SathyaSaiWiki - Italia

Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Strumenti Utente

Strumenti Sito


discorsi:2001:20011022

20011022 - 22 ottobre

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

L’AMORE DIVINO È UGUALE PER TUTTI

“Il pesce nasce nell’acqua, vive nell’acqua, muore nell’acqua.
Anche se il latte vale più dell’acqua, un pesce non vi può vivere.
Nel latte il pesce muore.”

“S’incoraggia l’ignoranza senza timore del peccato.
Si favorisce ciò che è privo d’amore per Dio.
I Valori Umani vengono meno.
Questo va a scapito della pace nel mondo.”

L’Amore di Dio è equanime

Incarnazioni dell’Amore!
In questo mondo si possono osservare numerose differenze fra gli uomini per quanto riguarda le forme, le attività e il colore della pelle, ma tutti sono esseri umani. Non scordate la verità secondo cui tutti noi formiamo un’unica famiglia di esseri umani. Tutti sono membri della stessa famiglia e fanno parte di un’unica razza: la razza umana, la quale ha un solo padre, Dio. Una è la casta, una la razza, uno il Padre. Chi vuole vedere il Padre deve acquisire la qualità della Verità.
Dio è l’incarnazione dell’Amore, di quell’Amore che risiede nel cuore d’ogni essere umano. L’Amore di Dio risplende in tutti allo stesso modo. A sua volta ognuno deve condividere quell’Amore equanimemente con tutti. Questo è il dovere principale dell’uomo. Avendo l’Amore di Dio nel proprio cuore, non si deve usarlo con egoismo o per interesse; ogni essere umano ne deve partecipare. Solo allora si potrà dire di meritare l’Amore di Dio.
L’uomo ricava due tipi di risultati da questo Amore: uno è condividere Amore e Beatitudine con tutti. Dio ama chi è amato dagli altri. Dio ama colui che ama gli altri. Chi vuole ricevere l’Amore di Dio ne acquisisce il diritto quando sviluppa il suo Amore innato. Si ottengono, quindi, molti risultati da questo Principio d’Amore. Come ci sono numerosi colori riuniti nella luce del sole, così negli esseri umani ci sono numerose espressioni di Dharma, di rettitudine, di giustizia e di amore.
L’amore umano è come una bussola: ovunque venga tenuta, il suo ago si dirige sempre verso Nord. Allo stesso modo, l’ago dell’amore nell’uomo deve essere sempre rivolto verso Dio, senza egoità, senza fini egoistici, senza differenze tra “mio” e “tuo”. Solo chi possiede questa naturale qualità è un vero essere umano. Non si deve cedere alle differenziazioni di “se stesso” e “gli altri”, ma si deve capire e bisogna comportarsi con la consapevolezza che tutti possiedono la stessa natura.
Se vogliamo comprendere il Principio dell’Amore, dobbiamo innanzitutto cercare di comprendere la Divinità. Questo Amore è così sacro, così prezioso, così vasto! Esso fluisce equamente in tutti gli esseri umani. Non ci sono differenze di quantità, più in questo, meno in quello; l’Amore di Dio è uguale per tutti.
È dovere dell’uomo riconoscere la verità secondo cui Dio è in ogni persona come incarnazione dell’Amore. Perché l’uomo non cerca di capire che Dio, Incarnazione dell’Amore, è in lui? La ragione è che egli si considera separato da Dio, e perciò va incontro a una gran quantità di difficoltà. Dio non è separato dagli esseri viventi, ma risiede come vera forma d’Amore in tutti gli esseri. Dobbiamo diventarne pienamente coscienti e sperimentare questa Verità.

