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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1968:19680513

19680513 - 13 maggio

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Le due madri

[1] Voi siete il più gran tesoro posseduto dal Paese, su di voi poggia l’intero futuro. Questa è la terra, in cui i sacri Veda furono pronunciati per primi e dove venne rivelato che essi erano Divini; è la terra, in cui per intere generazioni gente pia condusse una vita semplice, serena e traboccante d’amore per tutti gli esseri viventi. È un grosso peccato che voi cresciate completamente estranei a simile gloriosa eredità. La Verità che i Veda rivelarono all’uomo è: “Soham1 – Quello sono Io”. Il Principio immanente nell’Universo è lo stesso immanente anche in Me. La meditazione su questo grande Mantra conduce gradualmente l’uomo a comprendere che non c’è distinzione tra Quello ed Io, entrambi sono Uno e che non esiste Sah e Aham separati, ma c’è solo OM.

[2] I Veda insegnano tre ulteriori principi fondamentali. Il primo è Karmaphala – ogni atto ha una conseguenza inevitabile; ogni causa ha un effetto. Se agite in vista delle conseguenze, allora le subirete. L’attaccamento crea legami; il distacco conduce alla liberazione. È l’ego, la coscienza dell’io, che vi fa pensare di essere il corpo con il complesso dei sensi e che crea in voi attaccamenti. Siate vigili, affinché esso non v’induca ad avere desideri pericolosi. Voi siete liberi ora, potete andare dove volete, passeggiare sulle vostre due gambe; quando vi sposate diventate un quadrupede e, quando vi arriva un bambino, vi crescono altre due gambe. In seguito diventate un centopiedi e cominciate a strisciare. L’attac­camento vi carica d’oneri e di legami. La mente è la sorgente di tutti i desideri; cercate perciò di conseguire non diamanti, ma la morte della mente2. Lasciate morire tutti i desideri per gli oggetti dei sensi, oppure concentrate tutti i desideri su Dio, arrendete a Lui le bramosie, abbandonate a Lui tutti gli istinti, gli impulsi ed attaccamenti. Il Signore Krishna nella Gîtâ dichiara: “Se arrendete a Me ogni cosa, il vostro benessere e la vostra felicità diventano una mia responsabilità”.

[3] Le altre due dottrine sono: Punar-janma, rinascita in conformità a Karmaphala (risultato delle azioni) e l’eccezionale nascita del Signore come Avatar per salvare l’umanità dalla rovina. Dovete iniziare dalla Fede, solo allora la conoscenza potrà svilupparsi. Abbiate fiducia nel libro e cominciate a studiarlo, solo così ne ricaverete conoscenza. Se non entrate in acqua, non potrete imparare a nuotare. Riceverete la dimostrazione necessaria, solo se vi avvicinate con umiltà e fede.

[4] Siate sempre lieti ed allegri, gli alti ed i bassi esisteranno sempre lungo il cammino della vita. Piacevoli o spiacevoli che siano, prendete tutte le vicissitudini della vita con indifferenza e con fortezza. Nel cielo del vostro cuore, scure e dense nubi di desiderio e di dubbio oscurano lo splendore del sole dell’intelletto. Sono soltanto nuvole, se n’andranno. Sviluppate un carattere forte; la ragione farà soffiare il vento, che spazzerà via tutte le nuvole. Meditate su Dio e pregate che esse se ne vadano, così il Signore arriverà in vostro soccorso per aiutarvi.

[5] Sviluppate fiducia incrollabile in voi stessi e la capacità di vivere bene ed a lungo, e siate di servizio ai vostri genitori ed al paese. Questa è Âtma-vishvâsa, fiducia nel Sé; essa è la radice dell’albero della vita. La dolcezza del frutto dell’albero è rappresentata dall’amabilità del carattere. Impegnatevi nei vostri studi, non solo in previsione di una professione, ma per vivere una vita buona e felice. Ciò significa che dovete fin d’ora coltivare fede in Dio, frequentare la compagnia dei giusti, rafforzare la disciplina ed anelare ideali di servizio. Controllate i sensi, evitate di guardare e di udire il male, e di cedere all’attrattiva di cattive immagini, parole e notizie. Pensieri riprovevoli generano un carattere iniquo e vi trascinano ad un livello animale. Coloro che oggi ricordate ed adorate per la loro vita esemplare, furono anch’essi ragazzi e giovani come voi, ma in gioventù essi non trascurarono lo sviluppo della moralità, della comprensione e del servizio. Anche voi non dovete trascurare simili qualità.

[6] La parola Vidyâarthi (studente) significa persona impegnata nella ricerca di Vidyâ (conoscenza); oggi, tuttavia, gli studenti sono impegnati nella ricerca di piaceri sensuali e d’oggetti materiali. La conoscenza sta riducendosi a zero, poiché gli studenti sono occupati in ben altre cose che non lo studio. Non tutti sono cattivi, ma l’intera comunità studentesca deve sopportare il biasimo, a causa di quei pochi che hanno imboccato strade sbagliate. Oggi gli studenti non godono più della fiducia della gente. Ai vecchi tempi, quando donne, anziani o infermi dovevano compiere un viaggio in treno senza accompagnatori né aiuto, se trovavano anche un solo studente nello scompartimento, si sentivano rasserenati e felici. Infatti, pensavano: “C’è uno studente che viaggia con noi; certamente si prenderà cura di noi, ci dirà quando scendere e ci procurerà ciò, di cui abbiamo bisogno”. Oggi invece la presenza di uno studente non è gradita! Che rovina non è mai questa! Che tristezza, quale sfortuna! Il cattivo indirizzo dato dai genitori, dagli insegnanti e dai cosiddetti capi del Paese, le compagnie disdicevoli a scuola ed all’università, le letture riprovevoli e la smania di vedere film, tutto ciò ha rovinato i giovani innocenti e puri di cuore di questo grande Paese. Gli studenti hanno un naturale rispetto per genitori, insegnanti e governanti, i quali, tuttavia, non costituiscono certo un buon esempio; quando un insegnante si abbassa a chiedere una sigaretta ad un suo allievo, come si può mantenere il rispetto?

