SathyaSaiWiki - Italia

Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Strumenti Utente

Strumenti Sito


discorsi:1995:19951119

19951119 - 19 novembre

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Dedicato alla donna

Asthiram jivanam loke
asthiram yavanam dhanam
asthiram d'ara putradi
sathyam kirthi dwayam sthiram.

L’universo della creazione che vediamo è effimero; ciò che si presenta ai nostri occhi ora può non esistere più in altre epoche. Ricchezza e giovinezza, moglie e figli, sono tutte cose che passano. La verità e la reputazione sono le sole due che restano per sempre.

Incarnazioni dell’amore,

In questo mondo che brulica di milioni di esseri, l’uomo è considerato l’epitome della creazione, e in questa vasta creazione le donne occupano un posto superiore. Ci sono vari esempi che dimostrano la reale superiorità delle donne. Rama non nacque forse nel grembo di Kaushalya? Lava e Kusa divennero grandi dopo essere stati allevati e nutriti dalla madre Sita. Il coraggioso Sivaji potè ottenere fama grazie alle amorevoli cure di sua madre. Gandhi fu ritenuto un celebre mahatma dopo essere stato coccolato e cresciuto dalla madre Putlibai.

I grandi, i virtuosi e persino i deboli nascono tutti dal grembo di una madre. Le donne vengono chiamate dee della Natura. Si dice che Gâyatrî sia la base di tutti i Veda. Gâyatrî è l’aspetto femminile e i Veda sono riveriti come la “Madre Veda”. Da ciò possiamo affermare che la donna rivesta un ruolo assai elevato. Molti per tutte le epoche passate hanno elogiato e rispettato la figura della donna. La donna occupa un posto importante nelle preghiere, nella tradizione e nei culti vedici. Secondo le usanze cultuali, i Veda hanno preso i nomi di Satyavathi, Anyavathi, Angavathi e Nidânavathi. Il nome stesso Satyavathi significa che Dio pervade tutto l’Universo come miele commisto a burro. Dio non è qualcosa di estraneo alla Natura: l’Essere Divino è l’incarnazione di Purusha e Prakriti. Come il burro è presente in ogni goccia di latte, così Dio è presente in ogni atomo del creato. Anyavathi significa che i cinque elementi sono presenti in ogni anfratto della Natura. Terra, acqua, fuoco, aria, etere, ciascuno di questi cinque elementi è più sottile dell’altro. I Veda proclamano che questi cinque elementi sono solo delle forme di Dio. Questo spiega il nome di Anyavathi. Il terzo nome, Angavathi, significa che alcuni simboli o segni stanno per certe manifestazioni di Dio.

Siva è descritto come Trishuladhari, ossia come chi brandisce il tridente ed è dotato di tre occhi. Vishnu tiene in mano la conchiglia, il disco, la mazza e il loto; Rama tiene l’arco. Il culto di Angavathi fa capire che ogni forma di Dio ha specifici segni o simboli suoi.

Poi c’è Nidânavathi, da cui si proclama che ci sono differenti sentieri per i quali è possibile giungere a Dio. Nove sono le strade che possono condurre a Dio: l’ascolto delle glorie di Dio, il canto delle lodi di Dio, la contemplazione, l’adorazione dei Piedi del Signore, il culto rituale, adorazione della forma preferita del Signore, il servizio verso tutti, il sentirsi confidente del Signore, la resa totale. I Veda proclamano che è possibile raggiungere Dio anche attraverso questi nove sentieri. L’aspetto femminile dei nomi di Satyavathi, Anyavathi, Angavathi e Nidânavathi è pure attribuito ai Veda. Differenti sono i nomi, ma uno solo lo scopo. Non dovremmo perciò considerare come qualcosa di insignificante il principio femminile. Da tempo immemorabile il principio femminile è stato adorato in varie forme. I Veda affermano solennemente che, dovunque le donne siano rispettate e collocate al loro giusto posto, la Divinità si rende presente in tutte le sfaccettature della sua gloria. Sfortunatamente oggi il rispetto della donna viene considerato un disonore e la gente crede che stimare le donne sia qualcosa di meschino e di melenso. Ma ciò non è giusto.

