo, non potete esser sicuri
di quanto vivrete. Non sapete se lascerete il corpo nell’infanzia, in gioventù,
in età matura o in vecchiaia; non sapete nemmeno se accadrà in città, nella foresta
o nelle profondità del mare. Nessuno lo può sapere.
Unica cosa certa è la morte; perciò, usate la vostra intelligenza
per cercare di comprendere la vostra vera natura mentre ancora siete in vita.

Perché siamo nati? Perché cresciamo? Solamente per magiare e lavorare? Solo per esser di peso? Giacché, se ignorate il proposito della vostra nascita, siete solo un peso per questa Madre Terra.

Voi siete nati
per avere l’esperienza di Dio!

Sono molte, moltissime le persone che non hanno mai conosciuto Dio, non L’hanno mai sperimentato. Ma voi non confrontatevi con loro: seguite la vostra coscienza, riconoscete la vostra natura, realizzate la vostra verità, seguite solo la vostra coscienza e sperimentate il vostro Amore, la vostra Beatitudine! Fatelo senza paragonarvi a nessun altro, poiché il confronto infiacchisce. È ignobile e negativo confrontarsi, ed è delle menti deboli l’imitazione.

Qualcuno trova dei soldi per strada e qualcun altro è pronto a pensare: «Oh, quando quello è passato vicino all’ingresso principale, ha trovato dei soldi! Domani ci andrò anch’io.» Chi gli garantisce che anche lui avrà la stessa esperienza? Nessuno, nessuno. Anzi, potrebbe andar là per perdere il portafoglio! Non accettate mai di paragonarvi in tal modo; non imitate!

Imitare è dei deboli.
Creare è di Dio.

Assimilate questa verità. Invece voi non fate che imitare, ed è un grave errore. Potete accettare di imitare nel campo dell’istruzione, ma in altri campi l’imitazione è dannosa.

L’imitazione è… limitazione
ed entrambe sono insensate.

Seguite la creazione e non la limitazione; siete voi i creatori! La volontà è in voi che nasce, perciò abbiate una volontà pura. In questo modo otterrete risultati sacri. Se invece create pensieri spregevoli, automaticamente avrete risultati meschini.

Incarnazioni dell’Amore, la Giornata dello Sport, con i vostri canti e i vostri giochi, ha donato a tutti immensa gioia! Ma non fate in modo che essa si limiti solamente ad un certo periodo dell’anno; non considerate questa giornata solo come un avvenimento annuale.

La vostra stessa vita,
in ogni istante, è un gioco!

Ogni momento che trascorrete è infatti parte di questo gioco della vita e voi dovreste avere successo, dovreste essere vittoriosi!

La vita è un lungo viaggio, non una scorciatoia! Di conseguenza, fintanto che siamo vivi, dovremmo giocare questo gioco e cantare la canzone della vita; dovremmo sperimentare beatitudine. Dovremmo vivere la vita in questo modo.

La vita ha molto valore, è grandiosa e altamente fruttuosa; perciò, non sprecatela mai!

Tempo perso, vita persa.

Fate, perciò, buone azioni, partecipate alle attività di servizio e auguratevi sempre il benessere del vostro prossimo. Aiutate i vostri simili. «Aiutate sempre, non fate mai del male»: è anche l’essenza del Mahabharata.

Una volta, i Kaurava chiesero che venisse loro sintetizzato in una sola frase l’insegnamento del Mahabharata. Dronacarya disse: «Miei cari, non esiste modo più semplice: Paropakarah punyaya papaya parapidanam, «Aiutare il prossimo è un merito; ferire il prossimo è un peccato.» In altre parole: «Sii sempre di aiuto, mai di danno». Nonostante ciò, i Kaurava erano sempre inclini a far del male agli altri. Trascorsero così tutta la vita, nuocendo agli altri e facendoli soffrire. Ma procurando così tanto dolore al prossimo, che cosa ottennero alla fine? Dei cento Kaurava, nemmeno uno di essi sopravvisse!

Questo fu l’Insegnamento di Krishna a Dharmaraja: «Dharmaraja, non sentirti contrariato! Segui il tuo dharma e fa’ il tuo dovere». Krishna fece coraggio ad Arjuna: «Sorgi, o Dhananjaya! Ristabilisci la giustizia, distruggi l’egoismo! La giustizia prevarrà in ogni Era. Nessuno può sfuggire al proprio destino. Vedrai con i tuoi stessi occhi che al padre dei cento figli non ne sarà lasciato nemmeno uno che possa compiere i riti del suo funerale.»

