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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1988:19880903

19880903 - 03 settembre

Discorso Divino di Bhagawan Sri Sathya Sai baba

La Missione dell'Avatar

Incarnazioni del Divino Amore!

La Natura

[1] Le cose straordinarie che si trovano in Natura sono estremamente sacre e magnifiche. La Natura può redimere o traviare l'essere umano ed è ricca di doni, perché in essa c'è tutto il Creato. Non è facile capire questi suoi aspetti singolari. L'uomo è nato per ricevere quei doni; purtroppo se ne dimentica ed assume atteggiamenti alterati fino a diventare tronfio di ego e di arroganza. Non sa apprezzare i benefici della Natura, la quale può dargli la conoscenza e la capacità di controllo, n‚ sa riconoscerne l'egemonia. Riesce solo a scorgere gli aspetti esteriori del proprio essere e, dimenticando la propria divinità innata, va incontro alla sua stessa rovina.

Dio e Natura

[2] Davanti a Dio tutto è identico. Ogni aspetto dell'Universo è una manifestazione divina. Non si devono fare distinzioni fra Natura e Dio, che sono strettamente connessi ed operano su basi di reciprocità, in un rapporto di oggetto-soggetto. L'uomo vede le forme della Creazione e ritiene che essa consista essenzialmente in ciò che riesce a vedere. La Natura è maestra: la migliore, la più eminente maestra. Ma egli non se ne accorge e non coglie il messaggio che gli manda attraverso le sue manifestazioni.

Amore universale

[3] L'India, che lo ha capito, ha sempre vissuto alla luce dei suoi insegnamenti e questo è il più importante aspetto della cultura indiana. L'India ha saputo vedere Dio in tutte le forme della Natura: nel sasso e nella gemma più pregiata, nella materia inerte e nell'individuo più evoluto, nella casta più bassa e in quella più alta, nella formica e nell'elefante. Gli Indiani sono convinti che ogni cosa sia degna di venerazione. Ecco perché anche una pietra trasformata in idolo è accettata e adorata, così come sono venerate alcune specie di piante e di animali, quali le mucche, gli elefanti ed i cavalli, considerati sacri. Ma il popolo indiano rispetta anche le formiche e provvede al loro sostentamento con zucchero e farina, e riconosce la divinità in tutti gli animali, siano essi asini, scimmie o cani. Purtroppo i popoli che non hanno tale capacità di vedute, giudicano sciocchi gli Indiani; il che non è vero. L'India è una nazione che sa estendere l'Amore divino ad ogni essere vivente, dall'uomo agli uccelli, dagli animali domestici alle belve.

Una cultura incompresa

[4] La giustizia sociale vigente in India non trova posto in quei paesi che non sanno capire la filosofia indiana, i cui principi insegnano a santificare la vita quotidiana con la spiritualità. Le Upanishad ammoniscono che non bisogna odiare nessuno: “Chi vi odia e vi istiga all'ostilità, odia Dio”. Se ricambiate l'odio, lo estendete a Dio; se onorate qualcuno, onorate Colui che risiede in ogni essere. Gli insensati e gli sciocchi, che non hanno saputo capire le verità celate nella nostra cultura, dicono che gli Indiani non hanno una buona conoscenza. La realtà è che la santità e l'unicità della vita dell'India, la divinità intrinseca nella vita degli Indiani non possono essere capite facilmente dagli stranieri. La letteratura sanscrita, così sacra e divina, non è stata capita nemmeno dagli stessi Indiani…

La Natura, riflesso di Dio.

[5] In India si è sempre sostenuto che, nonostante la diversità dei nomi e delle forme, Dio è in tutti gli esseri ed è unico. Egli Si manifesta attraverso la Natura, che è il Suo riflesso. Nessuno può sottrarsi alle leggi della Natura, n‚ può opporvisi. L'uomo non ha ancora capito questa verità fondamentale, questa grande, divina verità! Egli che è venuto al mondo per scoprire la propria essenza perde il suo tempo nella ricerca del superfluo, vivendo nel lusso e nel materialismo.

Il corpo

[6] Il corpo fisico, che è una combinazione dei cinque elementi - Etere, Aria, Fuoco, Acqua, Terra - è temporaneo, caduco ed ha una breve durata; però, l'uomo non se ne rende conto! Lo stomaco può essere paragonato ad un sacco di rifiuti dove si gettano cose inutili. Il corpo, che è transitorio, è un sostegno per l'uomo, il quale però non deve dimenticare la realtà effettiva del suo essere, la sua vera essenza.

