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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:2001:20010822

20010822 - 22 agosto

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

VINÂYAKA:il Signore del conseguimento e dell'intelletto

“Da quando ti alzi fino al momento di coricarti, impieghi tutta la tua istruzione
e passi la vita a riempirti lo stomaco e a guadagnarti da vivere, senza alcuna limitazione.
Dimenticando il Signore dai begli occhi di loto, quale felicità hai raggiunto?
Rifletti attentamente, o uomo!”

Dare un significato alla vita umana

Incarnazioni del Divino Amore!
La vita umana è nobile e buona. È dovere primario e responsabilità d’ogni uomo adoperarsi per coglierne il significato con uno sforzo costante, lavorando alacremente e compiendo il proprio dovere.

“L’uomo spreca la vita fra innumerevoli difficoltà solo
per riempire il suo piccolo stomaco.
Impara con impegno migliaia di cose nei più disparati settori,
ma è incapace di ottenere completa e totale beatitudine.
In tal modo sciupa la sua vita umana.”

Incarnazioni dell'Amore!
Quanto logorio per riempire quel piccolo stomaco! Ricercate il guadagno in tutti i modi, ma ne ricavate soddisfazione? Non c’è mai appagamento, in nessun momento. A tale proposito il Signore Vighneshvara dichiarò:

“Non si può ricavare felicità dalla felicità.”

La felicità è il frutto delle difficoltà. Volete contemporaneamente agi e felicità, ma essi non possono darvi pace e gioia profonde. Se volete gustare la felicità e la pace, gli ostacoli sono necessari.

Importanza del sacrificio

“Non solo dà frutti finché è in vita,
ma dona il suo corpo come legna da ardere quando muore.
Nel sacrificio l’albero è maestro.”

Chi è superiore all’albero nel sacrificio? Quali ideali di sacrificio, gli alberi sono gli esempi più significativi. In questa vita umana, il sacrificio è assolutamente indispensabile. Senza spirito di sacrificio non potrete conseguire lo stato di beatitudine. Innanzitutto dovete compiere ogni sforzo per sviluppare tale spirito di sacrificio.

“Per quanta ospitalità e gentilezza si offrano a persone dalla mente gretta,
queste faranno lo stesso del male, senza badare a chi.
Una pianta velenosa uccide indistintamente chiunque,
senza badare se sia un uomo.”

Non dobbiamo mai avere una mente meschina o gretta. Dobbiamo invece essere nobili e di mente aperta, e sostenere quella grandezza e quell’antico valore che rendono l’uomo supremo nell’universo. Nei tempi antichi, i saggi occasionalmente commettevano errori, ma si pentivano ed espiavano i propri peccati. Essi erano grandi personalità. Dovete seguire l’esempio di questi eminenti personaggi.
L’uomo moderno è debole. Oggi la gente commette peccati, ma non si rende conto dei propri errori, né se ne pente. Nei tempi antichi gli anziani correggevano i loro errori, conducevano una vita pura ed erano grati a Dio. Il pentimento era il motivo principale delle loro preghiere. Per far comprendere ciò, essi istituirono la ricorrenza annuale dell’adorazione del Signore Vighneshvara.

Simbolismo di Vinâyaka

Che cosa significa Vighneshvara? Che cosa significa Ganapati? La parola “Gana” è in relazione con l’intelletto. “Na” si riferisce alla saggezza. Ganapati possiede tutta la conoscenza secolare, spirituale e la saggezza suprema. Vinâyaka non ha nessuno superiore a Lui: è Maestro di Se Stesso.
Vinâyaka non vi procurerà mai sofferenze; benedice tutte le vostre azioni affinché non incontriate ostacoli e non permetterà mai che il male entri in voi. Egli ha il topo come veicolo. Il topo rappresenta l’oscurità perché si muove nel buio della notte. Vinâyaka vi aiuta a disperdere quest’oscurità e a diffondere luce, conferendo nobili ideali e beatitudine.
La divinità non è limitata soltanto all'umanità. Troviamo la divinità anche negli uccelli, nelle bestie che strisciano, e in tutti gli animali. È per esemplificare questa verità che a Vinâyaka fu attribuita una testa di elefante e un topo come veicolo. L'elefante è molto intelligente, leale e fedele. Non dimentica mai il padrone, per il quale rischia anche la vita; si ricorda sempre del suo padrone e manifesta la divina qualità della gratitudine. Per questo l’elefante è il principale simbolo della gratitudine: una qualità sommamente sacra.

“La pazienza è Verità,
la pazienza è Rettitudine,
la pazienza è i Veda,
la pazienza è Non violenza,
la pazienza è tutto.”

