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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1988:19881018

19881018 - 18 ottobre

Discorso Divino di Bhagawan Sri Sathya Sai Baba

LA VERA DEVOZIONE

Purificare i sentimenti è devozione.
Compiere delle azioni utili e virtuose tese al bene degli altri è adorazione.
Fare del bene agli altri è penitenza.
Non dimenticate queste buone parole.
Saggio è colui che guarda dentro se stesso per cercare i propri errori.
Chi, invece, cerca gli errori negli altri non vede i propri né può comprendere chi egli sia.
Uno stolto è di gran lunga migliore di una simile persona.

Incarnazioni del Divino Amore!
Il corpo

[1] Il corpo umano è un gran dono offerto da Dio. Soltanto facendone buon uso, la vostra vita ne risulterà santificata. Il corpo è il risultato delle azioni passate: dunque, va usato solo per le buone azioni. Compiere rette azioni è lo scopo per cui viene dato il corpo. Servirsene per compiere ogni sorta di ingiustizia e per sviare dalla retta via è in contrasto con l'umana intelligenza.

4 livelli

[2] Vi sono quattro importanti livelli che si dovrebbero sempre tenere presenti a proposito dell'uso che si fa del corpo.

1°) Chi si serve del corpo fisico, che è sacro, per frequentare luoghi disdicevoli o per fare cose che non dovrebbe fare, abusando di esso e rovinandolo, si trova al livello più basso della natura umana.

2°) Al secondo livello si trova quel tipo di persona che si serve del corpo per scaricare sugli altri i doveri che gli competono e per eludere le responsabilità familiari, conformandolo alla moda.

3°) Al terzo livello troviamo la persona che non si limita a compiere il proprio dovere con l'aiuto del fisico, ma si serve del corpo per essere al servizio del prossimo, per ricordare il Signore e per compiere soltanto ciò che può piacere al Signore.

4°) Il quarto livello è quello di coloro che non si accontentano di compiere i propri doveri, ma usano tutto il tempo e tutte le energie fisiche al servizio degli altri, nel ricordo del Signore e nel compimento di ciò che è gradito a Dio.

La Via della Devozione

[3] Il dovere fondamentale dell'uomo sta nell'utilizzare il proprio corpo per assolvere gli obblighi verso Dio e metterlo a completa disposizione del Suo beneplacito, per il Suo gaudio e la Sua gloria. Se volete percorrere questa via particolarmente gloriosa, dovete intraprendere la Via della Devozione, così importante nella cultura indiana. La gente fraintende il significato di devozione, credendo che consista nel rendere culto a Dio, fare pellegrinaggi, costruire ostelli e fare della carità. Questi non sono che i primi passi per giungere a livelli più elevati di devozione, ma non sono ancora vera devozione. Non si vuol dire con questo che simili attività vadano abbandonate; ma, mentre si è impegnati nell'adempimento di questi passi preliminari e iniziali, si dovrebbe aver sempre di mira la più alta meta e progredire verso un'autentica devozione.

Amore senza ego

[4] Devozione significa, invero, adorare il Signore senza preoccuparsi dei meriti acquisiti con le opere, bensì trasformando tutto in un'offerta a Dio, dandoGli amore. L'amore scevro da egoismi e non macchiato dall'attesa dei frutti, fluirà senza impedimenti verso Dio. Non può rientrare nella devozione un amore inficiato di “ego”. Occorre nutrire e sviluppare un amore altruistico.

Naturalezza della Devozione

[5] Il fiume verso l'oceano, il fiore sull'albero, le stelle nel cielo: l'amore dell'uomo verso l'Onnipotente dovrebbe avere la stessa naturalezza e scorrere liberamente e senza finzioni verso Dio. Da qualsiasi parte provenga, è naturale che il fiume segua continuamente il suo corso verso l'oceano, fino ad immergervisi. In fondo, ciò accade perché il fiume ha origine dall'oceano stesso. Allo stesso modo, la devozione autentica è tale da far sì che l'amore dell'uomo fluisca senza interruzione e in modo naturale verso Dio, senza attendere risultati o qualcosa di simile.

Avere solo una visione umana delle cose, nutrire in cuore certe speranze non è affatto devozione.

