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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1967:19670403

19670403 - 03 aprile mattino

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Fede è nutrimento

[1] L’India è definita uno “stato secolare”, di conseguenza è negata agli studenti nelle scuole l’opportunità di ricevere un’istru­zione in materia spirituale; non è concessa loro neppure la possibilità di conoscere le basi fondamentali del Sanâthana Dharma (Eterna Legge Universale). Questa è una tragedia. I ragazzi hanno il diritto di ricevere quanto apparteneva ai loro avi, ma i giovani di questo paese non hanno accesso ai principi fondamentali della loro antica cultura. L’India è l’India proprio grazie al Sanâthana Dharma, che.le ha permesso di sopravvivere a molte terribili tempeste e ha saputo mantenere la nazione culturalmente unita, nonostante la diversità di linguaggi, abitudini alimentari e modi di vestire. Il Râmâyana, il Mahâbhârata e la Bhâgavata sono riveriti dall’Himâlaya fino all’estremo Capo Sud. Gli ideali di Sathya, Dharma, Shânti e Prema, che tali sacri testi sostengono ed illustrano, hanno tenuto unita la popolazione, conducendola verso un sentiero benefico sia per l’individuo sia per la società. Il Sanâthana Dharma è il solo a proclamare che nessuna religione può essere qualificata come “una ed unica”, ed insegna che tutte le religioni sono sfaccettature dell’Uno. Infatti, afferma che tutti i Nomi sono nomi di Dio e che tutte le Forme sono Sue. Nessuna religione può asserire di rappresentare pienamente la Verità Universale ed Eterna. Tale è l’insegnamento del Sanâthana Dharma. Perciò chi critica il credo altrui, getta discredito sulla propria fede. Chi diffama un’altra dottrina, dimostra di ignorare la natura della religione e la Gloria di Dio.

[2] L’educazione deve includere anche l’addestramento della mente dell’uomo, delle sue tendenze ad odiare, ad ammassare, a prevalere, a denigrare. Non si tratta soltanto di acquisire alcune capacità, per saper trasformare certe materie prime della natura in prodotti di comune utilità, né di conseguire nozioni sulle leggi naturali. L’educazione è il processo, grazie al quale l’uomo può trarre il meglio dalla sua dotazione interiore, Antahkarana (consapevolezza interiore), per conoscere se stesso. Dovrebbe aprirgli l’occhio interiore più che quello esteriore; l’occhio esteriore deve rivelare la gloria di Dio, quello interiore svelare il Divino, che risiede internamente. Il cibo deve contribuire allo sviluppo della testa; la testa deve scoprire l’esistenza di Dio ovunque.

[3] I governanti del paese hanno una grossa responsabilità a tale proposito. Essi devono educare i figli di questa nazione non solo come bravi meccanici e artigiani, abili intagliatori di legno o efficienti attingitori d’acqua, bensì come persone dotate di Sathya, Dharma, Shânti e Prema (Verità, Rettitudine, Pace e Amore), in grado di affrontare le alterne fortune e mantenere l’equanimità in qualsiasi circostanza. Gli studenti devono imparare ad essere buoni Sevaka (servitori) e determinati Sâdhaka (ricercatori spirituali). Devono essere istruiti nello Yoga del controllo della mente e non del controllo del respiro che, se condotto senza competenza, può danneggiare la salute. Voglio che essi vengano istruiti su queste materie, qualunque sia il nome dato a tali insegnamenti.

[4] I ragazzi devono crescere consapevoli della fratellanza fra gli uomini e della Paternità di Dio. Se non si crea una tale atmosfera e non si fornisce quest’insegnamento, li priviamo di quanto è dovuto loro. Fiducia nell’uomo implica fede in Dio; fede in Dio crea fiducia nell’uomo. Senza fede l’uomo è una creatura privata delle sue radici: si essicca ed avvizzisce velocemente. Fede nel Dio dentro di lui, che gli fa dire “Io, Io, Io” riferendosi a quanto gli è stato fatto fare, dire e compiere dall’anelito interiore; la fede è il nutrimento, su cui si sviluppano Amore e Coraggio, il Contentarsi e la Gioia. Si può facilmente rendere i giovani consapevoli di questo Io interiore, che possiede il corpo come sua veste; essi cresceranno così nell’amore reciproco ed in collaborazione con gli uomini di tutte le nazioni, quando sapranno che colore e casta sono solo rivestimenti, che non intaccano l’autentica Realtà.

[5] Per instillare nelle menti dei giovani i valori di preghiera, umiltà e servizio amorevole al prossimo, le case in cui crescono devono essere le prime scuole. I genitori devono avere ferma fede nelle verità fondamentali della Religione Universale. Devono farsi vedere pregare all’altare familiare, meditare in silenzio, perdonare gli errori degli altri, consolare dolori e sofferenze; i figli non li devono vedere preoccupati, indifesi, scontenti e in pena, come se non avessero un Dio, cui appoggiarsi, né una riserva interiore di forza e coraggio, che li sostenga.

