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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1970:19701218

19701218 - 18 Dicembre

Discorso Divino di Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba

Salvare i devoti

[1] La manifestazione di Dio come Sathyam, Shivam, Sundaram (Verità, Bontà, Bellezza) risponde alle preghiere rivolte ad uno qualsiasi dei Suoi molteplici Nomi e possiede infinita pazienza e compassione; poiché ora ha assunto forma umana si potrebbe pensare che mostri tratti umani e persino debolezze umane, dato che ha a che fare con la fragilità umana e deve salvare l’uomo da sé stesso. All’uomo bisogna mostrare i metodi attraverso i quali può ampliare la cerchia del suo amore e diffondere la luce della ragione. Finché non sarà in grado di vedere tutta l’umanità come Uno, come un’unica entità, non potrà essere definito devoto del Signore, poiché tutti gli uomini sono figli di Dio. La Divinità è il filo in cui sono inserite tutte queste varietà di fiori sino a formare una ghirlanda. Yoga è la disciplina con cui si può comprendere la ‘parentela‘ o appartenenza interiore e sperimentare la propria affinità con l’universo. Ud-yoga (sforzo, occupazione) è il termine che viene oggi utilizzato per indicare ogni tipo d’impiego, ma sarebbe meglio usarlo per indicare un lavoro ben più importante in cui l’uomo dovrebbe impegnarsi: scoprire questa sua innata affinità. In un primo momento, la Divinità presente in ogni essere ed in ogni cosa non apparirà con chiarezza. Come può un individuo leggere la lettera ‘g’ come ‘gi’, se non c’è qualcuno esperto che glielo insegni e se egli stesso non accetta l’affermazione come vera? Successivamente, sarà in grado di leggere la parola God (Dio) come ‘gi-o-di’, ma cosa lo indurrà a leggerla come ‘God’ e non come ‘gi-o-di’? È il guru, il maestro di cui avete fiducia, e che conosce bene la materia. Come farete a comprendere che la parola ‘Dio’ rappresenta per tutti l’Intelligenza imperscrutabile e onnipervadente che risiede sia nell’atomo sia nella stella? È ancora il maestro che ve lo insegna, e voi lo accettate.

[2] Tuttavia non è sufficiente apprendere solo questo dal guru. L’uomo deve continuare la sua ricerca e raggiungere la Verità ultima, quella Verità che può dare spiegazioni sull’atomo come pure sulla stella più lontana, ora e sempre. Solo lo Kshetrajña conosce lo Kshetra, vale a dire che solo Dio conosce l’Universo. Per conoscere l’Universo bisogna diventare Dio. In realtà, non c’è un ‘divenire Dio’ perché l’uomo è Dio, camuffato da Tizio, Caio o Sempronio! L’io che voi pensate di essere, l’io di quando eravate neonati, adolescenti, giovani, di mezza età, anziani e vecchi decrepiti, quell’io non è altro che un riflesso di Dio nello specchio del corpo! Voi non siete altro che un’onda in seno all’Oceano che è Dio. Riconoscetelo, sperimentatelo: questo è il coronamento, l’obiettivo dell’esistenza! Rendetevi conto che tutti sono onde, sforzatevi di comprendere che le onde sono l’Oceano, con nomi e forme che appaiono, durano qualche istante e poi scompaiono. Per ottenere questa visione, l’uomo deve trascendere tre dei cinque involucri nei quali è rinchiuso: Annamayakosha, l’involucro grossolano dotato dei sensi, Prānamayakosha, l’involucro sottile con i soffi vitali e il sistema nervoso, Manomayakosha, l’involucro mentale con il suo insieme di desideri, motivazioni, decisioni e aspirazioni, sia positivi sia negativi, che formano il complesso chiamato mente. Più in profondità c’è Vijñānamayakosha, l’involucro dell’intuizione, che è sovrapposto ad Ānandamayakosha, l’involucro della beatitudine. Ma l’uomo è ora intrappolato nei primi tre involucri e non si avventura ad andare oltre; così gli è negata la possibilità di ottenere un barlume della Verità, la cui porta d’accesso è al livello dell’involucro dell’intuizione, ma che va oltre l’involucro della beatitudine.

[3] Incarnazioni del Divino Sé!
Il cuore potrà espandersi per fare queste esperienze eterne ed assolute solo se coltiva l’amore; solo mettendo in pratica la Verità si potrà fare esperienza della grande VERITA’. Recentemente sono apparsi molti maestri; ognuno decanta la particolarità dei propri esercizi spirituali con i quali dichiara di conferirvi la beatitudine suprema. Ogni maestro attribuisce ai suoi metodi dei nomi attraenti che rievocano il passato, come Kriya Yoga, Hatha Yoga, Karma Yoga, Antar Yoga; tuttavia non ci sono scorciatoie per ottenere la liberazione: l’obiettivo può essere raggiunto solo attraverso la purificazione del carattere e coltivando l’amore altruistico. Se lo yoga non conduce al controllo delle emozioni, delle tendenze egoistiche, della sete di prestigio e di celebrità, è soltanto bhoga, la via del piacere, e non certo yoga. Il corpo è un insieme di strumenti per realizzare il Sé, che vi siete guadagnato nel corso d’innumerevoli esistenze. L’epilogo naturale dell’albero è il frutto e la sua dolcezza!

[4] Incarnazioni del Principio dell’Amore Universale!
Alcuni giorni fa avrei dovuto venire qui per il darshan e per conferirvi la gioia di un Mio discorso; voi siete venuti quel giorno ma poi siete tornati indietro delusi. So che sono circolate diverse voci sui motivi della Mia assenza che non hanno fatto altro che aumentare la vostra ansia. Anche coloro che conoscevano la motivazione vera l’hanno attribuita a una pratica miracolosa e hanno ritenuto che si trattasse di qualcosa da biasimare! È facile criticare la Divinità usando qualche frase gretta e meschina, ma ciò non significa che voi l’abbiate negata o compresa. Ho dovuto prendere su di Me la malattia che sarebbe stata fatale a una persona molto buona che si era abbandonata completamente a Dio; la sua chiamata era così urgente e sincera che non ho potuto rinviare la Mia risposta finché tutti i Miei impegni si fossero conclusi. Voi credete a queste cose quando sono riferite a Rāma, a Krishna o ad altri perché ritenete che il crederlo non v’imponga dei vincoli; invece, nel caso dell’attuale Incarnazione presente davanti a voi, temete che quando il Divino viene riconosciuto ne derivino certe conseguenze, che voi volete evitare. In ogni caso, Io porto avanti il Mio compito di salvare e proteggere i devoti buoni e sinceri, indipendentemente da quello che il mondo ne possa pensare.

Panjim, Goa, 18.12.1970

discorsi/1970/19701218.txt · Ultima modifica: 2016/07/15 23:08 da sathyamax