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Discorsi Divini di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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pensieri:2008:200804

04 - Aprile 2008

Pensieri del giorno di Sri Sathya Sai Baba

APRILE 2008

1.4.08 Se permettete al vento del dubbio o al sole della disperazione di aggredire il vaso di Beatitudine (Ananda) che avete colmo nel cuore, esso evaporerà presto ma, se lo tenete nell’acqua fresca della buona compagnia e delle azioni buone, può essere conservato integro per sempre. La Beatitudine cresce anche quando vi ci soffermate in silenzio e ricapitolate le circostanze che l’hanno prodotta. Per questo la riflessione ponderata (Manana) è considerata una parte così importante dello sforzo spirituale. Baba

2.4.08 Se la sofferenza e la fatica, che l’uomo sta provando per accumulare i simboli della ricchezza e del potere, vengono diretti verso Dio, egli può essere infinitamente più felice. Comunque, il velo dell’illusione (Maya) gli nasconde il Suo volto di che rifulge da ogni essere e cosa intorno a lui. Maya è della natura dell’oscurità/ignoranza (Tamas). Nel sonno profondo senza sogni, esiste soltanto il Sé ma è nascosto da Maya, voi non siete consapevoli di essere Dio (Brahman); questa è la differenza tra lo stato di realizzazione spirituale (Jnana) e quello di sonno profondo (Sushupti). Il Realizzato sa di essere Uno con Brahman mentre la persona che è nel sonno profondo non ne è cosciente. Baba

3.4.08 Il corpo non è che un battello che serve ad attraversare il mare dell’esistenza terrena (Samsara); lo avete guadagnato con i meriti di molte vite. Una volta attraversato il mare, voi comprendete che Dio è l’abitante del corpo (Deha); questo è il suo scopo. Quindi, finché il corpo è forte e capace, l’intelletto è acuto e la mente vigile, tutti gli sforzi vanno fatti per cercarne il Residente (Dehi). Baba

4.4.08 Attraverso l’assimilazione degli insegnamenti contenuti nell’epica delle storie di Dio (Bhagavatam), la vostra qualità dell’inerzia (Tamo guna) verrà trasformata in quella dell’attività continua (Ragio guna) e purificata poi nella qualità dell’equilibrio e della serenità. E’ come il frutto che, grazie all’influenza combinata della terra e del sole, diventa gradualmente del tutto aspro, poi in parte dolce ed infine totalmente dolce, in tre stadi. Anche l’uomo, per mezzo delle due forze gemelle della Grazia Divina da fuori e dell’anelito da dentro, matura fino alla dolcezza completa della Beatitudine (Ananda) e dell’Amore (Prema). Baba

5.4.08 La rettitudine (Dharma) purifica la mente, vi guida verso Dio e crea una propensione per il Nome e la Forma. Quando amate il Nome e la Forma di Dio, voi rispettate ed eseguite naturalmente il Suo comando. Tenete il Nome sulla lingua e la Forma negli occhi ed il demone del desiderio senza fine volerà via dalla vostra mente lasciando gioia ed appagamento dentro. Questo tipo di contemplazione costante del Dio interiore promuoverà l’amore per tutti gli esseri ed allora voi vedrete il bene negli altri e vi sforzerete di fare loro del bene. Baba

6.4.08 Dovete sforzarvi di esaminare il vostro carattere e scoprire i difetti che lo infestano; non cercate di analizzare il carattere degli altri e di individuare le loro imperfezioni. Questa autoanalisi è davvero necessaria per portare alla luce le mancanze che possono minare il proprio progresso spirituale. Gli uomini differiscono l’uno dall’altro in questa lotta contro i nemici interiori ed ognuno ottiene il risultato che la sua disciplina spirituale (Sadhana) merita, che le sue azioni di questa vita e di quelle precedenti meritano. Sulla via spirituale, ciascuno deve avanzare, partendo dal punto in cui si trova, con il suo passo ed alla luce della lampada che ha in mano. Baba

7.4.08 L’uomo (Manava) è l’effettiva incarnazione della Divinità; Ma=non e Nava=nuovo cioè “L’uomo non è nuovo”, è antico (Purathana) ed eterno (Sanathana). L’uomo è esistito per un numero incalcolabile di anni. Ogni secondo della vita è nuovo e quindi non c’è una santità particolare nell’inizio o nella fine dell’anno. Il tempo o la data non sono la causa della vostra felicità o sofferenza. Le vostre azioni (Karma) del passato sono causa sia della felicità che della sofferenza. Come è il seme così sono la pianta ed i frutti, non possono essere differenti. Non sprecate la vostra energia mentale in speculazioni su questo o quello che accade. Baba

