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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1998:19980925

19980925 - 25 settembre

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Il sentiero dell’Amore

Nota introduttiva:

Questa festa di 10 giorni è una delle più importanti del calendario indù ed è consacrata al culto della Madre Divina, della Mahâshakti (o energia divina) sotto i suoi tre aspetti. Comincia il primo giorno del ciclo lunare di settembre - ottobre e si suddivide in tre fasi:

1.Tre giorni consacrati al culto di Mahâkâlî (l’aspetto distruttivo, tamasico );
2.Tre giorni consacrati al culto di Mahâlakshmî (l’aspetto protettivo, conservativo, rajasico);
3.Tre giorni consacrati al culto di Mahâsarasvatî (l’aspetto creativo, satvico).

Questo triplice culto d’adorazione è coronato dalla celebrazione della vittoria della Madre Divina sulle forze dell’ignoranza, il decimo giorno del ciclo lunare, chiamato Vijâyadashamî.

Un altro giorno è considerato particolarmente favorevole: è l’ottavo giorno, chiamato Durgâshtamî.

Durante tutto questo periodo, i bramini praticano il grande rituale del fuoco, accompagnato dai canti degli inni vedici e dalla lettura di testi sacri che evocano le gesta di Durgâ, la Madre Divina, nei Suoi tre aspetti, contro le forze demoniache che assoggettano l’umanità. Questi testi sono, soprattutto, il Devî Mâhâtmyam e il Devî Bhâgavatam.

Swami presiede al rituale del fuoco dentro la sala del Pûrnachandra e tiene, solitamente, un Discorso quotidiano pomeridiano negli ultimi sette giorni della festa.

L’ultimo giorno del grande rito del fuoco è caratterizzato dall’aspersione di acqua consacrata sul pubblico dei devoti. Quest’anno, come l’anno scorso, Swami ha invitato i bramini a compiere questo rituale per la pace mondiale e per la protezione del pianeta.

“La vera Madre è la Verità, il vero padre è la Saggezza,
il vero fratello è la Rettitudine, il vero amico è la Compassione,
la vera sposa è la Pace, il vero figlio è il Perdono.
Ecco i veri parenti dell’individuo”.

Incarnazioni dell’Amore Divino,

In questo mondo, ogni individuo ha una madre fisica, ma l’umanità intera ha una madre unica e deve imparare a conoscerla.

Coloro che conducono un’esistenza completamente orientata verso il mondo esteriore, fisico, effimero, coglieranno con difficoltà i contenuti della spiritualità. Ma è essenziale che ogni individuo che cammina sul sentiero esteriore, impari a conoscere la Divinità immanente.

Ciascuno ha una madre. Colui che obbedisce a sua madre non deve mai affrontare alcun problema.

Le madri fisiche sono limitate dal tempo e dallo spazio e devono un giorno abbandonare il corpo; ma la Madre Verità resta identica nelle tre dimensioni di tempo (passato, presente e futuro), è valida indifferentemente per i tre mondi (fisico, sottile e causale) e trascende i tre guna (le qualità tamasica, rajasica e satvica).

Ogni individuo dovrà necessariamente obbedire a questa Madre nobile, divina, sempre giovane, a questa Madre Verità.

Il vostro vero padre è la Saggezza. Quella autentica non ha nulla a che vedere con la conoscenza sul piano fisico, materiale ed effimero.

La vera Saggezza è quella che conferisce l’esperienza della non dualità. Questa Saggezza è Verità.

I Veda esprimono questo concetto con la triade Verità, Saggezza, Infinito.

Il vostro vero fratello è la Rettitudine. Il Dharma1 varia secondo l’epoca, la religione e la tradizione; ma il Dharma supremo, la Rettitudine, vale per l’intera umanità, indipendentemente dalle differenze di casta, di nazionalità o di religione. Questo fratello è l’incarnazione stessa dell’Amore.

È pertanto da questa base che le espressioni più antiche della cultura di Bhârat (i Veda – N.d.T.) hanno messo l’accento sulla Verità e sulla Rettitudine.

