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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1963:19630912

19630912 - 12 settembre

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Siate come regine

[1] La Preside di questo istituto ha atteso per tanto tempo il giorno in cui potessi venire qui e parlarvi. Come ha appena detto, questa scuola esiste da 85 anni ed ha educato migliaia di donne indirizzandole verso molteplici settori della vita. Bhārat, l’India, è la terra dove Bhā o Brahmavidyā, la Conoscenza dell’Assoluto, ha alimentato la devozione della sua popolazione, dove la gente ha una naturale propensione per la disciplina spirituale e dove la chiamata dell’Infinito è ascoltata con fervore. Ora questo fervore è in declino, e questa è una grande sfortuna! Fate in modo che non vada perduto. Decidete per lo meno di farlo rivivere nei vostri cuori. Un intelletto mosso solo dalla Verità ed una coscienza che non tollera la contaminazione della meschinità o del vizio sono i prerequisiti per realizzare tale ideale. Questa è la ricchezza che fa di un uomo un vero credente. L’intelletto deve indagare, fin dove può, sulla questione fondamentale: il perché di questa nascita, dove porta questa vita, da dove ha origine quest’avventura, qual è l’effetto delle azioni umane sulla vita attuale e su quelle future. La coscienza deve immergersi profondamente nella Divinità che è il suo fondamento.

[2] L’educazione che non conferisce modestia e discriminazione è solo una perdita di tempo prezioso. Indipendentemente da quello che apprenderete, munitevi della forza necessaria per essere tanto virtuose da resistere alle tentazioni ed alle lusinghe del mondo materiale. La discriminazione non è l’intelligenza, cui oggi viene attribuito un eccessivo valore, ma la capacità di vedere le cose nella loro giusta dimensione, di distinguere il temporaneo ed il permanente, il particolare e l’universale, il superficiale ed il profondo. Dovete anche assumere un atteggiamento di riverenza verso il passato e gli anziani, che sono i depositari della saggezza spirituale e dell’esperienza che voi dovrete acquisire. Abbiate anche fede nella vostra innata Divinità, fede nei valori nobili che si conseguono con la pratica zelante e col distacco. La vita diventa più dolce anche con una piccola dose di diniego; se ottenete tutto ciò che desiderate, l’esistenza comincerà a nausearvi. Negate a voi stesse molte delle cose che la vostra mente rincorre e scoprirete che diverrete tanto forti da sopportare sia la fortuna sia la sfortuna. Oggi la gente è più incline a badare alle apparenze che alla realtà delle cose. Una volta, un ardente devoto di Ganesha utilizzò tutte le sue ricchezze per fare delle immagini d’oro di Ganesha, del topo che è il suo veicolo, dell’ombrello, del sedile e di altri accessori, tutti in oro. In seguito gli capitarono delle sventure, così si trovò a dover vendere le sue amate cose. Il mercante che si offrì di acquistarle cominciò a pesare ogni singolo oggetto, comunicando poi il prezzo che avrebbe fruttato. Quando disse che Ganesha valeva quanto il topo, poiché entrambi avevano lo stesso peso, l’uomo si arrabbiò e si lamentò di essere stato truffato. Ganesha doveva valere ben più del topo! Tutto ciò era accaduto perché aveva dimenticato la realtà ed attribuito valore all’apparenza, alla forma ed al nome, e non alla sostanza.

[3] Se si dà valore alla posizione che un uomo detiene, che è puramente temporanea, non appena andrà in pensione e si siederà su una panchina del parco, la gente smetterà di stimarlo e di salutarlo! L’istruzione scolastica che conferisce solo lustro esteriore è un’opportunità sprecata. L’educazione non è solo per guadagnarsi da vivere: è per la vita, una vita piena, più significativa e più degna; non c’è nulla di male se serve anche ad ottenere un impiego remunerato, tuttavia la persona ‘educata’ deve essere consapevole che un’occupazione redditizia non è tutto. Ed ancora, l’educazione non è per sviluppare l’abilità di argomentare, criticare, vincere nella disputa contro gli oppositori o per esibire la padronanza della dialettica e della logica. Lo studio più proficuo è quello che insegna a conquistare il ciclo delle nascite e delle morti, che dona quell’equilibrio mentale che non sarà toccato dalla prospettiva della morte e che non verrà turbato dalle benedizioni né dai colpi del destino. Quello studio inizia dove questo vostro studio termina.