L’Amore è presente in ogni essere umano

In questo mondo non esistono uomini privi d’Amore. Voi sottovalutate l’Amore, considerandolo qualcosa di terreno, fisico e profano; ma esso non è altro che Amore Divino.
In base alle relazioni che riguardano il corpo, si possono classificare e sperimentare vari tipi d’amore. Si chiama affetto quello della madre per il proprio bimbo, innamoramento quello fra moglie e marito, attaccamento quello nutrito per parenti e amici, desiderio quello che si prova per gli oggetti. L’uomo utilizza simili nomi secondo le diverse relazioni fisiche, ma, in verità, questo è solo l’Amore di Dio. Che nessuno dimentichi questa verità! Dimenticandola, l’uomo s’avvia sul sentiero delle divisioni e delle differenze, subendo così le più svariate tribolazioni. Per quale motivo s’incontrano tante sofferenze? Solo le differenze ne sono la causa. L’uomo che alimenta simili differenze non potrà mai raggiungere la Divinità.
Da quanto tempo vado ripetendo di porre fine al vostro attaccamento al corpo! Maggiore è l’attaccamento al corpo, minore è l’attaccamento a Dio. L’attaccamento al corpo è solo in relazione col mondo, mentre l’Amore è in rapporto con il cuore. Tutti devono fare esperienza dell’Amore che nasce dal cuore.
L’uomo non riesce neppure a capire l’Amore di Dio; infatti, lo paragona al suo amore ristretto e limitato, ma questo paragone non è per niente appropriato. L’Amore dell’Onnipotente è privo di ego, è Amore infinito, incommensurabile ed eterno.
Il sangue, che scorre nel corpo umano e lo pervade per intero, viene definito in termini spirituali angirasa. L’elemento costitutivo di quell’essenza è l’Amore che fluisce in tutte le membra. Che cosa significa angirasa? Dio che fluisce come essenza (rasa) nelle membra (anga) viene chiamato angirasa. In base al Principio d’Amore vengono attribuiti a Dio innumerevoli Nomi diversi.
In ogni caso, questo Principio d’Amore è presente anche in ogni essere umano. L’Amore che non è nell’uomo non può esistere in nessun altro luogo. L’Amore di Dio è dentro di voi. Non c’è differenza tra questo Amore e quello; la quantità e la qualità sono uguali, sono le medesime. Ora, se la natura dell’Amore è unica, perché l’uomo nutre sentimenti di separazione e di divisione? Questo è un grave peccato.
L’uomo equipara l’Amore alle sue attività materiali. Non c’è relazione tra le attività svolte nel mondo e l’Amore. Le azioni sono una cosa e l’Amore è un’altra. Sebbene abbiate assunto forma umana, avete in voi sia questo Amore sia la Divinità, ma non siete in grado di riconoscerlo. Si afferma:

“Di tutte le forme di vita,
quella umana è la più rara a ottenersi.”

Dio è presente in ogni uomo in forma d’Amore.

“Dio è nella forma dell’uomo.”

Sebbene Dio sia all’interno della forma umana, l’uomo non è in grado di riconoscerLo. L’uomo nasce da Dio; perché dovrebbe esserci differenza tra la natura dell’uomo e quella di Dio? Egli è nostro Padre. Il sangue del Padre fluisce anche nelle vene del figlio. Chi riconosce questa verità non può allontanarsi da Dio. Eppure, l’uomo si allontana da Dio a causa di numerose azioni. Non bisogna allontanarsi da Dio; Egli è la forma dell’Amore.

“Dio è Amore. Vivete nell’Amore.”

La vera natura di Dio è Amore. Non ha una forma particolare. Quale forma potreste attribuire all’Amore? Molti scienziati ritengono che l’Amore non abbia forma, ma ciò è un grave errore. In questo mondo nulla può esistere senza forma. Questo è un fiore; ha un profumo, una fragranza. La gente può asserire che il fiore possieda una forma, ma che il profumo non ne abbia. È un grosso errore: anche l’odore ha un suo tipo di forma. Il fiore è la causa primaria che vi permette di percepirne il profumo. Senza la base costituita dal fiore, come potreste gioire del suo profumo? Se non ci fosse la madre a elargire il suo amore, come avreste potuto fare esperienza dell’amore materno? Dunque, la mamma è la causa principale di tale amore. In questo mondo esiste una forma per ogni oggetto.

“Dio è più piccolo del piccolissimo, più vasto del vastissimo.”

Voi vedete differenze di quantità e qualità, ma in realtà non c’è differenza alcuna.

“Quello è pieno, questo è pieno.
Dal pieno sorge il pieno.
Quando il pieno viene preso dal pieno,
solo pienezza rimane.”

Tutto è solo pienezza. Pûrnamadah: quello è pienezza. Pûrnamidam: questo è pienezza. Pûrnasya pûrnamâdâya: ciò che si prende dal pieno è anch’esso pieno. Tutto è forma della Piena Forma, che in Sé tutto comprende.
Il motivo principale per il quale l’uomo non riconosce Dio è il suo attaccamento al corpo. Crescendo sempre più tale attaccamento al corpo, si perde quello per Dio.
Voi pensate che l’attaccamento sia importante, ma in qual modo? Sono le cose del mondo che vogliono l’attaccamento. C’è attaccamento tra madre e figlio, tra fratelli e sorelle, tra moglie e marito, tra la mamma e i bambini. È tutto solo attaccamento; ma che cos’è l’attaccamento? È qualcosa di creato, di costruito, non è innato. Voi stessi lo avete creato! Tuttavia, in questo attaccamento si cela il Principio d’Amore che non è visibile.