Il re Dhrtarastra aveva cento figli (i Kaurava) ma nessuno di essi sopravvisse per poter compiere al padre l’ultimo rito (della cremazione). Perché? Avendo perseverato in una vita malefica, ignorando totalmente Dio, essi morirono. Avevano riposto tutta la loro fiducia nel mondo e dimenticarono Dio; perciò, alla fine, che cosa accadde loro? Che felicità provarono?

Non vi sto esortando a dimenticare il mondo, poiché, vivendo in esso, è possibile sperimentarne delle gioie. Non vi sto dicendo di no, ma dovreste trascorrere il soggiorno della vostra vita entro i limiti necessari. Questa è vera vita.

Voi siete tutti studenti e siete coloro che dovranno portare tanto bene alla nazione. Molto presto la servirete. Siete infatti i futuri leader dell’India e, come tali, non dovreste buttar via la vostra vita. Perciò, per prima cosa, amate vostra madre, amate vostro padre e assecondate i loro desideri. Seguite i comandi dei vostri genitori nella piena fede che essi sono i comandi di Dio. Rendetevi conto che in loro c’è il Divino.

Matr devo bhava. Pitr devo bhava.
Adorate la madre come Dio; adorate il padre come Dio.

Padre e madre sono entrambi divini; di conseguenza, non fateli mai soffrire, per nessun motivo. Per quanto vi è possibile, rendeteli felici. Non date loro preoccupazioni riguardo ai soldi, all’istruzione, alle proprietà o per qualsiasi altra cosa. Per quanto vi è possibile, trovate il modo di dare loro gioia e accontentarli. Qualsiasi cosa facciate, consideratela un lavoro di Dio e, senza dubbio, avrete successo.

Incarnazioni dell’Amore,

con grande gioia avete reso felici migliaia di persone. In moltissimi modi i vostri giochi e le vostre recite hanno dispensato tantissima felicità. Portando felicità alle menti di così tante persone, state pur certi che la vostra mente non ne rimarrà mai priva. Tuttavia, non sarebbe di alcuna utilità fare provare tanta gioia al mondo intero, se poi non si desse gioia a Dio.

Al contrario, nessun timore vi turberà se, pur non dando gioia al mondo intero, avrete Dio dalla vostra parte: quando avete con voi Dio, avete tutto, ed è sufficiente. Quando Dio è con voi, al vostro fianco, tutto l’Universo vi seguirà. Perciò, fate uno sforzo per far contento Lui e, una volta soddisfatto Dio, lo sarà anche l’Universo intero.

Molti anni fa c’era una persona chiamata Dûpâti Tirumalâchârya, il quale scrisse l’inno del Suprabhatam. Che caro! Fu un grande saggio e proveniva dalla Corte Rea­le di Ventakagiri, al servizio della quale si era messo. Scrisse molti trattati e fu un grande conoscitore di sanscrito e delle Sacre Scritture. Nonostante avesse già novant’anni, egli mi seguì nel mio viaggio a Badri.

Gli chiesi: «Tirumalâchârya, il tuo corpo è molto debole: ce la farai a intraprendere un viaggio così lungo, e per così tanti giorni?». Rispose: «Swami, se Tu sei con me, posso percorrere qualunque distanza e per qualsiasi tempo. Se non fosse per Te, la mia vita non avrebbe senso in questo mondo. (Swami canta)

Madre dell’Universo!
Se sei dispiaciuta di me, lo sarà anche tutto il resto del mondo.
Perché dovrei rimanere in vita?
Se Tu mi accetti, tutto il mondo mi accetterà.

Ecco la devozione e l’abbandono che Tirumalâchârya possedeva! Tutto il suo tempo lo trascorreva con Swami. Se andavo a Brindâvan (Whitefield), lui mi seguiva e veniva a Brindâvan con me. Quanta devozione! Indescrivibile! Alla fine, anche la sua dipartita fu piena di pace. Prima di andarsene, mi disse: «Bhagavan, il mio lavoro si è concluso». «Come lo sai?» gli chiesi. «Me lo stai dicendo Tu, interiormente» rispose. Andò a fare il bagno, mi portò dell’acqua pulita, lavò i miei piedi e poi ne bevve alcune gocce.

