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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:1999:19991119

19991119 - 19 novembre

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

CUORE DI MADRE

Swami canta:

Più fragrante del dolce profumo dei fiori di gelsomino e di champak,
più morbido del burro e della panna,
più brillante dell’occhio del pavone,
più piacevole del fresco chiarore della luna,
è l’amore della propria madre.

Incarnazioni dell’Amore Divino,

a questo mondo ogni cosa mobile e immobile non è altro che Shiva Tandava, la Danza Cosmica di Shiva. Ciò è straordinario, meraviglioso e al di là della comprensione umana.

L’alternarsi del giorno e della notte, del piacere e del dolore, della nascita e della morte, è senza fine. Come la nascita e la morte sono naturali, così la rettitudine e la corruzione, fanno ugualmente parte dell’ordine delle cose. Allorquando la rettitudine cresce, la corruzione diminuisce e viceversa.

Gli esseri umani, uomini e donne, sono i responsabili di questo movimento di innalzamento e di declino della rettitudine e della corruzione. Gli esseri umani vivono sotto l’effetto dell’illusione, perché non sono capaci di comprendere la loro Divinità interiore; pensano che la Divinità sia separata da loro.

Sumati ebbe la forza di fermare il sorgere del sole per salvare la vita del suo sposo.

Savitri fu in grado di cambiare il destino riportando in vita il marito deceduto.

Da dove proviene questa forza nell’essere umano? Allorché egli cerca di mettere in pratica tutte le virtù, le qualità divine di Verità, di Rettitudine e di Bellezza si manifestano in lui. Questo potere divino esiste nell’uomo allo stato latente, invisibile.

Kamsa tentò di uccidere la propria sorella Devaki. In quel momento Vasudeva, marito di Devaki, intervenne e cercò di salvarla. Da dove provenivano la sua forza e la sua capacita? Non poteva essere che il potere divino innato nell’uomo.

Questi poteri non sono di quelli che si possono ottenere con fatica. Essi sono immanenti in voi e si manifestano quando dimenticate la vostra limitata umanità per non pensare ad altro che a Dio.

Ma, dimenticando la propria natura divina, l’uomo segue le sue pratiche spirituali per raggiungere Dio, con la convinzione che Dio sia separato da lui.

Ciascuno si rivolge a Dio con nomi differenti, Lo chiama Rama, Krishna, Ishvara, Allah, Gesù o altri nomi ancora. Tuttavia non esiste che un solo potere fondamentale alla base di tutti questi nomi. Tale potere unico è la reale forma di Shiva-Shakti ed è onnipresente.

Questo mondo ha un nome molto significativo: Bhavani-Shankara.

Bhavani significa onestà, fervore, serietà. Shankara vuol dire fede. Ciò sta ad indicare che il mondo poggia fondamentalmente sui due princìpi di onestà e di fede.

L’uomo può assumersi vari compiti e lavorare con fede, con questo Shankara.

Shankara è la stessa forma di Bhavani e viceversa. Di conseguenza, il mondo è l’espressione del divino Ermafrodito (dotato allo stesso tempo di caratteristiche maschili e femminili), chiamato in sanscrito Ardhanarishvara.

Quali che siano le forme e il nome che adorate, essi hanno sempre fondamento nel fervore e nella fede. Ciò significa che senza fervore e fede non si può ottenere nulla.

Recitano i Veda: “La saggezza si ottiene con il fervore e la fede”.

È grazie alla fede e all’intenso anelito che l’uomo realizza la Divinità. Così l’intero universo è la forma autentica del fervore e della fede o dell’Ardhanarishvara.

Su tale base, tutti gli individui nati in questo mondo sono indicati come “signora” o “signore”. “Signora” simboleggia il principio di onestà, fervore, e “signore” il principio di fede. L’unità di questi due princìpi simboleggia la divinità dell’uomo.

In effetti Bhavani è dentro il corpo, così come Shankara è dentro la mente. Il terzo principio, l’Atma, è la combinazione di fervore e fede.

Siamo dunque ben certi che la Devozione, la Saggezza e il Distacco sono assolutamente divini. Questi tre princìpi corrispondono ai tre poteri: la Volontà, la Conoscenza e l’Azione.

La Volontà è la forza del mondo, degli elementi. Essa si rapporta al corpo fisico. La Conoscenza è relativa all’Atma. L’Azione è la forza mentale in voi.

Ecco perché Io vi dico sovente che non siete una sola persona, ma tre: ciò che pensate di essere è il corpo fisico; quello che gli altri pensano di voi è il corpo mentale; ciò che siete realmente è la forza dell’Atma. Questo mondo divino possiede dunque Volontà, Conoscenza e Azione. Tale energia divina, fatta di tre energie combinate, è onnipresente. Nessuno può ignorare che ciascuno dovrà fare lo sforzo di comprendere il sacro principio della triplice energia divina.

Ovunque voi posiate lo sguardo, la Divinità è presente. Anche voi siete Dio; purtroppo non siete in grado di comprendere questa Divinità.

Recitano i Veda: “Con le Sue mani, i Suoi piedi, i Suoi occhi, la Sua testa, Dio permea l’intero universo”. Tutto ciò che percepite è la forma dei Suoi piedi, delle Sue mani, della Sua testa, della Sua bocca e delle Sue orecchie.