Tutto è Dio soltanto

Dio indossa la Sua forma in ogni essere. Nel dramma del mondo, Dio è il solo attore e il solo regista. Egli interpreta tutti i ruoli. Voi considerate il vostro ruolo come qualcosa di peculiare, di diverso, ma si tratta solo di una parte nel dramma, e anch’essa è svolta da Dio. Il Divino punisce gli uni e protegge gli altri, ma è solo Lui che esperisce entrambi i casi. Egli mostra che uno è cattivo e che l’altro è buono; tuttavia considera entrambi, il buono e il cattivo, come uno. Il Divino è l’origine di tutto. Egli solo agisce, esperisce, pratica e mostra un ideale. Dobbiamo innanzitutto comprendere questa Verità. Voi studiate. Colui che non passa agli esami è Dio soltanto. Colui che prende “Ottimo” è Dio. Colui che fallisce è Dio. Tutto è solo Dio! Prendendo come riferimento la vostra stessa forma, voi dite: “Il tale è stato promosso agli esami, il tal altro non è passato”; ma così si vedono le cose solo dal punto di vista terreno, mentre nella natura dell’Âtma c’è solo unicità. Anche lode e biasimo sono solo Dio; critica e plauso non sono altro che Dio; gradimento e ripugnanza sono anch’essi solo Dio. Chi riconosce questa verità è un uomo autentico.
Voi credete che uno sia un individuo. Che cosa significa vyakti, individuo? Ieri vi ho spiegato: “Colui che palesa la Divinità nascosta, celata, non visibile, è un vyakti, un individuo.” Dunque, la natura dell’individualità è il potere non manifesto. Ci sono perciò molte strade per riconoscere l’unicità.

“La Verità è una, ma i saggi la indicano con molti Nomi.”

Molta gente impone alla Verità nomi diversi. In tutti i casi, si tratta di nomi attribuiti, non originari, né intrinseci. Bisogna sforzarsi di capire questa Verità. Dio è l’incarnazione dell’Amore; in Lui non c’è altra qualità. I vari sentimenti di odio, di conflitto, di differenza, non esistono in Dio, mentre tutte le diversità presenti in voi vi si parano davanti come riflessi. Dio non ha differenze. Nel mondo, tuttavia, indossando i vari corpi, appaiono delle differenze, e alcune di esse hanno la funzione di rappresentare un ideale per gli uomini. Pertanto, la Divinità presente in tutti è Una. Questa è l’autentica qualità umana.
Mânava (essere umano) significa “chi è permanente”. Nelle Upanishad è chiamato nara. Ra significa “chi è impermanente” e na significa “non”. Perciò nara significa “chi non è impermanente”, cioè chi è permanente. Dunque, nara è l’incarnazione di âkâsha (etere, spazio). I cinque elementi ebbero origine dall’âkâsha. L’incarnazione dei cinque elementi è la natura umana; essi operano in ogni uomo e l’Amore si esprime in questi cinque elementi.
Molte volte vi ho parlato del Gâyatrî Mantra: Bhûr Bhuvah Svah. Bhûr indica l’evoluzione degli oggetti materiali. La forza che li anima è il prâna. All’origine primordiale della vibrazione e della materia, c’è la radiazione. Bhûr Bhuvah Svah rappresentano la materializzazione, la vibrazione, e la radiazione. Questi tre princìpi sono un’unica entità. Anche Dio è solo uno, nonostante venga indicato con numerosi nomi. Lo si chiama mânava, uomo, quando compie azioni nel mondo. Lo si chiama “Dio” quando ci si riferisce alle azioni divine. Non esiste nessuno al mondo che non sia Dio. Tutti voi siete forme di Dio. Tutte le vostre forme sono la Forma Cosmica; ma, pensando solo ai vostri corpi, voi vi sentite degli esseri umani. Mettete da parte il corpo, e riconoscerete la vostra vera forma.

