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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:2000:20000414

20000414 - 14 aprile

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

La forza dell’unione

Ognuno è al sicuro e può compiere qualunque cosa
nella forza che deriva dall’Unione.
L’Unione è il segreto del benessere di tutti.
Non avete visto come le piccolissime formiche,
unite tutte insieme, catturano il serpente e lo uccidono?

Incarnazioni dell’Amore!

Fin dai tempi antichi, in questa sacra terra dell’India, svariatissime religioni, caste, forme di culto e linguaggi hanno raggiunto l’unità. La differenza di lingua, abbigliamento, usanze e ideali, non ha interferito con il senso di unità degli abitanti di questa sacra terra indiana.

Quando un individuo cammina lungo un sentiero, non riesce a percorrere allegramente nemmeno due miglia; si stancherà subito, gli sembrerà di percorrere una distanza incalcolabile e di dover affrontare un sacco d’inconvenienti. Ma quando diverse persone camminano insieme, non pensano alla distanza da percorrere, alla stanchezza o agli inconvenienti, raggiungendo allegramente la meta. Infatti, il lavoro compiuto in unità condurrà alla gioia, al coraggio e alla vittoria.

Un piccolo esempio di algebra: nella formula (a + b) (a + b) la moltiplicazione dei due fattori dà (a2 + b2 + 2ab). (Il traduttore, il Sig. Narasimhamurti, non capisce. Silenzio. Swami ripete): in matematica, quando moltiplicate (a + b) per (a + b) otterrete a2 + b2 + 2ab. (Ancora silenzio. Risate. Poi il traduttore: “Quando addizionate un elefante ad un altro elefante, ottenete due elefanti”. Risate. Allora Swami ripete in inglese) In matematica, quando moltiplicate (a + b)(a + b) otterrete a2 + b2 + 2ab. Da dove traete questo 2ab extra? Fra “a” e “b” c’è un +. Quando questo + è presente insieme alla moltiplicazione, cioè (a + b) x (a + b), avremo il risultato addizionale 2ab.

Allo stesso modo, in India attualmente ci sono 100 crore (un miliardo) di persone: se ognuna di loro addizionasse se stessa agli altri con un +, +, +, +, +… come sarebbe felice quest’India! Invece l’unità dell’India oggigiorno è rovinata. Non esiste unità fra un villaggio e l’altro; non esiste relazione fra una lingua e l’altra; non esiste amore fra un individuo e l’altro. Per quale motivo? Il motivo è la caduta dell’unità.

Se ci si chiede dove Dio sia, la risposta è che Dio è nella forma di ogni individuo… (Swami corregge: “in Prakriti”). Dio è nella forma della Natura. Ci sono così tante meraviglie in natura! Per esempio: la Terra gira intorno a se stessa ad una velocità di mille miglia all’ora. A causa di questa rotazione, sulla Terra ci sono la notte ed il giorno durante i quali l’uomo compie innumerevoli attività e sperimenta felicità. La Terra gira intorno al Sole ad una velocità di 66.000 miglia all’ora. A causa di questa rotazione, che cosa accade? I mesi e le stagioni si susseguono donando raccolti che sfamano le popolazioni.

Augurandosi sempre il benessere di tutti, la Terra dona Beatitudine a tutte le persone presenti sul pianeta. La Terra non si riposa nemmeno per un secondo; essa è sempre in movimento, compiendo il proprio dovere e dando un valido esempio all’uomo il quale, al contrario, oppresso da infinite preoccupazioni, da desideri senza limiti e da ansietà senza senso, sta lottando per qualcosa che non può ottenere. Quando tutti compiranno il proprio dovere, non ci sarà assolutamente pericolo per il pianeta. Perciò ogni uomo deve seguire l’esempio dato dalla Terra; bisogna seguire in tutti i modi l’ideale mostrato dalla natura.