La donna di casa merita il rispetto di Grihalakshmi (la Dea della ricchezza); ella è la compagna del marito nel compimento dei doveri e dei diritti della vita matrimoniale; è l’altra metà dell’uomo. Oggi la gente va fiera di ottenere titoli quali Padmashri o Padma Vibhushan. Sono titoli privi di senso. Le donne invece hanno dei titoli che rimangono per sempre in natura. Una casa senza donna è come una foresta. Perciò gli uomini hanno la responsabilità di attribuire il rispetto e l’onore che la donna si merita e di assicurarsi che esse non versino lacrime. La casa dove la donna piange è destinata ad andare in rovina.

La donna, in quanto incarnazione dell’ottuplice potere è denominata Âdisakthi: Sabdamayi, Charachara Mayi, Jyothirmayi, Vanmayi, Nityanamdamyi, Paratparamayi, Mayamayi, Srîmayi sono nomi che indicano i poteri presenti nella donna. Altro nome degno della donna è strî (che in sanscrito significa “donna, femmina”, NdR): è una parola di tre lettere, s, t, r. Proprio come nella AUM ci sono le lettere a, u, m, così anche in strî ci sono tre sillabe. La S sta per le qualità sattviche; inoltre si riferisce anche agli aspetti di salokya, samîpya e sayujya. L’aspetto sattvico è connaturato nella donna. Poi, in un certo senso, la donna ha pure degli aspetti tamasici, rappresentati dalla lettera T: sono quelle caratteristiche del mangiare, bere e dormire che fanno esser pigri. Le qualità tamasiche denotano anche timidezza e un temperamento mite e dimesso. Perciò, una donna all’inizio della propria vita parte con delle qualità tamasiche, che le conferiscono un’indole molto sottomessa ed una propensione particolare a proteggere l’onore e il rispetto della famiglia. Questa è la ragione per la quale nell’Andhra Pradesh si dice che una casa si giudica dalla padrona. Com’è la massaia, tale è la casa. La terza lettera, la R, indica le qualità ragiasiche. Qui per rajoguna non si vuol intendere l’aggressività o la litigiosità delle donne. Quando la situazione lo richiede o viene posto in gioco il rispetto della famiglia, la donna non esita a sacrificare perfino la propria vita. La nostra storia è ricca di esempi in cui le donne si sono battute e hanno vinto molte battaglie per la protezione del Paese e del loro onore. E questa è una caratteristica ragiasica. È un segno che indica la presenza di rajoguna il lottare per la verità al fine di preservarla e proteggerla anche a costo della vita. Strî, la donna, è la personificazione delle qualità sattviche, ragiasiche e tamasiche.

Oggi, purtroppo, le donne vengono chiamate abala, che significa “debole, indifeso, inerme”.

Quando le donne hanno governato l’India o nazioni straniere, hanno diretto con successo gli affari di stato senza troppe agitazioni o disordini. Ci sono stati degli imperatori, ma nessuno di loro ha governato tanto eccellentemente quanto la Regina Vittoria, la quale ha regnato con grande perizia. Durante il suo regime non ci furono lamentele. Lo stesso vale per Indira Gandhi, che governò in un non lontano passato governò l’India con coraggio e determinazione, e si acquistò una buona fama sacrificando la propria vita per la nazione. Indira Gandhi è stata l’unica donna al mondo che fu Primo Ministro di una nazione per ben dodici anni. Altre, pur governando solo per un paio d’anni, crearono molti problemi.

Questa è la maniera in cui le donne hanno lottato per anni con coraggio e fortezza e si sono dedicate al benessere della società e alla prosperità della nazione. Perciò, il poeta Valmiki, nel descrivere la donna, la definì “espressione di dolcezza”.

