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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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discorsi:2009:20090225

20090225 - 25 Febbraio

Discorso Divino di Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba

Non può esistere società senza moralità

Pace e Felicità Consistono nel Cantare il Nome di Dio

Jantunam narajanma durlabham
Fra tutti gli esseri viventi, la nascita come esseri umani è la più rara.

Perché si afferma ciò? Tutti vogliono il progresso, la prosperità e il benessere della società. Ciò può essere raggiunto attraverso tre princìpi fondamentali: daiva prîti, pâpa bhîti e sangha nîti (amore per Dio, timore del peccato e moralità nella società).

Salvaguardate la moralità

Perché la moralità prevalga nella società, l’individuo deve avere timore del peccato. Ciò avviene solo quando sviluppa l’amore per Dio. È dunque necessario che l’uomo alimenti questo amore. Facendolo, avrà timore del peccato e, nella vita, seguirà il retto sentiero, portando in tal modo moralità nella società. Un uomo senza moralità non può essere definito “essere umano” nel vero senso del termine. L’uomo moderno, tuttavia, è immerso fino al collo nel peccato. Come può, dunque, avere amore per Dio? Si può avere amore per Dio solo quando si teme il peccato. Di fatto, l’uomo deve considerare l’amore per Dio, il timore del peccato e la moralità della società alla pari dei suoi tre organi principali, ovvero i suoi piedi, il suo stomaco e la sua testa.

A causa della mancanza di timore del peccato e amore per Dio,
l’umanità si è deteriorata negli esseri umani.
Ciò pregiudica la pace universale.

Daiva prîti, pâpa bhîti e sangha nîti sono interdipendenti. L’uomo temerà il peccato quando svilupperà amore per Dio, e svilupperà moralità quando avrà timore del peccato. Per contro, se mancherà di moralità non avrà paura del peccato e ciò lo porterà a non amare Dio. L’uomo desidera troppo cose nella vita: compie molti tipi di yoga, meditazione e penitenze, ma, senza timore del peccato, tutto ciò sarà inutile. Pertanto, affinché vi sia moralità nella società, l’individuo deve temere il peccato. Solo attenendosi alla moralità, egli potrà ottenere rispetto e raggiungere un posto d’onore nella società. Nessuna società può esistere senza moralità; è perciò necessario diffonderla nella società, giacché una società basata su di essa promuoverà l’amore per Dio. Se invece la società non avrà basi morali, i membri che la costituiscono non avranno né timore del peccato né amore per Dio. Da ciò si evince che è dovere essenziale dell’uomo salvaguardare la propria moralità.

L’altruismo è la più nobile delle virtù

Il vero essere umano è quello che è dotato di umanità. Innanzitutto, egli deve nutrire amore per Dio. Dedicarsi ad attività di servizio senza amore per Dio equivale solo a essere egoisti. Fintantoché nell’uomo esiste l’egoismo, egli non potrà realizzare il Sé. Di fatto, un pesce (fish) è migliore di una persona egoista (selfish), nel senso che il pesce pulisce l’acqua in cui nuota. L’altruismo è la virtù più nobile. Voi vi considerate esseri umani, ma possedete forse umanità e qualità umane? Se queste mancano, qual è allora la differenza fra un uomo e un animale o una bestia? Gli animali, almeno, aiutano l’uomo nel lavoro dei campi, mentre l’uomo oggi è diventato tanto egoista da non aiutare nessuno. Perciò, dovremmo porci questa domanda: “Siamo esseri umani, animali o bestie?” Ovviamente non siamo animali o bestie: siamo esseri umani. Sapendo ciò, dovremmo sviluppare adeguate qualità umane. Ognuno dovrebbe pensare e chiedersi: “Posseggo o no qualità umane?” I cinque Valori Umani di Satya (Verità), Dharma (Rettitudine), Shânti (Pace), Prema (Amore) e Ahimsâ (Non violenza) sono come i cinque soffi vitali dell’uomo e solo quando li si possiede ci si può definire “esseri umani”. Se essi mancano, qualunque qualità si possieda, non potrà fare di voi dei veri esseri umani. L’animale prova fame, bramosia e ira, e conduce una vita priva di restrizioni. Manca di gentilezza e compassione, qualità fondamentali dell’essere umano. Bramosia, ira, illusione, avidità, orgoglio e gelosia sono elementi comuni all’uomo e all’animale: chi non possiede controllo su tali qualità animali è, a tutti gli effetti, un animale. L’uomo deve tenerle sotto controllo e alimentare invece Satya, Dharma, Shânti, Prema e Ahimsâ, nutrendo gentilezza e compassione per chiunque. Prima di tutto, egli deve avere amore. Unicamente quando abbiamo amore possiamo ottenere pace. Solo combinando pace e amore potremo avere una vita compiuta. Ottenendo pace e amore, non proveremo odio e non danneggeremo alcuno. Far del male agli altri indica che in noi cova l’ira. Il dolore è la reazione dell’ira. L’uomo, dunque, deve sviluppare amore. Se, in qualunque momento, nascono in noi sentimenti di collera o odio, dobbiamo dominarli: questa è la qualità dell’essere umano. Ecco perchè deve esservi timore del peccato, amore per Dio e moralità nella società. Quando si sviluppa amore per Dio, tutti i peccati saranno completamente ridotti in cenere. Bisogna dunque sviluppare amore per Dio se si vuole che tutti i propri peccati siano annullati.