La vostra forma è la forma di Dio

Jîvâtma (il Sé individuale), Dehâtma (l’elemento corpo), Paramâtma (il Sé universale). In questi tre nomi, l‘Âtma, il Sé, è sempre lo stesso: Jîvâtma = Jîva + Âtma, Dehâtma = Deha + Âtma, Paramâtma = Para + Âtma. L’anima individuale è Dio. Solo i corpi e i nomi vengono e vanno, ma l’Âtma è comune a tutti loro. Essi sono le forme dell’Âtma. Jîvâtma significa forma dell’Âtma. Paramâtma è la forma dell’Âtma. Parlando del corpo, questo è Dehâtma; è anche Paramâtma. Nel corpo risiede l’Âtma, perciò esso viene chiamato Dehâtma. L’Âtma è presente nell’individuo nella forma del continuo processo del respiro, e viene quindi indicato come Jîvâtma.
La vibrazione dell’Âtma è detta Paramâtma. Essa è eterna. L’uomo, incapace di comprendere questa natura autentica ed eterna dell’Âtma, si sente separato e distinto da Dio, e ritiene di non avere alcun potere. Voi non siete così miseri; l’uomo non è così debole. L’uomo è Dio! Avete raggiunto questa Divinità; perché allora andate cercandola?

“Colui che vede, ma non riconosce la Realtà,
è folle, folle folle!”

È follia anelare alla visione di Dio, quando tutto quello che vedete è Dio Stesso. Tutti coloro che vi stanno dinanzi sono incarnazioni di Dio. Pur essendo nati come esseri umani, non siete tuttavia in grado di riconoscere la vostra Divinità.
Un giorno, Vivekânanda si recò da Râmakrishna Paramahamsa, mentre il Maestro stava impartendo molti insegnamenti. Dopo qualche tempo, quando tutti se ne furono andati, Vivekânanda chiese a Râmakrishna: “Swami! Tu hai visto Dio?” Râmakrishna rispose: “Ah, naturalmente! Lo vedo.” Egli non disse: “L’ho visto”, bensì: “Lo vedo.” Allora Vivekânanda gli chiese: “In quale forma Lo hai visto?”
Râmakrishna replicò: “Lo vedo manifesto nella tua forma. La tua forma è la forma di Dio. La forma di Brahmânanda (un discepolo presente a quell’epoca – N.d.T.) è la forma di Dio. La forma di Nityânanda (un altro discepolo – N.d.T.) è la forma di Dio. Quindi, tutti sono incarnazioni di Dio. In questa tua forma io vedo Dio.” Incapace di riconoscere tale verità, Vivekânanda (il cui nome significa “beatitudine mediante discriminazione” – N.d.T.), senza discernimento, esclamò: “Allora, tutti noi siamo solo esseri umani ordinari, non è vero? Che errore pensare di essere divini!” Râmakrishna rispose: “O folle! Tu vedi con la visione del corpo. Io vedo con la visione dell’Âtma, del Sé. Pertanto, vedendo con la visione dell’Âtma, anche tu sei Dio.”

“Voi non siete una persona, ma tre:
quello che pensate di essere: il corpo fisico,
quello che gli altri pensano voi siate: il corpo mentale,
quello che realmente siete: l’Âtma, il Sé.”

“Io vedo l’Âtma, tu vedi il corpo e la natura individuale. Cambia la tua visione. Se modifichi la tua visione, in te si vedrà Dio. È colpa della tua vista; non c’è alcun difetto nella creazione. O pazzo! Tu vedi difetti nella creazione, ma le differenziazioni esistono solo nella tua visione, e perciò tu vedi tali diversità riflesse nella creazione.”

Riflesso, Reazione e Risonanza

Tutto ciò è soltanto reazione, risonanza e riflesso. Se avete mangiato un mango, quale sapore vi ritorna? Sarà quello di un mango e non certo quello di un cetriolo; e da dove proviene quel sapore? Solo da quello che avete mangiato. Perciò, che cos’è quello che vedete? Voi vedete il riflesso dei vostri sentimenti interiori. È l’espressione del vostro stato interiore che vi ritorna come riflesso, reazione e risonanza. Innanzitutto dovete coltivare in voi il sacro Principio della Divinità, dopodiché sarete in grado di comprendere la natura umana.
Qual è il significato di mânava, uomo? Colui che è esente da ignoranza è mânava. Ma sta per mâyâ, illusione. Na sta per “senza” e va sta per vartinchu (comportarsi). Pertanto mânava è colui che agisce senza ignoranza. Chi si comporta senza ignoranza è mânava, uomo. Infatti, voi siete l’incarnazione della saggezza.

“La percezione dell’Uno senza secondo è Suprema Saggezza.”

Solo tale Principio di Saggezza è la manifestazione di Dio. Allora, perché trascurate di vedere la Divinità? Voi siete tutto, ogni cosa è dentro di voi. Alcuni istanti fa il nostro Sanjay Sahani ha affermato: “Con voi, in voi, intorno a voi.”

