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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1997:19970427

19970427 - 27 aprile

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Il Cuore compassionevole è il Tempio di Dio

“Rinunciate alle cattive compagnie
e frequentate quelle buone.
Compite, giorno e notte, azioni meritevoli
e tenete sempre a mente ciò che è eterno
e ciò che è effimero.”

La vita spirituale è amare tutti e servire tutti

Incarnazioni dell’Amore!
Gli aspiranti spirituali devono evitare, per prima cosa, le cattive compagnie. “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”: cercate solamente la compagnia di gente buona. Un serpente può mordervi una volta e solamente se lo minacciate, ma la gente malvagia instilla veleno costantemente, giorno e notte. Quale fu il destino di Karna alla fine? Egli era un grande guerriero, più grande di Arjuna, ma, a causa della compagnia scellerata di Duryodhana, Duhshâsana e Sakuni, anch’egli divenne malvagio.

La compassione è la base del mondo

Con l’aiuto di una compagnia virtuosa, si genera la devozione. Star lontani dalle cattive compagnie non basta; bisogna liberarsi delle caratteristiche malvagie e sviluppare quelle buone. La vita è un oceano con onde di dolore e gioia. La separazione e l’unione sono naturali per l’essere umano ed egli diventa santo se si unisce a una compagnia buona e si tiene lontano da quella riprovevole. Che cos’è il merito? Le persone immerse nelle cose terrene considerano merito fare la carità e aiutare gli altri, ma questo non è il significato vero del termine; il suo significato vero è Paropakâra. Para significa “divino”, upa indica “vicino” e kâra vuol dire “fare”.  Le azioni che ci portano vicini a Dio sono Paropakâra. La vicinanza a Dio è Paropakâra.

“Di’ la verità, dilla piacevolmente; non dire verità spiacevoli.”

Alcuni dicono che “il denaro è la base del mondo intero”, altri dicono che “la rettitudine è la base del mondo intero”, ma l’affermazione corretta è “la compassione è la base del mondo”. I cinque elementi fondamentali, il sole, la luna, la notte e il giorno, funzionano tutti sulla base della compassione. Il cuore colmo di compassione è divino. Anche se gli altri vi parlano aspramente, voi dovete parlare sempre amabilmente. Soltanto con la compassione e la misericordia si raggiunge il compimento della vita. Si può essere un bramino, un demone o un re, si può fare molto yoga, si può portare la barba come un rinunciante, ci si può cospargere la fronte di cenere e cantare continuamente il Nome di Dio, ma tutto questo non serve a niente se non si possiede un cuore pieno di compassione. Sebbene la compassione sia una caratteristica naturale, l’essere umano non sa manifestarla. Il mondo intero è basato sulla gentilezza. Le filosofie, le religioni, le nazioni e i linguaggi possono essere diversi, ma il cuore è lo stesso.

“La stessa Anima Universale alberga in tutti gli esseri.”

“La Verità è una.”

I Veda dichiarano che la Verità è una sola. L’acqua è chiamata con nomi differenti in lingue diverse: in telugu è nîru, in inglese è water, in hindi è pâni, in tamil è thanni e in sanscrito è vâri, ma, sebbene i nomi siano diversi, l’acqua è una sola. Allo stesso modo, tutti i cuori sono pieni di compassione. Ogni pensiero dovrebbe essere colmo di compassione. Noi usiamo il termine mankind (genere umano): chi ha kindness (gentilezza) è umano. Chi è pieno di gentilezza è vicino al Divino. Una persona gentile è amica di Dio e Lo considera madre, padre, ricchezza, conoscenza e tutto il resto. Anche la conoscenza emana dal cuore. Tutto nel mondo è una reazione, un riflesso e una risonanza dello stato interiore. Tutto ciò che fate si riflette nello specchio della natura; Dio è l’oggetto, l’essere umano è il riflesso e la natura è lo specchio. Se rimuovete lo specchio, rimane solamente l’oggetto. Nella matematica terrena, tre meno uno fa due, ma, in senso spirituale, tre meno uno fa uno. La matematica spirituale è più corretta. Al fine di acquisire affinità con Dio, rigettate l’affinità col mondo; rimuovete la consapevolezza corporea e acquisite quella divina. Per far questo, dovete ridurre il carico dei desideri e delle preoccupazioni diventando distaccati. Distacco, tuttavia, non significa lasciare la moglie e gli averi e scappare nella foresta: vuol dire eliminare i sentimenti negativi, i desideri e le illusioni. Il desiderio nasce da bhrama (illusione) non da Brahma (Dio); eliminate l’illusione e riducete i desideri per rendere piacevole il viaggio della vita. Dio è dovunque. È tutto dolcezza. Le Upanishad dicono che Dio è come un omino di zucchero le cui parti sono tutte dolci. Come e per quale ragione pregate Dio non conta: otterrete comunque la dolcezza perché Egli è colmo della dolcezza dell’Amore.

