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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1995:19951121

19951121 - 21 novembre mattino

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Gli ideali dell'Organizzazione Sai

Sadayam hrudayam yasya
bhashitam satya bhushitam
kaya prahitam yasya
kalankasya kalam hi kim.

Incarnazioni dell’amore!

un cuore puro e altruista, un parlare pieno di verità e un corpo dedito ad un servizio disinteressato sono le qualità divine di un uomo, ed in questo sta il vero significato della vita umana. Per studiare appropriatamente il genere umano, bisogna andare all’uomo. L’armonia tra pensieri, parole ed azioni è il tratto distintivo di un vero essere umano.

Fin dall’antichità l’uomo è andato alla ricerca della Verità. L’India è una terra santa, che ha dato i natali a molti saggi e santi, i quali hanno compiuto ricerche approfondite in vari sentieri spirituali e hanno avuto personalmente delle esperienze. Almeno per un po’ di tempo, oggi, questa ricerca della verità viene condotta anche in vari campi dell’indagine scientifica, e certi segreti e misteri sono stati scoperti. Tutte le indagini svolte nei campi della spiritualità e della scienza hanno rivelato che, in definitiva, ciò che rimane è l’energia dell’atomo. Tutto ciò che è possibile vedere nel mondo è presente all’interno dell’atomo, ed è solo il modo di combinarsi degli atomi che conferisce al mondo questa foggia particolare. Il cibo che mangiamo, l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, gli oggetti che vediamo e i suoni che udiamo debbono pure la loro origine all’atomo. Senz’atomo non esisterebbe il mondo. Il mondo non è altro che un’espansione dell’atomo.

Qual è il significato profondo di tutto questo? Alla scienza ci son voluti press’a poco mille anni per dimostrare che l’atomo è presente in tutto il mondo. Ma mille anni prima un ragazzetto di nome Prahlada riuscì ad elaborare questo principio, e disse: «Non fermarti al dubbio o alla domanda se sia presente qui o là. In qualunque luogo lo cerchi, lo trovi». Prahlada affermò che il Principio Divino è presente sia nel microcosmo che nel macrocosmo. In questo senso anche la Gîtâ (XIII, 14) esorta: Sarvatah pâni-pâdam tat sarvato ‘kshi shiromukham, «Ovunque sono le Sue mani, le Sue gambe, i Suoi occhi e i Suoi volti». Tutto quanto viene visto, udito, sentito o sperimentato in questo mondo non è altro che una manifestazione di energia. La spiritualità ci offre alcune vie allo scopo di farci capire questa energia onnipervadente.

Qualsiasi cosa facciate, chiunque guardiate, qualsiasi lavoro abbiate intrapreso, è solo Dio che agisce. L’amore, la verità e il servizio sono un’unica e medesima realtà. L’amore e il servizio sono per il genere umano come le ali per un uccello. Proprio come un uccello può volare grazie alle sue due ali, così pure l’uomo dovrebbe fare uno sforzo attraverso l’amore e il servizio per conoscere la Divinità che tutto pervade. Non avete bisogno di fare indagini nella verità: la verità è presente dappertutto. Che senso ha cercare la Verità quando la Verità stessa è presente dovunque? Perciò, per ricerca della Verità si intende la manifestazione del Divino che è latente nell’uomo. Tutto è una forma di Dio. Îshvara sarva bhûtânâm, si dice: «Il Signore di tutti gli esseri»; e ancora: Sarva khalvidam brahmam, «Tutto ciò, in verità, è Brahman».

Stando così le cose, qual è il significato specifico della ricerca di Dio? Per riconoscere la Divinità presente dovunque, si devono coltivare alcune nobili virtù. La moralità è una prerogativa che distingue l’essere umano. Il giorno in cui l’uomo perde la sua moralità, finisce per approdare in ogni genere di sventure e sofferenze. La verità è la moralità, la rettitudine è il cammino, e il sacrificio è la nostra reputazione. La società dovrebbe combinare le tre qualità della moralità, della verità e del sacrificio.