“Con voi”, significa che state andando verso Dio.
“In voi”, vuol dire che ne state facendo uno studio.
“Da voi”, significa che vi mettete a lavorare nel mondo.

Tuttavia, questi non sono i significati esatti; sono i significati in inglese. Ne derivano, quindi, solo degli errori. Infatti, voi trascorrete la vostra vita in equivoci e incomprensioni, e, anche se uno volesse correggerli, sarebbe impossibile. Dovete comprendere la natura dell’Âtma, del Sé. Ad esempio, la parola inglese put (mettere) viene pronunciata così com’è scritta, mentre la parola but (ma) viene pronunciata “bat”. Tutto ciò è solo fonetica, è solo esteriorità, che voi stessi avete creato; voi seguite solo ciò che è artificiale, e di contro non seguite il Principio della Verità.

Incarnazioni del Divino Amore!
L’Amore presente in tutti è Uno; non è in relazione col corpo, né con la mente, né con l’intelletto, né coi sensi. Esso è in rapporto con l’Âtma. Il Sé è perciò l’espressione dell’Amore. I Veda lo chiamano Prema, Prema, Prema. Poi, per ultimo, rimane solo il silenzio e le parole si interrompono.
Un uomo completamente immerso nell’acqua non può dire neanche una parola; può parlare solo se è immerso sino al collo. Tuttavia, poiché voi rimanete a un livello superficiale, fate uso di tutte queste parole; ma nessuna parola potrà uscire dalla bocca di coloro che sono totalmente immersi nell’Oceano della Beatitudine. Chi è immerso nel sacro Amore di Dio non può parlare: qui, là e ovunque, egli vede con Amore il medesimo Sé; infatti, tutto è Amore e lo stesso Amore è presente ovunque. A quel punto, non ci potranno più essere parole. Invece voi continuate a parlare; che cosa implica tutto ciò? Che non siete immersi in quell’Amore, ma state galleggiando solo sulla superficie delle onde. Come può uno che fluttua in superficie capire la Divinità? Tutta questa superficialità deve scomparire, e voi dovete raggiungere il livello superiore. Solo così c’è vera Unità. Il significato profondo è contenuto in tale Unicità. L’uomo non può raggiungere, né comprendere il Principio di Unità se ha dei dubbi, perché ciò significa che non è immerso nella natura dell’Amore. Dobbiamo quindi immergerci nell’Oceano dell’Amore e ricevere la Beatitudine dell’Amore. Dobbiamo essere incarnazioni dell’Amore e condividere Amore con gli altri. Ciò che è condiviso, ci ritornerà. Ci si deve comportare senza differenze e con equanimità.

La natura del Sé è la medesima in tutti

Tutti voi siete giovani adolescenti, avete molti progetti e volete fare molte esperienze. Non importa quante esperienze facciate: l’importante è non dimenticare la verità secondo cui l’Amore è la manifestazione di Dio. Inoltre non dovete dimenticare la verità secondo cui tutti noi siamo membri della stessa e unica famiglia, e che apparteniamo a una sola razza. Il Padre di tale razza è Uno, è Dio. Dovete innanzitutto riconoscere questa fondamentale verità e comportarvi di conseguenza. Il Padre è Uno e tutti sono membri della stessa famiglia. L’amore di tutti è Uno. Se questa verità viene riconosciuta, come possono sorgere in voi sentimenti di diversità? Non esiste alcuna possibilità di vedere delle differenze; non dovete, quindi, sviluppare nessuna differenza di opinione. Innanzitutto dovete riconoscere la natura dell’Amore. I colori possono variare, la razza e l’etica possono essere differenti; tuttavia, esiste una sola qualità, quella dell’umanità. Con il medesimo zucchero possiamo produrre innumerevoli forme. Sapete bene che con lo zucchero si può fare un cerbiatto per i bambini piccoli, poi un’altra forma, quella del cane; con lo zucchero se ne fanno altre ancora, quella del cigno, del pappagallo; poi, per venderle, dicono: “Due centesimi, due centesimi!”, e ripetono una canzoncina (Swami canta una filastrocca in telugu, in uso presso i venditori del villaggio – N.d.T.). “Prendete quello che volete, solo due centesimi! Prendete un cerbiatto, una tigre, uno sciacallo o un elefante. Costano solo due centesimi!” Tutti quei nomi e forme sono diversi, ma i due centesimi per che cosa sono? Per lo zucchero; li paghiamo in uguale misura solo per lo zucchero.
Analogamente, il vostro corpo, la vostra carnagione, il vostro peso e altezza possono sembrare diversi, ma la natura dell’Âtma, del Sé, è la medesima in tutti. Non ha né nascita né morte.