Per Prakriti, la Natura, non s’intende solo la Terra ma anche ogni animale che (sul pianeta) si muove insieme a noi. Per questo, nella pura e sacra India, anche le formiche donano un esempio ideale. Perché non dovremmo seguire questo esempio? Invece, nell’uomo, i desideri malvagi stanno aumentando e, a causa loro, si sta perdendo il senso di unità. Dove c’è unità, c’è Dio; dove c’è Dio, c’è purezza; di conseguenza, a causa della mancanza di unità, anche la purezza è andata distrutta e, la mancanza di purezza, ha allontanato la Divinità. Che cosa significa Divinità? Lo scopo principiale dell’uomo è compiere il proprio dovere.

L’uomo ha preso nascita e conduce una vita da “uomo”; noi affermiamo di essere “esseri umani”, mentre invece abbiamo totalmente dimenticato l’aspetto umano. E questo è un grave pericolo. Ai giorni nostri non si riesce a trovare unità fra gli uomini. Persino la materia, la quale è inerte, compie il suo dovere. Non si dovrebbe credere che l’uomo sia vivo solamente perché respira.

Solamente quando compie il proprio lavoro è segno che egli è vivo. Anche un inerte attrezzo meccanico compie il proprio lavoro e solo così esso può fornirci il prodotto. Invece l’uomo, il quale è dotato di prâna (soffio vitale) dimentica i suoi compiti. Questo è il motivo per il quale egli soccombe sotto il peso di così tanti guai, perdite e dolori.

Ognuno deve compiere bene il proprio dovere. A questo riguardo, dobbiamo seguire l’esempio ideale della natura. Quale ricompensa riceve la Terra per girare intorno a se stessa? Essa lo fa non per se stessa, ma a favore degli abitanti del pianeta, affinché essi sperimentino gioia. Infatti, se non ci fossero il giorno e la notte, come potrebbero le persone vivere? Di conseguenza, grazie al fatto che la terra gira intorno a se stessa ad una velocità di 1.000 miglia all’ora, si producono il giorno e la notte.

Inoltre, la Terra non gira solo intorno al proprio asse, ma compie la sua rotazione intorno al sole ad una velocità di 66.000 miglia all’ora. In questo modo essa compie il suo dovere per il benessere della natura, per il bene del mondo e la pace dei suoi abitanti.

Ma dov’è la pace mondiale ai giorni nostri? Non esiste! Per quale ragione? Perché l’unità è stata distrutta.

Incarnazioni dell’Amore, dobbiamo sviluppare unità. A causa della sua mancanza, siamo soggetti ad ogni tipo di dolore. Laddove ci sono quattro persone, scopriremo che ci sono quattro modi diversi di pensare, idee differenti; fra di loro non c’è unità. Ma se bastano quattro persone per perdere l’unità, come possiamo aspettarci che ci sia unità nel mondo?

La gente afferma: “Vogliamo la Pace, vogliamo la Pace. Pace, Pace, Pace!” Continuiamo a gridare “Pace, pace!” mentre teniamo la bomba atomica fra le mani. Nonostante l’uomo abbia raggiunto la Luna, egli non è in grado di sperimentare pace e felicità. Come potrà la pace manifestarsi? Se teniamo in mano la bomba atomica, come potremo sperimentare pace? Infatti, la bomba più potente di tutte, la bomba più efficace, la bomba più sicura è l’Âtmatatvam, il Principio atmico dell’uomo.

Non esiste forza più potente dell’Amore; con esso tutto può essere ottenuto. L’Amore può cambiare la terra in cielo e il cielo in terra! Quindi, ciò di cui abbiamo bisogno oggi è imparare a vivere in unità. Purtroppo all’uomo moderno questa parola è sconosciuta: egli non ne conosce minimamente il significato.

L’unità è forza, è gioia per tutti; attraverso di essa, ogni cosa può essere compiuta. Senza unità nulla può essere conseguito. Un solo dito della mano può fare ben poco o nulla, ma quando si uniscono cinque dita si può compiere qualsiasi azione. Ad esempio, per afferrare questo fazzoletto tutte le cinque dita sono necessarie. Non si riesce, infatti, a farlo con un solo dito.