L’uomo d’oggi ha perduto lo spirito di sacrificio, ogni senso morale e non fa alcun sforzo per conoscere la Verità. È caduto nella melma di questo mondo effimero e transeunte; ha dimenticato la Divinità che gli è propria e, considerando il corpo fisico come la cosa più importante, spreca gli anni preziosi della sua vita. Per questo motivo è stata istituita l’Organizzazione Sai, per aiutare l’uomo a conoscere se stesso. Voi non siete parte del corpo, non siete parte della natura; voi siete il Principio dell’Âtma. Mamaivâmsho jîvaloke jîvabhûta sanâtanah: «Tutti gli esseri nella Creazione sono delle manifestazioni di un frammento di Me Stesso» (BG XV,7). Voi siete scintille del Divino. L’organizzazione è stata varata con l’intento di farvi consapevoli di questa verità.

Tutti gli oratori hanno detto nei loro discorsi che Swami sta attuando una trasformazione nella mente delle persone. A quando questa trasformazione? La trasformazione può giungere a voi solo con l’informazione. Perciò, affinché conosciate il Principio Atmico, dovete per prima cosa essere informati. L’organizzazione ha avuto inizio allo scopo di fornire questa informazione, in modo da divulgarla anche ad altri. La cosa principale di questa organizzazione è il servizio. Bisogna comprendere la verità di base secondo la quale il corpo ci è stato donato al fine di utilizzarlo per un servizio disinteressato: Parapakarartham idam shariram. Il servizio disinteressato dilata il vostro cuore, elimina l’ego, conferisce una beatitudine infinita; inoltre insegna il Principio della Fratellanza Umana. Il lavoro di informazione dell’organizzazione sarà credibile solo quando noi promuoveremo la Fratellanza dell’uomo e la Paternità di Dio.

Ma non dovremmo accontentarci di ciò. Dovremmo anche avere dei sentimenti di unità. La fratellanza degli uomini e la paternità di Dio presuppongono un dualismo, e nel dualismo non c’è verità. L’affermazione «Io sono Dio» non è la verità. «Io sono Dio» presuppone due entità, non una sola, e un uomo. Una mente duale fa pessima la visuale… (A man with dual mind is half blind). La Verità, infatti, sta nell’affermazione «Io sono io», oppure «Dio è Dio». Dobbiamo dunque giungere allo stadio in cui si sperimenta che tutti sono forme di Dio. Per comprendere questa unità del Principio Divino, occorre partire dal punto del dualismo, e dal dualismo si procede poi verso il non-dualismo.

C’è molta gente oggi che, in campo spirituale, ha l’abitudine di criticare gli altri. È facile criticare, ma è difficile prendere coscienza della verità. Vi farò un esempio per dimostrarvi quanto sia stupido criticare.

Un tempo ci furono delle persone che si avvicinarono al Buddha per fargli varie domande. Gli chiesero: «C’è Dio?». Buddha rispose loro che è una mera perdita di tempo entrare in argomenti del genere; è proprio una sciocchezza. Quanto più la gente discute, tanto più differiscono le fedi. Se dite “no”, la risposta sarà “no”; se dite “sì”, la risposta sarà “sì”. “Sì” e “no” si riferiscono solo al fisico, mentre per Dio tutto è riducibile a “Sì, sì, sì”. Il “no” e il sì“ dipendono da ciò che si prova al momento; non hanno niente a che vedere con Dio.

La verità è Dio, la rettitudine è Dio, la non violenza è Dio. Seguitele tutte e tre; adoratele. Procedete sul sentiero della verità. Satyannasti paro dharmah: «Non esiste dharma più nobile della Verità».