Nella grande epopea del Râmâyana, Lakshmana, il fratello di Râma, personifica il principio del Dharma. Allorché Lakshmana cadde (svenuto) sul campo di battaglia, Râma si sentì triste e disse che avrebbe potuto nuovamente trovare una sposa come Sîtâ, e, probabilmente, una madre col carattere di Kaushalyâ, ma che non avrebbe mai potuto trovare un fratello come Lakshmana. Egli dichiarò: “È grazie alla presenza di Lakshmana al Mio fianco che la Mia divinità è potuta sbocciare”.

Il vostro vero amico è la Compassione. In questo mondo, l’amico di oggi può diventare il nemico di domani. Noi facciamo regolarmente esperienze di questo tipo, ma non possiamo trovare alcun amico che sia in grado di simboleggiare la Compassione. Infatti, il solo vero amico sul quale possiamo sempre contare, è la Compassione.

La vostra vera sposa è la Pace. Questa Pace è il prezioso gioiello conquistato dai santi. È la pietra preziosa che risplende sulla corona dei santi. È la strada regale in campo spirituale.

Il vostro vero figlio è il Perdono. Questa virtù del Perdono include tutte le altre. Infatti, essa è Verità, è i Veda, è Non Violenza, è Rettitudine e Pazienza.

Di conseguenza, la vera famiglia di ogni individuo è composta dalla Verità, dalla Saggezza, dal Dharma, dalla Pace e dal Perdono.

Se il mondo attuale è tutto in subbuglio, ciò è dovuto all’assenza di questi sacri parenti.

Incarnazioni dell’Amore Divino!

Voi dovreste ricordare in ogni istante il vostro vero padre e la vostra vera madre. Non potreste esistere senza il loro intervento.

Tutta la creazione è scaturita dalla Verità e in essa tornerà a fondersi.

Non esiste luogo ove la Verità non si manifesti. Essa è all’origine dell’intera creazione.

Questa Madre Verità è anche la vostra madre individuale ed è permanente. Gli esseri umani hanno la straordinaria fortuna di avere per madre la Verità, ma, purtroppo, l’umanità ha perduto ogni contatto con questa madre eterna e sacra. Non si vede più, da nessuna parte, la minima traccia di Verità. Occorre che la gente si metta alla sua ricerca, poiché la Verità, benché onnipresente, non è manifesta ai nostri giorni.

Il reale senso del rito di adorazione alla Madre Divina, che inizia oggi, è l’adorazione della Verità.

I nove giorni di Navarâtrî sono considerati come una celebrazione a favore di Devî, la Madre Divina.

Uno dei nomi attribuiti a Devî, è esattamente ‘Satya Svarûpinî’, che significa ‘Incarnazione della Verità’. Essere separato dalla propria madre è una cosa insopportabile per un bambino. Noi non dovremmo mai separarci dalla Verità. Se comprendiamo questa Verità e vi aderiamo completamente, il successo ci accompagnerà in tutte le nostre imprese.

I Veda sono propagatori di questo principio di Verità.

Molta gente al mondo conosce i Veda e altri libri sacri, ma sembra che la loro ottica sia distorta o stravolta. È solamente percorrendo il sentiero interiore che si può conoscere il reale senso dei Veda e dei testi sacri in generale.

Da tempo immemorabile i saggi e i santi si sottoposero a intense ascesi al fine di scoprire la Verità. Parecchi furono determinati a non abbandonare il tentativo finché non ne avessero ottenuto la visione.

In seguito, essi annunciarono al mondo che avevano visto Dio, che Egli è puro splendore, cioè fulgore indicibile, al di là di ogni tenebra, al di là dell’ignoranza e dell’inerzia (tamas).

Essi dichiararono che è possibile vedere Dio, perché Egli non è distante, in qualche paese lontano, ma dimora nel nostro corpo temporaneo.

I saggi ebbero la visione di Dio stabilmente insito in questo corpo evanescente!

Noi non dovremmo considerare senza valore questo corpo: esso è il tempio di Dio.

Questo corpo-tempio di Dio non è tuttavia utilizzato per fini sacri; in effetti la gente ne dispone per l’appagamento dei propri piaceri sensuali e per illusori obiettivi mondani.

