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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:2001:20011123

20011123 - 23 novembre

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Amico Dolore

“L’intero universo è sotto il controllo del Divino.
Il Divino è governato dalla Verità.
La Verità è sotto il controllo del mondo.
L’uomo è l’incarnazione di Dio.
L’intero universo è tutelato dalla Verità.
La Verità è custodita dalle anime nobili.
Le anime nobili sono l’incarnazione del Dio supremo”.

Trattate con equanimità la gioia e il dolore

Incarnazioni dell’Amore!
Ogni essere umano aspira alla felicità e si avvilisce in presenza del dolore. La Verità o la menzogna, la rettitudine e la disonestà, la giustizia e l’ingiustizia cambiano col tempo. L’uomo deve riporre la sua fede nella Sorgente da cui hanno avuto origine sia il bene che il male.

Ogni essere umano deve sperimentare continuamente la gioia e il dolore, accogliere gli attaccamenti e le avversioni, accettare le preoccupazioni e le sofferenze: dove può trovare la pace in queste condizioni? È scritto:

Sukha duhkhe same kritva.
Trattate con equanimità la gioia e il dolore.

Un vero essere umano è colui che reagisce con equanimità sia al dolore che alla gioia. Allo stesso modo in cui si accoglie la gioia si dovrebbe saper accogliere anche la sofferenza. Solo l’uomo che possiede questa equanimità può esser definito un vero essere umano. Dobbiamo aspirare a considerare allo stesso modo sia la gioia che il dolore. Abbiate fede nel fatto che entrambi sono divini e viveteli nell’Amore.

Rispettate gli altri se volete essere a vostra volta rispettati. Si può essere ricchi o poveri, eccelsi o ignobili, ma ognuno deve aver rispetto per Se Stesso. Si deve fare ogni sforzo per salvaguardare il rispetto di Sé. Ciò a cui l’uomo deve aspirare è il rispetto di Se Stesso, che è la cosa più importante: chi lo possiede rispetta ogni cosa. Dobbiamo avere per tutti lo stesso riguardo che desideriamo per noi stessi.

Tutti devono poter sperimentare la beatitudine

Incarnazioni dell’Amore!
Non ho nient’altro da dirvi oggi, tranne che tutti dovete sperimentare la beatitudine e dimenticare il dolore. Dovete sviluppare il vero Amore e sperimentare, ottenere la Divinità. Questa è una delle parti più importanti del messaggio che intendo darvi oggi. (Applausi).

L’uomo non è solo un essere prezioso, ma il più nobile fra le creature viventi. Il suo cuore è compassionevole, la sua mente è gentile e il suo principio vitale è eterno. Tutti devono riconoscere questo principio e riuscire a far sbocciare la dolcezza nei loro cuori. Si deve sviluppare grande equanimità mentale: questo è il bene più grande a cui dovete aspirare.

Riconoscete la Divinità nella Natura Umana

Incarnazioni dell’Amore!
Oggi voi non capite la grandezza della vita umana.

Daivam mânusha rûpena.
Dio si rivela in forma umana.

Dio stesso assume la forma umana. Inoltre in ogni essere umano, la Divinità è pienamente presente. Prakriti (la Natura, la Creazione) è la prova diretta della parola ‘Bhavânî-Shankara’, il cui significato è “incarnazione dell’Âtma, di Shiva e Shakti”. “Bhavânî” simboleggia shraddâ (salda devozione), e “Shankara” significa “fede”. Quando è presente la Dea Bhavânî, che simboleggia la stabilità, là danzerà anche Shiva, che simboleggia la fede. La vita è inutile senza la Fede e l’Amore. L’intero universo è pieno di fede e beatitudine, ma l’uomo d’oggi non crede nella fede. La fede di Bhavânî e la Divinità di Shankara sono in tutti. Tutta la Natura (prakriti) è una combinazione del principio maschile e del principio femminile (ardhanârîshvara).

Dovete tutti cercare di riconoscere la Divinità insita in voi stessi. Non esiste spiritualità che superi la natura dell’Âtma. Il dovere primario di ogni uomo è di comprendere il principio di Shiva e Shakti (“Bhavânî-Shankara”).

Le difficoltà, le perdite, le gioie e le sofferenze sono retaggio di ogni essere umano. La mente è l’unica responsabile di questi stati. Felicità e sofferenza, affetto ed avversione, il giogo del piacere sensuale: tutto ciò che l’uomo sperimenta ha origine dalla sua mente, a causa del fatto che la mente è pervasa dal senso di dualismo. Se la mente è esercitata a vedere l’unità del Creato, perversioni di questo tipo non saranno in grado di emergere.

