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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:2001:20011023

20011023 - 23 ottobre

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

DIO E L’ATOMO

“Perché piaceri e prosperità?
Perché istruzione e prestigio?
Un cuore compassionevole, felicità e pace sono sufficienti.
Essi bastano, bastano per l’uomo!”

Dio è l’atomo

Incarnazioni dell’Amore!
Gli scienziati hanno diffuso nel mondo numerose teorie scientifiche; gli spiritualisti hanno divulgato tanti concetti sulla Divinità. Il mondo, tuttavia, non riesce a capire nulla di quanto costoro abbiano fatto. Alla fine, ciò che si vede sono solo molecole e atomi. Senza gli atomi, il mondo non esisterebbe. Venkataraman, il nostro ex vicerettore dell’Istituto Universitario Shri Sathya Sai, si è chiesto: “Chi è Dio? Dov’è Dio?”

“Dio è l’atomo, Dio è ovunque.”

Questa è la risposta esatta a quelle domande. Senza atomi, l’universo non sarebbe visibile; l’intero universo è una combinazione di atomi. Per questo i vedantini (gli studiosi dei Veda – N.d.T.) dicono:

“Dio è più piccolo del più piccolo,
più vasto del più vasto.”

Tutti gli esseri umani, gli oggetti, le azioni e anche i cinque elementi esistono nel mondo grazie alla combinazione e all’unione degli atomi. Gli atomi permeano il mondo intero. Che cosa significa atomo? La loro natura è di combinarsi e legarsi con tutto. Non esiste altro al mondo se non atomi. Tutto quello che vediamo, la gente, questo edificio, la luce sono tutte forme date dalla combinazione di atomi. Non c’è potere al mondo che non sia presente nell’uomo. Le onde di luce e la corrente elettrica fluiscono libere, senza impedimenti, nell’uomo. Il più grande dei poteri è quello magnetico; esso pervade completamente l’uomo, e per tale motivo l’uomo è in grado di attrarre altre forme di atomi. Pertanto, il cibo ingerito, l’acqua bevuta da ogni essere umano sono forme di atomi, come anche gli uccelli che volano.

“Il più piccolo dei piccoli atomi,
il più grande delle cose più vaste,
Egli è il Testimone eterno, che tutto pervade.
L’atomo non è che Brahman,
e Brahman soltanto è l’atomo.”

Dio è la forma di tutto

Dio non ha una forma particolare; Egli è la forma complessiva di tutti gli atomi. Râma nacque, Krishna nacque, numerosi Avatâr nacquero. Anche molti grandi uomini ebbero nascita. Ma anch’essi erano incarnazioni del magnetismo. Perché assunsero queste forme? Alcuni affermano che Dio non abbia forma, altri assicurano che Egli abbia una forma infinita. Entrambe queste espressioni non rappresentano esattamente la Verità. Ogni atomo ha una forma. Dunque, anche Dio ha una forma. Quale forma? Dio assume qualsiasi forma i devoti concepiscano e contemplino, di cui cantino e nella quale abbiano fede. Il suono non ha forma, ma l’oggetto che lo produce ha una forma. (Swami batte con la mano su qualcosa che suona come un campanello – N.d.T.). Ecco qui un suono. Questo suono non ha forma, ma l’oggetto che lo ha prodotto ha una forma. Allo stesso modo, la beatitudine non ha forma, ma colui che la sperimenta ha forma. Il profumo non ha forma, ma il fiore che lo emana è dotato di forma. L’amore non ha forma, ma la madre che ama ha una forma. Analogamente, Dio non ha forma, ma gli atomi che ne fanno parte hanno forma. Quando atomi di diverse forme si combinano, si producono le forme fisiche. Alcuni sostengono che Dio non abbia forma; è un grosso errore: tutte le forme sono Sue. Dio ha una forma eterna, infinita, incommensurabile. Sbaglia chi pensa che Dio non abbia forma. L’acqua nel bicchiere non ha forma, ma il bicchiere sì. L’acqua si può vedere solo nella forma che essa assume grazie al bicchiere. Similmente, i fiumi che scorrono ovunque sono sprovvisti di una forma determinata, mentre l’oceano, che è la combinazione di tutti i fiumi, possiede una forma. Allo stesso modo, c’è un principio fondamentale alla base di tutto. Il fondamento di tutto è solo l’atomo; senza di esso non esisterebbe alcun oggetto. La forma dell’atomo è la forma del mondo. Allora, chi è Dio? La forma di Dio è l’atomo. La forma di tutti gli atomi è la forma di Dio. Ogni uomo deve compiere lo sforzo di comprendere questa Verità eterna. Per mille anni gli scienziati hanno faticato per dimostrare che gli atomi sono ovunque; eppure, ancor oggi, sono del tutto incapaci di afferrare questa verità. Hanno dimenticato che il mondo intero è la forma degli atomi. Parecchie migliaia di anni or sono, il giovane Prahlâda aveva capito questa verità.

