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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1963:19631206

19631206 - 06 dicembre

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Qualità naturali ed artificiali

[1] Satya, Dharma, Shānti e Prema – Verità, Rettitudine, Pace e Amore, sono i quattro pilastri del Sanātana Dharma, l’eterna Legge Universale, le quattro facce della Sapienza antica. Naturalmente queste parole sono sulle labbra di tutti, ma attraverso di esse si esprimono solo concetti superficiali e banali. Si ritiene che descrivere un fatto così come lo si è visto sia ‘Verità’, dare da bere agli assetati e da mangiare agli affamati sia ‘Rettitudine’, soffrire in silenzio per una disgrazia sia ‘Pace’, e curarsi della propria moglie e dei figli sia ‘Amore’. Questa è l’interpretazione generale, ma è del tutto sbagliata! La Verità è ciò che non muta nel tempo, nello spazio o nei propri attributi. La Verità deve essere sempre la stessa, inalterata ed immutata. Solo in tal caso è Verità. Non deve dimostrarsi falsa né essere smentita da eventi o da conoscenze successive. Il Dharma è un insieme di principi fondamentali per la stabilità sociale ed il progresso individuale. Ci sono vari rami del Dharma relativi agli obblighi, alla condizione sociale ed ai vari stadi della vita; il complesso di questi doveri ha l’obiettivo di aiutare l’uomo, stadio dopo stadio, a conseguire la liberazione dalla sofferenza e dalla catena delle nascite e delle morti. Notate quanto grande è il concetto dei quattro valori e comparatelo col significato comune che viene loro attribuito. Prendiamo poi la qualità della Pace. Essa denota la capacità di sopportare il successo e il fallimento, la gioia e il dolore, la sconfitta e la vittoria, con perfetta equanimità. E l’Amore? È il sentimento di affinità con tutti, non solo di non violenza, ma di consapevole accettazione del dovere di amare, poiché ogni essere è una scintilla della Divinità, quanto voi stessi.

[2] Il primo passo nell’avanzamento spirituale è dominare lo stimolo dei desideri che spinge i sensi a rincorrere gli oggetti. Se il desiderio è per Dio va bene, ma se è rivolto ai piaceri oggettivi, reca danno all’individuo. Se si dà fuoco ad una casa è piromania, ma se Hanuman incendia Lankā è una reazione giustificabile ed una buona lezione. Se un bandito vi taglia una mano, quella è violenza, ma se il medico la amputa e vi salva la vita è non violenza. L’attaccamento alle cose sensoriali rende ogni azione gretta, mentre l’attaccamento a Dio la rende sacrosanta. Il rito sacrificale voluto da Daksha1 si trasformò in una battaglia perché Dio non era presente, mentre la battaglia del Kurukshetra fu trasformata in un rito sacrificale perché il Signore era presente. Arjuna dedicò sé stesso ai piedi del Signore, mentre Daksha lo disprezzò. Quella fu la differenza e quella è anche la spiegazione. Dipende tutto dal sentimento, dall’ispirazione che si cela dietro l’atto e la parola.

[3] La devozione non è come un rimedio da utilizzare solo quando avete la febbre; essa è l’essenza quotidiana dell’individuo, la vitamina che deve assumere per la salute fisica e mentale. La contemplazione del Signore è il piatto principale, il resto sono contorni od aperitivi. Assumete la compressa del ricordo costante del Nome di Dio e tutte le esperienze della vostra giornata, sia belle sia brutte, saranno digerite bene. Voi non mangiate il riso ancora ricoperto dalla pula, non è così? Avete l’accortezza di rimuoverla e di bollirlo. Allora, perché prendete la natura così com’è? Rimuovete il fascino che essa esercita sui sensi, vedetela unicamente come un’espressione della Volontà divina e poi assimilatela.

[4] Nel complesso groviglio dell’artificialità, voi dimenticate la vostra natura; perdete ciò che avete di naturale quando siete presi in quella rete. Le vostre qualità naturali sono Amore, Pace, Verità e Beatitudine, mentre quelle artificiali sono l’odio, la falsità, la guerra, il dolore, la cupidigia. Dovete scoprire la sorgente della vostra stessa verità, non potete continuare a marinare la scuola per tanto tempo. Dopo molte nascite, anche se fossero cento, dovete raggiungere la sorgente dalla quale vi siete allontanati. La vostra mente è stabile quando siete impegnati in altre attività, ma quando cercate di concentrarla su Dio, incomincia ad oscillare. Non le piace interrompere le sue stravaganze, cosa che dovrà fare quando Dio entrerà nel vostro cuore. Domatela con la ripetizione del Nome divino. Questo è il messaggio che sono venuto ad annunciare. Abbiate il Nome sulla lingua, la Sua Forma negli occhi e la Sua Gloria nel cuore, ed i fulmini passeranno via senza sfiorarvi. Praticate la ripetizione del Nome sistematicamente, con piena fede ed un cuore puro. Quando il Paese è minacciato, la situazione è tanto grave come quando è in pericolo il corpo. Il Nome vi darà la forza di salvare la Patria. Se tutti voi fortificate le vostre qualità morali e sviluppate fede in Dio e nel Sanātana Dharma, la calamità non visiterà mai questa terra. Lasciate che tutti i credenti proclamino il valore della meditazione su Dio. Io benedirò quell’impegno e so che salverà voi ed il Paese. Ecco perché vi benedico con questa nota di gioia.

Śrishailam, 06.12.1963

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da DISCORSI 1963 (Sathya Sai Speaks-Vol.III) ed.Mother Sai Publications
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