In questo mondo dualistico, il vantaggio apportato dal dolore è maggiore di quello apportato dal piacere. Infatti i santi e i saggi di ogni tempo, hanno sempre aspirato alle difficoltà e alla sofferenza piuttosto che alla felicità. La gioia che ci deriva dalle difficoltà e dalla sofferenza è più duratura di quella apportataci dalla felicità. Non dobbiamo provare avversione per la sofferenza. Non dobbiamo dare il benvenuto alla felicità. La beatitudine (quella che deriva dalla sofferenza) è un’amica migliore della felicità effimera. Dovremmo sempre desiderare la sofferenza, che è un’amica suprema.

Dammi sempre la grazia della sofferenza!

Nel (grande poema epico) Mahâbhârata, quando Kuntî si prostrò ai piedi di Krishna, ed Egli le chiese: “Madre, che cosa desideri?”, ella rispose: “Krishna, fammi la grazia di mandarmi solo avversità. Io Ti ho amato e adorato infinitamente solo nei periodi di maggiori difficoltà. Quando ero felice, quando ero la regina madre dei Pândava, non ho mai pensato a Te. Ma quando i miei figli sono stati obbligati all’esilio nella foresta ed hanno sofferto innumerevoli privazioni, la mia fede e il mio amore per Te sono cresciuti e si sono rafforzati. Ti prego quindi di concedermi solo avversità”.

Dobbiamo sviluppare equanimità, sia nella gioia che nel dolore. Questo è il più sicuro segno di illuminata saggezza.

Incarnazioni dell’Amore!
Nella storia leggiamo continuamente di santi che chiedevano a Dio soltanto prove e tribolazioni. Non possiamo ottenere dalla felicità la beatitudine che proviene dalla sofferenza. La beatitudine ottenuta con la felicità si rompe si un attimo, quella proveniente dalla sofferenza è permanente. Dio ci dà sia la gioia che il dolore.

Che cosa significa la parola “Bhagavân”? “Bhâ” significa “splendore”, “Ga” significa “aumentare” e “Vân” vuol dire “spargere”. Dio è Colui che diffonde la forma della Luce ovunque. Egli è senza forma.

Egli è più sottile dello spazio e più piccolo dell’atomo.

Come si può attribuirGli una qualsiasi forma? Il vostro stesso Âtma viene visto come la vostra forma.

La Coscienza di Dio prende la forma della Divinità ed è pienamente presente in ogni cosa.

Voi siete in Dio e Dio è in voi. Non c’è alcuna differenza fra voi e Dio. Se soccombiamo a molteplici sofferenze è perché crediamo che tale natura senza differenze abbia delle differenze. Dio non significa ‘questa forma’ o ‘quella forma’. La Divinità è presente in tutte le forme.

Dov’è la Verità?

Tutta la Creazione ha avuto origine dalla Verità
e tutto tornerà a fondersi nella Verità.
Non esiste posto dove non ci sia la Verità.
Udite! Questa è la pura e immacolata Verità!

Allora, dov’è la Verità? È sparsa dappertutto. Non esiste posto senza Verità. Ciò significa che non esiste alcun posto senza Dio. Dio è omnipervasivo. Su queste basi, nella Bhagavad Gîtâ si legge:

Con mani, piedi, occhi, testa, bocca e orecchie ovunque presenti,
Dio permea l’intero Universo.

Dio si nasconde come Verità in tutte le forme. Se vogliamo adorare Dio, che è l’incarnazione della Verità, ricordiamoci che quella forma di Dio è in noi. Sebbene sia l’incarnazione della Verità, l’uomo spreca il suo tempo in attività futili, incapace di capire che questa Verità è dentro di lui e credendo di esserne separato.

La cultura di Bhârat (il Sanâtana Dharma) è l’incarnazione della Verità. La Verità è eterna: essa non cambia coi tempi, non varia col corpo, non muta con le ere e non è venuta in essere con la Creazione. Non cambia col tempo e non può subire il movimento delle azioni. Non dipende dai sentimenti, non ha avuto origine dalla Creazione e non potrà venir distrutta dall’annientamento finale. Tale Principio Divino, che non ha né nascita né morte, è la vera natura dell’Âtma.

