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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1970:19700302

19700302 - 02 Marzo

Discorso Divino di Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba

Una scuola d’ipocrisia

[1] A cosa serve una scuola? A rendere l’uomo umano. Egli ha in sé certe qualità che devono essere sviluppate e coltivate affinché possa elevarsi alla sua reale grandezza. Se queste qualità vengono ignorate o lasciate sopite, l’esistenza umana si svolge solo sul piano animale. Soltanto la disciplina spirituale consentirà ad ogni uomo di vivere secondo il suo retaggio. Addestrandolo, l’animale può essere trasformato e indotto a comportarsi in modo umano. L’insegnante è la risorsa più importante della scuola; cemento e mattoni non rendono una scuola efficiente e valida; neppure i libri della biblioteca o le strumentazioni di laboratorio sono così fondamentali. È l’insegnante che crea la scuola o ne determina la rovina, perché egli è tutti i libri che vi servono e tutti gli strumenti più allettanti; l’insegnante plasma le maniere, il comportamento, le attitudini e persino i pregiudizi degli allievi che gli sono affidati, perciò ha una grande responsabilità. L’insegnante pratica una grande disciplina spirituale quando intraprende questa professione: egli stesso deve essere quello che raccomanda ai suoi studenti. Le tenere menti degli alunni vengono facilmente modellate dal suo esempio. Se l’insegnante si pronuncia negativamente contro il fumo, deve astenersi dal fumare; se insiste sulla puntualità, deve entrare in aula in orario, perché sarà soggetto a un continuo, rigoroso esame. Ogni sua mancanza o trasgressione diventerà oggetto di discussione in tutto il paese e quel giorno stesso, a cena, tutti ne parleranno in centinaia di case; perciò l’insegnante deve essere vigile e prudente in ogni momento della giornata.

[2] Impegno paziente e perseveranza tenace sono i requisiti indispensabili di ogni insegnante, il cui lavoro è di fondamentale importanza per la nazione. La mente dei bambini è innocente, sensibile e pura. La zucca tende a crescere contorta se abbandonata a sé stessa, perciò il contadino lega alla sua estremità una pietra il cui peso la tiene diritta intanto che continua ad allungarsi. Anche le menti dei bambini e dei giovani sono soggette a crescere distorte a causa dell’influenza di film licenziosi, dell’atmosfera ipocrita e vacua creata dagli adulti, della lusinga esercitata dallo sfarzo e dall’ingannevole senso di avventura e celebrità. Pertanto la scuola ha il compito di ‘legare’ la pietra della disciplina per farli crescere diritti e sinceri. La pietra, però, non deve essere troppo pesante, altrimenti rischia di spezzare in due la zucca! In ogni caso, evitate sempre gli estremi! Le regole disciplinari devono essere ben ponderate ed adeguate all’età dei giovani che intendono correggere. L’atmosfera deve essere talmente carica che il rispetto della disciplina sorgerà in loro in modo naturale e spontaneo; questa disciplina forgerà i futuri e validi dirigenti della nazione e, a differenza della generazione attuale, essi sapranno ispirare e guidare la popolazione sulla retta via; dovranno anche essere dei buoni seguaci: i buoni soldati fanno dei buoni generali. I giovani apprendisti della pace diventeranno i pilastri della pace, i campioni della pace.

[3] Controllate e regolate le abitudini alimentari dei bambini; il cibo determina, in larga misura, la salute e l’intelligenza, le emozioni e gli impulsi. Mettete dei limiti alla qualità e alla quantità del cibo, al numero delle volte in cui viene consumato ed agli orari. Anche la ricreazione, che si svolgerà in compagnia di persone rette e timorate di Dio, dovrà seguire principi elevati e morali. Oggi i genitori e gli insegnanti ignorano il vero scopo dell’istruzione scolastica; i genitori desiderano che i figli e le figlie prendano una laurea a qualunque costo perché è un simbolo di prestigio; gli insegnanti desiderano che la maggior parte dei loro studenti superi gli esami senza dare loro troppi fastidi, sia che illustrino le materie sia che non le spieghino. In realtà, ogni studente è una responsabilità preziosa per l’insegnante, il quale deve essere onesto nell’adempimento dei propri compiti poiché il suo esempio esercita una grande influenza su tutta la classe.

[4] Voglio ora toccare un punto che può sembrare piccolo ma che ha profonde ripercussioni sul vostro atteggiamento e sui ragazzi. Quando l’insegnante fa l’appello con il registro delle presenze, invece di chiamare ogni ragazzo per nome utilizza dei numeri, ed i ragazzi rispondono ‘Sì’. Utilizzate invece i loro nomi perché i numeri occultano la loro individualità e creano un’uniformità spenta ed inanimata. Non sono prigionieri né poliziotti che devono sopprimere la loro individualità ed essere identificati solo attraverso dei numeri. La preghiera è una buona cosa e va inclusa nell’orario scolastico. Il silenzio è prezioso e dovete invitare gli alunni a metterlo in pratica; accertatevi però che non siano troppo agitati o depressi. Il pendolo comincerà ad oscillare solo quando l’orologio viene caricato. Fate in modo che gli studenti tengano sotto controllo i loro desideri: non ‘caricateli’. Gli adulti, i politici, i governanti e gli insegnanti non devono infiammare le loro passioni, come fanno attualmente ad ogni minima provocazione, rendendoli schiavi della rabbia e del fanatismo. Io amo gli studenti e riverso su di loro amore e grazia. Essi non devono uscire dalle aule per rincorrere i politici che li spingono a militare sul terreno delle agitazioni. Se reclamate a gran voce i vostri diritti, dovete essere disposti a portare sulle spalle anche i vostri doveri. Finite gli studi, sviluppate la capacità di discernere tra ciò che è bene e ciò che non lo è, proponetevi di trovare modi e mezzi per assicurarvi il bene ed evitare il male. Se invece vi precipitate a correre dietro ai politici che si valgono di voi per i loro fini, rovinate la vostra carriera e danneggiate anche la politica. Immaginate poi l’angoscia dei vostri genitori che costruiscono castelli di speranze e vivono in modo precario per permettere ai figli di studiare e conseguire una laurea.