“Dio non ha nascita né morte.
È permanente, non nasce e non muore.
È Uno senza principio e senza fine. È antico.
Non morirà, non nascerà e non sarà ucciso.
Risplende in tutti quale Incarnazione dell’Âtma.”

Dio è presente nella forma del Sé in tutti. Perciò, dovete fare ogni possibile sforzo per comprendere questo eterno, primordiale fondamento. Solo allora vi sarà possibile riconoscere l’Unità.

Anche un cane lo sa

Voi andate al mare e fate il bagno. Immergendovi nell’acqua, il sale rimane attaccato al corpo. Quando andate a casa, fate un altro bagno con l’acqua (dolce) per togliervi il sale. Perché andate al mare e fate il bagno? Perché poi ritornate a casa e fate un altro bagno se il sale del mare vi è rimasto addosso? Che grande aiuto vi darà quel sale! Non potete neppure immaginarlo. Dopo aver fatto il bagno nel mare, dovete tenere il sale sul corpo per tutto il giorno. Il sale passerà attraverso la pelle, entrerà nel corpo e curerà diversi tipi di malattie. Tutto in natura è predisposto per curare svariati disturbi. L’uomo, oggi, va al mare e fa il bagno; poi va a casa e fa un altro bagno con l’acqua del rubinetto. Ma allora, perché ha fatto il bagno nel mare? È solo per attirare l’attenzione o per essere encomiato dagli altri? No, no! Grazie al bagno nel mare, le malattie interne verranno curate. Il sale, passando attraverso la pelle, cura le malattie contagiose. Dio ha creato tutto con uno scopo curativo, ma l’uomo non è in grado di riconoscere tale verità.
Oggi tanta gente coltiva il prato; i prati sono verdi, l’erba è soffice e fresca. In mezzo a quell’erba c’è l’erba bianca. Se voi contraete una dissenteria per un’infezione contagiosa, mangiando solo due fili d’erba bianca, ve ne libererete. L’uomo non è in grado di riconoscere neanche quello che sa un cane. Noi alleviamo cani e, se li lasciamo liberi, una volta la settimana essi vanno nei prati e mangiano l’erba. Per quale motivo? Per curare i loro problemi digestivi. Infatti, anche il cane conosce l’erba bianca.
Pertanto il cane ha in sé il Principio divino; chi ha dei cani e li tiene in modo appropriato, lo capisce molto bene. Se ha la febbre, il cane non mangerà nulla. Non berrà neanche se gli versate del latte in bocca. Per quale motivo? Perché sa di avere problemi digestivi, e quindi non mangerà niente. Anche un cane lo sa.
Tuttavia, oggi persone colte e altamente istruite, quando hanno la febbre, se non c’è niente in casa vanno persino al ristorante e mangiano i dolci di riso e le frittelle. Non sanno neanche la cosa più semplice, e cioè che un uomo con la febbre non deve mangiare niente; i cani, invece, lo sanno.

Il dottore è Dio

La Divinità è presente in tutte le forme di vita.

“La più alta Sapienza è Brahman.”

I Veda proclamano questo assioma. Prajnânam non è consapevolezza. È Piena e Costante Consapevolezza. Essi dichiarano che quella consapevolezza è Dio ed è presente in tutti. Ma l’uomo non arriva a tanto: ha sempre fretta, fretta; ha sempre troppa fretta.

“La fretta crea spreco.
Lo spreco crea preoccupazioni.
Non abbiate fretta.”

Non siate mai di fretta. Questa è la causa di molte malattie cardiache che sono sorte oggi. La fretta, essere sempre di corsa, le preoccupazioni, avere pensieri inutili e ansietà, e il troppo cibo sono i tre principali responsabili delle malattie cardiache. Se un individuo grasso va dal medico, questi gli dirà: “Signore, diminuisca di peso!” In ogni condizione ci sono problemi di salute a essa correlati. Dio è l’unico dottore per tutte le malattie del mondo. Pertanto nel Vaidya Ratnam (testo di medicina – N.d.T.) il medico è descritto come Nârâyana Stesso.

Il medico è Dio.

Il Signore Nârâyana è il medico supremo. Egli è nostro amico e parente; tutte le nostre forme sono Nârâyana. Le forme differiscono; infatti noi indossiamo soltanto “abiti” diversi, ma Dio è Uno.

“Il Sé Uno e Unico è la Realtà interiore di tutti gli esseri.
Il Signore Unico ha molti Nomi.”

