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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1997:19970428

19970428 - 28 aprile

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Comprendete l'Unicità del Principio Atmico

  “Se abbandonate l’ego, diventate cari a tutti.
Se sconfiggete l’ira, vi liberate delle preoccupazioni.
Acquisite prosperità quando controllate i desideri.
Raggiungete la felicità solamente quando sconfiggete l’avidità.”   Fate ogni cosa con sentimenti divini

Incarnazioni dell’Amore Divino!
L’uomo che ha ego non può avere l’amore di nessuno. L’ego è molto dannoso. L’uomo egoista perde l’amore persino della moglie e dei figli. Qual è lo scopo di generare l’ego in questo grande mondo di innumerevoli esseri?

Abbandonate l’ego e l’ira

Se osservate la mappa del mondo, il vostro Paese, l’India, appare piccolo e, al suo interno, lo stato del Tamil Nadu è molto più piccolo. Nello Stato del Tamil Nadu, Kodaikanal è un luogo piccolissimo. La vostra casa a Kodaikanal è davvero minuscola e voi siete solamente uno tra tutti in casa. Avere ego costituisce ignoranza: “Un solo Âtma alberga in tutti gli esseri.” Se indagate da un altro punto di vista, comprenderete che il mondo intero è in voi. Un’opportunità per esibire l’ego si presenta solamente quando c’è un’altra persona.

“La Verità è una, ma i saggi Le si riferiscono con molti nomi.”

Quando comprendete che tutti sono uno e voi non siete che uno dell’enorme numero di esseri, come può maturare l’ego? Il vostro ego è dovuto alla posizione, all’istruzione, alla ricchezza o alle proprietà? Moltissimi sono in una situazione migliore della vostra sotto molti aspetti. Comunque lo consideriate, l’ego è il risultato dell’illusione e dell’ignoranza; quando lo abbandonerete, il mondo intero vi amerà. Pertanto, se volete essere amati da tutti, dovete rinunciare all’ego. Finché provate ira, non potete affatto essere felici; sarete felici e beati solamente quando vi libererete dell’ira che è un grande nemico dell’essere umano.

“Chi è preda dell’ira non avrà successo in alcuno dei suoi sforzi,
commetterà dei peccati e sarà ridicolizzato da tutti;
la sua gente stessa lo abbandonerà,
e perderà tutta la ricchezza e il rispetto.
La sua ira lo rovinerà completamente.”

Avere ira dentro di voi vi impedisce di sperimentare la felicità e la beatitudine. Come si può dormire tranquillamente se un serpente sta strisciando per la casa? Come potete essere in pace se la collera permea tutto il vostro essere? Un attacco d’ira consuma l’energia acquisita in tre mesi, inquina e riscalda il sangue che impiega poi tre mesi per tornare allo stato normale. L’ira rende l’essere umano debole fisicamente e mentalmente: quindi non datele spazio. Il fatto che sia stata sottomessa è un’indicazione della direzione giusta della vostra sâdhanâ.

Limitate i desideri e abbandonate l’avidità

Fintantoché ci sono i desideri non si può essere davvero ricchi o prosperi; ai desideri bisogna mettere un limite. Chi è l’uomo più ricco? Colui che si accontenta lo è. Chi è l’uomo più povero? Chi ha molti desideri è il più povero. Naturalmente si devono avere alcuni desideri al fine di ottenere certe cose buone nella vita. Il Paese deve affrontare ogni tipo di problemi a causa dei desideri illimitati della gente. I desideri sono come il fuoco in una foresta: più si espande, più acquista vigore. Che tipo di desideri si dovrebbe avere? Si dovrebbe desiderare la pace della mente, una buona salute e la conoscenza del Principio Infinito. I padri di famiglia dovrebbero avere i desideri adatti al loro stadio di vita; la Dea della ricchezza, Lakshmî, entrerebbe allora nella loro casa. Il grande devoto Râmdas cantava: “Non chiedere, o mente, non chiedere; più chiedi, più sarai ignorata. Dio ti concederà certamente ciò che meriti senza che tu chieda. Non esaudì Egli il desiderio di Sabarî che non chiese mai? Non redense forse Jatâyu che non chiese mai e sacrificò la vita per la Sua causa?”