Ira e gelosia sono i peggiori nemici dell’uomo

Manushyanam daiva svarûpam
L’uomo è divino.

Questo è il motivo per cui tutti gli Avatâr prendono forma umana. Quando si ha una forma umana non bisogna lasciar spazio a qualità animali e, se esse sorgono in voi, dovete cacciarle via. Esse portano a non temere il peccato. Perciò, dovete sempre avere amore, amore e solo amore! La collera e la gelosia sono i peggiori nemici dell’uomo; possedendo queste due caratteristiche non si può esser definiti esseri umani né tanto meno raggiungere la Divinità. Chi, da un momento all’altro, si infuria, dimostra mancanza di umanità e solo qualità animali. Occorre dunque controllare, innanzitutto, ira e gelosia. È ciò che insegnano tutti i nostri testi sacri come la Gîtâ e le Upanishad. L’ira e la gelosia sono più potenti e feroci persino di un leone e aspettano sempre di sopraffarvi. La furia di un leone è di breve durata; esso può uccidere chiunque in pochi minuti. L’uomo, invece, cova in sé ira e gelosia per mesi e anni, e non li abbandona facilmente. Tali caratteristiche sono pertanto i più terribili nemici dell’uomo e distruggono unità e tolleranza.

In questo sacro Paese di Bhârat, la tolleranza è la vera bellezza.
Fra tutti i rituali, l’aderenza alla verità è la più grande pratica ascetica.
Il dolcissimo sentimento di questo Paese è quello d’amore verso la propria madre.

La vera dolcezza risiede nell’amore per la madre. Dobbiamo considerare amore e tolleranza come nostra madre e nostro padre, ma, sfortunatamente, questi due non sono presenti nell’uomo d’oggi. Quando otterrete queste due virtù, non sarete altro che Dio. Perciò per l’uomo è essenziale avere daiva prîti, pâpa bhîti e sangha nîti. Che cosa significa pâpa bhîti? È la paura di danneggiare e offendere gli altri. Peccare non significa necessariamente uccidere qualcuno: anche ferire i sentimenti degli altri equivale a uccidere. Perciò, guardatevi dall’essere causa di qualunque sofferenza mentale per chiunque. Astenersi da tutto ciò è pâpa bhîti. Râma andò nella foresta e uccise coloro che indulgevano in azioni peccaminose al fine di distruggere il peccato. Anche Vibhîshana andò da Râma e Lo aiutò ad annientare il peccato.