Potete ingannare chiunque, ma non Dio; potete agire all’insaputa del mondo. No, no! Egli osserva tutto e Si trova sempre dietro di voi. In tutte le vostre azioni è Lui che agisce.

Il principio dell’Atma permea tutti gli esseri umani. È presente in ogni creatura e dimora in essa come il Residente Interiore. L’Atma si manifesta dunque in tre princìpi: il livello grossolano o denso, il livello mentale e il principio situato oltre il mentale, l’intelletto.

Dobbiamo vivere secondo questi tre livelli di fede. È solo con l’esercizio e la pratica che si può raggiungere lo scopo. Potete intraprendere quante pratiche spirituali desiderate, ma, senza la grazia del fervore e della fede, sarà uno sforzo inutile. Viene dato un nome a ogni forma, a ciascun corpo, ma né le forme né i nomi sono importanti perché essi cambiano.

Il corpo fisico è paragonabile a una bolla di sapone e la mente si comporta come una scimmia pazza. In che modo possiamo considerarli come entità permanenti e stabili? C’è infatti qualcosa in essi di vero e permanente, è la Divinità. Questa Divinità, come dice il verso sanscrito, ha le mani, i piedi, la testa, la bocca, le orecchie in ogni luogo. Essa pervade tutto; è veritiera, reale, sacra. Tale qualità divina è innata nell’uomo, in ciascun individuo. Ecco perché dovremmo fare tutti gli sforzi possibili per conoscere e comprendere la nostra Divinità interiore.

Dove attinse Sumati la forza di fermare il sorgere del sole? Sulla spinta dell’amore che provava per suo marito, fu in grado di svegliare in se stessa l’energia divina e fermò il sole nel suo percorso. Allorquando questo fervore, questa sincerità, aumenta, suscita una profonda fede. L’albero cresce a mano a mano che le sue radici penetrano profondamente nel terreno. L’albero della fede può espandersi solamente in proporzione all’affinarsi e all’approfondirsi della sincerità. Senza fervore e fede, nessun nome, nessuna forma vi saranno di alcun aiuto.

Molte persone si impegnano a compiere rituali e discipline spirituali di ogni genere per raggiungere Dio, ma queste pratiche non servono che a procurarvi soddisfazioni fisiche e mentali e null’altro. Narada esplorò i nove sentieri della devozione.

(Swami intona i seguenti versi:)

Ascolto dei testi sacri,
canto delle lodi a Dio,
ricordo costante del Signore,
servizio reso ai Piedi di Loto del Signore,
profondo rispetto di tutto e di tutti,
adorazione di Dio nei riti,
servire tutti indistintamente,
amicizia per Dio,
sottomissione totale.

Tutte queste pratiche non sono, in effetti, che pratiche spirituali impermanenti. L’atteggiamento fondamentale in tutte queste pratiche devozionali consiste nel percepire che l’intero universo è la forma di Dio.

Dio e l’universo sono interdipendenti. La relazione che esiste fra essi è quella di causa ed effetto. L’incontro dei due dimostra il permanente nell’impermanente. Questo concetto è espresso dai Veda nei seguenti termini: “Sebbene immobile, Egli si muove”. Sebbene Dio sia assolutamente immobile, Egli compie tutte le azioni.

Ecco un esempio che può chiarire ciò.

Una sera voi mangiate, poi andate a dormire. Il vostro corpo giace sul letto, ma voi sognate e fate un mucchio di cose. Nel sogno vi spostate in parecchi luoghi e vivete dei turbamenti, dei pericoli, delle gioie e dei dispiaceri di ogni genere. Come associate questi due atteggiamenti? Nel sogno vi muovete liberamente, mentre il vostro corpo è immobile sul letto. Di conseguenza, tutte le esperienze che fate, le difficoltà, i pericoli, i piaceri e i dispiaceri esistono unicamente nel vostro sogno. Tutto ciò che sperimentiamo nel presente è unicamente un sogno.

L’Atma è l’unica realtà permanente. L’Atma è immutabile e il resto è mutevole. L’umanità è fondata sull’unità di questi due aspetti: mobilità, cambiamento e immobilità, permanenza.

(Swami canta:)

Fra tutte le cose create, la nascita umana
è la più difficile da ottenere

La natura umana è molto difficile da ottenere, essa è rara, superiore, meravigliosa, piena di qualità straordinarie. Non tutti gli esseri viventi sono qualificati per nascere come esseri umani; d’altra parte non tutti gli uomini possono fare l’esperienza interiore di Dio. La maggior parte di essi, dentro di sé, cercano un contatto con la Divinità attraverso dei rituali d’adorazione degli idoli. Questi uomini prendono Rama, Krishna, Ishvara, Allah, Gesù, ecc. quali idoli, come oggetti d’adorazione e rivolgono ad essi tutti i loro rituali e le loro pratiche.

Non è che un modo di vedere transitorio, impermanente, una visione falsa e inutile! È un’adorazione della forma senza qualità. A che serve ripetere atti di adorazione di questo tipo? Ogni individuo deve prendere parte alla vita sociale e allo stesso tempo adorare la forma autentica della Coscienza interiore. Questo è l’aspetto Shiva, il Principio eterno.