Il corpo è assimilabile a una cassaforte che non ha valore in sé, ma che racchiude i gioielli più preziosi. In effetti, Dio stesso dimora dentro questo corpo senza valore, questo Dio di ineffabile splendore. Come si può screditare il corpo che conserva dentro di sé il gioiello più raro e prezioso, vale a dire il principio atmico? Il corpo deve essere mantenuto in buono stato e in condizione di servire il prezioso Âtma.

Le pietre preziose non possono che trovarsi dentro la terra, non sugli alberi o in qualche altro luogo. Parimenti, l’Âtma non deve essere ricercato che dentro il corpo.

Domandatevi perché non arrivate a scoprire in voi questo gioiello dell’Âtma.

Vi sono due ostacoli che ostruiscono il vostro passaggio sul sentiero spirituale: sono l’ego e l’attaccamento, in altri termini il sentimento di‘io’ e ‘mio’. La purezza si instaurerà nel vostro cuore solo dopo che avrete debellato questi due nemici.

Noi non siamo in grado di avere un cuore puro e una saggezza autentica a causa dell’ego e dell’attaccamento.

Qual è la forza del vostro attaccamento? Cha cosa hanno di particolare le persone o gli oggetti ai quali noi siamo attaccati? Se analizzeremo attentamente il nostro comportamento, saremo molto sorpresi nel constatare che nulla giustifica di fatto questo attaccamento. Ciononostante, esso diventa sempre forte.

Maggiore è il vostro attaccamento per le persone e le cose, maggiore sarà la vostra agitazione mentale. L’attaccamento vi mette in una condizione di angoscia e vi separa radicalmente dalla Gioia suprema. Non potrete così conoscere la felicità.

Se l’uomo vuole provare la pace e la felicità, deve anzitutto allenarsi al distacco. Ma attenzione: anche il distacco eccessivo è una forma d’attaccamento che ostacola la vostra strada verso la Liberazione.

L’ego è ancor più pericoloso. In tutti, esso è diventato una malattia incurabile.

Abbiate dunque cura di controllare attentamente l’ego e l’attaccamento al fine di potervi impegnare con solerzia nella ricerca dell’Âtma.

Nel corso di questi nove giorni di Dasara, alcuni leggono testi sacri quali il Devî Bhâgavatam, il Râmâyana o il Mahâbhârata. Essi indirizzano la loro adorazione ai differenti aspetti della Madre divina, quali Durgâ, Lakshmî, Sarasvatî. Questa Trinità è inerente al principio di Verità.

Per esempio, la Dea Gâyatrî è rappresentata con tre teste; esse indicano i tre aspetti che Gâyatrî racchiude in Sé e che sono rispettivamente:

  • Gâyatrî, l’aspetto che presiede ai sensi;
  • Sâvitrî, l’aspetto che rappresenta la forza vitale;
  • Sarasvatî, l’aspetto che simboleggia il linguaggio e l’espressione in generale.

Questi tre aspetti sono parti integranti del principio di Verità.

Il Gâyatrî Mantra comincia così: “Om bhûr bhuvah svah”.

Bhûr si riferisce al corpo fisico e significa ‘materializzazione’; bhuvah si riferisce al prâna, o energia vitale, e significa ‘vibrazione’; svah si riferisce all’Âtma e significa ‘radiazione’.

Il signor Venkataraman, il precedente oratore, ha detto che la materia si trasforma in energia e l’energia in materia.

Questo è vero, da un punto di vista scientifico, per gli scienziati; secondo il Mio punto di vista, invece, materia ed energia non esistono separatamente l’una dall’altra. La materia è energia e l’energia è materia. Esse sono interdipendenti e connesse.

È un errore dire che esse si trasformano l’una nell’altra. Infatti non esiste materia in questo mondo: tutto quello che vedete è energia e solamente energia.

È la divina Shakti, il principio dell’Energia, che noi adoriamo in questi nove giorni di Dasara. Verità, Rettitudine, Pace, Perdono sono manifestazioni di questa divina Shakti.