Pronunciate sempre parole dolci

Vibhîshana era il fratello minore di Râvana. Essi erano tre fratelli: Râvana, Kumbhakarna e Vibhîshana. Quest’ultimo era sempre calmo e composto, e libero da odio, gelosia e ira al contrario di suo fratello maggiore Râvana. Il terzo fratello, Kumbhakarna, mangiava e dormiva continuamente. Il significato stesso del nome Râvana è ira, gelosia e odio, mentre quello di Vibhîshana indica pace e quiete. Il nome di un uomo influenza la sua natura. Ci sono certi nomi che creano piacevoli sentimenti quando li si ascolta, mentre ve ne sono altri che suscitano sentimenti di paura e repulsione. Per esempio, quando sentiamo il nome “cuculo”, esso stimola in noi sentimenti sublimi e dolci. Quando il cuculo canta, lo ascoltiamo con grande piacere, e c’è un senso di piacere nel suo stesso nome. Per contro, la gente tira sassi alla cornacchia quando essa apre il becco. Dovremmo dare il nome ai nostri figli con la dovuta considerazione. Questo è il motivo per cui la gente dà il nome al proprio figlio tenendo conto della stella di nascita.
Dovremmo avere buoni nomi. Non dovremmo mai aver nomi non appropriati. Il nome deve essere tale da suscitare sentimenti di pace e dolcezza. Sathyanârâyana è il Nome di questo Corpo. Quanto è dolce! Questo nome è stato dato da Kondama Râju, il nonno di questo Corpo. Egli ha anche cambiato il nome della madre di questo Corpo da Namagiriammâ a Îshvarâmmâ, che significa madre di Îshvara (Dio). Questo è il motivo per cui il nome Îshvarâmmâ è diventato famoso nel mondo. Parole come serpente e scorpione creano in noi un senso di paura per il loro veleno. Il serpente è velenoso nei denti e lo scorpione nella coda. Il veleno è situato in certe parti del loro corpo, mentre l’uomo odierno è pieno di veleno dalla testa ai piedi. Non solo il suo linguaggio, ma anche tutte le sue azioni sono velenose. Alcune persone hanno tanto veleno nel loro parlare che, qualunque parola esca dalla loro bocca, è piena di veleno. Esse offendono i sentimenti altrui con siffatte parole. Dobbiamo liberare il nostro linguaggio da simili parole velenose e parlare sempre con dolcezza. Ci sono alcune persone che hanno veleno anche nel loro sorriso, mentre nell’amore non c’è veleno. Dovremmo avere un sorriso pieno d’amore. Swami sorride sempre amorevolmente: il Suo sorriso irradia beatitudine. Dovete sempre avere un volto sorridente. Non assumete un’espressione livida; essa riflette ira, odio e gelosia. Abbiate sempre un viso sorridente. Dovreste sorridere anche se qualcuno vi maltratta; allora anche l’altra persona smetterà di maltrattarvi e comincerà a sorridere. Quando domandate a qualcuno: “Come stai, fratello?”, anch’egli risponderà: “Come stai, fratello?”, anche se è vostro nemico. Com’è l’azione, così sarà la reazione. Com’è il suono, così è l’eco. Quando, amorevolmente, chiedete a qualcuno: “Come va?, anch’egli domanderà: “Come va?” Ogni cosa ha una reazione, un riflesso e una risonanza. Perciò, il nostro linguaggio, le nostre azioni e il nostro comportamento devono essere buoni: questa è la qualità principale dell’essere umano.
Dovremmo essere umili e cortesi nel nostro parlare. Non provocate paura negli altri: in ciò consiste la vera umanità; in caso contrario la gente vi bollerà come persona senza qualità umana. Il nostro linguaggio e le nostre azioni devono essere piacevoli per gli altri. Quando qualcuno parla, cita, come esempio, le proprie esperienze. Dovremmo raccontare solo buone esperienze. Quando vi definite studenti dell’università Shrî Sathya Sai, il vostro comportamento deve essere all’altezza dell’Istituto in cui avete studiato. Dovete rispettare e onorare gli anziani. Non vedete il male. Quando vi comportate così, tutti vi chiameranno “buon ragazzo, buon ragazzo”. Un buon ragazzo (good) è un ragazzo di Dio (God)! Dovete guadagnarvi una simile buona reputazione; solo allora avrà un senso il motto: jantunam narajanma durlabham (fra tutti gli esseri viventi, la nascita come esseri umani è la più rara).

(Baba canta il bhajan: “Hari bhajan binâ sukha shânti nahin…” e poi continua il Discorso).

Quando andai a Chennai, qualche tempo fa, alcune persone Mi chiesero: “Swami, la gente aspira alla pace e alla felicità. Dove si trovano?” Detti allora la risposta con la canzone “Hari bhajan binâ sukha shânti nahin…” (Non può esserci felicità e pace senza il canto del Nome di Dio).
Bhajan significa contemplare Dio: solo questo ci dà pace e felicità. Pace e felicità non sono separate l’una dall’altra; le si può raggiungere solo attraverso Hari bhajan… Qualcuno potrebbe chiedervi: “Sai Baba parla di pace e felicità. Dove si trovano? Che cosa avete capito?” Quando date la risposta: “Hari bhajan binâ sukha shânti nahin”, non ci saranno altre domande. L’umanità fiorirà solo quando vi sarà daiva prîti, pâpa bhîti e sangha nîti (amore per Dio, timore del peccato e moralità nella società). Quando avrete queste tre qualità, sarete vittoriosi in tutto il mondo. Esse sono sufficienti; non vi occorre altro. Cantate la gloria di Dio: sarete allora un grande esempio per tutti. Chala santosham (sono molto felice)!

Prashânti Nilayam, 25 febbraio 2009,
Sai Kulwant Hall
(Traduzione da “Sanâtana Sârathi”, maggio 2009)

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