Dio dà senza che chiediate. Né Sabarî né Jatâyu chiesero alcunché a Râma, ma Egli concesse loro lo stato supremo della salvezza. Un essere umano avido non ha gioia, mentre può sperimentarne di ogni tipo se sconfigge l’avidità. Una persona meschina può avere tutto nella vita, ma non può ricavare alcuna gioia da ciò che possiede.
Ecco una storiella: una volta c’erano due fratelli che vivevano insieme. Uno era un grande avaro e l’altro lo era ancor di più. Erano così avari che non godevano di alcunché di ciò che avevano. Un giorno ricevettero la notizia della morte di un loro parente stretto in un villaggio vicino, per cui il più anziano si sentì obbligato ad andare là. Preferì andare a piedi piuttosto che spendere i soldi del biglietto del torpedone. Si alzò presto, accese la lampada a olio per prepararsi e si incamminò. Appena il fratello più giovane vide la lampada accesa, la spense affinché non consumasse l’olio; brancolando al buio, fu punto da uno scorpione e si contorse dal dolore. Mezzora più tardi qualcuno bussò. Nel vedere il fratello sulla porta, l’avaro più giovane gli chiese: “Fratello, perché sei tornato indietro?” Al che, l’altro rispose: “Son tornato per chiederti se avevi spento la lampada.” “Che cos’hai fatto, fratello? Le suole dei tuoi sandali si saranno consumate nell’andare e venire”, disse il più giovane esprimendo la sua preoccupazione, ma l’altro replicò: “Pensi che io non abbia un po’ di intelligenza? Ho tenuto i sandali sotto il braccio per quel tratto di strada.” A causa dell’avidità e dell’avarizia eccessive, essi non potevano sperimentare pace e felicità nella vita.

Riconoscete l’importanza della pratica

Il sacrificio è molto importante nella vita dell’essere umano. Non v’è pregio più elevato della capacità di sacrificio.

“L’immortalità non si raggiunge con l’azione, con la progenie o con la ricchezza; si ottiene solamente con il sacrificio.”

Si può vivere senza molte cose, ma non senza respiro. Se inalate dovete anche esalare. Se, dopo aver mangiato, non evacuate, vi ammalate. Il sangue deve circolare continuamente o genererà dei trombi. Il sangue e il denaro devono continuare a circolare. L’acqua stagnante finisce per essere infestata dai vermi. Il denaro deve essere utilizzato correttamente; se lo si accumula senza spenderlo, è come seppellirlo. L’uomo deve abbandonare l’ego, vincere l’ira, limitare i desideri e liberarsi dell’avidità; questi quattro fattori sono molto importanti, specialmente per gli aspiranti spirituali. La ripetizione del Nome di Dio e le austerità, da sole, non costituiscono una disciplina spirituale; senza la trasformazione mentale sono inutili.

“La mente è l’artefice della schiavitù e della liberazione dell’uomo.”

Che cos’è una buona azione? Un’azione guidata dalla discriminazione tra l’eterno e l’effimero è un’azione buona. Tutti i poteri sono connaturati nell’uomo: nei suoi occhi c’è il potere della luce, ha un corpo simile a un generatore elettrico che contiene una batteria, è dotato di un grande potere magnetico, eppure non è capace di riconoscere questi poteri. Se lo facesse riconoscerebbe se stesso. Chi conosce se stesso raggiunge la beatitudine. Voi chiedete agli altri: “Chi è lei? Da dove viene?” Cercate piuttosto di sapere chi siete voi e da dove venite. Voi pensate di essere un medico, un uomo d’affari o un professore, ma questa non è la verità; è la professione, non la vostra realtà. Voi dite: “Io sono un indiano”, ma quella è la nazionalità, non la realtà. Tutti questi epiteti si riferiscono alle cose esteriori appartenenti al mondo. Se qualcuno vi chiede: “Chi è lei?” dovreste rispondere: “Io sono l’Âtma.” L’individuo legge ogni tipo di testo sacro per conoscersi e interagisce con persone nobili: a che cosa serve? Non c’è progresso spirituale. Se recitate tutti i 700 versi della Gîtâ ottenete soltanto una raucedine; potete leggere il Râmâyana e la Bhagavad Gîtâ, ma non ne ricaverete niente se non praticate. Dovete mettere in pratica almeno un po’ di ciò che leggete e udite.

“L’oscurità che c’è nel mondo sarà scacciata dal messaggio della luce?
Può la malattia esser guarita dal semplice ascolto dell’efficacia della medicina?
Può il povero riscattarsi dalla povertà con il mero ascolto dei princìpi dell’economia?
Può la fame essere saziata dal solo ripetere i nomi di vari piatti prelibati?
No. Voi potete raggiungere la beatitudine solamente mettendo in pratica la vostra conoscenza.”