8.4.08 La ripetizione del Nome di Dio (Namasmarana) è il processo tramite il quale l’atteggiamento di consacrazione può essere coltivato e rafforzato. Quando incontrate delle calamità, dovete attaccarvi ancora di più a questa pratica spirituale (Sadhana) invece di perdere fede in essa e trascurarla; la medicina non va tralasciata quando è più necessaria. E’ peccato che perdiate coraggio e fiducia ed abbandoniate il Nome di Dio non appena incontrate la prima delusione. Baba

9.4.08 Abbiate fede in voi stessi, nella vostra capacità di seguire un preciso programma di esercizi spirituali (Sadhana) e di raggiungere la meta della realizzazione. Gli ostacoli che si incontrano per via vengono spesso trattati con un certo risentimento dai pellegrini sul sentiero spirituale ma queste prove vanno considerate come garanzie di sicurezza. Voi piantate un chiodo nel muro per appendervi un quadro ma, prima di appenderlo, controllate che il chiodo sia ben piantato scuotendolo; quando siete sicuri che non si muove neppure con tutta la vostra forza, vi fidate abbastanza da attaccarci il quadro. Dovete accogliere le prove perché vi danno fiducia ed accelerano il vostro progresso. Baba

10.4.08 L’albero della vita deve essere innaffiato alle radici ma ora la gente le trascura ed innaffia i rami, le foglie ed i fiori. Le radici sono le virtù; esse devono venir nutrite in modo che i fiori delle azioni, parole e pensieri possano sbocciare fragranti e dare il frutto del servizio (Seva) pieno del succo dolce della Beatitudine (Ananda). Baba

11.4.08 Non si deve cercar di ottenere la beatitudine tramite l’accumulo di ricchezza materiale ma attraverso il sacrificio ed il perseguimento del benessere dei propri simili. Il sacrificio (Thyaga) è raccomandato dai Veda come unica via all’immortalità. Date a piene mani, date volentieri e con gratitudine verso Dio; l’egoismo è il cancro che distrugge la carità. Nonostante si sappia che una certa azione è errata, l’egoismo non permette di desistere ma questa debolezza può venir superata con una ferma determinazione. Dividete con gli altri la conoscenza e le capacità che avete acquisito, le idee e gli ideali che vi hanno portato beneficio e la gioia che avete ottenuto dalla disciplina e dalla consacrazione; condividerle non le diminuirà né le svaluterà, le farà invece brillare con maggior splendore. Baba

12.4.08 Il controllo e la sublimazione dei sensi è la cosa principale. La conquista dei sensi, delle passioni e delle emozioni è un processo lento e difficile che sarà coronato dal successo soltanto tramite uno sforzo sistematico. Come può l’uomo servire gli altri o il Dio che risiede in tutti se i sensi lo trascinano lontano da quel servizio o le passioni riescono ad infangare l’amore che lo ispira? Il Lokesha (Signore del mondo) è impegnato a spargere Beatitudine (Ananda) nel mondo (Loka); l’uomo dovrebbe impegnarsi a spargere Beatitudine intorno a sé. Questo è il modo di cooperare e prendere parte al lavoro di Dio. Baba

13.4.08 Oggi è un giorno sacro che deve essere usato in pensieri ed azioni sacre, non in futili e debilitanti piaceri sensoriali e passatempi. Naturalmente le persone, nella loro ignoranza, ricorrono a queste vuote amenità spinte dall’innata ed inevitabile necessità di Beatitudine (Ananda). L’Ananda interiore cerca l’Ananda autentica ed incontaminata che si può ottenere soltanto attraverso la soddisfazione dei desideri più alti e sublimi come quello di realizzare l'Altissimo. Ogni festività è stata programmata dai saggi come un passo nel procedere dell’uomo verso la sua meta; tuttavia noi stiamo gettando via molti Capodanni incuranti del loro significato. Un anno dopo l’altro vengono sprecati in sforzi mal diretti per ottenere la Beatitudine e nelle conseguenti sofferenze e disperazione. Baba

14.4.08 L’amore è l’unica via che può condurvi a Dio; se sviluppate l’amore, Dio si arrenderà a voi e vi proteggerà sempre. L’amore di un devoto e la grazia di Dio sono in relazione stretta, sono inseparabili. Soltanto l’amore può ottenere la Grazia Divina. Per sperimentare la Beatitudine che non finisce, voi dovete praticare la rettitudine e seguire il sentiero del sacrificio. Il Nome ed il Principio di Rama vi daranno forza e potere meravigliosi. Il Principio Divino che è alla base degli Avatara di Rama e Krishna non può essere spiegato a parole né compreso con l’aiuto dell’educazione terrena; lo si può comprendere soltanto tramite l’amore. Colmate il vostro cuore d’amore e cantate il Nome di Rama. Baba

