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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1963:19631020

19631020 - 20 ottobre

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Il giorno in cui scese la Luce

[1] Sono sorpreso che abbiate letto pubblicamente un messaggio di benvenuto per Me, esaltandomi con titoli come ‘Incarnazione della Suprema Saggezza e dell’Amore’. Vi devo dire che Io non sono un estraneo e quindi non ho bisogno di ricevere il benvenuto. Non sono estraneo in nessun luogo, tanto meno qui dove sono nato. Appartengo a voi e vi sono molto vicino. Inoltre non mi piacciono questi elogi perché vi tengono ad una certa distanza, mentre Io amo stare con voi, accanto a voi ed intorno a voi. Nessun padre desidera che i figli tessano le sue lodi, e nessun figlio accoglie il padre con un discorso di benvenuto in cui sono decantate la sua cultura, la ricchezza, la forza e le virtù. La parentela comporta di per sé la benevolenza, perciò non è necessario né è l’occasione di tenere un comportamento formale da cerimonia. Mi avete chiesto di accendere questi lampioni stradali; avete affermato che è un momento molto importante poiché il villaggio sarà liberato dall’oscurità e d’ora innanzi sarà pieno di luce! Lasciatevi dire che questo villaggio non è illuminato solo da oggi: ha ricevuto la Luce il giorno in cui la presente Energia Divina è nata in questo luogo! Infatti, che cos’è quella piccola luce che illumina solo pochi metri attorno ad ogni lampione, comparata con la Luce che illumina il cuore e diffonde gioia e pace? Dal giorno in cui è apparsa, siete testimoni di come questa Luce si espanda in tutto il Paese, attirando l’attenzione del mondo intero su questo piccolo villaggio nascosto fra le colline, lontano dal flusso delle torbide correnti della civiltà. Ora avete autobus e camion che viaggiano su queste strade appena fatte. È di oggi la decisione di migliorare le strade attorno al villaggio e di asfaltarle. A Prashānti Nilayam avete un ospedale moderno, una bella scuola per i vostri bambini, ed anche i villaggi limitrofi potranno godere del beneficio dell’energia elettrica che ora potrete utilizzare per scopi diversi sia a casa sia nei campi.

[2] Quando sono arrivato, mi avete offerto questa ghirlanda di fiori; sarei felice se ognuno di voi diventasse un fiore fragrante, privo dei parassiti del vizio e della malvagità, un fiore che sia infilato con il filo della devozione a Dio. Ciò significa che dovete essere uniti ed avere una sola mente, essere esenti da odio e ripicca, da settarismo ed avidità. Gli abitanti dei paesi vengono rovinati ovunque da individui che promuovono fazioni e gettano i semi spinosi dell’odio in campi dove invece dovrebbe essere coltivata un’abbondante messe. Qui molti credono che voi non partecipiate ai canti devozionali o non frequentiate l’āshram quanto loro e pensano che gli abitanti di Puttaparti, in cui è nato Sathya Sai Baba, non abbiano devozione! Ma Io so che in ogni momento pensate a Me, mi cercate, parlate di Me, mi indicate ai visitatori e sperate che Io ritorni presto quando vado via. Se questo non è un ricordo costante, che cos’è mai? Avrete visto delle donne portare sulla testa dei contenitori d’acqua, uno sopra l’altro, con dei bimbi piccoli tenuti sui fianchi ed altri più grandicelli che le seguono; eppure, per tutto il tragitto il loro pensiero è rivolto al focolare nelle loro cucine ed al cibo che è a cuocere, perché sperano che non bruci.

[3] La cultura dell’India, dispensatrice di forza e di pace, è stata messa in ombra dai modelli sfarzosi e scintillanti introdotti dall’Occidente durante i secoli di dominio straniero. L’attenzione della gente di questo Paese, dai livelli più alti, è richiamata dai piaceri più bassi dei sensi e dello stomaco. La situazione non è migliorata anche dopo aver riconquistato la libertà ed il potere di forgiare il proprio futuro, poiché gli Indiani continuano con lo stesso atteggiamento deleterio. Le credenze e le discipline del passato sono considerate delle superstizioni proprio dagli eredi di quello stesso patrimonio spirituale! Non sono d’accordo con chi le disprezza come superstizioni poiché, a chi vi ha creduto e si è attenuto a quelle discipline, esse hanno donato il tesoro più prezioso: la Beatitudine e la Pace e hanno contribuito a strappare i denti veleniferi del Karma che iniettano cupidigia, egoismo ed odio.