[6] Gli insegnanti dovrebbero essere semplici, sinceri e determinati ricercatori spirituali, raggianti di gioia e amore. Il dare grande importanza al tenore di vita, al reddito e alle spese, al calcolo di costi e prezzi in termini di rupie e centesimi non formerà un buon insegnante, che dovrebbe invece seguire l’esempio degli antichi Saggi: equilibrati, capaci di contentarsi, studiosi calmi e quieti, che praticavano l’auto-controllo e sapevano irradiare un’atmo­sfe­ra di fresca equanimità.

[7] Gli amici che il bambino incontra a scuola e nei dintorni di casa hanno un effetto benefico o deleterio sulla sua crescita. I fumetti, le storie dell’orrore, i film di pistoleri e terrorismo ed i manifesti cinematografici, che degradano l’uomo riducendolo unicamente a carne e pelle, trascinano nel nulla un potenziale eroe. Il bambino impara così a venerare il denaro e le cose che il denaro può acquistare; ammira la crudeltà e l’astuzia invece che la comprensione e l’amore. Pertanto la famiglia, la scuola e la società, tutte insieme, devono elevarsi e raccogliere la sfida per il futuro di questo gran paese.

[8] I collegi residenziali, dove insegnanti e direttori sono sinceramente interessati allo sviluppo della futura generazione, possono dare risultati più positivi di molte famiglie e scuole. Anch’essi, tuttavia, dovrebbero cercare di non conformare i bambini secondo modelli predeterminati. Il Sanâthana Dharma non ha schemi fissi. Esso ammette infinite possibilità, basate sui conseguimenti del passato e del presente. E’ stato suggerito che i bambini cattivi – non ci sono affatto bambini cattivi, ma solo bambini mal allevati – dovrebbero essere isolati e ricevere attenzioni speciali per curarli dalle loro disdicevoli tendenze. A me non piace che vengano isolati e ricevano l’attenzione di tutti, come se fossero ragazzi particolari. Non fa bene né a loro, né agli altri. Si può dar loro qualche attenzione in più, all’insaputa degli altri ragazzi, poiché provengono da famiglie senza alcuna base di pratica spirituale, ma ciò è l’unica cosa consigliabile. Naturalmente un buon insegnante sa come gestire queste cose, se ha fede ed intelligenza. Secondo il mio punto di vista, nei programmi non dovrebbero esserci lezioni separate di “istruzione morale”; ogni materia deve essere appresa per mezzo dell’insegnamento morale, come il filo che passa di lezione in lezione. Nelle classi come sul campo di gioco, con l’esempio e le regole, si deve esaltare la virtù della collaborazione intelligente, del sacrificio per la squadra, della comprensione per i meno dotati, dell’aiuto ai minorati, ai deboli, agli ammalati ed ai poveri nonché gli ideali dell’amore e della fiducia in se stessi, del silenzio e della preghiera.

[9] Il metodo indiretto di infondere i principi morali è migliore che non un insegnamento diretto mediante libri di testo ed interrogazioni. Durante la lezione, per illustrare un argomento di una qualsiasi materia, raccontate storie tratte dalle Upanishad, dalla Bibbia, dalla Bhâgavata, dal Râmâyana e dal Mâhabhârata e la vita dei santi di tutte le nazioni ed età. Anche la scienza e la matematica possono essere insegnate in modo morale od immorale. Adottate il metodo morale. Se seguite questo programma d’ele­vazione morale con impegno, otterrete anche il vantaggio che, grazie alla sottile influenza esercitata dai bambini, l’atmosfera nelle famiglie verrà purificata. Se i ragazzi siedono in silenzio a meditare su Colui che ha creato tutta questa gloria e meraviglia, anche i genitori ne seguiranno l’esempio e l’atmosfera della casa si riempirà di umiltà e di amore.

[10] La fondazione di un Istituto, dove si insegni Yoga e meditazione e dove ci si impegni in un’adeguata conduzione dei bambini, sarà di gran beneficio. Gli insegnanti ed i ragazzi più grandi potranno risiedervi per alcune settimane in unione con Dio e ritornare poi alle scuole e ai posti di lavoro ricaricati di fede nel­l’uo­mo ed in Dio. Ciò segnerà l’alba di una rivoluzione nella prospettiva delle attività dell’India d’oggi.

(Poona, 3 Aprile 1967. Incontro dei Presidi)

discorsi/1967/19670403.txt · Ultima modifica: 2016/10/23 12:55 da sathyamax