Le siddhi o poteri

[6] Ravana, Kumbhakarna, Kamsa (32) ed altri possedevano una devozione di tipo ragiasico e tamasico (33) e, in forza di essa, acquisirono poteri illimitati. Quando si spera in un profitto e non si rivolge amore a Dio, ma, ottenuti i poteri desiderati, si utilizzano per interessi personali, si finisce per rivoltarsi contro Dio stesso, come accadde a tutte quelle persone che avevano ricevuto poteri straordinari da Dio. Invece di alimentare l'amore, costoro aumentarono il loro odio. Se venivano frustrati nei loro intenti, si davano all'odio; se i loro desideri venivano assecondati, diventavano egoisti. Ecco perché il vero devoto fa fluire il proprio amore verso Dio senza attendersi nulla in cambio. In quel modo Dio è disposto a porsi sullo stesso piano di quel devoto, per colmarlo di benedizioni. Chiedere delle grazie a Dio ed ottenerle non è certo il massimo obiettivo. Dio conosce ciò che serve ad ogni vero devoto; Dio sa quando, come e dove ne ha bisogno.

O mente, non chiedere! Se continui a chiedere, saranno sempre più remote le possibilità di vedere esaudite le tue richieste.
Se non chiedi, tutte le tue necessità saranno esaudite.
Non ha forse Egli benedetto Shabari che non aveva chiesto niente?
Non ha forse concesso l'immortalità a Jatayu che non aveva mai chiesto nulla?

Aspirare solo a Dio

[7] Rama non aveva celebrato gli ultimi riti che suo padre Gli aveva chiesto, ma li celebrò per Jatayu che non li aveva chiesti. C'è una sola cosa che potete chiedere: “Non voglio altro che il Tuo Amore. Voglio Te e Te soltanto!”. Se pregherete in questo modo, Egli si prenderà cura di tutto quanto vi serve.

Perché chiedere dei fiori ad un albero disposto ad esaudire tutti i vostri desideri?
Perché chiedere altro quando c'è questa Kamadhenu (mucca celestiale) pronta a donarvi nettare e latte?
Che altro cercare quando c'è il Monte Meru che può dare oro e argento?
Quali aspirazioni avere quando c'è un Dio disposto a benedirvi amabilmente con tutti i poteri e darvi addirittura la liberazione?

Se ottenete Lui, avete ottenuto tutto quanto. Guadagnando il Suo Amore, avete guadagnato qualsiasi altra cosa. L'intero Universo potrebbe essere nelle vostre mani. Se diventate schiavi del desiderio, siete schiavi del mondo intero. Se invece riuscite a dominare il desiderio, il mondo sarà vostro schiavo.

La protezione di Dio

[8] Che fare perché Dio offra un rifugio? Come accattivarseLo e averne protezione?

Questo tenero alberello assetato di pioggia la ottiene perfettamente col solo sguardo rivolto verso il cielo. Per accontentare l'albero, le nubi si abbassano e rovesciano pioggia, soddisfacendo i suoi desideri. Un bambino che giace nella culla non può saltare in braccio alla mamma; è lei che gli si deve avvicinare per tirarlo su in braccio e coccolarlo. Simile sorte tocca a quei devoti incontro ai quali Dio è disposto a scendere e a benedirli con tutto quanto essi vogliano.

Per questo tipo di preghiera, il requisito essenziale è l'Amore.

Nome-Amore-Sé

[9] Dal Nome sgorga Amore. Il Nome è la madre dell'Amore. Se dal Nome scaturisce l'Amore, dall'Amore è il Signore che emana. Ecco perché l'essenza del Supremo Principio è l'Amore, e l'Amore è l'essenza del Nome, i sentimenti sono la base del Nome. In tutto questo è indispensabile la forza di volontà, ma non c'è bisogno di compiere grandi sforzi per ogni piccola cosa.

Figli di Dio

[10] Che significato credete abbia l'espressione “O caro fanciullo, tu sei la mia forma, non rappresenti il mondo, non hai l'apparenza dei cinque elementi.”? Avete veramente fede in queste parole? Sono ripetute pappagallescamente, ma senza crederci e tantomeno sono messe in pratica. La Bhagavad Gita ha dichiarato che voi siete figli dell'immortalità, figli di Dio: “Tu sei il figlio della Coscienza e non figlio della terra”. Notate quanto dice la Gita! Se non si riconosce la verità fondamentale che sta dietro queste parole, sarà vano ripeterle. Che vuol dire “figli dell'Immortalità” e quando lo si diventa? Quando si prende coscienza della differenza fondamentale che esiste fra lo Kshetra, ossia il campo dell'esperienza, della conoscenza e dell'azione, e lo Kshetra-jna, cioè il Conoscitore del campo?

