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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1963:19631018

19631018 - 18 ottobre

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Azioni umane e divine

[1] Molte persone considerano gli atti di adorazione e di preghiera come ‘Suoi’, mentre considerano come proprie tutte le azioni, quali il guadagnare o lo spendere. Questo è un errore, perché tutte le azioni sono ‘Sue’. Non c’è distinzione fra le azioni dell’uomo e le azioni di Dio. Tutte le azioni vi conducono a Dio o lontano da Lui. Ad esempio, voi dite di ammalarvi o di godere buona salute perché pensate di essere il corpo, mentre in realtà siete l’Ātma, con i cinque involucri che avete sovrapposto al Sé. Questo è il risultato del sistema educativo oggi imperante, il quale insegna che la gioia ricavata dai sensi è la sola che si possa ottenere, e non rivela all’individuo l’eterna sorgente di beatitudine che ha dentro di sé. Non si insegna l’arte di acquisire la pace mentale. A nessuno viene svelato il segreto di conseguire lo stato di equanimità in mezzo alla confusione della civiltà moderna. Tutti sono spinti a fluttuare con la corrente che trascina l’umanità verso la paura, l’ansietà e la disperazione. Oggi la vita sembra svolgersi come in quella casa in cui il padrone tiene un regime dietetico insapore mentre i suoi familiari gozzovigliano in un banchetto. I sensi trovano godimenti senza limiti, mentre l’Ātma, il Sé, è ignorato. L’educazione moderna non crea uomini saggi che sappiano affrontare la vita con calma e coraggio; produce unicamente degli ‘stolti istruiti’ che sanno imbottirsi la testa di informazioni e riempirsi di attrezzature e congegni, che sanno maneggiare strumenti per distruggere i loro simili o per soddisfare i capricci dei sensi, ma che non sanno affrontare la crisi della morte, che è inevitabile.

[2] Hanumantha Rao, presidente di questa assemblea, ha affermato che negli ultimi quattordici anni, durante i quali non aveva più visitato questo paese, ha avuto luogo un grande sviluppo che comprende anche la costruzione di questo ospedale. Alcuni di voi potrebbero chiedersi: “Come mai deve esserci un ospedale qui? Baba non potrebbe guarire le malattie esercitando la Sua Volontà?” Ma questo non è il Mio unico ospedale. Hanumantha Rao ha un ospedale a Madras in cui i bambini disabili vengono curati ed addestrati ad essere individui utili e con rispetto di sé. Anche quell’ospedale è Mio; infatti tutti gli ospedali, ovunque siano, sono Miei ed Io li visito tutti. Coloro che mi invocano col cuore per ricevere soccorso, in qualunque lingua, in qualsiasi clima, sia dagli ospedali sia dalle loro case, sono Miei. Non confinatemi a questi pochi acri attorno a Prashānti Nilayam. Se una persona anela alla Pace suprema, ovunque viva e preghi, là c’è Prashānti Nilayam. Dovete tener conto di un’altra cosa. L’ospedale serve ad accrescere la fede, a palesare la Divinità ed a rimuovere il dubbio: anche questo è necessario. Sapete bene che bisogna tenere il tempo quando si canta una canzone. Molti sono avidi di terapie mediche e sono soddisfatti solo se ricevono farmaci ed iniezioni. La loro fede nella grazia divina non è ancora così forte, perciò per queste persone un ospedale è necessario. Meritatevi la grazia, quella è la conquista fondamentale! Gli ospedali potrebbero venire chiusi, specialmente se la disciplina spirituale praticata per ottenere la grazia conducesse ad una vita semplice, vissuta nel sapersi accontentare e nella calma imperturbata.

[3] Il Re della Morte non porta con sé un cappio quando arriva per trascinare le persone alla sua dimora; il cappio è preparato dalla vittima stessa che lo tiene pronto attorno al collo aspettando l’arrivo della fine. È il cappio del Karma che ognuno si crea ed avvolge attorno a sé, e che alla fine lo trascina via. Divenite consapevoli della vostra Realtà e vi libererete del senso di identificazione con il corpo. Ciò vi renderà liberi da ogni malattia e vi donerà un benessere perfetto. È molto semplice comprendere di non essere il corpo; voi stessi praticate questa verità tutti i giorni per almeno sei ore, sin dalla nascita, ma se nemmeno questa esperienza riesce ad insegnarvelo, mi chiedo chi ci riuscirà! Tutte le notti quando dormite, dove siete? Chi siete? I sensi sono inerti, la vostra intelligenza è in uno stato di quiescenza, la mente crea un mondo tutto suo e dopo essersi trastullata per un po’, scivola nell’inattività. Quello è il sonno, lo stadio più vicino che raggiungete nel vostro viaggio verso il Samādhi, lo stato di estasi perfetta, privo di ogni dualità.

[4] Vivete nella coscienza di essere il Sé: questo vi assicurerà la pace! Con il veleno dell’odio e dell’attaccamento dentro di voi, come potete dichiararvi sani? Se farete esperienza del Principio Atmico, diverrete la Divinità stessa. Ecco perché non mi rivolgo a voi chiamandovi ‘Incarnazioni della devozione’! Voi non siete devoti, siete di più: dovete diventare Dio! Ognuno di voi può diventare Dio fondendo la sua anima individuale, separata, nell’Oceano del Sé Universale. La morte piomba come un falco sul pollo che sta mangiando a terra. L’uomo che sta per morire mi prega di accoglierlo, quelli che piangono la sua dipartita mi pregano di tenerlo in vita. Io conosco entrambi i lati della medaglia, il passato ed il presente, il peccato e la punizione, il merito e la ricompensa, e così faccio ciò che è giusto anche se modificato dalla grazia. Non sono influenzato in nessun modo, né dall’arrivo nel mondo di qualcuno né dalla partenza di qualcun altro. La Mia natura è Beatitudine eterna. Potrete condividere quella Beatitudine seguendo le Mie istruzioni e mettendo in pratica quello che dico.

Prashānti Nilayam, settimo anniversario dell’Ospedale Sathya Sai, 18.10.1963

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da DISCORSI 1963 (Sathya Sai Speaks-Vol.III) ed.Mother Sai Publications
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