L’elefante ha grande pazienza. È pronto a rischiare la sua stessa vita per proteggere il suo padrone. L’elefante traccia il sentiero ideale per l’uomo. Nella giungla, dove non c’è sentiero, è l’elefante a crearlo per noi. L’elefante, quindi, insegna all’uomo la via da seguire nella giungla della vita, poiché l’uomo non è in grado di vedere il sentiero. È Vinâyaka, dalla testa di elefante, a mostrare a tutti noi il sentiero ideale da percorrere.

Offerte speciali per Vinâyaka

In questo giorno di Vinâyaka Chaturthî vengono fatte offerte di ogni genere. Ma Egli non accetta cibi fritti. Tutte le preparazioni devono essere solo cotte a vapore. Gli offrono Kudumulu e Vundrallu, fatti con farina di riso e semi di sesamo, che non contengono olio.
Perché si osservano queste regole? Per l’uomo, la salute è ricchezza. Coloro che si nutrono di cibo cotto al vapore rimangono sani. L’uomo moderno, invece, segue la lingua e cerca le golosità. Ma per l’elefante la cosa più importante è la salute. E Vinâyaka ci insegna la stessa cosa. Questo piatto, a base di farina di riso e semi di sesamo, cura tutti i difetti oculari, come le macchie e la cataratta. I semi di sesamo si cuociono a vapore dopo averli mescolati con zucchero grezzo scuro (concentrato mediante bollitura del succo della canna da zucchero – N.d.T.). Questo cibo cura tutti i difetti e le malattie dovute alla bile, all’aria e ai catarri. Il sesamo cura i difetti degli occhi. Le preparazioni cotte a vapore si digeriscono rapidamente e questo previene le malattie.

L’adorazione di Vinâyaka

Abbiamo imparato come si adora Vinâyaka, ma non ne riconosciamo l’insegnamento. La Sua principale funzione è di diffondere fra gli uomini beatitudine e salute. Gli studenti adorano Vinâyaka poiché incrementa la loro memoria e intelligenza; ecco il motivo per cui essi adorano Vinâyaka particolarmente nella ricorrenza di Vinâyaka Chavithi. Non solo, prima dell’inizio dei concerti musicali si canta il nome di Vinâyaka e Gli si dedica una preghiera. Non s’inizia neppure a cantare senza offrire prima un atto di adorazione a Vinâyaka. Tuttavia, a causa degli effetti dell’Era di Kali, il Principio di Vinâyaka viene messo in disparte; di conseguenza si ottiene il principio di vinâsha (distruzione, rovina). La ragione principale di tutte le attuali disgrazie sta nell’aver dimenticato Vinâyaka.
Oggi l’uomo rincorre felicità, comodità e piaceri temporanei, trascurando la gioia e la pace eterne. Dobbiamo anelare alla beatitudine e alla pace permanenti e totali. Possiamo raggiungerle solo pregando Dio, e in nessun altro modo. Di giorno in giorno, le caratteristiche proprie dell’uomo e la sua umanità vanno distrutte; i Valori Umani cadono nell’ombra e l’uomo non segue il codice di condotta che gli compete. Solo seguendo i Valori Umani, si può ottenere la Divinità.
Se una cosa viene detta una volta, la si deve ricordare per tutta la vita. Per qualsiasi aiuto vi venga dato, sia piccolo sia grande, dovete esprimere gratitudine. L’uomo privo di gratitudine diventa malvagio.

Importanza della gratitudine

Nella preghiera del “Saluto al Sole”, vengono ripetuti in sequenza diversi nomi della Divinità: “Mi inchino al Dio Sole” - “Mi inchino alla Luce Suprema” - e infine “Mi inchino a Colui che non sopporta ingratitudine”. Egli non sopporta gli ingrati; ciò significa che chi è ingrato perderà la vista.
La luce degli occhi deriva dal Dio Sole, ed è grazie al Suo splendore che possiamo vedere ogni cosa. Tuttavia, anche se il Sole fosse alto nel cielo, non riusciremmo a vedere niente se tenessimo gli occhi chiusi.
Nei nostri occhi c’è dunque il riflesso del Dio Sole. Il Sole si ritira dagli occhi dell’uomo che non mostra gratitudine; egli così diventa cieco. Un uomo non può compiere alcun lavoro se è cieco. Si può essere dei grandi studiosi, ma se si è ciechi non si sarà in grado di vedere nulla. Perciò, per la vita dell’uomo gli occhi rappresentano le Sacre Scritture, sono lo splendore e il riflesso del Dio Sole. Dobbiamo, quindi, prenderci attenta cura della nostra vista. I difetti visivi indicano che in noi c’è una mancanza di gratitudine.
Vinâyaka segnala numerose vie per l’elevazione dell’uomo. Il culto del Signore Vinâyaka è stato professato dai tempi più antichi, anche se molti pensano che sia solo recente. Ci sono preghiere dedicate a Vinâyaka proprio all’inizio della Nârâyana Upanishad.

“Riconosco il Purusha, il Creatore dell’universo.
Io prego quello Spirito Supremo.”

