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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1961:19611202

19611202 - 02 dicembre

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

L’accademia spirituale dell’uomo

[1] Lo studio di testi sacri e l’ascolto di discorsi religiosi hanno il fine di sviluppare l’autocontrollo e la pace, ma a giudicare da questa confusione che voi sembrate apprezzare, credo che lo studio e l’ascolto siano stati per voi inutili. Non potete avanzare come scusa la vastità del raduno, perché se ognuno di voi smettesse di parlare, strepitare o lamentarsi, il silenzio si stabilirebbe in un secondo. E non potete usare come giustificazione neanche il fatto che state aspettando da questa mattina presto e di conseguenza siete diventati irrequieti. Bene, cosa si può dire del gran fervore che si è disperso non appena l’evento per il quale avete atteso tanto a lungo è iniziato? Sebbene ci siano migliaia di persone, se ognuno di voi mantenesse il silenzio sembrerebbe che qui non ci sia anima viva. Cercate di stare in silenzio. Cercate di ricordarvi perché siete venuti, perché avete atteso e Chi siete venuti ad ascoltare. Ora va meglio. Questa è la ragione per cui Io dico sempre che la vera natura dell’uomo è la pace; se egli solo provasse a praticarla, riscoprirebbe la sua reale natura in poco tempo. Deve solo fermarsi, ricordare la sua origine divina e la sua identità con il Sé, con l’immutabile Ātma. L’uomo può vagabondare nella confusione o restarsene calmo e quieto come siete voi ora. È stato il vostro stesso entusiasmo a causare questo ritardo, infatti, a detta degli organizzatori, la strada per il tempio è completamente stipata di gente, ed anche nel tempio stesso non è rimasto un centimetro quadrato libero! Per questo motivo, per la cerimonia della consacrazione, è stato suggerito di trasportare la statua in questa villetta. Potrà essere riportata e collocata nel tempio più tardi.

[2] Ricordate: Sai non vive in una struttura di pietra o di calce e mattoni! Egli dimora nei cuori teneri, caldi di partecipazione ai sentimenti altrui e fragranti d’amore universale. I templi e l’adorazione delle immagini sacre possiedono valore solo perché stimolano gli impulsi superiori dell’uomo a condurre i suoi istinti verso mete socialmente utili. Per questo, in India, non fu persa opportunità di condurre l’uomo verso Dio; tutte le forme d’arte, infatti, trovarono la loro espressione in quel fine. Perfino un ubriaco barcolla seguendo la melodia di qualche canto devozionale ricordato vagamente, che inneggia alla Gloria di Dio o alla gioia della realizzazione del Sé. Ognuno qui, a prescindere dal progresso spirituale raggiunto, è invogliato e gentilmente spronato a procedere. Questo ha fatto dell’India l’accademia spirituale dell’umanità. Voi siete privilegiati a trascorrere questa vita in grembo all’India, ossia in grembo al Vedānta1. Ricordatevi di questo patrimonio e vivete in modo tale da non disonorarlo. Non invidiate i Paesi che stanno cercando di raggiungere la Luna e Marte e di esplorare la vastità dello spazio. A che serve conoscere quelle regioni se si rimane schiavi di ogni minima cattiveria e della paura? Che senso ha viaggiare a diecimila miglia l’ora con una mente oppressa dagli impulsi tenebrosi di un passato primitivo? Perché manca la pace nei Paesi occidentali più evoluti? La ragione è la crescita selvaggia dell’orgoglio e della cupidigia, del vizio e del peccato. Non c’è più timor di Dio, né rispetto per gli anziani, né timore per il peccato. Attribuiscono significato e valore solo ai simboli esteriori della ricchezza e del potere, al contenitore e non al contenuto.