La Verità è la causa prima. In effetti non esiste nient’altro all’infuori di essa. Tutte le energie e facoltà sono presenti all’interno della Verità. Di conseguenza, noi dovremmo considerare questa Verità come nostra Madre e obbedire alle sue indicazioni. Se dimenticate vostra madre, che accadrà? Non dimenticate mai la vostra Madre Divina. L’adorazione della Madre, in questi nove sacri giorni, equivale all’adorazione della Verità.

I Veda invitano a queste due osservanze:

Satyam vâda dharmam chara
Dite la Verità, agite nella Rettitudine.

Sfortunatamente la gente oggigiorno non segue assolutamente più questi due comandamenti ed è per questo motivo che soffre tanto.

In effetti, Verità e Rettitudine sono vostri parenti, vostri protettori, ma, se essi sono tenuti in disparte, chi vi proteggerà?

Attualmente la gente ripone la propria fiducia nella menzogna e nella corruzione: è per questo che l’umanità patisce sofferenze mai precedentemente provate.

Gli antichi consideravano la Verità e la Rettitudine come le due ali del grande uccello della Saggezza. Essi seguivano i dettami della propria coscienza e si informavano sul valore e la giustezza delle cose prima di impegnarsi nell’azione. Oggigiorno, invece, questo atteggiamento saggio è completamente scomparso.

Molte persone affermano di essere alla ricerca della Divinità, ma, in realtà, non si pongono neppure le questioni fondamentali. La ricerca del Divino risale alla notte dei tempi e continua ai nostri giorni; essa, tuttavia, richiede una grande sincerità con se stessi.

Se seguirete realmente il sentiero della Verità troverete la Divinità davvero ovunque.

Eccovi un piccolo esempio. Voi vedete vostra madre, vostra sorella, vostra moglie, vostra figlia: sono tutte femmine, ma voi provate per ciascuna di esse, singolarmente, un sentimento differente. Guardate vostra madre con tenerezza filiale, vostra sorella con sentimento fraterno, vostra moglie con affetto, vostra figlia come parte di voi stessi.

È lo stesso occhio che vede queste donne, ma quale approccio particolare avrete con ciascuna di esse? Se verranno stimolati tali interrogativi, un po’ alla volta vi avvicinerete alla Verità. È ciò che si definisce ‘ricerca della verità’.

Comprendete bene questo: se vi accontenterete dell’evidenza immediata (percezione diretta) dei nomi e delle forme, non accederete mai alla Verità. In effetti, tutto quello che voi vedete con gli occhi fisici è destinato a perire e a scomparire.

Esiste una quantità infinita di cose che voi non vedete e che non conoscete.

Nella vita abituale del mondo esteriore, la gente si basa solo su quello che percepisce direttamente, ma questa percezione immediata non è affatto esatta e non rappresenta la Verità nella sua totalità: essa si riferisce esclusivamente ad aspetti limitati della realtà.

Vedete, ad esempio, una persona alta un metro e cinquantadue centimetri, che pesa quarantacinque chili, di carnagione chiara, ecc. I vostri occhi percepiscono queste caratteristiche, ma voi non potrete mai conoscere questa persona basandovi solo sulle sue caratteristiche esteriori. Le apparenze sono ingannevoli. Per conoscerla, occorrerà prendere in considerazione tutti i tratti invisibili della sua personalità, quali l’amore, la compassione, la collera, la crudeltà, ecc. È completamente insensato far riferimento solo al nome, alla forma e alle apparenze esteriori. La percezione immediata non è la Verità.

Non è possibile ottenere la manifestazione diretta di Dio, perché Dio è l’incarnazione della Verità e della Rettitudine, ed è onnipresente.

Praticate dunque questi due princìpi, fate l’esperienza della Divinità immanente e la beatitudine arriverà in modo del tutto naturale. Vivrete, così, nella soddisfazione del Sé.

La Coscienza è il testimone di tutti i processi. Se non obbedite ai dettami della vostra coscienza, tutta la vostra vita sarà destinata a diventare profana.

L’Âtma è il testimone eterno.

Questo Âtma si manifesta come Coscienza ed è onnipresente. È in ogni individuo e in ogni creatura. È senza forma, senza attributi, eterno, vittorioso, senza nascita, immacolato, immortale.