Il “Campo d'azione”

[11] Lo Kshetra è rappresentato dal corpo. Sarà bene avere le idee chiare sulla costituzione del corpo fisico: è zeppo di sporcizia e la sua genesi non risale poi ad elementi tanto nobili. Se osservaste l'interno dello stomaco, vedreste solo un sacco ingombro di cibo in disgregazione. Urine e feci fanno del corpo un insieme di rifiuti. Per la Divina Essenza, il corpo non è altro che una dimora presa in prestito, come una casa affittata. È un ricettacolo di ogni immondezza, va soggetto a continui cambiamenti. Non è poi un gran che. Se lo considerate attentamente e fate un'indagine ravvicinata sulla sua natura, non potete avere alcun genere di stima, ma solo disgusto. In ogni istante, questo corpo non fa che produrre sudori e odori sgradevoli. Tuttavia, allo stesso tempo, non ignorate che esso è uno strumento che serve a compiere i doveri assegnatici. Bisogna, dunque, averne cura e, contemporaneamente, riconoscere il giusto ruolo di strumento che gli si deve attribuire. Nell'analizzare tutto quanto attiene a questo “campo d'azione”, rilevandone l'uso che se ne fa ed i limiti permanenti o transitori, se ne scopre la vera natura.

Il “Conoscitore”

[12] Se però passiamo a considerare il “Conoscitore del campo”, si avverte in esso l'autentica incarnazione dello Spirito. La costituzione del corpo è terra; quella del “Conoscitore” è coscienza. Quella coscienza, detta Atma, risiede nel corpo.

La cassaforte

[13] Il corpo è come una cassaforte: non ha il valore dei gioielli in essa contenuti. Similmente, nel corpo abita l'Entità Divina. Gli oggetti di valore, i gioielli, i brillanti e così via dove li conservate? In uno scrigno d'oro? No, di certo! Li conservate in una cassaforte d'acciaio. La cassaforte in sé è di scarso valore, ma ce l'hanno i preziosi in essa contenuti. Allo stesso modo, il corpo è la cassaforte che arrugginisce. Tutte le malattie possono colpire solo il corpo fisico; ma dentro quel corpo che arrugginisce e si ammala vi sono Verità, Coscienza e Beatitudine (Sat-Cit-Ananda).

Per riconoscere questa Verità-Coscienza-Beatitudine occorre mettersi in contatto con Essa.

Gradualità nell'amore

[14] Offrite alla Verità-Coscienza-Beatitudine un amore libero da egoismo e desiderio, e siate magnanimi. Prima di amare Dio, amate voi stessi; dopo aver amato voi stessi, amate la società, ed infine volgete il vostro amore al mondo intero. Se il vostro amore non è privo di “ego”, non potrete amare il mondo e se non riuscite ad amare il mondo, non potrete amare neanche il Sé Supremo. Per prima cosa, dunque, amate il mondo. Arriverete dopo al Padrone del Mondo. Per questo, l'uomo deve partire dall'amore verso se stesso, poi verso la sua gente, poi verso la società.

Amore e odio

[15] Dove regna l'amore non c'è più spazio per l'odio e dove non c'è odio, ci sarà automaticamente amore. Ci sono solo due alternative: amore e odio. L'odio incrementa l'ego, l'amore dà pazienza e compassione. Dalla madre al mondo

[16] Nell'immenso Creato di Dio, l'uomo, in quanto Sua creazione, occupa il posto di maggior rilievo. Prima di estendere amore alla società e ad altri, dovete offrirlo innanzitutto ai membri della vostra famiglia. Appena nato, l'uomo sperimenta subito la fame e il sonno. Tutti hanno attraversato queste esperienze.

Il bambino appena nato ha coscienza solo della propria fame, del proprio sonno, del proprio dolore e di nient'altro. Se ha fame, piange; se gli date del latte, s'addormenta. Col crescere, intensifica i suoi rapporti con la madre e, fra i due, ha inizio un'effusione d'amore. Crescendo ulteriormente, il bambino trasferisce il proprio amore a fratelli e sorelle; poi agli amici. Quando è completamente maturo, si sposa. Dopo il matrimonio, il suo amore si riversa sul proprio nucleo familiare e si allarga ai parenti del coniuge. Poi avrà dei figli, i quali, a loro volta, si sposeranno e l'amore coinvolgerà anche tutte queste famiglie. Nell'amore, che nel bambino ha inizio in modo così egocentrico, incomincia ad espandersi l'amore che Dio ha accordato ad ogni vita umana e ad ogni gruppo di famiglia, perché si provvedesse ad estenderlo. Non vivete una vita strettamente circoscritta ed isolata al vostro io.