[7] Non preoccupatevi degli errori altrui, verificate i vostri e cercate di correggerli. Per curare la malattia di cui soffrite, siete voi a dover prendere la medicina. Se non siete in errore, non curatevi di quanto gli altri possano dire. Esaminate innanzi tutto il vostro comportamento e fate in modo che sia al di sopra d’ogni possibile critica. Crescete diritti, non distorti. Non fate letture empie ed inadeguate, non andate a vedere cattivi film; tutto ciò deforma il carattere, promuove la violenza e l’inganno. Piuttosto spendete il denaro che avete, per acquistare del buon cibo. Sviluppate sane abitudini: il canto dei bhajan, la pratica delle posture Yoga, la meditazione ed il silenzio vi conferiranno pace e gioia, una mente acuta e concentrazione. Tutto ciò servirà a disciplinare la mente deviante.

[8] Riducete il desiderio di essere “alla moda”. Voi non potete immaginare quanto i vostri genitori si sacrificano per soddisfare i vostri gusti. Spesso vanno in prestito di denaro per permettervi di essere all’ultima moda in fatto d’abiti o d’oggetti; poi sono perseguitati dagli usurai. Siate morigerati, imparate ad accontentarvi. Non esiste ricchezza più grande del sapersi accontentare. Fate uso del tempo come se fosse qualcosa di veramente molto prezioso; in realtà è il più prezioso dono di Dio. Il tempo trascorre molto velocemente, ogni attimo perso, è perso per sempre. Cercate l’occasione di servire i malati ed i sofferenti; imparate a servirli in modo tempestivo ed efficiente. Abbiate sempre un sorriso sul volto; non fate del vostro sorriso un ghigno sarcastico o una risata divertita. Nessuno deve sentirsi urtato da quel sorriso; tutti devono esserne felici e restare contagiati dalla gioia.

[9] Abbiate misura e moderazione in ogni cosa: cibo, divertimenti, conversazioni, etc. Non abbiate troppa libertà, né troppe restrizioni o rigidità. Rispettate i genitori; essi vi hanno fatto dono del corpo e rappresentano le vostre Deità immediate e visibili. Siate grati a vostra madre, che vi ha nutrito col suo sangue, ha sofferto per voi e ha sciolto il suo cuore d’amore per voi. Servire e venerare i genitori è veramente servire e venerare Dio. Per Râma, l’ordine di suo padre era potente come il comando Divino. Alle sette del mattino Egli doveva essere incoronato Imperatore; si diresse verso il trono per ricevere corona ed onori. Alle sei e cinquantacinque gli fu ordinato di ritirarsi nella foresta in esilio per quattordici anni! Egli se n’andò con la stessa allegria di quando stava salendo al trono, e mantenne la medesima equanimità sia per una cosa sia per l’altra. La gioia di aver seguito l’ordine di Suo padre fu la sua ricompensa. Tal equanimità è il vero stato di Samâdhi; Samâ-dhi, eguale consapevolezza, reazione serena ed imperturbabile sia al piacere sia al dolore.

[10] Ad ogni istante invecchiate, non sarete sempre giovani. Le amicizie ed i contatti che sviluppate a scuola o all’università sono solo temporanei. Quando avrete terminato gli studi, ognuno se n’andrà per la propria strada. Tali attaccamenti s’interrom-peranno ed altri nuovi n’occuperanno il posto; scegliete quindi buone compagnie e non sviluppate attaccamenti troppo forti nei confronti di nessuno. Siate amichevoli con tutti, ma non permettete a quell’amicizia di diventare eccessiva. Cercate di ottenere la compagnia di persone devote e timorose di Dio. Quando la polvere si unisce all’aria, si solleva alta nel cielo; se si associa all’acqua, scende nelle profondità della terra. Il vostro futuro è modellato dalle compagnie, con cui v’associate ora. Siate quindi assai vigili. Amo molto i giovani e desidero elargire loro la Mia Grazia. Considerate le ragazze vostre sorelle. Se le guardate con pensieri maliziosi ed impuri, scivolerete giù dalla china rovinosamente. Se qualcuno guardasse vostra sorella con propositi impuri, quanto vi dispiacerebbe, come ci stareste male! Ricordatevene ed evitate di ferire gli altri. Dovete sviluppare attitudini fraterne verso tutti coloro che incontrate. Non divertitevi a favi gioco delle studentesse; rispettatele ed abbiate considerazione della loro dignità. Questi sono i mezzi per guadagnare la Mia Grazia.

[11] Ricordatevi che avete due madri: la Madre Patria e la madre che vi diede il corpo. Se il vostro carattere non è integerrimo, la Madre Patria n’è addolorata; se non avete amore e gratitudine, vostra madre n’è addolorata. Se entrambe sono felici, Io ne sono compiaciuto, ed elargirò la Mia Grazia su di voi; la vostra vita sarà così benedetta.

(Dharmakshetra, 13 Maggio 1968.Raduno giovanile di Prashânti Nilayam.)

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