Che cos’è questa dolcezza nella natura femminile? Valmiki disse che nella donna è lo spirito di sacrificio che è dolce. Una madre è disposta a compiere un gran numero di sacrifici per il bene del figlio. È uno spirito di sacrificio che si trova solo nelle donne. Se un bambino soffre di qualche indisposizione, qualche padre dice: «È meglio che muoia». Ma una madre, di fronte a qualsiasi malattia, per fatale che sia, si sottopone ad ogni sforzo pur di salvare il bimbo. In forza di questo spirito di sacrificio, la donna viene vista come “incarnazione del sacrificio”. Gli uomini non hanno lo stesso spirito di sacrificio delle donne; quando insorgono dei problemi, gli uomini si fanno subito avanti con un entusiasmo iniziale, ma poi è la donna che si batte con risolutezza finché non viene raggiunto con successo lo scopo. Perciò, Valmiki descrisse la donna come “incarnazione della devozione”, mentre degli uomini ha disse che sono “incarnazioni della conoscenza”. Gli uomini possono vantare di esser dotati di conoscenza, ma i sapienti hanno accesso solo sui gradini che stanno davanti alla porta della Durbar Hall del Signore. Non possono andar oltre. Le donne, invece, che sono l’incarnazione della devozione, possono perfino entrarvi. Perciò, se facciamo riferimento alle antiche scritture e leggiamo le vite delle grandi donne, possiamo comprendere l’importanza che esse rivestono nel mondo. Le lezioni che Sivaji apprese dalle labbra della madre lo resero un soldato coraggioso. Rama potè seguire il sentiero più sacro e più retto nella sua vita grazie alle lezioni che apprese dalla madre Kausalya. Perché Gandhi fu chiamato mahatma? Quand’era bambino, sua madre fece un voto, secondo il quale ella avrebbe toccato un boccone di cibo solo dopo che avesse udito il canto di un cuculo. Un giorno – era mezzogiorno e non poteva sentirlo – il cuculo cantò ed ella non prese cibo. Gandhi vide che la madre era a digiuno. Allora andò nel cortile posteriore della casa e si mise lui stesso a fare il verso del cuculo. Dopo un po’ rientrò in casa e chiese a sua madre di mangiare, dal momento che il cuculo aveva cantato. La madre di Gandhi uscì e seppe che non era stato il cuculo a cantare, bensì lo stesso Gandhi che l’aveva imitato. Lo afferrò per le orecchie e lo sgridò: «Mi vergogno di avere per figlio un bugiardo e mi sento in colpa di chiamarti figlio. L’uomo è un’incarnaione di verità; in nessuna circostanza dovrebbe far ricorso alla menzogna». Gandhi si rese conto che sua madre era profondamente turbata, e le parole di lei gli trafissero come un dardo il cuore. Da quel giorno in poi non proferì più alcuna parola menzognera. È solo la madre, e non il padre, che impartisce le giuste lezioni al figlio e gli traccia il sentiero della rettitudine. Al giorno d’oggi, nell’era moderna, è il padre che insegna al figlio a dire bugie: se squilla il telefono mentre il padre è a tavola e non ha voglia di parlare con la persona che ha chiamato, egli fa dire al figlio che non è in casa. Dunque, chi è che ha insegnato al figlio a dir bugie, la madre o il padre? È il padre che insegna cattive abitudini ai figli. Quando ha avuto inizio effettivamente questo tipo di comportamento? Ebbe inizio con Dhrutarashtra, nello Dvâpara Yuga. Di fronte a qualsiasi immoralità commettessero i suoi figli, egli era cieco e diceva sempre che i suoi figli erano buoni.