Allo stesso modo, quando più persone si uniscono, il potere del singolo cresce e la natura dell’amore si manifesta, insieme ai sentimenti divini. Grazie all’unità, crescono nell’uomo anche numerosi poteri. L’uomo, il quale possiede tutte queste grandi potenzialità, perché non dà spazio all’unità? Infatti, ogni gruppo, ogni individuo e ogni villaggio, forma gruppetti separati e disuniti.

È diventato di moda contraddire dicendo “no” quando qualcuno afferma “si”. Quando qualcuno esprime un’opinione, questa viene rifiutata per partito preso dall’altro. Perché non dovrebbe essere accettata? La si rifiuta perché non è capita? O perché non piace? Bisogna fare uno sforzo verso la comprensione ed il modo giusto di comportarsi. Più d’ogni altra cosa c’è bisogno di unità.

Ci sono 5 Organi d’azione (Karmendriya) e 5 Organi di Percezione (Jñânendriya). Che cosa si può compiere se questi Karmendriya e questi Jñânendriya rimangono separati fra di loro? La cosa giusta è, infatti, quando essi si uniscono per un unico scopo. Questa è vera Divinità.

Guardate: (Swami mostra la mano destra) questi sono i 5 Karmendriya e questi (Swami mostra la mano sinistra) sono i 5 Jñânendriya. Quando questi 10 si uniscono, che cosa succede? Namaskaram! Che cos’è Namaskaram? Significa: “il mio ego se ne è andato”. Infatti, nama significa “non mio” perciò, quando siamo pervasi dal sentimento “non è mio”, sorge l’unità. A causa, invece, del sentimento “mio, mio, mio, mio, mio!” l’unità si distrugge.

Incarnazioni dell’Amore, quando svilupperete l’amore, sarà facile che sgorghi l’unità. Non importa quanto importante sia una persona: quest’amore sarà come un magnete che lo attrarrà. Infatti, il corpo dell’uomo è come una calamita, è come un grosso generatore di corrente; il cuore dell’uomo è come una grande radio e le sue decisioni (sankalpa) sono come la televisione. Tutto ciò emerge dall’interno dell’uomo. Il potere che l’uomo possiede non può essere trovato in nessun altro. Tutti i poteri presenti nella Natura (Terra), sono contenuti nell’uomo. Ma manca la capacità di comprendere la dimensione umana. L’ego dell’uomo dice: “Otterrò questo, avrò quell’altro”, e così egli perde tutto. Solo quando l’ego, l’esibizionismo e l’ostentazione cesseranno, verrà sperimentata l’unità. Per questo è necessario fare il giusto sforzo verso di essa.

Questo qui è lo Stato del Kèrala; quello là è lo Stato del Karnataka; quest’altro è lo Stato del Tamil Nadu; questo è lo Stato dell’Andhra. Pensare in questo modo non farà altro che creare divisioni e differenze; è proprio a causa di queste distinzioni che andiamo soggetti a tanti problemi! Sono le conseguenze meschine e disastrose causate dalla politica! I politici non fanno che frammentare lo Stato per i propri interessi personali ed egoistici, operando scelte di comodo e tenendosi abbarbicati ai loro posti di autorità.

Siamo tutti una sola cosa. Tutti i cuori sono pieni del senso di unità, tutti i sentimenti sono pieni d’amore. Nonostante ciò, le elezioni provocano tutte queste differenze e distinzioni. Ma che cos’è un voto? Che cos’è una banconota? Eppure, riescono a creare tante divisioni, distruggendo l’unità. Per prima cosa, quindi, occorre riconoscere la divinità dell’uomo e liberarla da tutte le contaminazioni.

Incarnazioni dell’Amore, dai tempi più antichi, l’India, grazie alla sua ricchezza spirituale, ha assicurato pace e sicurezza a tutte le nazioni del mondo intero. Da tempi immemorabili si è cantato il sacro mantra Lokâssamastâh sukhino bhavantu, “Che tutti i mondi siano felici”.