Il corpo fisico è come una cassaforte che contiene gioielli assai preziosi; senza conoscerne il valore, si rivolge tutta l'attenzione al contenitore che è privo di valore. Lì dentro sono racchiuse le migliori virtù e le più nobili qualità umane. Sempre parlando per immagini, possiamo considerare il corpo come una casa sporca, come un cesto pieno di malanni; va soggetto a tanti mutamenti, a tante alterazioni. È come un giaciglio di frecce… O mente, non riporre la tua fiducia nel corpo che non può durare! Riponila invece nel Signore e chinati ai Suoi Piedi divini.

Siamo il mondo

[7] Nell'uomo conta soprattutto la mente, ma egli bada esclusivamente alla sua forma fisica. È un grave errore. Se dite che il mondo non è come dovrebbe essere, chiedetevi anche perché si trova in tale stato. L'uomo è la sua mente. La mente è un'accozzaglia di pensieri, che sorgono in gran parte dalle azioni che si compiono. Se la condotta è buona, la mente è buona; se la mente è buona, l'uomo è buono. Se dite che il mondo d'oggi va male, significa che la condotta degli uomini non è corretta; il loro comportamento dev'essere santo, divino. Dio non vive ai margini dell'uomo. La stessa forma umana è una forma divina. Dio scende sulla Terra in forma umana, ma non ne ha una Sua propria. Si continuerebbe a camminare su un sentiero sbagliato se non si sapesse vedere Dio nella forma umana e si sprecherebbe la vita se si proseguisse nella ricerca di cose inutili e di perditempo.

L'Avatar e il karma

[8] Gli Avatar scendono per insegnare tutte queste cose agli uomini. Come vi ho detto tante volte, Dio non viene sulla Terra per risolvere i vostri piccoli problemi familiari e per darvi una felicità transitoria. Ogni difficoltà che incontrate e che dovete affrontare è il risultato delle vostre stesse azioni.

Ogni azione ha la sua reazione; ogni atto ha la sua conseguenza. Se fate un segno di saluto davanti allo specchio, la vostra immagine riflessa vi restituirà il saluto; se assumete un'espressione dura, l'immagine rifletterà la stessa durezza. In base a queste considerazioni è facile capire che le risultanze positive o negative dei nostri atti dipendono dagli stessi atti e da come li facciamo.

La vita del popolo indiano si fonda sulla legge del Karma e sul principio dell'Avatarità. La legge karmica stabilisce che è impossibile sfuggire alle conseguenze delle proprie azioni. Il principio avatarico stabilisce un contatto di fede con Dio.

La vita “umana”

[9] La vita umana è emersa dall'Essenza Divina e l'uomo non è soltanto una forma fisica. È difficilissimo acquisire la condizione umana fra tutti gli esseri viventi. Perché? Se l'uomo spreca la vita comportandosi come un animale, non ci sarebbe differenza alcuna fra i due. Tra le varie specie animali esistenti, soltanto l'uomo ha la facoltà di discernere; soltanto lui è in grado di riconoscere il bene dal male; soltanto lui ha il senso del tempo e sa distinguere fra passato, presente e futuro. L'uomo può pensare al futuro ed al passato e può sperimentare il tempo presente. Ma, in un certo senso, questo gli nuoce.

Passato, presente e futuro

[10] Non dovrebbe ripensare al passato, n‚ darsi pensiero per il futuro. I frutti delle azioni passate sono quelli che sono, e non si possono cambiare. Non si può retrocedere nel tempo e rivivere nel passato. Il futuro è incerto: non sapete se domani sarete ancora vivi. Perché darsene pena? Potreste morire oggi stesso… e allora? Vivete nel presente, pensate al presente; ma se si richiama alla mente il Divino, se si riesce a scorgerLo, il presente diventa infinito, è sempre presente. L'uomo vive sul frutto delle azioni trascorse. Il passato è un insegnamento per il presente che, a sua volta, è un insegnamento per il futuro. L'uomo purtroppo non riflette e non sa vedere l'importanza del tempo presente, perciò rimugina sul passato e si preoccupa del futuro.