[3] Per esempio, questa statua di marmo è solo un contenitore. Il contenuto è l’essenza di Sai. Come una tazza è il contenitore ed il latte in essa è il contenuto, così voi versate l’essenza di Sai in questa forma e poi la chiamate Sai Baba; se la versate in un altro contenitore di forma diversa la chiamerete Vishnu, Shiva o Krishna o Rāma. Per coloro che stanno ancora frequentando l’asilo della disciplina spirituale, un idolo è necessario quanto un’immagine in un sillabario. Fino a quando non riuscirete istantaneamente a richiamare alla mente l’immagine di un cavallo non appena vedete le lettere c-a-v-a-l-l-o una dietro l’altra, è necessario mettervi davanti il disegno di un cavallo con sotto la parola scritta. Analogamente, avete bisogno di una forma come questo idolo chiamato Sai ben evidente davanti ai vostri occhi per dar forma al vostro vago e indefinito concetto dell’Essenza Divina. Quando riuscirete a concepire l’essenza di Sai indipendentemente da qualsiasi Forma, oppure come tutte le Forme ed i Nomi, l’idolo risulterà superfluo, ne potrete fare a meno. Installare questa statua lassù nel mandir non implica la fine di tutti i vostri sforzi. In realtà è solo l’inizio. C’è un gran numero di templi ad ogni angolo del Paese che si trovano in vari stadi di decadimento; ma non solo in India: la medesima cosa sta accadendo anche in altre nazioni. Perché fare tanto rumore e creare un ennesimo tempio da aggiungere alla lista? Nuovi templi vengono eretti mentre quelli antichi scompaiono dalla memoria e cadono in rovina. Questo perché non comprendete che la sostanza è la medesima, sebbene sia presentata in forme e nomi differenti. Un capitolo delle vostre penitenze si è concluso, avete ottenuto questa statua ed avete allestito questa funzione; ma il prossimo capitolo consisterà nel riversare la vostra devozione su questo idolo e renderlo sempre vivo, nel modellare le vostre esistenze in modo da essere degni di stare in piedi davanti a Sai a mani giunte. Solo i puri ed i santi possono offrirsi totalmente al Signore.

[4] Non mi piace che la gente sprechi i momenti preziosi dei pochi anni della vita in discussioni oziose e vane. Non apprezzo neanche l’esitazione codarda. Agite, agite con tutta la vostra forza ed intelligenza; usufruite dell’abilità, delle capacità, del coraggio e della sicurezza di cui siete dotati. Dio vi benedirà, allora. Avrete senz’altro sentito parlare di quel devoto di Rāma che si sedette sul ciglio della strada accanto al suo carro rovesciato, lamentandosi per la sua cattiva sorte ed invocando Rāma affinché gli rimettesse il carro a posto. Rāma non apparve per sollevare il carro né per sistemare le ruote. L’uomo allora incominciò a biasimare la sua stessa fede ed a dubitare dell’esperienza dei saggi che lo descrivevano come un Oceano di Misericordia. Rāma a quel punto si presentò, ma solo per dirgli: “Oh sciocco, ti ho dato intelligenza e forza. Utilizzale. Rimboccati le maniche; quando avrai fatto del tuo meglio ed ancora non sarà sufficiente, allora chiamami; Io sono sempre pronto a rinvigorire i tuoi sforzi con la mia Grazia.” I devoti di Rāma, col Suo nome sulle labbra e la Sua forma davanti agli occhi, hanno sollevato montagne ed eretto ponti sull’oceano. Voi che vi definite ‘devoti dell’Ātma’ siete troppo deboli addirittura per portarvi appresso il peso dei vostri corpi, per non parlare del fardello di parenti e conoscenti.