I Rishi, gli Yoghi e coloro che facevano voto di silenzio (Mouni) di questa nazione, si dedicarono ad ogni tipo di disciplina spirituale: così svilupparono l’unità. Molti santi si adoperarono in ogni modo per ottenere l’unità e, grazie ad essa, realizzarono grandi cose.

Harishchandra, il quale fu un ideale di unità,
non regnò forse sull’intera nazione?
Il grande re Nala, il quale non aveva eguali
in questo mondo, poté forse portare con sé
una manciata di terra quando morì?
Poté il re Mandata portare con sé
tutte le sue ricchezze quando lasciò questa terra?
Persino il grande Râma,
il quale costruì un ponte (verso Lankâ),
è forse qui sulla Terra, oggi?
Molti re regnarono questa nazione,
ma poterono portare con loro
le ricchezze e le terre che possedevano?

Nessuno di loro riuscì a portare con sé nemmeno una piccola manciata di terra. Alla Terra si dovrebbe offrire tutto: ciò che viene dalla Terra, alla Terra deve ritornare. Grazie all’unità possiamo fare nostra la Terra. Questo è il sacro ideale che questi grandi re del passato ci hanno trasmesso.

Sâvitrî, che riportò in vita il suo defunto marito, appartiene alla terra di Bharata, non è vero? Chandramatî, che con la verità estinse le fiamme del fuoco, nacque in India, non è vero? Sîtâ, che uscì intatta dalla prova del fuoco, nacque in India, non è vero? Damayanti che, con la forza della sua castità, ridusse in cenere un vile cacciatore, nacque in India, non è vero? Quanti personaggi eccezionali, sia uomini che donne, sono nati in India! Perché non ricordare questi esempi tanto ideali? Perché non seguire le loro orme?

Purtroppo nessuno lo fa. Nessuna donna, in quanto tale, e nessun uomo, in quanto tale, lo vogliono fare. Madri pure ed eccellenti e grandi uomini hanno avuto i natali in India ed hanno dato esempi ideali da seguire. E noi qui, che facciamo? Celebriamo solo dei Capodanni e dei compleanni? Le parole ideali dei grandi Esseri devono essere messe in pratica.

Oggigiorno le persone ripetono: “Râma, Râma, Râma, Râma”, ricordando il Nome di Râma. Ma non si notano risultati dalla semplice ripetizione di quel Nome. Bisogna infatti praticare gli ideali ispirati da Râma, almeno in piccola parte. Râma promise solennemente di eseguire gli ordini di Suo padre. Chi di voi dà il buon esempio ascoltando le parole del proprio padre? No, no! Non si mettono in pratica nemmeno le più piccole cose! Come potete, perciò, essere degli esempi ideali?

Incarnazioni dell’Amore, ogni parola dei Grandi deve essere messa in pratica. Hanûmân fu un devoto di tale grandezza! Ripeteva sempre il Nome di Râma e vi s’immergeva anima e corpo. Quale uomo ai giorni nostri ha questo tipo di sentimento di fusione con Dio? Hanûmân era pacifico, virtuoso e forte. Quale uomo moderno possiede anche solo una di queste qualità?

Con che diritto, allora, vi definite “uomini” o “devoti”? Occorre tenere dentro di sé almeno una piccola parte (di buone qualità). Invece gli anni passano, voi siete sul sentiero spirituale già da molto tempo, avete sperimentato molte strade, ma non si vede nemmeno il più piccolo progresso nella vostra disciplina!

Râvana trasmise al mondo un grande messaggio. Egli disse: “O popolo di questa terra, incarnazioni dell’amore, credevo che solo la ricchezza fosse importante, credevo che l’oro fosse importante ma, in verità, né ricchezze, né proprietà ci seguiranno dopo la morte. Ero orgoglioso del fatto che al mondo non ci fosse nessuno grande quanto me. Ma, alla fine, che cosa mi successe?