Amore-Devozione-Compassione

[17] Col crescere dell'amore, anche il cuore si dilata, si allarga vieppiù dando origine ad una trasformazione che inizia alla Verità e insegna la Compassione. Si incomincia a provare comprensione per gli altri ed a scoprire la propria identità con essi. Si giunge ad uno stato di devozione, che permette all'uomo di amare tanto da superare qualsiasi ostacolo. Ecco perché la devozione nella vita di un uomo occupa un posto così rilevante.

È la devozione che dà all'uomo la Suprema Saggezza.
È la devozione che annienta il potere della malattia.
È la devozione che abilita al conseguimento del supremo stato di realizzazione.
È la devozione che accorda l'Amore Supremo.
È la devozione che distrugge ogni illusione e delusione e fa raggiungere il Signore.
Con l'aiuto di questa devozione potrete giungere al Signore Supremo.

La gabbia

[18] A questo proposito, eccovi una piccola similitudine.

Se tenete un pappagallo in gabbia o vi rinchiudete una tigre o un leone, anche se li guardaste ogni giorno non provereste la gioia che si ha quando questi animali si vedono liberi nella foresta, nel loro habitat naturale. Quando si riesce a catturare un uccellino su un albero, si incomincia a provare tenerezza per esso e, mentre lo si tiene fra le mani, viene spontaneo intenerirsi anche per tutti gli altri che sono in libertà. Il sentimento naturale dell'amore umano dovrebbe fluire liberamente verso ogni popolo. Non relegatelo in una gabbia…

L'amore dovrebbe trascendere i limiti del mondo e andare oltre fino a diventare amore per l'intero universo.

Gusto del Nome

[19] Sviluppate innanzitutto il gusto e l'amore per il Nome del Signore. Fate progressi nella compassione e nell'amabilità verso la società: proprio in questo consiste il culto a servizio del Signore. Amore e servizio penetreranno così ogni cosa. Solo con la recita del Nome l'amore allarga i suoi confini; con la ripetizione del Nome, il cuore si dilata.

Dolcezza della devozione

[20] Non c'è nulla che superi la devozione; a nient'altro si può paragonare. Si ritiene che il nettare sia quanto di più dolce esista al mondo, ma la dolcezza del nettare al confronto con quella dell'amore perde ogni sapore e diviene insipida. L'amore per il Signore è, dunque, il massimo della dolcezza. Il mondo stesso è dolce, come dolci sono i Suoi occhi ed il Suo cuore. Il Signore di Mathura (Krishna) è dolcissimo e ci offre cibi deliziosi e dolci. Quanto è sciocco chi anela al possesso dei piaceri mondani che di dolce non hanno proprio niente!

Il tesoro di Dio

[21] Chi potrà mai sapere quali pietre preziose si nascondono nel tesoro del Signore e che cosa Egli sia disposto a donarvi? Non ne avete l'idea. Allora lasciateGli tutto! Lui sa bene cosa darvi, quando e come, e vi darà il meglio. Alcuni si rivolgono al Signore per chiedere ogni genere di cose e credono di fare un affare quando vanno al-l'albero dei desideri per chiedere del banale caffè macinato…

Karma

[22] Col tempo, tutte le vostre difficoltà si risolveranno automaticamente. Non c'è bisogno di raccontarle a Swami. Ma - direte voi - come potranno essere superate se non le facciamo presenti? Il bene e il male dipendono dal genere di azioni compiute. Fate del bene e ne verranno frutti buoni. Se fate del male, i frutti saranno cattivi. Perché mai chiedere a Dio? Egli vi darà lo stesso qualunque cosa desiderabile.

Non stancatevi né esauritevi nel fare progetti: “Farò questo, farò quello, farò di più”. Qualunque seme sia stato seminato, per il quale ora siete qui, di quell'azione particolare coglierete i frutti.
Com'è possibile cogliere un frutto diverso dal seme che avete piantato?
Dio verrà a darvi secondo le vostre opere.
Egli vi metterà al collo una collana secondo le azioni che avete compiuto.