Riducete il carico dei desideri

Chi è responsabile dei gravami? Una volta, una gopî andò al pozzo a prendere l’acqua, riempì i tre recipienti che aveva, dopodiché se ne pose uno sulla testa; ne prese un altro in mano e cercò di mettere il terzo su quello che aveva in testa, ma non vi riuscì. Avendo quindi bisogno di aiuto, chiese a Krishna, che era lì vicino, di aiutarla, ma Egli rifiutò. Un’altra gopî che passava di lì l’aiutò a metterlo in testa. Krishna seguì la donna fino a casa e, appena arrivati, la aiutò a mettere il recipiente a terra, per cui ella Gli chiese perché avesse rifiutato di metterglielo in testa e l’avesse invece aiutata a posarlo. Krishna spiegò che non era nella Sua natura mettere dei pesi sulle persone; Egli si preoccupa solo di rimuoverli. L’essere umano pensa che Dio lo carichi di tutti i pesi, ma ciò non è corretto. C’era uno studente che, dopo aver completato gli studi, prese moglie. Prima del matrimonio, aveva due gambe, ma poi, dopo il matrimonio, divenne quadrupede come un animale. Qualche tempo dopo, gli nacque un figlio ed egli ebbe così sei gambe come uno scarafaggio, dopodiché ebbe una figlia e così si trovò otto gambe come un ragno. In questo modo, l’uomo continua ad aumentare il suo gravame; è lui responsabile di tutti i suoi legami, non Dio. Date tutti i vostri pesi a Dio e ne sarete liberati. Dovreste ridurre gradualmente i carichi che avete; rafforzate la relazione con Dio e riducete quella col mondo per alleggerire il vostro fardello. La beatitudine arriva naturalmente quando il dolore viene rimosso.

“L’eliminazione dell’attaccamento è liberazione.”

La liberazione non è qualcosa di separato o differente; essa consiste nella riduzione dell’attaccamento e nell’incremento del distacco ed è ottenibile solamente tramite la forza della devozione che dà la fermezza che porta al distacco. Bhukti, shakti e mukti (cibo, forza e liberazione) vengono tutti dalla Devozione Suprema.

Fate servizio con amore

Incarnazioni dell’Amore Divino!
L’Amore Divino e la Compassione sono presenti naturalmente nel vostro cuore e voi dovete impegnarvi a proteggerli sempre. Un cuore compassionevole è il tempio di Dio; prima di tutto date felicità a Dio dentro di voi. Molte persone visitano luoghi di pellegrinaggio cercando Dio. Non sprecate tempo e denaro: Egli è dentro di voi. È Dio che cerca un devoto vero. Il tetto ai desideri è di quattro tipi: per primo non sprecate cibo: il cibo è Dio; poi non sprecate denaro. Lo spreco di denaro è una cosa malvagia. Per terzo, non sprecate tempo: il tempo è Dio. Le Upanishad dicono che niente è più prezioso del tempo; se lo sprecate è come sprecare l’opportunità data da Dio. Infine, non sprecate energia. Noi perdiamo e sprechiamo energie usando male i sensi. Come le batterie di una radio si esauriscono quando essa è accesa, noi sprechiamo energia parlando troppo. Sprecando energia sprechiamo la vita.