Pertanto tutti gli esseri umani sono incarnazioni di Dio; non c’è alcuna ragione di pensare che “Dio e io siamo diversi”.

“Dio è nella forma umana.”

Verità è Dio

Ovunque, Dio è nella forma umana. La vita umana, che contiene la Divinità, è Verità; non dimenticate tale Incarnazione di Verità, e convincetevi che Dio è Verità, la Verità è Dio. Ieri vi ho detto:

“Non c’è Dharma più grande della Verità.”

Dio è l’Incarnazione della Verità. Ovunque ci sia la Verità, là ci sarà solo Dio. Non c’è bisogno di cercare Dio. Dove Lo cercate? A quale scopo cercare Dio, Che potete vedere ovunque volgiate lo sguardo? A ogni vostro passo, là trovate Dio! Qualsiasi cosa mangiate, è Dio. Qualsiasi cosa diciate, è Dio. Tutto è divino; convincetevi che voi siete le incarnazioni di Dio.
Non alimentate differenze del tipo: “Da questa parte c’è Dio, dall’altra c’è il Jîva, l’anima individuale.” L’individuo è Dio e Dio è l’individuo. Non dovete ferire o far del male; non dovete deridere nessuno, né criticare o accusare alcuno. Questo è un grave peccato. Le Upanishad dichiarano:

“La riverenza e il servizio offerto a ogni essere vivente
fluiscono automaticamente verso il Supremo.
Il rifiutare qualsiasi essere vivente giunge a Dio.”

Pertanto se criticate qualcuno, voi criticate Dio. Se adorate qualcuno, adorate Dio. Le Upanishad insegnano il Principio dell’unità e dimostrano la Divinità. Qual è il significato di Upanishad? Significa “sedersi vicino” a Dio.
Upa-samepe (essere seduto vicino): Dio vi è molto vicino. Persino una madre può essere un po’ distante, ma Dio no! Dio vi è sempre vicino, vi segue passo dopo passo, come la vostra ombra. Egli assume forme differenti.

“L’oceano delle nascite e delle morti non può essere attraversato
con le penitenze, né con abluzioni nelle acque sacre,
né con lo studio delle Sacre Scritture,
né con la ripetizione del Nome, ma solo con il servizio reso ai buoni.”

Quando rendete servizio a qualcuno, fate servizio a Dio. Non avete bisogno di fare penitenze, o meditazione, o ripetere il Nome. Considerate voi stessi divini: quella è penitenza, quella è la ripetizione del Nome.
Noi consideriamo la vita umana inutile e di basso livello, e la trascuriamo. Questo è un grave peccato, non va bene. Dio è in tutti. Si può sperimentare la relazione con il corpo, ma non attaccatevi alla forma soltanto. Cercate la visione dell’Âtma, del Sé: quando avrete in voi la visione del Sé, tutti saranno Uno.

“La Verità è una, ma i saggi la indicano con molti nomi.”

Tutto è beatitudine

Incarnazioni del Divino Amore!
Non dovete fare distinzioni quali “la natura di Dio è separata”, e “la natura umana è diversa”. L’uomo è Dio, Dio è l’uomo. Se voi vedeste ogni uomo come Dio, la vita potrebbe essere vissuta molto felicemente. Invece, pensate che tutti gli esseri viventi siano differenti da voi, e perciò sorgono cattive qualità come l’odio, la gelosia, l’ostentazione e l’egoismo. Se consideraste la Divinità Una e la Medesima in tutti, non ci sarebbe spazio per le differenze, e opportunità per lodi o critiche, rifiuti o accettazioni, ma esisterebbe solo lo stato di beatitudine.

“Beatitudine eterna, suprema felicità,
personificazione della saggezza assoluta, oltre la dualità,
infinito come il cielo,
meta ultima indicata con l’assioma “tat tvam asi”,
l’uno, permanente, puro, immobile,
eterno testimone di tutto.”

È davvero un’immensa fortuna essere nati come esseri umani. Siete proprio fortunati a poter lavorare per la vostra redenzione e santificare la vostra vita; ma, incapaci di riconoscere simile fortuna, voi fate un cattivo uso della vita umana, praticando abitudini empie, attitudini malvagie e coltivando qualità negative. Come potrete mai comprendere e conoscere la natura dell’Âtma, del Sé? Ciò non avverrà mai. Solo abbandonando l’attaccamento al corpo, potrete conoscere il Sé e capire la natura dell’Âtma. Incarnazioni del Divino Amore! Sanjay Sahani ha dichiarato:

Lokâssamastâh sukhino bhavantu
“Possano tutti i mondi essere felici.”