Dovremmo dunque distogliere gradualmente la nostra attenzione dalle cose esteriori, fisiche e materiali e fissarla sull’unione con l’Atma, su ciò che è relativo a Dio e su ciò che ci conduce allo scopo dell’esistenza.

Oggigiorno dimentichiamo completamente questa verità. Voi vedete quanto Dio ami gli esseri umani, ma non fate altro che considerare il vostro amore per Lui. È un errore! Dovreste considerare quanto Dio vi ami e l’associazione di queste due dimensioni dell’amore vi permetterà di sperimentare la Divinità. Dio è senza attributi, senza macchia, eterno, permanente, ultimo rifugio, puro, cosciente, libero, manifestazione della sacralità. Il principio atmico possiede questi attributi. Dimentichiamo dunque poco a poco le illusioni del mondo e sviluppiamo la Coscienza interiore.

Nulla è più elevato della Coscienza, Chitta. La gente pensa abitualmente che chitta significhi cuore, ma non è esatto. Si tratta di Sat-Chit-Ananda. Sat, la verità, è permanente; Chit, la Coscienza, è completa, integrale. La combinazione dei due suscita Ananda, la Beatitudine.

Sat è ciò che è vero e che perdura attraverso le tre dimensioni di tempo (passato, presente, futuro). È sempre dolce e soave. Prendete dello zucchero in una mano e nell’altra dell’acqua, simbolo della saggezza piena e completa. Lo zucchero rappresenta le qualità divine, eterne e autentiche. Mescolate ora l’acqua e lo zucchero; non avete più né acqua né zucchero, ma uno sciroppo. Allo stesso modo dobbiamo mescolare, combinare i princìpi di Verità e Coscienza.

La dimensione globale della verità è, secondo i Veda, Om Tat Sat. Om significa il Supremo Assoluto; Tat è “Quello”. Non esiste più grande Beatitudine di questo.

Voi aspirate tutti a sperimentare la gioia. Di che tipo di gioia volete fare esperienza? Le gioie transitorie che ricercate vi scivolano fra le dita in un istante; non hanno alcuna permanenza. Ricerchiamo piuttosto l’esperienza della Beatitudine eterna e vera.

Essa sola è la vera gioia e la caratteristica interiore dell’Atma. L’Atma non ha forma, ma noi potremmo dire che la Beatitudine è la sua forma. Non si può valutare la Beatitudine, si può solamente farne esperienza.

Incarnazioni dell’Amore Divino,

(Swami canta:)

Alla nascita l’uomo non porta al collo alcuna ghirlanda,
perle, pietre preziose o catene d’oro.
Nessun diamante, nessuno zaffiro splende al suo collo.
Tuttavia c’è una catena; sì, ne ha una attorno al collo:
è la catena dei meriti o demeriti delle sue azioni passate.
Brahma ve l’ha passata attorno al collo senza romperla
e vi manda nel mondo con questa pesante ghirlanda.

La ghirlanda, molto pesante e densa, è il corpo che esce dal ventre materno. Ecco perché le Scritture dicono: “Considera tua madre come Dio. Considera tuo padre come Dio”.

Il cuore materno, dunque, è fondamentale e uguale a Dio per la vostra protezione e il vostro benessere.

Conoscete tutti il signor Ashok Singal, segretario generale del Vishva Hindu Parischat. Mi ha domandato: “Swami noi desideriamo ardentemente costruire un tempio a Râma. Ti prego, indicaci il luogo esatto ove Rama è nato. È nato nel posto che noi abbiamo scelto per un tempio o è nato dove i mussulmani si dedicano ai canti sacri?” Gli risposi: “Testa sventata! Non è né qui né là, ma dentro il ventre di Kaushalya, Sua madre!

Così ogni Avatar, ogni individuo e ogni energia nascono dentro il ventre di una madre.

(Swami canta:)

Dio ci è più intimo della nostra stessa madre
e più vicino di nostro padre

Così la Divinità è al di là di tutto; è il principio di Ishvara. Questo principio si manifesta attraverso il So-Ham. Dunque, quando il processo della respirazione comincia, si afferma la Divinità. In questo caso, So prende il senso di “sincerità, profondo interesse” e Ham rappresenta la fede. Attraverso la congiunzione delle due sillabe si afferma: “Io sono Dio”. Questa affermazione corrisponde alla massima vedica Tat tvam asi, “tu sei Quello”.

Così, ogni individuo nasce dal seno materno e ottiene, allo stesso tempo, la reputazione e il prestigio della madre. È necessario che il bambino diventi un giovane uomo buono e virtuoso.

Prahlada nacque dall’unione di Lilavati e Hiranyakashipu. Suo padre agì come un demone, ma Prahlada si elevò al di sopra dei suoi genitori. Possedeva la visione divina che gli permetteva di percepire l’onnipresenza di Dio. Quando dunque fu torturato a colpi di coltello, egli ripeté senza sosta Narayana, Narayana, Narayana. Morso dai serpenti, non smise di cantare Narayana, Narayana, Narayana… Gettato dalla cima della montagna, continuò a cantare Narayana, Narayana, Narayana… Precipitato nelle profondità dell’oceano, il suo cuore ripeteva Narayana, Narayana, Narayana…!!