Poi disse: «Swami, la mia vita si è realizzata. Purnamadah purnamidam… Il corpo è pienezza, la mente è pienezza, lo Spirito è pienezza. Tutto è pienezza. Tutto è compiuto! Ora mi immergerò in Te»; ed esalò l’ultimo respiro.

Avete visto? Con la conoscenza ci dev’essere anche l’esperienza. Egli sapeva esattamente quando la sua fine sarebbe arrivata. Ovunque veniva visto, lo si sentiva ripetere: «Sai Mata, Sai Mata (Madre Sai, Madre Sai)».

Il mondo è pieno di devoti con una tale devozione! Molti di loro sono a voi sconosciuti, ma è grazie alla presenza di tali devoti nel mondo che il pianeta si mantiene. Se sul pianeta non ci fossero le persone virtuose, come potrebbe il mondo continuare ad esistere? Ce ne sono, ce ne sono, ce ne sono!

Come studenti dei nostri istituti, dovreste progredire e realizzare la verità in tutti i suoi aspetti. Dovete avere in mente la Verità ovunque andiate, anche mentre state eseguendo il vostro lavoro. Solo così potrete dimostrar gratitudine all’Istituto; nient’altro dovete dare. Se voi vi conquistate una buona reputazione tanto da far dire alla gente «È proprio un bravo ragazzo; è un ragazzo che proviene dal tale istituto…», a me basta. Quando vestite di bianco, ovunque andiate, le persone pensano: «Questi sono gli studenti dell’Istituto Sathya Sai!». Una volta usciti dai nostri istituti, potrete dedicarvi a qualsiasi professione, potrete andare dovunque. Ciò che ci si aspetta da voi è la gratitudine. Non che dobbiate dar qualcosa all’istituto; basterà che portiate ovunque un buon nome.

Un piccolo esempio. Tutti voi sapete che, come preparazione alla Giornata dello Sport di quest’anno, abbiamo mandato alcuni ragazzi a Bangalore per esercitarsi con i cavalli e i go-kart.

Il Gen. Mehta s’incaricò del loro soggiorno. Il motivo per cui dobbiamo ricordarlo oggi, è che l’aiuto che egli ha dato è stato davvero straordinario. Egli stesso ha portato i cavalli da Pûna e i go-kart da altri posti distanti. E non solo; ha provveduto anche ad allenare i ragazzi. Gli allenatori erano così pieni di gioia e si chiedevano: «Da dove vengono questi ragazzi? Che capacità, che potere, che energia hanno! Non capiamo come facciano ad avere tutta questa energia e forza. Sebbene siamo qui da un mese, non riusciamo a capacitarcene».

In dieci giorni i ragazzi hanno imparato a cavalcare cavalli grandi e forti, pur non avendone mai visto prima d’allora neanche uno! Loro, poveretti, non avevano mai visto prima né cavalli, né go-kart! Notando la capacità di apprendimento dei ragazzi, gli istruttori rimanevano stupiti e sorpresi. Alla fine sono giunti alla conclusione: «Gli studenti degli istituti Sathya Sai sono estremamente virtuosi, altamente intelligenti; sono brillanti e assai svegli e vivaci!». In questo modo gli istruttori hanno elogiato i ragazzi.

Ci sono tuttavia molte persone al mondo che, pur vestendo di bianco, hanno una mente nera! I ragazzi dei nostri istituti, invece, non solo si vestono di bianco, ma possiedono anche una mente bianca. Il loro cuore è puro ed Io sono molto felice che si siano guadagnati una simile reputazione! Io sono sempre con voi, vicino a voi, in voi e intorno a voi. Tutti voi dovreste diventare virtuosi per poter propagare la saggezza e i valori spirituali. Conoscete tutti bene, infatti, la situazione mondiale dei giorni nostri. Ovunque si vada, c’è agitazione, confusione, conflitto, problemi, preoccupazioni. Allontanate tutta questa sofferenza, espandete sempre più gioia e condividetela con il mondo. Sperimentate la beatitudine: questo è quanto desidero.

Non c’è quindi bisogno che aspettiate la prossima Giornata dello Sport. Fate sempre il lavoro che va fatto: questo è “sport”.

Ricordate sempre il Nome di Dio e, con questo amore, santificate le vostre vite.

(Swami conclude cantando “Prema mudita mana se kaho, Rama Rama Ram …”)

Prashânti Nilayam, 14 Gennaio 2000, mattino.

Versione integrale.

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