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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1958:19580725

19580725 - 25 luglio

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Nara e Nārāyana, l’uomo e Dio

[1] «Ogni cosa a tempo debito» – così si afferma; il frutto deve crescere e maturare prima che la sua asprezza si trasformi in dolcezza. È da dieci anni che vengo in questa città, ma solo oggi siete riusciti a trarre gioia dall’ascolto delle Mie parole! Sono felice di incontrarvi in un momento così fausto, tanto più che vi siete radunati qui così numerosi! Quello che posso dirvi sulla disciplina spirituale è già stato detto molte volte in precedenza. Le capacità, la natura ed i talenti dell’uomo sono un patrimonio molto antico, così come antichi sono i consigli su come utilizzarlo. L’unica cosa nuova è il comportamento perverso dell’uomo, il modo con cui spreca i suoi talenti, il cattivo uso che fa delle sue abilità, tradendo così la sua stessa natura. Egli trascura il sentiero che le sacre Scritture hanno tracciato allo scopo di indurlo a coltivare la sua vera natura; da questo deriva tutta la sofferenza, e quindi il Mio avvento.

[2] L’uomo è essenzialmente un animale dotato di discernimento. Non gli basta che i suoi bisogni animali siano appagati, non è soddisfatto; avverte un vuoto, uno scontento profondo, una sete implacabile perché è figlio dell’Immortalità e sente che la morte non è e non dovrebbe essere la fine. Questa discriminazione lo spinge a scoprire le risposte che lo assillano: “Da dove sono venuto, dove sto andando, qual è la fine del viaggio?” Pertanto è necessario che manteniate l’intelletto lucido ed acuto. Ci sono tre tipi d’intelletto in base al prevalere dell’uno o dell’altro dei tre guna. Il tamasico confonde la verità con la falsità e crede che la menzogna sia verità. Il rajasico oscilla come un pendolo dall’una all’altra, indeciso fra le due ed incapace di distinguerle; infine il sattvico conosce bene quello che è verità e non-verità. Oggi il mondo soffre più per l’intelletto rajasico (passionale) che per quello tamasico (ottuso). Le persone nutrono simpatie ed antipatie violente, sono diventate fanatiche e settarie, si fanno trascinare dalla pomposità, dal clamore, dall’ostentazione e dalla pubblicità: ecco perché la discriminazione è diventata indispensabile. Per raggiungere la meta è essenziale un intelletto puro ed equilibrato che cerchi la Verità con calma e si attenga ad essa quali che siano le circostanze.

[3] Io sono venuto per aiutare tutti ad acquisire questa natura sattvica, serena e calma. Avrete sentito parlare dei miracoli che compio, di ciò che creo e dono, di come esaudisco i vostri desideri e curo le vostre malattie. Ebbene, tutto ciò non è così importante quanto il sereno stato di equanimità che tanto apprezzo, incoraggio ed infondo. Naturalmente vi conferisco la benedizione di avere salute e prosperità ma solo perché possiate procedere nella vostra pratica spirituale con maggior entusiasmo e minori interruzioni. Consumate alimenti salutari in modo che le vostre capacità fisiche possano crescere; un corpo sano a sua volta svilupperà un’intelligenza acuta e matura. La devozione sfocerà in Shakti, energia e potenza, che a sua volta vi conferirà abilità e talento. La maestria che avrete così sviluppato vi aiuterà a fissare la dedizione su obiettivi appropriati. Infine, la devozione da voi coltivata vi condurrà alla liberazione. Prestate una certa attenzione al corpo ed alla sua cura, e cercate di evitare gli insormontabili impedimenti causati dalla povertà; ma soprattutto state attenti a non lasciarvi intrappolare e a non dimenticare la transitorietà di tutto questo. Focalizzate i vostri pensieri costantemente sull’Ātma, il Sé, che è la sostanza dell’intero mondo oggettivo, la Realtà fondamentale che si cela dietro tutta questa apparenza.