In tutta la mia vita non provai mai soddisfazione, nemmeno per un giorno. Incapace di controllare i miei desideri, fui la causa della distruzione di tutta la mia stirpe; incapace di controllare i miei desideri, Lankâ fu ridotta in cenere; incapace di contenere i miei desideri, fui la causa della morte di tutti i miei fratelli. E allora, voi, gente del Kali Yuga, non soccombete ai desideri! Ero fiero del fatto che non esistesse nessuno più grande di me ma, alla fine, che cosa successe al mio potere? Tutto andò distrutto! Solo quando mi liberai dell’egoismo, allora sperimentai Beatitudine”.

Questi furono i consigli intelligenti che anche Mandodarî diede a Râvana. Mandodarî non parlò mai male di lui: tutto ciò che desiderava era solo il benessere di suo marito. Si accontentava di ciò che aveva. Non esiste moglie migliore di lei. Riversa sul corpo di Râvana, che era morto sul campo di battaglia, così si lamentò:

“O Râvana, mi hai sempre considerato una donna ordinaria; ma tu hai mai messo in pratica anche solo uno dei miei consigli? Ti sei guadagnato una fama, hai ricevuto tutta l’istruzione possibile e hai compiuto grandi austerità, ma, alla fin fine, qual è stato il tuo destino? Eccoti qui ora, senza vita! Era tuo destino quello di morire? Tu sei un grande imperatore e questa non dovrebbe essere la fine di un grand’uomo. Sei stato ucciso dalle scimmie, per il tuo grande peccato. Quale? La tua passione per una donna tanto casta quale Sîtâ ha capovolto il tuo destino. Chi è la Sîtâ che desideravi? Nientemeno che la consorte di Râma, la Sua Sîtâ! Se tu ti fossi abbandonato a Râma, avresti avuto anche Sîtâ. Invece tu hai voluto Sîtâ scartando Râma, diventando così Suo nemico. Per questo, il tuo destino è stato stravolto. Di conseguenza, Râvana, non riflettere solo ora su ciò che sto dicendo, ma anche nella tua prossima nascita: non danneggiare nessuno, non dare problemi a nessuno, non ferire nessuno; ama tutti con sentimenti sacri. In questo modo la tua vita sarà benedetta”.

Sia nel Râmâyana che nel Mahâbhârata, entrambi scritti da Valmîki, si legge: “Sii sempre d’aiuto; non essere mai di danno”. Paropakârah punyâya pâpâya parapîdanam: “Aiutare il prossimo è un merito; ferire il prossimo è un peccato”. Questo è il motivo per il quale non dovremmo causare agli altri nessuna preoccupazione, né provocare loro alcuna ansietà. Non dovremmo nemmeno mettere in pericolo il corpo fisico del prossimo. Amore, Amore, Amore, Amore! Con l’Amore, ci sarà un’unica somma, tanti +, e tutto diverrà Uno.

Vedete che cos’è questo? Un fazzoletto. Come ha fatto ad avere questa forma? Grazie all’unione dei numerosi fili di cotone. Se però lo smembrassimo separando un filo dall’altro, basterebbero due dita per lacerarlo, mentre è grazie all’unione di tutti i fili che il fazzoletto risulta essere molto resistente. Da dove prende la sua forza? Dall’unità! La forza nasce dal fatto che tutti i fili si sono uniti.

Allo stesso modo noi dobbiamo unire tutti i nostri sensi sotto l’unico sentimento di offerta a Dio. Bisogna seguire il principio dell’unità. Dobbiamo intraprendere la via divina ed eliminare tutte le differenze; dobbiamo sradicare l’ira, accrescere la gioia spirituale e trasmetterla a tutti. Se così farete, cresceranno in noi le vere qualità umane.

Che cosa significa “umanità”? L’uomo non è per natura ignorante. Infatti, il termine mânava è composto da tre sillabe: ma, na, va. Ma = mâya, l’illusione, ignoranza; na = no, come negazione; va = comportamento. Perciò, “comportarsi in maniera libera dall’illusione” è il vero significato della parola mânava.

