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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1962:19620519

19620519 - 19 maggio

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Tesori preziosi

[1] I bambini possiedono amore altruistico; essi sono innocenti osservatori che guardano alle azioni degli adulti ed apprendono molto prima a casa che a scuola le proprie lezioni. I genitori, dunque, devono prestare molta attenzione a come si comportano fra loro e nei confronti dei bambini. C’era un giudice che era solito venire a Shirdi; una volta disse a sua moglie ed a suo figlio di restare con Baba e tornò a casa per qualche giorno. Prima di partire disse al ragazzo: “Questo è Dio stesso!” Poco tempo dopo, la madre ed il bambino s’imbatterono in un cantastorie che narrava leggende tratte dai Purāna. Costui cominciò a svilire Baba definendolo un truffatore ed un folle; a quel punto il bambino non resistette più, prese la madre per il sari e la obbligò a tornare da Baba. Il mattino seguente, quando i due si recarono da Baba per la benedizione, Egli domandò loro perché fossero tornati. Gli raccontarono dunque l’incidente del cantastorie. Il bambino aveva sentito che tutti si rivolgevano a Baba chiamandolo Signore e ricordando le parole insolenti del cantastorie, si mise a piangere, ma Baba lo calmò scherzandoci sopra: “Sono solo un uomo. Ciò che ha detto il cantastorie è vero; sono un folle e derubo la gente di ciò che considera di grande valore, mentre Io lo ritengo inutile.” Mentre Baba e il bambino stavano discutendo in questo modo, giunse il signor Patel e raccontò di come Baba avesse salvato suo figlio da un grave incidente. Baba gli disse: “Sì, l’ho preso nelle mie quattro braccia quando è caduto.” Patel scoppiò a piangere per la gratitudine, ed il figlio del giudice esclamò: “Te l’ho detto che sei Dio; Tu hai quattro braccia come Vishnu!” Baba si mise a ridere, portò il bimbo nel tempio e gli concesse una visione di Sé con quattro braccia. Dopo questo fatto, quel bambino restò a Shirdi per 26 anni e partì solo dopo che Baba ‘se n’era andato’. Indossò poi gli abiti del rinunciante e divenne un grande saggio.

[2] I bimbi devono ricevere l’amore dei genitori. Il bambino dovrebbe rimanere con la madre per i primi cinque anni. Molti bimbi non sanno cosa significhi l’amore materno. Durante quegli anni, la madre non deve affidare le proprie responsabilità a qualcun altro e limitarsi semplicemente a farsi chiamare ‘mamma’, come se fosse una bambola con cui al bambino piace giocare. I figli dei ricchi e dei ‘colti’ sono severamente penalizzati poiché sono privati dell’amore e dell’attenzione dei genitori. Sono affidati alle cure di personale domestico o alle cosiddette baby-sitter, crescono in loro compagnia ed imparano il loro modo d’esprimersi, le loro abitudini e modi di pensiero. Tutto ciò è veramente disdicevole. Quando il fanciullo ha raggiunto i cinque anni d’età, il padre deve assumersi l’impegno di farlo crescere e lo deve affidare ad un guru, il quale gli dovrà insegnare uno standard di valori in base ai quali tenere le relazioni con la famiglia, il villaggio, la nazione ed il genere umano. Gli insegnanti devono essere consapevoli della loro grande fortuna così come dei loro doveri. Alcuni insegnanti si sottraggono ai propri compiti ed ingannano le aspettative che la società nutre verso di loro. Costoro entrano in classe, scrivono sulla lavagna, ordinano “Silenzio!” e si mettono a dormire sulla sedia! Per questa ragione i bambini non amano andare a scuola. In passato gli insegnanti erano soliti fare la ronda nel villaggio accompagnati da due ragazzi leali per cercare i fannulloni di casa in casa; quando ne trovavano uno, il falso malato era portato a scuola con la forza, sebbene lottasse e piangesse, e là veniva battuto con severità per la colpa commessa.

[3] I bambini sono come un tessuto nuovo: potete dare loro il colore che volete, basta immergerveli. Gli adulti, invece, sono come dei panni vecchi che non assorbono più il colore così facilmente e così bene. I cuori verdi e teneri apprendono le abitudini e la disciplina molto più velocemente. Per imparare buone maniere ed abitudini, l’età non è un impedimento, e l’addestramento farà sì che anche i piccoli le imparino.