Egli è permanente: non nasce e non muore.
È eterno: non ebbe principio e non avrà mai fine.
Non muore: non è mai nato e non può essere ucciso.
Egli è l’Uno in tutte le forme.

Come dobbiamo adorare Dio? Adorando il nostro Sé. Dobbiamo abbandonare l’idea che Dio sia separato da noi, che sia al di fuori di noi stessi. “Dio è nel mio cuore. La dimora di Dio è solo nel mio cuore”. Non esiste tempio che sia più caro a Dio del nostro cuore.

Dio ama moltissimo il cuore. Questa dimora, da Lui così amata, è la Sua casa. In ognuno c’è un simile cuore tanto sacro. Dio è omnipervasivo: non dobbiamo cercarLo all’esterno.

Se abbiamo delle difficoltà, dobbiamo rivolgerci all’interno di noi stessi e analizzare la Verità secondo cui, in queste difficoltà, vi è tanta felicità. Senza le difficoltà, la felicità non avrebbe valore. Ogni essere umano dovrebbe essere sempre felice.

La felicità è l’unione con Dio

Quando sono arrivato, tutti stavano dicendo: “Buon compleanno, buon compleanno!” Io sono sempre felice! (Applausi). Allora, perché Mi dite “Buon compleanno” solo in questo giorno? Dovete dire “Buon compleanno” a chi non è felice. Io sono uno che è sempre felice.

La felicità non è qualcosa che viene dall’esterno ed entra dentro.

La felicità è l’unione con Dio.

Perciò chiunque sia con Dio, è felice. Tutti gli esseri umani pensano che la felicità sia qualcosa di esterno a loro, e cercano di raggiungerla impegnandosi in svariate attività. Che cosa facevano gli antichi saggi per adorare Dio? Consideravano il sacrificio il fiore più pregiato da offrirGli. L’offerta che maggiormente desideravano farGli era quella del fiore del loro Amore. Vedevano nella Verità il Dio manifesto, e credevano nell’unità della Compassione e dell’Amore. Sentivano che il loro cuore era il Suo trono. Mediante questa sublime adorazione, i giovani e i saggi di quei tempi riuscivano a ottenere la Divinità. Anche oggi l’uomo deve installare Dio nell’altare del proprio cuore e adorarLo in questo luogo.

Abbiamo tanti pensieri. A che cosa servono tutti questi pensieri? Essi sono solamente la causa principale del dolore. Anche la sofferenza è pienezza di gioia. Come lo zucchero si trova nello sciroppo, allo stesso modo Dio è lo zucchero nello sciroppo del dolore. Dobbiamo quindi considerare la gioia e il dolore negli stessi termini e sentirci sempre felici.

Non dobbiamo mai preoccuparci per le difficoltà

Quando si hanno difficoltà e perdite, esse non devono essere percepite come cose problematiche. Non dobbiamo preoccuparcene, ma avere fede nel fatto che ogni avversità è una pietra miliare sul cammino verso l’eterna beatitudine.

Solo quando i Pândava si trovarono a dover soffrire per molteplici difficoltà nei loro quattordici anni di esilio, Krishna fu con loro dovunque andassero e dette loro la vittoria.

I Pândava nella loro vita, avevano giuste priorità: primo, Dio; secondo, il mondo; terzo, l’“io”. Come primo veniva Dio, poi c’era il mondo, e per ultimo l’”io”.

Invece i Kaurava avevano priorità esattamente contrarie: Primo, l’“io”; secondo, il mondo; ultimo, Dio.

Tenevano Dio all’ultimo posto: ciò procurò la loro sconfitta. Non trovarono mai la gioia, per quanto la cercassero. La completa beatitudine è solo per chi ha conquistato la vicinanza di Dio.

Dobbiamo rispettare ogni singolo individuo: questo rispetto ci tornerà indietro raddoppiato.

Incarnazioni dell’Amore!

Non dobbiamo preoccuparci delle difficoltà. Non dobbiamo neppure pensare alla sofferenza. Non aspirate solo a essere felici. Non contemplate l’idea della beatitudine. Pensate: “Solo il dolore mi darà la vera beatitudine”.

Il dolore è come l’amara scorza dell’arancia. Solo quando l’avremo tolta troveremo il succo della felicità.

Dio è l’Essenza (Raso vai sah). Egli viene definito Incarnazione di rasa (essenza, succo dolce). Il succo è dolce quando il frutto è protetto da una scorza molto amara. Solo da una profonda sofferenza potremo estrarre il dolce succo della beatitudine.