Ascoltando soltanto non otterrete niente. Può il cassiere della banca usare il denaro per i suoi scopi? Tutti i poteri sono disponibili in noi stessi, ma noi non siamo capaci di usarli. Voi dite “mio, mio”. Chi siete voi? Conoscerete ciò che è vostro quando conoscerete voi stessi. Prima di tutto scoprite chi siete: questo è l’insegnamento di tutte le anime nobili.

Aprite il cuore e chiudete la bocca

Voi dite “il mio corpo, la mia mente, il mio intelletto, la mia citta (sostanza mentale)”. Allora, chi siete? Questi sono i vostri strumenti e voi ne siete i padroni; se mancate di riconoscere di esserne padroni e scegliete di essere i loro schiavi, non raggiungerete mai la meta. Diventate padroni e otterrete qualunque cosa. Riconoscere questi come vostri strumenti è tutto ciò che si chiama disciplina spirituale (sâdhanâ). Mantenete il corpo e tutti questi strumenti in buone condizioni con il cibo e gli indumenti adatti.
Aprite il cuore e chiudete la bocca. Oggi, noi apriamo la bocca e chiudiamo i nostri cuori; sprechiamo il tempo parlando troppo e tutto questo non serve a niente. Il cuore è molto prezioso; quindi apritene i cancelli: ciò non richiede alcuna pratica spirituale.

“Il corpo è il tempio e Dio vi risiede.”

Riconoscete che il corpo è il tempio di Dio, che Dio risiede nel vostro cuore.

Acquisite questa consapevolezza. Molte persone, con il pretesto della devozione, trascurano di prendersi cura del corpo, ma questo non è corretto; quando il corpo diventa debole, anche la mente lo diventa. Tenete il corpo, la mente, l’intelletto e la sostanza mentale in buone condizioni per aver successo nella disciplina spirituale. Ecco un esempio: nella camera da letto, voi avete il letto, il cuscino, il ventilatore al soffitto e il condizionatore d’aria; a che cosa servono se non riuscite a dormire? A che serve avere una mente, un intelletto e citta se non sapete ottenere la pace? Per che cosa ve li ha dati Dio? Ve li ha dati affinché raggiungiate la pace. Quando comprenderete di essere l’Âtma, saprete chi siete. Le persone pensano che la mente e l’intelletto siano i centri di controllo, ma il vero controllore è il cuore. Se si guarda all’esterno, non si trova la pace (peace); fuori ci sono solamente dei pezzi (pieces). L’essere umano ha fatto molti progressi fisicamente e materialmente, ma nei campi spirituale e morale è in discesa. Perché? L’egoismo è la causa fondamentale di tutto questo. C’è egoismo in qualunque cosa diciamo e in tutto ciò che facciamo; oggi, l’uomo è diventato schiavo dell’egoismo. Egli dovrebbe abbandonarlo e mettersi in contatto con Dio. La percezione, la vicinanza, l’identità e la fusione sono i quattro stadi della sâdhanâ; l’eguaglianza, l’amore, l’unità e la fratellanza sono essenziali per raggiungerli. Come si può acquisire lo spirito di unità con l’atteggiamento di vedere differenze in ogni dove? La beatitudine si ottiene realizzando l’unicità del Principio Atmico.

L’essere umano è depositario di tutti i poteri

Gli stessi cinque elementi fondamentali sono presenti in tutti i corpi, non c’è un sesto elemento. Dal non dualismo qualificato, noi dobbiamo procedere verso il non dualismo; questa è una prospettiva feconda. Nomi e forme possono essere differenti, ma i cinque elementi sono gli stessi in tutti, non c’è differenza alcuna.

“Il saluto reverenziale che fate a chiunque raggiunge Dio.”

“La critica che fate a chiunque raggiunge Dio.”