Al Sole era data grande importanza, e si adorava Vinâyaka che è il riflesso del Dio Sole. In tutti i Veda, nel Rig Veda, nello Yajur Veda, e nel Sâma Veda, si trovano numerosi mantra riferiti a Vinâyaka. Anche i musicisti cantano: “Vimala Devi (Dea della Purezza), puoi concedermi la tua grazia, così come la concedi a Vinâyaka?” Infatti, essi pregano così: “Benedicimi come hai benedetto Vinâyaka.” Com’è possibile ottenere una simile benedizione?

Gli occhi di Vinâyaka

Abbiamo le qualità di Vinâyaka? Il Signore Vinâyaka ha il cuore puro. Infatti, il conseguimento e l’intelletto (Siddhi e Buddhi) sono i Suoi due occhi che, (nella tradizione popolare – N.d.T.), vengono considerati come le Sue due consorti. Dunque, Vinâyaka è denominato Maestro del conseguimento e dell’intelletto. Per avere successo, dobbiamo avere intelletto. Per avere intelletto dobbiamo avere gratitudine. L’intelletto di un uomo ingrato andrà distrutto, e senza intelletto come si potrà mai avere successo?

“Mi inchino a Colui che conferisce ogni successo.”

Vinâyaka concede ogni successo. Dobbiamo riconoscere questa Sua qualità. Oggi, prima di cominciare un qualsiasi lavoro, si deve pregare il Signore Vinâyaka. Prima di prendere possesso di una casa nuova, di trasmettere un insegnamento, di fondare una comunità, l’adorazione di Vinâyaka è la cosa più importante.
Tutti hanno un superiore, mentre Vinâyaka non ne ha. Egli è il solo Maestro, il Signore di tutti, e non ha altri sopra di Sé. Senza pregare il Signore dei Signori, Vinâyaka, agendo cioè in modo egoistico, commetteremmo un errore. La ricorrenza di Vinâyaka Chaturthî è la prima, poi viene seguita dalle altre festività; si può dire perciò che a Vinâyaka sia dedicata l’adorazione prima di dare inizio a qualsiasi festività importante. Vinâyaka è il più importante a livello spirituale, mentale e fisico. Dobbiamo preoccuparci, quindi, di tutti questi aspetti.

Mente, corpo e Âtma

Nel nostro Istituto abbiamo l’M.B.A - che sta per “Master of Business Administration” (specializzazione in Gestione Aziendale); ma il suo significato non è questo. In realtà M.B.A. sta per Mind (mente), Body (corpo) e Âtma, il Sé. L’integrazione e la coordinazione di tutti e tre, corpo, mente e Âtma, è “M.B.A” (il conseguimento della laurea). La mente è donata da Dio per la ricerca. Il corpo è dato per compiere l’azione. L’Âtma controlla l’adempimento dei compiti svolti dai due. L’Âtma esiste sempre, è permanente. La mente è mutevole e deve essere resa stabile per poterla usare nel modo corretto. Occorre domandarsi: “Io sono un uomo; la mia mente è adeguata per essere quella di un uomo, o è invece quella di un animale?” È bene che si cominci ad avere una mente da uomo.
Come deve essere usato il corpo? Esso deve eseguire ciò che è stato deciso dalla mente. L’intelletto ha la capacità di discriminare se le conclusioni cui arriva la mente siano buone oppure no, siano vere o false, esatte o erronee. Se gli intendimenti sono buoni, l’intelletto ne convalida la correttezza al cospetto dell’Âtma, altrimenti non vengono accettati.
L’uomo deve riconoscere che la sua natura è una combinazione di Mente, Corpo, Intelletto e Âtma. Bisogna per prima cosa purificare la mente. Una mente impura non può essere accettata dall’intelletto.

L’intelletto trascende i sensi.

L’intelletto è superiore alla mente, la quale a sua volta è superiore ai sensi. Noi seguiamo la mente e i sensi, ma a quale proposito, visto che i sensi non vengono controllati? Qualcuno dice di avere una mente sensibile; che cos’è una mente sensibile? Anche gli animali sono sensibili! Dobbiamo, perciò, dominare la mente ed esercitare un’intelligenza superiore.
La mente che tiene i sensi sotto controllo è l’autentica guida. Vinâyaka occupa un posto molto importante a proposito della natura della mente: Egli rimane testimone, non risponde neppure a quanto viene detto, ma continua a guidare con il Suo esempio. Le qualità di Vinâyaka sono, quindi, ideali sotto ogni aspetto.
Qual è poi la natura dell’Âtma? L’Âtma, il Sé eterno, è il Testimone che osserva tutto, si interessa a tutto, ma non si lascia coinvolgere in nulla. Per quale ragione? Il corpo e la mente Gli appartengono, ma l’Âtma dice: “Io non entro in quei reparti.” Nei governi d’oggi, i dirigenti entrano in un ministero, poi cambiano e passano a un altro, poi si dedicano a un altro ancora. L’Âtma è da sempre dirigente del corpo e della mente e non si dedica ad altro.
La mente lavora, svolgendo il compito che le compete, oppure no? Il corpo sta compiendo le azioni che gli competono? L’Âtma osserva queste due cose. Se il corpo e la mente sbagliano, il Sé perdona pienamente quegli errori. Quando li perdona? Quando la mente e l’intelletto si trovano sul giusto sentiero, quando esprimono pentimento accorato e riconoscono il loro errore. L’Âtma rimane sempre Testimone.