[4] Se esaminate ed analizzate il mondo materiale, realizzerete che è solo una mescolanza di bene e di male e che voi aspirate a qualcosa che trascende questa dualità. La luce si paleserà in voi solo quando avrete acquisito Satya, Dharma, Shānti e Prema – Verità, Rettitudine, Pace e Amore; il problema è che la Realtà Fondamentale è sconosciuta o non sperimentata. Come potrete quindi conseguire una pace duratura? Un medico disse ad un uomo di applicare l’unguento dove lo scorpione aveva punto suo figlio; allora il padre domandò affettuosamente al figlio: “Dove ti ha punto lo scorpione?” Il ragazzo rispose: “In quell’angolo!” – ed il padre applicò la pomata in quel punto sul pavimento! Come può scomparire il dolore? Portate la lampada là dove c’è buio! La gioia ed il dolore non sono causati dagli altri: essi emergono dall’interno di voi stesse. Pertanto risanate voi stesse, non cercate di incolpare gli altri e di fare piani per migliorarli. Voi portate pile di libri su e giù dalle vostre camere alla scuola e viceversa; sapete di più sulle domande che sulle risposte. Potrete apprendere di più osservando e meditando invece che sfogliare le pagine dei libri. Le cose più preziose si possono apprendere dai Veda, dalle Upanishad e da altri testi religiosi.

[5] Un pandit noleggiò una barca per attraversare il fiume Godāvarī in piena. Non appena la barca scivolò sull’acqua, il pandit iniziò una vivace conversazione con il barcaiolo. Gli domandò se avesse ricevuto un’istruzione scolastica, ma l’uomo rispose negativamente; allora il pandit replicò con tristezza: “Purtroppo un quarto della tua vita è andato sprecato. È come se tu avessi gettato quegli anni nel fiume.” Poi gli chiese che ore segnasse il suo orologio; il barcaiolo confessò di non avere un orologio né di desiderarne uno. Biasimandolo, il pandit osservò: “Metà della tua vita è stata gettata nel Godāvarī.” La sua ulteriore domanda riguardava i giornali; gli chiese se leggesse qualche quotidiano e quale fosse il suo preferito. L’uomo rispose che non leggeva alcun giornale né gli interessava farlo poiché aveva già abbastanza grattacapi. A quel punto il pandit dichiarò apertamente che tre quarti della vita del barcaiolo erano andati persi. Improvvisamente il cielo si oscurò e nubi minacciose preannunciarono una pioggia imminente. Allora il barcaiolo si rivolse al suo passeggero; questa volta aveva lui una domanda da fare: “Sa nuotare?” Quando il pandit spaventato confessò di non saper nuotare, il barcaiolo gli disse: “In tal caso la sua intera vita andrà persa nel Godāvarī.” Ecco com’è oggi la situazione delle persone colte in India! Non hanno un addestramento che le aiuti a riconquistare l’equilibrio mentale nei momenti di difficoltà o di emergenza. Voi vi lasciate trasportare dalla corrente dei piaceri materiali e delle sue lusinghe, ma fino a quando vi farete trascinare da questo flusso? Se vivete nel mondo dei desideri, dovete essere pronte ad accettare sia la gioia sia il dolore. Se invitate il Ministro Bhoga dei ‘piaceri terreni’, dovete essere disposte a ricevere anche la visita del suo segretario privato Roga, delle ‘malattie’! Invitate piuttosto il Ministro Thyāga del ‘sacrificio’, o il suo collega Yoga della ‘meditazione’ e sarete felici di ricevere il loro segretario privato Bhoga dello ‘svago’, il quale però svolgerà un ruolo minore in presenza dei suoi superiori.