Il seme e l'albero

[23] Se piantate un seme di limone, non raccoglierete un mango. Se seminate un mango non crescerà l'albero del pane. I frutti che maturano dipendono dai semi piantati. Non portate, dunque, tutta la vostra attenzione sui frutti delle vostre azioni, perché è ovvio che maturi secondo quanto è stato seminato. Se solo poteste concentrarvi sul frutto del Nome, ogni vostro desiderio verrebbe soddisfatto. Non chiedete altro. Anelate a Dio e tutti i vostri desideri verranno assecondati. Se invece aspirate al mondo dei dèmoni, esso vi catturerà procurandovi solo tribolazioni. L'unica cosa che dovete chiedere sia dunque solo l'amore di Dio. Non dovrete fare altro che recitare il Suo Nome. Se agitate nella zangola il Nome, ne ricaverete quel particolare burro che è l'amore. Quel Nome singolare è l'essenza di tutte le Scritture e di tutte le sacre epiche; è il prodotto della zangolatura di tutti gli insegnamenti impartiti fin dall'antichità.

Un amore eterno

[24] L'amore di questo mondo andrà in declino giorno dopo giorno, ma l'Amore di Dio non verrà mai meno. Spesso ho esortato i Miei studenti: “Fate ogni sforzo per comprendere il tipo di relazione o la differenza che esiste tra l'Amore del Signore e l'amore del mondo”.

Storia di un declino

[25] In epoca recente c'era un giovane, il quale si sposò per sua libera scelta. Subito dopo il matrimonio, costui considerava sua moglie come la sua stessa vita. Una sera, i due sposini passeggiavano in giardino. Mano nella mano, lui non pensava che a lei, e non esisteva altro al mondo. Non gli importava nient'altro che sua moglie. Con questo atteggiamento, cammin facendo, un giorno gli cadde l'occhio su una spina per terra. Immediatamente, per paura che sua moglie le andasse sopra col piede, la trasse sul margine della strada con un gesto di grande attenzione e di amore. Trascorsero sei mesi in quel modo di comportarsi.

Passati sei mesi, mentre si incamminavano verso la spiaggia, lui notò che c'era per terra ancora una spina. Il suo amore e le sue attenzioni per la moglie non erano più così intense e, perciò, si limitò a dirle: “Attenta! C'è una spina”. E trascorsero altri sei mesi.

Al termine di un anno, passeggiando per un'altra via, gli capitò ancora di vedere una spina, ma questa volta gridò alla moglie: “Sei cieca? Non vedi che c'è una spina?!”

Che cambiamento in quell'amore! Quanto amore subito dopo le nozze, ma che differenza dopo un solo anno!

Amore umano e amore divino

[26] Tale è la diversità tra l'amore umano e l'amore di Dio. L'amore verso il Signore non può mai venir meno. L'amore del Signore è totale e fa star bene. È assoluto. Va compiuto ogni sforzo per meritare questo supremo Amore Divino, ma, nel medesimo tempo, è necessario adempiere i propri doveri. Bisogna amare, finché c'è vita. Non a tutti riesce, ma non si deve per questo disperare. Perseverando con ogni sforzo, si raggiungerà la meta.

Interesse

[27] Quando c'è un tornaconto, persino una formica può percorrere delle miglia, ma se non c'è questo interesse, anche un uccello rinuncia a muoversi di un solo centimetro. Occorre potenziare la propria forza di volontà. Va messo ogni impegno per raggiungere l'amore di Dio e per divenire intimi con Lui. Vanno fatti degli sforzi in quella direzione. Allora la vita ne risulterà santificata e, insieme ad essa, anche il corpo che è stato dato in affidamento.

Incarnazioni del Divino Amore,
Quali amici?

[28] offrite al Signore il corpo, il tempo e le azioni, che in questo modo saranno santificati. Raggiungete quello stato eterno di Amore Supremo. Il vero amore sta nel servire il Signore, nel riconoscerLo in ognuno e nel mettersi al servizio di tutti. Fra tutti, Dio è colui che vi sta più vicino, è l'amico più intimo, più caro e voi Lo state perdendo, quando cercate rifugio presso amici provvisori. In realtà, chi vi è amico? Allo stato attuale, non è possibile avere in questo mondo un amico vero. Se avete un portafoglio gonfio e un padre con una posizione sociale prestigiosa, vi verranno tutti incontro per dirvi “Salve!”. Nel momento in cui le vostre tasche sono vuote e vostro padre non ricopre più quella carica, non vi saluteranno nemmeno e tireran diritto per la loro strada.

Finché nella cisterna c'è acqua, migliaia di rane verranno a dissetarsi. Non appena l'acqua sarà esaurita, non vedrete più nemmeno una rana. Questi sono gli amici del nostro tempo!

