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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1963:19630802

19630802 - 02 agosto

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

La Meta Suprema

[1] Sebbene non ci sia una ragione particolare per questo incontro pomeridiano, Kompella Subbaraya Shāstri ha cercato di trovarne una ed ha concluso il suo discorso facendo riferimento al rito di adorazione dedicato a Varalakshmi che oggi viene eseguito in quasi tutte le case indù. La ricerca delle ‘cause’ è un’altra delle illusioni che tormenta l’uomo; egli tenta di trovare la causa di ogni cosa, ed in quella confusione si dimentica di trarre beneficio dai risultati disponibili. Shāstri ha fatto una citazione tratta dal Soundarya Lahary per spiegare il significato di Shiva-Shakti, probabilmente mosso dai fatti avvenuti durante lo scorso Gurupūrnimā. Shiva-Shakti è l’unione della materia inerte (jada) con la Consapevolezza (Cit), il collegamento del cavo con la corrente elettrica che attiva tutti gli apparecchi quali il ventilatore, il fornello, la lampadina, la radio, ecc. Shiva-Shakti è presente in tutti, non solo in Me; la differenza sta soltanto nella potenza e nella capacità di manifestarsi. Anche la lucciola possiede un certo potere d’illuminazione, infatti emette luce. Abbiamo poi le lampade ad olio, le lampadine elettriche, le lampade a petrolio, la luna, il sole – tutti emettono luce; quella è la loro qualità comune. In modo analogo, sia il bene sia il male hanno il diritto di esistere; il male deve essere utilizzato per il fine che gli è consono. La buccia dell’arancia non è dolce, ma serve a proteggere la dolcezza interna. La buccia verde ed amara del frutto acerbo lo difende durante il periodo di maturazione. Gradualmente anche la buccia assorbirà un po’ della dolcezza e del sapore del frutto che sta maturando; parimenti, il male deve essere lentamente trasformato in bene mediante la sottile influenza delle associazioni con i buoni ed i virtuosi.

[2] I sensi possono essere utilizzati per rafforzare la beatitudine spirituale. Se si versa del succo di frutta in una tazza, questa non ne conosce il gusto; se voi la tenete in mano, non ne sentirete il sapore. Dovrete bere il succo con la cannuccia, poi la lingua ne sperimenterà la dolcezza. Il succo di frutta è la Natura che ci circonda. Assaggiatene la dolcezza, ovvero la Divinità immanente in essa: questo è lo scopo e la motivazione logica. La Creazione è l’espressione della natura divina del Signore, posta davanti a voi affinché diveniate consapevoli della Sua gloria e del Suo splendore. Se la mente obbedisce ai dettami dell’intelletto, l’uomo progredirà. Se gli ordini che provengono da Delhi sono osservati da tutti gli stati, il Paese ne guadagnerà in forza ed unità; ma quando la mente diventa schiava dei sensi, allora è un disastro. Se la mente segue i sensi rivolti all’esterno e dimentica la Realtà, se l’individuo si crogiola in un mondo di sogno fatto di false fantasie, la Madre Divina darà qualche buffetto al bambino per risvegliarlo. A quel punto non ci sarà bisogno di aggiungere altro perché, una volta risvegliato, la Verità sarà rivelata. È vostro diritto realizzare Colui la cui forma è l’intero universo, tutto il creato; quindi non trastullatevi in eterno con il pensiero del corpo, con la coscienza di essere solo quel corpo alto poche spanne; trascendete l’attaccamento alla famiglia, alla casa, al villaggio, alla comunità, al distretto, allo stato ed alla nazione. Dovete acquisire non un’indipendenza di ordine politico, ma la libertà dello spirito detta ‘dominio di sé’.

[3] Il grido all’uguaglianza che ora viene usato come slogan, è un appello vano e senza senso; come possono uomini che ereditano una molteplicità di impulsi, talenti, qualità, tendenze, attitudini e persino malattie trasmesse dai loro familiari e dal loro passato, essere tutti dello stesso stampo? E nonostante tutta la propaganda che si fa di questa presunta parità, troverete più incomprensioni e fazioni ora che nei periodi storici antecedenti. Coloro che incoraggiano la disparità sono proprio quelli che più chiassosamente proclamano ai quattro venti questa moderna dottrina egualitaria. Ogni persona ha una differente concezione di Dio e della bontà in base alla sua educazione ed alla purificazione dei suoi impulsi. Tutte queste concezioni sono valide. Quando si fa entrare l’acqua nei campi per irrigarli, vedrete distese d’acqua di diverse forme: circolari, rettangolari, ovali, quadrate, secondo la forma del campo. La fertilità o la quantità del raccolto non cambia in base alla correttezza geometrica di quelle forme. Fino a che punto e quanto rapidamente avete istituito il vostro attaccamento per Dio? Questa è la domanda da porsi, tutto il resto non conta. Il costante amore per Dio è come una zanzariera: terrà fuori illusione ed orgoglio, lussuria e rabbia, cupidigia e gelosia, che portano con sé varie malattie. Sviluppate la fede in modo che possiate amare senza nutrire dubbi. La ‘malattia’ conclusasi il giorno di Gurupūrnimā aveva inizialmente scosso la fede di molti, ma in seguito aveva consolidato la loro fede turbata; ciò non è così valido ed efficace quanto il mantenere la propria fede sempre salda, qualunque cosa accada.