Il futuro di Swami

[11] Dio però non divide il tempo in tre fasi: sarebbe in contraddizione con lo stesso concetto di “Divinità”. Per esempio, alcuni hanno pensato: “Se Swami conosce il futuro, sapeva che sarebbe caduto nella stanza da bagno. Ma lo conoscerà davvero?”. Certo, Io conosco il Mio avvenire, ma non Mi preoccupa ciò che può accadere al Mio corpo. Piuttosto Io penso al futuro degli altri e Mi concentro su ciò che debbo fare adesso. Le vicende esteriori vanno e vengono come nuvole, ma da esse bisogna trarre le necessarie esperienze.

La missione dell'Avatar

[12] Il motivo per cui un Avatar discende sulla Terra - si chiami Rama o Kurma - è l'Amore. Ogni Incarnazione Divina viene per insegnare l'Amore agli uomini. Vi affliggono tanti mali perché siete egoisti e non sapete amare. Abituatevi al sacrificio, imparate ad amare, altrimenti avrete solo dei guai. Un uomo senza amore è un cadavere ambulante. La divinità dell'uomo può emergere solo dal sacrificio. Ricordate che l'Amore è la sola ricompensa dell'Amore, l'Amore è testimone dell'Amore. L'Amore è un sentimento completo, ampio, espansivo, attivo, senza incertezze, senza egoismi, senza paure… e gli Avatar vengono sulla Terra per insegnare agli uomini questo Amore di natura divina.

L'Uno nel molteplice

[13] Il mondo crea divisioni, perché vede la pluralità, mentre Dio dimostra che nella molteplicità c'è unità. L'Uno nel molteplice è la legge fondamentale che può essere capita soltanto con l'aiuto di Dio.

Krishna

[14] Si è sempre pensato che l'Avatar Krishna sia stato una persona ideale, ed Egli ha veramente rappresentato un ideale per il mondo. Venendo sulla Terra, Dio dimostra quanto siano sacri e puri i sentimenti dei devoti e voi sapete che Egli Si incarna anche per ristabilire la legge della Giustizia ed annientare la malvagità. Ma non c'è limite alla Sua volontà. Ogni cosa avviene per Suo volere.

La preghiera parziale

[15] Soltanto nell'amore verso ogni essere vivente, amiamo veramente Dio. Le Sue opere si adattano alla capacità di comprensione dei devoti. La gente continua a pregare, perché crede che Dio non abbia ascoltato le sue preghiere o non abbia fatto caso alle sue difficoltà, ai suoi problemi, alle sue sofferenze. Ma in questo modo si giunge solo agli orecchi o agli occhi di Dio, non alla Sua forma completa.

Il vero Yogi

[16] Quando chi ha scelto la via spirituale si immerge in meditazione, si sente uno Yogi (11); ma appena ha finito di meditare, si lascia andare alle solite abitudini. Questo non corrisponde agli insegnamenti di Krishna. Un vero Yogi lo è sempre, in qualsiasi momento. Se lo siete al mattino e nel pomeriggio ve ne dimenticate per indulgere nei piaceri della vita e poi alla sera vi sentite male, come potete dire di essere uno Yogi? Dovete sentire costantemente di essere divini, qualunque cosa facciate, dovunque vi troviate.

Resa a Dio

[17] Criticare Dio quando avete dei problemi che non riuscite a risolvere e lodarLo quando tutto vi va per il giusto verso, significa che le vostre idee su Dio sono superficiali e ristrette e che non avete una visione ampia, illimitata. Accettate sempre e dovunque tutto quanto vi accade come un dono di Dio. Se saprete coltivare questo vero amore, la spiritualità si farà strada in voi automaticamente.

La gioia viene da Dio

[18] Non vi giova molto darvi da fare per incrementare le relazioni terrene, occorre piuttosto imparare a vedere l'intimo nesso che c'è fra il mondo esterno e lo Spirito. Se c'è qualche cosa o qualche località che vi rallegra, convincetevi che quella gioia proviene da Dio, che la gioia di Dio è la vostra gioia ed Egli ve la trasmette attraverso le cose. Il corpo fisico è strumentale. La volontà divina lo fa muovere, gioire, vivere e soffrire.