“Non dubitate mai che Dio sia in questo e non in quello.
Egli è presente ovunque. Ovunque si cerchi, là Egli si trova.”

Oggi gli scienziati non cercano neppure di capire questa verità. La scienza non può cogliere la natura di Dio, perciò Egli viene chiamato “Potere Trascendente”. Vari nomi sono stati attribuiti a questo Potere Trascendente, ma, per quanti nomi gli vengano assegnati, la base di tutto è sempre l’atomo, che è infinito ed eterno. Il potere dell’atomo è interamente presente in tutti.

Che cos’è un magnete?

Se si domanda a un ragazzo: “Che cos’è una calamita?”, egli risponderà: “Qualcosa che ha il potere di attrarre un pezzo di ferro, un coltello o della limatura di ferro.” Ecco come la descriverà. Ma se ci rivolgiamo a un uomo d’affari, chiedendogli: “Che cos’è un magnete?”, egli risponderà: “Il denaro è un magnete.” Se lo chiediamo a un marito, questi affermerà che per lui la moglie è un magnete, così come il marito è una calamita per la moglie. Chi considera questo fiore come una calamita? L’ape, perché essa è attratta dal fiore. Ogni cosa è una calamita per un’altra, e possiamo vederlo in moltissime situazioni facilmente comprensibili. Tuttavia, nella scienza moderna ci sono numerose teorie controverse su questo argomento. Un magnete ha un grosso potere, il potere di attrarre ogni cosa. Questa capacità di attrazione gli è innata. In passato, i re erano soliti mettere un magnete nella corona che portavano, in modo che la gente ne fosse attratta. Anche le regine portavano un magnete tra i loro gioielli per attrarre chiunque. Dio è la personificazione del potere magnetico. Che potere è? In inglese si dovrebbe dire “potere superspeciale”, oppure “supermagnetico”, ma non è un’espressione esatta. Socrate possedeva questo potere magnetico. Mediante questo potere, la Divinità attrae ogni cosa. Questo potere si trova anche in ogni uomo, ma egli non cerca di indagare a sufficienza e di capire la natura fondamentale del suo innato potere. Questo tipo di potere è infinito solo nella Divinità.

L’arco di Shiva

Quando Sîtâ era bambina, l’imperatore Janaka (suo padre) teneva nella sua residenza il pesantissimo arco di Shiva. Mentre Sîtâ giocava con altri bambini, una palla finì sotto l’arco. Per recuperarla, i bambini fecero ogni sforzo; Sîtâ invece alzò l’arco con la mano sinistra e tirò fuori la palla. Venutone a conoscenza, Janaka ne fu assai sorpreso. “Non è possibile per nessun uomo comune alzare quell’arco; come ha potuto farlo Sîtâ, che è solo una bimba?” Egli era meravigliato, ma non disse nulla a nessuno. Pensando a questo fatto, si ripromise: “Darò Sîtâ in moglie a colui che spezzerà l’arco di Shiva.” Per quale motivo un simile impegno a proposito dell’arco di Shiva? “Sîtâ fu in grado di sollevare facilmente quest’arco; l’uomo capace di sollevarlo è quello giusto per lei. Chi non riesce ad alzarlo non è alla sua altezza; solo chi abbia una forza infinita va bene per lei, chi abbia una forza sovrumana.” Con questo proposito, l’imperatore indisse la cerimonia per la scelta del marito per Sîtâ, dandone notizia ovunque. Vennero tutti, e cercarono di sollevare l’arco di Shiva, ma senza successo. Râma e Lakshmana, che erano stati condotti là dal saggio Vishvâmitra, attraevano intanto l’attenzione di tutti i convenuti. Gli sguardi di tutti erano solo per i due giovinetti. La gente non guardava più neppure l’arco di Shiva. Perché? Râma e Lakshmana risplendevano luminosi. Vishvâmitra rivolse uno sguardo a Râma, e Questi comprese appieno il significato di quell’occhiata; si alzò, e s’avviò a lenti passi verso l’arco. La gente cominciò a ridere. Tra i convenuti spiccava il fortissimo Râvana; la sua forza non trovava confronti in tutto il mondo. “Come può questo ragazzetto sollevare l’arco di Shiva, cosa che neppure Râvana è stato in grado di fare?” Pensando così, la gente rideva. Râma si avvicinò, incoccò la freccia, e, con la sinistra, sollevò l’arco. Janaka, a quella vista, ricordò l’episodio in cui Sîtâ aveva alzato l’arco allo stesso modo, e felice pensò: “Questo ragazzo è quello giusto per lei.” Intanto Râma aveva sollevato l’arco e stava per tenderlo, e questo, piegandosi, si spezzò. Tutti gli astanti erano esterrefatti! “Quale immensa fortuna per Sîtâ! Avere Râma, che è così forte, virtuoso e coraggioso!” Che cosa significa tutto ciò? Tanto Sîtâ quanto Râma personificavano e possedevano pienamente il potere magnetico.

