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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1967:19670122

19670122 - 22 gennaio mattino

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

La lampada di terracotta

[1] La vostra sorella americana vi ha raccontato le sue esperienze, quale praticante ed insegnante di yoga. Ci sono due vie per la realizzazione: la preghiera e la meditazione. La preghiera vi rende supplicante ai Piedi di Dio; la meditazione induce Dio a discendere per ispirarvi ed innalzarvi a Lui, tende ad unire e non a porre uno più in basso e l’altro più in alto. La meditazione è la via reale per ottenere la liberazione dalla schiavitù, sebbene anche con la preghiera si possa raggiungere lo stesso risultato. Per meditare è necessaria la concentrazione, dopo aver tenuto sotto controllo i sensi. Dovete dipingere davanti al vostro occhio interiore la Forma che desiderate contemplare. Oppure, come Indhra Devi insegna ai suoi allievi in Occidente, potete scegliere di meditare sulla fiamma, una fiamma ferma e diritta. Immaginate che la luce si diffonda ovunque e che diventi sempre più grande, abbracciando tutto e cresca in voi, finché non ci sia altro che luce. Nella gloria di quella Luce avviluppante, l’odio e l’invidia, che sono la cattiva progenie dell’oscurità, svaniranno. Sappiate che la medesima luce è in tutti. Anche colui, che avete trattato come il vostro peggiore rivale, ha quella luce nel profondo del suo cuore.

[2] Se in una casa vedete una Mia foto appesa alla parete della stanza delle preghiere, non sentite salire in voi un’ondata di riverenza e di fratellanza? Può essere che quella persona non vi piaccia per molte ragioni, ma quella foto la porterà più vicino a voi, anche se il proprietario di quella casa può essere un vostro rivale in campo professionale. Pertanto, sappiate che tutte le persone hanno nel profondo del cuore un’immagine di Dio, che voi venerate. Ravvisatevi e riconciliate le vostre incomprensioni; eliminate tutte le spaccature e siate fratelli nel pellegrinaggio, incoraggiandovi ed ispirandovi reciprocamente lungo l’arduo cammino.

[3] Se invece avete Me come oggetto di meditazione, sedetevi in una posizione confortevole, che non sia scomoda o curva, e lasciate che la vostra mente sosti per qualche momento su alcuni inni sacri o episodi tratti dalle storie sacre, in modo che i sensi, che solitamente si aggrovigliano nelle preoccupazioni, possano essere tranquillizzati e sottomessi. Poi con il Nome sulla lingua, cercate di dipingere lentamente un’immagine di Swami, usando il pennello della vostra emozione e la mano dell’intelletto, partendo dalla massa dei capelli, scendendo al viso, al collo e in giù, contemplando attentamente ogni dettaglio mentre viene dipinto; quando l’immagine è finita, ricominciate dai piedi andando in su verso la testa, in modo che la vostra attenzione non venga distolta neppure per un istante dalla Forma, su cui vi piace meditare. Con questo sistema, la mente non può deviare. Se, per esempio, dipingete un’immagine dorata di Ganesha, la testa è d’oro, i piedi sono d’oro, la veste di seta indossata è pure d’oro. Ogni parte dell’immagine dipinta è Divina. Mediante una profonda concentrazione, tale immagine deve essere impressa nel cuore, così che – come una fotografia stampata su carta – non venga rovinata o cancellata. Non modificate la postura dell’immagine, che avete iniziato a dipingere: oggi Swami seduto, domani Swami in piedi, o che cammina, o che parla. Se si tratta di Krishna, non passate da Krishna bambino con il burro nel Suo palmo a Krishna pastorello con il Flauto, o con la montagna Govardhanagiri sollevata sopra la Sua testa, oppure a Krishna auriga. Contemplate un’uni­ca Forma, ciò vi sarà di grande aiuto.

[4] Si spediscono gli inviti, la banda suona la musica, si appendono bandierine, si offre cibo agli ospiti, si fanno annunci – tutto questo al fine d’avere molti testimoni al matrimonio dello sposo con la sposa. Analogamente, i festival, i giorni sacri, i voti, i riti, i pellegrinaggi, i digiuni hanno lo scopo di invocare la benedizione delle persone buone e divine sullo sposalizio dell’anima con la Super-Anima. Il rito fondamentale è semplice: l’anima deve riconoscere di essere la Super-Anima, giacché è sopraffatta dall’illusione di non esserlo. Tale è la condizione del “Samadi”: consapevolezza equanime, equilibrio, coscienza stabile senza alti e bassi. Indhra Devi vi istruirà nella pratica Yoga, ma desidero farvi rilevare che è molto importante che la mente dello studente di Yoga sia libera di ogni macchia. La mente è come una macchina fotografica; quando la lente è rivolta verso un oggetto e si fa scattare l’otturatore, quell’immagine rimane impressa sulla lastra. Pertanto, siate sempre vigili, volgetela verso il più sacro degli oggetti, Dio, e scattate.