Un uomo di nome Lincoln

Nel passato, visse in America un uomo chiamato Lincoln. Era nato in una famiglia povera. I suoi compagni di scuola, che erano ricchi, lo deridevano e lo ridicolizzavano per la sua povertà, dicendo: “Noi portiamo ornamenti e indossiamo abiti nuovi e di alta qualità. Questo ragazzo è un poveraccio e si veste da miserabile!”. Così dicendo, si prendeva gioco di lui.

Un giorno, poverino, non ce la fece più a sopportare quella situazione, e si gettò piangendo sulle ginocchia di sua madre: “Mamma, mi umiliano continuamente!”

La madre lo consolò con queste parole: “Figlio mio caro, tutto questo ti farà solo bene. Non aspirare al rispetto altrui e agli onori! Mantieni il rispetto del tuo Sé: solo questa è la tua prosperità, la tua ricchezza. Solo questo è il tuo Dio. Non perdere mai il rispetto del tuo Sé”.

Queste parole di incoraggiamento si impressero nel suo cuore e gli dettero la forza di confrontarsi, con equanimità, con gli alti e bassi della vita.

“L’Âtma è in me. La mia vera ricchezza è il rispetto del mio Sé”. Riuscì così a essere sempre promosso.

(Quando ebbe finito l’Università) i suoi amici migliori, che ben si erano resi conto della sua forza di carattere, lo incitarono a diventare un membro del Congresso. “Dove sta un membro del Congresso? Ci sarà un posto per me? Mi lasceranno entrare nell’aula del Congresso?”, Lincoln pensò dubbioso. Ma immediatamente mise da parte le incertezze: “L’ordine di mia madre era di avere fiducia in Me Stesso. Combatterò”.

E con la fiducia in Se stesso combatté, fino a diventare il Presidente dell’America. Quel piccolo bambino diventò Presidente! Come fu possibile? La vera ragione fu la sua fiducia in Se Stesso. Non importa in quale posizione uno possa trovarsi: se non ha fiducia nel proprio Sé potrà sempre cadere.

Sviluppate la fiducia in Voi Stessi!

Perciò, Studenti!

Dovete considerare la fiducia in Voi Stessi come uno dei beni più preziosi della vostra vita. Non si ottiene la beatitudine del Sé senza la fiducia in Sé Stessi.

Voi stessi siete divini. Non c’è niente di più elevato del vostro Âtma. Quando Brahma si unisce all’Âtma si chiama Âtmavân. Che cosa significa Âtmavân? Significa “Ciò che è omnipervasivo e che è permanente nel corpo e nel cuore”. Niente al mondo è più prezioso del cuore. Sviluppate la fiducia in Voi Stessi, amate tutti gli esseri e non odiate nessuno. Anche se qualcuno vi odia, voi non dovete odiare nessuno. Questo è il significato di:

La Mia vita è il Mio messaggio.
(Applausi)

La Mia vita è il Mio messaggio

Seguite il Mio esempio. Anche se qualcuno Mi odia, anche se qualcuno Mi critica, Io non critico e non odio nessuno. Se praticate questo principio, anche in voi sboccerà la natura divina che è uguale a quella di Sai Baba. Se Sai si è conquistato la fama che ha, la reputazione di cui gode, di chi è il merito? Solo del Suo prezioso principio d’Amore. Questo Amore è la Mia sola proprietà e il Mio unico tesoro. Anche voi dovete condividere questa natura d’Amore, sviluppare la fiducia nel Sé e offrire al mondo un modello di vita ideale.

Oggi non era Mia intenzione parlare.. Auguro a tutti di stare bene. E non solo agli indiani. Dobbiamo augurare il benessere a tutti i Paesi del mondo.

Lokâssamastâh sukhino bhavantu
Possano tutti i mondi essere felici.

Devono essere tutti felici: solo allora otterrete la beatitudine. Sviluppate apertura di mente e mettete da parte le ristrettezze mentali. Anche quando gli altri vi procurano guai e problemi, sopportateli con pazienza e siate sicuri che ciò può farvi solo bene: “Questo è per il mio bene, per il mio bene”. Non c’è niente di più importante.

L’Abitante interiore di tutti

Il corpo è formato dai cinque elementi,
ed è destinato a perire un giorno o l’altro.
L’Abitante è eterno.
L’eterno Abitante non conosce né nascita né morte
e non è vincolato da alcun attaccamento, catena o regola.
In verità, l’Abitante è Dio stesso!