“Quello è pieno, questo è pieno.”

C’è pienezza in Râma, c’è pienezza in Sîtâ. Questo è il perfetto arco di Shiva. Ella rappresenta la Natura, ed Egli rappresenta Dio. La combinazione di Dio e Natura è intrinseca a tutti. Il potere magnetico fa da testimone per permettere di riconoscere la Divinità. Sebbene questo potere sia presente in ogni essere umano, non a tutti è possibile manifestarlo. L’energia della luce e anche quella del laser sono presenti in ogni essere umano; ma non solo: nel potere magnetico, nel potere laser, nel potere della luce e dell’elettricità è presente un unico Principio di Unità.

L’uomo possiede grandi poteri

Tutti questi poteri sono racchiusi in ogni essere umano, ma l’uomo non cerca di conoscere la propria Forza. Capisce solo la forza fisica e ne va orgoglioso.

“Perché piaceri e prosperità?
Perché istruzione e prestigio?
Un cuore compassionevole, felicità e pace sono sufficienti.”

Queste qualità sono sufficienti! Esse bastano, bastano per l’umanità. Piaceri e prosperità che l’uomo ottiene non sono grandi cose. La grande forza dell’uomo risiede nella pace e nella felicità. Esse scaturiscono da un potere magnetico di enorme forza che si trova in ogni essere umano. C’è in esso l’energia del calore e quella elettrica. Il corpo è un piccolo generatore. Il cuore di ogni essere umano è una specie di televisione, e la mente è come una macchina fotografica. Nell’uomo c’è tutto; ciò che non c’è nell’uomo non può essere riflesso né visto al di fuori. L’uomo è, quindi, molto forte e potente; è assai sciocco pensare che sia solo un pover’uomo. Come si impiega male oggi la nostra umanità! Quante molteplici terribili situazioni subiamo! Oggi oscuriamo quell’umanità che sta a testimone di tutto! Qualsiasi potere si trovi nell’individuo di fronte a noi, si trova anche in noi stessi.

Il Potere di Dio non si manifesta completamente

Nel Râmâyana ci sono tanti altri passi che racchiudono un significato sottile. Si fa menzione di Vâli, il fortissimo re delle scimmie. Egli era nato dal potere magnetico; era l’incarnazione di un magnete. Quando Râma si fece avanti per colpirlo, se si fosse trovato a viso a viso con Vâli, quest’ultimo avrebbe catturato tutto il Suo potere. Per questo motivo, Râma gli lanciò una freccia stando nascosto dietro un albero. Ignorando questi segreti, la gente si chiede: “Perché mai Râma lo colpì da dietro un albero?” Perché Vâli aveva un fortissimo potere magnetico. Anche Râma ne aveva moltissimo, ma, se anche soltanto metà del Suo potere fosse stato captato da Vâli, Râma avrebbe visto diminuire il proprio. Sebbene Dio sia la personificazione di tutti i poteri, in funzione dell’idoneità dell’Era, del momento e delle circostanze, fingerà di dover rimanere entro certi limiti. Non esistono limiti per Lui; tuttavia, secondo il momento e la situazione, per il bene del mondo, per la sua prosperità, e per compiacere gli uomini, il Suo Potere sembrerà limitato. Osservando le cose in questi termini, voi potete pensare: “Sai Baba possiede così grandi poteri; perché non compie questo lavoro?” Ma il momento può non essere opportuno. Cambiare completamente una situazione è possibile solo a Dio, ma non è fattibile per nessun altro.