[5] Oggi gli insegnanti si preoccupano soltanto della percentuale delle promozioni, perciò spiegano solo gli argomenti inerenti alle domande che, secondo una loro valutazione, potrebbero essere poste agli esami: è quindi una scommessa! Le materie contemplate dai programmi didattici non vengono elaborate bene o per intero. Gli allievi dimenticano quello che si sono messi in testa per gli esami e non sanno nient’altro anche se vengono dichiarati ‘promossi’; le loro teste si svuotano completamente subito dopo averne riversato il contenuto sui fogli degli esami. Le materie sono fissate secondo adeguati programmi perché costituiscono degli utili strumenti: attivano i processi del pensiero e facilitano l’apprendimento; perciò sono incluse nel corso di studio e, quando la laurea viene conferita, tutti pensano che lo studente abbia la padronanza di tali materie. Gli insegnanti ingannano la società se non insegnano le materie fino in fondo, e gli studenti la raggirano se non s’imprimono le materie nella mente affinché siano sempre disponibili per l’uso. Stimolate gli studenti a informare i genitori sulla scuola e sui progressi fatti; i genitori devono rimanere in contatto con gli insegnanti ed essere al corrente dell’andamento e delle condizioni scolastiche; questo servirà a correggere tempestivamente i possibili errori.

[6] Un altro suggerimento: non lasciate i giovani ad oziare inoperosi, senza alcuna occupazione. Ogni secondo è un dono prezioso; il tempo ben utilizzato è come il cibo ben digerito: sostiene e rinforza. Anche i genitori devono osservare strettamente le regole. Prendete il caso di un ingegnere che abbia i figli in un istituto, i quali potrebbero avere diritto ad una borsa di studio a condizione che il padre guadagni meno di 3.000 Rupie l’anno. Il padre escogiterà tutti gli espedienti per ottenere un certificato che dimostri all’istituto che quelle regole si applicano al suo caso. Il figlio potrà ricevere la borsa di studio, ma con che lezione di moralità! Agli studenti va insegnata l’uguaglianza di tutte le fedi. All’Istituto maschile Sathya Sai di Arti e Scienze di Kadugodi sto mettendo in scena una recita basata sull’episodio del Mahābhārata, nel quale Ashvatthāma uccide i figlioletti dei Pāndava. In questa rappresentazione, la parte di Krishna è affidata ad un ragazzo musulmano, mentre il ruolo di Bhīma ed Arjuna è assegnato a ragazzi cristiani. Ognuno di noi recita una parte nel grande dramma cosmico, alcuni come indù, altri come musulmani o cristiani. Qualunque sia il ruolo, l’individuo deve apparire con il costume adatto, recitare, muoversi, entrare ed uscire dalla scena secondo quanto è stabilito.

[7] Se una scuola ha una scarsa disciplina, se gli studenti vengono condotti su cattive strade da persone egoiste, la colpa ricade sui genitori, sui responsabili e sul Comitato direttivo, che è una Commissione che spesso si riunisce solo per il tè. Vi suggerisco di tenere delle assemblee in ogni istituto per distribuire i diplomi agli studenti che lasciano l’istituto. Questo eviterà di creare confusione durante l’assemblea generale, un particolare che affligge tutti. Gli amici e i genitori degli studenti possono intervenire a queste ‘mini-assemblee’ e festeggiare i laureati. Sapete bene che, se vi servono dei soldi, potete emettere un assegno su una banca a condizione che abbiate un conto in attivo. Se la banca dovesse fallire, sarebbe un disastro. Il sistema educativo è la banca su cui la nazione emette un assegno quando ha bisogno di lavoratori esperti ed affidabili. Se questo sistema è sull’orlo del fallimento, come succede oggi, ci sarà un crollo nazionale. Se invece il sistema viene revisionato e lubrificato, la generazione futura potrà contare su buoni capi e, cosa altrettanto importante, su buoni seguaci.

[8] Ora vi racconterò un episodio avvenuto all’Istituto Sathya Sai in modo che possiate raffigurarvi il tipo di cambiamento che auspico. Durante gli esami statali tenutisi nell’Istituto, quando gli studenti hanno ricevuto i fogli con i quesiti, tutti i candidati si sono alzati simultaneamente. Gli assistenti erano molto sorpresi ed alcuni si erano allarmati temendo che gli studenti volessero protestare contro gli esami e contro gli esaminatori! Ma i ragazzi si erano alzati in piedi per un minuto solo per recitare una preghiera in silenzio, un’abitudine nobile e purificatrice. Gli istituti non devono competere fra loro per accaparrarsi il maggior numero d’iscrizioni. L’obiettivo è la qualità, non la quantità! Un piccolo numero di iscritti garantisce maggiore attenzione individuale, una disciplina più scrupolosa, migliore insegnamento e migliore apprendimento.

Venkatagiri, Scuola Superiore Bangarpet, 02.03.1970

discorsi/1970/19700302.txt · Ultima modifica: 2016/07/15 15:28 da sathyamax