Questo Abitante si trova in tutti; persino un mendicante viene a chiedere:

Rispettabile Madre, fammi la carità!

A chi chiede l’elemosina? Non a voi! La chiede al vostro Abitante interiore, cioè a Dio. Non arrivando a comprendere questa Verità, credete che egli stia chiedendo l’elemosina a voi! A farvelo credere è solo la vostra ignoranza, il vostro ego. Egli non implora voi; egli sta implorando il Dehi (l’Abitante).

Voi siete l’incarnazione dell’Abitante. Voi (l’ego) non siete l’Abitante. Solo la divina Energia in voi è l’Abitante. La Divinità è in tutti. Non c’è differenza fra il ricco e il povero. Lo stesso principio atmico è in tutti. Adorate con amore questa Divinità.

Cuore a Cuore, Amore ad Amore

Amate tutti. Ciò non è sbagliato. Ma con che genere d’amore? Con l’Amore disinteressato, quello che non ha attaccamento per il corpo. Esso è uguale in tutti. La coscienza corporea conduce unicamente a sentimenti ristretti: è solo una relazione corpo a corpo. Ma fra Dio e voi c’è una relazione “Cuore a Cuore, Amore ad Amore!” Dovete vedere l’Amore con l’Amore!

Non ho invitato nessuno oggi a questa funzione. Non è stato stampato alcun biglietto d’invito. Se tutte queste persone si sono riunite qui, è a causa del loro amore per Me. (Applausi). È motivo di grande beatitudine per Me essere amato da queste moltitudini. Alcuni non riescono a conquistarsi neppure l’amore dei genitori. Conquistarsi l’Amore di così tanta gente nel mondo è un segno di Divinità. (Applausi).

Amato, amato dal mondo.

Quelli che Mi amano non sono solo coloro che sono qui raccolti, ma anche decine di milioni di persone sparse in tutto il mondo. Quest’Amore è la più grande prova della Divinità. Giovani e vecchi, tutti Mi amano allo stesso modo. Oggi i devoti si sono riuniti in grandissimo numero già dalle tre del mattino, cercando di entrare nella Sai Kulwant Hall. Il loro entusiasmo era senza limiti. C’è gente che fa la fila per entrare nei teatri o sugli autobus, ma qui l’interesse per il darshan di Swami è tale che la gente ignora qualunque fila e si fa avanti spingendo! (Applausi). Non bada neppure ai pericoli per la propria vita! Per avere il darshan, le persone si gettano fra la folla con tale determinazione, con tale amore!

Questo tipo di Amore non si può ottenere neppure con anni e anni di penitenze.

Oggi avete la fortuna di essere immersi nella beatitudine della presenza divina. Avete certamente vissuto svariate vite di penitenza, fatto molti sacrifici e intrapreso molteplici pratiche spirituali per aver avuto l’opportunità di sperimentare questa Beatitudine! (Applausi).

Io amo tutti. Non c’è nessuno che non Mi piaccia. Essere amato da tanta gente è il risultato del Mio Amore.

La Verità è anche in voi

Non ferite e non fate soffrire nessuno usando parole aspre. Non compite azioni malvagie. Riconoscete la Verità secondo cui Dio pervade tutto, dal microcosmo al macrocosmo. La Verità è anche in voi. Voi non ve ne rendete conto, ma l’unico errore consiste nel fatto che non siete consapevoli che la Verità è in voi. La forma della Verità (Âtma) dimora in voi. Non c’è Verità che vi superi (che superi il vostro Sé). Oggi, quindi, dobbiamo sapere che:

Dio è in tutti gli esseri viventi

Îshvara è solo un tipo di incarnazione dell’energia. Îshvarî, (la controparte femminile di Îshvara – N.d.T.) è un tipo di fede. La forma combinata di Bhavânî-Shankara è la vita umana. Shankara è la natura del corpo, e Bhavânî è la natura dell’Âtma. L’una segue l’altra. La natura di Shiva desidera la felicità del corpo, mentre Bhavânî desidera la saggezza atmica. Questa è la fede, senza la quale non potete raggiungere alcun risultato. La prima cosa che dovete fare è sviluppare la fiducia nel vostro Sé. Se avete quella, non ci sarà nulla che non possiate ottenere nel mondo.