Fin da tempi antichi questa sacra terra di Bharata sta propagando il principio dell’unità ma, a causa dell’aumento dell’egoismo e degli interessi personali, si è perso il senso della collettività.

Di conseguenza, incarnazioni dell’Amore, per quante feste celebriamo, per magnificenti che siano, sia che studiamo le Scritture o ascoltiamo tanti discorsi, se non apriamo il Testo sacro del nostro cuore per imprimervi tutto ciò che recepiamo, sarà come versare acqua in un colabrodo. I nostri cinque nemici – desiderio, ira, infatuazione, invidia e gelosia – sono come i buchi del colabrodo.

Ai giorni nostri, la gente non fa altro che darsi un gran da fare per arricchirsi. Per la gente d’oggi sembra che contino soltanto le proprie opinioni (mati), il successo (gati), la posizione (sthiti), l’opulenza (sampatti): queste sono le cose più importanti oggi. Invece, qual è la vera ricchezza? È l’Amore di Dio; non esiste ricchezza più grande di questa. Tutte le altre ricchezze materiali, come arrivano così se ne vanno.

I soldi vengono e vanno,
la moralità arriva e cresce.

Dobbiamo, perciò, agevolare lo sviluppo di ciò che cresce (per il nostro bene). Si lotta per ottenere soldi e non ci si rende conto che è grazie ai molti meriti guadagnati nelle molte vite passate che si riesce ad avere una nascita umana. Perché dunque sprecare la vita che avete ottenuto tanto faticosamente, grazie ai vostri meriti?

“Io non sono un uomo: io sono Dio stesso”: abbiate fede in questa verità. Allora, poiché siete Dio, sperimentate sentimenti divini, ed agite di conseguenza. Infatti, il principio “Io sono Dio” non è tale da ferire gli altri, non è vero? Dio è Colui che dona gioia a tutti; Egli dona a tutti beatitudine e felicità. Di conseguenza, donate gioia a tutti anche voi. Sradicate l’odio e condividete Amore. Dovete sperimentare questo stato.

Il principio umano è stato descritto in molte sacre scritture quali il Râmâyana, il Mahâbhârata, le Upanishad, e la Bhagavad Gîtâ. Una volta Krishna disse: “Che vantaggio traggo da tutte le azioni che compio? Io non ho bisogno di agire, né di compiere alcun lavoro. Se Io stesso sono il Tutto, che bisogno ho di fare del lavoro? Ma se non facessi nulla, le persone seguirebbero il Mio esempio e smetterebbero di agire. Questo è il solo motivo per cui compio delle azioni. Io agisco per aiutare il mondo, per il suo benessere e la sua prosperità. Del resto questo è il Mio dovere”.

Di conseguenza, qual è il vostro dovere? Poiché la Natura vi ha generati, seguitene l’esempio: essa soccorre tutti; perciò, solamente quando seguiremo il suo esempio e aiuteremo il prossimo allo stesso modo, diverremo veramente suoi figli.

Questo è il motivo per cui anche Krishna chiamava Arjuna con il nome di Partha. Che cosa significa Partha? “Figlio della Madre Terra”; perciò, ogni uomo nato dalla Madre Terra è un Partha e, come tale, dovrebbe seguire i suoi insegnamenti. Questo è l’autentico dovere di ciascuno. In questo modo, il dovere si trasforma in Yoga. Il dovere è il nostro Yoga. Il semplice chiudere gli occhi e mettersi in particolari posture non è Yoga, bensì roga, un’anomalia. Il vero Yoga consiste nel compiere il proprio dovere.

Incarnazioni dell’Amore, siete davvero fortunati! Vi è capitata fra le mani un’opportunità come questa: avete potuto ascoltare le storie di persone che nutrono sentimenti sacri. Serbatene una o due nel vostro cuore e fate il giusto sforzo per metterli in pratica.