La domanda di Vâlmîki a Nârada

Una volta, Vâlmîki pregò Nârada di dirgli se c’era qualcuno al mondo che si attenesse alla Verità, che godesse di una perfetta beatitudine, che fosse sempre sorridente e perdonasse tutti, che non commettesse alcun errore, che esprimesse gratitudine per ogni piccolo aiuto, che vivesse sempre nella verità e nella rettitudine, ed enumerò così undici nobili qualità.
Nârada replicò: “O Saggio! Perché ti angusti? C’è in questo mondo un grande che ha preso forma umana e che possiede non undici, ma undicimila nobili qualità.”
Che cosa significa oggi quando si dice “un uomo di carattere”? Il carattere non ha niente a che vedere con i guna o attributi. Non c’è nessuno che dia al carattere il valore che merita. Le tre cose essenziali che costituiscono il carattere sono: buoni pensieri, buoni propositi e buona condotta. Pertanto, colui che possiede buone qualità e buona condotta ha un buon carattere. Se ha buone qualità, egli avrà anche un buon comportamento; se non ha buone qualità, non avrà neppure una buona condotta. Le buone qualità sono divine, e la buona condotta è l’incarnazione della Divinità.
Nârada disse: “Una persona con qualità e condotta divine è nata in forma umana nel Tretâ Yuga come Signore Râma; perciò segui Râma, o figlio!” Il Signore Râma dovette affrontare molti problemi e molte difficoltà, ma non deviò mai dal Suo sentiero. Non rinunciò mai alla Verità. Tutto ciò che fece era Verità, e tutto ciò che disse era Verità.
Questo fu il sacro e importante sentiero di Verità e purezza insegnato da Nârada. Egli non provoca conflitti, come molti pensano. Nârada non ama i conflitti, né ha un cuore duro. In verità, è un faro di luce che sparge attorno a sé sacra saggezza, poiché ne è colmo. Egli insegnò la saggezza al mondo intero, propagò e diffuse in tutto il mondo il Gâyatrî mantra rivelato dal Saggio Vishvâmitra.

Materializzazione, vibrazione e radiazione

Bhûr, Bhuvah, Svah,
Tat Savitur Varenyam,
Bhargo Devasya Dhîmahi
Dhiyo Yo Nah Prachodayât.

Bhûr, Bhuvah, Svah: le tre componenti del corpo, della mente e dell’intelletto sono molto importanti nel mondo.
“Bhûr” si riferisce al corpo che è materializzazione; infatti, esso è la combinazione di vari elementi, come il calcio, il piombo ecc., ed è di natura fisica; questo è Bhûr.
“Bhuvah”' è la vibrazione; non è possibile svolgere alcun’attività senza tale vibrazione che proviene dalla mente e che rende il corpo funzionante. Il corpo è, perciò, materializzazione e la mente è vibrazione.
“Svah”' è la radiazione, ovvero l’Âtma.
L’uomo ha le caratteristiche di tutti e tre: Bhûr (materializzazione), Bhuvah (vibrazione) e Svah (radiazione). La vibrazione pervade tutto; come è il sentimento, così è la vibrazione.
Ogni giorno, mattina e sera, qui si cantano i bhajan. Voi pensate che i bhajan vengano cantati nella Sala dei Bhajan. Non è così! Le vibrazioni dei bhajan sono ovunque. Potete udire la vibrazione dei bhajan provenire persino da questa tavola. Se avvicinate l’orecchio e ascoltate attentamente, anche questo tavolo emetterà il suono dei bhajan. Anche queste colonne hanno la vibrazione divina, come pure queste pareti e il microfono; anche questo Corpo è vibrazione divina. Tutto è divina vibrazione. Non dovete quindi pensare che la preghiera sia limitata a un luogo solo; la preghiera recitata si diffonde ovunque. Pregate, quindi, con sentimenti sacri, puri propositi e un cuore libero da ogni egoismo. In tal caso, senza dubbio alcuno, potrete udire la vibrazione.
I grandi saggi erano in grado di udire queste vibrazioni. Tutti i Veda furono insegnati per mezzo dell’ascolto: quel suono era vibrazione. Chi espresse quella vibrazione? Chi insegnò i Veda e li riordinò? Chi li recitò? Nessuno li recitò; la vibrazione è ovunque e pervade ogni cosa. Quella vibrazione può essere udita ovunque voi siate se vi sedete e ascoltate con mente pura. Non occorre andare in luoghi speciali. Sedetevi dove vi trovate e chiudetevi le orecchie: il suono dell’Om scaturirà da dentro di voi. Tutto ha avuto origine dall’Om.