[4] Ho dovuto compiere il Mio Dharma, il dovere divino che mi compete; ogni Mia azione ha un significato che voi non potete comprendere. Se siete al buio avete più paura, perché non riuscite a vedere i mucchi di terra e le buche sulla strada, e non potete sapere che invece la strada è liscia ed agevole. Nella Creazione non ci sono difetti né parzialità, siatene certi così la vostra fede non vacillerà più. Se la Creazione di Dio avesse dei difetti, tutti soffrirebbero in ugual modo! Invece ognuno dà una versione diversa quando gli chiedete se è felice e perché. La medesima persona, in momenti diversi, parla delle gesta del Signore in modo discordante. Pertanto l’errore è in voi, come pure l’eccellenza che apprezzate è in voi. Nel mondo esteriore vedete voi stessi, e ciò che vi piace o detestate è il vostro stesso sé!

[5] Shankarāchārya proclamò:

Brahma satyam, Jagat mithyā
Il Brahman è Verità, il mondo è irreale.

Tuttavia non scartò il mondo perché indegno di considerazione; egli continuò il lavoro del filosofo indù Kumārila Bhatta, armonizzò le diverse scuole di pensiero e le varie sette presenti a quei tempi, fondò i centri monastici per la divulgazione della dottrina advaita del non-dualismo ai quattro angoli dell’India, a Badrinath, Sringeri, Puri e Dvārakā, poi se ne andò. L’asserzione «Il Brahman è Verità, il mondo è irreale» è l’essenza di tutte le sacre Scritture. Tale Verità può essere riconosciuta da quelle menti educate tramite la venerazione dualistica di un Dio personale e tramite la filosofia del Monismo particolare o non-duale (Vishishta-advaita), che asserisce che il ‘secondo’ (l’anima individuale) è parte integrale dell’Uno, l’Assoluto. Un gruppo di studenti, dopo qualche tempo, deve lasciare l’istituto mentre altri gruppi, uno dopo l’altro, iniziano a frequentare il primo anno. Allo stesso modo, sempre più gente deve intraprendere attività devozionali per poi elevarsi al livello di piena Conoscenza del Supremo; solo così l’umanità potrà raggiungere la Meta. Questa era l’idea con cui Shankara istituì i centri monastici.

[6] Ad un uomo che si era perso nella foresta fu detto di procedere verso una determinata direzione; così, dopo qualche tempo, egli vide un villaggio. Quel villaggio non era emerso a suo vantaggio solo in quel momento: egli aveva visto qualcosa che c’era già. Parimenti, il non-dualismo vi indica la via verso qualcosa che c’è già, ma che finora non avete riconosciuto: voi siete l’illimitato ed illimitabile Brahman. Per ultimo, vorrei dire ancora una parola sui riti devozionali dedicati a Varalakshmi. Francamente non apprezzo questo genere di riti che molti compiono, aspettandosi di diventare ricchi e di accumulare beni. Essi associano la Dea Lakshmi alla ricchezza e recitano preghiere speciali per propiziarla. Si può ottenere la ricchezza con mezzi leciti ed illeciti; si può guadagnare denaro col gioco d’azzardo, con varie forme di truffe, con rapine di strada, con ogni mezzo. Venerate piuttosto la Meta, ed Io vi approverò! Mirate all’obiettivo di espandere il vostro amore finché non abbracci tutti gli esseri, finché non vedrete ogni essere come il vostro stesso Sé; mantenete questo traguardo stabilmente nella vostra mente. Allora Lakshmi, spontaneamente, vi sosterrà nella misura necessaria a realizzare la Meta. Non dubitatene mai, non esitate!

Prashānti Nilayam, 02.08.1963

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da DISCORSI 1963 (Sathya Sai Speaks-Vol.III) ed.Mother Sai Publications
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