L'emicrania di Krishna

[19] Per mettere alla prova alcune persone che avevano un'alta opinione di s‚, Krishna finse di avere un'emicrania insopportabile, cosa insolita per Lui, e si fasciò la testa con un asciugamano. Rukmini, Satyabhama e le altre donne di casa, preoccupate, Gli fecero mille domande per sapere cosa avesse, perché e come mai si sentisse tanto male, quale fosse il rimedio adatto, e via di questo passo. Krishna si limitò a rispondere: “Questo dolore è insopportabile, tanto è forte. Ma potrei liberarmene se applicassi sulla fronte la polvere dei piedi di un grande devoto.”

In quell'istante entrò Narada e le donne si rivolsero a lui e lo pregarono di aiutarle a liberare Krishna da quella sofferenza. Ma, quando Narada domandò a Krishna che cosa si potesse fare, ebbe la stessa risposta che era stata data alle donne: “La polvere dei piedi di un grande devoto”.

Narada pensò che Satyabhama fosse la persona più adatta; ma la donna era in grande imbarazzo: per Krishna era solo una moglie e sarebbe stata dannata se avesse osato metterGli sulla fronte la polvere dei propri piedi. Rukmini addusse le stesse ragioni ed entrambe dissero a Narada: “Nessuno Gli è più devoto di te. Con la polvere dei tuoi piedi Krishna guarirà”. Ma neppure lui ardiva tanto. “Se lo facessi - rispose - mi condannerei e perderei tutti i privilegi acquisiti”. Evidentemente tutti pensavano che un gesto simile sarebbe stato sacrilego.

Intanto Krishna si lamentava e gridava per il dolore insopportabile… Narada Gli chiese: “Swami, dimmelo Tu dove posso trovare il medicamento che chiedi”. “Va dalle Gopi - disse Krishna - portaMi la polvere dei loro piedi e Mi passerà il mal di testa!”

Narada arrivò in men che non si dica al villaggio Gokula, recitando il nome di Dio. Le Gopi gli corsero incontro e gli fecero molte domande su Krishna.

“Non L'ho mai visto stare così male. Ha un forte mal di testa e soffre molto ed io sono venuto qui per cercare qualche medicina che possa guarirLo.” Le Gopi chiesero se potevano prepararGli un decotto o qualche altra cosa, ma Narada rispose che Krishna voleva la polvere dei loro piedi. Senza alcuna esitazione, una di loro fece una corsa in casa per prendere un lenzuolo, sul quale scossero tutte i piedi, raccogliendo un bel po' di polvere… “Corri Narada, corri da Lui e liberaLo dal suo male!”

Il saggio era stupito e perplesso. “Come osano queste sempliciotte? Non sanno il rischio che corrono! Devono proprio essere impazzite!”, pensò tra s‚, e le avvertì: “Con la vostra audacia vi state condannando all'inferno!” Ma le Gopi non si spaventarono: “Non ci interessa proprio sapere che finiremo all'inferno. Se Krishna sta male, per noi non c'è inferno peggiore. Ma se il nostro Gopala guarirà, noi staremo bene dovunque. L'importante è che guarisca”.

Quando Narada portò la polvere a Krishna, Lo trovò in perfetta forma. Era allegro e il mal di testa non Lo tormentava più. L'emicrania Gli era passata nel momento in cui le Gopi avevano scosso la polvere dai loro piedi per offrirGliela.

Audace devozione

[20] Questo episodio insegna che bisogna saper sacrificare il culto di se stessi, che bisogna essere umili ed abbandonarsi al volere divino. Le Gopi avevano dato prova di autentica devozione, perché non si erano curate del rischio cui andavano incontro, non avevano pensato che il loro gesto poteva essere giudicato sacrilego e che questo avrebbe meritato loro la condanna. Krishna disse che chi pensa solo a se stesso e si rifiuta di prestare il proprio aiuto per timore che gli accada qualcosa di spiacevole, ebbene, costui non è affatto un devoto.

L'Avatar è tutto

[21] “Io sono in ogni essere vivente - affermò - quella polvere è Mia, quei piedi sono Miei, la testa ed ogni altra cosa sono Mie. I Miei piedi e la Mia testa sono dovunque e tutto Mi appartiene. Chi può capirMi? Chi può contenerMi? Io sto in tutte le forme, sono parte di esse… sono il più ladro dei ladri. Chi può acciuffarMi? Chi può imprigionarMi? Secondo il vostro criterio 'quello' è un ladro, ma secondo il Mio criterio 'quello' sono Io”. L'Avatar viene per insegnare all'uomo che tra tutte le forme esistenti c'è un legame che congiunge le une con le altre. La Divinità non si trova soltanto in una forma specifica, ma è in tutte, nessuna esclusa. Questo legame, questa unione fra gli esseri è necessaria se si vogliono risolvere i problemi del mondo attuale, altrimenti irresolubili.