Ogni parola che diciamo dovrebbe provenire dal cuore, un cuore pieno d’amore. Qualsiasi cosa diciate con amore non sarà altro che verità. Quando manca l’amore, vien meno anche la verità e c’è menzogna. Qualunque sentiero si percorra, sia la Verità il nostro sostegno basilare. Può non esser facile, ma bisogna metterla in pratica.

Shreyo hi jñânam abhyâsâj
jñânâd dhyânam vishishyate
dhyânât karma phala tyâgas
tyâgâc chântir anantaram

[L’aspirazione conoscitiva è migliore della pratica costante;
migliore dell’aspirazione conoscitiva è la meditazione;
la rinuncia al frutto dell’azione è superiore alla meditazione.
Alla rinuncia consegue la pace.]

(BG XII,12)

Il camminare, il conversare, il leggere, lo scrivere e tutto quanto si è appreso nella vita nascono dalla pratica. Così pure, questo spirito di indagine dovrebbe trovare sviluppo attraverso la pratica, che viene anche chiamata sâdhanâ.

Che significa sâdhanâ? Deriva da saa + dhana. Saa sta per salokya, sâmîpya, sârûpya e sayujya, che significano rispettivamente “vedere”, “star vicino”, “identificarsi”, ed infine, “immergersi”. Ci sono dei sentimenti che partono dal cuore, e si chiamano “coscienza”. Oggi non si pensa alla coscienza, ma soltanto al conscio. Lo stato del conscio si sperimenta per mezzo dei sensi; ma ciò che si sperimenta per mezzo dei sensi non è la verità. Ciò che invece si sperimenta col cuore è la verità, ed è per questo che la verità vien detta hrudayam, hru + dayaa. Vuol dire che il cuore dev’essere pieno di compassione. Riempite il vostro cuore di compassione e partecipatene agli altri. Questa è vera sâdhanâ. Condividete l’amore con gli altri; non fatene un uso improprio per soddisfare esigenze di natura egoica. L’ego vive per prendere e dimenticare; l’amore vive per dare e perdonare. Perciò sviluppiamo amore nei nostri cuori. Dove c’è amore non ci sarà odio.

Oggi ciò che vi serve è aver fiducia in voi stessi. Senza fiducia in voi stessi non riuscirete ad ottenere nulla. Abbiate fede in voi stessi. Talora la gente non ha fiducia in sé. Come può una persona, che manca di fiducia in se stessa, aver fiducia in qualcos’altro o qualcun altro? Per prima cosa, dunque, aumentate la fiducia in voi e sarete poi soddisfatti di voi. Un uomo che è soddisfatto di sé è pronto ad affrontare un enorme quantità di sacrifici, è disposto a sacrificare se stesso.

La fiducia in sé son le fondamenta.
La soddisfazione di sé sono i muri.
Il sacrificio di sé è il tetto.
La realizzazione di sé è la vita.

La vita dipende dalla fiducia in se stessi. Per prima cosa, dunque, dobbiamo aver fede. Qual è il significato di mânava (uomo)? Uno che ha fede è mânava. L’uomo d’oggi, però, crede in tutto tranne che in se stesso.

Una volta Hânûman disse: «Una scimmia è migliore di un uomo. Io che sono una scimmia sono al servizio di Râma, mentre l’uomo è al servizio solo di Kâma (il desiderio). Râma è il fondamento della mia vita: Egli è il mio respiro; ma l’uomo conduce una vita di desideri. Râma e kâma non possono convivere».

Esercitate, quindi, un certo controllo sui vostri desideri. Nella nostra organizzazione questo controllo l’abbiamo chiamato “Tetto ai desideri”. Parliamo anche di valori umani. Che sono questi valori umani? I valori umani di cui si parla sono soltanto dentro di noi, non sono qualcosa che dobbiamo acquisire; sono valori innati. I valori umani sono dentro di voi, ma, poiché voi non ne fate uso, se ne sono andati via. Voi siete l’incarnazione della Verità, l’incarnazione della Rettitudine, l’incarnazione della Pace; voi siete l’incarnazione di Dio.