Dio agisce a seconda del momento e delle circostanze

Arrivò il giorno delle nozze di Râma con Sîtâ. I quattro fratelli, Râma, Lakshmana, Bharata e Shatrughna, si sposarono tutti nello stesso momento. Sapete bene che durante la cerimonia nuziale la sposa e lo sposo si mettono al collo reciprocamente ghirlande di fiori. Pertanto, tutti presero in mano le ghirlande e così fece anche Sîtâ. I fratelli Lakshmana, Bharata e Shatrughna aspettavano che Sîtâ mettesse la sua ghirlanda al collo di Râma, dopodiché anche loro avrebbero fatto lo stesso con le rispettive spose. Râma aveva le braccia molto lunghe ed era molto alto, mentre Sîtâ era molto piccola. Perché ella potesse metterGli la ghirlanda al collo, Râma avrebbe dovuto abbassare la testa, ma non lo fece. Pertanto, considerando la situazione e il momento, Râma inscenò una specie di recita. Poiché al matrimonio erano presenti molti nobili e dignitari, se Râma avesse abbassato la testa davanti a una donna avrebbe perso il rispetto e la reputazione. Egli era un grande guerriero, uno che seguiva rigorosamente il Dharma, e così non piegò la testa. Sîtâ, che teneva in mano la ghirlanda, aspettò a lungo. Tutti i presenti erano molto sorpresi. “Perché Râma non abbassa la testa? Lo sa bene che Sîtâ non può arrivarci, non è vero?” Ma anche qui c’è un piccolo segreto: fino a quel momento Râma non aveva mai guardato Sîtâ. Perché? Solo dopo aver legato il cordino nuziale (equivalente allo scambio degli anelli – N.d.T.) sarebbe diventata Sua moglie, e solo allora Egli avrebbe avuto il diritto di guardarla. Infatti, Sîtâ non era ancora sposata, e gli uomini non devono guardare una donna nubile. Questo era il Dharma naturale per Râma, il Cui Nome sta a indicare il Principio di Verità. Egli era una tale personificazione di Carattere e Verità da osservare rigorosamente ogni tipo di restrizione e limitazione che Egli stesso aveva disposto. Râma rivolse allora uno sguardo a Lakshmana, il quale aveva un’intelligenza acuta e sottile. Lakshmana esclamò: “Fratello Maggiore, capisco bene la Tua indicazione.” Che cosa significa? Lakshmana era il figlio della Madre Terra, ma non solo: egli rappresentava anche Âdishesha (il serpente dalle mille teste, su cui si riposa il Signore Vishnu – N.d.T.). Così Râma disse a Lakshmana di sollevare un po’ il terreno, su cui si trovava Sîtâ, per alzarla. Lakshmana aggiunse: “Fratello Maggiore, non è possibile sollevare solo Sîtâ. Se alzo la terra, anche Tu sarai sollevato e anche Tu Ti troverai più in alto. Non serve!” Lakshmana usò allora uno stratagemma: poiché tutti i presenti stavano guardando, si prostrò ai piedi di Râma e vi rimase a lungo. Vedendo ciò, Râma si abbassò in avanti per alzare il fratello e gli disse: “Lakshmana, alzati!” Non appena si abbassò, Sîtâ si affrettò a metterGli la ghirlanda al collo. Pertanto, persino Tyâgarâja1 descrisse Râma come segue:

“Può una scimmia (Hanuman) attraversare l’oceano?
Era forse possibile legarLo a una macina?
Lakshmî Devî poteva amarLo?
Lakshmana poteva servirLo?
Bharata, dall’acuto intelletto, continuando a guardarLo,
avrebbe potuto inchinarsi?
Il Potere di Râma, invero, non ha confronti!”

Quale arguzia usò l’acuto e intelligente Lakshmana nel capire la grandezza di quel comportamento di Râma! Dio agisce in base alle circostanze e al momento opportuno. Se Râma avesse abbassato la testa, i presenti avrebbero notato che Egli l’abbassava davanti a una donna; ma, avendo un carattere che non si discostava mai dalla Verità, si comportò in modo adeguato. La gente continua a leggere il Râmâyana, il Mahâbhârata e il Bhâgavata; tuttavia non fa alcuno sforzo per comprendere simili sottigliezze e segreti.