[5] Se il sacro Gange è vicino, perché sguazzare nel pozzo nero? Contemplate Dio e siate puri. Fondetevi nella creazione; permettete all’intera creazione di entrare dai portali della vostra mente in una felice e gioiosa riunione familiare. L’invidia, come il vischio, succhia vitalità dalla vostra disciplina spirituale; può infiltrarsi soltanto se pensate che il vostro vicino è diverso, separato e che vi disturbi. Voi non pensate che la vostra mano sia un fastidio, perché è una parte di voi. Anche il vostro vicino è voi. Tutti gli uomini sono lampade accese dalla stessa fiamma, che è Dio.

[6] Da un unico minuscolo seme nasce il gigantesco albero del banian, che ha milioni di piccoli semi. Solo Dio conosce il segreto della Sua potente Maestà. Da un solo seme chiamato Brahma è stato emanato l’intero universo, con ogni paese come ramo ed ogni individuo come unico, singolo seme. Ecco perché si afferma che Îshwara dimori nella regione del cuore di tutti gli esseri. Il seme rimane duro all’interno del frutto; quando quest’ultimo marcisce, il seme non si deteriora. Il Sé non è colpito dalle modificazioni del corpo. All’uomo viene assegnato un determinato periodo di tempo, affinché si impegni in attività, che lo portino verso la Liberazione e lo facciano riunire all’Universale, di cui è una goccia. Ricordatevi di questa missione.

[7] L’ora e la regolarità dell’orario sono fattori importanti nella meditazione o pratica Yoga. Mantenete ogni giorno lo stesso orario. Se per un motivo qualsiasi, per esempio un viaggio in treno, non vi è possibile mantenere l’orario stabilito, ricordatevi di Prâshanti Nilayam alla medesima ora, richiamate alla memoria l’entusiasmo della meditazione provato là a quell’ora e colmatevi di quella sacralità. Ciò vi darà tanta gioia quanto la vera meditazione a Prâshanti Nilayam. Sappiate che l’esteriore è unicamente il riflesso dell’interiore. L’oggetto è dentro ed il mondo esterno non è altro che la sua immagine. Vedete il Signore dentro di voi; vedete il mondo come il riflesso che Egli emette. Solo questa saggezza spirituale concede la Liberazione.

[8] Che vantaggio c’è nel tappezzare tutte le pareti di casa vostra con le foto di Swami, se non Lo avete installato nel vostro cuore? Voi affermate che Swami è “Sarvantaryami”, che dall’interno muove ogni pensiero, parola ed azione. Poi gridate piangendo “Swami, non sei consapevole del mio dolore?” Perché invece non gridate: “Swami, non sei consapevole dei miei errori?” Voi osate nascondermeli, come se Io non sapessi! Tale devozione è solo ostentazione, una messa in scena per pura esibizione. Potete avere una porta verniciata finemente, ma se dentro è stata mangiata dalle formiche bianche, si disintegrerà alla prima battuta, perché non può resistere ad alcun peso o pressione. Fate in modo d’essere forti, resistenti, incrollabili dentro; la verniciatura esterna non è necessaria. Lasciate che le radici penetrino profondamente nel nucleo reale del vostro essere.

[9] L’aspirante che segue il sentiero della devozione trova davanti al cancello della Casa del Signore il mastino “mâyâ” (illusione), che gli blocca l’ingresso. Nella sua impotenza deve gridare “Swami, vieni e portami dentro”. Allora il Signore, nella Sua Divina compassione, viene giù, spinge da parte il mastino e offre al devoto l’ultimo rifugio alla Sua presenza. La persona liberata invece supera il mastino e diventa come il Maestro stesso.