La singola sillaba Om è il Brahman.

L’Omkâra, la sacra sillaba OM, è l’autentico Veda. Tutto proviene dall’Om.

Nell’armonium, quando si premono i vari tasti, la stessa aria produce sette note diverse: sa-ri-ga-ma-pa-da-ni (le sette note secondo la scala indiana - N.d.T.). Da dove provengono questi suoni? Dalla stessa aria; dunque quell’aria è l’Omkâra. L’Om è uno; tutti gli altri suoni sono soltanto sue modificazioni.
Vinâyaka è il Signore di questa vibrazione; essa proviene da Lui. Quando ascoltate qualsiasi suono, esso deriva dal puro suono dell’Omkâra. Tutto il nostro corpo contiene il suono di Dio.

Buone e cattive vibrazioni

Se siete cattivi, i vostri atteggiamenti negativi diventeranno la vostra stessa vibrazione. Non avvicinatevi a chi ha intendimenti malvagi; rifuggite dalle cattive compagnie per evitare che le vibrazioni degli atteggiamenti iniqui penetrino anche in voi.

“Allontanatevi dalle cattive compagnie e unitevi a quelle buone.
Compite buone azioni giorno e notte.”

Tenete in grande considerazione queste tre cose. Se siete buoni, il vostro corpo sarà colmo di vibrazioni buone e divine. I sentimenti cattivi fanno vedere tutto cattivo. Tutto ciò che vedete è il riflesso di ciò che è dentro di voi. Se pensate che una persona sia cattiva, è la cattiveria che si trova in voi a essere riflessa su quella persona. Quella malvagità non ha niente a che vedere con quell’individuo, ma è il riflesso di voi stessi.
Allo stesso modo tutti i vostri sentimenti, buoni e cattivi, ritorneranno riflessi verso di voi. Non c’è bisogno di cercare dove si trovino il bene e il male; nutrendo buoni sentimenti, vi perverranno solo buone vibrazioni.

Istruzione artificiale

Gli studenti d’oggi non possiedono forza e capacità sufficienti per capire questa verità. Conoscono solo i libri, ma non hanno familiarità con il cuore. Leggono tutto ciò che si trova nei libri e lo imparano a memoria; vanno poi nell’aula d’esame e lo riversano sui fogli, ma escono con la testa vuota. Non sanno neppure che cosa abbiano scritto all’esame. Questa non è vera istruzione: è solo conoscenza artificiale. A che serve studiare in questo modo?

“Nonostante tutta la sua istruzione e intelligenza, chi è senza virtù non abbandonerà le sue cattive qualità.
Accumulare nozioni e istruzione non conduce alla saggezza completa.
Per quanto abbia studiato, la persona gretta non abbandonerà la sua meschinità.
Si studia, si studia, si studia, e poi alla fine si muore.
Dovete acquisire la conoscenza che vi rende immortali.”

Tutta l’istruzione viene usata solo per riempire il vostro piccolo stomaco. Pensate forse che lo stomaco non si possa riempire se si recita il nome di Dio? Tutto ciò che si apprende allo scopo di riempire solo lo stomaco, non è vera istruzione. Questa conoscenza è esclusivamente superficiale: gli occhi non possono vederla, non può pensarla la mente, non donerà lunga vita, non esalta la Divinità. Si tratta solo di educazione mondana e materiale; il mondano porterà solo a cose mondane. Dovete invece praticare ciò che è in relazione con il cuore!
Il grande Saggio Sârasvata diede molti insegnamenti al mondo. Si sviluppano nobili sentimenti con l’adorazione del Dio Sole. Egli compose anche delle opere per esaltare le Forme di Dio. Moha, l’attaccamento al mondo, gioca con ogni singolo individuo. Cupido, il Dio dell’Amore, è uno dei maggiori responsabili dell’illusione.

Sârasvata pregava così:

“Dea del Sapere! Omaggio a Te, Dispensatrice di grazia,
Tu che puoi assumere qualsiasi forma desideri.
Inizio il mio studio: fa’ che abbia successo.
I Tuoi occhi sono come petali di loto: hanno il colore del suo polline.
Tu sei sempre presente nel loto. O Sarasvatî, proteggimi!”   Sârasvata diede inoltre i suoi insegnamenti circa Lakshmî, la Dea della prosperità. Così egli illustrava tutte le forme del Divino. Tali insegnamenti sono le impronte di Vinâyaka e promuovono la discriminazione.