L’attrazione di questo Nome e di questa Forma

In ogni uomo il potere magnetico è molto importante; la Divinità si manifesta per mezzo di tale magnetismo. Infatti, chi ha chiamato qui tanta gente da svariati Paesi e da villaggi diversi? Che tipo d’invito è stato loro spedito? No, no! L’attrazione per questo Nome e per questa Forma vi ha portato tutti qui; nessuno tuttavia fa il tentativo di riconoscere tale potere di attrazione. Molta gente può dire: “A noi piace, perciò siamo venuti.” Da dove proviene una simile preferenza? Deriva esclusivamente dal magnetismo. Non è possibile affermare che questa forza magnetica sia in un modo e non in un altro; essa può attrarre tutto, ma chi possiede un simile potere non lo userà a suo piacimento: lo userà in modo controllato. Se andate al mare, portate con voi un bicchiere e lo immergete nell’acqua, esso si riempirà d’acqua; ma non vi sarà possibile raccogliere tutta l’acqua del mare. Il bicchiere ha dei limiti e potrà raccogliere l’acqua secondo la sua dimensione. Tuttavia, il sapore dell’acqua del mare si troverà anche nel bicchiere. Analogamente, Dio ha poteri infiniti, ma li usa entro i limiti da Lui stesso imposti; perciò, quando compie delle azioni, sembra limitato. Ogni essere umano possiede questo potere divino. Infatti, si dichiara:

“Dio è presente in tutti gli esseri.”
“Tutto questo universo è permeato del Divino.”

Reazione, risonanza e riflesso

La mente, che è come una macchina fotografica, sperimenta svariati tipi di immagini. Da dove derivano tali immagini? Esse sono i riflessi che provengono dal cuore, poiché tutto è reazione, risonanza e riflesso. Tutto ciò che vediamo nel mondo è la risonanza dell’atomo; è il suono e la reazione dell’atomo. Tutto è atomo, e l’uomo deve fare ogni possibile sforzo per riconoscere la natura dell’atomo. Oggi la gente fa meditazione e compie diverse pratiche spirituali. Tuttavia, non è possibile esperire Dio mediante tali discipline. Poiché nessuno è in grado di insegnare il giusto percorso, viene insegnata una conoscenza di tipo inferiore, tanto che tutte queste pratiche spirituali non sono corrette, né rappresentano le vie che portano a Dio. Come si può conseguire Dio?   “Chi conosce il Brahman diventa il Brahman Stesso.”   L’Amore di Dio si deve manifestare in voi; come Dio elargisce il Suo Amore a tutti, così voi dovete condividere quell'Amore con gli altri. Dio si avvicinerà a voi se avrete quello spirito di uguaglianza. Il Principio d’Amore che deriva da Dio è Unità, e tale Amore, che è solo Uno, deve essere incrementato e sviluppato. Solo così potrete conseguire Dio. Ciò non significa che Egli arriverà dall’esterno e poi farà il Suo ingresso in voi, bensì Egli renderà manifesto quello che è in voi. Il latente in voi diverrà evidente. Ciò viene definito reazione, risonanza e riflesso. Ogni singola cosa ha in sé il riflesso, la reazione e la risonanza. La Realtà è in tutti voi; quella Realtà soltanto è il Principio Fondamentale Primordiale. Nessuno fa il tentativo di riconoscere quel Principio Fondamentale, e neppure nessuno lo capisce. Ascoltate quello che vi dico, fate quello che vi dico, agite in conformità a quello che vi dico. Sicuramente, conseguirete la Divinità, otterrete “Quello”; ma non vi sarà possibile raggiungerLo con nessun altro mezzo. Non avrete alcun successo se ve ne state seduti lì a domandarvi se quel certo sentiero sia efficace o no.

Dio può essere conseguito solo con l’Amore

Non c’è la minima traccia di attributi in Dio; infatti Egli è detto “Il Senza Attributi”. C’è tuttavia una qualità in Lui: l’Amore. Quella è vita, è prâna, il soffio vitale. È l’unica, vera relazione che esiste fra noi, ed è uguale in tutti: da Amore ad Amore. Voi potete raggiungere qualsiasi cosa mediante il Principio dell’Amore.