Tutti devono essere felici. Che cosa significa? Dio è l’Incarnazione di sukha, la felicità, e tutti devono provare tale gioia e beatitudine. Il Principio dell’Amore, presente in tutti, conferisce felicità. In tal caso non ci sarebbero differenze, conflitti o guerre.
Se osservate il mondo, 5000 anni fa era in corso il Dvâpara Yuga; sebbene siano trascorsi 5000 anni, in tale periodo di tempo sono avvenute 11.000 guerre. Non solo, ma altre guerre sono tuttora in corso. Qual è la ragione di ciò? La causa principale di queste guerre è la diversità, la dualità, l’incapacità di riconoscere l’unità del Sé.

Che cosa è vostro?

“Questo è mio; quello è tuo.” Lo avete forse portato con voi al momento della nascita? Quando siete nati non avevate nulla addosso, e, quando abbandonerete questo mondo, non lascerete neppure un indirizzo prima di andarvene. Allora, che cosa è vostro qui? Che cosa vi appartiene qui? Le cose sono “vostre” finché vivete qui. Quando chiuderete gli occhi, tutto quello che era “vostro” apparterrà a qualcun altro. Stando così le cose, che cosa significa tutto quell’egoismo “è mio, è mio”? Tutto ciò è ignoranza.
Alla nascita non portate nulla, né prendete nulla con voi alla morte. Ciò che portate e ciò che riprendete sono soltanto i meriti e i peccati. Siete nati a causa del peccato e, mediante i meriti, dovete evitare la rinascita. Dovete sforzarvi di non avere più rinascita. Com’è possibile non rinascere più? Prendiamo il riso. Finché il chicco di riso è avvolto nella pula crescerà e germinerà.

Ancora morte, ancora nascita.
Una volta eliminata la pula:
Non esiste più la rinascita.

A causa della pula dell’illusione e degli attaccamenti, noi rinasciamo ripetutamente:

Ancora morte, ancora nascita.
Eliminate la pula, e allora:
Non esiste più la rinascita.

Tutte le discipline spirituali che pratichiamo hanno lo scopo di eliminare la pula. Rimuovere questa pula è nostro dovere e responsabilità. È lo sforzo che l’uomo deve compiere. Sforzo e impegno rappresentano il Dharma dell’uomo, il suo dovere. La vittoria e la sconfitta dipendono da Dio, sono nelle Sue mani. Se volete essere vittoriosi e felici, dovete impegnarvi e fare ogni sforzo possibile.

Dio Stesso viene a chiedere

Se voi non chiedete, neppure vostra madre vi servirà il cibo. Se non bussate, nessuno vi aprirà la porta; dovete bussare e la porta si aprirà. Prima chiedete, poi mangerete. Allo stesso modo, dovete continuare a chiedere, a pregare Dio incessantemente; poi riceverete. Anche quando Dio Stesso si avvicina a voi e chiede, voi vi allontanate da Lui. Che sfortuna è mai questa! Non esiste peccato più grande! Dio Stesso viene e chiede, chiede, ma voi vi allontanate. È il peccato peggiore, causato da tutti quelli accumulati nelle vite passate. Non commettete mai un peccato simile, non dovete soccombere; guadagnatevi meriti, acquisite sempre più meriti, e avvicinatevi a Dio in tutti i modi possibili.

“Upanishad significa ‘sedersi vicino’ a Dio.”

Ecco quello che hanno insegnato le Upanishad! Non solo: ci invitano a risvegliarci, a levarci. Sorgete! Svegliatevi! Non fermatevi finché la Meta non sia raggiunta.
“O uomini folli! Siete immersi nel sonno dell’ignoranza. Risvegliatevi dal sonno dell’ignoranza e guardate il sole di Prajnâna, la Costante e Piena Consapevolezza, che sorge brillante. Quel luminoso sole sorgente è lo splendore del vostro intelletto.”
Questo è l’insegnamento impartito dalle Upanishad, ma nessuno segue le loro parole. Seguitele, vivetele, e con certezza otterrete la Pace.

(Swami ha concluso il Discorso con il bhajan: “Bhaja Govindam, Bhaja Govindam”).

Prashânti Nilayam, 22 ottobre 2001,
Sai Kulwant Hall,
Celebrazioni di Dasara (3° giorno)

Versione Integrale

discorsi/2001/20011022.txt · Ultima modifica: 2016/02/23 15:43 da 127.0.0.1