Fin dai tempi antichi sono state solo le madri ad insegnare ai figli lezioni di verità, rettitudine e amore. Il primo guru è la madre; perciò, nella cultura indiana si esalta l’importanza della madre, del padre, del maestro e di Dio, e, secondo questo ordine, la madre sta al primo posto. Perché la madre sta in testa? È lei che porta per nove mesi il figlio nel proprio grembo, si sottopone a ogni genere di preoccupazioni e sofferenze e lo nutre con amore. La madre, quindi, va onorata. Perciò è stato detto innanzitutto Matru devo bhava, «Venera tua madre come Dio». Una volta che il figlio è venuto al mondo, è responsabilità del padre mantenerlo; perciò, in secondo luogo, è stato affermato Pitru devo bhava, «Venera tuo padre come Dio». Per quale motivo si mette al primo posto la madre? Voi tutti sapete che spesso diciamo “Sita Ram”, ma mai diciamo “Ram Sita”. Il nome di Sita viene per primo; poi quello di Rama. Così pure, dite “Parvati-Paramesvar” e non “Paramavesvar-Parvati”; “Lakshmi-Narayana” e non “Narayana-Lakshmi”. Come mai il nome della donna viene sempre per primo? Perché la donna è l’incarnazione di Prakriti. Cercate innanzitutto di ricevere la grazia di Prakriti, e poi andate a raggiungere il Paramâtman, l’Essere Supremo. Com’è possibile ottenere il Paramâtma senza prima meritare la grazia di Prakriti?

Nella guerra del Mahabharata perdettero la vita tutti i Kaurava. Dhrutarashtra e Gandhari erano oppressi dal dolore e Krishna andò a consolarli. Gandhari, lamentando la perdita di tutti i sui figli, rimproverò Krishna dicendogli: «O Krishna, tra i miei cento figli non ce n’è stato nemmeno uno che meritasse la tua grazia? Neanche uno di loro hai potuto proteggere? Quale peccato hanno commesso?». E Krishna: «Non prendertela con me così affrettatamente, poiché, se nemmeno uno dei tuoi figli ha mai avuto un solo sguardo protettivo da parte della loro madre, come puoi aspettarti che Dio elargisca loro la sua grazia per difenderli? […] Nella parola “amma”, che significa madre, la “a” è la prima lettera dell’alfabeto. Perciò, la madre viene chiamata Matru devi, “Divina Madre”.

Nei Veda ci sono quattro comandamenti importanti:

Matru devo bhava
Pitru devo bhava
Acharya devo bhava
Athithi devo bhava.

La madre fa nascere il bambino e solo lei ha l’autorità di presentare il padre al figlio; è il padre che mostra il figlio al suo guru; ed infine è il guru che gli parlerà di Dio.

In questo mondo niente è eterno tranne la verità ed il buon nome. È possibile ottenere una buona reputazione solo quando si onora la madre, se ne seguono i comandi e si merita il suo amore. Mai si devono disattendere gli ordini di una madre. Se proprio nutrite qualche dubbio, avvicinatela con dolcezza e chiariteli; ma non ferite mai i suoi sentimenti. Chi ferisce i sentimenti di sua madre non potrà mai esser felice nella vita, e chi così si comporta, avrà lo stesso trattamento da suo figlio. Fate dunque in modo di guadagnarvi la grazia della madre. (…)

Tuttavia, col mutamento dei tempi, anche il cuore delle donne si è indurito. Per quale ragione? I pensieri prendono la forma delle persone che si frequentano, e il mondo è pieno di cattiverie. Poiché le donne d’oggi si associano a simili elementi cattivi, anche il loro cuore degenera. È ben difficile oggi trovare della buona compagnia. Ciò fece dire ad Einstein «Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei». Tyajya durjan samsargam; kuru punyam ahoratram. Fuggi la cattiva compagnia e datti giorno e notte ad azioni meritorie. Non dar corda alle cattive compagnie, ai cattivi pensieri, alle cattive azioni. Presto o tardi i frutti della azioni cattive si ritorceranno su di te. Dunque, sii attento sin dall’inizio.