Chi mai potrà sondare la natura del principio atmico?

Voi parlate della Verità come se foste idonei a comprenderla! Non sapete neanche che quello che percepite è solo una verità fisica deformata.

Voi siete convinti che la Verità consista in quello che vedete e udite, ma tutto ciò non è che percezione sensoriale confinata ai sensi. L’Âtma è al di là dei sensi.

Allora, come si può conoscere questo principio atmico? Voi non avete bisogno di cercare molto lontano: volgete semplicemente lo sguardo all’interno di voi stessi. Cercate il contatto con la vostra coscienza. Voi vi attendete di avere, un giorno, la visione di Dio, ma l’avete già e non lo sapete!

I Veda affermano:

Colui che vede la Verità, ma sostiene di non vederla, è un pazzo!

In effetti, tutto quello che vedete è divino, ma voi lo considerate semplicemente come ‘la natura’.

Colui che possiede una visione atmica vedrà l’intera natura come divina. Se, al contrario, la vostra ottica non è che fisica, terrestre, mondana, non vedrete che il mondo fisico.

Tutto l’universo è impregnato della presenza di Vishnu. I nomi e le forme variano, ma l’Âtma è uguale in tutti. Fate ogni possibile sforzo per capire bene il principio dell’unità.

Per comprendere adeguatamente questa unità, dovrete volgere la visione verso il centro di voi stessi, perché la conoscenza del proprio Sé equivale alla conoscenza di Dio.

Conosci te stesso. Non c’è altro particolare sentiero per conoscere la Verità. Dovete cercare la Divinità interiore con un cuore puro e senza ego.

L’Amore è Verità.
La Verità è Amore.
L’Amore è Rettitudine.
La Rettitudine è Amore.

Tutti gli esseri umani, un giorno o l’altro, fanno l’esperienza della fame e della sete, non è vero? Dovreste sentire una fame insaziabile per Dio. Certe persone qualificano questo atteggiamento pura demenza, ma, di fatto, i veri dementi sono coloro che non hanno fame di Dio. Ciascuno persegue la propria fede, le proprie convinzioni e fa le proprie esperienze, e nessuno ha il diritto di impedire agli altri di perseguire il proprio sentiero.

Nessuno ha il diritto di criticare. È la vostra coscienza che vi guida e vi indica la via.

Il corpo passa attraverso numerosi differenti stadi dalla nascita alla morte, mentre l’Âtma si situa al di là della nascita e della morte perché non ha inizio né fine.

L’Âtma è eterno e permea tutte le cose. È il Brahman.

Chi è Brahma? È forse quel personaggio divino che è descritto nei libri come avente quattro teste? No sicuramente! Brahma significa spazio senza limiti. Ovunque voi posiate lo sguardo, non vedrete che espansione. L’Amore espansivo è Dio. Al contrario, l’amore limitato al corpo è morte totale. È per questo che vi dico:

“L’Amore è Dio. Vivete nell’Amore”.

Non dovreste mai contrarre meschinamente il vostro amore e limitare i vostri sentimenti a ‘mio figlio’, la ‘mia casa’, la ‘mia nazione’, ecc. Espandete il vostro amore all’infinito.

In matematica 1+1+1+1 fa 4. Il numero aumenta o diminuisce in base all’1 aggiunto o sottratto, ma, nella matematica spirituale, Âtma+Âtma+Âtma dà sempre Âtma. Nulla cambia, perché l’1 spirituale, l’‘Io’ supremo, è Âtma. Questo ‘Io’ è Brahman (Aham brahmâsmi). Questo ‘Io’ è il nome di Dio.

Com’è possibile conoscerLo? Perseguendo il sentiero della Verità! Infatti, solo la Verità esiste; non esiste affatto la falsità. Dal vostro punto di vista la menzogna può esistere, ma si tratta di un errore ottico da parte vostra. L’errore è in voi, non nella creazione.

Se portate degli occhiali con le lenti colorate, vedrete che tutto avrà la tinta delle vostre lenti, ma si tratta di un’alterazione esteriore che non tocca la natura di ciò che voi vedete.