Dio non è qualcosa di separato. Daiva manusvarûpena: «Dio è nella forma dell’uomo». Vi siete guadagnati la vita umana a causa dei meriti che avete acquisito in esistenze precedenti. Ed è cosa assai difficile acquisire la vita umana! La parola stessa nâra sta ad indicare ciò che è imperituro; naa, qui, vuol dire “non” e ra significa “perituro”. Nâra, dunque, significa “che non perisce, non ha fine”.

È solamente il corpo che subisce modificazioni, ma non l’Âtma. Voi non capite l’immarcescibile ed immutabile spirito che avete dentro e vi fate trascinare dai piaceri mondani. Non volgete lo sguardo fuori di voi; volgetelo dentro di voi. Cercate almeno di ridurre i vostri desideri, lentamente per un po’. Quanto più i vostri desideri vanno in declino, tanto più crescerà la vostra spiritualità. Meno bagagli, viaggio più comodo e piacevole. I desideri non sono altro che dei bagagli. È indubbio che avrete qualche desiderio nella vita terrena, ma essi dovrebbero rimanere entro certi limiti. Non cessate quindi di essere moderati e parchi nel desiderare; l’eccesso è un pericolo per la vita.

I membri della nostra organizzazione dovrebbero incrementare alcune nobili qualità. In hindi si dice: Jaise ann, vaise mann; «Come mangi, così pensi». Si dice pure: Yad bhavam, tad bhavati; «Come il pensiero, così l’esperienza». Perciò, dvremmo fare in modo che le nostre abitudini alimentari siano appropriate. Se avete per la mente ogni sorta di pensieri cattivi, ciò è dovuto esclusivamente ad una alimentazione non corretta. Smettete, dunque, di fumare e di bere; sono la rovina della vostra salute, e ad una persona che non gode buona salute non riesce nulla nella vita. Col cessare di fumare e di bere dovreste anche smettere di mangiar carne. È assai nocivo mangiar carne, perché, assumendo cibo animale, si sviluppano inclinazioni animali. Come il cibo, così il cervello. La quarta cosa che dovreste lasciare è il vizio del gioco. Chiunque voglia intraprendere un cammino spirituale deve smettere di fumare, bere, mangiar carne e giocar d’azzardo. Sono quattro pessime abitudini, che non consentono una vita spirituale.

Fermiamo un attimo l’attenzione sul mangiar carne. Chi vende carne si avvale della vostra abitudine di mangiarla per uccidere tanti animali innocenti. E voi siete responsabili della loro morte. Che pena uccidere animali innocenti per la sola soddisfazione del palato! Soccorrete sempre; non infliggete mai dolore. Questo è un autentico valore umano sempre. Non basta ripetere a memoria l’elenco dei valori umani come la Verità, la Rettitudine, la Pace, l’Amore e la Non violenza. Non si dovrebbe ferire alcuna creatura. Questo è il vero valore umano. Nessuno dev’essere spinto a ferire per causa nostra. Sia con la parola, sia col comportamento, sia con l’azione, sia col cibo, non dovremmo mai ferire alcuno.

Spesso pregate Iddio perché i vostri desideri trovino soddisfazione. Chi è Dio? Dio è la vera incarnazione del Sat-Cit-Ânanda, ossia Egli è Essere, Consapevolezza e Beatitudine. Se voi vi arrendete completamente al Sat-Cit-Ânanda, cioè a Dio, allora tutti i vostri desideri verranno appagati in un istante. Voi pregate Dio per la soddisfazioe dei desideri, perché non avete capito che è Lui l’Essere-Consapevolezza-Beatitudine.