Grazie alla fede incomparabile che emanava dalla sua Coscienza, dal suo spirito, Narayana, Dio, lo protesse in tutte le circostanze.

Così il mondo intero è contenuto nella nostra Coscienza, che oggi trascuriamo. Il nostro spirito è colmo di desideri mondani. Nostro obiettivo immediato dovrebbe essere quello di rispettare nostra madre e cercare di mantenere stabile il suo prestigio e la sua dignità.

Per questo, l’istituzione del 19 novembre, come Giornata della Donna, ha un senso profondo; ogni individuo dovrebbe adeguarsi a sua madre.

Qualche volta, quando la madre non possiede cultura sufficiente né discernimento, ditele gentilmente: “Mamma, tu non sai; ho fatto dei lunghi studi e sono in grado di comprendere le cose. Tu dovresti ugualmente tenere in considerazione la mia soddisfazione”. Parlatele con amabilità. Quando qualcuno comprende il punto di vista dell’altro, i rapporti familiari divengono armoniosi. Per tale motivo, nessun disaccordo sorgerà.

Purtroppo, noi tendiamo a dimenticare quel principio supremamente sacro della devozione alla madre. Così, non cancelliamo unicamente la qualità della nostra devozione, ma anche la nostra fede. Noi mettiamo la nostra fede fra le cose temporali, ma la nostra fede nel campo spirituale non si rafforza.

Nulla è superiore alla devozione, bhakti. Questa parola di due sillabe contiene tutte le cose. Bha è la sillaba più importante; esprime lo sfavillio, la brillantezza e la luminosità. Kti significa “ciò che attrae.” Con la devozione nasce l’energia che alimenta corpo, mente e anima. Questa triplice energia è presente nelle donne. Tra la devozione e l’energia emerge l’attrazione, l’ammaliamento per le cose del mondo; restando immersi nelle attività mondane, si arriva, a un certo momento, a provare attrazione per Dio. Allora nasce il disgusto, il distacco dalle cose del mondo. È solamente dopo aver distolto lo sguardo dalle cose materiali, che siamo pronti a ricevere la grazia divina.

Dobbiamo procedere verso lo scopo ed essere protetti lungo la strada: alla fine si ottiene la liberazione. L’uomo deve dunque intraprendere il viaggio che ha come punto di partenza il seno materno e come destinazione il Principio atmico. Vi ho detto ieri che esiste una scorciatoia per questo viaggio verso Dio. Si tratta di passare da “io” a “noi”. Non è necessario andare altrove.

Se vi recate a Benares, Gaya o Prayag, dovete percorrere lunghe distanze e sopportare grandi disagi; ma il viaggio verso Dio è una scorciatoia, è veramente molto breve. È sufficiente abbandonare l’idea di “io”, di unità con il corpo e sostituirla con il concetto di “noi”. Per entrare in questo stato di beatitudine, la benedizione della madre è ugualmente necessaria.

Sachidevi sollecitò suo figlio Chaitanya: “Mio caro figlio, ti prego, sposati! Io ne sarò felice. È inutile opporsi ai desideri della propria madre”. Chaitanya le rispose: “Madre, io non desidero sposarmi; lo farei unicamente per compiacerti. Ne saresti felice? No, come potresti esserlo se io non lo sono?” Chaitanya prese in sposa Lakshmi e partì subito per il Bangladesh. Lakshmi rinunciò a mangiare e morì qualche giorno dopo. Sachidevi ne fu molto turbata e pensò: “Ahimè, ho voluto che mio figlio si sposasse con quella giovane ragazza contro la sua volontà ed ecco adesso qual è il suo destino”.

Al suo ritorno dal Bangladesh, Chaitanya s’avvicinò a sua madre e le disse: “Madre, hai tenuto conto delle mie parole? A che pro agire in contrasto con la propria coscienza?”

Fatti di questo tipo sono descritti allo stesso modo nel Mahabharata. La regina Pramila desiderava ardentemente sposare Arjuna, ma questi non aveva alcun interesse per essa. Lui stesso era re. Come avrebbe potuto verificarsi la loro unione? Pramila tentò qualunque cosa per ottenere la sua mano. Convocò il suo Comandante in Capo, Malayavati, e gli disse: “Conquista la vittoria su Arjuna a qualsiasi prezzo e portalo qui”. Malayavati era molto in gamba.

Voi pensate, senza ombra di dubbio, che le donne siano deboli, ma è un grave errore! Esse hanno una grande forza. Malayavati ingaggiò un combattimento con Arjuna e, dopo averlo catturato, lo portò al palazzo di Pramila. Arjuna disse alla regina: “Quando non voglio fare una cosa è perfettamente inutile contraddirmi. Così, anche se tagliate il mio corpo a pezzi, il mio spirito rifiuta di sposarvi”. Arjuna era fervente devoto di Krishna e allo stesso modo lo era Pramila. Ciascuno, da parte sua, pregò Krishna di esaudire il desiderio del suo cuore.

Krishna, il grande regista di tutta questa rappresentazione, prese la forma di un uomo e apparve loro. Sicuramente aveva un progetto particolare per essi. Dio non ha solamente diversi piccoli piani; Egli ha sempre una strategia globale. Li chiamò vicino a Sé, prese la mano sinistra di Pramila e la mano destra di Arjuna e le unì recitando dei mantra nuziali.