Ogni festività è portatrice di un messaggio sacro. Al contrario, oggigiorno, pensando alla festività, si nota come la gente creda che lo scopo della festa sia solamente preparare e mangiare payasam o paramannam. Scopo delle feste non è mangiare, bensì ideali santi alla gente. Siate ben consapevoli di questa verità, comprendetene bene il significato: scopo delle feste è attuare nella pratica il messaggio di cui sono portatrici. Ma che fa la gente, invece? Ascolta? Fa entrare l’insegnamento da un orecchio e lo fanno uscire dall’altro!

Una volta il re Bhoja fece fare tre statue da un bravo scultore. Suo intento era quello di trasmettere un insegnamento. Chiamò il suo ministro e gli chiese:“ Ministro, qual è la migliore delle tre?” Il ministro prese un filo di ferro e, dopo averlo infilato nell’orecchio della prima statua, lo fece uscire dall’altro orecchio. Allora il ministro disse: “Questa statua è inutile”; e la mise da parte. Poi si avvicinò alla seconda statua e ripeté l’operazione. Il filo questa volta uscì dalla bocca. “Questa è migliore dell’altra, ma non è ancora perfetta”, dichiarò il ministro mettendola da parte e infilando il filo di ferro nell’orecchio della terza statua. Questa volta il filo non trovò nessuna via d’uscita e rimase all’interno. “Ecco la migliore!”, esclamò il ministro.

La cosa migliore è tenere all’interno ciò che viene ascoltato. Dalla prima statua il filo entrò da un orecchio e uscì dall’altro: è l’atteggiamento peggiore. La seconda statua è simile a chi ascolta con le orecchie e fa uscire tutto subito dalla bocca: è un atteggiamento migliore del primo, ma riguarda chi parla senza aver prima assimilato e sperimentato. A che servono “statue” simili?

Così pure, l’umanità è composta da tre tipi di persone:

  1. coloro che ascoltano con un orecchio e fanno uscire tutto dall’altro;
  2. coloro che ascoltano e subito vogliono insegnare. Questa categoria è migliore della prima;
  3. coloro che ascoltano e calano nel proprio cuore l’insegnamento. Sono i migliori.

Per questo il re Bhoja a quei tempi insegnava: “Comportatevi in modo da raggiungere la purezza di cuore”. Infatti, la mente che trasferisce nel cuore ciò che ha ascoltato, è la migliore. Tutti voi dovreste avere una mente siffatta ed essere “statue” simili. Dovreste avere in voi intelletti simili e diventare persone ideali.

Incarnazioni dell’Amore, per gli abitanti del Kerala questo giorno apre l’Anno Nuovo. Ma questo non è solamente una festa di Capodanno! Questo è anche il giorno in cui dovremmo insegnare a tutti la purezza degli ideali spirituali e metterli in pratica. Nella nostra India, infatti, ci sono state tante grandi anime! Tyâgarâja cantava: “Quante persone eccezionali esistono; a tutti loro io rendo i miei omaggi”.

Quanti grandi Esseri sono nati nella terra di Bharata! Questa terra indiana, poiché terra ideale, ha ispirato grandi ideali; questa terra indiana, ricca di tanti meriti, sta però subendo un cambiamento: ci sono Indiani che vorrebbero trasformare questa terra di devozione e unione (yoga) con Dio in una terra di edonismo (bhoga). Noi non vogliamo le dissolutezze dei piaceri, bensì la gioia dell’unione con Dio; noi vogliamo che il sacrificio e la rinuncia (tyâga) caratterizzi la nostra disciplina spirituale. Così la vita avrà ogni benedizione.

Incarnazioni dell’Amore, crescete nell’amore, siate più coraggiosi, mantenetevi nella pace e compite buone azioni: ecco il messaggio odierno. In realtà, dal momento che siete venuti qui, dovreste imprimere nel vostro cuore almeno una o due delle cose dette e, per quanto vi è possibile, metterle in pratica, santificando così la vostra vita.

(Swami conclude cantando: “Om Sri Ram Jai Ram Jai Jai Ram”)

Whitefield, 14 aprile 2000.

VISHU, Anno Nuovo del Kèrala

Versione integrale.

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