Incarnazioni del Divino Amore!
È molto difficile capire la natura della Divinità, ma, una volta che ciò avverrà, (comprenderete che) non c’è niente di più semplice: ogni cosa sarà sotto il vostro controllo. L’uomo che comprende la Divinità sarà in grado di capire il mondo intero. Questo è l’insegnamento impartito anche dalle Upanishad.2 Una volta compreso il Principio Divino, tutto il resto delle cose sarà afferrato automaticamente. Se, di contro, non riuscite a comprenderlo, non potrete capire il resto. Se riconoscete che questo è argento, lo potrete tenere ovunque, ma rimarrà sempre e solo argento. Anche se assumerà forme diverse, sarà sempre argento. Analogamente, se Dio, che è la vera personificazione dell’Amore, è visto e realizzato con Amore, ovunque si volgerà lo sguardo, si vedrà solo Amore. L’uomo, incapace di riconoscere questo sottile segreto, soccomberà, oppresso da una gran confusione. Dio deve essere conseguito per mezzo dell’Amore; non è possibile raggiungerLo con l’odio, il denaro, il potere o con l’orgoglio. Si può ottenere Dio solo con l’Amore. Chi è Râdhâ? Râdhâ è Dharâ, la Terra. Un giorno, un devoto stava facendo uno sforzo estremo per realizzare Dio. Egli non aveva nessun tipo di interesse terreno, non aveva alcun desiderio; quindi si sedette e pensò: “Io non ho bisogno di niente; voglio solo Krishna.” In quel momento Râdhâ decise che quel devoto doveva essere premiato. Vicino al villaggio ove egli abitava c’era un laghetto, e un venditore di braccialetti e cavigliere stava camminando lungo le sponde di quel lago; aveva molta sete e quindi discese al lago, prese un po’ d’acqua, la bevve, e in quel mentre udì un suono provenire dai braccialetti. Una mano uscì dalle acque del lago e si sentì una voce chiedere: “Non infileresti qualche braccialetto sulla mia mano?” Ma non si vedeva il volto; solo la mano usciva dall’acqua. L’uomo pensò: “Che succede? Questo è davvero sorprendente!” La voce disse: “Ti darò il denaro necessario per pagarli. Metti i braccialetti sulla mia mano.” Egli infilò i braccialetti sulla mano, poi vide fuoriuscire l’altra mano e mise quindi altri braccialetti anche su quella. Udì successivamente ancora la voce: “Quanto costano?” Egli rispose: “Madre, non costano molto: sono solo due o tre rupie.” Ella replicò: “Qui nel villaggio c’è la mia casa: le due rupie sono là, in una piccola stanza. In quella stanzetta c’è una finestra, dietro la quale si trova una busta. Lì ho messo il denaro per pagare i braccialetti. Chiedi al proprietario della casa e prendi il denaro.” L’uomo si recò alla casa, e disse al proprietario: “Signore, sua figlia ha preso alcuni braccialetti al lago e mi ha detto che il denaro è qui e di chiederlo a lei.” Questi replicò: “Io non sono sposato; come posso avere dei figli? Ti hanno detto una cosa sbagliata, non è esatto.” Il proprietario della casa, cosciente della propria natura, meravigliato dell’accaduto, si domandò: “Sono un uomo di Verità? La mia mente sta vagheggiando e sono forse illuso, o sto sognando? No, io sono veritiero, non ho infatuazioni, o illusioni; non ho nessun tipo di desiderio. Allora, chi può aver detto tutto ciò? Chi può aver diretto qui quest’uomo?” Chiese allora al venditore: “Quella signora ha detto dove si trova il denaro?” Il venditore di braccialetti rispose: “Ha detto che era racchiuso dentro una busta.” Il proprietario entrò nella casa per controllare, ma sapeva bene che non c’era nessuna finestra e nessuna busta. Tuttavia, quando entrò in casa quel giorno, vide una finestra, e dietro a questa notò una piccola busta. Quando vi infilò dentro la mano, trovò esattamente il denaro richiesto. Il venditore di braccialetti osservò: “Signore, ella mi aveva detto che sarebbe stato proprio così, e mi disse di prendere solo i soldi necessari.” Dopo che ebbe preso il denaro, il proprietario della casa lo supplicò: “Dov’è quel lago? Dove l’hai vista? Ti prego, portami là e fa’ in modo che io la possa vedere!” Pensando ininterrottamente “Râdhâ, Râdhâ, Râdhâ, Râdhâ, Râdhâ”, lo seguì. Arrivati al lago, il venditore di braccialetti esclamò: “Madre, ho preso i soldi nel modo da te indicato. Egli mi ha dato il denaro.” Si udì allora una voce eterea: “Hai ricevuto il tuo denaro, mio caro?” L’uomo rispose: “Sì, l’ho ricevuto. Anche il proprietario è venuto con me. Madre, dagli il tuo darshan!” Allora, da dentro il lago, ella rispose: “Le mie mani possono essere viste da tutti, ma il volto non lo mostro a nessuno: solo a Krishna. Solo Krishna può vederlo, ma nessun altro può vedere il mio viso.” Da quel giorno, finché non morì, il proprietario della casa passò tutta la vita là, pensando solo a Râdhâ, Râdhâ, Râdhâ, Râdhâ. Alla fine, egli ebbe il darshan di Râdhâ e di Krishna. La sua determinazione gli consentì di avere quell’esperienza.