Essi durarono a piegarsi agli ordini di Krishna, ma tutto si fermò lì.

Dio può realizzare qualunque cosa, può cambiare la terra in cielo e il cielo in terra, ma l’uomo non riesce a comprendere queste cose. Pensa di potersi basare sulle proprie forze e capacità e a non dipendere che da esse. Il seno materno è il punto di partenza di tutte le cose.

Abhimanyu era ancora dentro il ventre di Subhadra quando Arjuna raccontò ogni tipo di storie di guerra e descrisse il Padmavyuha, una formazione militare a fiore di loto. Prima che Arjuna avesse potuto dire alla sua sposa come sbarazzarsi di tale formazione, Krishna intervenne. Egli è il Regista di questo dramma e fa esattamente, in ogni circostanza, ciò che è bene.

“Arjuna - Egli disse - che errore! Tu pensi che la tua recita arrivi a Subhadra? No, no! È il bambino che lei porta in seno che ascolta tutto ciò che dici. Perché parli di formazioni militari a quel tenero embrione? Vieni fuori!” Krishna portò Arjuna con Sé; Egli sa perfettamente ciò che deve arrivare a ciascuno e in quale momento.

Arjuna aveva dunque potuto spiegare solo il modo di penetrare nel Padmavyuha e ciò era tutto quello di cui la memoria di Abhimanyu era imbevuta. Abhimanyu non sapeva come uscire dalla formazione militare dopo esservi entrato. Ecco perché fu preso in trappola più tardi. Perché Krishna aveva interrotto la conversazione di Arjuna in quel preciso momento? Perché Abhimanyu doveva morire e raggiungere il paradiso riservato agli eroi.

Prima della battaglia, Abhimanyu si inginocchiò davanti a sua madre e implorò la sua benedizione dicendo: “Madre, tutti i Kaurava mi chiamano e mi invitano a tentare di entrare nel Padmavyuha”.

Subhadra gli disse: “Mio povero figlio! Pensi che quella formazione sia una cosa comune? Non è stata ideata da Dronacharya e messa in pratica da Bhishma? Stai attento! La tua sposa è incinta e non sappiamo quale sarà l’esito del combattimento. Né tuo zio Krishna né tuo padre sono qui. Con quali parole devo implorarti per farti comprendere ciò, figlio mio?”

Abhimanyu si irritò. “Io sono un guerriero! Quando i nostri nemici mi invitano a combattere, non presentarmi sarebbe non solo una disfatta, ma anche una disgrazia”. La sua collera aumentò e disse a sua madre: “Che madre sei tu? Invece di spingermi a combattere, a vincere i miei nemici e ad ottenere la vittoria, tu mi dici - non andarci, non andarci! - Perché questo atteggiamento?” Quando la madre manca di discernimento, è giusto che il figlio le spieghi gentilmente le cose. Ma, nel caso di Abhimanyu, egli morì perché non capì che la madre parlava anche per amore.

Potremmo parlare all’infinito dell’amore materno. Come vi ho cantato nel poema introduttivo, l’amore di nostra madre è più profumato dei fiori di gelsomino e di champak, più morbido del burro e della panna, più brillante dell’occhio del pavone, più fresco del chiaro di luna. Il benessere è là. La madre ha a cuore solo l’amore per il suo bambino e nulla del mondo esterno le interessa. Poiché Abhimanyu si presentò in battaglia senza il consenso di sua madre, subì una bruciante sconfitta.

Le parole di una madre sono sempre dolci; essa, nella sua irritazione, arriva a tirare le orecchie al suo bambino o a graffiarlo, ma non lo detesta mai. A questo mondo possono esistere dei cattivi figli, ma mai delle cattive madri. Così, il 19 novembre, ognuno dovrebbe ricordarsi delle qualità di sua madre. Abbiamo istituito questa festività allo scopo di rinfrescarci la memoria a proposito dei sentimenti puri e dolci del cuore materno. È dunque molto importante rispettare nostra madre. Nel versetto sanscrito “Rispetta tua madre, tuo padre, il tuo precettore, il tuo ospite come Dio”, la madre occupa il primo posto.

I giovani d’oggi non hanno più rispetto verso le loro madri; quindi, quelli che hanno studiato molto, dicono con aria altezzosa: “Che cosa ne sanno le abalalu (termine telugu che significa “le deboli donne”)? Possono esser chiamate abalalu, ma ciò non impedisce loro di essere piene di forza interiore.

La vera fede è la forza della shakti che scaturisce dal seno materno. Di conseguenza, non consideriamo mai nostra madre con superficialità e la madre dovrebbe dal canto suo stare attenta a non insegnare ai suoi figli il contrario. Essa dovrebbe provare a indirizzarli nel retto cammino con amore e sincerità.

Molte madri sognano che i loro figli diventino persone importanti, ma potrebbero a ragione aspirare a vedere i loro figli diventare persone piene di bontà. La madre che vuole vedere i suoi figli diventare importanti non ha un buon modo di vedere. In che cosa i suoi figli devono essere importanti? In altezza? In grossezza? In fama? In possesso materiale? In forza e capacità? In virtù? Una buona reputazione è il frutto delle virtù.