L'Amore di SAI

[22] L'unità è essenziale, è legge di vita, non se ne può fare a meno. Se riuscirete ad avere il senso dell'unità, sentirete in voi una gioia profonda, vi sentirete integri, puri. La purezza è una qualità divina. L'unione fra tutti gli esseri è dunque indispensabile, ma è possibile solo tramite l'Amore. Con l'Amore si ottiene tutto, tutto si può avere, perché l'Amore è Dio e Dio è Amore. Vi porto un piccolo esempio. Potete crederci o no. Da quindici giorni ogni piccolo movimento della gamba mi procura una scossa fortissima, insopportabile. Ebbene, quando questa mattina sono uscito ed ho visto i devoti, il loro amore Mi ha investito completamente ed il Mio Amore li ha raccolti tutti in un abbraccio. In questo scambio di amore reciproco, la gioia è stata incontenibile.

Dio si incarna per Amore

[23] Dunque, per quale motivo Dio viene sulla Terra? Che cosa Lo spinge? È l'Amore: l'Amore che vuole distribuire a tutti, che vuol dividere con tutti, perché soltanto con l'Amore è possibile essere lieti e intimamente contenti. Le Gopi cantavano: “O Krishna, Krishna; una volta suonavi il flauto. Lo suonavi in modo tale da intenerirci e i nostri cuori si sono aperti ad accogliere il seme dell'Amore. Suonavi il flauto per seminare in noi l'Amore. Ed ora per noi tutto è Amore: la vita, la pioggia, la semina, il fiume, tutto è Amore e noi siamo felici nell'Amore.” Tutto ciò che si fa dev'essere impregnato d'Amore. Se sapete amare, i vostri pensieri, i vostri sguardi, le vostre orecchie, le vostre azioni, tutto sarà colmo d'Amore.

Trasformarsi

[24] Voi vorreste cambiare il mondo che vi circonda, ma non ve la sentite di trasformare i vostri sentimenti, il vostro cuore.

Una volta, un re voleva far ripulire dalle spine tutto il reame. Ma un ministro sensato gli fece notare che non era necessario un lavoro così grande; per evitare le spine sarebbe stato sufficiente calzare un paio di scarpe.

Un altro re aveva dei disturbi alla vista e l'oculista gli consigliò di guardare solo tutto ciò che era di color verde. Il re diede subito ordine di dipingere tutto di verde, ma un sagace ministro gli disse che sarebbe stata una follia far eseguire tutto quel lavoro: con un paio di occhiali verdi avrebbe risolto il suo problema!

Così, se avete il cuore pieno di Amore, non sentirete più il bisogno di criticare gli altri o di fare dei commenti su di loro, ma avrete solo buoni pensieri.

Abnegazione di Krishna

[25] Le vostre azioni siano disinteressate come quelle di Krishna, il quale conquistò molti regni, li liberò dagli usurpatori, umiliò i prepotenti e diede potere e autorità a chi ne aveva diritto, ma, nonostante le Sue conquiste, fu sempre un re senza corona. Dopo la morte di Kamsa, la popolazione di Mathura pregò Krishna di regnare sul paese, ma Egli rispose: “Se diventassi vostro re, avrei un solo regno. Preferisco essere l'istruttore dei re piuttosto che regnare. Il Mio regno è nei cuori ed è sui cuori che voglio regnare”.

Capire Krishna

[26] Alcuni credono di capire Krishna dai film e dai drammi sulla Sua vita, ma se non si approfondisce il significato dei Suoi insegnamenti e della Sua stessa vita terrena, non è possibile capirLo. Dio è unico. Convincetevene. Dio è unico, la Divinità è una sola, qualunque sia il vostro Paese, la vostra religione. Non nutrite sentimenti di disparità, accettate l'uguaglianza e vivetela, sappiate riconoscere le leggi di natura. Dio non è separato da essa.