Siate determinati
La gente prende ogni sorta di impegni.

“L’impegno da prendere già lo avete determinato.
Non dovete recedere finché non si sia realizzato.”   Pertanto, Dio si attiene a quel tipo di determinazione.

“Quello che desideravate, già l’avete richiesto;
non lasciatelo finché non si sia adempiuto.
Quello che avevate domandato, l’avete già richiesto;
non recedete finché non l’abbiate ottenuto.
Quello che avevate in mente, già l’avete pensato;
non abbandonatelo finché non si sia realizzato.”

Ci sono quindi due possibilità:

“Incapace di resistere all’insistenza, Dio dovrà prendersi cura di voi.
Oppure, instancabilmente, voi dovete continuare a chiedere. Tutto qua.
Ma recedere non è la decisione degna di un devoto.”   Quei devoti che vacillano devono acquisire simile risolutezza. La determinazione è la qualità di un devoto. Fu grazie alla sua determinazione che Dio diede a quel devoto il darshan di Râdhâ e Krishna, tanto che egli fu liberato.

Dio non verrà tanto facilmente

Anche se Dio è immanente ovunque e in ogni essere, Egli dà il Suo darshan, si manifesta, solo se il luogo e la motivazione sono appropriati e se il tempo e la circostanza sono idonei. Se il momento e la circostanza sono inadeguati, Dio non si manifesterà tanto facilmente, e non concederà la visione di Se Stesso solo perché Gli è stato chiesto. Egli considererà: “È necessario, oppure no?”, e porrà cinque domande: dove, perché, quando, che cosa e come. Perciò Dio si manifesterà e vi risponderà solo se ci saranno le risposte adeguate a queste cinque domande. Tutti i poteri per conoscere Dio sono in voi. Non è necessario andare in qualche luogo per cercare di ottenere questi poteri. I poteri presenti nell’uomo non esistono in nessun altro essere. L’uomo è sommamente potente e sacro, è ideale in tutto; può conseguire qualsiasi cosa, ma deve avere risolutezza e determinazione. Non dovete fermarvi proprio nel bel mezzo con incertezze e dubbi. Un americano arrivò, con enormi sforzi, fin sulla luna e, di fatto, riuscì a raggiungerla anche se si trova a centinaia di migliaia di chilometri dalla terra. Tuttavia, fu incapace di inoltrarsi anche per un solo centimetro nel suo cuore, che è così vicino. Per quale motivo? Egli sapeva intraprendere un viaggio spaziale all’esterno per centinaia di migliaia di chilometri, ma non sapeva fare il viaggio interiore neppure per mezzo secondo o mezzo centimetro! Noi lottiamo così duramente per raggiungere solo questi obiettivi fisici, terreni e profani. Vivekânanda chiese a Râmakrishna: “Maestro! Tu dici di aver visto Dio. Perché io non riesco a vederLo?” Râmakrishna allora gli fece una bella domanda: “Tu piangi in tutti i modi per i tuoi parenti e amici, per moglie e figli, per proprietà e possedimenti. Piangi anche per tua madre e tuo padre. Ma quante volte hai pianto per Dio? Hai mai pianto almeno una volta per Lui? No, per Lui non hai mai pianto! Allora, come puoi aspettarti di vedere Dio? Piangi per Dio, pregaLo e invocaLo! Rimani fermo e risoluto in quella determinazione. Fai solo quello. Se invece hai continuamente alti e bassi, alti e bassi, se vivi fra dubbi e incertezze, Dio non ti darà mai il Suo darshan.” Osservando gli uomini, si nota che i loro dubbi aumentano continuamente. Finché ci sono dubbi (sandeha), si è obbligati ad avere un corpo (deha). Finché si è attaccati al corpo, non ci sarà attaccamento per Dio. Dobbiamo liberarci dei dubbi; finché ci sono i dubbi, Dio non potrà manifestarsi. Dobbiamo essere fortemente risoluti, a prescindere da qualsiasi situazione, e non lasciare spazio a nessun dubbio. Questa è la pratica spirituale che dobbiamo seguire. Se la intraprendiamo, Dio si manifesterà nel nostro cuore.

