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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1967:19670321

19670321 - 21 marzo

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

La chiave dei Saggi

[1] Come un elefante, un tempo a capo del branco, che viene catturato e domato per accatastare legname nella foresta, di cui fu una volta il re, dimentico della sua forza e grandezza, così l’India ha dimenticato la sua supremazia e ricchezza nel conseguimento spirituale; accatasta zavorra e si sente soddisfatta solo quando ottiene sostegni e vincoli! L’uomo dovrebbe essere come la tigre, che rifiuta di mangiare erba fino all’estremo della denutrizione. Ci sono certe cose che l’uomo deve rifiutarsi di fare, anche di fronte alla peggiore provocazione o alla tentazione più affascinante. Solo allora merita di essere denominato umano. In questa terra dove il sacrificio ed il servizio al prossimo furono salutati come i sentieri gemelli dell’adempimento, le funeste malattie dell’avidità e dell’egoismo si sono ampiamente diffuse negli ultimi anni. Ciò rappresenta una tragedia per l’intera collettività umana.

[2] Oggi enfatizzo ciò, perché noto che il vasto uditorio è costituito soprattutto da studenti di scuole e università. Tali malattie stanno aggredendo i giovani di questo paese, i quali sono il vero fondamento della nazione; essi sono le radici, che sostengono ed alimentano gli ideali del paese. I giovani devono perciò crescere in un’atmosfera di riverenza ed umiltà e non nel fuoco di fazioni e passioni. Gli adulti devono creare la giusta atmosfera nelle case, nei villaggi, nei ritrovi, negli enti pubblici, nei corpi legislativi ed in tutte le attività della vita pubblica. Infatti, i giovani cercano di comportarsi come gli adulti, imitandoli e quindi questi ultimi devono dare il buon esempio. Coloro che stabiliscono i programmi ed i piani di studio per le scuole e le università devono avere gran riverenza per la cultura nazionale, che è vera cultura internazionale. Solo allora i nostri studenti potranno diventare veri figli e figlie dell’India. La responsabilità è quindi dei legislatori e dei governanti, di cui alcuni sono proprio qui su questo palco: ecco perché mi soffermo su tale argomento.

[3] Oggi gli studenti hanno cominciato a porsi interrogativi, proprio in contrasto con la cultura indiana, circa l’esistenza di Dio, il bisogno della moralità, il valore del sacrificio e del servizio. Ciò è provocato dall’effetto combinato della casa, della scuola, della società e dei governanti. Se ciò verrà superato, i giovani di questo paese potranno nei prossimi anni innalzarlo a grandi altezze.

[4] Un carattere virtuoso è la lampada, che illumina il sentiero verso la pace e la gioia. Tale è l’insegnamento dei saggi, che avevano a cuore il benessere dell’umanità e che sopportarono i rigori dell’ascetismo per trovare il significato dell’esistenza. L’insegna­mento degli antichi saggi ottenne il rispetto di uomini come Dhara Shukoh, il fratello di Aurangzeb, e di donne come sua sorella, Zebunnissa Begum. Dhara aveva tradotto le Upanishad in persiano e le adorava, considerandole fonte di massima saggezza. Anche Zebunnissa era un’ardente studiosa della stessa cultura. Un giorno, la sua cameriera le teneva lo specchio, mentre si pettinava dopo il bagno, ma questo cadde e si ruppe. La ragazza, mortalmente spaventata, si mise a tremare per timore della collera della padrona. Ma la principessa la consolò dicendo: “Perché preoccuparsi del danno ad uno specchio? Perfino il corpo, per il quale questi articoli vengono usati, è esposto a danni e distruzione”. Come un uccello, che vede un pezzo di carne da lontano, ma non si accorge della rete distesa per catturarlo, l’uomo nota solo il fascino degli oggetti materiali, ma non si avvede che ne rimane intrappolato. Gli uomini cercano di tracciare la mappa dei crateri, delle gole e dei vulcani della luna, ma ignorano i crateri nel loro cuore; come possono quindi ottenere la pace? L’uomo subisce difficoltà enormi per salvaguardare la sua ricchezza, ma non impegna neppure un grammo di energia per proteggere la sua coscienza.

[5] Voi affermate: “Vedere per credere; credo in Dio solo se Lo vedo”. Sono forse autentiche – come sembrano - tutte le cose viste, udite, toccate o gustate? E’ forse l’occhio che vede? Il vostro occhio può essere aperto e rivolto in una direzione, ma se la vostra mente vaga altrove, non noterete proprio nulla. Potete vedere solo attraverso l’illuminazione dell’Âtma; amate solo perché l’Âtma è Amore; conoscete perché l’Âtma è conoscenza. Avete pace, perché l’Âtma è la fonte e la custodia della Pace. L’effetto sottile dei mantra, formule mistiche, riportate nei Veda non può essere visto od udito attraverso i sensi, deve essere sperimentato per mezzo della coscienza interiore. Il suono di questi mantra ha il potere di trasformare gli impulsi e le tendenze; tale parola significa “Ciò che salva se meditato”. Tenete sempre la mente concentrata sul mantra; ciò allontanerà chiacchiere incontrollate, conversazioni inutili, pettegolezzi oziosi e maldicenza. Parlate solo se è veramente necessario e solo il minimo indispensabile. Parlate dolcemente, senza riserve e senza fronzoli.

[6] Voglio che gli studenti siano convinti dell’eccellenza degli insegnamenti dei Veda e Shâstra. Sono felice degli sforzi che la Sathya Sai Sevâ Samiti compie per diffondere questa conoscenza fra gli studenti. Le cose non possono essere migliorate dagli adulti. Le loro attitudini sono ormai conformate. I giovani devono sviluppare le buone qualità proprie della testa e del cuore. Devono unirsi e partecipare a gruppi spirituali ed essere utili a se stessi ed al prossimo. Rispettate i vostri genitori e cercate di renderli felici. Questo è un elemento di adorazione, in cui sin d’ora potete impegnarvi con tutto il cuore. Quando i vostri genitori vengono mortificati dalle vostre azioni, come può Dio essere compiaciuto di voi ed ascoltare le vostre preghiere? Il Maharashtra è la terra di molti Santi, i quali con i loro insegnamenti hanno diffuso la devozione e, grazie a ciò, esso è il cuore dell’India. Cercate di meritarvi di essere figli del Maharashtra, seguendone i preziosi insegnamenti.

(Stadio Sardar Patel, Bombay, 21 Marzo 1967.)

discorsi/1967/19670321.txt · Ultima modifica: 2016/10/23 12:44 da sathyamax