Ravana fu un uomo importante e Rama un uomo buono. Rama mise in pratica tutto ciò che aveva studiato; Ravana accumulò tutto il sapere, ma non mise nulla in pratica. Era immerso nell’ignoranza. Si creò una grande fama, ma non poté assicurarsi una buona reputazione. Rama, al contrario, mise in pratica, visse nella gioia, la condivise con tutti ed ebbe una reputazione di grande bontà

Si descrive Dio con i termini Ganalola e Ganapriya, cioè “Colui che è attratto dalla musica.” Gana significa ciò che emana da un poema o dalle sue musiche. Ciò che proviene dalla musica è molto dolce. Se diciamo, per esempio, Rama, Nanu Brovara, “Rama, proteggimi”, con un tono di recitazione poetica, non troviamo una dolcezza particolare; ma, se le stesse parole vengono cantate con tono melodioso, sgorga tutta la dolcezza.

(Swami canta “Rama, Nanu Brovara” con tono estremamente dolce per offrirci un esempio).

Allo stesso modo, le parole di una madre sono infinitamente dolci, dolci, dolci. È un grave errore aver dimenticato gli attributi dell’amore materno. Tutte le donne che sono madri dovrebbero intensificare l’amore materno verso tutti i loro figli e i bambini, per insegnar loro per mezzo dell’esempio. Nutriamo quindi timore del peccato e un amore sempre più ardente per Dio.

(Swami canta:)

Chi non ha alcun timore dell’errore,
è preso al gancio da Kama, il desiderio,
e si aggrappa a chi non ha alcun amore per Dio.
Non è così che la Pace si instaura nel mondo.

Per quale ragione il mondo d’oggi è in rivoluzione? Essenzialmente perché la paura del peccato e l’amore per Dio sono scomparsi. È indispensabile temere l’errore e avere un amore sincero per Dio, perché quest’amore conquista tutto il male.

Incarnazioni dell’Amore Divino, incarnazioni del Principio Divino,

ogni individuo deve fare tutto il possibile per manifestare in sé il Principio atmico. Voi avete un’energia inimmaginabile; non è una forza comune. Se risvegliate l’energia, potete, come Sumati, fermare il sorgere del sole, o, come Savitri, sconfiggere la morte e riportare in vita vostro marito.

Cominciamo dunque a conoscere questa incommensurabile energia che è latente in noi. Se la sviluppiamo, la nostra forza supererà quella degli Dei. Voi siete la forma autentica di tutte le cose; ogni beatitudine risiede in voi; siete in tutti i luoghi. Non è possibile limitare il Principio atmico a questo o a quello. Qui, là, dappertutto, in tutti i luoghi, esiste un solo Atma. Quindi, il fervore e la fede sono essenziali. La forma di Dio è Bhavani-Shankara.

(Swami intona:)

Possa il mondo intero essere felice

Il fervore e la fede devono essere sempre alimentate. Se in noi queste due virtù sono vigorose, non esiste nulla al mondo che non si possa ottenere. Possiamo ottenere la Liberazione in un minuto, possiamo sperimentare la Beatitudine, senza alcuna difficoltà.

Oggi il cammino agevole è abbandonato e si passa attraverso tribolazioni, pericoli, sofferenze e depressioni! Noi cadiamo ai loro piedi. Quante pratiche spirituali intraprendete? Non c’è alcun bisogno di tutto ciò. Quale beneficio ne ottenete? I nomi che attribuite a Dio possono procurarvi solo un po’ di conforto; quei nomi sono dei simboli.

Il vostro vero nome è fervore e fede. Senza fede non c’è fervore e senza fervore non esiste fede. La loro unione rappresenta la caratteristica del Principio atmico.

Dove si colloca, dunque, la qualità dell’Atma? Essa non è in un luogo specifico; circola in noi dappertutto, nel nostro sangue, in ogni cellula, in ciascun atomo del nostro corpo.

Qualunque cosa avvenga, questo universo è, per intero, la danza cosmica di Shiva. In questa danza, difficoltà, sofferenze, dolori, depressioni, non sono che fantasticherie divertenti e piacevoli. Questi sogni attraversano il tempo oltre il nostro essere, ma non fanno altro che transitare; sono nuvole passeggere che appaiono e scompaiono.

Al contrario, la moralità appare e si afferma. Coltiviamo dunque la moralità e la giustizia.

Le madri dovrebbero benedire i loro figli, avendo ciò ben chiaro nella loro mente. Esse non dovrebbero mai sperare che i loro figli diventino ricchi, molti istruiti, che occupino posti dirigenziali, ecc. No! Non dovrebbero avere tali desideri. Se tutte quelle cose appartengono al destino dei loro figli, Dio le accorderà loro automaticamente. Ciò che ottenete con sforzo non è mai permanente; lasciate che le cose vi giungano senza sforzo.

Che ogni individuo ami sinceramente Dio! Non esiste amore più grande di quello che è offerto a Dio. Questa è la disciplina da iniziare oggi.

Noi abitualmente pensiamo che, a questo mondo, dobbiamo raggiungere determinati obiettivi. Se avete tali desideri, provate a costruire una fede incrollabile e un amore profondo per Dio. A che servono tutte le altre cose quando quell’amore è presente? Tutto il resto vi arriva per effetto della grazia divina, che rinforzerà l’energia innata di cui siete beneficiari. Allora il vostro profondo amore trionferà e sarà l’autentico riflesso del vostro Essere interiore.