Gli uomini dovrebbero cercare di capire le donne e le donne dovrebbero fare lo stesso con gli uomini. Sono l’armonia, la pace e il reciproco amore fra uomini e donne che darà felicità e pace alla famiglia. La gente vuol esser felice, ma senza condurre una vita esemplare. Il difetto sta sia nel marito che nella moglie. È colpa dei genitori se oggi i figli prendono brutte strade, perché è il loro comportamento che non è esemplare. Come potete pretendere che vostro figlio non venga condizionato da un padre che fuma in sua presenza? Comincerà a fumare anche lui, rubando le sigarette dal pacchetto del padre. E se il padre lo redarguisce perché fuma, il ragazzo d’oggi gli risponderà: «Papà, che hai contro il mio fumare? Anche tu fumi!». I genitori, quindi, non dovrebbero mai comportarsi in maniera tale da essere di cattivo esempio per i figli. A volte voi piangete perché vostro figlio non vi ascolta. Come potrebbe? Avete ascoltato voi i consigli dei vostri genitori? Yad bhavam tad bhavathi: ruttate in base al cibo che avete mangiato! Sui figli dovreste esercitare un controllo adeguato; ma, per far questo, dovete prima di tutto avere controllo su voi stessi. Un padre potrà aspettarsi che suo figlio sia buono solo quando egli stesso sarà buono. Potrà mai legare mani e piedi suo figlio un padre che va a zonzo quanto e quando gli pare?

Nelle famiglie d’oggi i padri non cercano di correggere i figli e i figli non prestano ascolto alle madri. Perciò, i padri d’oggi sono al 90 per cento come Dhrutarashtra. Non andrà loro bene niente di ciò che i figli fanno. Questa è la ragione per cui il mondo è arrivato ad uno stato di tale sofferenza oggi. Quando un figlio intraprende il sentiero della carità, del servizio, della devozione e della fede in Dio, il padre gli domanda: «Siamo folli? Sei diventato anche tu un fanatico di Sai? Smettila di affannarti per il servizio, la carità, i bhajan, ecc.!». Alcuni padri sono così, altri sono come Hiranyakashipu: chiudono le orecchie e ripetono il nome di Dio. Oggi, dunque, abbiamo solo dei padri come Dhrutarashtra o come Hiranyakashipu; ci mancano dei padri che guidino i loro figli sulla retta via e pongano davanti ai loro occhi ideali elevati. Sono persone che fuori casa fan prediche su tanti ideali, ma a casa propria non riescono a correggere i loro figli. Chi presterà ascolto ai loro sermoni? Facile parlare, ma il difficile è mettere in pratica.

Dovremmo quindi comprendere i valori gelosamente custoditi nella nostra cultura indiana. I figli d’oggi non mostrano interesse a leggere i sacri testi del Ramayana o del Mahabharata. Leggono ogni genere di spazzatura e partono col piede sbagliato fin dalla loro fanciullezza. Se la tenera pianticella cresce dritta, anche l’albero sarà dritto; ma se cresce ricurva, anche l’albero sarà ricurvo. Quindi, amate i vostri figli, ma date loro una severa punizione se fa qualcosa di sbagliato. I pavidi genitori d’oggi hanno paura che, infliggendo dei severi castighi ai figli, costoro possano scappare di casa o suicidarsi.

Perciò, se vogliamo crescere tali bambini che si guadagnino un buon nome nella società, i genitori debbono innanzitutto correggere se stessi. Quando Prahlada disobbedì agli ordini del padre, sua madre cercò con cortesia di persuaderlo dicendogli: «Mio caro figliolo, non è bene disobbedire a papà. Cerca in qualche modo di compiacerlo». In tutte le situazioni, quindi, è la madre che dà consigli al figlio. Le mamme d’oggi dovrebbero avere pensieri e idee improntate alla purezza.

Non si sa da quando la parola “âdollu”, che significa “donna”, sia entrata nell’uso corrente del telugu. Dollu, in telugu, vuol dire anche tamburo, termine abbastanza giustificabile dal fatto che le donne, quando si riuniscono in un posto si mettono a far pettegolezzi, e fanno tanto rumore che paiono dei tamburi che rullano. Per un’ora e più che siete stati seduti qui prima ad aspettare non si è udito alcun rumore dalla parte dei maschi. Son solo le femmine che fanno più rumore. Non che tutte le donne siano così rumorose, ma per alcune è un’abitudine. Giacché oggi è la Giornata della Donna, prendete la decisione che d’ora in poi ridurrete il vostro parlare. Non solo qui, anche nella Sala dei Bhajan son solo le donne che fan tanto chiasso.