Il connubio Dio-Natura

[27] La Natura ha un nome particolare: Dhara. L'anagramma di Dhara è Radha. Radha e Krishna rappresentano simbolicamente il rapporto Dio-Natura. Assolvete i vostri compiti, vivendo secondo Natura. Se li trascurate, pregare o adorare Dio non ha più senso. Non offendete gli altri esseri viventi, non fate loro del male dimenticando gli insegnamenti divini. La meditazione e la preghiera sono inutili se non vivete secondo le leggi naturali. Dedicate tutte le vostre azioni a Dio ed allora ogni vostra azione sarà una preghiera.

Il corpo, tempio di Dio

[28] L'adorazione non consiste nel frequentare un tempio o una chiesa. Ricordatevi che il tempio di Dio è il vostro stesso corpo, che non è statico come un edificio, ma è un tempio ambulante e, dove va, porta Dio con sé e in s‚. Difficoltà e malattie lo travagliano e, prima o poi, dovrete lasciarlo. Ma non sapete quando, n‚ in che modo; forse in una strada in pieno traffico, forse nel vostro letto, fra un giorno o fra vent'anni… Il corpo è soggetto a continui cambiamenti: a volte si ammala a causa dell'alimentazione sbagliata o di altre abitudini nocive, oppure per noncuranza. Ma non bisogna dar troppo peso a quanto gli succede. Quando non vi sentite bene, se continuate a pensarci, il male non passerà, anzi lo sentirete di più. Stornate i vostri pensieri e portateli su altri soggetti più gradevoli e vi sentirete subito meglio.

Il lavoro di Swami

[29] Narasimha ed i medici hanno detto che il corpo di Swami ha bisogno di riposo. Quale riposo? Che cos'è? Per Me il riposo consiste nel passare da un lavoro ad un altro. Così, per un certo tempo vado avanti a leggere lettere, poi Mi occupo di qualche altra cosa e non smetto di lavorare. Il corpo ha le sue mansioni da svolgere, ed è suo dovere eseguirle. Occorre lavorare per santificare il tempo e il corpo. Quando non ho altro da fare, penso ai devoti che là fuori stanno in ansia perché ho qualche dolore.

Mente e mondo

[30] La vera disciplina spirituale consiste nel dominare i propri pensieri e nel portare la mente là dove uno vuole. Da questa disciplina deriva molta gioia. Si dice, infatti, che l'uomo può rendersi libero o schiavo, a seconda della propria capacità di controllo sulla mente. Essa è la vera forma di Vishnu e racchiude l'Universo intero. Se siamo stati sull'Himalaya, ripensandoci, si possono riprodurre quelle montagne stupende nella mente che, per quanto piccola, può contenere un'immagine di così vaste dimensioni. Nella mente ci può stare il mondo in tutta la sua grandezza: non si deve credere che sia ben poco. La mente è la forma di Vishnu e Vishnu riempie tutto di S‚. Si soffre perché questa sua capacità di espandersi e di penetrare nel tutto ha subìto alterazioni e perché si è costretti a tenerla sotto controllo. Pur vivendo nella mente, la mente non è in noi, bensì nel mondo e il mondo è nella mente. Mente e mondo sono inseparabili. Nell'egoista la mente si contrae e la divinità insita in lui si restringe, si fa piccola piccola. Ed allora, dimenticando le proprie nobili origini, si abbassa a chiedere e a mendicare. Non siate mendicanti! Siate padroni. Siate Swami!

Il “Noi”

[31] Ai tempi di Krishna, i Pandava si insuperbirono perché Krishna apparteneva al loro clan e perciò si sentivano sicuri di vincere ogni battaglia. In tal modo l'ego prese il sopravvento. Se l'ego predomina non si può capire il Principio dell'Atma, dello Spirito. Perciò, tutta la stirpe Yadava perì. Le Gopi invece, che avevano sempre creduto di appartenere a Krishna, si offrirono a Lui, si dedicarono completamente a Lui e, poiché erano convinte di appartenerGli, Krishna era sempre con loro. Se abbiamo la convinzione di appartenere a Dio, diventiamo parte di Lui e non possiamo vivere staccati da Lui. Ci sono Io e ci sei tu; le due entità unite diventano “Noi”; il “Noi” rimane noi, anche se vi aggiungiamo altre entità. Il “Noi” è unione, Unità.