[4] Il primo passo verso l’indagine sul Sé consiste nel mettere in pratica la verità che qualunque cosa vi dia sofferenza o vi renda felici, arreca dolore o felicità anche al prossimo; perciò fate agli altri ciò che vorreste fosse fatto a voi e non commettete alcuna azione che vi farebbe soffrire se compiuta nei vostri confronti. In tal modo si svilupperà fra voi e gli altri una relazione di reciprocità, e gradualmente raggiungerete lo stadio in cui il vostro cuore fremerà di gioia se gli altri sono felici, e sussulterà di dolore nel constatare la loro tristezza. Non si tratta dello stesso tipo d’affetto che si prova verso i familiari o gli amici, che è indice di illusione. Questa condivisione di gioia e di dolore spontanea, immediata, universale, è segno di grande progresso spirituale; l’onda realizza d’essere parte dell’oceano e comprende anche che tutte le onde sono solo manifestazioni temporanee del medesimo mare che ha il sapore dell’oceano stesso. Gli altri fanno parte di voi, perciò non serve che vi preoccupiate di loro; preoccupatevi invece di voi stessi, questo basterà. Se diverrete buoni, anch’essi lo diverranno poiché non sarete più consci di essere separati da loro. Criticare gli altri e cercarne gli errori sono effetti dell’egoismo. Cercate piuttosto i vostri errori. I difetti che vedete negli altri, in realtà, sono i vostri stessi difetti, poiché gli errori che notate nel prossimo non sono altro che i riflessi dei tratti della vostra personalità. Non badate alle piccole preoccupazioni, ma fissate la vostra mente sul Signore; in tal modo sarete guidati verso la compagnia di persone buone, così il vostro comportamento subirà una trasformazione.

[5] Siate come l’ape che sugge il nettare da ogni fiore, non come la zanzara che succhia il sangue ed in cambio trasmette malattie. Considerate tutti come figli del Signore, come vostri fratelli e sorelle; sviluppate la qualità dell’amore e cercate sempre il bene dell’umanità. Amate e sarete ricambiati; l’odio non vi toccherà se promuoverete l’amore e guarderete tutti con amore. Questa è la prima lezione che insegno sempre ed è anche il Mio segreto; se desiderate giungere a Me coltivate l’amore ed abbandonate odio, invidia, ira, cinismo e falsità. Non vi chiedo di diventare degli esegeti, degli eremiti o degli asceti esperti nella preghiera e nella meditazione. “Il vostro cuore è saturo d’amore?” – ecco quello che esamino di voi! Abbiate fede che l’amore è Dio, la verità è Dio. L’amore è verità e la verità è amore; solo quando amate non avete paura; infatti la paura è la madre della menzogna. Se sarete liberi dal timore, rimarrete fedeli alla verità. Lo specchio dell’amore riflette il Sé che è in voi e vi rivela che il Sé è universale ed immanente in ogni essere.

[6] Non vi parlerò di questioni complesse, vi darò solo dei semplici rimedi per le malattie di cui soffrite. Vedo che ci sono molti studenti. Per quale motivo stanno studiando? Qual è l’obiettivo? In che modo potremo valutare se hanno studiato con diligenza? Dai salari che guadagneranno o dalle posizioni dirigenziali che otterranno? No! L’educazione deve portare allo sviluppo del discernimento e dell’umiltà. L’uomo educato deve saper distinguere le cose futili da quelle importanti, le cose durature da quelle fugaci; non deve rincorrere ciò che luccica e seduce, deve cercare invece ciò che è buono e di autentico valore. Egli deve saper mantenere il proprio corpo in buone condizioni, i sensi e la mente sotto stretto controllo, l’intelletto lucido e acuto, sgombro da pregiudizi ed astio, ed i sentimenti esenti da egoismo. Deve anche conoscere l’Ātma che è il suo vero sostegno, è lo splendore che illumina il suo Sé interiore ed esteriore. Questa conoscenza gli assicurerà gioia, pace e coraggio lungo il cammino della vita. Gli studenti devono anche sviluppare l’umiltà e l’arte di non infliggere sofferenze al prossimo.