Queste discipline hanno insegnato all’uomo ad impegnarsi nell’azione come in un dovere sacro ed a lasciare il risultato a Dio, evitando così due mali: l’orgoglio e la frustrazione – orgoglio in caso di successo e frustrazione in caso di insuccesso. Ciò comportava anche risvolti positivi: l’azione veniva svolta bene, al meglio delle capacità individuali, perché era trasformata in venerazione del Supremo. Con la pratica dell’azione disinteressata, l’uomo è stato salvato da desideri senza fine e da inesplicabili sofferenze. Adesso invece egli continua a scendere verso il basso come fa l’acqua e, alla minima delusione, va a pezzi e crolla. Quel modo di comportarsi deve essergli nuovamente inculcato; egli ha svolto il ruolo di pagliaccio, di servo o di comparsa per troppo tempo, ed è ora che assuma il ruolo dell’eroe, ruolo per il quale è destinato e dotato!

[4] Come chi fa una ghirlanda sceglie fiori di varie tonalità, dimensioni e fragranze, così la grande Assemblea di Studiosi Vedici di Prashānti ha selezionato questi pandit e ne ha fatto una ghirlanda. Lo scopo di tale assemblea è di rammentare ad ognuno il ruolo di eroe che deve svolgere. L’eroismo dell’uomo saggio è scomparso da questo Paese, mentre la debolezza dell’ignoranza ne ha sopraffatto la popolazione. Una simile attitudine deve essere corretta. L’indolenza ha preso il posto della scrupolosità, l’esitazione ha arrestato il coraggio. Anche in altri Paesi va ripristinato il senso dei valori ed occorre riportare alla luce la fede nella Divinità dell’uomo. Questo è il compito per il quale sono venuto. Persino i pandit che possiedono una grande erudizione non sono felici. Le Scritture che essi conoscono a fondo conferiscono la pace mentale, l’appagamento ed una gioia incrollabile, ma i depositari di quel patrimonio culturale sono oggi un gruppo molto insoddisfatto. Indubbiamente, essi hanno in mano l’ombrello, ma questo non li protegge dalla pioggia o dal sole; perciò anche i pandit devono divenire consapevoli dell’eccellenza della Saggezza di cui sono i custodi e delle sue proprietà curative. «Conosci Te Stesso» – e non il sole o la luna – è il rimedio specifico contro tutte le malattie umane.

[5] Osservate la mente con la stessa prudenza con cui osservate il cavo in cui passa la corrente. Non stabilite un contatto diretto con la mente poiché è rischioso quanto toccare un cavo elettrico. Osservatela da una certa distanza; solo allora potrete avere gioia. Cercate la causa dell’ignoranza proprio dove risiede, ed allora scoprirete che la causa è la mente nella sua associazione con gli oggetti dei sensi. Tenetela lontano dalla visione delle cose sensoriali e la saggezza sorgerà. C’era un uomo che proclamava di essere realizzato, perfettamente equanime, stabile nella conoscenza e nella consapevolezza del Sé, nonché di essere un esperto di yoga. Andava in estasi in un baleno e faceva ascendere la sua energia sino alla sommità del capo! Un giorno si fece seppellire nel letto di un fiume, ma dopo pochi giorni ne uscì e cominciò a chiedere denaro agli astanti! Quella fu una caduta dal sublime al ridicolo. Dovete stare in guardia contro cose del genere. Siate coerenti, agite in conformità a quanto dichiarate! I componenti della grande Assemblea di Studiosi Vedici di Prashānti devono condividere la loro conoscenza, le esperienze e la gioia con la gente, questo è il loro dovere primario; pertanto non devono ricevere contributi in denaro poiché fanno solo il loro dovere, accrescono la loro stessa gioia e condividono il loro entusiasmo. Sono sicuro che questa Assemblea passerà di vittoria in vittoria poiché è di ausilio alla Mia Opera. Questo immenso auditorio è stato realizzato in soli quindici giorni! È stato fatto tutto dai devoti, non è stato impiegato un solo operaio. Il fiume Chitrāvatī ha dato un grosso contributo fornendo la sabbia che è stata usata come materiale di riempimento. Nessun governo od ente statale avrebbe potuto completare il lavoro tanto velocemente. Solo la devozione può suscitare una fede salda e forte. È tutto effetto della Volontà divina, perciò anche questa grande Organizzazione porterà avanti il suo nobile compito senza ostacoli.

Prashānti Nilayam, 20.10.1963

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da DISCORSI 1963 (Sathya Sai Speaks-Vol.III) ed.Mother Sai Publications
discorsi/1963/19631020.txt · Ultima modifica: 2016/02/23 15:18 da 127.0.0.1