Amate con tutto il vostro cuore

Incarnazioni dell’Amore!
Per riconoscere la natura di Dio non c’è bisogno di grandi pratiche spirituali, di lunghi digiuni o di ripetere il Nome di Dio. Non è neppure necessario fare penitenze o meditare. È sufficiente amare con tutto il cuore.

La gente crede di dover fare molto, e pensa: “Devo fare questo servizio, e quest’altro servizio per Dio”. Queste non sono altro che le caratteristiche della fede; sviluppate questa fede!

A causa della presenza di Bhavânî-Shankara nel corpo umano, esso è sacro, e non deve nutrirsi di cibo impuro.

Da oggi in poi dovete intensificare ogni giorno di più il vostro Amore per Dio, la paura del peccato e la moralità nella società.

La moralità nella società

Se desideriamo ottenere una genuina moralità, è necessario innanzitutto amare Dio. Se amiamo Dio, avremo timore del peccato. Chi non è timoroso di peccare compie atti empi, che sono deprecabili e in contraddizione con la natura umana .

Non abbattetevi per le preoccupazioni

Nascere è una preoccupazione. Trovarsi sulla Terra è una preoccupazione.
La vita del mondo è una preoccupazione. La morte è una preoccupazione.
La gioventù è una preoccupazione. La vecchiaia è una preoccupazione.
Vivere è una preoccupazione. Le calamità sono una preoccupazione.
Tutte le azioni sono una preoccupazione. Le difficoltà sono una preoccupazione
La felicità è una preoccupazione. Preoccupazione, assurda preoccupazione!

Che cosa si può consigliare a chi è pieno di preoccupazioni e vuole non averne più? Tutte queste preoccupazioni sono collegate solo al proprio corpo. Tutte queste preoccupazioni sorgono dalla mente. Se riuscite a controllate la mente, le preoccupazioni spariranno. Tyâgarâja disse:

Di quale utilità sono i mantra e i tantra
per coloro che hanno conquistato il controllo della propria mente?

Quindi, se abbiamo la mente sotto controllo, non avremo più bisogno di recitare i mantra, e tutte le preoccupazioni spariranno.

Almeno a partire da oggi,
sviluppate l’amore per l’Amore di Sai,
che distruggerà tutte le vostre preoccupazioni!
(Applausi)

Sì, questo vi sbarazzerà di ogni preoccupazione. Non demoralizzatevi per le preoccupazioni. Possiamo ottenere tutto pregando Dio. E questo è vero non solo per gli indiani! Anche moltissimi stranieri hanno ottenuto tanto con questo Amore.

Fiducia in Voi Stessi

Molti hanno trovato appagamento nella vita mettendo in pratica gli insegnamenti loro impartiti dalle proprie madri.

La madre è Dio. Il padre è Dio. L’insegnante è Dio.

Amate vostra madre sopra ogni cosa. Diventerà allora automatico per voi amare vostro padre e il vostro insegnante.

Comunque, prima di poter amare vostra madre, dovete amare Voi Stessi. Chi non ama Se Stesso non sarà capace di amare neanche la propria madre.

La fede in voi stessi e in Dio: ecco il segreto della grandezza.

È fondamentale che sviluppiate la natura di queste due forme di fede.

Riflettete su ciò che ha detto Swami

Incarnazioni dell’Amore!
Anche questa sera per il Compleanno sono previsti molti programmi. È dalle tre di questa mattina che siete qui. Dovete riposarvi un po’. (Applausi). Si deve anche riempire lo stomaco. È necessario mettere un po’ di benzina nel serbatoio! (Risate).

Molta gente è arrivata alle due o alle tre del mattino: perciò andate, ora, e continuate a riflettere su ciò che Swami vi ha detto. Impegnatevi adeguatamente a ripetervi: “Ho fiducia in Me Stesso”, e poi ottenete questa fiducia, con coraggio. Ripromettetevi di raggiungere questa meta. Parlate col coraggio di chi ha fiducia in Se stesso!

Seguite i comandi di Dio e otterrete qualsiasi cosa. Tutto ciò che intraprenderete darà dei frutti. Potrete uscire vittoriosi da qualsiasi impresa.

(Bhagavân conclude il Suo Discorso Divino cantando il bhajan:“Hari Bhajana Binâ Sukha Shânti Nahi…”

Prashânti Nilayam, Sai Kulwant Hall, 23 novembre 2001

76° Compleanno di Sai Baba

Versione Integrale

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