Ieri vi dissi che spiritualità significa: Satyam bruyât, priyam bruyât, na bruyât satyam; cioè «dire la verità, dirla amabilmente e non dirla mai in maniera sgradevole». Il primo è un valore morale, il secondo è etico e l’ultimo è un valore spirituale. Non pensate che solamente i culti e i pellegrinaggi siano indice di spiritualità; essi sono soltanto alcuni tipi di esercizi spirituali. Spiritualità vuol dire sviluppare in noi le qualità spirituali.

Dio non si trova in una terra straniera; Egli è solo presente in voi. Il peccato non si trova in qualche terra lontana; è strettamente legata alle azioni che compite. Ogni cosa ha la sua reazione, riflesso e risonanza.

Fa’ il bene ed otterrai buoni risultati;
Vedi il bene ed otterrai buoni risultati;
Pensa il bene ed otterrai buoni risultati.

Come il pensiero, così il risultato. Sono le nostre azioni le responsabili del dolore o del piacere. Perciò, compite azioni nobili. Il corpo umano vi è stato donato solo perché facciate del bene. Dio ama chi ama il prossimo; Dio è presente in chi ha considerazione per gli altri. Mentre fate del servizio, non pensate di render servizio a qualcuno; state servendo solo Dio. Dio è presente in ogni essere. Chiunque voi serviate, state servendo solo Dio. Tutte le azioni devono essere dedicate a Dio. Il lavoro va trasformato in culto. Non fate delle differenze parlando in termini di lavoro vostro e di lavoro di Dio. Il vostro lavoro d’ufficio è anche lavoro di Dio; i vostri affari sono anche affari di Dio. Tutto è lavoro di Dio.

Abituatevi all’idea che non non esiste luogo in cui non ci sia Dio. I Veda proclamano: Sarva deva namaskâram, keshavam prati gacchati; «A chiunque offriate il vostro rispetto, il destinatario è sempre Dio». Ma la frase non è completa; l’altra metà è: Sarvabhûta tiraskaram, keshavam prati gacchati; «Chiunque voi insultiate o critichiate, anche quello è Dio». Quindi, in entrambi i casi dovete essere equanimi. Abbiamo istituito la nostra organizzazione allo scopo di instaurare questa equanimità.

L’Organizzazione Sai non è destinata a farsi pubblicità; non ne abbiamo bisogno. Chi vi ha invitati qui? Solo un rapporto basato sull’amore: il continuo flusso del vostro amore verso il Bhagavân. Si tratta di una relazione fra amore ed amore, fra cuore e cuore. È solo il vostro amore per Me ed il Mio amore per voi che vi ha condotto qui a migliaia oggi.

Nella nostra organizzazione si dovrebbe capire anche un’altra cosa. Avete partecipato alla conferenza. Non è possibile descrivere a parole il servizio reso dal Seva Dal nel mantenere pulito l’ambiente qui. I membri del Seva Dal sono persone che sanno fare dell’autentico servizio. Nella nostra organizzazione vi sono milioni di volontari sempre pronti ad un servizio di totale dedizione. Non dobbiamo però considerarli come una categoria a parte. Anche voi siete dei volontari; tutti siamo dei volontari. Qui ognuno è un servitore. Alcuni vengono considerati maestri o presidenti, ma non è così, perché a questo mondo ognuno deve agire solo come un servo.

Ci fu una volta uno che ebbe un re come amico d’infanzia. Incontrandolo, il re gli chiese che cosa facesse, e quello gli rispose: «O re, sono povero; soffro molte privazioni e non ho abbastanza da mangiare. In questo mondo, dal momento che si deve sottostare sempre a qualcosa o a qualcuno, siamo tutti servi». Il re, sentendo queste parole, si infuriò e si mise a gridare: «Io sono re. Come potrei essere un servo? Ho sotto di me molti servitori, molti attendenti. Dunque io son solo un padrone». L’amico del re, per fargli capire la verità, lasciò cadere il bastone che lo sosteneva e fece finta di non riuscire a chinarsi per raccoglierlo. Si chinò il re, che raccolse il bastone e lo diede all’amico. L’amico colse subito l’occasione per dire al sovrano: «Sire, in questo momento sei il mio servitore, avendomi raccolto e consegnato il bastone».