L'amico vero

[29] Ma Dio, che è un amico sincero, sarà sempre con voi, nella vostra casa e non vi abbandonerà in nessun momento e in nessun luogo. SeguiteLo, con questa fede che Egli è l'unico e vero amico: è la via regale che conduce alla Verità.

La triplice purezza

[30] Santificate il vostro tempo, ripetendo il Nome del Signore. Santificate il vostro corpo, mettendovi al servizio degli altri. Aprite sempre più il vostro cuore ai bisogni del mondo, desiderando il bene di tutti, il benessere del mondo. Soltanto allora potrete avere la triplice purezza della mente, della parola e del corpo, il solo tipo di purezza che predispone il terreno al raggiungimento di Dio. Abituatevi a recitare incessantemente il Suo Nome. Non sprecate il vostro tempo in cose inutili: il tempo è veramente la forma di Dio. A seconda delle vostre possibilità dedicatevi ad attività di utilità comune. Non c'è una disciplina spirituale più elevata di questa. Nessun culto è più sacro di questo. Niente regge al suo paragone.

Dio è interiore

[31] Per procurarvi questo Amore Infinito, non riduceteLo ad una piccola foto incorniciata ed appesa in camera vostra. Adorate il Signore come Colui che risiede nel vostro cuore. Quello materiale è un genere di adorazione che non vi apporterà vantaggi.

Il tempio di Mira

[32] Mira era una grande devota. Al mondo non aveva visto altri che Krishna. Ma in lei era rimasto un solo desiderio materiale ed era quello di avere una statua di Krishna per collocarla nella stanza della preghiera. “Chi mai potrà costruirmi questo particolare tempio per questo scopo? - andava pensando - Io no di certo. Riuscirò ad appagare questo mio desiderio? Avrò questa gioia?”.

Un giorno si presentò il re Maharava che voleva sposarla. Lei non conosceva l'esatto significato della parola “matrimonio” e così accettò di sposarlo. Con quelle nozze, credeva di poter esaudire il suo vecchio desiderio di possedere una statua del Signore Krishna e di costruirGli un tempio. Era ormai un'ossessione per lei.

Dopo qualche tempo, poiché il suo comportamento contrastava i desideri del re, che poi era suo marito, fu da lui ripudiata. Si trovò ad affrontare una realtà assai dura, quando le fu ingiunto di lasciare il palazzo. Nell'intimo del suo cuore, però, c'era un barlume di saggezza e di conoscenza e disse fra s‚: “Il tempio è stato edificato da Maharava e la statua è sua. Tutto questo non è che transitorio, mentre il tempio del mio cuore è edificato da Dio: Egli è già là che vi risiede”. “Io sono dove si canta la Mia Gloria. Mi stabilisco nel cuore del devoto che canta la Mia Gloria”: quella promessa le ritornava alla mente e mutò il suo modo di pensare.

Si rivolse alla mente: “O mente, va' al punto di incontro tra il Gange e lo Yamuna.
Non ti costa nulla.
Che clima ci sarà?
Farà molto freddo.
Le rive del Gange e dello Yamuna sono un po' fredde.
Quello è il punto di incontro di Ida e Pingala.
O mente, vai là!
Ovunque volga lo sguardo, è naturale, io vedo Krishna.
Ma vorrei vedere Krishna dentro di me”.

Il tempio del corpo

[33] Il Signore che risiede in voi vi rimane per sempre. Il vostro corpo è il Suo tempio. Il cuore è il Suo tabernacolo e da lì sprigiona vigore al sentimento dell'amore. Se volete sentirvi pienamente appagati, immergetevi nella ripetizione del Nome del Signore. Non lasciatevi condizionare dalle preoccupazioni del mondo. Come possono questi pazzi del mondo conoscere la dolcezza e la follia di una simile pratica?

Unione fraterna

[34] Santificate la vostra vita, impiegando il tempo in questo modo. Non fate discussioni, che non sono necessarie. Non perdetevi in elucubrazioni. Non sprecate la vita, che è divina. Siete tutti figli del Signore, tutti fratelli e sorelle. Esiste solo l'Uno, come unico è il cielo che sta sopra le nostre teste. L'aria è unica. L'acqua che beviamo è comune a tutti. Perché dunque tutto quest'odio e queste ostilità? Perché odiare? Espandete amore! Meritatevi la Grazia del Signore. Riempitevi di amore per il Signore.

(Prashanti Nilayam, 18 Ottobre 1988 Festa di Navaratri)

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