Gli adulti sviluppano un senso di vergogna e di orgoglio in gran parte artificiale e superficiale; s’inventano delle scuse per giustificare le loro azioni ed architettano giustificazioni per i loro errori. I bimbi non hanno tali inibizioni; essi credono a tutti e tutti possono credere loro. I loro cuori sono come i dischi del grammofono: vi si imprime qualunque motivo cantiate loro e poi ripetono lo stesso motivo correttamente e senza distorsioni, a patto che la puntina del grammofono sia ben aguzza. Quella puntina è l’amore; essa deve essere dritta e ben orientata, solo così può prodursi la musica. Nel caso degli adulti, la punta è già scheggiata, mentre i bimbi possiedono il dono della concentrazione univoca. Essi sono impavidi; sono gli adulti che seminano in loro le paure. Sono veritieri, ma gli adulti insegnano loro l’arte del mentire, li inducono a guardare e riferire, così i bambini sviluppano interesse per gli errori ed i difetti altrui. Quando gli adulti parlano, è difficile scoprire se stiano dicendo il vero oppure mentendo. I bambini, al contrario, sono franchi. Non hanno ancora scoperto che il successo mondano a breve termine dipende dall’astuzia, sebbene a lungo termine siano l’onestà e la sincerità che portano il massimo profitto. Per questo motivo si afferma che per guadagnare la grazia di Dio bisogna diventare semplici e retti come un bambino o saggi e discriminanti come un sapiente. I dischi vergini, privi di solchi, possono essere fatti girare più volte senza consumare la puntina della concentrazione, poiché sono i solchi che la consumano, non i dischi. Prahlāda ne è un buon esempio: era libero dall’egoismo, sempre calmo ed imperturbabile. Qualunque cosa accadesse al suo involucro fisico, egli non lo percepiva. La puntina continuava a girare, senza musica; c’era solo il silenzio.

[4] Il veleno ed il nettare dell’immortalità non possono mescolarsi; Sat, l’Essere, può fondersi solo con Sat. La Creazione è colma del Brahman ed il Brahman è tutt’uno con la Creazione. Una stoffa è piena di filo ed il filo è tutt’uno con la stoffa. L’uno non ha senso senza l’altro. L’infanzia è lo stadio del puro Sat, e se riusciste a vivere sempre con quell’innocenza, come fece il saggio Shuka, raggiungereste con naturalezza l’unione con Dio. I raggi del sole attendono, pazienti e silenziosi, fuori delle vostre porte chiuse. Aprite una sola fessura e vedrete come vi entrano felicemente. Aprite di più ed essi vi inonderanno di luce e di calore. Le menti dei bambini sono sempre aperte, non hanno porte chiuse che causino oscurità; ecco perché il loro sorriso è come la luce del sole in una casa colpita dal dolore.

[5] Dhruva e Mārkandeya raggiunsero la visione del Signore e la propria liberazione senza astuzie o stratagemmi, ma trasformando la propria mente in uno strumento divino di salvezza mediante la pratica spirituale. Cosa cercate nella vita? Gioia, armonia reciproca, accordo ed amore fra capo ed impiegati, fra padrone e subordinati, fra marito e moglie, padre e figlio. In effetti, in qualsiasi relazione a due vincolata da doveri e diritti, i quattro valori menzionati sono essenziali. Piantate i semi di queste qualità armoniose quando i vostri figli sono ancora fanciulli: è la più grande eredità che potete lasciare loro, l’assicurazione più utile contro gli attacchi della disperazione, dello scoraggiamento e dello scontento. Una volta, un cane sanguinante per le percosse subite andò da Rāma. Rāma mandò Lakshmana a scoprire come mai il cane fosse ridotto in quello stato, e si venne a sapere che un bramino l’aveva picchiato con un bastone. Interrogato, il bramino rispose semplicemente che il cane intralciava il suo passaggio. Rāma allora domandò al cane: “Bene, come desideri che punisca quel bramino?” Il cane prontamente rispose: “Mettilo a capo del tempio.” Rāma allora replicò: “Cosa? Ma quella è una ricompensa, non un castigo!” Il cane allora disse: “No, io sono stato il capo di un tempio, e dato che è quasi impossibile evitare gli errori, utilizzare male od appropriarsi di un po’ del denaro di Dio, quando anch’egli ne sarà a capo si guadagnerà una nascita canina, e magari verrà bastonato anche lui.”

[6] Rammentate, non solo quel cane e quel bramino, ma tutti voi vivete delle proprietà di Dio, poiché non appartiene forse a Lui tutto questo? Come ricambiate i benefici derivati dalle proprietà del Signore? Non potete mangiare e rimanere quietamente seduti. Perlomeno dovete ricambiare con del lavoro: chi mangia e non lavora è veramente un truffatore. Il Signore non vuole niente da voi, ma il lavoro vi darà il rispetto di voi stessi e purificherà i vostri cuori. Insegnate quindi ai bambini a non ricevere nulla senza dare qualcosa in cambio. Lasciate che si guadagnino ciò che desiderano lavorando sodo. Un’altra osservazione: quando i ragazzi giocano a cricket, a calcio o a tennis, se diventano ansiosi di battere gli avversari, cominciano a commettere errori ed imbrogli. A quel punto, anche se faranno un goal, altri lo annulleranno per fuori gioco. Se invece si attengono alle regole e giocano bene, senza l’atmosfera di rivalità e la voglia di riportare la vittoria a tutti costi, saranno destinati a vincere. In una corsa ippica, è meglio lasciar prendere al cavallo la propria andatura senza confrontarsi né rivaleggiare, perché questo porta a cadere o scivolare. Questa lezione deve essere insegnata anche ai bambini: le competizioni devono essere leali, rispettose delle regole del gioco e libere dall’astio e dalla malizia. Soprattutto cercate di capire che i bambini sono tesori preziosi; voi avete il compito importante di indurli ad essere devoti servi di Dio e ricercatori sinceri sul sentiero spirituale.

Whitefield, 19.05.1962

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da DISCORSI 1961 1962 (Sathya Sai Speaks-Vol.II) ed.Mother Sai Publications
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