Pregare per il perdono

Voi, tuttavia, non colmate le vostre vite di pensieri divini, nobili, freschi, ma le rovinate con cattivi pensieri e cattive vibrazioni, vivendo male. Gli antichi saggi, capaci di sacrificio, che compresero i loro errori e se ne pentirono, erano “yogin”. Quelli che non chiedono perdòno per il male commesso sono invece “rogin” (malati) e “bhogin” (gaudenti) d’oggi. Essi otterranno solo malattie e non conseguiranno certo l’unione con Dio.
Dovete comprendere i vostri errori e pentirvene di tutto cuore. E questo non deve essere fatto solo con parole dette o scritte. Tutte le vibrazioni del vostro corpo devono unificarsi e diventare una. Solo allora se ne vedrà il riflesso: la realtà si rifletterà e rivelerà se stessa.

Incarnazioni dell’Amore!
Tutto ciò che succede oggi nel mondo è corrotto, distruttivo, perverso e innaturale per l’uomo. Troviamo atrocità, uccisioni, conflitti e litigi dappertutto. Sebbene siate nati come esseri umani, che cosa ne è stato della vostra umanità? Che cosa è successo alla vostra compassione e alla vostra gentilezza? Che ne è stato del sacrificio, dell’amore e della non violenza? Non c’è più alcuna traccia di essi. La vostra visione è esteriore, e si trovano solo inutili esibizionismi. Dovete pentirvi di tutto cuore e pregare, pregare con intensità.

Dio è sempre compassionevole

Dio è la Personificazione dell’Amore e della Compassione. La Sua Compassione non viene mai meno. Talvolta Egli può apparirvi aspro, ma c’è gentilezza e compassione persino in quell’atteggiamento. Voi non avete la capacità di capire quella gentilezza; siete in grado di comprendere soltanto la gentilezza espressa con la gentilezza, l’Amore espresso con l’Amore e l’odio espresso con l’odio.
Siete nati uomini e pertanto dovete vivere come tali. Dovete mettere in pratica la vostra umanità, diffonderla, sperimentarla, e gioire della beatitudine che ne deriva, condividendola con i vostri simili. Se avete in voi pensieri sacri, diventerete esseri divini. Invece vi definite esseri umani, ma in realtà non si vede traccia di qualità umane né nel comportamento né nelle parole. Il vostro comportamento segue la via sbagliata e la mente è piena di cattivi pensieri.
Dove sono i buoni sentimenti d’amore e compassione? Dovete condividere e sostenere l’amore e la compassione. Chi non ha amore nel cuore è un demone, e un demone non ha compassione; chi ha compassione è un uomo. Con la compassione e l’amore potete ottenere tutto.

“In questa sterile terra senza amore,
affinché i semi dell’amore germoglino
con l’emozione dell’amore,
per far scendere le deliziose piogge dell’amore,
per far fluire i fiumi dell’amore,
suona il Tuo flauto, o Krishna, suona il Tuo flauto!”

Questo era il canto di tutte le gopî, le devote di Krishna.

“In questa sterile terra senza amore.”

La nostra è una terra totalmente sterile: non ha amore.

“Affinché i semi dell’amore germoglino
con l’emozione dell’amore,
con le piogge dell’amore,
per far scendere le deliziose piogge dell’amore.”

È questa la pioggia che deve cadere.

“Per far fluire i fiumi dell’amore,
suona il Tuo flauto, o Krishna,
suona il Tuo flauto!”  

Che cosa suonava Krishna? Forse pensate che suonasse il flauto di legno? Il Suo è un flauto diverso. Che flauto? Quello con le nove aperture che Dio stesso ha fatto! Questo nostro corpo con nove aperture è il flauto, e sacri canti devono scaturire da questo flauto! Da questo strumento, che è il corpo, non devono uscire suoni dissonanti, bensì suoni appropriati e melodiosi.

“O Krishna! Tieni il flauto del mio cuore nella Tua mano.
Non serve cantare in un cuore privo d’amore. Canta canzoni piene d’amore!”

Ascoltando intensamente la canzone che proveniva dal flauto di Krishna, Râdhâ si fuse nella divina melodia. Chi è Râdhâ? Non è una donna. Râdhâ è Dharâ, la Terra. La terra è il flauto. Per questo diciamo “Râdhâkrishna”. Il nome femminile viene per primo, vale a dire prima la Natura (Prakriti), e poi Dio (Paramâtma). Ecco il perché dei nomi Râdhâkrishna, Sîtârâma, Lakshmînârâyana e così via. Il nome femminile, che personifica Prakriti (la Natura, il Creato), viene per primo. La preghiera deve passare prima attraverso il Creato, e nel Creato devono essere compiute azioni sacre. Solo così potrete godere della presenza di Dio. Non esiste nulla che sia impossibile per Lui. Voi, tuttavia, non seguite questa via e pensate solo alle cose del mondo; ciò non va bene.