La mente in Dio

[32] Perciò, quando dite “Io appartengo a Dio”, ne assumete la stessa natura divina. Portate dunque su Dio i vostri pensieri, siate divini! Ogni tipo di disciplina deve tendere al controllo della mente. Ci sono molte verità sottili e segrete nascoste in essa. Fintantoché il pensiero è concentrato su un determinato soggetto, non ci si accorge di quanto succede al corpo; ci si muove automaticamente, quasi senza rendersene conto. Ma se sentite prurito e ci pensate, il prurito aumenterà. Ogni malattia, ogni dolore proviene dalla mente.

Gioie e dolori

[33] Che cos'è la mente? Se la sottoponete ad un esame, noterete che è fatta esclusivamente di pensieri. E i pensieri, da dove provengono? Dalle emozioni che bisogna sempre dominare. Voi non volete soffrire, non volete i dolori, ma solo le gioie; ma gioia e dolore vanno sempre di pari passo. Quando finisce la gioia incomincia il dolore e quando finisce il dolore riprende la gioia. Non potete scinderli. Dunque, non preoccupatevene. Cercate piuttosto di scoprirne la causa.

Incarnazioni del Divino Amore! La gioia eterna

[34] Riflettete sul Divino Spirito quando sentite il profumo di un fiore che sboccia. Il fiore deve avere il vigore necessario perché possa sbocciare ed emanare tutto il suo profumo. Se coltivate le virtù e le buone qualità, avrete sempre gioia nel cuore, una gioia intensa e duratura. Ma se vi curate solo del corpo fisico, le gioie che potrà darvi saranno fugaci, leggere.

Radha

[35] Radha era attirata dalle qualità di Krishna, mentre sua sorella Chandravali ne vedeva solo la forma esteriore e di questa si beava. Radha amava Krishna per le sue doti che la estasiavano e la riempivano di felicità. Dhara, che significa “terra”, con una trasposizione di lettere diventa Radha, colei che pensa sempre a Krishna. Chi pensa sempre a Dio diventa come lei, è Radha. Krishna concesse alle Gopi e ai pastorelli di sperimentare la divinità. È difficile capire i Suoi lila, ossia i Suoi giochi divini ed è anche difficile descriverli. Le persone di scarsa intelligenza riescono solo a vedere il rapporto esteriore tra Krishna e le Sue pastorelle. Ma quel rapporto ha un significato ben più profondo! Brindavan simboleggia il cuore umano. Le Gopi sono i sentimenti. Krishna è l'Atma ed i Suoi lila sono le gioie dell'Anima. Ecco, questo è il Brindavan del cuore. Trasformate il vostro cuore nella residenza di Krishna, nel Brindavan ed ogni vostra azione sia come un lila del Signore.

Dolcezza di Krishna

[36] Oggi festeggiamo l'anniversario della nascita di Krishna, e tutti preparano piatti prelibati, fra cui il paramanna, che è sinonimo di “alimento spirituale”, con un chiaro riferimento alla realtà trascendentale, al mondo dello spirito. Il “paramanna” è un termine sacro, attribuito a Krishna, l'Essenza Suprema; ed è dolcissimo come il Suo Nome, come il Suo sguardo, come tutto ciò che si riferisce a Lui, al Signore di Mathura.

L'amore umano

[37] Non allontanatevi da Dio, siate disponibili a sacrificarvi, vivete nell'Amore, cercate di riconoscere in ogni essere la manifestazione divina e ricordate che Dio discende sulla Terra per insegnarvi ad amare. Il sentimento che gli uomini chiamano “amore” è estremamente limitato, egoistico. Il vero Amore non è così. Il vero Amore è ampio, estensivo, abbraccia tutto il Creato e vede l'Amore in tutti gli esseri umani.

Pratica, non parole.

[38] La gente che si vanta di appartenere a questa o a quella casta, a questa o a quell'altra religione, dovrebbe mettere in pratica le verità che quella particolare casta o religione esprime. Si fanno molti discorsi oggi, le parole volano, ma l'azione va a rilento. Non credete nella filosofia o nella spiritualità espressa solo a parole. La spiritualità dev'essere messa in atto. È meglio praticare una sola dottrina che predicarne cento!

La gioia del Nome

[39] Coltivate l'Amore. Assaporate la gioia che il Nome di Dio infonde nel vostro animo. Inebriatevi del Suo dolcissimo Nome!

(Prashanti Nilayam, 3 Settembre 1988 Krishna Janmashtami o Festa della nascita di Krishna)

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