Quante capacità sono celate nel vostro cuore! Quali forze sublimi vi sono presenti! Alcune persone ottengono una certa elevazione con i canti. Oggi, tutti voi avete ascoltato il recital della signora Subbha Lakshmi a cui si attribuisce il soprannome di melodioso usignolo. Io l’ho vista interpretare giovanissima il ruolo di Mira. Tutte le danze che ella interpretò allora, in quel ruolo, si impressero profondamente nella sua anima.

Signore, io mi sono tuffato nell’oceano,
nel punto più profondo;
molto faticosamente ne ho riportato una perla.
Veglia, affinché essa non ricada in fondo all’oceano.
(poema di Mira Bai)

“Io non ho altro rifugio se non Colui che solleva le montagne (Krishna)”, pensò Mira Bai. Pensando a ciò, si recò nella città di Dvaraka; si chiuse in casa e rese l’ultimo respiro. Le sue poesie cantate le valsero una grande fama.

Quanti artisti diventano ugualmente rinomati praticando la danza! Il fratello di Ravi Shankar, Uday Shankar, fu un grande ballerino. Danzava con una tale partecipazione che sembrava che i suoi piedi non toccassero terra. Tutti gli allievi di Uday Shankar e sua nuora sono venuti qui, e domani sera ci offriranno un loro spettacolo. Tale perfezione non è il frutto dello sforzo umano, ma solamente della grazia divina. La grazia divina è essenziale e non importa in quale campo. Lo sforzo umano è di polarità negativa, mentre la grazia divina è positiva. L’unione del positivo e del negativo dà vita allo splendore di Dio.

Studenti, ragazzi e ragazze,

non fate pensieri negativi, perché essi sono causa di molti problemi. A che serve il polo negativo senza la presenza di quello positivo?

Per esempio, questo microfono è negativo, mentre la corrente elettrica è positiva. Senza corrente a che cosa può servire questo microfono? Avete un bel da parlarvi lungamente; non succede nulla, è un oggetto del tutto inutile. Dio è il polo positivo in tutte le cose.

Guardate il pavone, è meraviglioso; ma, se prendete una delle sue penne e la mettete sulla vostra testa, quale sarà l’effetto? Se mettete un grosso uovo di pavone sotto una gallina che sta covando, ne uscirà sempre un pulcino di pavone. Allo stesso modo, se un diamante viene trovato sotto il fango, non avrà perso per questo il suo valore. Ciò significa che una persona buona conserverà la sua reputazione di bontà ovunque vada.

Non andate in collera con gli altri. È possibile che qualche volta insorga un po’ di collera, ma non detestate mai gli altri. È possibile che, nell’ambiente di lavoro o altrove, nascano dei disaccordi, ma detestare la gente è un grave errore. L’arroganza e l’ego sono qualità nefaste.

Voi pensate: “Sono io a fare tutto il lavoro e te lo dimostro!” Oppure: “Swami forse è arrabbiato con noi. Non ci rivolge la parola. È sicuramente in collera!”

Tutto ciò non è altro che immaginazione e senso di colpa. Quello che si deve fare in noi stessi è riflettere su ciò che ci circonda.

Fino ad oggi Io non ho mai detestato nessuno. Mi capita di far finta di essere arrabbiato, ma questo non vuol dire che Io rifiuti chi lo sia. Certi individui sono incapaci di comprendere i Miei atteggiamenti; manifestano una grande devozione esteriore, ma hanno la testa piena di desideri. Essi mi dicono: “Swami, desideriamo questo o quello, facciamo servizio nel villaggio, pratichiamo il servizio individuale, serviamo nel tempio, ecc.”. Pensate dunque che le vostre parole sciolgano così facilmente il mio cuore? Cominciate a liberarvi da tutti quei desideri. Fate in modo che il vostro cuore abbia la giusta vibrazione. In seguito Io appagherò spontaneamente tutti i vostri desideri.

Le persone non lo comprendono; così, tenendo bene in vita tutti i pensieri negativi, sperano di ricevere anche il positivo. Possono ottenerlo? È del tutto impossibile!

Quindi, purificate in primo luogo il vostro cuore, riempitelo di pensieri positivi e saturatelo d’amore. Non c’è nulla di meglio dell’amore; fate, nel vostro cuore, il pieno d’amore. Anche i vostri richiami dovranno avere il sapore dell’amore, la vostra visione dovrà essere impregnata d’amore, le vostre azioni dovranno immergersi nell’amore. Allora tutto diverrà amore. Quando domandate delle grazie, se in voi avete dell’odio e ostentate un amore apparente, in nessun modo esse potranno esservi accordate.

Incarnazioni dell’Amore Divino,

in ogni istante non dimentichiamo l’amore materno. In qualunque circostanza dovremmo fare tutto il possibile per rendere felice nostra madre. Se vostra madre non è felice, non lo sarò neanche Io, ma se vi sforzate di procurarle gioia, Mi procurerete una grande soddisfazione.

Srimati Uma Bharati, la precedente oratrice, ha detto: “Io sono Te, Tu sei me”. Nella logica di questa affermazione, se vi trasformate in amore, Io Mi trasformo allo stesso modo! Allora voi ed Io saremo uno e uno soltanto. Otteniamo questo stato d’unità.