Incarnazioni dell’Amore!
Oggi è Vinâyaka Chaturthî. La natura di Vinâyaka pervade ogni luogo e ogni cosa; nessuno è superiore a Lui. Vinâyaka ha potere e intelletto, è il Signore di Siddhi e Buddhi, è la guida della nostra intelligenza. Egli viene chiamato Pati (Signore, Maestro). Dovete perciò iniziare ogni attività con Lui come guida. Se colui che dirige è abile, si raggiungeranno buoni obiettivi. Oggi, tuttavia, non ci sono leader idonei.
Chi è la vostra guida? La guida è la coscienza, ma voi l’avete contaminata in vasta misura, ne avete fatto una coscienza inquinata e maleodorante; una coscienza di cattive abitudini e di malvagità. Simili tendenze non devono assolutamente essere presenti. Vinâyaka è Colui che elimina questi aspetti negativi.
Egli ha assunto il topo come veicolo; il topo si dirige sempre verso odori sgradevoli. Così il topo che annusa cose maleodoranti è il Suo veicolo.
Vinâyaka tiene il topo sotto il Suo piede. Questo significa che Egli non è affetto da alcuna caratteristica negativa; possiede soltanto sentimenti sacri.
Egli è il Signore di tutte le qualità sacre e i saggi e i ricercatori spirituali si rivolgono a Lui nella preghiera; quindi l’adorazione di Vinâyaka non è recente, ma è in atto dai tempi antichi sino ai nostri giorni. Dobbiamo innanzitutto riconoscere e capire il significato di Vinâyaka; Egli si trova nei nostri cuori e noi dobbiamo contemplarLo costantemente.
Egli è l’incarnazione di tutte le divinità; tutti gli Dei adorano Vinâyaka. Sia i devoti di Shiva sia quelli di Vishnu Lo adorano. Vinâyaka personifica tutte le religioni, tutte le caste e i sacri testi. Se realizzerete questa verità, mettendola in pratica, sarete benedetti.

Servizio a Swami

Oggi sono presenti molti volontari che prestano servizio a Prashânti Nilayam da quindici o venti anni. Essi lo fanno con mente ferma, indifferenti agli ostacoli e alle difficoltà, alle sofferenze e alle preoccupazioni; questa è vera devozione. Dovete sviluppare una mente stabile e una visione che non sia ingannevole o illusoria.
Essi hanno l’opportunità che Io oggi mi possa felicitare con loro. Non è tuttavia un’opportunità, ma un riflesso dell’amore di Swami. Tutto è riflesso, reazione e risonanza. In futuro, accadranno molte altre cose di questo genere. Continuate a servire con devozione costante e salda fede.
Abbiamo qui il professor Radhaswamy che è andato in pensione dieci anni fa. Quando gli viene affidato un lavoro afferma: “Swami, Tu mi hai dato la vita. Anche il mio intervento chirurgico di bypass è stato fatto nel Tuo ospedale specialistico. Non mi serve niente; desidero solo servirTi.” È forse facile trovare qualcuno con un cuore così sacro? Persone simili dovrebbero diventare ogni giorno più numerose.
Abbiamo qui un medico italiano, un cardiologo. In Italia c’è tutto il lavoro che vuole; tuttavia, egli disse: “Non in Italia; devo lavorare qui alla presenza di Dio.” Perciò, si è trasferito qui stabilmente e lavora nel reparto di cardiologia.
Un altro medico cardiologo è il dottor Keshav Prasad, un giovane medico americano, in grado di svolgere un’enorme quantità di lavoro. “Non voglio tutto questo lavoro in America”; così egli dichiarò, e, preferendo fare servizio per Swami, si è portato tutti i suoi bagagli e si è stabilito qui.
Apparentemente, sembrano persone normali per chi le guarda dall’esterno. Se però andate a fondo e indagate sulla loro forza e capacità, scoprirete che sono speciali e che nessuno è superiore a loro. Essi sono grandi leader e specialisti che sono venuti qua a Prashânti Nilayam; lavorano duramente, giorno e notte, sono uomini semplici e vivono solo per amore di Swami.
Avete visto ora il dottor Alreja. Quando trent’anni fa andai in visita a Bombay, egli si trovava là, seduto tra la folla. Proprio in quell’occasione fu colpito da un infarto ed ebbe un collasso. Io corsi da lui scendendo giù dal palco, lo feci sdraiare e gli strofinai il petto. Poi arrivò una barella e dissi loro di prestargli le cure necessarie. Qualche tempo dopo, lo stesso Alreja che era stato portato via in barella arrivò a Puttaparthi e da allora è stato sempre qui e non ha più avuto problemi.
Quando gli dissi: “Mio caro! Hai 90 anni. Non sei più in grado di fare quelle scale che portano in ospedale. Usa una macchina”, egli rispose: “Il corpo che mi è stato dato è la mia macchina. Finché è sano, io continuerò a fare il mio lavoro. Non preoccuparTi di mandarmi una macchina.” Infatti, va ancora a piedi all’ospedale.
Non sarebbe da dire, ma devo dirlo: tutti quelli che vivono a Prashânti Nilayam vivono a lungo. Tempo fa a Prashânti Nilayam c’era un uomo di nome Seshagiri Rao. Era un funzionario di prim’ordine. Soleva offrire l’ârati. È vissuto in salute e ha continuato a eseguire l’offerta dell’ârati fino a cent’anni. Dopo la dipartita di Seshagiri Rao c’è stato Kishtappa. Veniva da lontano a piedi, si sedeva per i bhajan e poi offriva l’ârati a Bhagavân; poi tornava a casa a piedi tutti i giorni. Anche lui è vissuto fino a 101 anni.
Poi c’è stato Surayya, un gran personaggio di Venkatagiri, alto un metro e novanta centimetri; era celibe. Quando andavo a riposarMi la notte, Surayya apriva piano la porta ed entrava, ed era solito massaggiarMi i piedi. Quando gli dicevo: “Surayya, i piedi non Mi fanno male. Non c’è bisogno che tu Me li massaggi”, replicava: “Swami, so che non Ti fanno male, ma se non Te li massaggio sono io a sentire dolore. Permettimi di massaggiarli, così sarò contento.” Io acconsentivo e pensavo: “Quanto tempo resterà qui seduto?” Così chiudevo gli occhi, come se stessi dormendo, e allora egli usciva dalla stanza. Fece questo lavoro fino all’ultimo giorno della sua vita e anch’egli è vissuto sino a cent’anni.
Anche Swami Karunyananda è vissuto cent’anni. Kasturi avrebbe dovuto morire molto giovane, ma dopo essere venuto a vivere a Prashânti Nilayam è vissuto anche lui sino a novant’anni. Fra tutti coloro che sono venuti qua, nessuno è morto a metà della propria vita. Per quale ragione? Contemplare Dio e il servizio a Dio conferiscono lunga vita.