[5] Avendo installato Sai nel vostro villaggio, dovete crescere nell’amore, poiché Sai è l’Incarnazione dell’Amore. ‘Sa’ significa Sarvashakti e Sarvasākshi – onnipotente e testimone in tutti; ‘Ai’ significa madre e ‘Baba’ vuol dire padre. L’Amore di Sai è l’Amore caratteristico di un padre e di una madre, ma non terreni: quel padre e quella madre che sono i testimoni d’ogni pensiero, parola ed azione di ogni essere. Rispettate i genitori terreni e poi trasferite quel tipo di rispetto alla Madre, al Padre od al Custode celesti, cioè a Dio. Imparate ad insediare nel vostro cuore il Dio invisibile installando quella Sua immagine visibile nel tempio. Progredite dal grossolano al sottile. Come un malato ha bisogno di un medico, i devoti hanno bisogno di qualche Nome e Forma ai quali ricorrere per essere consolati, consigliati ed incoraggiati. È quindi per il vostro bene, come grosso passo nella vostra pratica spirituale e nel vostro progresso verso la pace e l’armonia interiore, che Io ora installo questa statua. «Ovunque sia cantato il Mio Nome, Io lì mi stabilisco» – è detto. La tragedia è che voi ignorate la divinità che possedete come vostro nucleo e la cercate invece altrove. Insultate voi stessi pensando d’essere incapaci, deboli ed inferiori. Viltà ed autocondanna non diventeranno mai una scintilla della Fiamma Divina. Potete scoprire la vostra verità con un po’ di discernimento. Nato nell’illusione, respirando nell’illusione e trascinandosi nell’illusione, l’uomo è inconsapevole del suo patrimonio e si sente incapace di conseguirlo. Egli è disperato perché non vede alcuna via d’uscita; ogni suo sforzo per ottenere la pace lo intrappola sempre più stretto nelle spire della confusione e dell’inquietudine dove la pace è assente.

[6] Come fiori di variegate tinte, ognuno fragrante di profumo, tutti gli esseri umani sono fondamentalmente della stessa natura del Brahman. La fragranza emerge dall’Essenza divina che è la vera ragione della vita, perché ognuno deve realizzare quell’Essenza e porre fine, così, alla serie delle nascite e morti. Uno studente lascia l’università dopo essersi laureato; allo stesso modo, una volta che abbia realizzato la Verità e conseguita la liberazione, l’uomo potrà lasciare l’università, gli studi e tutte le altre seccature. Prima, però, dovete laurearvi. Perché siete riluttanti a compiere lo sforzo necessario per passare gli esami? Invece correte dietro a vari maestri, li innalzate alle stelle e vi proclamate loro seguaci. Cosa guadagnate dal loro successo? Essi hanno raggiunto il traguardo, ma voi? I loro conseguimenti sono accreditati sul loro conto in banca, e da quel deposito bancario potranno anche staccare degli assegni. Ma voi potete prelevare da quel conto? Ancor oggi vivono sull’Himālaya dei grandi saggi, lo so; essi sono testimoni di tutto ed il loro Amore abbraccia l’umanità intera, ma questo non vi sarà d’aiuto. Dovete camminare lungo il sentiero da soli e far affidamento solo sulle vostre risorse. Essi vi possono solo incoraggiare e fornire delle mappe. Oggi siete venuti a Repalle da cento villaggi distanti e sapete che dovete far ritorno ai luoghi dai quali provenite. Analogamente, è inevitabile che dobbiate ritornare al posto dal quale questo viaggio ebbe inizio attraverso la nascita e la morte, cioè al Brahman. Esiste solo un Sole, ma è riflesso in milioni di bacini, pozzi e recipienti. Il Paramātma è Uno ed i Suoi riflessi sono gli individui, ognuno dei quali ha l’Ātma manifesto in sé. Ci sono migliaia di persone qui, ora, ed in ognuno dei vostri cuori Swami splende. Questa è veramente la beatitudine dello Spirito. Mantenetela sempre fresca e nutritela con attenzione. Quello è il segreto della Pace.

Repalle, collocazione della statua di Śrī Sathya Sai Baba nel tempio, 2.12.1961

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da DISCORSI 1961 1962 (Sathya Sai Speaks-Vol.II) ed.Mother Sai Publications
discorsi/1961/19611202.txt · Ultima modifica: 2016/02/23 15:18 da 127.0.0.1