Se pensate che noi siamo separati, il vostro sentimento si trasformerà in rifiuto. Fra di noi ci sarà una divisione in diverse parti. Non fate nascere un tale sentimento: deve esserci fra noi una profonda relazione, deve esistere l’unità. Voi ed Io dobbiamo diventare Uno. I corpi sono differenti, ma in noi dimora lo stesso amore; l’amore divino si trasformerà in soffio vitale.

Percepiamo, quindi, l’amore materno come elemento d’unità. Poiché siete nati dal seno materno, dovete coltivare l’amore sotto forma di amore materno. Gli altri vivono gli stessi sentimenti; ecco perché dovremmo amare tutti. Il mondo è la Madre universale. Tutti i bambini di questo universo appartengono alla stessa famiglia; sono tutti fratelli e sorelle. Non esiste, fra noi, alcuna fondamentale differenza. Dio non vede le differenze di qualità o facoltà esteriori che possiamo manifestare. Così, poco importa quante differenze esteriori possono esistere fra di noi: noi siamo tutti Uno.

C’è dell’acqua nel fiume, nell’oceano, nelle cisterne e nello stagno. C’è acqua dappertutto e dovunque lo stesso sole si riflette sulla sua superficie. Possono esservi delle differenze nella forma che prende l’acqua, ma il Sole è unico. Non può esservi un Sole diverso per ogni specchio d’acqua!

Nello stesso modo, l’acqua dell’amore nel vostro cuore riflette la Divinità. Potete avere una preferenza per questa o quella forma di Dio, ma non dovreste dar peso alle differenze.

La Verità è unica, benché i saggi la descrivano

attraverso una moltitudine di nomi.

La Divinità è unica in tutti gli esseri. Le persone dicono: “Io preferisco Rama, Krishna, Shiva, Vishnu o Sai Baba”. Queste sono espressioni provenienti da esseri meschini. In effetti, Dio è unico; non esiste che un solo Dio ed è onnipresente. Comprendiamo bene questa verità. Se preferiamo un Nome divino in particolare, ciò non ci autorizza a rifiutare gli altri Nomi. Siete cristiani? Diventate migliori cristiani. Siete indù? Siate migliori indù. Siete mussulmani? Siate migliori mussulmani. Se voi dichiarate una cosa e ne fate un’altra, è molto male.

(Swami canta:)

Senza amore non ci possono essere né cristiani, né sikh, né indù.
Senza amore l’uomo non può essere mussulmano.
Un essere umano spogliato dell’amore,
in verità è un demone incarnato.

Gli esseri sprovvisti di tutti i sentimenti sono veri demoni sulla terra. Se si dichiara: “Io sono cristiano, sikh, indù, mussulmano, buddista, ecc.”, senza aver colmato il proprio cuore d’amore, si è un demone e niente altro. Gli spiriti meschini insistono sulla loro appartenenza a una specifica religione, senza avere nessun amore autentico nel cuore.

La cultura e la tradizione dell’India hanno inculcato nello spirito di tutti che esiste un solo amore e che tutti gli esseri sono uno. La cultura indiana ha riservato alle donne un posto di primo piano. Riconosciamo le importanti qualità delle donne.

Harishchandra, che insegnò il cammino della verità,

è presente al giorno d’oggi?

È possibile per chiunque continuare a stare in questo mondo?

Il corpo fisico è simile a una bolla di sapone. Se non oggi, bisognerà abbandonarlo domani. Non immaginiamo, dunque, che questo corpo transitorio, irreale, sia permanente.

Dovremmo a nostra volta aggrapparci a ciò che è permanente all’interno di un corpo transitorio. Comprendiamo ben chiaramente questa verità.

Qualunque sia il nostro paese di origine, bisogna che ne difendiamo la cultura e la buona reputazione. Rama dichiarò: “La madre e la madrepatria sono più grandi del cielo stesso”. Il paese è madre e la cultura è padre. Di conseguenza, non dimentichiamo mai il nostro paese, né la nostra cultura. Il padre non può separarsi dalla madre, né la madre dal padre. Quando sono separati, i bambini non possono nascere.

a patria è madre; ecco perché si dice sempre “Madrepatria” e non “padrepatria”. Per la stessa ragione, nessuno dirà “lingua padre”, ma unicamente “lingua madre”. Guardate quale importanza è attribuita alla madre. Questo concetto, nella cultura indiana, è sempre stato difeso. Oggi cerchiamo di dimenticare questa sacra cultura. Fin dall’antichità, la sacra cultura dell’India si è diffusa in tutti i paesi ed ha dichiarato che il mondo intero aveva diritto alla felicità:

Possa il mondo intero essere felice.

La cultura dell’India ha inculcato un sentimento così profondo come questo.

Potete indirizzare i vostri riti di adorazione a qualunque Nome divino e invocarLo nelle vostre preghiere, ma ricordatevi sempre che Dio non conosce differenze. Egli è unico, assolutamente unico.

Swami conclude il Suo Discorso con il Bhajan: “Hari bhajana bina sukha shanti nahi…”

Prashanti Nilayam, Sai Kulwant Hall

19 novembre 1999

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