Secondo il Vedânta, ogni azione ha una conseguenza. Non c’è azione priva di un risultato buono o cattivo; esso può arrivare immediatamente, dopo molti giorni o mesi o vite. Se, ad esempio, state affettando un frutto e vi tagliate un dito, il sanguinamento inizia subito, per cui il risultato lo avete immediatamente. Un seme che mettete sotto terra impiega quattro o cinque giorni a germogliare, cinque o sei anni a diventare un albero, altri tre anni a dar frutto e ancora qualche giorno passa prima che il frutto maturi. Voi mangiate al mattino, ma ci vogliono alcune ore per digerire. Ogni azione ha una conseguenza anche se non sappiamo quando e dove si manifesterà.
La conseguenza dell’azione è inevitabile. Che azioni dovremmo quindi fare? Dovremmo agire con sentimenti divini: allora otterremmo la Beatitudine Divina. Le azioni relative al mondo, fatte con sentimenti legati al mondo, porteranno a risultati non permanenti. 
Âdi Shankara disse che l’essere umano non dovrebbe dimenticare Dio e dovrebbe scartare le cose temporali; esse procurano soltanto una soddisfazione temporanea, mentre i sentimenti, i pensieri e le azioni divini portano la beatitudine imperitura. Un uomo giovane può esultare per la sua bellezza e potenza muscolare, ma quanto durerà tutto questo? Il fulmine produce un lampo di luce brillante, ma questa è seguita subito dall’oscurità. Pertanto Âdi Shankara ammonì l’uomo: “Non essere orgoglioso della ricchezza, della progenie e della gioventù: il passare del tempo può distruggerle in un momento.”
Ogni cosa ha una reazione, un riflesso e una risonanza. Se dite Om rivolti verso l’interno di un salone ne sentite subito l’eco. L’aria compressa in un armonium produce suoni vari “do, re, mi ecc.”, ma la loro radice è un suono unico, la Om. Ogni suono origina dalla Om. In tutti c’è il Principio Divino. Nella Bhagavad Gîtâ, il Signore Krishna dice: “ConosciMi come seme di tutti gli esseri viventi.” Se piantate un seme di mango otterrete un albero di mango. Ogni albero ha molti rami, ogni ramo ha molti frutti e lo stesso tipo di seme è in ogni frutto. Da dove viene il seme?

“L’eterno Âtma che dimora in tutti gli esseri è una parte del Mio essere.”

Dio è il Seme Unico, l’universo è l’albero, le nazioni sono i rami e i ramoscelli, tutti gli esseri sono i frutti; Dio è presente come Âtma nella forma di seme. C’è un solo Principio Atmico ed è presente in ogni essere; senza sapere questo, noi scegliamo di odiare gli altri. Se riconosceremo la verità dell’unicità, non nutriremo alcun sentimento di odio verso gli altri. In noi ci sono molti poteri come quello magnetico, l’elettrico, quello del fuoco, il potere del laser ecc.; il corpo è come un generatore, gli occhi sono le lampadine, le orecchie gli altoparlanti, il cuore è l’interruttore principale e la mente è il cavo. Se disinserite l’interruttore principale, tutto si spegne: quindi tenetelo sempre inserito. In modo simile, considerate Dio il Residente, come il respiro vitale. Non c’è bisogno di andar cercando la Verità, la Rettitudine e la Pace in alcun luogo. Voi vedete qui molte lampadine accese: che cos’è che le fa risplendere? È la corrente elettrica o il cavo? Se indagate, scoprirete che tutti sono importanti. Considerate la Verità come la corrente, la Pace come la lampadina, la Rettitudine come il cavo e l’Amore come la luce che si effonde: se volete la luce dell’Amore, dovete avere la lampadina della Pace, il cavo della Rettitudine e la corrente della Verità. Così, tutti diventano uno.

“Un solo Âtma alberga in tutti gli esseri.”

Il Vedânta insegna molti metodi facili per giungere alla redenzione dell’essere umano, ma le persone non se ne interessano perché non lo capiscono. Se siete interessati, farete dei progressi spirituali. Se vi interessa, una scintilla potete farla diventare una fiamma. Ma, se al contrario, non vi interessa affatto, la scintilla si spegnerà già dopo i primi istanti.

Incarnazioni dell’Amore Divino!
Nutrite un sincero interesse; fate qualunque cosa in qualsiasi campo con interesse. Agite con interesse tanto in campo morale quanto spirituale o terreno: solamente così otterrete la ricompensa. Senza interesse, non si può ottenere niente. L’interesse più grande dovreste averlo per gli argomenti relativi a Dio. Riconoscete la relazione intima tra il corpo e Dio; il corpo è un arto della società, la società è un arto della Natura e la Natura è un arto di Dio. Chi è la fonte? Dio è la fonte; Dio è la base del Principio di Unità. Tutti gli organi devono lavorare in unità. Supponete che gli occhi vedano un frutto su di un albero e la mente lo desideri: esso non cade da solo: le gambe devono camminare in quella direzione, la mano e le dita devono coglierlo. Neppure allora il desiderio è soddisfatto: il frutto va messo in bocca, masticato e gustato, dopodiché lo stomaco deve digerirlo e deve inviarne l’essenza a tutte le membra. Si ottiene il risultato corretto solamente quando tutti gli organi fanno il loro lavoro onestamente. Ogni organo ha il proprio dovere particolare e tutti sono importanti: se uno solo di essi è debole, noi diventiamo infelici. Avendoci Dio donato una vita così piacevole, noi dobbiamo usarla per giungere al compimento.