Gli uomini, in telugu, si chiamano “mogollu”. Gollu è detto di chi continua a girare e a parlare come piace. Le donne sono dollu, gli uomini gollu. Ciò significa che la popolazione maschile non ha freni o inibizioni e non si preoccupa di ponderare dove andare e come comportarsi. La popolazione femminile non sa dove né cosa dire e quando è il momento di tacere. Perciò, se uomini e donne evitassero queste caratteristiche, non ci sarebbe più infelicità.

Prahlada disse a Hiranyakashipu: «Il mondo intero potrà essere tuo, ma non hai saputo controllare i tuoi sensi. Per prima cosa, dunque, conquista il tuo mondo interiore ed avrai anche quello esteriore».

Le nostre azioni rispondono del bene o del male che c’è nel mondo. I pensieri sono responsabili delle azioni. La mente è responsabile dei pensieri. La volontà risponde della mente. Quindi, se tutta la gente del Paese avesse pensieri giusti, ogni cosa andrebbe bene. Perciò, almeno formuliamo pensieri buoni.

Padma ha parlato della Verità, della Rettitudine, della Pace, dell’Amore e della Non violenza. Che cos’è la verità? Ogni parola detta con amore è verità; le parole che escono da un cuore pieno d’amore sono verità. Tutte le azioni che scaturiscono dal cuore sono rette. Tutto ciò che contempliamo con un cuore pieno d’amore è pace. Qualunque cosa facciamo con un cuore pieno d’amore non è altro che non violenza. Per questo l’amore è il vero fondamento di tutti i valori umani. Senza amore non c’è vita; nutrite quindi la qualità dell’amore. Oggigiorno gli uomini si arrabbiano per quisquiglie. L’ira vi conduce in uno stato davvero triste È stato detto che a causa dell’ira si riduce la durata della vita. La rabbia è come una sega che fa a pezzetti la vita. Non siate dunque mai gelosi né arrabbiati. È solo il costante ricordo di Dio che vi guarirà dalle malattie dell’ira e della gelosia. Diffondete in ogni casa e in ogni angolo della terra il messaggio di Dio; non esiste via più semplice.

Dunque, il principio femminile è qualcosa di buono, virtuoso e meraviglioso. Solo quando le donne saranno migliorate, i figli dell’India saranno dei cittadini ideali. Padri e madri devono essere buoni perché una nazione prosperi; è assolutamente indispensabile. L’intera nazione oggi si trova in uno stato di confusione; perciò, dobbiamo fare in modo che in essa prevalga un’atmosfera di pace. La famiglia è al più alto grado di importanza sia per la pace che per la felicità. Se non c’è gioia nelle case, come potrà esserci nella nazione? Se manca la felicità nelle famiglie, come farà ad esserci nel Paese? Dobbiamo quindi sperimentare la beatitudine prima di tutto a casa nostra; poi dobbiamo diffonderla per il villaggio intero, da cui si allargherà verso la regione, ed infine verso la Stato. Invece di propagare pace, voi state solo spargendo confusione. La disarmonia che si leva dai conflitti fra mariti e mogli è spudoratamente messa a nudo per le vie dei villaggi. Sarà un segno di virilità esibire in pubblico le fratture che si sono create a casa?

Ognuno si vanta d’esser colto, mentre la sua condotta non riflette l’educazione ricevuta. Come farà uno che è incapace di tenere in ordine la propria casa a mantenere l’ordine della nazione? Abbiate quell’educazione che vi serve a riformare la società e la nazione.

