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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1961:19610425

19610425 - 25 aprile

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Il Râmâyana nel vostro cuore

[1] Il veicolo dell’esistenza umana poggia su due ruote, quella del tempo e quella dell’azione, ed è trainato dai sensi che sono guidati dall’intelletto mediante le redini del discernimento e del distacco. I raggi delle due ruote sono le regole del Dharma, collegate ai cerchioni dell’Amore. Il Sé è il conduttore e non incorrerà in alcun pericolo se l’asse delle ruote è la Verità e la meta è la Pace. Rāma, di cui oggi celebrate il genetliaco, diede dimostrazione dei mezzi per salvare il Sé da questo pericoloso viaggio dalla nascita all’immortalità. Rāma è l’incarnazione del Dharma, ecco perché Egli riuscì a ripristinare il Dharma. Oggi è un giorno sacro poiché avete l’opportunità di riflettere sulla Gloria di Dio e sulla Sua relazione con gli uomini. Di fatto, approfondendo il Rāmāyana si scopre che Rāma è l’Ātma Universale, l’Ātma presente in ogni creatura. Egli non è disceso per uccidere Rāvana, il re dei demoni, non è il figlio dell’imperatore Dasharatha e della regina Kaushalyā, e non è neanche il marito di Sītā che si strugge per il suo rapimento e gioisce per la riunione. Il giorno in cui Rāma fu incoronato imperatore ad Ayodyā, ogni persona ricevette un regalo prima di lasciare la città. Solo Hanuman rifiutò ogni regalo materiale. Egli domandò a Rāma di spiegargli il mistero della Sua vita, dato che non era riuscito ad afferrarlo nonostante il suo lungo periodo di fedele servizio. Rāma, allora, invitò Sītā a soddisfare la sete di Hanuman ed a rivelargli il segreto della loro missione. Sītā svelò d’essere la Natura Primordiale, il potere di Māyā, la grande illusione, l’Energia che si muove in tutta la materia e la trasforma e trasmuta in tutta questa molteplicità che vincola ed acceca; il Rāmāyana, disse, non era che la commedia da Lei concepita.

[2] Rāma è l’eterno ed immutabile Purusha, lo Spirito Divino. L’Ātma presente in ogni essere è Rāma, e da questo deriva il nome Ātmārāma. Rāma è eterno; per tale ragione si dice che il Suo mantra sia stato adottato da Shiva stesso. Rāma significa ‘Colui che diffonde Beatitudine’. Ma cosa può conferire maggior beatitudine dell’Ātma? Rāma è Beatitudine, ed è anche lo spirito presente in voi, la Beatitudine presente nella vostra consapevolezza interiore. Potrete comprendere il Rāmāyana solo se terrete presente quest’aspetto. L’arancia ha una forma ed un nome, ma quando la spremete, la forma scompare ed anche il nome non sussiste più; rimane solo il sapore. Percepite così solo la dolcezza, il gusto, l’essenza. Rāma non può essere descritto con esattezza poiché trascende qualsiasi espressione. Hanuman, grazie a Sītā, comprese la dolcezza senza forma né nome di Rāma. Rāma, il Purusha, accetta Prakriti, cioè la Natura o Sītā, ed interpreta il Rāmāyana. Sītā è la Consapevolezza Creatrice, poiché Prakriti o Māyā è colei che attiva l’Esistenza Pura [immanifesta] del Brahman. Guardate ora cosa accade! Brahmajñāna, la Conoscenza della Realtà Suprema, si perde e Rāma vaga per la giungla gemendo per lei. Suo fratello Lakshmana (la mente) è sempre con Lui, perché la mente è lo strumento con cui si può conseguire la liberazione. Vāli rappresenta la disperazione che deve essere superata con l’aiuto del discernimento, interpretato da Sugrīva. Noterete, infatti, che è proprio Sugrīva ad inviare vari emissari ai diversi angoli della regione per scoprire dove si trovi Brahmajñāna. Hanuman incarna il coraggio. Solo il coraggio risultante da una fede irremovibile può inoltrarsi nelle tenebre e portare la buona notizia del sorgere del sole. Poi Rāma attraversa il mare dell’illusione, distrugge il demone del Tamo-guna (la qualità dell’inerzia) rappresentato da Kunbhakarna, il demone del Rajo-guna (la passionalità) interpretato da Rāvana, ed insedia sul trono il Sattva-guna (purezza), incarnato da Vibhīshana. Alla fine, Rāma incontra ed accoglie Sītā, diventata ora ‘Conoscenza derivata dall’esperienza’ e non più solo Brahmajñāna. Questo è rappresentato dall’incoronazione di Rāma.

[3] Il Rāmāyana quindi è una storia che non ha fine. Nella vita di ognuno si sta svolgendo un Rāmāyana riconoscibile nelle tre qualità fondamentali di tamas, rajas e sattva, nei sensi, nella ricerca e nella disciplina spirituale.

Rāma è il figlio del re Dasharatha, nome che significa ‘dai dieci carri’. Cosa pensate che siano questi dieci carri? Sono i sensi, ossia i Karmendriya9 e gli Jñānendriya10. I valori umani di Verità, Rettitudine, Pace ed Amore rappresentano i quattro figli dell’imperatore, dei quali Rāma è la Verità (Satya), Bhārata è la Rettitudine (Dharma), Lakshmana è l’Amore (Prema) e Sathrughna è la Pace (Shānti). Prendete come ideali questi quattro personaggi descritti nel Rāmāyana e vedrete che la vostra esistenza si riempirà di pace e gioia se solo vi concentrerete su di loro. Il Rāmāyana che si svolge nel cuore deve essere percepito, non analizzato come un fenomeno mentale. Procedendo nella lettura e meditando su di essa, il significato profondo del Rāmāyana vi si manifesterà in un lampo, quando la mente sarà stata purificata dai concetti nobilitanti che esso contiene.

[4] Non esagerate l’importanza delle cose che hanno solo uno scopo materiale; esse svaniscono già mentre state per afferrarle. Cercate la Verità che non subisce mutamenti. Cercate Cit, la Consapevolezza che non è influenzata dalle raffiche della passione, che è pura, libera dall’egoismo e dal desiderio di possesso. Solo allora potrete sperimentare la Luce ed illuminare anche il cammino di altri. Cercate la Beatitudine, quella Beatitudine che scaturisce dall’Amore senza macchie d’attaccamento. Siate come api che ronzano intorno al fiore della Gloria di Dio e che estraggono il nettare della Grazia silenziosamente ed in letizia.

Madras, Shānti Kutir, Anniversario dell’avvento di Rāma, 25.04.1961

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da DISCORSI 1961 1962 (Sathya Sai Speaks-Vol.II) ed.Mother Sai Publications
discorsi/1961/19610425.txt · Ultima modifica: 2016/02/23 15:17 da 127.0.0.1