Ogni lavoro è il lavoro di Dio

I devoti veri esprimono gratitudine a Dio dicendo:

“O Signore! Ti offro il cuore che mi hai dato;
che altro ho da offrire ai Tuoi Piedi di Loto come adorazione?
Ti prego di accettarlo con i miei umili reverenti omaggi.”

Questo è affidamento totale, sacrificio, devozione e compimento veri. Non c’è niente di più elevato e prezioso di questo. I diamanti e i gioielli d’oro sono considerati preziosi: chi ha dato loro valore? Solamente l’uomo, ma egli è molto più prezioso di tutte le ricchezze del mondo. In un contesto in cui il suo valore va diminuendo, come può egli recuperarlo? Deve ridurre i desideri al fine di aumentare il proprio valore. Dio e il mondo possono essere paragonati a un’altalena: se vi avvicinate a Dio, il mondo si allontana, se vi avvicinate al mondo, Dio si allontana. Dovete usare il potere di discriminazione e avvicinarvi a Dio al fine di portare a manifestazione tutto il vostro potere e valore. La Bhagavad Gîtâ, il Râmâyana, il Mahâbhârata, la Bibbia, il Corano sono soltanto dei cartelli indicatori: mostrano la Divina Meta. Pur usandoli, dovete comunque percorrere la strada da voi. Continuare a ripetere: “Kodaikanal, Kodaikanal” non serve a niente; per arrivarci dovete viaggiare. Dire: “Chapathi di patate, chapathi di patate” dieci volte non ottiene alcun risultato se non lo prendete in mano e lo mangiate. Fate contemplazione e pratica per ottenere la beatitudine. Non è il semplice parlare che conta: ciò che importa è l’azione. Oggi, le persone insegnano e basta, e non mettono in pratica ciò che comunicano. Noi leggiamo il Râmâyana, ma quanti seguono le ingiunzioni del proprio padre? Molto pochi. Il Signore Krishna dice nella Bhagavad Gîtâ: “Coloro che pensano a Me in tutte le circostanze Mi raggiungeranno certamente”, ma voi pensate a Dio solamente quando siete in difficoltà; questa è una devozione a mezzo servizio. Con una devozione a mezzo servizio, otterrete solamente una mezza soddisfazione. Dovete pensare a Dio sempre e in ogni situazione.

“In ogni luogo, in ogni momento e in ogni circostanza pensate a Dio.”

Considerate i lavori di casa come lavoro di Dio, i vostri affari come lavoro di Dio. Ogni lavoro è il lavoro di Dio. È una via molto semplice; Dio non vi chiede alcuna austerità.
Oggi le persone vivono nell’oscurità rendendo le loro vite miserevoli. Impegnatevi in azioni sacre per far sì che la vita umana sia soddisfacente. La devozione non consiste solamente nel cantare i bhajan. Essi sono necessari, ma fino a un certo punto. Dovete fondervi in Dio; Io e voi dobbiamo diventare uno. Non c’è assolutamente alcuna seconda entità.

“Dio è uno senza un secondo.”

Ci sono molti recipienti pieni d’acqua e c’è una sola luna che si riflette in tutti; i corpi sono come recipienti, la mente è l’acqua e in essa c’è il riflesso del Principio Atmico. C’è un sole unico che causa l’attività in tutto il mondo; non c’è un sole per l’America o per l’India. Allo stesso modo, c’è un unico Âtma che è presente in tutti. Comprendete questo segreto, comprendete correttamente questo Principio Divino.

(Bhagavân ha concluso il Discorso con il bhajan: “Bhavabhaya Haranâ Vandita Caranâ…”).

Kodaikanal il 28 aprile 1997,
Sai Shruti

(da “Sanâtana Sârathi”, gennaio 2016)

discorsi/1997/19970428.txt · Ultima modifica: 2016/10/22 12:35 da sathyamax