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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1963:19630915

19630915 - 15 settembre

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Non orfani, ma figli di Dio

[1] Il Kannada1 è una lingua dolce ed amabile, ma ora non intendo parlarvi in questa lingua; penso che mi possiate capire anche se parlo in Telugu. Sono felice di porre la prima pietra di questo istituto per bambini minorati, dell’ostello e del laboratorio del Mahila Makkala Kuta, in quanto il servizio è la miglior forma di adorazione. So che questa istituzione s’impegna nel servizio vero ed è come un faro nel vasto mare della mondanità. La devozione è il respiro vitale di tutte le più alte forme di servizio. Fra il guadagno materiale ed il merito spirituale, Sunandhamma ha scelto il secondo, così va avanti anche se viene derisa e se è lodata, non accetta l’elogio. Se vorrà avere successo in quest’avventura, deve rafforzare la sua fede nel Signore: questo le sarà sufficiente! Quando sono in corso delle elezioni, troverete persone che vanno continuamente in giro e si gettano ai piedi di tutti chiedendo voti; se invece si fossero prostrate ai piedi del Signore, Egli avrebbe elargito la Sua grazia. Se fossero persone devote, colme di umiltà e di spirito di servizio, avrebbero ottenuto i voti necessari senza sottoporsi ad una umiliante questua porta a porta.

[2] Siate buoni, siate servizievoli, rendetevi utili, siate gentili e timorosi di Dio, e la gente avrà fiducia in voi. Sono sicuro che il Ministro Kanthi, che è qui presente, sia d’accordo con Me se affermo che un uomo con queste qualità non ha bisogno di mendicare voti perché la gente stessa si farà avanti per offrire la propria adesione. Ci vuole fede, la fede è il vero respiro della vittoria; fiducia in sé stessi, fiducia nel buon lavoro intrapreso, fiducia nella sua riuscita malgrado i possibili segni di fallimento. Attaccamento e odio sono i più grandi nemici del progresso in qualsiasi programma di servizio sociale, anzi in qualsiasi piano di lavoro. Chi è preda dell’illusione e crede di salvare gli altri è un povero sventurato, poiché non c’è un ‘altro’. Tutti sono Uno. Il dolore di un uomo è il dolore di tutti. L’errore fondamentale è la sua ignoranza. Se solo fosse saggio, capirebbe che tutti gli individui sono onde sulla superficie del medesimo oceano.

[3] L’azione altruistica e disinteressata (Nishkāma Karma2) è l’ideale al quale dobbiamo mirare. Oggi tutto viene misurato attraverso il risultato o il guadagno ottenuto. Anche lo studio punta allo stipendio che si percepirà con la laurea che ne è l’obiettivo. Se, animati dall’amore, fate vento ad una persona, non potrà rimproverarvi quando smettete; se invece si interrompe la domestica addetta a questo servizio, il padrone la richiamerà al dovere. Nel primo caso l’azione è fatta in modo disinteressato, non si punta al profitto. Il desiderio di guadagno è simile ai denti veleniferi di un serpente; se vengono tolti, il serpente del Karma è reso innocuo. La disciplina corretta per acquisire l’attitudine di rinuncia ai risultati dell’azione è la dedizione, e la dedizione è possibile solo se nutrite un’intensa fede in Dio; a sua volta, la fede diverrà stabile solo mediante la disciplina spirituale. Oggi l’impegno spirituale è come uno spuntino, perché in realtà le portate principali appartengono tutte al mondo, derivano dal mondo. Lo sforzo spirituale deve invece costituire la portata essenziale, la più importante.

[4] Dovete fare attenzione con tempestività al pericolo di una caduta. Non comportatevi come quel padrone di casa che, quando sua moglie gli disse: “Sento dei rumori, forse è un ladro!” – rispose: “Lo so, lasciami dormire.” Dopo pochi minuti la donna ribadì: “È entrato in casa!” – ed il marito replicò: “Lo so.” Poi la donna proruppe: “Sta aprendo la cassetta!” – ed il marito di rimando: “Lo so.” – e continuò a dormire. Alla fine la donna esclamò: “Sta scappando via!” – ed il padrone di casa ripeté come prima: “Lo so.” Egli non prestò alcuna attenzione agli avvertimenti ricevuti circa il furto in atto. Allo stesso modo, anche voi non date retta agli avvertimenti ma procedete verso la sventura pur conoscendone le possibili conseguenze. Quando realizzerete che tutti sono onde dello stesso oceano, non utilizzerete più il termine ‘orfano indifeso’, come ho appena sentito dalla relazione che è stata letta. In un certo senso non ci sono orfani, tutti sono salvaguardati da un Protettore, perché il Signore si prende cura di tutti. Egli è Pashupati, il ‘Guardiano degli armenti’; pashu significa qualsiasi essere vivente con un’esistenza individuale, ed Egli ne è il Protettore. Nella creazione esiste un solo Purusha3, tutto il resto è femminile. E non esiste neppure nessun matto o idiota; quello è solo un ruolo interpretato da quella particolare manifestazione della Conoscenza Suprema, che è l’Assoluto stesso.

[5] Ricordatevene e non ritardate il vostro viaggio verso Dio. Voi fate il pieno di benzina quando dovete partire per un viaggio in auto, non è vero? Se invece avete intenzione di lasciare la macchina in garage per un po’ di tempo, non riempite il serbatoio. Bene, anche il corpo è alimentato con del carburante in modo che possa intraprendere un viaggio: il viaggio verso Dio, e quel viaggio si compie attraverso l’azione (Karma), la buona azione, l’azione fatta senza desiderarne i frutti. Tali azioni sono effettuate dal corpo, ed è lo sforzo che il corpo compie per la liberazione dell’anima che vi è imprigionata dentro.

Non tutte le gocce di pioggia che cadono dal cielo riescono a raggiungere il mare. Solo quelle che confluiscono nella corrente di un fiume conseguono l’obiettivo di tutte le gocce; infatti esse provengono dal mare e desiderano ritornare alla loro sorgente. Noto che il sole ha inondato questo lato del padiglione ed il tendone non è grande abbastanza per offrire ombra a tutti. Non sopporto di vedervi soffrire; ho visto che un uomo laggiù è svenuto. Prendete questa vibhūti e fategliela bere in un bicchiere di acqua. (Swami fece roteare la mano destra e creò della cenere sacra come segno della Sua grazia). Quando partirò da qui, non affollatevi attorno a Me e non gettatevi ai Miei Piedi. Offrite un saluto reverenziale nel vostro cuore: è molto meglio che schiacciare tutti per portarvi avanti. Ci sono molti anziani, persone malate e bambini, quindi abbiate pazienza e state calmi. Perché fare una cosa che non vi conferirà completa soddisfazione e non darà soddisfazione neanche a Me? Fate in modo che Sai diventi il Residente del vostro cuore: ciò darà felicità a voi ed a Me!

Mysore, 15.09.1963

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da DISCORSI 1963 (Sathya Sai Speaks-Vol.III) ed.Mother Sai Publications
discorsi/1963/19630915.txt · Ultima modifica: 2016/02/23 15:18 da 127.0.0.1