15.4.08 L’ombra che gettate si reduce di un pezzetto ad ogni passo che fate verso il Sole fin quando non lo avete dritto sulla testa e l’ombra vi si infila sotto i piedi scomparendo. In egual modo, l’illusione (Maya) diventa minore e meno efficace man mano che marciate verso la conoscenza/saggezza (Jnana). Quando siete ben radicati nella comprensione, Maya cade ai vostri piedi incapace di ingannarvi di nuovo; per quanto vi concerne, essa scompare. Nonostante, finché siete in questo mondo duale, non possiate sapere come ha avuto origine, voi potete sapere come può essere eliminata e come si può riuscire ad annientarne gli effetti. Maya non ha inizio ma ha una fine per colui che ottiene la Luce con cui le tenebre possono venir dissolte. Baba

16.4.08 La devozione vera consiste nell’offrire tutti i pensieri e tutte le azioni a Dio e desiderare ardentemente la Sua Grazia. La devozione limitata ad un breve rito nella Puja o nel tempio non è quella vera; in quei momenti essa sembra crescere dentro e voi vi sentite in pace ma, appena fuori, la pace è perduta e la rabbia prende il suo posto. Questo non si può chiamare devozione. La devozione (Bhakti) è stata descritta come uno stato di non separazione da Dio; indipendentemente dal tempo, dal luogo e dalla circostanza si dovrebbe sentire vicinanza con Lui e questa è devozione. La devozione vera trascende le limitazioni imposte dalla routine quotidiana e dagli obblighi della vita. Baba

17.4.08 Il progresso spirituale non è semplicemente un esercizio intellettuale, è vivere rettamente, è buona condotta e moralità, è la conseguenza naturale della fede in un Dio buono, giusto e compassionevole che osserva ed è testimone di ogni atto. Quindi la fede in un Dio Onnipresente, Onnisciente ed Onnipotente è il primo requisito per una vita buona. Baba

18.4.08 Il Dharma (rettitudine/dovere) è universale. C’è un’analisi che può venir applicata ad ogni azione per determinare se essa sia in accordo con il Dharma: non permettete che il vostro agire ferisca o offenda nessuno. Questo deriva dal riconoscimento del fatto che la Scintilla Divina è la stessa in ogni forma e che, se offendete un altro, offendete la medesima Divinità che è in voi. Il Dharma vi permette di riconoscere che tutto ciò che male per un’altra forma è male anche per voi. Il test dell’azione dharmica è espresso molto chiaramente nel detto: “Fate agli altri ciò che vorreste fosse fatto a voi”. Baba

19.4.08 Impegnatevi nel servizio altruistico; il premio verrà da sé, non abbiate dubbi su questo. Qualunque cosa intraprendiate fatelo con tutto il cuore e per la vostra piena soddisfazione. La soddisfazione è tutto il premio e la ricompensa di cui avete bisogno e vi darà forza grande. Questa è la virtù che dovete coltivare; acquisite questa vera ricchezza. Senza quella della bontà, tutte le altre ricchezze non servono a niente. Baba

20.4.08 Il miglioramento della vita richiede una pratica spirituale continua; senza tale esercizio essa si degrada. Per esempio: un diamante acquista valore dopo esser stato tagliato e sfaccettato; similmente l’oro, estratto dalla terra come minerale, diventa puro e prezioso dopo la raffinazione. Per elevare la vita dal banale al sublime, è ugualmente necessaria la pratica spirituale (Sadhana). Baba

21.4.08 L’uomo non è consapevole dello scopo grandioso del suo pellegrinaggio; egli si perde per vie sbagliate che lo portano soltanto al disastro, ripone la sua fede in oggetti esteriori e si sforza di trarre gioia da e tramite essi. L’uomo non sa che tutte le gioie sgorgano da dentro di lui; egli non fa che avvolgere gli oggetti esteriori con la gioia tratta dall’interno di se stesso, pone la gioia attorno agli oggetti e poi la sperimenta come se venisse da quelli. Baba

22.4.08 Come mantenere un contatto costante con il Sè Superiore che è dentro di noi? Il mezzo migliore è il semplice esercizio della ripetizione di uno qualsiasi dei Nomi gloriosi di Dio (Namasmarana). Le persone si abbandonano ad ogni tipo di pettegolezzo, ad ogni scandalo inutile, trovano tempo ed interesse per queste occupazioni degradanti ma non sono inclini a risvegliare in sé il Divino con la riflessione costante sullo splendore del Creato e del Creatore. Vedete soltanto questi aspetti come questa disciplina suggerisce, parlate solamente di argomenti elevati, ascoltate nient’altro che ciò che nobilita, pensate e sentite esclusivamente emozioni e pensieri puri: questo è il modo per sviluppare la Divinità insita in ognuno. Baba