Il principio stesso della creazione è la Divinità.

Tutto è espressione di Brahma.

Amate dunque tutto e tutti come Brahma. Vedete Brahma in tutti gli esseri: allora non vi sarà più possibile trasmettere alcuna vibrazione d’odio o di avversione verso alcuno.

Per quale motivo il mondo è tanto agitato in questo momento? A causa della mancanza di equanimità. Questa equanimità è indispensabile perché l’Amore possa svilupparsi in voi.

Incarnazioni dell’Amore Divino,

In questi sette giorni di rituale, passeremo per sette differenti tipi di adorazione. È quello che viene chiamato saptahan.

Perché questa sequela di sette giorni di rituale? In numerologia il numero 7 ha un’importanza enorme. Abbiamo, ad esempio, le 7 note musicali, i 7 mondi, i 7 oceani, i 7 rishi (saggi), i 7 colori dell’arcobaleno, ecc.

Tutto questo è in voi stessi. Non c’è nulla che sia al di là di voi. È un errore considerare Dio come separato da voi e cercarLo all’esterno. Voi siete Dio. Purtroppo, però, vi identificate con il corpo, credete di essere questa forma umana e vivete nell’illusione.

Il corpo è simile a una bolla sulla superficie dell’acqua e la mente è una scimmia pazza. Come potete riporre tutta la vostra fiducia in questi due strumenti transitori?

La bolla può scoppiare in qualunque momento; la scimmia può cadere dall’albero.

Obbedite solo alla vostra coscienza: allora sarete soddisfatti di voi stessi.

Hridaya (il cuore spirituale) è il simbolo dell’Âtma. Esso è la dimora di Dio. Non dovranno emergere che qualità nobili e divine da questo cuore.

Se avete nel cuore impulsi di gelosia, di odio, di collera, di lussuria, esso non può essere altro che la tana di un animale, non certamente la dimora di Dio.

Se alimentate amore, compassione, mansuetudine, umiltà, allora sarete veramente Dio.

Si è dato inizio al rituale di Navarâtrî (Dasara) al fine di proteggere e favorire in noi gli aspetti sacri e divini. Durgâ, Lakshmî e Sarasvatî simboleggiano rispettivamente i tre attributi: tamas, rajas e sattva.

Gli aspetti satvici emergono dal cuore, quelli rajasici dalla gola e quelli tamasici dalla lingua.

Hridaya è il centro della Pace e dell’Amore.

Affinché possiate esser considerati autentici esseri umani dovrete essere pieni di Pace. La Pace è una qualità satvica.

Voi tutti conoscete il nome di Dasharatha. Chi è Dasharatha? È il re di Ayodhyâ? No! Dasharatha si riferisce al corpo e significa i cinque sensi di percezione e i cinque sensi d’azione. Dasharatha è il padrone dei dieci sensi. Il corpo è simile a un carro e Dasharatha ne è l’auriga. Egli ha tre mogli: esse rappresentano i tre guna (tamas, rajas, sattva); ha pure quattro figli: questi simboleggiano i quattro obiettivi dell’esistenza. Dharma (la Rettitudine), Artha (la Prosperità), Kâma (il Desiderio), Moksha (la Liberazione)2. Essi sono i quattro sentieri spirituali.

Ayodhyâ è la capitale di Dasharatha. Ayodhyâ significa ‘luogo dove nessuno può entrare’.

Questo vuol dire che nessuna cattiva qualità può espugnare Hridaya (il cuore spirituale).

Ogni cosa è in voi stessi. L’universo intero è in voi. L’uomo intraprende viaggi avventurosi nello spazio per pura ignoranza. Voi potete andare in qualunque posto, cambiare casa e la gente che vi circonda, ma non vedrete altro che questo mondo.

Viste da una certa distanza, le cime delle montagne possono sembrare arrotondate e facili da scalare, ma, se vi avvicinate ad esse, vi renderete conto che non è affatto così. È la distanza a tessere un velo illusorio sull’oggetto.