Si va ripetendo sempre che il mondo è pieno di discordie, ma da dove è venuta la discordia? Da dentro di noi. Così, il 19 Novembre di ogni anno, nel celebrare la Giornata della Donna, bisogna diffondere in tutto il mondo questi santi sentimenti. E non solo in questo giorno, ma anche a casa propria le donne dovrebbero sapere come diportarsi nella vita, quale comportamento avere con gli altri e come prendersi cura dei propri figli. La donna dovrebbe allenarsi nella pazienza anche con un marito malvagio. Râvana fu un uomo perverso, ma Mandodari, sua moglie, grazie alla propria pazienza, potè vivere a lungo con lui. Mandodari soleva dare un mucchio di consigli a Râvana. Gli diceva: «Râvana, pensa a come ti sentiresti se accadesse a te la stessa cosa che è accaduta a Sîtâ! Allora, ti par giusto comportarti in questo modo?» Cercate di correggervi, cominciando da oggi stesso; uomini o donne che siate, fate in modo di comprendere i vostri errori, per leggeri o gravi che siano. Vedete il bene negli altri ed imitatene le buone qualità; ma dovete vedere il amle che c’è in voi stessi, e dovete compiere ogni sforzo per eliminarlo. Oggi invece non vedete che gli sbagli altrui. C’è un proverbio telugu che dice: «Lo storpio cerca sempre i difetti negli altri, come il cane cerca sempre le scarpe degli altri». Coloro dunque che stanno sempre a guardare i difetti altrui sono come cani. Non siate dogs (cani), ma gods (dèi). È stato detto infatti che la vita umana è molto sacra e difficilissima da ottenere.

Incarnazioni dell’amore, potranno esserci molti errori in voi, ma cercate di correggerli e di non ripeterli per l’avvenire. Se state commettendo degli errori contro qualcuno, lo state facendo contro voi stessi. Perciò, tutti voi dovreste condurre una vita ricca di buoni sentimenti e con una buona mente. Una mente piena di pace, piena d’amore, piena di compassione è una mente buona. Una volta Buddha vide un cadavere, un vecchio e un malato, e in un istante si convertì. Ma voi oggi vedete tanti cadaveri, tanti vecchi e tanta gente malata, ma in voi non avviene alcuna conversione. Dovete cambiare. Voi ripetete come un disco: Buddham sharanam gacchâmi, dharmam sharanam gacchâmi, satyam sharanam gacchâmi; «In Buddha eleggo il mio rifugio; nella giustizia il mio rifugio; nella buona compagnia il mio rifugio; nella verità il mio rifugio».

Ma dove sta quella verità in noi? Dove quella giustizia? Anno dopo anno, voi udite tanti discorsi di Swami; ma quanti di voi sono cambiati? Dov’è la vostra trasformazione? Eppure questo cambiamento deve avvenire. E non solo qui, ma dovunque andiate, la vostra trasformazione deve accadere. Non solamente qui, ma dovunque vi rechiate, la vostra conversione dovrebbe riflettersi nella purezza dei sentimenti e delle azioni. Altrimenti, a che serve venir qui spendendo un mucchio di soldi?

Di conseguenza, nella fausta ricorrenza della Giornata della Donna, se le donne prenderanno la decisione di cambiare, anche gli uomini cambieranno. Se le donne prendessero il giusto sentiero, anche gli uomini vi si incamminerebbero, perché sono le donne che hanno il ruolo di conduttrici. Se la donna è l’altra metà dell’uomo, migliorando lei, migliorerà anche l’altra sua metà. Le donne inculchino qualità come la compassione, l’amore, il sacrificio. Osservate le donne d’un tempo: quanta compassione, quanta pace, quanta gioia seppero dare alla gente! Che purezza e che serenità c’era in loro! I loro nomi sono ancor oggi nella memoria.

Così, con la speranza e l’augurio benedicente che anche voi vi comportiate in maniera giusta, che assumiate ruoli di governo negli affari di stato e siate d’esempio per gli altri, concludo il mio discorso.

(Swami alla fine intona il canto “Satyam jñânam anantham brahman”)

Se le donne prendessero il giusto sentiero, anche gli uomini vi si incamminerebbero, perché sono le donne che hanno il ruolo di conduttrici. Se la donna è l’altra metà dell’uomo, migliorando lei, migliorerà anche l’altra sua metà.

— Baba

discorsi/1995/19951119.txt · Ultima modifica: 2016/02/23 15:23 da 127.0.0.1