23.4.08 Quando un aeroplano vola nel cielo non vi lascia segno: nessuna scia che duri, nessun solco o buca che interferiscano con il traffico che seguirà. In questo stesso modo, siate testimoni di tutti i sentimenti ed emozioni mentre vi attraversano la mente ma non permettete loro di lasciar traccia su di voi. Potete far ciò compiendo un'indagine in uno stato di tranquillo ragionamento interiore, più che tramite l'ascolto di lezioni o dello studio di libri. Baba

24.4.08 Che cosa è Jnana, o Saggezza? È conoscere il nostro vero Sé, cioè la conoscenza del Sé. La conoscenza del Sé equivale alla realizzazione del Sé. Jnana richiede il controllo dei pensieri mediante uno sforzo appropriato. Una costante contemplazione del Sé è il mezzo per sperimentare la diretta visione di Dio, mentre la devozione (Bhakthi) è il mezzo per acquisirla. Che si intraprenda il sentiero della Saggezza (Jnana-Marga) o quello della devozione (Bhakti Marga) la meta è la stessa: l'illuminazione. Baba

25.4.08 Un lume tenuto acceso in una stanza può spengersi per le correnti che entrano dalla finestra aperta. Gi organi di senso (Indhriya) sono le finestre; quando sono aperte, il lume del Nome Divino non risplenderà stabilmente. Tenete quindi i sensi vagabondi chiusi alle influenze che distraggono e concentratevi sul Nome del Signore e sulla sua bellezza e dolcezza. Non potete diventare il Signore Shiva semplicemente gridando “Io sono Shiva” (Shivoham); sviluppate le qualità della Divinità come l’Amore Universale, l’assenza di attaccamento etc. ed allora avrete diritto di affermare “Io sono Shiva” perché non avrete ego (Aham)! Baba

26.4.08 Su una superficie può esserci sparso dell’oro, dall’argento, rame, limatura di ferro, diamanti, rubini, sete ed altre cose di valore; il magnete sceglie soltanto la limatura di ferro senza interessarsi a tutto il resto. Accade lo stesso con i devoti: Dio non li sceglie in base alla ricchezza, Egli cerca la purezza di cuore. Baba

27.4.08 Inizialmente la Divinità manifestò Se Stessa nella forma dei cinque elementi: il cielo, il vento, il fuoco, l’acqua e la terra. Tutta la Creazione non è che una combinazione di due o più di essi in proporzioni variabili. I loro aspetti caratteristici sono il suono, il tatto, la forma, il gusto e l’odore che vengono percepiti dalle orecchie, dalla pelle, dagli occhi, dalla lingua e dal naso. Ora, visto che questi organi sono intrisi del Divino, li si dovrebbe usare con reverenza, umiltà e gratitudine. Usateli con intelligenza per promuovere il benessere degli altri e vostro, usateli con moderazione ed a servizio amorevole della comunità. Baba

28.4.08 Quando un albero spunta dal seme, viene su come un fusto con due foglie iniziali ma poi, mentre cresce, molti rami escono dal tronco ed ognuno può essere abbastanza grosso da apparire come un tronco; non bisogna però dimenticare che è attraverso il tronco che le radici alimentano i rami con la linfa vitale. Similmente, è l’Unico Dio che appaga la fame spirituale di tutte le nazioni e di tutte le fedi con il nutrimento della Verità, della Virtù, dell’Umiltà e del Sacrificio. Baba

29.4.08 Se desiderate che gli altri vi onorino, li dovete onorare anche voi e, se volete che gli altri vi servano, dovete servirli per primi. In realtà, nessuna gioia può eguagliare quella di servire gli altri. Siate come un orologio: esso non ha antipatie e mostra l’ora giusta a tutti indipendentemente da chi lo legge. Baba

30.4.08 Il vizio è fonte di malattie; le abitudini ed i pensieri malvagi, le cattive compagnie ed il cibo non adatto sono le cause maggiori di poca salute. Le abitudini sconvenienti, in cui l’uomo indulge, sono le fonti principali di malattie sia fisiche che mentali. L’avidità corrompe la mente, la delusione rende depressi. L’uomo può giustificare la sua esistenza soltanto coltivando le virtù; solamente allora egli diventa un candidato meritevole della Santità. Baba

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