“Che possa vivere cent’anni la tua persona.
Possano anche tutte le membra del corpo vivere cent’anni.”

(Benedizione augurale tradizionale che gli anziani pronunciano quando qualcuno si prostra davanti a loro - N.d.T.). C’è tanta gente che va a fare jogging, prende tonici e medicine, ma senza alcun vantaggio. Invece quei devoti non hanno mai preso medicine. Se avevano mal di stomaco venivano di corsa da Me; prendevano il prasadam della vibhûti, lo scioglievano nell’acqua e lo bevevano; essi si sono curati per tutta la loro vita in tal modo.
Dovrebbero esserci molte più persone di questo genere. I giovani oggi hanno delle menti da scimmia. Anzi, non solo menti da scimmia, sono ancor più deboli: ciò che viene detto adesso, l’istante successivo è già dimenticato. La lingua non ha ossa, perciò si può muovere in qualsiasi modo, ma non per questo si può dire qualsiasi cosa piaccia. Ciò che è detto deve restare valido fino alla morte o finché la lingua non venga tagliata via.
Molta gente dice: “Swami, sto perdendo i denti. Che cosa farò quando li avrò persi tutti?”
Swami risponde: “Si possono perdere i denti, ma la lingua rimane.” Non è così? I denti che sono forti, muoiono prima. Le cose forti sono le prime ad andarsene, ma la lingua, che è morbida, rimane. Quando lasciate questo mondo, quello che la lingua ha detto viene con voi. Pertanto la lingua va mantenuta sana e dovete fare in modo che sia una buona lingua. Ecco perché vi dico:

“Non sempre potete fare cortesie, ma potete sempre parlare cortesemente.”

Parlate con umiltà e con dolcezza. Dite la verità, agite onestamente, contemplate e cantate il Nome del Signore e fate che gli altri odano il canto del Nome.
Perché vi è stata data la lingua? Per mangiare tutto? No, no, no! E perché vi sono stati dati i piedi? Per andare in giro per vicoli e viuzze? No!
Ogni parte del corpo umano ha una sua specifica funzione. Dovete comprendere che il vostro corpo è sacro, e con questo corpo dovete compiere azioni buone e appropriate. Il corpo vi è stato donato affinché intraprendiate attività sacre.

“Il corpo è lo strumento per compiere le azioni del Dharma.”

Il corpo umano deve praticare il Dharma, la Rettitudine. Tutto ciò che è contrario al Dharma non deve essere pronunciato; non proferite menzogne. Spero, quindi, che il vostro corpo percorra il sentiero della rettitudine e che otteniate un santo nome. Mi auguro che raggiungiate una reputazione buona e duratura.

(Swami conclude il Suo Discorso Divino con il bhajan: “Hari Bhajana Binâ Sukha Shanti Nahin…”)

Prashânti Nilayam, 22 agosto 2001,
Sai Kulwant Hall,
Vinâyaka Chaturthî Sandesh

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