[7] Devo anche raccomandare agli studenti di essere grati ai genitori che, con grandi sacrifici, hanno offerto loro i mezzi e le comodità di cui ora fruiscono. I genitori devono essere venerati quali rappresentanti manifesti della Divinità; a loro dovete l’esistenza, la gioia e l’avventura sul piano fisico come su quello spirituale. Per questo motivo dovete servirli, rispettarli ed onorarli. C’era un ragazzo che mendicava il cibo per le strade al fine di mantenere in vita la madre malata e le due sorelline. Una sera, mentre a gran voce chiedeva l’elemosina alla porta di un ricco, il padrone s’adirò nel sentire i suoi gemiti penosi. Quel giorno il ragazzo era stato proprio sfortunato, era riuscito a racimolare solo pochi bocconi ed erano ormai le nove; perciò si lamentò pateticamente, ma questo fece solo infuriare il padrone di casa che uscì e lo colpì con un calcio facendolo cadere nel canale di scolo. Il ragazzo era già molto debole perché pativa la fame per portare il cibo alla madre e alle sorelle, perciò quando cadde a terra esalò l’ultimo respiro mormorando: “Madre, qui c’è un po’ di cibo per te!” – mentre continuava a tenere in mano la ciotola, anche se il suo corpo era ormai privo di vita. Tale è la devozione che ogni madre merita e deve evocare per i dolori sopportati e per tutti i sacrifici compiuti affinché i suoi figli possano stare bene, essere felici e buoni. Ragazzi! Mostrate gratitudine ai vostri genitori, ricordateli e tributate loro almeno una lacrima quando ricorre l’anniversario della loro morte. Fatelo con fede; per questo si celebrano le funzioni commemorative in memoria dei defunti. Ciò non significa che le vostre offerte li raggiungeranno o che essi le stiano attendendo in un altro mondo: è solo un tributo che dovete offrire loro in segno di gratitudine per la grande opportunità che vi hanno dato di soggiornare in questo mondo ricco di meravigliose occasioni per realizzare il Sé. I genitori, dal canto loro, devono dare il buon esempio e incoraggiare i figli quando manifestano interesse nella spiritualità e nello studio. Fra i bambini che sono seduti qui davanti a Me ci possono essere molti saggi e santi, perciò bisogna favorire lo sviluppo dei talenti divini nei fanciulli. I genitori devono sentirsi come servitori cui il Signore ha dato l’incarico di accudire le piccole anime nate nelle loro case, proprio come il giardiniere si prende cura delle piante nel giardino del padrone. I genitori devono far emergere la bontà latente nei minuscoli cuori dei bambini raccontando loro storie di santi e saggi del passato, e vigilare che non diventino dei codardi, timorosi di procedere diritti.

[8] Voi tutti siete l’indistruttibile Ātma, credetemi! Nulla deve scoraggiarvi. Nei sogni vi capita di patire molte pene: la mancanza di denaro e cibo, calamità ed insulti, ma non ne restate turbati. Quando, però, queste cose accadono nello stato di veglia vi disperate; in verità non è il vostro ‘Sé’ reale che soffre per tutto ciò. Eliminate l’illusione di essere questa entità fisica ed allora sarete veramente liberi. Per ultimo vi voglio parlare di Me. Nessuno può comprendere il Mio Mistero. La cosa migliore che potete fare è immergervi in esso. Non serve che discutiate i pro ed i contro: immergetevi e sondatene la profondità; mangiate e conoscerete il sapore! Poi potrete discutere su di Me quanto vorrete. Coltivate Satya e Prema, Verità ed Amore, e non avrete neanche più bisogno di pregarmi per ottenere questo o quello. Tutto vi sarà dato, senza richiesta. Nara (uomo) e Nārāyana (Dio) sono i due cavi, negativo e positivo, la cui combinazione conduce l’elettricità. Se avrà acquisito le due qualità di Verità ed Amore, Nara potrà cooperare con Nārāyana, divenendo il veicolo del Potere Divino.

Nellore, 25.07.1958

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da DISCORSI 1953 - 1960 (Sathya Sai Speaks-Vol.I) ed.Mother Sai Publications
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