Servizio non vuol dire semplicemente aiutare gli altri con le proprie mani, il proprio corpo o le proprie parole. Una madre serve il figlio; il figlio serve la madre; il marito serve la moglie e la moglie serve il marito. In questo modo, a ben vedere, tutti sono servi e Dio è il solo padrone. Bisogna dunque capire in modo giusto questa idea di padrone e servo. Ognuno sente di essere un padrone: uno è un divino maestro, un altro un capostazione, un altro ancora un direttore delle Poste. Visto in questo modo, non c’è distinzione nell’esser padroni, giacché nessuno di costoro è un vero padrone. Ma Dio, ed Egli solo, lo è.

Per comprendere la Divinità in tutta la sua perfezione, voi pure dovete essere perfetti. In Italia ci fu un musicista, di nome Johnson, che era anche maestro liutaio. Per fare un violino ci metteva un anno o più. Un giorno, qualcuno gli disse: «Johnson, come puoi sperare di vivere del tuo lavoro se ci metti tanto tempo per ultimare un violino?». E Johnson gli rispose: «Fratello, Dio è l’incarnazione della perfezione; perciò, quando io Lo faccio, debbo farLo alla perfezione. Dio è perfetto e completo sotto tutti i punti di vista; così, anche il mio lavoro deve essere perfetto e completo sotto ogni punto di vista.

Pûrnamadah purnamidam
pûrnât pûrnamudacyate
pûrnasya pûrnamâdâya
pûrnam evâ vashishyate.

[Quello è perfetto, questo è perfetto.
Dal Perfetto nasce il Perfetto.
Quando dal Perfetto viene preso il Perfetto,
rimane il Perfetto.]

(Îshâvâsyopanishad)

Poiché Egli è perfetto – continuò il liutaio – tutti i miei lavori devono pure essere perfetti».

Se pensate di dover rendere del servizio soltanto perché siete obbligati dall’organizzazione, allora quello non è servizio. Dovreste farlo per il vostro perfezionamento, senza badare alla lode o al biasimo che potete ricevere. Dio è perfetto; perciò, facendo del servizio, dobbiamo compierlo alla perfezione. Non è bene fare del servizio solo quando si è visti, e non farlo quando non si è visti. Gli altri possono guardare o non guardare (watch), ma Dio ha sempre… una sveglia che veglia (Swami gioca sul termine “watch”, NdR). Comprendete bene che cos’è questa sveglia, questo “watch”. È una parola da scandire lettera per lettera: W-A-T-C-H (che in inglese significa “osserva, guarda”). Dunque:

WATCH : Osserva
Words : le tue parole
Actions : il tuo modo d’agire
Thoughts : i tuoi pensieri
Character : il tuo carattere
Heart : i tuoi sentimenti.

Questo è il vero orologio. Se vi comporterete così, giungerete alla comprensione del Divino. Non aspettatevi un supervisore o qualcuno che abbia l’autorità di venire ad osservarvi. Dovete osservarvi da voi stessi. Non tocca al direttore dell’associazione di servizio venire a guardare il lavoro. Ognuno dovrà guardare se stesso, e così tutto funzionerà alla perfezione. Agite in maniera da soddisfare la vostra coscienza.