[6] La vera educazione non consiste nel padroneggiare un certo numero di lingue. Mi ricordo di un episodio capitato qualche tempo fa. La moglie di un uomo colto era solita ricevere delle lettere da Lakshminārāyana, che il marito sospettava fosse un suo fidanzato dei tempi della scuola. Un giorno arrivò un telegramma che chiedeva alla moglie di andare ad incontrare Lakshminārāyana alla stazione; il marito, adirato sia con lo sconosciuto sia con la consorte, nascose il messaggio ed attese lo sviluppo degli eventi. La tragedia fu evitata quando Lakshmi, una compagna di scuola della moglie, arrivò a casa loro delusa perché non aveva incontrato nessuno alla stazione. Questa ragazza era venuta proprio in quella città perché suo marito, Nārāyana, vi era stato trasferito! La semplice scolarità può essere la causa di tali sciocchi sospetti! A cosa vale l’erudizione se non c’è una condotta virtuosa in chi asserisce di essere ‘colto’? Sviluppate un carattere puro e forte. Molte di voi si sposeranno e avranno la grande responsabilità di tirare su una famiglia; questa è un’opportunità molto preziosa. Imparate ad adeguare le vostre simpatie ed antipatie a quelle degli altri, apprendete l’arte benefica del sacrificio e del servizio e ricordatevi che, quando reagirete con rabbia nei confronti di vostra suocera, verrà un giorno in cui anche voi avrete delle nuore! Cercate di apprezzare il suo punto di vista; vostra suocera potrebbe avere più lungimiranza, maggiore esperienza ed un più grande senso di responsabilità; potrebbe saperne più di voi su persone e cose, tanto più che voi sarete le nuove arrivate in casa sua. La famiglia del marito in cui entrerete a far parte è un buon terreno di addestramento, è un campo di disciplina spirituale. Se venite criticate, non infuriatevi, ma piuttosto esaminate la vostra condotta e scoprite gli errori in voi stesse. L’autoanalisi è il primo gradino verso il miglioramento di sé e verso la pace. Non ingigantite gli errori degli altri, ma date loro un ampio margine e considerateli piccoli; ingrandite invece i vostri, vedeteli grandi e sforzatevi di eliminarli velocemente. Considerate chi vi critica un amico ed un sostenitore, poiché vi dà dei segnali di avvertimento in tempo utile.

[7] Vedo che oggi l’abilità di condurre delle discussioni ciniche si è diffusa ovunque. È un segno pericoloso, e per questo la riverenza è scomparsa, così come il rispetto per gli insegnanti. Ovviamente ci sono degli insegnanti che compromettono la loro dignità con azioni deplorevoli, come mendicare sigarette dai loro stessi allievi! C’era un omicida che fu condannato dal tribunale; mentre esponeva le sue argomentazioni di difesa, disse: “Io sono l’Ātma, il puro Sé, come dichiara la Gītā. Come posso uccidere? Come può il defunto venire ucciso?” Il giudice rispose: “Non preoccuparti, non morirai quando sarai impiccato, né io posso giustiziarti. Tutto è l’Ātma, il Sé non muore né uccide, è imperituro ovunque ed in tutti.” Persone simili applicano il Dharma solo quando fa loro comodo, altrimenti non si curano affatto delle sue regole. Coltivate un temperamento dolce ed un modo di parlare amabile e sommesso, che ne è la naturale conseguenza. Parlate senza rabbia o ripicca, senza artificiosità o formalità, diritto dal cuore. In tal modo diffonderete gioia ed amore a tutti. Se i vostri genitori affermano che non possono permettersi di vestirvi come piacerebbe a voi, o non possono offrirvi gli orpelli di un abbigliamento elegante come voi desiderate, non andate su tutte le furie e non litigate con loro. Inoltre siate abbastanza coraggiose da resistere alla tentazione di soggiacere alla pressione della gente. Ricordate che alimentare le buone qualità è importante quanto nutrire il corpo.