Fintantoché considererete il Kailâsa, il Vaikuntha e lo Svarga3 distanti da voi, sarete ossessionati dall’idea di raggiungerli, ma, in realtà, questi sacri luoghi sono nel vostro cuore spirituale. Il paradiso è la vostra gioia e l’inferno è la vostra infelicità. È il vostro atteggiamento mentale che si chiama ‘paradiso’ o ‘inferno’. Questi concetti non sono separati l’uno dall’altro e sono in voi stessi.

La vostra sofferenza è il vero inferno; ma da dove proviene? È la reazione che deriva dalle vostre azioni. Ad ogni azione corrispondono una reazione, un riflesso e un’eco che sono insiti nel vostro cuore.

Buddha fece penitenza per sei lunghi anni, poi, un bel giorno, aprì gli occhi e dichiarò di aver afferrato il malfattore. Chi era questo furfante? La Sua mente!

Egli comprese che la mente era la causa primaria di tutte le Sue sofferenze. Se controllate la mente non soffrirete mai più.

L’uomo moderno non ha più alcun controllo sulla mente. Winston Churchill dichiarò: “L’uomo ha conquistato tutto, in qualunque settore, ma non è mai riuscito a conquistare se stesso”.

In effetti, gli uomini d’oggi si sforzano, ad ogni istante, di ottenere tutte le informazioni possibili, senza tuttavia riuscire a conoscere il proprio Sé.

Conosci te stesso e sarai in grado di conoscere tutto il resto.

È ciò che le Upanishad affermano in questi termini: “Cerca di conoscere e di sperimentare ciò per mezzo di cui tutto può essere conosciuto e sperimentato!”

Si tratta della beatitudine atmica, che è eterna e suprema.

La vera felicità è l’unione con Dio.

Se sceglierete il mondo, non sarete mai felici e non conoscerete la pace.

La vostra felicità può esistere solo quando siete in unione con Dio.

Il cuore umano è spesso paragonato all’oceano di latte (kshîra sâgara), ma questo oceano di latte si sta trasformando in un oceano di sale (kshâra sâgara).

Il Signore Vishnu giace disteso su questo oceano di latte e si culla sulle onde. Questo significa che Egli dimora dentro i nostri cuori, ma, se noi lasciamo che l’oceano di latte diventi uno kshâra sâgara, allora le balene e gli squali (i nostri tratti negativi – N.d.T.) vi entreranno e vi dimoreranno.

Il Signore Vishnu può dimorare nel nostro cuore e giacervi disteso solo a condizione che esso sia totalmente puro, sacro, disinteressato.

Il latte è bianco e puro esattamente come deve essere il vostro cuore.

Se comprenderete la Divinità non avrete bisogno di cercarLa altro che in voi stessi.

Dio è con voi, in voi, sopra di voi, sotto di voi, attorno a voi.

Nessuno vi è più intimo di Dio. Egli vi è più vicino della vostra madre fisica.

AdorateLo dunque in quanto Madre e Incarnazione della Verità.

Io inizio sempre i Discorsi con dei versetti vedici o una poesia telugu e concludo con un bhajan. Sapete che cosa rappresentano?

I versetti d’apertura sono come un piatto, il Discorso una serie di vivande prelibate, poste, via via, in esso e il bhajan finale il piatto che li ricopre.

Non considerate questo pasto come un medicina, che si prende a piccole dosi.

Considerate tutto ciò come un banchetto, e gustate in abbondanza il cibo che vi metto a disposizione. Sperimentate e godetevi questo banchetto.

Studenti! Incarnazione dell’Amore Divino!

Nella vostra vita quotidiana, accumulate un gran numero di nozioni, ma, in primo luogo, cercate di conoscere i vostri errori e di correggerli. Allora, diventerete veramente ‘umani’. L’Amore è essenziale per diventare un essere umano completo.

Se seguirete il sentiero dell’Amore, tutto si trasformerà, per voi, in puro Amore.

(Swami conclude il Discorso cantando il bhajan: “Prema Muditâ Manase Kaho Râma Râma Râm…”).

Prashânti Nilayam, Sai Kulwant Hall, 25 settembre 1998,

Festività di Dasara

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