Il Bhagavân ha preso pienamente atto del buon lavoro svolto dall’organizzazione. In realtà, non è esagerato affermare che non esiste al mondo un’altra organizzazione simile all’Organizzazione Sai. Mai in nessun’altra organizzazione vedreste dei volontari come li vedete qui servire con tanta precisione cibo ed acqua a milioni di persone. E non è tutto. Dovreste anche apprezzare la pazienza dimostrata dai devoti stranieri. Sono abituati a vivere in palazzi lussuosi, fra molte comodità; ma, quando vengono qui, si adattano a stare in capannoni, senza che nessuno porti loro il caffè a letto al mattino e senza possibilità di scegliere un menù per i pasti. Un tale spirito di adattamento è un altro nome per definire la devozione. Lo spirito di adattamento è una pratica spirituale. Imparate a vivere con questo spirito solo dopo aver capito. Quando avrete la ferma fede che Swami è vostro e soltanto vostro e che Egli è Dio, sarete disposti a vivere con spirito di adattamento. Perciò, innanzitutto capite, poi mettete in pratica ciò che avete capito, ed infine ricavatene gioia. Non serve a niente leggere un libro dopo l’altro. Se non fate altro che leggere per tutta la vita, quando mai metterete in pratica ciò che avete letto? La lettura vi dà solo una conoscenza libresca. Ciò di cui avete bisogno è la conoscenza pratica.

Camminate ogni giorno per il sentiero della Verità e proponetevi un ideale. Il mondo intero è uno. Non detestate alcuna religione. Quando le religioni seguono il sentiero giusto, la vita è di buona qualità. Quando è accordata, la vîna produce una musica scintillante che porta all’oblio di sé; ma se anche solo una corda è spezzata, produce un rumore sgradevole per le orecchie. Il mondo è la vîna e le differenti religioni sono le sue corde. Se dunque tutte le religioni sono sicure, anche il mondo sarà in pace.

Tutte le religioni dovrebbero portarci al giusto sentiero. La gente di fede diversa non deve odiare né prendersi gioco reciprocamente. Si dovrebbe vivere tutti come fratelli e sorelle, perché Dio è uno e la meta è unica, mentre le strade sono diverse.

Le religioni sono differenti ma la meta è unica.
Le stoffe sono differenti ma il filo è unico.
I gioielli sono differenti ma l’oro è unico.
Le vacche sono differenti ma il latte è unico.
Gli esseri sono differenti ma chi vi dimora è unico.
I fiori sono differenti ma il culto è unico.

È solo per il nostro vivere che abbiamo creato tutte queste differenze, ma tutti siamo una sola cosa. Non è cosa buona distinguersi e discriminarsi l’uno dall’altro definendo alcuni come Hindu, altri come Musulmani, altri come Cristiani o Zoroastriani o Sikh. Sebbene ci siano Musulmani, Hindu, Cristiani, ecc., esiste un solo Principio Divino. Nessuna religione suggerisce di fare affidamento su qualcuno o di dire falsità. Gli insegnamenti di ogni religione sono unici ed universali: proteggere la verità e la rettitudine, migliorare la vita, promuovere la moralità e l’onestà, sviluppare qualità umane, comportarsi con intelligenza. Come può essere cattiva una fede se le vostre menti sono unite. Solo la mente può esser malvagia, non la casta, né la religione, poiché tutte le differenze e le distinzioni persistono solo nella mente degli uomini.

Sperimentiamo questa unità nel mondo. Proviamo il sentimento che siamo tutti parte di una sola famiglia, la famiglia del mondo. A Prashanti Nilayam tutti vivono come una famiglia. Qualunque sia la vostra nazionalità, la vostra lingua, la vostra fede o il vostro credo, qui ognuno è uguale agli altri. Questa è la vera sâdhanâ.

Che fare per sviluppare tutti questa uguaglianza? Il vostro amore per Swami vi farà operare questo cambiamento. Quell’amore è sfociato in questa trasformazione.