[8] Voi andate in giro, salite sugli autobus vestite in modo attraente e portandovi pile di libri, ma vi assicuro che la bellezza più grande per una donna è la virtù. Date importanza alla disciplina, non al mangiare; potete saltare il pasto, ma non la disciplina. D’ora innanzi, vivete una vita regolata e disciplinata; fatene un’abitudine, un’armatura che vi proteggerà dal male. Pregate Dio e recitate il Suo Nome o meditate sulla Sua gloria ogni giorno ad un orario prestabilito, scoprirete che è ampiamente gratificante. Non dite: “Fammi assaporare la ricompensa, poi comincerò la disciplina spirituale.” Mettete in pratica e l’esperienza seguirà, deve seguire.

[9] Questa scuola è conosciuta come ‘Istituto Superiore Femminile della Regina’. Voglio che ognuna di voi sia una regina della sua casa. Le regine guardano il mondo dagli appartamenti interni del palazzo attraverso delle fessure nella parete. Esse possono vedere, ma sono al sicuro dagli sguardi esterni. Questo è il più elevato dovere di una donna, secondo quanto è prescritto dalle sacre Scritture; non dovreste essere viste o far parlare di voi. Dovete stare lontano dallo sguardo della gente ed essere compagne silenziose, ispiratrici ed insegnanti invisibili. Se desiderate che gli altri vi onorino, anche voi dovete onorarli. Se gli altri vi devono servire, serviteli prima voi. L’amore genera amore, la fiducia genera fiducia. Arricchirsi per incrementare il proprio potere e l’egoismo porta con sé il disastro. Di fatto, nessuna gioia può uguagliare quella di servire gli altri. Siate come questo orologio: mostrate l’ora giusta a tutti quelli che lo desiderano, indipendentemente da chi si presenta; l’orologio non ha simpatie né antipatie.

[10] La gente vi definisce ‘deboli’. Non credeteci! Poiché avete così tanti punti forti a vostro favore, quali l’intelligenza, la disciplina, l’attitudine spirituale, la consapevolezza dei pregi degli altri, la presa di coscienza dei vostri errori ed il forte desiderio di migliorarvi, come potete essere definite ‘deboli’? La vostra Preside mi ha pregato di piantare un albero di Michelia1 nel giardino dell’istituto ed Io l’ho fatto con gioia, ma la cosa che mi farà ancor più piacere è piantare l’alberello della preghiera nei vostri cuori.

Una vita di preghiera non cederà alla furia della passione, anzi sarà una sorgente di forza e di collaborazione. Il declino di questo Paese è dovuto al fatto che la costante ripetizione del Nome di Dio è in netto calo. Ora in una sola casa ci sono dieci fazioni e divisioni. Quelli che non riescono ad emendare le loro stesse case hanno iniziato a riformare la Nazione ed a consigliare agli altri la reciproca collaborazione ed un vivere armonioso. La conoscenza del Sé, che è la base vera di tutti gli esseri, viene ora negletta; questa è la causa di tutta l’inquietudine, della confusione e della crisi morale d’oggi. È per risvegliare i dormienti e per comunicare loro questo messaggio che Io sono venuto. Vi benedico affinché tutte voi possiate avere esistenze piene di gioia e di pace; benedico questo istituto affinché possa avere ancora numerosi anni di vita proficua e possa aiutare le donne di questo paese a realizzare sé stesse e ad aiutare gli altri a farlo.

Mysore, Istituto superiore femminile, 12.09.1963

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da DISCORSI 1963 (Sathya Sai Speaks-Vol.III) ed.Mother Sai Publications
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