“Non guardare niente di malvagio; guarda ciò che è buono.
Non ascoltare il male; ascolta ciò che è buono.
Non dire niente di cattivo; di’ ciò che è buono.
Non pensare nulla di negativo; pensa al bene.
Non compiere il male; compi il bene.
Questa è la via che porta a Dio.”

Oggi, l’essere umano è angustiato da ciò di cui è incapace; non pensa a quello che dovrebbe fare. Gli studenti sognano il futuro senza applicarsi allo studio. Il passato è passato: non ve ne preoccupate. Qualunque cosa sia stata fatta non tornerà. Il futuro è nel grembo del tempo: è incerto e ignoto; quindi non ve ne interessate. Il presente è molto importante: non è un presente ordinario, è onnipresente. Il passato è un albero e anche il futuro è un albero, mentre il presente è il seme. Il passato è nel presente e anche il futuro è nel presente. Ciò che avete mangiato precedentemente lo risentite nel rutto. Sperimentate il presente in modo corretto. Non preoccupatevi; siate sempre felici. Mentre mangiate, non pensate alla provenienza delle verdure né a che cosa sarà del cibo consumato domani. Quindi, non pensate al passato né al futuro: siate felici nel presente. C’era una madre il cui figlio si ammalò e morì per la febbre; dopo cinque anni, anche il secondo figlio si ammalò ed ella cominciò a preoccuparsi pensando che potesse accadergli la stessa cosa. Pensate alla felicità piuttosto che alle cose spiacevoli. Il passato è passato. Cercate il modo corretto di utilizzare il presente. L’essere umano adora oggi degli oggetti inanimati, mentre fa del male agli esseri viventi. La pratica spirituale (sâdhanâ) e la devozione devono essere accompagnate dalla consapevolezza del fatto che Dio è in tutti. Rispettate quindi tutti e date loro gioia. Questa è vita sacra, vera devozione e sâdhanâ. In che modo si deve amare Dio? Il modo migliore per farlo è amare e servire tutti, ma quest’amore non deve essere di tipo terreno, materiale: deve essere Amore Divino che è immutabile ed eterno. L’amore terreno crolla, muore e si esaurisce, mentre l’Amore Divino è immutabile, illimitato e si rinnova costantemente. Dio è sempre con voi, in voi e attorno a voi; non c’è alcun bisogno di andarLo a cercare: in effetti, è Dio che cerca un devoto vero. Dobbiamo riconoscere che il mondo è basato sulla compassione. La fede perfetta, il Dharma e la devozione a Dio, che risiede nel vostro cuore, vi proteggeranno. Una volta, Dio promise a un devoto che lo avrebbe seguito sempre dovunque andasse, ma il devoto dubitò, per cui si girò indietro per controllare se Dio lo seguisse davvero. Dato che non Lo vide, disse al Signore: “Dio, Tu mi hai promesso che saresti stato dietro di me, ma io mi sono voltato indietro e non Ti ho trovato. Perché?” Dio, allora, rispose: “Io ero esattamente dietro di te e questo era vero anche quando ti sei voltato! Ecco perché non Mi hai visto!” Il Potere Divino è potere reale; voi potete avere tutti i poteri, ma, se mancate del Potere Divino, non potrete aver mai successo nella vita. Abbiate amore per Dio, paura del peccato e moralità nella società. Nel mondo d’oggi, questi sono in declino. Se tutti gli individui si attengono ai valori morali, la società diventa pura. Spendere tempo nei rituali non è devozione. Fate servizio con amore. La vita spirituale consiste nell’amare e servire tutti. Possiate tutti voi acquisire la capacità d’amare!

(Bhagavân ha concluso il Discorso con il bhajan: “Satyam Jñânam Anantam Brahmâ…”).

Kodaikanal, il 27 aprile 1997,
Sai Shruti

(Tratto da “Sanâtana Sârathi”, dicembre 2015)

discorsi/1997/19970427.txt · Ultima modifica: 2016/10/22 12:31 da sathyamax