Vista da un’angolazione terrena, l’organizzazione è stata strutturata secondo certe regole e norme. Un regolamento e delle norme sono assolutamente indispensabili. Cercate sempre di rispettare e di seguire tutte le decisioni prese in questa conferenza. Per questo nel mondo si tengono molte conferenze, dove vengono formulate molte decisioni; ma, una volta chiusa la conferenza, i partecipanti se ne vanno e stracciano i programmi. Noi non dobbiamo comportarci così. Nel momento in cui una risoluzione viene presa, si deve cercare di portarla nella pratica. Perciò, non dobbiamo disobbedire ai regolamenti. Questo è ciò che si chiama disciplina. Quando la disciplina attecchisce? Quando avete devozione, la disciplina prende piede. C’è devozione laddove c’è il senso del dovere. Perciò, le tre “D” di Disciplina, Devozione e Dovere sono vera spiritualità. In ogni dovere ci dovrebbe essere devozione. Dev’essere devozione e non deviazione o distruzione.

Che cos’è la devozione? La devozione è amore totale e incondizionato. Gli stranieri dicono spesso «Ti amo, ti amo», ma questo amore non ha senso. Non c’è nessuno al mondo che vi ami davvero. Solo Dio vi ama. Il marito dice alla moglie «Ti amo»; la madre dice al figlio «Ti voglio bene». Son solo parole che esprimono una certa relazione terrena, ma quello non è amore. Chi era il marito prima del matrimonio, e chi la moglie? Dov’era quell’amore prima di sposarsi? E prima di nascere dov’era la madre e dove il figlio? C’era dell’amore fra loro? L’amore non è qualcosa che vada e venga nel tempo. Non è come una nuvola passeggera. L’amore è qualcosa di eterno, che dura nel passato, al presente e in futuro. Solo l’amore di Dio è vero amore; le altre cose che voi chiamate amore son solo degli attaccamenti. Dio è amore; l’amore è Dio. Vivete nell’amore.

Incomincia il giorno con amore.
Trascorri il giorno con amore.
Riempi il giorno con amore.
Finisci il giorno con amore.
Questa è la via che porta a Dio.

Dobbiamo incoraggiare un amore di questo tipo. A qualunque religione o nazione o casta o credo apparteniamo, dobbiamo sviluppare questo amore.

Dio è l’incarnazione dell’amore. Non ha importanza che qualcuno vi ami o no. Elargite voi il vostro amore agli altri.

Swami non si dà tanta pena della quantità; egli ama la qualità. Un cucchiaio di latte di vacca è preferibile ad un barile di latte d’asina. Condividete con gli altri la gioia che avete sperimentato qui. Anche questo è vero servizio.

È per il vostro amore che impiegate tanto tempo e denaro senza tanto badar a spese nel venir qui e nel soggiornarvi. Ecco perché si è detto che solo per mezzo del sacrificio si raggiunge l’immortalità. Sviluppate questo spirito di sacrificio. Il corpo è come una goccia d’acqua, e la mente è come una scimmia pazza. Non correte dietro al corpo né alla mente. Seguite la coscienza.

Dov’è la felicità? La felicità è di casa con l’unione con Dio. Perciò si dice: Brahmânandam parama shukadam kevalam jñânamurtim dvandathitam gaganasadrisham.

Siate sempre felici. Mi salutate dicendo «Felice compleanno, Swami!». Io sono sempre felice. Prendete dunque quella felicità e siate felici voi. Io sono la cisterna della felicità e voi siete i rubinetti. Allora aprite i rubinetti e gustate la gioia. Dio è il serbatoio, i devoti i rubinetti. Non avrete acqua cattiva da questo serbatoio. Avrete acqua fresca e dolce. Bevete dunque a quest’acqua, per la gioia del vostro cuore.

Non preoccupatevi tanto del mondo che c’è fuori. Siate felici qui, in questa Dimora di Pace Infinita. Colmate i vostri vasi. Quando tornerete a casa vostra, partecipate ai vostri amici e vicini la beatitudine che sperimentate qui. Swami non vi dà altro che amore. Qualunque cosa la gente pensi, il mio amore è puro, libero da egoismo. Anche voi abbiate sempre di più quell’amore scevro da interessi egoistici.

(Swami conclude il discorso con il canto “Prema mudhita manase kaho”)

del 21 Novembre 1995

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