[10] Indhra Devi ha asserito che quando meditate sulla lampada e sulla fiamma, dovete visualizzare la Luce, che si espande ed illumina genitori, parenti e poi gli amici ed anche i nemici. Non è necessario che vi ricordiate delle relazioni fisiche, che sono solo casuali; convincetevi che la luce in voi si diffonde tutt’intorno, abbracciando tutti, accendendo milioni di lampade in tutti i paesi e climi. Rimuovete la durezza, l’impenetrabilità che nasconde e soffoca la luce dentro di voi; questo è il compito più difficile e più essenziale per l’aspirante. La luce dell’Âtma risplenderà soltanto quando la falsa idea di essere il corpo è scomparsa. Come può il Sé brillare se v’identificate con il guscio materiale? La realtà è unicamente il Paramâtma (la Super Coscienza), il quale ebbe il primo sentore di desiderio: “Che l’Uno diventi i molti”; tutta questa manifestazione si originò da Lui, di Lui, con Lui, poiché non esisteva altro che Lui. Il nostro corpo è come una lampada di terracotta, in cui gli impulsi ereditati dalle precedenti nascite sono l’olio e l’ego è lo stoppino. Quando la saggezza l’accende, l’olio si consuma sempre più velocemente e la lampada brucia e diventa sempre più luminosa. Infine, quando tutto l’olio è esaurito, anche lo stoppino è completamente bruciato. La lampada di terracotta viene allora buttata via e diventa polvere.

[11] Non cercate di iniziare come esperti nel servizio sociale, finché non avete conseguito voi stessi beatitudine e pace: prima se stessi, poi gli altri. Amore è Dio, vivete in Amore. La gente monta su elefanti per andare nelle riserve a vedere altri elefanti! Sono già su elefanti e li cercano da un’altra parte. Così è pure l’uomo: essendo egli stesso la residenza di Dio, Lo cerca al di fuori di sé nei grovigli della Natura. Vedete la Divinità da voi prescelta in tutti. Ramakrishna Paramahamsa non scacciava il gatto che beveva il latte offerto nel tempio davanti alla Divina Madre Kâlî. Quando Kumaraswamy vide un segno d’unghia sulla guancia di Parvati, fu sorpreso; interrogatala, sua Madre gli affermò che era stato lui stesso il tormentatore, poiché aveva pizzicato e graffiato il gatto mentre giocava, ignorando che tutti gli esseri sono la Madre in quelle determinate forme. In tutti gli esseri c’è SAI, quindi non odiate, non siate duri con nessuno. Non fate agli altri quello che non vorreste fosse fatto a voi, perché l’altro è in realtà “voi”. Anche se un’altra persona usa un linguaggio duro contro di voi, rimanete calmi, siate dolci e ditele: “Oh, sono molto sorpreso che il mio comportamento ti abbia dato una tale impressione”. Sorridetele, non prendetevela a cuore; ricordatevi che neppure Swami è esente dall’essere colpito da queste particolari creature, che si dilettano in falsità. Sorridete quando sentite tali ingiurie e siate calmi. È segno che la vostra meditazione progredisce velocemente.

[12] Preservate la vostra salute mentale con il supremo distacco e conservate anche quella fisica; infatti, la cattiva salute può essere un grosso fastidio per l’aspirante spirituale, un grande impedimento. Il corpo rifiuterà di essere ignorato, s’imporrà e vorrà ricevere attenzioni se è colpito da malattia. Il corpo è la macchina, i sensi sono le parti meccaniche e per mezzo del petrolio, la disciplina spirituale, dovete tenerlo in movimento. Quando avete finito la meditazione non alzatevi subito, sciogliete lentamente la tensione, massaggiate un po’ le giunture, se necessario; dopo che la tensione è scomparsa, sedetevi tranquillamente nello stesso posto e richiamate alla mente ancora una volta l’emozione provata durante la meditazione e ripetete “Om Shânti, Shânti, Shânti” e sentite la Pace dentro di voi.

[13] Oggi è martedì, detto “Mangala-vara”, giorno auspicale. È denominato così perché Hanuman, in quel giorno, portò a Sîtâ i saluti di Râma, venuto a salvarla; Sîtâ dichiarò: “Che d’ora innanzi questo giorno si chiami Mangala”. Era, infatti, il giorno della settimana in cui Râvana, la forza del male che aveva provocato così tanto terrore, era stato vinto da Râma e ucciso. Quindi, vi benedico, affinché anche voi possiate vincere e distruggere le cattive tendenze ed attitudini per progredire velocemente sul sentiero spirituale.

(Prashânti Nilayam, 22 Gennaio 1967.mattino)

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