Ogni cosa è compresa nel servizio

Venkataraman, che ha parlato oggi, è uno scienziato; egli gode di grande fama nel campo della ricerca atomica. Ha lavorato sodo e con successo nel campo della propagazione della luce. Egli è restato vicino a C.V. Raman (un famoso scienziato – N.d.T.), e ha ottenuto notevole successo nello studio dei raggi luminosi. Di solito, le persone che raggiungono questi risultati sono rivolte alla via esteriore, del mondo; ma in lui c’è una sola determinazione: “Qualsiasi cosa accada, ho trovato Dio, e da qui non mi muovo.” È andato in pensione; sua moglie è deceduta. “Dicano tutti ciò che vogliono; io sono giunto ai piedi di Sai, e non li lascerò; questo è il mio obiettivo.” Da quando disse così, non ha mai deviato da tale decisione. Occorre nutrire questo genere di determinazione. Questa è vera austerità, ma le austerità che si praticano oggi non sono vere.

“Non con le penitenze, non bagnandosi in acque sacre,
non con le Sacre Scritture, né con la meditazione
si può attraversare l’oceano delle nascite e delle morti,
ma solo con il servizio ai virtuosi.”

Venkataraman è qui impegnato nel servizio. Ogni cosa è compresa in quel servizio. Ma attenzione: senza darshan (visione) della Divinità, senza sparshan (contatto) con la Divinità, senza sambhâshan (conversazione) con la Divinità, a che serve stare qui tanto tempo? È come essere già morti.

La vibrazione divina è in voi

Tanta gente gira per il mondo. Anche cani e volpi girano allo stesso modo. Quando esco, anche i cani Mi guardano; ma è forse sufficiente il solo vedere per ottenere un risultato? Vedere non basta; occorre vedere la Divinità (vedremo cioè la Divinità solo se avremo un sentimento divino – N.d.T.). Non basta toccare; occorre toccare la Divinità. Voi toccate una quantità di corpi, avete una quantità di darshan! Con quanta gente tenete conversazioni! Ma tutte queste cose non sono in relazione con la Divinità. La vibrazione divina deve venire dal cuore. Senza tale vibrazione divina non si ottiene nulla. Quella vibrazione divina è dentro di voi. La vibrazione divina che non c’è in voi non si trova in alcun altro luogo. Dio concede il Suo darshan nella forma definita dai sentimenti di ciascuno. Non che Egli si mostri solo in quella forma: può manifestarsi in qualsiasi forma. Ma renderà manifeste solo le aspettative del devoto. Darà il Suo darshan solo in quella forma che il devoto ambisce vedere; tra tutte le altre forme, darà il Suo darshan solo in quella. Perché? Perché tutte le forme Gli appartengono. Egli è privo di forma, ma, per amore del devoto, per le preghiere del devoto, Egli darà il Suo darshan in quella forma. Egli assume quella forma per il bene del devoto. Colui che riconosce la natura di Dio e si comporta coerentemente con essa, conoscerà per intero il significato della Divinità. Perciò, cercate soprattutto di riconoscere la Divinità. Ci sono numerosi percorsi sottili a tale proposito. Ve ne parlerò domani.

(Bhagavân conclude il Discorso Divino con il bhajan: “Govinda Krishna Jai…”)

Prashânti Nilayam, 23 ottobre 2001, Sai Kulwant Hall, Celebrazioni di Dasara (4° giorno)   Versione Integrale

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